Erased - La città in cui io non ci sono (Boku dake ga inai machi) è un anime che, al suo esordio, credo abbia stupito un po’ tutti. Infatti quando è arrivato in simulcast su VVVVID a gennaio, non si trattava certo di un titolo “blasonato”, con dietro chissà quale fandom; ma ha da subito cominciato a far parlare di sé, macinando unanimemente consensi tra gli appassionati.
Sarà che effettivamente stiamo parlando di una di quelle serie dall’incipit tremendamente intrigante, capace di incuriosire e monopolizzare l’attenzione da subito.
Il protagonista è Satoru, un ragazzo che lavora come fattorino a Tokyo, consegnando pizze a domicilio, dopo aver tentato inutilmente in passato di sfondare come mangaka.
Egli ha un potere particolare che gli consente, indipendentemente dalla sua volontà, di tornare indietro nel tempo (di pochi minuti) per evitare sciagure e salvare la vita della gente.
Ma in seguito ad un tragico avvenimento (veniamo al dunque senza spoilerare), si ritroverà catapultato nel passato, di svariati anni, nel corpo di sé stesso bambino ai tempi delle elementari, conservando però la sua coscienza e i ricordi da adulto. Avrà così l’occasione di sventare i piani di un serial killer che allora uccise alcuni suoi compagni di scuola, e allo stesso tempo poter salvare sé stesso nel presente/futuro.
Questo piccolo elemento fantastico/sovrannaturale, innanzitutto, fornisce un pizzico di brio, e si lega bene con la componente thriller della serie. La narrazione farà infatti la spola tra presente e passato, ma senza, ad esempio, un susseguirsi di ripetitivi trial and error del protagonista o chissà quali articolati ingarbugliamenti di linee temporali.
La visione si mostra da subito avvincente, ricca di suspense, colpi di scena e degli immancabili cliffhanger a fine episodio.
E la prima metà della serie rasenta oggettivamente lo status di capolavoro. Poi però... l’incanto si spezza.
Nonostante le lodi e i voti generosi che stanno fioccando ovunque ora che l’anime è terminato, non mi sento infatti di affermare che Erased sia riuscito a mantenere le promesse iniziali. E non è una mera questione di aspettative salite alle stelle durante la visione; elemento questo che spesso si rivela un’arma a doppio taglio.
Per carità, non vi sono grossi quesiti rimasti irrisolti, eccettuata la natura dei salti temporali, sui quali bisogna fare un grosso esercizio di sospensione dell’incredulità, in quanto non viene spiegata la loro natura in alcun modo. È solo che la seconda parte dell’anime preme vistosamente sull’acceleratore, dimenticandosi per strada un po’ di cose (e persone) importanti.
Ne ha in primis risentito molto l’approfondimento psicologico riguardante il legame tra protagonista e antagonista, che sul finale sembra un po’ campato in aria e spuntato fuori dal nulla, o quasi.
La componente giallistica, che in realtà costituisce solo l‘involucro della serie, lascia anch’essa qualche dubbio; come un antagonista la cui identità si intuisce già dalle primissime puntate, anche se forse non vi è mai stata davvero l’intenzione di celarlo, visto che lo si intravede spesso in vari passaggi della storia, e persino nella sigla iniziale (ok, non è che sia riconoscibilissimo; però vengono comunque dati un sacco indizi).
Ma su quest’ultimo elemento possiamo tutto sommato sorvolare, in quanto il punto di forza di Erased non sta tanto nella scoperta dell’identità dell’assassino, ma nella lotta di un caparbio Satoru contro il destino, la speranza data da una seconda possibilità, la disperazione e il senso di impotenza che subentra dinnanzi a qualcosa di apparentemente troppo grande da affrontare; almeno da soli.
E qui si nota uno dei temi portanti di questo titolo: il classico ma intramontabile tema dell’amicizia; grazie a un Satoru che paradossalmente ha bisogno di tornare alla propria infanzia per poter finalmente maturare e divenire un esempio trainante per chi gli sta attorno, come il supereroe che adorava a quei tempi.
Il protagonista subisce infatti un significativa evoluzione, tanto che, a visione conclusa della serie, si fatica a riconoscerlo in quel ragazzo apparentemente apatico, ombroso e scostante presentato nel primo episodio. Spiccano tra i personaggi di questo anime, anche alcune figure davvero carismatiche, soprattutto quelle femminili: la madre di Satoru, Sachiko, batte tutti.
Venendo alla confezione, sicuramente degne di nota le musiche, con opening ed ending, orecchiabili e piacevoli, che entrano subito in testa dopo un paio di episodi.
Ottima, almeno inizialmente, la regia con le sue piccole ma lodevoli chicche; come il formato del video che cambia durante la narrazione nel passato con l’aggiunta delle bande nere sopra e sotto lo schermo, elemento questo che dà la sensazione di star vedendo “un film nell’anime”.
Buonissimo il comparto tecnico, il chara desing è espressivo e la grafica in genere risulta dettagliata e pulita. Soprattutto sono gestiti egregiamente la tavolozza e i giochi di luce, ad esempio sfruttando -a seconda delle scene e quel che vi accade - luci crepuscolari, lampioni; o ancora utilizzando in maniera intelligente i colori freddi soprattutto per gli esterni notturni (quasi sempre innevati) in contrasto coi colori caldi degli interni, per esaltarne la sensazione di tepore da focolare domestico.
Sarà che effettivamente stiamo parlando di una di quelle serie dall’incipit tremendamente intrigante, capace di incuriosire e monopolizzare l’attenzione da subito.
Il protagonista è Satoru, un ragazzo che lavora come fattorino a Tokyo, consegnando pizze a domicilio, dopo aver tentato inutilmente in passato di sfondare come mangaka.
Egli ha un potere particolare che gli consente, indipendentemente dalla sua volontà, di tornare indietro nel tempo (di pochi minuti) per evitare sciagure e salvare la vita della gente.
Ma in seguito ad un tragico avvenimento (veniamo al dunque senza spoilerare), si ritroverà catapultato nel passato, di svariati anni, nel corpo di sé stesso bambino ai tempi delle elementari, conservando però la sua coscienza e i ricordi da adulto. Avrà così l’occasione di sventare i piani di un serial killer che allora uccise alcuni suoi compagni di scuola, e allo stesso tempo poter salvare sé stesso nel presente/futuro.
Questo piccolo elemento fantastico/sovrannaturale, innanzitutto, fornisce un pizzico di brio, e si lega bene con la componente thriller della serie. La narrazione farà infatti la spola tra presente e passato, ma senza, ad esempio, un susseguirsi di ripetitivi trial and error del protagonista o chissà quali articolati ingarbugliamenti di linee temporali.
La visione si mostra da subito avvincente, ricca di suspense, colpi di scena e degli immancabili cliffhanger a fine episodio.
E la prima metà della serie rasenta oggettivamente lo status di capolavoro. Poi però... l’incanto si spezza.
Nonostante le lodi e i voti generosi che stanno fioccando ovunque ora che l’anime è terminato, non mi sento infatti di affermare che Erased sia riuscito a mantenere le promesse iniziali. E non è una mera questione di aspettative salite alle stelle durante la visione; elemento questo che spesso si rivela un’arma a doppio taglio.
Per carità, non vi sono grossi quesiti rimasti irrisolti, eccettuata la natura dei salti temporali, sui quali bisogna fare un grosso esercizio di sospensione dell’incredulità, in quanto non viene spiegata la loro natura in alcun modo. È solo che la seconda parte dell’anime preme vistosamente sull’acceleratore, dimenticandosi per strada un po’ di cose (e persone) importanti.
Ne ha in primis risentito molto l’approfondimento psicologico riguardante il legame tra protagonista e antagonista, che sul finale sembra un po’ campato in aria e spuntato fuori dal nulla, o quasi.
La componente giallistica, che in realtà costituisce solo l‘involucro della serie, lascia anch’essa qualche dubbio; come un antagonista la cui identità si intuisce già dalle primissime puntate, anche se forse non vi è mai stata davvero l’intenzione di celarlo, visto che lo si intravede spesso in vari passaggi della storia, e persino nella sigla iniziale (ok, non è che sia riconoscibilissimo; però vengono comunque dati un sacco indizi).
Ma su quest’ultimo elemento possiamo tutto sommato sorvolare, in quanto il punto di forza di Erased non sta tanto nella scoperta dell’identità dell’assassino, ma nella lotta di un caparbio Satoru contro il destino, la speranza data da una seconda possibilità, la disperazione e il senso di impotenza che subentra dinnanzi a qualcosa di apparentemente troppo grande da affrontare; almeno da soli.
E qui si nota uno dei temi portanti di questo titolo: il classico ma intramontabile tema dell’amicizia; grazie a un Satoru che paradossalmente ha bisogno di tornare alla propria infanzia per poter finalmente maturare e divenire un esempio trainante per chi gli sta attorno, come il supereroe che adorava a quei tempi.
Il protagonista subisce infatti un significativa evoluzione, tanto che, a visione conclusa della serie, si fatica a riconoscerlo in quel ragazzo apparentemente apatico, ombroso e scostante presentato nel primo episodio. Spiccano tra i personaggi di questo anime, anche alcune figure davvero carismatiche, soprattutto quelle femminili: la madre di Satoru, Sachiko, batte tutti.
Venendo alla confezione, sicuramente degne di nota le musiche, con opening ed ending, orecchiabili e piacevoli, che entrano subito in testa dopo un paio di episodi.
Ottima, almeno inizialmente, la regia con le sue piccole ma lodevoli chicche; come il formato del video che cambia durante la narrazione nel passato con l’aggiunta delle bande nere sopra e sotto lo schermo, elemento questo che dà la sensazione di star vedendo “un film nell’anime”.
Buonissimo il comparto tecnico, il chara desing è espressivo e la grafica in genere risulta dettagliata e pulita. Soprattutto sono gestiti egregiamente la tavolozza e i giochi di luce, ad esempio sfruttando -a seconda delle scene e quel che vi accade - luci crepuscolari, lampioni; o ancora utilizzando in maniera intelligente i colori freddi soprattutto per gli esterni notturni (quasi sempre innevati) in contrasto coi colori caldi degli interni, per esaltarne la sensazione di tepore da focolare domestico.
In conclusione, quello che si prospettava un capolavoro, si è trovato infine a fare i conti con grossi limiti. La fretta e/o il poco spazio concesso dai 12 episodi, non hanno consentito di scandire, sviluppare e approfondire la narrazione a dovere. Per quel che riguarda la componente umanistica, il mancato approfondimento di alcuni personaggi si fa sentire.
Non è andata molto meglio per quel che riguarda la componente thriller che, esclusa la prima metà serie, non brilla poi nel suo svolgimento; di certo non con costanza.
Il bel finale almeno ci mette una toppa a modo suo, romantico e appagante com’è.
Ma almeno chi è rimasto in parte insoddisfatto dalla visione di Erased, potrà probabilmente rifarsi con la lettura del manga - da cui è tratta la serie animata - di recente annunciato da Star Comics.
Nonostante tutto, sarebbe ingiusto bocciare questo titolo, che comunque ha intrattenuto e offerto belle emozioni, tanto che alla fine lascia davvero molta nostalgia pensare al significato del titolo originale (che è il sottotitolo italiano) della serie, e come si ricolleghi a quel “tesoro” costituito dai ricordi che esisteranno solo e soltanto nella memoria di Satoru.
Non è andata molto meglio per quel che riguarda la componente thriller che, esclusa la prima metà serie, non brilla poi nel suo svolgimento; di certo non con costanza.
Il bel finale almeno ci mette una toppa a modo suo, romantico e appagante com’è.
Ma almeno chi è rimasto in parte insoddisfatto dalla visione di Erased, potrà probabilmente rifarsi con la lettura del manga - da cui è tratta la serie animata - di recente annunciato da Star Comics.
Nonostante tutto, sarebbe ingiusto bocciare questo titolo, che comunque ha intrattenuto e offerto belle emozioni, tanto che alla fine lascia davvero molta nostalgia pensare al significato del titolo originale (che è il sottotitolo italiano) della serie, e come si ricolleghi a quel “tesoro” costituito dai ricordi che esisteranno solo e soltanto nella memoria di Satoru.
Pro
- Estremamente coinvolgente
- Ottima fotografia e aprezzabili trovate registiche
- Bel messaggio di fondo
Contro
- Molti elementi trattati frettolosamente da un certo punto in poi
- Mancato approfondimento psicologico di importanti rapporti
- Alcuni personaggi dimenticati strada facendo
Il protagonista subisce infatti un significativa evoluzione, tanto che, a visione conclusa della serie, si fatica a riconoscerlo in quel ragazzo apparentemente apatico, ombroso e scostante presentato nel primo episodio."
Concordo in pieno, questa è forse la cosa più bella della serie. Generalmente sono il primo a storcere il naso difronte a un lieto fine, ma qui mi sono affezionato così tanto a Satoru e a Kayo, che avrei davvero mal digerito un finale tragico per uno dei due (ma Kayo doveva comunque sposarsi con lui! )
"Ottima, almeno inizialmente, la regia con le sue piccole ma lodevoli chicche; come il formato del video che cambia durante la narrazione nel passato con l'aggiunta delle bande nere sopra e sotto lo schermo, elemento questo che dà la sensazione di star vedendo "un film nell'anime"
Non ci avevo fatto caso... davvero interessante.
Per il resto concordo su quasi tutto, voto incluso. Solo che non critico tanto la fretta, ma una serie di forzature, tra le quali la più importante e grave è quando Satoru si salva la vita nel lago ghiacciato (sarebbe dovuto partire il Revival, troppo comodo così, senza poi nemmeno spiegare meglio a cosa era dovuto...).
P.S: @Franzelion... SAITAMA? x'D
Trovo però davvero ingeneroso dare a quest'opera un 77 in quanto va bene che si è persa un po nel finale ma...
Suvvia, è un 8- alla fin fine ù_ù
Poteva andare peggio.
La prossima volta cmq la passi tu Pasqua e Pasquetta a scrivere recensioni, sfaticato!
@Franzelion
la più importante e grave è quando Saitama si salva la vita nel lago ghiacciato (sarebbe dovuto partire il Revival, troppo comodo così, senza poi nemmeno spiegare meglio a cosa era dovuto...).
No, Saitama avrebbe svuotato il lago ghiacciato con l'onda d'urto del suo pugno XD
Ok, lapsus (divertente) a parte, se fosse partito il revival, non ci sarebbe stato il coma, e poi tutto il resto, titolo (la città in cui io non ci sono) incluso
"se fosse partito il revival, non ci sarebbe stato il coma, e poi tutto il resto, titolo (la città in cui io non ci sono) incluso"
Proprio per questo è molto grave. Perchè è una forzatura che avrebbe inciso in modo devastante sull'evolversi della trama. Mentre se una forzatura incide poco (come la questione della nonna che molti hanno criticato) è poco grave. Insomma la gravità della forzatura è direttamente proporzionale alla quantità di trama che viene in tal modo cambiata.
E-eh?...C-come dici?
Reading Steiner?!...
....Ah
No vabbè ma quello é spiegato con un mal di testa e poi c'è una tsundere dai capelli rossi 17enne superfiga e uber intelligente
-otaku confirmed U.U
A parte il trolling (Steins;Gate é su tutto un altro livello) sono completamente d'accordo con la recensione.
Solo che un altro aspetto da rimarcare secondo me é la gestione dell'assassino. In un thriller ci sono due vie:
1) mi dici subito chi é l'assassino e mi fai vedere come il protagonista arriva a scoprirlo
2) tieni nascosta l'identità del killer e mi guidi passo passo nella scoperta, non risparmiando colpi di scena.
Qui invece si fa una esatta via di mezzo. Per me rovina(in parte) la suspence.
Poi qualche forzatura, adattamento frettoloso, caratterizzazioni approssimative fanno scendere il voto.
Ma non sono d'accordo con chi lo etichetta con voti bassissimi dicendo che magari Montalbano é un giallo migliore di BokuMachi.
Per me considerando quello che c'é in giro recentemente questa é una serie da 7 o 7.5
Non perché un giocattolo rotto si trova in mezzo ad una discarica tra cartacce e spazzatura va apprezzato, seppur rotto.
Ma Erased non é un giocattolo rotto, é un giocattolo molto affascinante ma montato troppo frettolosamente.
Se la qualità fosse stata invertitai, con un inizio meno appariscente ed un finale ottimo probabilmente ci saremmo trovati di fronte ad una serie da collocare tra le "imperdibili" anche nel corso degli anni con i classici estimatori e i conseguenti haters, qui invece ci troviamo a discutere di una serie da 8 da consigliare, ma che alla fine della visione strapperà come commento "un'ottima serie, però..."
Molti che si lamentano delle scelte che riguardano il personaggio di Kayo dimenticano che Satoru quando interagisce con lei è sempre un uomo di tot anni in un corpo di bambino e che nella linea temporale originale i due non erano neanche veri e propri amici.
Nel complesso, anche se poteva dare di più, trovo l'anima molto bello...
come già detto l'opera inizia alla grande e regge fino ametà crollando poi di botto nel finale...peccato davvero
Il significato del titolo è da brividi (che non si riferisce a Kayo ma a lui) ed anche il discorso del tesoro, tutte quelle cose che non esisteranno mai perché parte di una linea temporale che non tornerà più, l'attimo in cui me ne sono davvero resa conto è stato l'incontro finale...mentre lui piangeva probabilmente per la gioia di vederla, io piangevo anche per la tristezza di questa consapevolezza
Mi mancherà questo venerdì Intanto mi è presa voglia di rivederlo, ma sarebbe bello averne il BD tra le mani...
In questo caso una durata di 16/18 episodi sarebbe stata perfetta.
Probabilmente si è creata troppa attesa su questo anime,dovuta anche al simulcast.
Magari sarà interessante leggere le recensioni di chi lo guarderà con tutti i 12 episodi a disposizione , cioé senza attendere una settimana tra un episodio e l'altro.
Personalmente ho trovato questa serie un piccolo capolavoro. Avrebbe potuto e dovuto essere più lunga ed ottenere il tempo per approfondire alcune tematiche, ma quelle sviscerate mi hanno appassionato, coinvolto ed in misura minore, fatto riflettere. La prima parte più psicologica, la seconda più agrodolce e quella conclusiva quasi angosciante fino alla conclusione romantica.
Bravi, bravi tutti. Poteva essere migliore? Certo. Entra nel l'eccellenza? Secondo me si.
Solo che un altro aspetto da rimarcare secondo me é la gestione dell'assassino. In un thriller ci sono due vie:
1) mi dici subito chi é l'assassino e mi fai vedere come il protagonista arriva a scoprirlo
2) tieni nascosta l'identità del killer e mi guidi passo passo nella scoperta, non risparmiando colpi di scena.
Qui invece si fa una esatta via di mezzo. Per me rovina(in parte) la suspence.
Concordo, è un esatta via di mezzo. Il risultato è né carne e né pesce. Però mi pare di capire che 'sta cosa non sia importata granché a chi ha visto l'anime, o almeno, ho letto poco o nulla a riguardo nelle varie recensioni e opinioni. A dimostrazione che effettivamente la componente thriller di Erased conta fino a un certo punto; è solo l'involucro dell'opera.
@marcotano-san
Probabilmente si è creata troppa attesa su questo anime,dovuta anche al simulcast.
Magari sarà interessante leggere le recensioni di chi lo guarderà con tutti i 12 episodi a disposizione , cioé senza attendere una settimana tra un episodio e l'altro.
Presente! Io è così che l'ho visto: dopo il primo episodio (che mi piacque un casino) ho infatti deciso di mettere tutto in pausa e attendere (tenendomi alla lontano da ogni spoiler) di arrivare alla penultima puntata per cominciare la maratona. Infatti per questo motivo non troverai le mie opinioni ai vari commenti settimanali agli episodi, assieme a quelle degli altri staffer di AC.
Sarebbe un bel plot twist.
Questa serie mi ha ricordato un po' il manga Piece: parte benissimo, con un bell'intreccio, il mistero e tutto... ma va perdendosi dopo metà volumi, è stato un vero peccato...
Anch'io ho fatto così, mi sono visto tutta la serie in 2 giorni. E la penso come oberon.
Ps:mi sembra di aver letto da qualche parte che ci sarà uno spinoff del manga...se fosse vero magari si approfondiranno le ragioni dell'esistenza dei revival.
Inevitabilmente la versione animata di "Boku dake ga inai machi" non regge il confronto con l'opera cartacea, ma non per questo non si rivela per quello che è, un'opera d'arte, sicuramente è un opera incompleta, fallacia, e ben distante dalla perfezione ma comunque si è fatto largo spazio nel mio cuore e si piazza in punto anche discreto, grazie a messaggi positivi creati con grande empatia, da coinvolgere chiunque ne sia a testimone, una velata critica a coloro che di coraggio nel vivere la propria vita come vorrebbero non ne hanno, ma preferiscono viverla come farebbe più comodo, disperazione e maturazione, per queste cose è tanto altro che mi ha donato Erased.
In definitiva per quanto mediocre sia la sua forma finale per me è bellissima...
Confermo che i primi episodi li ho seguiti con interesse, poi ha perso appetibilità, secondo me anche prima della metà.
Ovviamente é una considerazione totalmente personale.
Aspetto invece molto interessante di erased, e che mi ha affascinato , é stato il titolo:" la città in cui io nn ci sono". Ha un significato profondissimo che ritorna piú volte nella storia facendomi riflette molto.
Come scrivevo altrove trovo un curioso parallelismo con i due media di Karekano: tanto spicca per regia, confezionamento e personalità l'anime, che è monco, quanto più risulta completo e maturo il manga nella narrazione, pur con disegni e una composizione delle tavole pessima. E di entrambi preferisco il finale animato, pensa un po'.
P.s: da quando in qua 77, ovvero 8-, è considerato un brutto voto? A scuola elargiscono solo 9 e 10?
Vicenda originale, ottime premesse ma finale scontato, vaghe motivazioni alla base delle azioni del killer, interpretazioni forzate e poco credibili della psiche dello stesso killer... ma sarò ottusa io!
Per me non vale più di 4, ma non perché non l'abbia considerato piacevole, anzi si lascia guardare molto bene, ma perché non è riuscito nell'intento del suo genere di appartenenza.
@Mustang94 :
Scusami ma la sbagliata gestione dell'assassino per me non è cosa da poco in un anime in cui il mistero, la suspance dovrebbero essere la punta di diamante visto il genere. Posso tollerare, per dire, animazioni poco fluide, brutto chara design, ma se Erased ci tiene ad essere etichettato come thriller / mistero / giallo per riuscire nel suo intento deve effettivamente stupire lo spettatore e gestire meglio l'assassino. Ora io mi rendo conto che a parole è facile a dirsi e che purtroppo non esistono solo i capolavori ma bastavano piccoli accorgimenti per rendere il finale solo un pochino meno scontato, non dico chissà che, almeno per far onore al genere.
Comunque io la serie l'ho guardata con estremo piacere e coinvolgimento eh, lungi da me farmi figa andando contro tendenza.
Semplicemente credo che, in generale, il fatto che un anime "si lasci guardare" non deve necessariamente garantire la sufficienza perché si deve tener conto anche degli obbiettivi che un genere deve raggiungere.
Magari come voto soggettivo ci sta anche un 10 eh io tollero i pareri di tutti, ma obbiettivamente la sufficienza non la raggiunge.
E' come se, concedetemi il paragone assurdo, ad un bambino venisse detto di fare un tema sui suoi genitori e invece lo fa sul suo migliore amico, andando fuori traccia. Io professore non potrei dargli la sufficienza solo perché ha elaborato un bel tema sull'amico.
Mi sono sentita di dare un 7 perché sono infondo gli ultimi episodi che rovinano l'anime, il resto coinvolge moltissimo e la qualità è ottima, non me la sono sentita di buttarlo via in blocco. L'arc di Kayo è stato quasi perfetto anche se dal punto di vista "legale" ci sono cose che mi hanno fatto storcere il naso riguardo alle sue vicende, si va perdendo però pian piano, un vero peccato.
Non c'è che dire, Erased è un anime coi fiocchi che mi ha appassionata dall'inizio alla fine ma che, una volta finito, mi ha lasciato solo un senso di nostalgia nel rileggere (e capire) il titolo. Mi trovo a concordare su tutto, nonostante non abbia trovato tutta questa fretta verso la fine.
Consiglio vivamente questo anime perchè, esclusi i suoi "difetti", merita davvero di essere visionato.
Per il manga...beh, si vedrà
PS. in effetti l'antagonista si capisce abbastanza subito.
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