Sekkusu shinai shokogun, sindrome di castità in italiano, è ciò di cui soffrirebbero i giapponesi secondo quanto scrive Mark Fisher sul Washington Post, riportando un articolo ripreso dal Guardian. La sekkusu shinai shokogun è una sindrome non riconosciuta da alcun ente medico o psicologico, ma una teoria dei media secondo la quale sempre un maggior numero di ragazzi giapponesi avrebbero perso l'interesse per il sesso e le relazioni sentimentali.

Per avvalorare questa tesi, i numeri che riporta l'articolo di Fisher, ripresi da un report del 2011, sono importanti:
  • Il 45% delle donne e il 25% degli uomini tra i 16 e i 24 anni dicono di non essere attratti dal sesso.
  • Il 49% delle donne e il 61% degli uomini tra i 18 e i 34 anni non sono sposati né hanno una relazione con qualcuno.
  • Il numero di single è in costante crescita dal 1990 e il 23% di uomini e il 27% di donne affermano di non essere interessati ad aver alcun tipo di relazione.
  • Il 36% di ragazzi e il 39% di ragazze, di età compresa tra i 18 e i 34 anni, racconta di non aver mai avuto rapporti sessuali.
Uomini-Sesso-Giappone

Gli stessi due articoli evidenziano di come in Giappone sian state realizzate app che permettano di sostituire un fidanzato in carne e ossa con uno virtuale, oppure di come per le donne giapponesi non sia possibile conciliare il lavoro con la famiglia. "Devil wives" verrebbero chiamate le donne che pur sposate continuano a lavorare.
 
Donne-Sesso-Giappone

Secondo Fisher il Giappone potrebbe avere un problema demografico, proprio causato da questa sindrome. Viene infatti sottolineato il sorprendente calo della popolazione, che in un solo anno è diminuita di 212mila individui. Lo scorso anno in Giappone son nati 1.03 milioni di bambini contro gli 1.21 milioni dell'anno precedente. Secondo Fisher i giapponesi non avrebbero abbastanza figli, proprio perché non interessati a sposarsi o ad avere relazioni sentimentali e a riprodursi.
 
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Non avere abbastanza figli significa non essere in grado di supportare l’economia: meno giovani, meno lavoratori e quindi meno produttività, con al contrario un incremento delle spese per l'assistenza degli anziani. Il Giappone è uno dei Paesi più "vecchi" della della Terra e attualmente il 22% della popolazione supera i 65 anni. Nel 1989 gli ultra 65enni costituivano solo 11,6% del totale.
 
Popolazione-Giappone-dal-1950.gif
 
Vi rimandiamo ora a un interessante video, purtroppo in lingua inglese, in cui la giornalista Anita Rani, in giro per le strade di Tokyo, indaga sulle motivazioni dietro a una delle più importanti crisi demografiche del mondo, sottolineando gli stessi problemi: dalla difficoltà di interazione e socializzazione tra i due sessi con conseguente fuga nel mondo virtuale, arrivando poi a evidenziare come il Giappone stia diventando un Paese sempre più vecchio e indebitato.

Il problema demografico ed economico giapponese è reale e importante, ma è anche doveroso sottolineare di come ci siano forti dubbi sulla sua causa. Yuta Aoki nel suo blog sottolinea, per esempio, di come non ci sia alcun legame tra il tasso di fecondità (che è minore per i Paesi con più alto livello di istruzione) e la frequenza dei rapporti sessuali. Ampotan contesta invece il campione utilizzato per quei dati statistici riportati dall'articolo di Fisher: troppo limitato per essere significativo e rappresentativo di un intero Paese.

Voi cosa ne pensate? I giapponesi sono davvero disinteressati al sesso, o questi son solo altri pregiudizi nei confronti di un Paese che si reputa abitato principalmente da otaku, interessati unicamente a manga e videogiochi? Dite pure qui sotto la vostra, ma prima di rispondere volevo riportare un altro interessante dato statistico: l'Italia è uno dei Paesi con il più basso tasso di natalità al mondo, praticamente subito davanti al Giappone, ma se non soffre dello stesso calo demografico è solo grazie alla forte immigrazione.



 
Fonti consultate:
The Guardian
The Washington Post
NeXt Quotidiano

Wikipedia 1, 2, 3
Ampontan
Yuta Aoki blog