Inizio chiedendo scusa per il titolo un po' provocatorio, in realtà il fansub non è morto, ma sicuramente è in declino: chi segue il mondo della sottotitolazione amatoriale, sa che il fenomeno è in decisa difficoltà. Di recente sono diversi gli annunci di gruppi che decidono di mollare, altri hanno già smesso per motivi diversi. Da parte nostra possiamo vedere i dati della sezione fansub, che in un anno ha perso quasi il 50% delle sue visite.

La cosa non era imprevista, in realtà già alla scorsa Lucca si erano accumulate molte nuvole e si sapeva che sarebbe stato un anno di grandi cambiamenti: avevo discusso con diversi fansubber di persona, per capire la strada da seguire e le loro opinioni, ma probabilmente le cose sono andate ben oltre le previsioni. Tra l’altro, se volete, anche quest’anno mi troverete allo stand di AnimeClick.it e sono altrettanto curioso di risentirvi.

Intanto possiamo iniziare da questo articolo e dalle sensazioni che ho accumulato da esterno.
Come si sta evolvendo la situazione?

Non credo che il fansub sparirà, fortunatamente ci sarà sempre qualcuno di appassionato che vuole condividere la propria passione e ci saranno sempre prodotti di valore che, per scarso potenziale commerciale, nessun editore decide di accollarsi. Tuttavia non sarà più come prima: sarà una cosa sempre più di nicchia, i fasubber saranno meno, sia quelli che seguono l‘etica classica, sia quelli che si spingono a sottotitolare le opere già ufficialmente in Italia, ma magari di qualità non adeguata agli standard che vorrebbero.
 
Fansub cosa rimane da sottotitolare
 
 

Chi me lo fa fare?

Non siamo macchine, fansubbare è un lavoro lungo e palloso, che viene ripagato solo quando si vede il lavoro finito e quando si nota che ci sono altri che lo apprezzano. Se la strada mi viene riempita di ostacoli e se alla fine sempre in meno mi cagano, chi me lo fa fare?

- Licenze: ormai l’annuncio di un anime non è cosa rara, di recente c’è quasi una corsa alla licenza. Senza contare che l’arrivo di un nuovo competitor, magari straniero e con un ampio portafoglio di licenze, non è cosa rara. Ok, dovrei essere felice di essere riuscito a fare notare l’anime e averlo fatto portare in Italia, però magari lo vedo uscire con qualità più bassa della mia e comunque mi sarebbe piaciuto finire il mio lavoro, almeno un paio di essi, e non di doverli cancellare sistematicamente.

- Utenza: I numeri del mio sito e dei miei download calano sempre più. La gente si accontenta di streaming magari fatti in modo più approssimativo.

- Scorrettezze: nascono come funghi siti che prendono il mio lavoro e lo fanno loro, mettendolo in streaming senza chiedere il mio permesso. E che magari continuano a tenerlo anche quando correttamente io decido di levarlo.
 
Internet preferisce lo streaming



Meglio il pane, oltre la soddisfazone

Questa è una buona cosa in realtà, sopratutto in una realtà, l’italiana, dove non è facile trovare un lavoro. Certo, sebbene l’impegno sia molto e la paga sia quella che è, alla fine fino a poco fa lo facevo gratis, ora c’è qualcuno che è disposto a pagarmi. Magari poco, ma meglio di nulla. Senza contare che tra i molti qualcuno viene effettivamente assunto per un lavoro vero e proprio.
Dove cercano i nuovi competitor del settore la “manodopera” che gli serve per sottotitolare un anime, magari in simulcast? La soluzione ovvia è guardare a chi ha già esperienza e, tra i fansubber, c’è gente veramente in gamba, per cui non c’è da stupirsi se molti gruppi sono stati “convertiti” in team di lavoro ufficiali delle aziende del settore.
Nulla di male in questo, anzi, è una cosa che fa piacere, tuttavia è indubbio che anche questo fattore ha contribuito alla scomparsa di alcuni gruppi.
 
Le aziende assumono i fansubber

Per concludere: lentamente, in modo inesorabile, il fenomeno che prima faceva tremare l’industria dell’animazione italiana è stato non solo ridimensionato, ma personi in parte inglobato nel sistema stesso. Buffo e curioso, anche un po’ inquietante direi. Credo ormai  si possa dire: chi ha più paura del fansub?

Voi che ne pensate?

Vi pregherei di raccontare la vostra esperienza e la vostra opinione. Se poi volete, mi trovate allo stand a Lucca per parlarne di persona.