Come avevamo annunciato due mesi fa, in occasione della partenza dell'iniziativa su Doraetos Manga, è finalmente giunto il momento di pubblicare l'intervista a Tony Valente, l'autore del manga francese Radiant.

L'autore:
Tony Valente è nato l'11 ottobre del 1984. All'eta di 20 anni è riuscito a pubblicare la sua prima miniserie, "I quattro principi di Ganahan", concludendola in tre anni. Caratterizzato fin da subito da uno stile a colori simile al franco-belga moderno, ma ancora troppo vicino agli stilemi giapponesi si inquadra subito come uno dei primi autori aderenti al filone del japstyle. Negli anni successivi si dedica sia ad altre opere originali aderenti a questo stile, "Hana Attori" e "S.P.E.E.D. Angels", sia ad opere di classico stampo francese come "Centurion", "Spoon & White" e "Le figlie del sole",trovando infine la propria strada nel 2013 con la sua ultima opera: Radiant. Essa è la sua prima serie completamente in bianco e nero con stile, formato ed edizione aderenti in toto ai canoni giapponesi e rappresenta un vero stacco dalla scuola francese a cui era stato parzialmente legato fino a quel momento. Un deciso taglio che però sembra aver portato finalmente il successo a livello nazionale ed internazionale che l'autore aveva sempre desiderato. Tra le molte novità riguardo all'attuale vita di Tony è notizia recente la sua partecipazione alla prossima edizione del "Tokyo International Comic Festival" in Giappone.

La trama di Radiant:
Seth è un aspirante mago della regione di Pompo Hills. Come tutti i maghi è un “infetto”, un essere molto  raro che è riuscito a sopravvivere al contatto con un Nemesis, delle creature cadute dal cielo e che hanno contaminato e ucciso quasi tutti coloro che han toccato. La sua apparente immunità al tocco del Nemesis, gli ha fatto comprendere che il suo destino era ormai segnato: deve diventare un cacciatore di taglie e combattere i Nemesis. Ma il suo obiettivo non è solo cacciare questi terribili mostri… ma anche quello di trovare il Radiant, quella che si creda possa essere la tana dei Nemesis. Insieme ad altri maghi percorrerà il mondo alla ricerca del Radiant, stando continuamente attento a sfuggire dall’Inquisizione o qualsiasi ostacolo si ponga sulla sua strada.

Radiant al momento è composto da tre volumi, con il quarto in lavorazione e il primo già pubblicato con successo in Giappone dall'editore Asuka Shinsha (casa editrice che attraverso la sua etichetta Euromanga si sta occupando di portare in Giappone importanti opere del fumetto europeo come BlackSad della coppia Canales-Guarnido, La saga del Mostro di Enki Bilal e Muchachos di Lepage). L'accoglienza dell'opera nella terra del sol levante infatti è stata ottima (soprattutto grazie all'appoggio di autori giapponesi del calibro di Yusuke Murata e Hiro Mashimaed il successo tale a superare le aspettative dell'editore giapponese facendo esaurire la prima tiratura in poco tempo. Ora il primo volume è in ristampa e si prevede l'uscita del secondo per inizio novembre: un buon inizio per quello che doveva essere un semplice esperimento editoriale per sondare la ricettività del mercato giapponese alle opere japstyle provenienti dai paesi europei. Un'esperimento che, se mantiene le attuali dinamiche di vendita, aprirà facilmente la strada all'arrivo di molte altre opere nostrane facendo avverare il sogni di molti autori europei.. e magari italiani.
 

Con queste premesse ecco a voi l'intervista a questo bravo, e coraggioso, autore, nella speranza che possa essere il primo di molti altri esempi di successo:

DM: Come è nato Radiant? E quanto sarà lunga la serie ?

TV: Ho disegnato per primo il protagonista, Seth, già qualche anno fa. Aveva delle corna e all’inizio le nascondeva sotto un cappello. Ho cercato di immaginare perché le avrebbe dovute nascondere e poco a poco molti altri elementi si sono aggiunti per rafforzare l’idea di base.
Per quanto riguarda le influenze, vengono un po’ d’ovunque: dai romanzi, dai videogame GDR, dai fumetti e anche da un po’ di storia europea medioevale.
Radiant parla della caccia alle streghe, e i miei protagonisti sono diversi dagli altri umani; sono dei maghi, e nell’universo di Radiant, sono delle “infezioni” cioè persone con problemi fisici o talvolta mentali. Questi vengono messi da parte dalla popolazione ma sono i soli che hanno la capacità di affrontare i mostri chiamati Nemesis, e quindi vengono più o meno tollerati. E, al fine di controllarli, c’è l’Inquisizione, un gruppo armato che dà la caccia ai maghi con tutti i pretesti possibili.
Ho studiato un po’ la storia della caccia alle streghe in Europa e questa mi ha ispirato per scrivere Radiant! Non so quanti numeri ci saranno, ma mi piacerebbe molto arrivare circa a quindici. È una sfida per me che ho fatto solo delle piccole serie da tre o quattro volumi.


DM: Complimenti vivissimi per la tua pubblicazione in Giappone! Ci racconti un po’ della pubblicazione ?

TV: Grazie! È l’editore giapponese Euromanga che pubblicherà Radiant in Giappone, so che loro lavorano con Asuka Shinsha da prima che pubblicassero la rivista, ma per Radiant non saprei. Euromanga di solito pubblica titoli europei in Giappone, come Blacksad, Skydoll o ancora i fumetti di Marini… con Radiant, vogliono capire come un “manga fatto in Francia” può essere recepito dal pubblico giapponese. E allo stesso tempo, anche se Radiant ha molti lettori in Francia, in Giappone c’è ancora strada da fare e sarà estremamente difficile farsi notare. È una mossa un po’ azzardata, e quindi incrocio le dita sperando che il tentativo porterà a qualcosa di positivo!

DM: Qual è l’opinione generale circa la produzione fumettistica giapponese in Francia?

TV: I fumetti giapponesi sono accettati al giorno d’oggi, su questo non c’è nessun problema. Sono più di venti anni che è così: prima le serie animate come DragonBall in televisione ed oggi con bambini che leggono i manga… e anche i loro genitori!

DM: Come rispondi a quelli che definiscono i japstyle delle semplici imitazioni dei fumetti giapponesi?

TV: Sicuramente hanno in parte ragione. Ma non hanno certamente letto tutto… ci sono dei titoli originali che vengono dall’Europa, e comunque le storie sono create da un punto di vista differente, poiché la nostra cultura stessa è diversa. Da parte mia, non cerco di escludere a tutti i costi le influenze giapponesi.

DM: Quanto è grande il fenomeno japstyle in Francia?

TV: Ci sono certamente dei lettori che rifiutano di leggere delle produzioni francesi, ma sono sempre meno numerosi. Una grande maggioranza del pubblico accetta volentieri i manga francesi quando li trovano interessanti, senza pregiudizi. Sono più di dieci anni che i manga francesi esistono, e il pubblico è cresciuto con loro! Al giorno d’oggi ci sono molte serie fatte direttamente in Francia. Dal punto di vista degli editori, anche se il pubblico dei manga francesi esiste da molto tempo, si è dovuto attendere gli ultimi anni perché venissero democratizzati. E adesso, grazie al successo di qualche titolo, molti editori vogliono pubblicare manga francesi! È una cosa molto buona il voler promuovere quello che si fa in Francia.

DM: In Francia quanto è conosciuto il panorama japstyle italiano? (ti cito ad esempio Massimo Dall’Oglio, Aeon di Angela Vianello oppure il fumetto Somnia, di Di Meo e Zanzi) E tu cosa ne pensi?

TV: In realtà non sono informato di quello che conosce il pubblico circa la produzione italiana. Con internet però, immagino che le opere siano conosciute molto facilmente anche in Francia. Ma non abito lì, perciò non sono in grado di sbilanciarmi circa quello che conoscono i lettori e le opere pubblicate in libreria.



DM: Cosa ne pensi del fumetto italiano in generale?

TV: Non sono un grande esperto di fumetto italiano, ma certi autori sono tra i miei preferiti! Adoro ad esempio il lavoro di Marini e quello di Barbucci. Sono due autori che mi hanno molto influenzato quando ho cominciato a fare i fumetti! Di quello che ho potuto vedere degli autori italiani, trovo che hanno qualcosa che si rifà all’animazione, riescono a rendere molto “vivi” i personaggi, grazie a uno studio sulla recitazione molto ricercato. Questo mi piace molto e mi ispira anche parecchio.

DM: Quando lavori a un fumetto, qual è per te l’aspetto a cui dedichi maggiore attenzione per soddisfare te stesso? E qual è la cosa a cui fai più attenzione per soddisfare invece il pubblico?

TV: L’aspetto che amo di più è far vivere i miei personaggi. Disegnare o mettere i colori, questo mi annoia spesso. Ma quando si tratta di mettere in scena i personaggi, sviluppare i loro rapporti, farli muovere, parlare ecc…questo mi piace davvero tanto! Per i lettori, cerco di mettere abbastanza spesso degli elementi sorprendenti, per dare vitalità alla storia. E cerco anche di farli ridere! Quando scrivo e rido io stesso, allora è segno che potrebbe piacere anche ai lettori e quindi lo metto nel fumetto.

DM: Raccontaci un po’ come lavori di solito, quali strumenti utilizzi e qual è la tua giornata tipo! Qual è il tuo ritmo di lavoro e quali sono le tue scadenze?

TV: Lavoro tutti i giorni della settimana, e addirittura anche di sera e nei week-end quando la scadenza comincia ad avvicinarsi. Per scrivere la sceneggiatura vado in biblioteca pubblica e scrivo un capitolo di venti pagine sotto forma di storyboard; per fare fare questo impiego circa quattro o cinque giorni. Amo molto stare nelle biblioteche e adoro cercare riferimenti nei libri piuttosto che su internet. E spesso ho delle belle sorprese! Una volta scritto il capitolo, passo ai disegni che impiegano più giorni, poi di seguito passo all’inchiostrazione. Quando disegno faccio dalle quattro alle otto pagine in una giornata; se inchiostro, dalle tre alle cinque pagine. Lavoro con un pennino e l’inchiostro a china, alla vecchia maniera. E per le texture, le linee cinetiche e il colore, faccio tutto al computer.

DM: Quant’è l’ingerenza degli editor nel tuo lavoro?

TV: Nessuna! Il mio editor mi lascia tranquillo durante tutto il lavoro, si discute giusto della copertina quando è il momento. Per la storia e i disegni non interviene affatto.

DM: In generale chi sono i tuoi autori di fumetto preferiti? E i tuoi fumetti preferiti?

TV: Eiichiro Oda, Akira Toriyama, Yusuke Murata, Masashi Kishimoto, Hiromu Arakawa, Alessandro Barbucci, Raul Arnaiz , Didier Tarquin, Christophe Arleston, Florent Maudoux... e tanti altri !

DM: Daresti qualche consiglio a chi vuole fare fumetti japstyle? Ad esempio, come ci si deve
presentare ad un editore?


TV: Posso solo dare la mia esperienza personale illustrandovi quelle che sono le cose che invio ad un editore per presentare un nuovo progetto:
  • una sinossi della serie, non troppo lunga.
  • una decina di pagine finite (inchiostrate, retinate e con i dialoghi). In generale io ritraggo due scene diverse, con due ambientazioni differenti (una scena di presentazione e una d’azione).
  • vari documenti di presentazione dei personaggi principali, con qualche disegno e un piccolo testo su ciascuno di loro.
  • qualche disegno dell’universo del fumetto.
E in tutto questo, la cosa più importante sono le pagine: sono quelle che porteranno l’editore a credere nel progetto o meno. Il resto è giusto una vestizione, ed è pressoché inutile se le pagine non sono convincenti. Questa comunque non è solo il mio modo di fare, ci sono molti altri autori che fanno così e anche per loro ha funzionato!

Ringraziamo quindi Tony Valente per la disponibilità e gli amici di Doraetos Manga per la concessione dell'intervista, invitandovi ad andare sulle loro pagine facebook per seguire tutti gli aggiornamenti sulle loro opere. Se volete ulteriori informazioni riguardo all'edizione cartacea di Radiant vi segnaliamo inoltre la buona videorecensione fatta su di essa da Davide Della Via.