100 Yen Love (Hyaku yen no Koi), film del 2014 diretto da Masaharu Take (In the Hero, Eden) e interpretato da Sakura Ando (0,5mm), sarà il lungometraggio che rappresenterà il Giappone nella sezione per il Miglior film straniero agli Oscar 2016. Il film è stato presentato in anteprima internazionale nell'ambito della diciassettesima edizione del Far East Film Festival di Udine.
Ricordiamo che nella storia degli Academy Awards il Giappone ha già conquistato la prestigiosa statuetta con Departures di Yōjirō Takita nel 2009 e, andando a ritroso nel tempo (quando il riconoscimento veniva assegnato ad honorem), con Rashomon (1950) di Akira Kurosawa, con La porta dell’inferno (Jigokumon, 1953) di Teinosuke Kinugasa e con Miyamoto Musashi (1954) di Hiroshi Inagaki.
Ricordiamo che nella storia degli Academy Awards il Giappone ha già conquistato la prestigiosa statuetta con Departures di Yōjirō Takita nel 2009 e, andando a ritroso nel tempo (quando il riconoscimento veniva assegnato ad honorem), con Rashomon (1950) di Akira Kurosawa, con La porta dell’inferno (Jigokumon, 1953) di Teinosuke Kinugasa e con Miyamoto Musashi (1954) di Hiroshi Inagaki.
Ichiko (Ando Sakura) è una trentaduenne single, apatica e scansafatiche che spreca le sue giornate giocando ai videogiochi e svogliatamente dà una mano nel fast food gestito dalla sua famiglia. Dopo l'ennesima lite con sua sorella decide di andare a vivere da sola trovando un lavoro come cassiera in un minimarket che vende tutto a 100 yen. Lì conosce Yuji (Arai Hirofumi), un laconico pugile che si allena in una palestra del quartiere. I due iniziano una relazione che si protrae stancamente, ma quando Yuji decide di abbandonare la boxe e di troncare con Ichiko, la ragazza ha un moto d’orgoglio e inizia ad allenarsi duramente nella palestra del suo ex preparandosi a salire lei stessa sul ring in cerca di un riscatto personale.
Fonte consultata:
Filmbiz.asia
Filmbiz.asia
Vedrò sicuramente questo film.
Se proprio vogliamo trovare un precedente, secondo me bisognerebbe cercare dalle parti di un Toro scatenato o, meglio ancora, di un Ashita no Joe, come giustamente faceva notare Kyon nella sua recensione in occasione del Far East.
Per chi non conoscesse il regista consiglio anche In the hero (Unsung hero), altro film visto a Udine, molto originale e divertente.
La storia slice-of-life poi è una di quelle che magari sembrano dire poco, e invece poi sotto sotto raccontano molto più di altre, e titoli così mi prendono decisamente meglio quindi... doppiamente contenta, spero di vederlo anche io un giorno!
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