A volte anche qualcosa di semplice come una piccola palla costruita per far giocare un bambino può diventare qualcosa di artistico, basta lasciar spazio all'immaginazione. È questo il caso della Temari, oggetto rotondo di varie dimensioni che può essere classificato senza dubbio come una forma d'arte popolare molto antica.
Il termine "temari" è composto dall'associazione di due parole: "te" che vuol dire "mano" e "mari" che vuol dire "palla". Questo perchè originariamente era usato come pallone da gioco in uno sport che probabilmente assomigliava alla nostra pallamano. Come moltissimi altri oggetti, anche questo è arrivato in Giappone dalla Cina durante il periodo Asuka (538-710 d.C.) con il nome di Kemari ed era fatto di pelle di cervo, che garantiva un migliore rimbalzo. Fu durante il periodo Edo (1603-1867) che le donne della corte imperiale trasformarono le kemari in Onnamari e successivamente in temari, rendendole colorate ed adatte anche alle bambine, grazie a giochi di lancio e rotolamento della palla più dolci ed aggraziati.
Ma ben presto fare le temari diventò anche un'opportunità per le nobildonne di sfoggiare le proprie abilità e attirare così l'attenzione e il favore dei loro principi preferiti. All'inizio si usavano solo fili di seta detti kakagari che, essendo molto costosi rendevano quest'arte esclusivo appannaggio delle classi superiori.
Quando i fili di cotone, lana e lino diventarono più facilmente reperibili, anche le persone comuni si appassionarono a quest'arte e le donne di tutto il Giappone iniziarono a produrre temari, tanto che ogni prefettura sviluppò un proprio stile riconoscibile e noto, basato sulla cultura e sui materiali locali. Inoltre ogni temari è unica e irripetibile, perché si basa sul talento artistico e sulla creatività del singolo creatore, oltre ovviamente alla sua abilità manuale.
Le temari, oggi come ieri, sono realizzate con materiali di scarto: da pezzi di abbigliamento a tessuti per la casa, a fili avanzati; non mancano nemmeno materiali naturali, come aghi di pino, a fare da imbottitura. Indipendentemente dal materiale, il processo è poi sempre lo stesso: si costruisce una sorta di ripieno tondo che viene poi avvolto da strisce di tessuto e quindi cucito in modo da restare compatto. i fili più usati sono di cotone, ma non manca la seta, il metallo, il rayon.
Alcune temari poi sono ulteriormente decorate con nappine realizzate con metodi complessi di annodatura. Si dice che se le sfere sono state avvolte e cucite molto molto strettamente la temari riuscirà addirittura a rimbalzare! È diventata poi tradizione porre al centro della struttura, all'inizio di tutto il lavoro, dei sassolini, dei chicchi di riso o delle campanelle in modo che la temari suoni se scossa.
Le dimensioni possono essere molto varie: ogni formato è possibile e tutti sono ugualmente apprezzati dai collezionisti. Le più piccole possono essere usate anche come accessori personali, come ad esempio i gioielli. Oppure possono essere raccolte ed esposte a gruppi su mensole a vari livelli ma anche appese a decorare le stanze.
Essendo poi l'estetica e la ricerca della bellezza al centro di tutta la cultura giapponese, è stato naturale trasformare le cuciture: non più semplici punti funzionali a tenere insieme il tutto ma motivi decorativi e sempre più dettagliati che hanno dato vita a ricami sempre più complicati. Di solito i modelli più usati sono geometrie simmetriche con elementi che richiamano la natura oppure forme che ricordano i modelli di un caleidoscopio.
Quindi ora le temari sono diventate un dono molto apprezzato e amato, simbolo di profonda amicizia e lealtà e di buon augurio per chi lo riceve e spesso sono regalate dai genitori ai figli per Capodanno. Per questo all'interno degli strati strettamente avvolti su ogni palla, le madri spesso nascondono un piccolo pezzo di carta con un augurio di buona volontà per il loro bambino.
Poiché sono intrise dello spirito gentile e dell'abilità dell'artigiano che le ha assemblate, si ritiene che portino fortuna e felicità e i colori dei fili usati così come i motivi ricamati possono avere diversi significati, legati però sempre all'augurio di avere una lunga e felice vita.
Per poter diventare un artista di temari riconosciuto ufficialmente dall'Associazione Giapponese di Temari bisogna fare corsi specifici di formazione che durano dieci anni e servono a completare tutti i livelli di certificazione durante i quali si testano le capacità e la tecnica.
Fonti consultate:
Temarikai
Wikipedia
Il termine "temari" è composto dall'associazione di due parole: "te" che vuol dire "mano" e "mari" che vuol dire "palla". Questo perchè originariamente era usato come pallone da gioco in uno sport che probabilmente assomigliava alla nostra pallamano. Come moltissimi altri oggetti, anche questo è arrivato in Giappone dalla Cina durante il periodo Asuka (538-710 d.C.) con il nome di Kemari ed era fatto di pelle di cervo, che garantiva un migliore rimbalzo. Fu durante il periodo Edo (1603-1867) che le donne della corte imperiale trasformarono le kemari in Onnamari e successivamente in temari, rendendole colorate ed adatte anche alle bambine, grazie a giochi di lancio e rotolamento della palla più dolci ed aggraziati.
Ma ben presto fare le temari diventò anche un'opportunità per le nobildonne di sfoggiare le proprie abilità e attirare così l'attenzione e il favore dei loro principi preferiti. All'inizio si usavano solo fili di seta detti kakagari che, essendo molto costosi rendevano quest'arte esclusivo appannaggio delle classi superiori.
Quando i fili di cotone, lana e lino diventarono più facilmente reperibili, anche le persone comuni si appassionarono a quest'arte e le donne di tutto il Giappone iniziarono a produrre temari, tanto che ogni prefettura sviluppò un proprio stile riconoscibile e noto, basato sulla cultura e sui materiali locali. Inoltre ogni temari è unica e irripetibile, perché si basa sul talento artistico e sulla creatività del singolo creatore, oltre ovviamente alla sua abilità manuale.
Le temari, oggi come ieri, sono realizzate con materiali di scarto: da pezzi di abbigliamento a tessuti per la casa, a fili avanzati; non mancano nemmeno materiali naturali, come aghi di pino, a fare da imbottitura. Indipendentemente dal materiale, il processo è poi sempre lo stesso: si costruisce una sorta di ripieno tondo che viene poi avvolto da strisce di tessuto e quindi cucito in modo da restare compatto. i fili più usati sono di cotone, ma non manca la seta, il metallo, il rayon.
Alcune temari poi sono ulteriormente decorate con nappine realizzate con metodi complessi di annodatura. Si dice che se le sfere sono state avvolte e cucite molto molto strettamente la temari riuscirà addirittura a rimbalzare! È diventata poi tradizione porre al centro della struttura, all'inizio di tutto il lavoro, dei sassolini, dei chicchi di riso o delle campanelle in modo che la temari suoni se scossa.
Le dimensioni possono essere molto varie: ogni formato è possibile e tutti sono ugualmente apprezzati dai collezionisti. Le più piccole possono essere usate anche come accessori personali, come ad esempio i gioielli. Oppure possono essere raccolte ed esposte a gruppi su mensole a vari livelli ma anche appese a decorare le stanze.
Essendo poi l'estetica e la ricerca della bellezza al centro di tutta la cultura giapponese, è stato naturale trasformare le cuciture: non più semplici punti funzionali a tenere insieme il tutto ma motivi decorativi e sempre più dettagliati che hanno dato vita a ricami sempre più complicati. Di solito i modelli più usati sono geometrie simmetriche con elementi che richiamano la natura oppure forme che ricordano i modelli di un caleidoscopio.
Quindi ora le temari sono diventate un dono molto apprezzato e amato, simbolo di profonda amicizia e lealtà e di buon augurio per chi lo riceve e spesso sono regalate dai genitori ai figli per Capodanno. Per questo all'interno degli strati strettamente avvolti su ogni palla, le madri spesso nascondono un piccolo pezzo di carta con un augurio di buona volontà per il loro bambino.
Poiché sono intrise dello spirito gentile e dell'abilità dell'artigiano che le ha assemblate, si ritiene che portino fortuna e felicità e i colori dei fili usati così come i motivi ricamati possono avere diversi significati, legati però sempre all'augurio di avere una lunga e felice vita.
Per poter diventare un artista di temari riconosciuto ufficialmente dall'Associazione Giapponese di Temari bisogna fare corsi specifici di formazione che durano dieci anni e servono a completare tutti i livelli di certificazione durante i quali si testano le capacità e la tecnica.
Fonti consultate:
Temarikai
Wikipedia
Devo assolutamente averne qualcuna...Bell'articolo, grazie Hachi!
"corsi specifici di formazione che durano dieci anni"
wow penso che chi lo fa dev'essere proprio più che appassionato!
Sono davvero una gioia per gli occhi queste immagini, quasi non si riesce a credere che oggetti così semplici fatti di materiali assai comuni possano, nelle mani di artisti/artigiani abilissimi, diventare opere d'arte così fantasiose, e ognuna di esse assolutamente unica e diversa dalle altre!
Meriteresti un monumento Hachi194 per questi articoli così interessanti e pieni di curiosità!
A me piacciono molto anche per le figure che, grazie a semplici giochi di simmetrie delle figure geometriche riportate, creano un effetto quasi ipnotico. Il caleidoscopio mi ha sempre affascinato, ma quando ho scoperto l'esistenza dei frattali sono diventato pazzo (e l'effetto che genera il temari è simile a quello che si nota in queste immagini)
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