Mukashi mukashi... Tanto tanto tempo fa, c'era una giovane fanciulla di nome Tokoyo. Era la figlia di un samurai che l'aveva cresciuta dandole la migliore educazione e insegnandole ad essere forte. I due vivevano molto felicemente insieme alla corte dell'imperatore, essendo il padre uno dei suoi migliori consiglieri.

Questo però procurò molte invidie al samurai e quando l'imperatore si ammalò i suoi nemici colsero la palla al balzo: lo accusarono di essere la causa della malattia del sovrano e lo bandirono su un'isola lontana.

Tokoyo amava molto il padre e non poteva credere a quella assurda diceria. Inoltre era tutta la sua famiglia, così decise di mettersi in cammino per trovarlo e salvarlo dal suo forzato esilio.

Vendette tutti i suoi averi ad un commerciante per procurarsi i soldi necessari ad affrontare quello che si prospettava essere un lungo viaggio. 



Iniziò a percorrere tutta la costa in lungo e largo per molti mesi, ma l'isola in cui era stato esiliato il padre restava un puntino a malapena visibile alla luce del giorno, da qualunque parte la si guardasse.

Cercò così di convincere un gruppo di pescatori a portarla sull'isola, ma avendo ormai finito i soldi, non trovò nessuno disposto ad affrontare la traversata.
Ma Tokoyo non era tipo da arrendersi: quella notte trovò nella baia una piccola e vecchia barca e decise di partire da sola per l'isola lontana.

Il viaggio fu lungo e difficile essendo la barca molto piccola ma alla fine Tokoyo riuscì a raggiungere la riva e trascorse tutto il giorno successivo alla ricerca del padre senza però trovarlo.
Venne la notte, e la ragazza, ormai molto stanca e triste decise di riposare sotto un albero.


Dopo poche ore fu svegliata dai tremendi singhiozzi di una fanciulla; incuriosita da quel rumore, Tokoyo si nascose dietro un cespuglio e da lì vide una ragazza vestita con un lungo abito bianco e un sacerdote.
Erano in piedi sul bordo di una scogliera e il sacerdote stava per gettare la giovane giù dalla rupe. Tokoyo uscì di corsa dai cespugli per salvarla e allora il sacerdote si fermò e le spiegò quello che stava facendo.

L'uomo le disse che nei mari intorno all'isola abitava un antico drago chiamato Yofuné-Nushi che aveva minacciato di terrorizzare per sempre gli abitanti dell'isola e di distruggere il settore della pesca (l'unica fonte di reddito dei residenti) se ogni anno non gli avessero sacrificato una giovane vergine.

Tokoyo trovò questo patto molto ingiusto ma visto che aveva ormai perso ogni speranza di ritrovare il padre ed essendo quindi rimasta sola al mondo, decise di offrirsi per prendere il posto della ragazza.
Indossò la veste bianca e con un pugnale fra i denti saltò giù dalla scogliera e si immerse nelle profondità del mare, sotto gli sguardi stupiti del sacerdote e della giovane.
Tokoyo scese sempre più in profondità, fino a trovare una grotta, al cui ingresso era situata una piccola statua dell'imperatore. Vedere la causa di tutti i suoi mali, fece infuriare Tokoyo che prese la statua per distruggerla; poi però decise che era meglio riportarla a riva e così se la legò alla cintura.
Improvvisamente Yofuné-Nushi uscì dalla grotta, vide Tokoyo e immaginò fosse la sua offerta, così l'aggredì. Tokoyo però era stata duramente addestrata da suo padre e così riuscì rapidamente a difendersi, a bloccare l'attacco e ad affondare il suo pugnale nell'occhio del drago.

Accecato, il drago fuggì all'interno della caverna, ma Tokoyo lo inseguì, ormai decisa a fargliela pagare. I due iniziarono a lottare furiosamente e alla fine Tokoyo ebbe la meglio. Ucciso il drago, lo trascinò a riva e si accasciò sulla sabbia debole e stanca.

Il prete e la ragazza corsero verso di lei, ancora increduli per la sua impresa. Il sacerdote portò Tokoyo al villaggio, raccontò a tutti le gesta eroiche della ragazza e presto la notizia si diffuse a macchia d'olio per tutto il regno, arrivando fino alle orecchie dell'imperatore che nel frattempo era completamente guarito e aveva ripreso le forze.
Grazie al racconto, capì che la sua malattia era dovuta al drago Yofuné-Nushi che aveva maledetto la sua statua sotto l'oceano. Uccidendo il drago e recuperando la statua, Tokoyo aveva spezzato la maledizione!

Rendendosi conto che il padre di Tokoyo era innocente, l'Imperatore lo liberò dal suo esilio e lo riportò dalla figlia.
Inoltre per aver bandito il suo miglior samurai, decise di risarcirlo con una somma enorme di denaro e tesori e di permettere a Tokoyo di servire il palazzo come un guerriero samurai accanto al padre, permettendogli così di vivere insieme felici e contenti.

Fonte consultata: Japanloverme