Highschool of the Dead la serie anime targata 2010 dello studio Madhouse, finalmente arriva in Italia. Una storia un po' travagliata visto che questo titolo fu annunciato già a Lucca Comics and Games 2012 ma ora quello che conta è che giunga finalmente a noi anche doppiato sulla piattaforma a pagamento PlayYamato, piattaforma che al lancio farà usufruire di un mese gratuito di prova.
A proposito di doppiaggio, grande curiosità ha destato sui social la voce prestata ad una delle protagoniste, Rei Miyamoto, dalla simpatica Katia Sorrentino. Da bravi curiosoni siamo andati a importunarla per conoscerla e carpire qualche segreto da sala di doppiaggio.
1) Animeclick.it: Ciao Katia, presentati alla nostra utenza
Katia: Ciao a tutti! Sono una giovane mattacchiona, mezza emiliana e mezza campana, innamorata del suo lavoro
2) A: Abbiamo scoperto che il doppiaggio è entrato nella tua vita grazie proprio all'amore per le serie animate. Ce ne puoi parlare?
K: Confermo! Non me ne perdevo nemmeno una...
Da piccina guardavo spessissimo la tv e sognavo, a dire il vero, più di poter diventare una "showgirl" in grado di recitare, cantare e ballare nel migliore dei modi.
Poi un bel giorno arrivarono i cartoni animati e... adieu! Ahahahahah!
Ne seguivo una quantità spropositata, affezionandomi puntualmente a storie e personaggi.
Avrò avuto 5 o 6 anni quando i miei genitori mi spiegarano che dietro tutto questo c'erano delle persone vere; scoprii il doppiaggio e iniziai a fantasticare sul poter fare la stessa cosa anch'io, un giorno.
Volevo essere una sorta di eroina, almeno vocalmente!
Mi piaceva da morire l'idea di non avere limiti, di "trasformarmi" ogni volta in qualcosa di diverso, con una voce diversa, e di poter interagire con qualcuno senza dovermi preoccupare di azioni e parole perché tanto non sarei stata io, Katia, a compierle o a pronunciarle!
Crescendo, mi convinsi sempre più di voler entrare a far parte di questo mondo, lo desideravo con tutta me stessa, solo che non sapevo "come"... così, dopo un breve periodo passato a giocare/esercitarmi con amici in una comunità online dedicata al "fandub" e dopo aver preso il diploma, nel 2006 m'iscrissi immediatamente a un corso di doppiaggio suggeritomi da un cugino che aveva scovato casualmente dei manifesti pubblicitari in giro per Bologna (praticamente la mia città).
Finito questo, in seguito decisi di approfondire ulteriormente l'argomento iscrivendomi a un'altra scuola, a Milano, e...eccomi qui
3) A: Hai iniziato la tua attività di doppiatrice relativamente da poco, 2010 se non mi sbaglio. Che devono fare i più giovani che magari si cimentano con doppiaggi amatoriali per entrare poi in uno studio di doppiaggio vero e proprio?
K: No no, non sbagli. Ho iniziato l'8 settembre del 2010 (e chi se lo scorda più??).
Ho lavoricchiato per un po' tra Roma e Milano ma poi, a causa di problemi personali, mi sono dovuta fermare e ho ripreso nel 2012.
In totale doppio da poco più di 4 anni, insomma (ne ho da trottare!).
Ad ogni modo, che fare?
Io stessa sto ancora cercando di capire, crescere e affermarmi, giorno dopo giorno...risponderò quindi dando agli "aspiranti" un consiglio da amica, più che da lavoratrice:
Prima di tutto trovate una buona scuola di recitazione e studiate facendovi seguire da attori professionisti. Anche il più grande dei talenti necessita di essere coltivato con cura.
Poi, al di là delle capacità interpretative e dell'ottima dizione, credo siano fondamentali anche una certa predisposizione al sacrificio, una grande forza d'animo, un'ancor più grande voglia d'imparare e migliorarsi costantemente con impegno, umiltà ed educazione e, soprattutto, per quanto mi riguarda... una SMISURATA pazienza.
Non abbiate fretta, mai.
Perché dopo aver studiato vi toccherà presentarvi nelle (o telefonare alle) società di doppiaggio per chiedere di assistere ai turni dei professionisti e purtroppo non sempre vi sarà concesso. Vi toccherà trovare il coraggio e il momento giusto per domandare a qualche direttore/direttrice di ascoltarvi, sottoponendovi a un provino, e non avete idea di quante volte non ne avranno il tempo o, ammettiamolo, la voglia...
Questo settore non è propriamente il "Paese dei Balocchi" che molti immaginano... spesso ci si trova davanti a situazioni e ostacoli davvero difficili da superare. Le delusioni, sotto molti punti di vista, sono tante... ma non mollate! Sono convinta che se amate davvero il doppiaggio ce la farete!
C'è chi sostiene che voler intraprendere questo mestiere adesso sia una follia, per la crisi ecc. ma... l' "amore" non è mai stato razionale, no?
4) A: Hai fatto esperienza in diverse opere animate di grande successo come "Naruto Shippuden", "Transformers Prime" o "My Little Pony - L'amicizia è magica". Quale di queste ti ha lasciato di più dal punto di vista professionale e quale ti ha divertito di più fare?
K: Purtroppo nelle serie che hai citato ho potuto dare solo un piccolissimo contributo, qualche anno fa, con battute appena riconoscibili...
Comunque e in generale, quasi tutti i personaggi che interpreto mi lasciano qualcosa, per un motivo o per un altro.
Sembrerà esagerato ed è difficile da spiegare ma con alcuni di essi si crea addirittura una sorta di "legame" e in qualche modo diventano una parte di me, soprattutto se ho la possibilità di lavorarci per diverso tempo.
Della serie di "Naruto", però, ho doppiato un lungometraggio uscito al cinema giusto quest'anno e intitolato "La prigione insanguinata" in cui ho prestato voce a una ragazza di nome "Ryuuzetsu"!
Mi è rimasta molto impressa per via del suo coraggio e del suo altruismo, particolarmente evidenti in una scena piuttosto intensa presente all'interno del film e ricordo con piacere il fatto di aver potuto condividere quest'esperienza con un carissimo collega, nonché amico di vecchia data (Jacopo Calatroni), che interpretava la "mia" controparte maschile.
È stato molto divertente ed emozionante commentare e vedere insieme il risultato finale
5) A: Veniamo al tuo ruolo di Rei Miyamoto in HOTD. Conoscevi prima questa serie molto attesa dai fan degli anime?
K: Ebbene sì...avevo già avuto modo di guardare questa serie in lingua originale, anni fa.
Me la ricordo a grandi (ma mooolto grandi) linee però adesso, volente o nolente, di sicuro non la dimenticherò più per un bel pezzo ahahahah!
6) A: Rei è forse il personaggio meno stereotipato di questa serie, come ti sembra?
K: Il che la dice lunga, dato che a suo modo è parecchio stereotipata anche lei eheheheh...
Ad ogni modo, sebbene non mi trovi molto d'accordo con alcuni suoi comportamenti, devo dire che non mi dispiace (attendo con ansia di rivedere in sala alcuni episodi per dare una spolverata alla mia memoria e rifarmi un'idea più accurata).
La trovo molto carina e sono felicissima di poterla doppiare, tra tutti, ma...vi confiderò un segreto...
*rullo di tamburi* il personaggio femminile che mi piaceva di più ai tempi della prima visione forse era Saeko ahahahahah!
7) A: Ti aspettavi di trovarti di fronte a una serie diciamo "scollacciata"?
K: Facendo questo lavoro non sai mai cosa può capitare, e pertanto metti in conto la possibilità di ritrovarti davanti a prodotti "particolari", prima o poi (mi è già successo per altre serie non animate) però mai e poi mai avrei pensato di ritrovarmi nel cast di "High School of the Dead"!
8) A: Come si diventa Rei Miyamoto ?
K: Di sicuro rivestendo d'acciaio le proprie corde vocali! Credo che le mie siano rimaste ancora da qualche parte sul leggìo, dopo il primo episodio (urla, urla OVUNQUE) ahahahah !
No beh, a parte gli scherzi... quando doppio, per prima cosa cerco sempre di ascoltare e osservare il più possibile ciò che è stato fatto in originale; di seguire e comprendere un personaggio sforzandomi di ragionare con la sua testa, secondo il suo carattere.
Spesso mi è di grande aiuto anche provare a immaginarmi fisicamente in certe situazioni...
Se e quando si può, inoltre, tento di pescare nel "cilindro" delle mie esperienze personali passate, nella speranza di riuscire a trovare e tirare fuori un'emozione quanto più simile possibile a quella che il mio alter ego sta provando in un determinato momento.
Fino ad oggi credo (e spero) che abbia funzionato...mi auguro sarà così anche con Rei!
9) A: Guardi ancora serie animate giapponesi di solito?
K: Capita ma purtroppo sempre meno negli ultimi anni...principalmente per mancanza di tempo *sigh*
10) A: I fan di oggi sono molto più attenti di quelli di ieri, di solito hanno visto la serie subbata e fanno paragoni. Il tuo in particolare è doppiato, nella versione originale, da Marina Inoue che in Giappone è una vera star. Sua la voce di Armin nell'Attacco dei Giganti e e di Yoko in Gurren Lagann. La conoscevi? Che ne pensi dei seyuu (doppiatori) giapponesi.
K: Aaah, lo so, lo so...infatti mi trovo spesso tra due fuochi, come si suol dire...
Comunque sì, altroché! Non sono un'esperta di voci nipponiche ma la Inoue la conoscevo perché oltre a Rei e Yoko (meravigliosa), che hai menzionato tu, ha doppiato altri personaggi che mi piacciono molto, anche solo per ragioni estetiche, come ad esempio Natsuru di "Kämpfer", Nao di "Smile Pretty Cure!", Kyouko di "Skip Beat!"...inoltre trovo che non sia solo un'ottima interprete ma anche una bravissima cantante (ascoltatevi "My song" tratta dalla serie "Angel Beats!", se non l'avete fatto...io l'ho adorata!!).
Per il resto, penso che i giapponesi siano bravissimi a doppiare i cartoni animati e ammiro la loro capacità di modulare la voce (anche se spesso, soprattutto nel caso delle donne, non amo molto alcune sonorità con cui recitano, fin troppo acute, che a tratti purtroppo risultano stridule e fastidiose, ovviamente secondo il mio personalissimo gusto).
D'altronde è la loro specialità! Detto ciò, sarò di parte, ma credo che gli italiani non abbiano nulla da invidiare agli attori del Sol Levante... Non a caso si suol dire che nel nostro Paese ci siano i doppiatori più bravi del mondo!
A: Ti facciamo i nostri migliori auguri e siamo davvero curiosi di sentirti!
K: Sono io a ringraziare voi! È stato un piacere ^^ Mi auguro davvero di non deludere le aspettative...farò del mio meglio!
Un abbraccio
A proposito di doppiaggio, grande curiosità ha destato sui social la voce prestata ad una delle protagoniste, Rei Miyamoto, dalla simpatica Katia Sorrentino. Da bravi curiosoni siamo andati a importunarla per conoscerla e carpire qualche segreto da sala di doppiaggio.
1) Animeclick.it: Ciao Katia, presentati alla nostra utenza
Katia: Ciao a tutti! Sono una giovane mattacchiona, mezza emiliana e mezza campana, innamorata del suo lavoro
2) A: Abbiamo scoperto che il doppiaggio è entrato nella tua vita grazie proprio all'amore per le serie animate. Ce ne puoi parlare?
K: Confermo! Non me ne perdevo nemmeno una...
Da piccina guardavo spessissimo la tv e sognavo, a dire il vero, più di poter diventare una "showgirl" in grado di recitare, cantare e ballare nel migliore dei modi.
Poi un bel giorno arrivarono i cartoni animati e... adieu! Ahahahahah!
Ne seguivo una quantità spropositata, affezionandomi puntualmente a storie e personaggi.
Avrò avuto 5 o 6 anni quando i miei genitori mi spiegarano che dietro tutto questo c'erano delle persone vere; scoprii il doppiaggio e iniziai a fantasticare sul poter fare la stessa cosa anch'io, un giorno.
Volevo essere una sorta di eroina, almeno vocalmente!
Mi piaceva da morire l'idea di non avere limiti, di "trasformarmi" ogni volta in qualcosa di diverso, con una voce diversa, e di poter interagire con qualcuno senza dovermi preoccupare di azioni e parole perché tanto non sarei stata io, Katia, a compierle o a pronunciarle!
Crescendo, mi convinsi sempre più di voler entrare a far parte di questo mondo, lo desideravo con tutta me stessa, solo che non sapevo "come"... così, dopo un breve periodo passato a giocare/esercitarmi con amici in una comunità online dedicata al "fandub" e dopo aver preso il diploma, nel 2006 m'iscrissi immediatamente a un corso di doppiaggio suggeritomi da un cugino che aveva scovato casualmente dei manifesti pubblicitari in giro per Bologna (praticamente la mia città).
Finito questo, in seguito decisi di approfondire ulteriormente l'argomento iscrivendomi a un'altra scuola, a Milano, e...eccomi qui
3) A: Hai iniziato la tua attività di doppiatrice relativamente da poco, 2010 se non mi sbaglio. Che devono fare i più giovani che magari si cimentano con doppiaggi amatoriali per entrare poi in uno studio di doppiaggio vero e proprio?
K: No no, non sbagli. Ho iniziato l'8 settembre del 2010 (e chi se lo scorda più??).
Ho lavoricchiato per un po' tra Roma e Milano ma poi, a causa di problemi personali, mi sono dovuta fermare e ho ripreso nel 2012.
In totale doppio da poco più di 4 anni, insomma (ne ho da trottare!).
Ad ogni modo, che fare?
Io stessa sto ancora cercando di capire, crescere e affermarmi, giorno dopo giorno...risponderò quindi dando agli "aspiranti" un consiglio da amica, più che da lavoratrice:
Prima di tutto trovate una buona scuola di recitazione e studiate facendovi seguire da attori professionisti. Anche il più grande dei talenti necessita di essere coltivato con cura.
Poi, al di là delle capacità interpretative e dell'ottima dizione, credo siano fondamentali anche una certa predisposizione al sacrificio, una grande forza d'animo, un'ancor più grande voglia d'imparare e migliorarsi costantemente con impegno, umiltà ed educazione e, soprattutto, per quanto mi riguarda... una SMISURATA pazienza.
Non abbiate fretta, mai.
Perché dopo aver studiato vi toccherà presentarvi nelle (o telefonare alle) società di doppiaggio per chiedere di assistere ai turni dei professionisti e purtroppo non sempre vi sarà concesso. Vi toccherà trovare il coraggio e il momento giusto per domandare a qualche direttore/direttrice di ascoltarvi, sottoponendovi a un provino, e non avete idea di quante volte non ne avranno il tempo o, ammettiamolo, la voglia...
Questo settore non è propriamente il "Paese dei Balocchi" che molti immaginano... spesso ci si trova davanti a situazioni e ostacoli davvero difficili da superare. Le delusioni, sotto molti punti di vista, sono tante... ma non mollate! Sono convinta che se amate davvero il doppiaggio ce la farete!
C'è chi sostiene che voler intraprendere questo mestiere adesso sia una follia, per la crisi ecc. ma... l' "amore" non è mai stato razionale, no?
4) A: Hai fatto esperienza in diverse opere animate di grande successo come "Naruto Shippuden", "Transformers Prime" o "My Little Pony - L'amicizia è magica". Quale di queste ti ha lasciato di più dal punto di vista professionale e quale ti ha divertito di più fare?
K: Purtroppo nelle serie che hai citato ho potuto dare solo un piccolissimo contributo, qualche anno fa, con battute appena riconoscibili...
Comunque e in generale, quasi tutti i personaggi che interpreto mi lasciano qualcosa, per un motivo o per un altro.
Sembrerà esagerato ed è difficile da spiegare ma con alcuni di essi si crea addirittura una sorta di "legame" e in qualche modo diventano una parte di me, soprattutto se ho la possibilità di lavorarci per diverso tempo.
Della serie di "Naruto", però, ho doppiato un lungometraggio uscito al cinema giusto quest'anno e intitolato "La prigione insanguinata" in cui ho prestato voce a una ragazza di nome "Ryuuzetsu"!
Mi è rimasta molto impressa per via del suo coraggio e del suo altruismo, particolarmente evidenti in una scena piuttosto intensa presente all'interno del film e ricordo con piacere il fatto di aver potuto condividere quest'esperienza con un carissimo collega, nonché amico di vecchia data (Jacopo Calatroni), che interpretava la "mia" controparte maschile.
È stato molto divertente ed emozionante commentare e vedere insieme il risultato finale
5) A: Veniamo al tuo ruolo di Rei Miyamoto in HOTD. Conoscevi prima questa serie molto attesa dai fan degli anime?
K: Ebbene sì...avevo già avuto modo di guardare questa serie in lingua originale, anni fa.
Me la ricordo a grandi (ma mooolto grandi) linee però adesso, volente o nolente, di sicuro non la dimenticherò più per un bel pezzo ahahahah!
Ascoltiamo Katia mentre doppia Rei Miyamoto di Highschool of the Dead
6) A: Rei è forse il personaggio meno stereotipato di questa serie, come ti sembra?
K: Il che la dice lunga, dato che a suo modo è parecchio stereotipata anche lei eheheheh...
Ad ogni modo, sebbene non mi trovi molto d'accordo con alcuni suoi comportamenti, devo dire che non mi dispiace (attendo con ansia di rivedere in sala alcuni episodi per dare una spolverata alla mia memoria e rifarmi un'idea più accurata).
La trovo molto carina e sono felicissima di poterla doppiare, tra tutti, ma...vi confiderò un segreto...
*rullo di tamburi* il personaggio femminile che mi piaceva di più ai tempi della prima visione forse era Saeko ahahahahah!
7) A: Ti aspettavi di trovarti di fronte a una serie diciamo "scollacciata"?
K: Facendo questo lavoro non sai mai cosa può capitare, e pertanto metti in conto la possibilità di ritrovarti davanti a prodotti "particolari", prima o poi (mi è già successo per altre serie non animate) però mai e poi mai avrei pensato di ritrovarmi nel cast di "High School of the Dead"!
8) A: Come si diventa Rei Miyamoto ?
K: Di sicuro rivestendo d'acciaio le proprie corde vocali! Credo che le mie siano rimaste ancora da qualche parte sul leggìo, dopo il primo episodio (urla, urla OVUNQUE) ahahahah !
No beh, a parte gli scherzi... quando doppio, per prima cosa cerco sempre di ascoltare e osservare il più possibile ciò che è stato fatto in originale; di seguire e comprendere un personaggio sforzandomi di ragionare con la sua testa, secondo il suo carattere.
Spesso mi è di grande aiuto anche provare a immaginarmi fisicamente in certe situazioni...
Se e quando si può, inoltre, tento di pescare nel "cilindro" delle mie esperienze personali passate, nella speranza di riuscire a trovare e tirare fuori un'emozione quanto più simile possibile a quella che il mio alter ego sta provando in un determinato momento.
Fino ad oggi credo (e spero) che abbia funzionato...mi auguro sarà così anche con Rei!
9) A: Guardi ancora serie animate giapponesi di solito?
K: Capita ma purtroppo sempre meno negli ultimi anni...principalmente per mancanza di tempo *sigh*
10) A: I fan di oggi sono molto più attenti di quelli di ieri, di solito hanno visto la serie subbata e fanno paragoni. Il tuo in particolare è doppiato, nella versione originale, da Marina Inoue che in Giappone è una vera star. Sua la voce di Armin nell'Attacco dei Giganti e e di Yoko in Gurren Lagann. La conoscevi? Che ne pensi dei seyuu (doppiatori) giapponesi.
K: Aaah, lo so, lo so...infatti mi trovo spesso tra due fuochi, come si suol dire...
Comunque sì, altroché! Non sono un'esperta di voci nipponiche ma la Inoue la conoscevo perché oltre a Rei e Yoko (meravigliosa), che hai menzionato tu, ha doppiato altri personaggi che mi piacciono molto, anche solo per ragioni estetiche, come ad esempio Natsuru di "Kämpfer", Nao di "Smile Pretty Cure!", Kyouko di "Skip Beat!"...inoltre trovo che non sia solo un'ottima interprete ma anche una bravissima cantante (ascoltatevi "My song" tratta dalla serie "Angel Beats!", se non l'avete fatto...io l'ho adorata!!).
Per il resto, penso che i giapponesi siano bravissimi a doppiare i cartoni animati e ammiro la loro capacità di modulare la voce (anche se spesso, soprattutto nel caso delle donne, non amo molto alcune sonorità con cui recitano, fin troppo acute, che a tratti purtroppo risultano stridule e fastidiose, ovviamente secondo il mio personalissimo gusto).
D'altronde è la loro specialità! Detto ciò, sarò di parte, ma credo che gli italiani non abbiano nulla da invidiare agli attori del Sol Levante... Non a caso si suol dire che nel nostro Paese ci siano i doppiatori più bravi del mondo!
A: Ti facciamo i nostri migliori auguri e siamo davvero curiosi di sentirti!
K: Sono io a ringraziare voi! È stato un piacere ^^ Mi auguro davvero di non deludere le aspettative...farò del mio meglio!
Un abbraccio
P.s. Le seiyuu fanno le vocine stridule da bimbette puccettine in pg "moe" che lo richiedono, si adattano quindi al tipo di caratterizzazione, e per una questione di fedelta' all'originale, gli italiani dovrebbero adeguarsi riproponendo quel tipo di timbro. Di certo non ci sono vocine stridule in anime di altro genere, dove i personaggi femminili sono piu' realistici e naturali.
Davvero molto interessante .
Anch'io ammiro tantissimo la grande abilità che i seiyuu in generale dimostrano nel modulare la voce, ed anche la Inoue è straordinaria in questo senso. Per me un'elevata capacità di modificare il timbro è un qualcosa che conferisce ad un doppiatore un grandissimo valore aggiunto, soprattutto nell'ambito dell'animazione.
Complimenti comunque per l'intervista.Spero ce ne siano altre.
Molto brava.
Non mi aspettavo che fosse una fan di Saeko, ma del resto, la capisco XD
Questo commento mi costerà molti pollici versi da parte dei fan del doppiaggio nostrano, ma non importa...:)
Sembra che si stia cercando di rilanciare il doppiaggio dei cartoni giapponesi in Italia; i miei auguri a chi sta investendo in questi progetti, ma io non abbandono i miei adorati anime sottotitolati, che costituiscono un'esperienza emotiva unica per me.
Non è un caso se negli anni ho rimpiazzato il mio interesse per i doppiatori italiani con quello per i seiyuu, che ammiro dal profondo del mio cuore.
Però, mi soffermo su questo punto "I fan di oggi sono molto più attenti di quelli di ieri, di solito hanno visto la serie subbata e fanno paragoni."
Di fatto, quindi, il doppiaggio è terribile confrontato con la voce originale al punto da essere addirittura inascoltabile.
Rei inoltre la trovo un personaggio incredibilmente irritante, ma questa è un'altra storia
Non credo sia una questione di scarsa affinità tecnica (men che meno culturale). Dal punto di vista tecnico, un attore italiano (e quindi il doppiatore, che ne è una specializzazione) impara tutto quello che consente di utilizzare la voce in tutte le sue potenzialità. I giapponesi hanno invece un modo di usare la voce molto più limitato: sono parole tecniche, quindi magari non capirai cosa voglio dire, ma "fiati" e "appoggiature" nella loro recitazione non esistono. Puntano soprattutto sulla modulazione del volume e sull'intenzione della battuta (sempre molto chiara e direttissima, in teatro si direbbe "telefonata").
Un doppiatore italiano se volesse potrebbe benissimo imitare quello che fa un doppiatore giapponese, ma se recitasse in quel modo andrebbe al di là di quella che da noi è considerata la buona recitazione.
Conta anche moltissimo la specializzazione che hanno assunto gli anime: ormai esistono sempre meno anime che siano paragonabili nella recitazione ad un film. Per intendersi non ci sono più anime alla Lady Oscar, che potrebbero essere dei veri e propri sceneggiati.
Il punto di paragone tra doppiatori italiani e giapponesi sono proprio i film: una Maria Pia Di Meo è in grado di ascoltare la recitazione di Meryl Streep e in pochi turni di doppiaggio di rendere esattamente quelle stesse emozioni, fino agli aspetti puramente tecnici (stessi fiati, stesse appoggiatura, stesso colore). Una doppiatrice giapponese no.
Detto questo, poi è chiaro ed evidente che da noi spesso - ma non sempre - gli anime sono presi sottogamba e doppiati con pigrizia (ma è anche una conseguenza della mole di prodotti doppiati oggi: se nella giornata di lavoro hai tre turni, due dei quali dedicati al telefilm di punta o al film cinematografico, e magari al primo turno hai il "cartone giapponese", ti farai due conti e ti verrà anche poca voglia di ammazzarti le corde vocali... considerato anche che per doppiare i cartoni ti pagano molto meno).
Invece si tratta anche di questo, e non ti accorgi che il tuo commento non fa altro che confermare le mie parole, con la sola differenza che tu stai dipingendo la scuola di doppiaggio italiana come se fosse superiore a quella giapponese, cosa oggettivamente non vera.
>Dal punto di vista tecnico, un attore italiano (e quindi il doppiatore, che ne è una specializzazione) impara tutto quello che consente di utilizzare la voce in tutte le sue potenzialità. I giapponesi hanno invece un modo di usare la voce molto più limitato: sono parole tecniche, quindi magari non capirai cosa voglio dire, ma "fiati" e "appoggiature" nella loro recitazione non esistono. Puntano soprattutto sulla modulazione del volume e sull'intenzione della battuta (sempre molto chiara e direttissima, in teatro si direbbe "telefonata").
A parte che non entro in merito al gergo tecnico che stai usando, se corretto o meno, e non so quanto tu possa conoscere a fondo la scuola di doppiaggio, e più in generale, la scuola di recitazione giapponese, ma dovresti accorgerti per l'appunto che stai parlando di tecniche diverse, legate a concezioni della recitazione diversa. E non si può parlare di una superiorità dell'una sull'altra, ma solo di diversità.
Sarebbe come dire che il teatro giapponese è inferiore a quello italiano solo in quanto profondamente diverso. Non è che il kabuki faccia schifo perchè è molto diverso da qualsiasi cosa si ritrovi nel teatro italiano.
>Un doppiatore italiano se volesse potrebbe benissimo imitare quello che fa un doppiatore giapponese, ma se recitasse in quel modo andrebbe al di là di quella che da noi è considerata la buona recitazione.
No, il problema del doppiatore italiano (e lo dico per stessa ammissione di molti doppiatori stessi, vedasi le dichiarazioni fatte da Stefano Crescentini che ho citato in un altro thread) è che non è abituato alle sonorità della lingua giapponese, e pertanto non è addirittura in grado di cogliere le diverse sfumature espressive. Cosa gravissima.
In una conferenza stampa dedicata a Death Note, nel video a cui faccio riferimento dove Crescentini si è espresso in questo modo, i doppiatori italiani se la ridevano e sostenevano che i giapponesi sembrano sempre inca**ati, che loro lavorano bene sulle basi in inglese ma già se si parla di tedesco o spagnolo vanno un po' in crisi, figurarsi col giapponese...Ergo non mi sto inventando nulla, servirebbe ai nostri doppiatori tanto esercizio di ascolto per imparare a conoscere le intonazioni della lingua, capire la differenza tra un'intonazione che esprime perplessità ed una sorniona, giusto per fare un semplice esempio, e forse non si avrebbero doppiaggi di fronte ai quali poi, chi invece ha ormai fatto l'orecchio al giapponese ed è anche in grado di capirlo un po', si mette le mani nei capelli pensando "ma come diamine ha fatto questo doppiatore a non cogliere manco lontanamente la vera sfumatura emotiva di questa battuta, il tipo di emozione espresso dal suo collega nipponico"?
La scuola di doppiaggio giapponese non ha nulla da invidiare a quella italiana.
I giapponesi sono dei grandi professionisti. Io ho visto film della Disney in giapponese, ed erano recitati in maniera spettacolare.
Il problema dei doppiatori italiani è che dovrebbero scendere dal piedistallo, capire che non esiste solo l'inglese, e fare un minimo sforzo di comprensione e di UMILTA' per adeguarsi a prodotti recitati in altre lingue. Finchè si limitano a perculare la parlata dei giapponesi (e credimi che se dico questo, è perchè ho visto fin troppe volte atteggiamenti così prevenuti e discriminatori da parte dei nostri doppiatori verso le opere nipponiche) non andranno molto lontano.
Rimane il fatto che sul cinema americano (la roba che doppiano di più in assoluto) sono bravissimi, ma sugli anime...lasciamo stare.
I giapponesi nella recitazione non utilizzano "fiati" ed "appoggiature"? Forse tu non sei in grado di identificarli perché hai poca familiarità col giapponese, oppure supponendo che guardi anime in lingua originale da tempo, è evidente che non hai maturato comunque un'adeguata capacità di ascolto, altrimenti non so come spiegarmi un'affermazione del genere.
Prova a parlarlo, come lo parlano loro, prova a urlare come urlano loro (chiaramente con parole giapponesi dette correttamente, altrimenti affatichi soltanto le corde vocali): sono suoni che risuonano esclusivamente nella faccia (bocca, gola, naso).
Poi sarò limitato io, ma una recitazione diaframmatica proprio non la sento da parte dei doppiatori giapponesi...
L'incapacità con cui molti (non tutti ma mooolti) doppiatori Italiani si approcciano a doppiare opere non inglesi (giapponesi, tedesche, russe, cinesi, Koreane ecc) si palesa sopratutto quando è possibile fare un confronto fra queste.
Il doppiaggio italiano ERA uno dei migliori quando in televisione c'erano SOLTANTO film/telefilm provenienti dall'America ma oggi, con internet tutto è CAMBIATO.
Ed è questo il punto... in molti ambienti la parola CAMBIAMENTO non è ancora arrivata... Che sia nel mondo del doppiaggio o quello dei film in italia si ragiona come se fossimo nel passato... Non vogliono cambiare... ed è per questo che sono destinanti a sparire... Con la globalizzazione la nostra lingua sparirà e questo molti ancora non l'hanno capito..
Tuttavia una speranza per me risiede in quei GIOVANI doppiatori che dopo aver studiato è fatto corsi privati (spendendo molti soldi) non trovando lavoro hanno aperto dei canali/siti/pagine facebook ecc su internet e si impegnano a doppiare opere di TUTTI I GENERI con UMILTà e voglia di MIGLIORARE, SPERIMENTANDO e PROVANDO cose NUOVE....Non avendo nessuno che faccia loro da mentori fanno tutto da soli ed alcuni di loro sono veramente ECCELSI...
Sono loro la vera SPERANZA del FUTURO doppiaggio italiano ed è VERGOGNOSO che nessuno li prenda e li aiuti a sfondare nel mondo del DOPPIAGGIO italiano...
Purtroppo, esattamente come dice Romano Malaspina, nel DOPPIAGGIO italiano (come la maggior parte dell'italia) se non sei figlio d'arte o raccomandato, non ti fanno lavorare....
Che schifo..
Quello che non capisco è il "cambiare": che vuoi cambiare? Il modo di recitare e di educare la voce (alla lingua italiana ovviamente, perché è in quella che si andrà a recitare) è sempre e soltanto quello. Impari a recitare, impari la dizione, impari una tecnica. Poi è una questione di sensibilità personale e di direzione del doppiaggio (che è pure molto importante).
Sperare che il direttore (figuriamoci il doppiatore) abbia familiarità con tutte le lingue che si devono doppiare è utopistico (ed anche pretenzioso, la loro professione non è il linguista).
Bisogna anche aggiungere che il cartone animato, che sia occidentale o orientale, è per sua natura connaturato a maggiore libertà espressiva del doppiatore: sono il disegno e la battuta che danno l'intenzione, la voce originale è soltanto un appoggio. Non c'è un attore da seguire nel suo volto, nei suoi suoni, nei suoi tempi. E questo discorso vale anche per i giapponesi: ho visto soltanto La bella addormentata e alcune parti di Biancaneve in giapponese ed erano doppiati benissimo. Doppiati come un anime. Malefica e Grimilde potevano benissimo essere Queen Beryl. Ma quando sento in originale Eleanor Audley e Lucille La Verne sento qualcosa di molto diverso, molto più simile a quello che ha poi rifatto Tina Lattanzi nell'edizione italiana. Ma è normale così. Anche se inglese e italiano sono lingue diverse, la cultura recitativa è relativamente affine, che sia teatro o cinema: chi abbia sentito la Garbo in originale sa che aveva una recitazione antiquata "alla Duse" e quello stile rifaceva la Lattanzi doppiandola, incollandosi sopra di lei in tutti i suoi suoni, i suoi sospiri e i suoi respiri. La più brava doppiatrice giapponese semplicemente non lo può fare: c'è una fonetica e un modo di recitare troppo diversi.
Tornando all'animazione, quindi, non capisco veramente cosa ci sia da cambiare. I doppiatori recitano come devono recitare, cioè in italiano con lo "stile italiano", e finisce lì.
Quanto all'impegno profuso nel doppiare gli anime, si tratta di una questione che va al di là del singolo pensiero di ogni doppiatore. Se ti pagano poco per fare mille battute in un turno (quando ne fai cento per un film che ti pagano molto di più), i risultati semplicemente si vedono. Da noi l'anime non è un prodotto di punta: se il cliente (cioè Yamato, Mediaset, Dynit o chi per lui) non ci mette tanti soldini e non è disposto a spendere denaro e tempo, è ovvio che il risultato sarà meno brillante.
Ma sfido chiunque a dire che i doppiaggi dei tempi migliori di Dynamic Italia non siano belli: il doppiaggio del film cinematografico di Utena, per dirne uno, è fatto benissimo. Realizzato nella storica Sefit-CDC (dove doppiano un sacco di film cinematografici), con doppiatori di prim'ordine, sicuramente doppiato con impegno e passione (e ben pagato: e si sente). Poi non so se a Barbara De Bortoli o a Ilaria Latini gli anime facciano schifo (e anche fosse non me ne frega niente): in questo film hanno recitato bene e tanto mi basta.
>Poi sarò limitato io, ma una recitazione diaframmatica proprio non la sento da parte dei doppiatori giapponesi...
Penso che sì, dovresti anche contemplare la possibilità che ci potrebbe essere qualche limite da parte tua, lo stesso limite che hanno apparentemente molti doppiatori italiani.
Ribadisco quanto già detto: se i doppiatori italiani sono più abituati a doppiare su una base in inglese, e di conseguenza gli riesce più facile, consentendogli di ottenere risultati spesso eccellenti, questo non rende la recitazione americana la migliore al mondo, e di riflesso, la nostra scuola di doppiaggio superiore a tutte le altre solo in quanto sa rendere al meglio i prodotti hollywoodiani. E' un discorso molto etnocentrico.
Si conferma pertanto quanto ho già detto: i nostri doppiatori sono impreparati di fronte al prodotto giapponese, dovrebbero fare tanto esercizio di ascolto per entrare in sintonia con quel tipo di recitazione ed intonazione, cosa che ovviamente non fanno in quanto come affermi anche tu, gli anime sono prodotti di nicchia poco redditizi per loro, su cui lavorano occasionalmente, e pertanto si reinventano il personaggio a loro piacimento, visto che il giapponese gli è una lingua ostica ed aliena, snaturando e spesso rovinando l'originale.
A differenza di quanto sostieni, la possibilità di aderire alla caratterizzazione originale ci sarebbe, se solo ci fosse la volontà, l'interesse e l'impegno in tal senso, cose che mancano per le ragioni già esaminate.
Anni fa feci sentire ad una ragazza americana il doppiaggio italiano di Ai Haibara di Detective Conan (all'epoca doppiata da Tosawi Piovani); quando le chiesi cosa ne pensasse (ovviamente lei guardava DC in giapponese, coi sub in inglese), mi disse che le sembrava che Ai fosse stata resa in italiano come una bambinetta capricciosa ed antipatica, mentre in giapponese il suo timbro suonava semplicemente calmo e pacato.
Dal momento che anch'io avevo sempre pensato lo stesso, fui compiaciuta dal fatto che questa ragazza confermasse le mie stesse impressioni. Io italiana, lei americana...eppure le nostre impressioni combaciavano.
Chiaramente anche lei preferiva la Ai di Megumi Hayashibara, che era praticamente tutt'altro personaggio rispetto a quello italiano.
Concordo al 100% con questa tua affermazione, per cui ti ho messo il pollice verde:
>L'incapacità con cui molti (non tutti ma mooolti) doppiatori Italiani si approcciano a doppiare opere non inglesi (giapponesi, tedesche, russe, cinesi, Koreane ecc) si palesa sopratutto quando è possibile fare un confronto fra queste.
Il discorso che fai sulla "reinvenzione" del personaggio vale anche per i giapponesi e ti ho già citato dei casi (quelli dei film Disney).
E sempre per la cronaca, ho sentito di recente un'intervista ad Elda Olivieri in cui l'intervistatore le diceva qualcosa del tipo «Ma come fai a doppiare questi cartoni dai suoni così brutti?». E lei subito ha difeso il cinema orientale e le lingue orientali, ricordando anche un film cinese che l'aveva particolarmente commossa. Quindi fare di tutta l'erba un fascio è semplicemente puerile.
I miei discorsi non vogliono sostenere la superiorità di nessuno, per quanto sia convinto - a titolo personale - che il cinema occidentale e la tradizione recitativa occidentale siano di gran lunga superiori a quella giapponese, per lo meno a quella giapponese contemporanea (conosco ancora troppo poco i loro classici), che porta al successo starlette da quattro soldi e produce valanghe di prodotti mal recitati, pacchiani, con una fotografia a dir poco imbarazzante: i settordicimila live-action prodotti ogni anno, nei quali anche una Sabrina Ferilli farebbe la figura di Bette Davis. Al contrario, per restare in Oriente, trovo che il cinema cinese e gli attori cinesi siano molto bravi, sensibili ed espressivi.
I discorsi che ho fatto semplicemente indicano che sento una differenza molto netta nell'approccio all'educazione della voce dei nostri doppiatori e il loro (cosa che tra l'altro sentono anche i registi giapponesi, visto che Miyazaki e Takahata hanno da lungo tempo smesso di utilizzare i seiyuu, ritenendo la loro recitazione troppo artefatta per l'effetto di naturalezza che loro ricercano nei loro film).
I seiyuu - quelli odierni - hanno un loro modo tutto particolare di recitare, molto tecnico e pensato precisamente per gli anime moderni. E non sto dicendo che è brutto (perché tendenzialmente lo apprezzo). È una cosa particolare ma estremamente caratterizzata (è la recitazione "da anime"). Ma i doppiatori italiani non devono imitarli, visto che il doppiaggio non è mai imitazione (e questo è un punto forte della nostra tradizione di doppiaggio: si deve ricreare l'intenzione originale con i propri mezzi linguistici ed espressivi). Che poi un'intenzione possa essere cannata ci sta benissimo, come nel caso di Ai che citi tu (ma l'esempio mi sembra anche infelice, visto che è abbastanza noto che i doppiaggi Mediaset sono fatti al chilo, in tempi rapidi, con poca attenzione, senza nemmeno l'assistente al doppiaggio...).
Ti consiglio, se mai ti capiterà, di ascoltare la vecchia generazione di seiyuu, ad esempio in anime come Lady Oscar: sentirai qualcosa di molto diverso dal doppiaggio tipico degli anime odierni, qualcosa di più simile al modo di recitare degli occidentali (pur con l'uso di una impostazione vocalica nipponica: ma questo è scontato, visto che è la fonetica stessa delle lingue che determina un certo modo di recitare).
Francamente non riesco a capire com'è che dovrebbero recitare "bene" i doppiatori italiani negli anime per il tuo gusto. Da come ne parli sembra che dovrebbe essere uno scimmiottamento al millimetro di quello che fanno i giapponesi con i loro toni... E provando a immaginarlo, viene fuori una cosa ridicola: perché il nostro stupore, il nostro adiramento, fino alle nostre risate... sono molto diversi da quelli giapponesi. Farli "alla giapponese" è paranormale.
Ho letto i commenti al video, e mi è parso di intuire che ci potessero essere contenuti simili.
Se sono prevenuta è perché sono assuefatta alle critiche mosse alla scuola di doppiaggio giapponese da parte dei nostri doppiatori, cosa che avviene da decenni.
>Il discorso che fai sulla "reinvenzione" del personaggio vale anche per i giapponesi e ti ho già citato dei casi (quelli dei film Disney).
Opinione che non condivido, visto che dai confronti che ho avuto modo di fare, mi è parso che i doppiatori giapponesi cercassero di ricalcare l'espressività originale.
>I miei discorsi non vogliono sostenere la superiorità di nessuno, per quanto sia convinto - a titolo personale - che il cinema occidentale e la tradizione recitativa occidentale siano di gran lunga superiori a quella giapponese
Ti stai contraddicendo da solo, visto che stai appunto ammettendo che ritieni superiore il cinema e la tradizione recitativa occidentale, rispetto a quella giapponese.
Tiri in ballo opere cinematografiche giapponesi dozzinali come se oggigiorno Hollywood ed il cinema italiano partorissero solo capolavori, piuttosto che a sua volta tante commercialate.
>Al contrario, per restare in Oriente, trovo che il cinema cinese e gli attori cinesi siano molto bravi, sensibili ed espressivi.
Certo, generalizziamo...se magari prendessi a sua volta come termine di paragone i 500.000 drama anti-giapponesi sulla WWII, di cui anche i cinesi sono stanchi, anzichè film d'autore, forse saresti più equilibrato.
>I discorsi che ho fatto semplicemente indicano che sento una differenza molto netta nell'approccio all'educazione della voce dei nostri doppiatori e il loro (cosa che tra l'altro sentono anche i registi giapponesi, visto che Miyazaki e Takahata hanno da lungo tempo smesso di utilizzare i seiyuu, ritenendo la loro recitazione troppo artefatta per l'effetto di naturalezza che loro ricercano nei loro film).
Non è colpa dei seiyuu se un buon 90% di cartoni prodotti oggi nel Sol Levante richiedono una recitazione stereotipata, perchè lo sono i personaggi; nulla toglie alla loro versatilità. Se Miyazaki ha fatto recitare un Hideaki Anno in un suo film per ottenere un certo tipo di effetto, non significa che tutti i seiyuu siano stati depennati. Stai generalizzando e fraintendendo.
>I seiyuu - quelli odierni - hanno un loro modo tutto particolare di recitare, molto tecnico e pensato precisamente per gli anime moderni. E non sto dicendo che è brutto (perché tendenzialmente lo apprezzo). È una cosa particolare ma estremamente caratterizzata (è la recitazione "da anime").
E' la recitazione richiesta da un certo tipo di anime, è questo che non capisci. Ti sembra che Tokyo Magnitude 8.0 sia stato doppiato come la tipica serie moe?
Non è colpa dei seiyuu se per l'appunto, la produzione animata giapponese negli ultimi anni si è appiattita. Ma quando devono mettersi all'opera su lavori più impegnativi, sanno farlo in maniera egregia, eppure anche lì spesso il doppiatore italiano sbaglia la caratterizzazione.
>Ma i doppiatori italiani non devono imitarli, visto che il doppiaggio non è mai imitazione (e questo è un punto forte della nostra tradizione di doppiaggio: si deve ricreare l'intenzione originale con i propri mezzi linguistici ed espressivi). Che poi un'intenzione possa essere cannata ci sta benissimo, come nel caso di Ai che citi tu (ma l'esempio mi sembra anche infelice, visto che è abbastanza noto che i doppiaggi Mediaset sono fatti al chilo, in tempi rapidi, con poca attenzione, senza nemmeno l'assistente al doppiaggio...).
L'intenzione viene cannata troppo spesso.
In Death Note, Ryouk aveva una caratterizzazione grottesca e ironica, ed un timbro vocale "sporco"...perchè in italiano è stato usato un doppiatore con un timbro cavernoso, molto cupo, che ne ha snaturato la caratterizzazione originale, anche nell'interpretazione? Il Ryouk italiano è più spaventoso, quello giapponese malizioso. Differenza enorme (so bene che a doppiarlo in italiano è stato un mostro sacro del doppiaggio nostrano, ma semplicemente non ci stava bene sul personaggio, che ha perso anche "l'intenzione" originale).
>Ti consiglio, se mai ti capiterà, di ascoltare la vecchia generazione di seiyuu, ad esempio in anime come Lady Oscar: sentirai qualcosa di molto diverso dal doppiaggio tipico degli anime odierni, qualcosa di più simile al modo di recitare degli occidentali (pur con l'uso di una impostazione vocalica nipponica: ma questo è scontato, visto che è la fonetica stessa delle lingue che determina un certo modo di recitare).
Ho già sentito Lady Oscar in originale, e l'ho trovato stupendo. Ovviamente reputo anche la versione italiana grandiosa. Ma qui mi sa che c'è qualcosa che ti sfugge...come già detto, che colpa ne hanno i seiyuu se oggi gli tocca lavorare su serie molto più banali e stereotipate?
Tra l'altro, parlando di confronti tra passato e presente, non mi vorrai dire che le nuove leve in Italia sono paragonabili ai nostri doppiatori del passato...decisamente no! Il calo qualitativo è stato enorme.
>Francamente non riesco a capire com'è che dovrebbero recitare "bene" i doppiatori italiani negli anime per il tuo gusto. Da come ne parli sembra che dovrebbe essere uno scimmiottamento al millimetro di quello che fanno i giapponesi con i loro toni... E provando a immaginarlo, viene fuori una cosa ridicola: perché il nostro stupore, il nostro adiramento, fino alle nostre risate... sono molto diversi da quelli giapponesi. Farli "alla giapponese" è paranormale.
Dovrebbero semplicemente capire il tipo di caratterizzazione (cosa che di frequente sfugge in toto), e saper distinguere un'espressione adirata da una malinconica, o sarcastica...di questo parlo. Semplicemente di questo.
@Furios: non ho visto l'intervista a Malaspina, ma già immagino che parlerà male del doppiaggio giapponese (figuriamoci se può essere diversamente).
è tutto il contrario ''' Lui ha un GRANDE e PROFONDO rispetto per il Giappone .....
anche se lungo ti consiglio di guardarlo con attenzione perchè, di fatto, Malaspina racconta la storia della sua vita e della sua carriera di Doppiatore in Italia.
Antoine
Per cambiamento io non mi riferisco tanto all'aspetto tecnico del doppiaggio ma all'impostazione mentale con cui ci si rapporta ad un prodotto (animazione film ecc).
La mia critica è indirizzata principalmente alla DIREZIONE DEL DOPPIAGGIO che deve, a mio avviso ripeto, DEVE CAMBIARE modo di approcciarsi al materiale con cui lavora...
Non si puo ancora essere tanto presuntuosi da credere che nel 2015 il nostro doppiaggio sia IL MIGLIORE AL MONDO solo perchè in passato era cosi.
Oggi l'industria dell'intrattenimento è cambiata moltissimo perche grazie ad internet la gente ha cominciato ad avvicinarsi a tanti generi di proprietà intelettuali molto diversi fra loro, creati in tutto il mondo.
Ma sopratutto cio che internet è riuscita a fare è stato quello di avvicinare la gente a culture diverse, facendone assimilare loro concetti, modi di pensare, ragionamenti e ideologie; mischiandole fra loro fino a creare parole/concetti nuovi che sono entrati addirittura nel vocabolario di moltissime nazioni... italiano compreso ...
Il motivo per cui moooolti si lamentano del doppiaggio italiano e che il materiale doppiato (animazione, film ecc) viene riadattato per quello che tu Antoine definisci "STILE ITALIANO" ovvero edulcorato dalle battute o da i concetti troppo volgari o violenti, censurato e modificato ad uso e costume di una minoranza di persone che si lodano e si imbrodano da soli e che si considerano gli unici a conosce quello che è bene per tutti gli italiani...
Se un prodotto viene concepito per un pubblico che non è quello italiano perchè mai dovrebbe essere riadattato in STILE ITALIANO ???
La vera capacità di un doppiatore (e quindi del direttore di doppiaggio) dovrebbe essere quella di riuscire a mantenere lo stile della lingua originale per cui e stata concepita in materiale trattato e nei punti in cui una traduzione non è possibile cercare di INGEGNARSI per trovare qualcosa che ci si avvicini il più possibile !!!!
E normale che se la gente abituata a visionare materiale in lingua originale, storca il naso quando viene introdotto LO STILE ITALIANO che piace a pochissime persone (ovvero tutte quelle che non vedo le opere originali e che non possono fare il confronto..)
@Antoine
"Sperare che il direttore (figuriamoci il doppiatore) abbia familiarità con tutte le lingue che si devono doppiare è utopistico (ed anche pretenzioso, la loro professione non è il linguista)."
E qui che ti sbagli un direttore di doppiaggio DEVE CONOSCE LE LINGUE E LA CULTURA del materiale su cui deve lavorare per renderlo il più fedele possibile all'originale...... è QUELLO IL SUO LAVORO!!
Non si puo usare la scusa dello STILE ITALIANO per nascondere l'ignoranza nei confronti degl'argomenti trattati .....
Tempo fa (prima che internet fosse comune ) nei primi dvd di una serie animata chiama .//Hack Sing credo (serie che parlava praticamente di computer ed informatica), il direttore di doppiaggio (o chi a riaddatto il testo jap) non sapeva cosa fosse un FORUM e lo tradusse come BOLLETTINO !!! ci vollero 6 puntate per perche cambiasse la parola ....
@Antoine
Furios, il discorso della raccomandazione è vecchio come il mondo.
Per questo discorso stendo un velo pietoso perchè come ha detto Malaspina questo sistema ha DISTRUTTO l'italia ...
@Antoine
se il cliente (cioè Yamato, Mediaset, Dynit o chi per lui) non ci mette tanti soldini e non è disposto a spendere denaro e tempo, è ovvio che il risultato sarà meno brillante.
Qui sono pienamente d'accordo con te. Il problema più grosso nel doppiaggio italiano e che i doppiatori vengono PAGATI MOLTO POCO e questo non è per nulla giusto perche sono professionisti e come tali VANNO PAGATI !!!!!
Se continuiamo cosi finiremo per avere questi doppiaggi ....
Davvero? *Sospiro di sollievo*
Come dicevo, sono tantissimi purtroppo i doppiatori italiani che parlano male dei doppiaggio giapponese, dimostrando tanta arroganza e carenza di apertura mentale.
Siccome in troppe occasioni ci sono rimasta malissimo sentendo/leggendo le loro interviste, ormai per non incorrere in inutili arrabbiature certe volte mi viene da evitare suddette interviste.
Se Malaspina si è espresso con delicatezza e sensibilità sul tema, mi fa molto piacere. ^^
Quando avrò tempo, vedrò di dargli un'occhiata.
Grazie mille!
Tieni presente che Malaspina è di destra (Il padre era un generale del esercito italiano) ed apprezza sopratutto il bushido e il senso di sacrificio dei Giapponesi.
Durante la sua carriera d'attore/doppiatore ne ha visto e subito di tutti i colori... addirittura un suo collega (ovviamente quello che afferma potrebbe anche non essere vero) per invidia gli ha messo dello zucchero nel serbatoio della moto questo gesto ha causato un incidente quasi mortale a Malaspina con problemi fisici che lo perseguono ancora oggi...
ripeto sono 3 ore ma merita d'essere visto ....
Ah volevo anche postare questo video di Giancarlo Giannini che ha detto chiaramente che oramai il cinema è passato e che il futuro sta in queste nuove forme di intrattenimento come i Videogiochi (andate al secondo 00:40)
Praticamente non servirà più guardare un attore per doppiare perche in futuro il doppiattore sarà lui stesso l'attore che dara vita al personaggio... negli anime gia succede da molti anni
Lei non è nipponica, ma ama talmente tanto i seiyuu al punto che sta studiando la lingua. Sono tanti i ragazzi su Youtube, di varie nazionalità, che vorrebbero diventare seiyuu, e che per questo si impegnano anche nello studio del giapponese.
Se i seiyuu hanno saputo con le loro interpretazioni catturare il cuore di milioni di persone in tutto il mondo, non dovrebbe questo dare l'idea di quanto la loro abilità di emozionare sia, in una parola, universale?
Tornando alla ragazza in questione, ha scritto lei stessa questo monologo, e l'ha interpretato in una maniera stupenda, a mio parere (mettiamo da parte il fatto che per sua stessa ammissione il suo giapponese non è perfetto, ma sta ancora imparando, poverina).
La mia soddisfazione più grande a livello personale è che riesco a capire quasi tutto! Intendo dire, ovviamente, anche senza i sub inglesi.
Adoro il giapponese, lingua stupenda...mi piace ben più dell'inglese, nonostante di quest'ultimo abbia senz'altro più padronanza.
Non ho mai parlato di adattamento. Dove l'hai letto?
Alla faccia, comunque... Io devo essere "il bambino più sfortunato della Terra" (per citare Doremi): tre giorni fa mi sono preso del superficiale, dello snob, del parolaio - da un doppiatore - per aver proprio sostenuto il massimo rispetto del prodotto originale, dell'opera che vive in se stessa e non per il pubblico (e quindi non deve essere adattata ad uso e consumo del pubblico italiano e dei suoi limiti culturali).
Se a qualcuno interessasse, buona lettura http://altriforum.yuku.com/topic/4828/Re-Articoli-approfondimenti-e-critiche-sul-doppiaggio?page=-1 (sono Yue91 in questo forum).
Mi tiro fuori da questa noiosissima diatriba perché qui ciascuno legge quello che vuole leggere e mette in bocche altrui pensieri mai espressi. Buona serata.
Come scrivevo sopra il video postato da te e un esempio di come internet avvicini culture diverse e porti a fondere quest'ultime
Antoine alla fine il mio discorso è legato al tuo perche doppiare dipende dall'addatamento che viene fatto prima ..
Se io Direttore di Doppiaggio dispongo che il doppiaggio deve essere il più possibile simile a quello giapponese e scontato che tutto quello che hai scritto prima dal punto di vista tecnico DEVE essere presente nel prodotto finale !! Se i Doppiatori non lo fanno e solo perche l'addatamento non lo prevede e non perche tecnicamente non è possibile !!!
La tecnica non è una sola ma puo CAMBIARE in base alle necesità ma sopratutto al prodotto che si vuole ottenere.
Se i doppiattori non stanno dietro a quelli Japponesi DOVREBBERO trovare un modo per farlo perche l'animazione Giapponese è un prodotto creato per un pubblico Giapponese e non italiano e gli italiani che ci si avvicinano VOGLIONO proprio quello ovvero un prodotto Giapponese per Giapponesi che loro conoscono e che apprezzano per quello che è !! Il Doppiaggio dovrebbe rispecchiare quello originale nei limiti del possibile.
Il Mondo del Doppiaggio Italiano deve CAMBIARE !!!!
DEVE smettere di Riaddattare ed Reinterpretare le Proprietà intellettuali (quindi film animazione ecc) prendendo come punto di riferimento "LO STILE ITALIANO" !!!!!
Bisogna prendere come punto di riferimento LO STILE DELLA NAZIONE DA CUI PROVIENE IL MATERIALE DOPPIATO!!!
Smettendo di EDULCORARE I TESTI perche troppo volgari e violenti !!!
e smetterla di CREDERE d'essere i MIGLIORI e che tutti gli altri SIANO INCAPACI !!!
SMETTERE di credere che gli spettatori italiani siano tanto stupidi da non riuscire a capire parole concetti modi di pensare diversi da quelli del bel paese!!!
In passato poteva anche essere cosi ma oggi c'è INTERNET!!!!
In passato i doppiatori erano COSTRETTI a cambiare ed a riadattare i testi perche la gente non aveva modo di informarsi oggi basta un click !!
un esempio è la scena di questo famoso film.
Nel primo doppiaggio del film ghostbuster, in questa parte ci si riferiva all'uome dei Marsh Mallows come all'UOMO degli GNOCCHI DI LICHENE!!! perche la gente in italia in quel periodo NON SAPEVA COSA FOSSERO I Marsh Mallows!!!
Il MONDO DEL DOPPIAGGIO DEVE CAMBIARE!!!!!! GLI ITALIANI NON SONO PIù COSI STUPIDI!!!!!!!
Vecchi Doppiaggio
Nuovo Doppiaggio
E' solo che non condivido il tuo punto di vista. Buona serata anche a te.
>ShinXola
Tieni presente che Malaspina è di destra (Il padre era un generale del esercito italiano) ed apprezza sopratutto il bushido e il senso di sacrificio dei Giapponesi.
Questo è un altro discorso però...si stava parlando di doppiaggio, non di orientamento politico.
Sai cosa diceva Tina Lattanzi, la doppiatrice ufficiale di Greta Garbo (che ricevette i complimenti stessi della Divina)? Che per doppiarla dimenticava la parte tecnica, l'ascoltava e soprattutto la guardava negli occhi... le bastava quello per aderire alle interpretazioni della grande attrice svedese che tanto amava. E la Garbo - chiunque abbia visto i suoi film lo sa - parlava moltissimo con lo sguardo.
E questo credo che valga e sia valso per tutti i connubi voce/volto del cinema e del doppiaggio. E a dirla tutta, i doppiatori si lamentano sempre più che nei film di punta (da un punto di vista economico) il video sia sempre più sporco o totalmente oscurato (per evitare la pirateria), lasciando solo un occhiello aperto sulle bocche degli attori... Doppiare un attore non è andare a sincro (come nel videogioco, quella cosina che diverte Giannini nel video), ma è cercare di riprodurre il suo talento e la sua emozionalità in un'altra lingua. Se gli togli tutto, il corpo, le movenze, il volto, gli occhi... cosa resta?
Sono allibito.
@ShinXela: tranquilla. Questo lo avevo capito, parlavo con Furios
@Furios: dopo aver letto il tuo ultimo commento, ribadisco che non hai capito niente di quello che ho scritto. Tanti auguri.
Anche il mio Discorso e sempre stato attinente perche Doppiaggio e Addattamento vanno a braccetto
Quello che tu hai scritto ShinXela è giusto ma quello che Antoine ha scritto puo essere compreso a pieno solo se si introduce il discorso ADATTAMENTO
La maggior parte dei Doppiatori Italiani hanno un modo di vedere il loro lavoro estremamente egocentrico....
Partano dal presuposto che certe cose NON si possono fare perche non fa parte dello STILE ITALIANO e non ci provano NEANCHE!!!
Il Problema è soltano di approccio mentale... certe cose gli italiani non le fanno perche NON VOGLIONO FARLE e non di tecnica, quella si può cambiare se si vuole...
Quello che ho scritto sopra è una forte critica al mondo del DOPPIAGGIO e per la precisione a quelli che si possono definire i CAPOCCIA del doppiaggio italiano....
Partano dal presuposto che certe cose NON si possono fare perche non fa parte dello STILE ITALIANO e non ci provano NEANCHE!!!
Più che altro partono dal presupposto che se ricevono i complimenti dal regista o dall'attore di Hollywood di turno, allora sono i più bravi del mondo.
Perchè esiste solo Hollywood, eh già...vabbè.
Parlando di animazione giapponese, ignoriamo pure il fatto che 3/4 degli appassionati a livello mondiale preferiscono vedersi le serie giapponesi in lingua originale.
Un motivo ci sarà...
Attualmente, nel panorama italiano non mi viene in mente nessuno che, nel doppiaggio di un cartone animato giapponese (non parlo quindi di un film americano), potrebbe rendere quanto una Miyuki Sawashiro, semplicemente un mostro di bravura.
La omaggio con questo video in cui viene osannata dai fan americani all'Anime Expo 2011.
Dove lo hai sentito «non servirà più guardare un attore per doppiare perche in futuro il doppiattore sarà lui stesso l'attore che dara vita al personaggio»?
oh Lui non l'ha detto ma si capisce chiaramente che il senso del discorso è quello
Tieni presente che in un futuro, non molto lotano, i film saranno tutti Videogiochi o prodotti Animati ed i doppiattori dovranno tutti fare come Giannini nel video sopra
cmq ribadisco che ho capito perfettamente il tuo discorso...
puoi anche far finta di non comprendere ma credo che anche tu sappia perfettamente quanto addatamento e recitazione siano legati in maniera molto profonda.
poi ogniuno la puo vedere come vuole
@Antoine
Se gli togli tutto, il corpo, le movenze, il volto, gli occhi... cosa resta?
Nulla se non si comincia a CAMBIARE il modo di concepire il lavoro del DOPPIATORE
Devi eseguire l'accesso per lasciare un commento.