GIOVANNI'S ISLAND AL CINEMA CENTRALE
Giovanni’s Island, L’isola di Giovanni, è uno dei più interessanti film animati giapponesi dell’ultima stagione. Diretto da Mizuho Nishikubo, che sarà ospite di Lucca Comics & Games, il film è stato selezionato in molti festival e ha vinto numerosi premi, compresa una menzione speciale al Festival Internazionale di Annecy, il più importante al mondo.
Il film racconta la vicenda degli abitanti dell’isola di Shikotan, occupata dai Sovietici alla fine della Seconda Guerra Mondiale e tuttora contesa fra Russia e Giappone.
Il titolo allude al famoso racconto per ragazzi Una notte sulla ferrovia galattica, scritto da Kenji Miyazawa nel 1927 e considerato un classico della letteratura giapponese del Novecento, il cui protagonista Giovanni vive un viaggio onirico su un treno volante la cui destinazione finale è presumibilmente l’aldilà. Shikotan, sembra dire Nishikubo, è come l’isola su cui viveva il piccolo Giovanni: un luogo da cui si parte (o, come accaduto agli abitanti di Shikotan, da cui si viene cacciati) e a cui non c’è ritorno.
Fra i vari riconoscimenti, il film ha vinto anche un Excellence Award al Japan Media Arts Festival, organizzato annualmente dal Ministero della Cultura giapponese, che oggi lo propone al pubblico di Lucca Comics & Games.
La proiezione di Giovanni’s Island è in programma per venerdì 30 ottobre alle 12.00 al Cinema Centrale.
In collaborazione con:
Fonte consultata:
- Lucca Comics & Games 2015: Giovanni's Island al Cinema Centrale
Il regista sarà anche uno sconosciuto, ma il film è splendido e merita di dare popolarità a questo regista.
Spero proprio che Dynit ci pensi.
Spero proprio che questo possa essere davvero il trampolino di lancio definitivo di questa splendida pellicola per una versione per le nostre sale cinematografiche!
Si tratta di un episodio poco conosciuto della storia del secolo appena trascorso, e varrebbe davvero la pena che venisse diffusa anche per gli alti valori di amicizia tra persone così diverse, ed in condizioni drammatiche, dove però, se pur per breve tempo si riesce ad abbattere la barriera che separa le due culture e viene meno la differenza tra occupanti e chi ha dovuto subire l'occupazione. In effetti questo è uno di quei rari casi in cui sarei assolutamente favorevole a lasciarlo nella lingua, anzi nelle lingue originali, affidando poi la possibilità di seguirne i dialoghi ai sottotitoli, anche se comunque so che in Italia questo è molto difficile che avvenga. In ogni caso spero che alla fine arrivi, magari anche in home video.
drammaticità, sensibilità e poesia. Concordo sul discorso della lingua,
anch'io lo lascierei in originale solo con i sottotitoli...niente doppiaggio.
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