Ben trovati tutti quanti, amici dell' Italian Indie Comics Award! Oggi vi portiamo, almeno figurativamente, in quel di Napoli (pochi giorni prima del Comicon tra l'altro!) presentandovi Pulcinell di Mauro Forte, Simone D'Angelo ed Alessandro Mastroserio.
Mauro Forte è un fumettista di 26 anni di Napoli. E' l’autore del progetto ed ha iniziato a disegnare perché… non amava per nulla la matematica! Successivamente non contento di seguire solo il disegno si è appassionato anche alla sceneggiatura. Ha frequentato nel 2014 la Scuola italiana di Comix, gestita da Mario Punzo, ed ha partecipato al concorso annuale di Lucca arrivando tra i finalisti.
Oltre a questo ha collaborato con l’UNICEF e l’AVIS in merito alla creazione di un libro illustrato ed ora sta lavorando con i suoi due colleghi a Pulcinell, nella giusta convinzione di ridare lustro alla propria città ed ai propri paesani omaggiandoli con un fumetto supereroistico con forti radici nella commedia dell'arte napoletana. Come lettore di fumetti si definisce abbastanza onnivoro, leggendo tranquillamente di tutto senza farsi troppi problemi, tanto da non avere un fumetto preferito. Ricorda però ancora con affetto Pikappa ed i fumetti disney in generali che a suo tempo sono stati tra le cause scatenanti della sua ispirazione a diventare fumettista. Ultimamente ha letto Atlas e Axis, fumetto che definisce ottimo e alla quale augura tanta fortuna.
Simone D’Angelo ha 22 anni e dice di essere nato su Krypton ma di vivere ora in quel di Napoli. I suoi genitori lo hanno spedito sulla Terra affinché potessi evitare di rimanere vittima della distruzione del suo pianeta natale… sperando anche di salvare la terra grazie ai suoi superpoteri di matrice aliena... peccato che per tutta risposta si sia messo a disegnare fumetti alla faccia di loro! ("perché nessuno può dirmi quello che devo fare, nessuno!") Secondo il suo collega Mastroserio, col quale frequenta la Scuola Internazionale di Comics, ha uno stile “punk”, perché i suoi riferimenti sono Todd McFarlane e Greg Capullo, dei veri e propri 'punkabbestia'. Di recente ha scoperto ed amato, Sean Murphy.
Alessandro Mastroserio ha 20 anni e vive a Napoli. Disegnava da ben prima di imparare a scrivere, proprio come tutti i bambini… ma a differenza di molti di loro non ha mai smesso. Fin dalla tenera età mostrava una gran passione per i fumetti, rimanendo sempre ammaliato nel vederne i disegni e seguendo le storie semplicemente guardando quelli. Quando successivamente ha imparato a leggere ha anche scoperto che gli albi colorati non nascevano da soli ma c’era qualcuno che li disegnava e scriveva decidendo quindi sul momento che avrebbe fatto proprio quello nella vita una volta cresciuto! Oltre al fumetto studia recitazione, e in questo ambito ha partecipato come comparsa ad uno spettacolo che si è tenuto al Maschio Angioino l’estate scorsa, dal nome Processo a una strega. Da 4 anni partecipa al concorso indetto da Imego, classificandosi quasi sempre secondo ad eccezione di un anno in cui è riuscito a prendere il premio più importante. I suoi riferimenti artistici sono svariarti: al momento ama Neil Gaiman ed il suo Sandman ed Andrea Pazienza con il suo Zanardi, divertente, poetico, a tratti struggente ma mai lontano dalla realtà. In un fumetto non osserva solamente la qualità del disegno ma guarda anche la regia e la capacità di coinvolgere ed i suoi riferimenti in questo campo sono Bagley, Jr Jr, Frank Miller, Milazzo e Akira Toriyama (crede infatti che il successo di Dragon Ball non sia da imputare solo alla sua semplicità ma anche all’eccezionale regia dell'autore). Tra le sue opere preferite, oltre a Sandman e Zanardi, vi sono Rocky Joe, Vinland Saga, Hellsing, Corto Maltese, Watchmen e From Hell.
Oltre a questo ha collaborato con l’UNICEF e l’AVIS in merito alla creazione di un libro illustrato ed ora sta lavorando con i suoi due colleghi a Pulcinell, nella giusta convinzione di ridare lustro alla propria città ed ai propri paesani omaggiandoli con un fumetto supereroistico con forti radici nella commedia dell'arte napoletana. Come lettore di fumetti si definisce abbastanza onnivoro, leggendo tranquillamente di tutto senza farsi troppi problemi, tanto da non avere un fumetto preferito. Ricorda però ancora con affetto Pikappa ed i fumetti disney in generali che a suo tempo sono stati tra le cause scatenanti della sua ispirazione a diventare fumettista. Ultimamente ha letto Atlas e Axis, fumetto che definisce ottimo e alla quale augura tanta fortuna.
Simone D’Angelo ha 22 anni e dice di essere nato su Krypton ma di vivere ora in quel di Napoli. I suoi genitori lo hanno spedito sulla Terra affinché potessi evitare di rimanere vittima della distruzione del suo pianeta natale… sperando anche di salvare la terra grazie ai suoi superpoteri di matrice aliena... peccato che per tutta risposta si sia messo a disegnare fumetti alla faccia di loro! ("perché nessuno può dirmi quello che devo fare, nessuno!") Secondo il suo collega Mastroserio, col quale frequenta la Scuola Internazionale di Comics, ha uno stile “punk”, perché i suoi riferimenti sono Todd McFarlane e Greg Capullo, dei veri e propri 'punkabbestia'. Di recente ha scoperto ed amato, Sean Murphy.
Alessandro Mastroserio ha 20 anni e vive a Napoli. Disegnava da ben prima di imparare a scrivere, proprio come tutti i bambini… ma a differenza di molti di loro non ha mai smesso. Fin dalla tenera età mostrava una gran passione per i fumetti, rimanendo sempre ammaliato nel vederne i disegni e seguendo le storie semplicemente guardando quelli. Quando successivamente ha imparato a leggere ha anche scoperto che gli albi colorati non nascevano da soli ma c’era qualcuno che li disegnava e scriveva decidendo quindi sul momento che avrebbe fatto proprio quello nella vita una volta cresciuto! Oltre al fumetto studia recitazione, e in questo ambito ha partecipato come comparsa ad uno spettacolo che si è tenuto al Maschio Angioino l’estate scorsa, dal nome Processo a una strega. Da 4 anni partecipa al concorso indetto da Imego, classificandosi quasi sempre secondo ad eccezione di un anno in cui è riuscito a prendere il premio più importante. I suoi riferimenti artistici sono svariarti: al momento ama Neil Gaiman ed il suo Sandman ed Andrea Pazienza con il suo Zanardi, divertente, poetico, a tratti struggente ma mai lontano dalla realtà. In un fumetto non osserva solamente la qualità del disegno ma guarda anche la regia e la capacità di coinvolgere ed i suoi riferimenti in questo campo sono Bagley, Jr Jr, Frank Miller, Milazzo e Akira Toriyama (crede infatti che il successo di Dragon Ball non sia da imputare solo alla sua semplicità ma anche all’eccezionale regia dell'autore). Tra le sue opere preferite, oltre a Sandman e Zanardi, vi sono Rocky Joe, Vinland Saga, Hellsing, Corto Maltese, Watchmen e From Hell.
Ecco di seguito la trama di Pulcinell:
La Carnival è un'organizzazione filogovernativa creata per fermare il crimine ed il terrorismo nella zona di Napoli. I suoi membri sono persone che hanno studiato per essere li dove sono (sono state addestrate e preparate a fare quello che devono fare) e per quanto agiscano come vigilantes, sono in realtà pur sempre soldati, e come tali devono obbedire agli ordini di chi sta al comando e seguire le direttive del loro quartiere generale. Pulcinell è una nuova matricola di questa ramificata e misteriosa organizzazione ed assieme a Arlecchino, Colombine e molti altri lotterà per far rispettare la giustizia in città e difendere i proprio compaesani dalle oscure figure che minacceranno la loro tranquillità..
Pulcinell è un fumetto che ha come obiettivo quello di ricreare una Napoli che vive tra mafiosi, teppisti e super criminali, dove solo un organizzazione governativa segreta si frappone fra essi ed i cittadini indifesi. Questa ambientazione realistica, ma al contempo molto pittoresca, è nata soprattutto per rispettare i canoni della commedia dell’arte (da cui sono riprese anche le maschere ed i nomi in codice dei personaggi), che ai tempi fungeva molto spesso da satira nata come sorta di vendetta fatta dai servi per andare a colpire i loro padroni, cercando di riproporne i contenuti in un ambito più moderno e dinamico. Le premesse quindi per realizzare una buona storia quindi ci sono tutte e gli autori colgono la palla al balzo per realizzare una opera vivace che colpisce con la sua ventata di freschezza, sfruttando al massimo tutti gli aiuti che possono venire proprio da Napoli, una delle città che più facilmente può offrire spunti per un fumetto, grazie alle sue personalità variopinte e alla sua anima così piena di fervore ed energia.
La città di Napoli quindi non sarà solo una mera ambientazione strumentale in cui si muovono i personaggi, ma verrà rappresentata in tutto il suo splendore, sia architettonico che sociale (molti dei cittadini parleranno veramente in dialetto!) dando una forte connotazione regionale a tutta la storia facendola diventare un vero e proprio must tra gli appassionati di fumetto residenti in Campania e non solo. Gli stili di disegno dei tre autori riescono ad intrecciarsi perfettamente tra di loro, riuscendo a dare alla propria opera sia quel gusto di nuovo (di cui si sente sempre il bisogno) che quel rassicurante richiamo ai classici comics americani, che sicuramente aiuterà anche gli altri tipi di lettori a sentirsi più facilmente a proprio agio nell’approcciare questo fumetto facendo diventare Pulcinell un'opera trasversale a cui consigliamo a tutti di dare almeno un'occhiata. I tre autori sono inoltre anche i fondatori di Fumettube, il loro marchio, che raccoglie in toto tutti i loro lavori così da riuscire a dare una sorta di identità editoriale alle proprie opere nonostante la mancanza di un vero editore. Tramite Fumettube quindi potrete seguire tutte le avventure creative di questo talentuoso trio di autori, ed i loro progetti futuri e paralleli, con la speranza di continuare a vederli crescere e che ci possano regalare ancora molte altre storie.
Ecco infine l’intervista agli autori:
Alessandro, Simone e Mauro... benvenuti all'IICA! Ora dobbiamo intervistare tutti e tre, che ne dite: siete pronti?
Alessandro: Pronto.
Mauro: Pronto.
Simone: Io invece sono nato e poi sono diventato pronto.
Con che stile preferite disegnare? Quali tecniche usate?
Mauro: Ho sempre cercato uno stile mio, personale, cartoonesco… Non amo lo stile realistico poiché ho sempre pensato che il bello dei fumetti è il poter osare e fare qualcosa che non potresti mai vedere nella realtà, anche se non nascondo che ho apprezzamenti per autori che nonostante lo stile riescono a farsi riconoscere dal disegno come Mastantuono o Siniscalchi. In realtà mi piace emulare, o almeno provarci, autori e artisti che stimo e apprezzo di più. Ad esempio di recente sono molto stimolato alla pittura digitale, devo tutto al collega Giulio Rincione, che mi ha invogliato con i suoi lavori a poter provare ad addentrarmi in questo stile. È un artista che adoro e stimo e a cui non posso far altro che ammirarlo per il lavoro che fa.
Simone: Lo stile su cui mi sto concentrando al momento è strettamente da comix americano, ma in futuro mi piacerebbe provare anche altri stili, ad esempio un tipo di stile più pittorico. In 'Pulcinell', però, tendo ad avere uno stile leggermente più cartoon.
Alessandro: Come stile preferisco un disegno grottesco che abbia consapevolezza dei volumi e delle anatomia ma che si presti a cambiamenti e storpiature in favore di narrazione e suggestione. Mi piace il disegno iperdettagliato ma non ne farei mai uso, il fumetto è sintesi e il piacere di raccontare con poche linee.
Alessandro: Pronto.
Mauro: Pronto.
Simone: Io invece sono nato e poi sono diventato pronto.
Con che stile preferite disegnare? Quali tecniche usate?
Mauro: Ho sempre cercato uno stile mio, personale, cartoonesco… Non amo lo stile realistico poiché ho sempre pensato che il bello dei fumetti è il poter osare e fare qualcosa che non potresti mai vedere nella realtà, anche se non nascondo che ho apprezzamenti per autori che nonostante lo stile riescono a farsi riconoscere dal disegno come Mastantuono o Siniscalchi. In realtà mi piace emulare, o almeno provarci, autori e artisti che stimo e apprezzo di più. Ad esempio di recente sono molto stimolato alla pittura digitale, devo tutto al collega Giulio Rincione, che mi ha invogliato con i suoi lavori a poter provare ad addentrarmi in questo stile. È un artista che adoro e stimo e a cui non posso far altro che ammirarlo per il lavoro che fa.
Simone: Lo stile su cui mi sto concentrando al momento è strettamente da comix americano, ma in futuro mi piacerebbe provare anche altri stili, ad esempio un tipo di stile più pittorico. In 'Pulcinell', però, tendo ad avere uno stile leggermente più cartoon.
Alessandro: Come stile preferisco un disegno grottesco che abbia consapevolezza dei volumi e delle anatomia ma che si presti a cambiamenti e storpiature in favore di narrazione e suggestione. Mi piace il disegno iperdettagliato ma non ne farei mai uso, il fumetto è sintesi e il piacere di raccontare con poche linee.
Cosa significa per voi fare fumetti? Che cosa differenzia per voi i fumetti da tutto il resto?
Mauro: Fare fumetto significa osare. Mi spiego: Non è da tutti prendere l’attenzione di qualcuno e arrogarsi il diritto di raccontare una storia, bella o brutta, nuova o vecchia. Fare fumetti significa divertirsi, apprezzare la crudele ironia della vita da un punto di vista diverso. Che cosa differenzia… Beh, i fumetti sono solo lo storyboard di una lunga infinita sequenza di immagini che tendono a raccontare qualcosa. Il fumetto è la sintesi di qualcosa di molto più complesso. Ed è una cosa che adoro poiché più una cosa è semplice più ha effetto.
Simone: È impossibile stabilire cosa differenzi il fumetto come media da tutto il resto, come tutte le altre forme di intrattenimento ha i suoi vantaggi e i suoi limiti. C'è da chiedersi piuttosto perché, fra tutti i mezzi di comunicazione esistenti, una persona scelga proprio il fumetto? Per quale motivo decide di raccontare le proprie storie con le immagini, anziché con le parole o con la musica? Come mai proprio con il fumetto, visto che nel corso del tempo è stato bollato più volte come roba da sfigati? Stamattina avrò chiuso il gas? Boh. Domande a cui non riceverò mai una risposta.
Alessandro: Il fumetto è raccontare attraverso immagini non in movimento. Fare fumetto significa lavorare di tempi ma soprattutto di simmetria e sequenzialità delle immagini, queste sono le due caratteristiche che lo rendono unico (come il montaggio per il cinema) ed è su queste che si deve lavorare. Non è un caso che Moore abbia cercato sempre la simmetria nelle sue storie e in Watchmen ce lo dice chiaramente.
Mauro: Fare fumetto significa osare. Mi spiego: Non è da tutti prendere l’attenzione di qualcuno e arrogarsi il diritto di raccontare una storia, bella o brutta, nuova o vecchia. Fare fumetti significa divertirsi, apprezzare la crudele ironia della vita da un punto di vista diverso. Che cosa differenzia… Beh, i fumetti sono solo lo storyboard di una lunga infinita sequenza di immagini che tendono a raccontare qualcosa. Il fumetto è la sintesi di qualcosa di molto più complesso. Ed è una cosa che adoro poiché più una cosa è semplice più ha effetto.
Simone: È impossibile stabilire cosa differenzi il fumetto come media da tutto il resto, come tutte le altre forme di intrattenimento ha i suoi vantaggi e i suoi limiti. C'è da chiedersi piuttosto perché, fra tutti i mezzi di comunicazione esistenti, una persona scelga proprio il fumetto? Per quale motivo decide di raccontare le proprie storie con le immagini, anziché con le parole o con la musica? Come mai proprio con il fumetto, visto che nel corso del tempo è stato bollato più volte come roba da sfigati? Stamattina avrò chiuso il gas? Boh. Domande a cui non riceverò mai una risposta.
Alessandro: Il fumetto è raccontare attraverso immagini non in movimento. Fare fumetto significa lavorare di tempi ma soprattutto di simmetria e sequenzialità delle immagini, queste sono le due caratteristiche che lo rendono unico (come il montaggio per il cinema) ed è su queste che si deve lavorare. Non è un caso che Moore abbia cercato sempre la simmetria nelle sue storie e in Watchmen ce lo dice chiaramente.
Cos'è che vi piace del vostro lavoro come fumettisti? E cosa no? Raccontateci una cosa che amate e una cosa che odiate del mondo dei fumetti e del vostro lavoro.
Mauro: Amo quando le persone ridono e scherzano assieme a me quando disegno stronzate, ma adoro anche quando qualcuno mi rivela sincera stima. È bello perché è un lavoro duro, solitario, ti spinge a pensare a tante brutte cose, alle scelte che hai preso, alle persone che frequenti e altro. Si, in sostanza la cosa che odio di più di questo lavoro è la solitudine a cui ci si è costretti quando si deve disegnare. Specie perché è un settore molto difficile, chiuso. Le persone sono generalmente cattive, ma i lettori di fumetti(E anche i professionisti del settore) lo sono molto di più. Spesso e volentieri ho pensato di mollare, ma non l’ho mai fatto anche quando non avevo nessuno che mi incoraggiasse. Il motivo dovrebbe essere ovvio a chiunque abbia una passione:
Che senso ha vivere se non si può avere il diritto di fare quello che sentiamo di dover fare? Soprattutto se questa passione non fa davvero del male a qualcuno…
Simone: Del lavoro non solo dei fumetti, ma anche del disegno in generale, mi intriga il poter trasformare un'emozione in un'immagine; adoro ragionare per immagini, quando disegno mi faccio influenzare molto dalle sensazioni che provo in quel preciso istante anche solo per vedere cosa ne esce (cosa che un vero professionista non dovrebbe mai fare, ma visto che non lo sono ancora ne approfitto e testo ora che posso). Una cosa che odio profondamente del lavoro del fumetto invece sono le deadline. Sul serio. Le odio con tutto me stesso. Fottute scadenze.
Alessandro: Fare fumetto è bello punto e basta. Racconti storie disegnandole, esprimi i tuoi stati d’animo coi personaggi, vivi le loro avventure, le loro battaglie e le loro emozioni. Fare storie a fumetti significa viverle, emozionarsi. Ripeto, è bello.
Ciò che non mi piace è che il fumetto è un media chiuso. Mi spiego, mentre tutti vanno al cinema,anche i non appassionati che vogliono rilassarsi il sabato sera, non tutti leggono fumetti. Il fumetto
sopravvive grazie agli appassionati, i lettori occasionali che vogliono rilassarsi con un Tex o uno Spiderman sono pochissimi. Il fumetto finisce così per essere denigrato e i lettori non fanno nulla per cambiare tutto ciò. Anzi, gli fa piacere che le cose non cambino. Io credo che il cambiamento sia sempre uno stimolo a migliorare, a evolvere. Se le cose non cambiano non c’è crescita.
Mauro: Amo quando le persone ridono e scherzano assieme a me quando disegno stronzate, ma adoro anche quando qualcuno mi rivela sincera stima. È bello perché è un lavoro duro, solitario, ti spinge a pensare a tante brutte cose, alle scelte che hai preso, alle persone che frequenti e altro. Si, in sostanza la cosa che odio di più di questo lavoro è la solitudine a cui ci si è costretti quando si deve disegnare. Specie perché è un settore molto difficile, chiuso. Le persone sono generalmente cattive, ma i lettori di fumetti(E anche i professionisti del settore) lo sono molto di più. Spesso e volentieri ho pensato di mollare, ma non l’ho mai fatto anche quando non avevo nessuno che mi incoraggiasse. Il motivo dovrebbe essere ovvio a chiunque abbia una passione:
Che senso ha vivere se non si può avere il diritto di fare quello che sentiamo di dover fare? Soprattutto se questa passione non fa davvero del male a qualcuno…
Simone: Del lavoro non solo dei fumetti, ma anche del disegno in generale, mi intriga il poter trasformare un'emozione in un'immagine; adoro ragionare per immagini, quando disegno mi faccio influenzare molto dalle sensazioni che provo in quel preciso istante anche solo per vedere cosa ne esce (cosa che un vero professionista non dovrebbe mai fare, ma visto che non lo sono ancora ne approfitto e testo ora che posso). Una cosa che odio profondamente del lavoro del fumetto invece sono le deadline. Sul serio. Le odio con tutto me stesso. Fottute scadenze.
Alessandro: Fare fumetto è bello punto e basta. Racconti storie disegnandole, esprimi i tuoi stati d’animo coi personaggi, vivi le loro avventure, le loro battaglie e le loro emozioni. Fare storie a fumetti significa viverle, emozionarsi. Ripeto, è bello.
Ciò che non mi piace è che il fumetto è un media chiuso. Mi spiego, mentre tutti vanno al cinema,anche i non appassionati che vogliono rilassarsi il sabato sera, non tutti leggono fumetti. Il fumetto
sopravvive grazie agli appassionati, i lettori occasionali che vogliono rilassarsi con un Tex o uno Spiderman sono pochissimi. Il fumetto finisce così per essere denigrato e i lettori non fanno nulla per cambiare tutto ciò. Anzi, gli fa piacere che le cose non cambino. Io credo che il cambiamento sia sempre uno stimolo a migliorare, a evolvere. Se le cose non cambiano non c’è crescita.
Com’è nata la vostra opera? Quali sono i vostri piani per essa?
Mauro: Sarò sincero. È nata per puro scherzo. Semplicemente ho pensato “Come mai nessuno fa un fumetto supereroistico sui personaggi della commedia dell’arte? E pensare che si potrebbero fare tante cose rielaborando questi personaggi… Quasi quasi, se non lo fa nessuno, ora lo faccio io.” Per chi ha letto o leggerà il numero uno del progetto noterà tantissimo l’ispirazione dai cartoni animati anni 90, che io adoravo, ma anche da altre opere a fumetti ben più famose. Tipo Batman o l’amatissimo Pikappa. Non abbiamo dei piani precisi, speriamo solo che il progetto cresca tantissimo, ci teniamo a mostrare al pubblico che non conta cosa vuole raccontare una storia ma il come. Soprattutto, ma questo è un mio pensiero, mi piacerebbe morire consapevole di aver lasciato qualcosa di mio nel mondo, qualcosa di cui tutti possono godere, qualcosa di bello, divertente, iconico. Ho avuto un brutto incidente stradale un po’ di tempo fa, quell’esperienza mi ha fatto venire ancora più voglia di vivere per creare qualcosa per cui essere ricordato e, spero, amato.
Simone: In realtà l'idea di base è di Mauro, io e Alessandro siamo entrati nel progetto successivamente, ma da quando siamo entrati, grazie principalmente a un teamwork davvero invidiabile, siamo riusciti ad ottenere e stiamo tuttora ottenendo molti risultati concreti. Abbiamo molti piani per sviluppare e diffondere il nostro fumetto, ma per ora non mi sbilancio tanto nelle dichiarazioni per non portare sfiga, a Napoli, si sa, siamo molto superstiziosi!
Alessandro: L’idea di Pulcinell nasce da Mauro, al progetto ci siamo in seguito uniti io e Simone D’Angelo. L’idea comune è di raccontare una storia di supereroi ambientandola a Napoli. Vogliamo prendere il genere supereroistico e portarlo nel nostro paese, creare uno scontro tra culture, prendere la fantasia dei comics americani e ambientarla per le nostre strade.
Mauro: Sarò sincero. È nata per puro scherzo. Semplicemente ho pensato “Come mai nessuno fa un fumetto supereroistico sui personaggi della commedia dell’arte? E pensare che si potrebbero fare tante cose rielaborando questi personaggi… Quasi quasi, se non lo fa nessuno, ora lo faccio io.” Per chi ha letto o leggerà il numero uno del progetto noterà tantissimo l’ispirazione dai cartoni animati anni 90, che io adoravo, ma anche da altre opere a fumetti ben più famose. Tipo Batman o l’amatissimo Pikappa. Non abbiamo dei piani precisi, speriamo solo che il progetto cresca tantissimo, ci teniamo a mostrare al pubblico che non conta cosa vuole raccontare una storia ma il come. Soprattutto, ma questo è un mio pensiero, mi piacerebbe morire consapevole di aver lasciato qualcosa di mio nel mondo, qualcosa di cui tutti possono godere, qualcosa di bello, divertente, iconico. Ho avuto un brutto incidente stradale un po’ di tempo fa, quell’esperienza mi ha fatto venire ancora più voglia di vivere per creare qualcosa per cui essere ricordato e, spero, amato.
Simone: In realtà l'idea di base è di Mauro, io e Alessandro siamo entrati nel progetto successivamente, ma da quando siamo entrati, grazie principalmente a un teamwork davvero invidiabile, siamo riusciti ad ottenere e stiamo tuttora ottenendo molti risultati concreti. Abbiamo molti piani per sviluppare e diffondere il nostro fumetto, ma per ora non mi sbilancio tanto nelle dichiarazioni per non portare sfiga, a Napoli, si sa, siamo molto superstiziosi!
Alessandro: L’idea di Pulcinell nasce da Mauro, al progetto ci siamo in seguito uniti io e Simone D’Angelo. L’idea comune è di raccontare una storia di supereroi ambientandola a Napoli. Vogliamo prendere il genere supereroistico e portarlo nel nostro paese, creare uno scontro tra culture, prendere la fantasia dei comics americani e ambientarla per le nostre strade.
Cosa amate della vostra opera? Perché i nostri lettori dovrebbero votarla al nostro Award?
Mauro: Personalmente amo l’ironia che c’è dietro, il non prendersi troppo sul serio e, se invece ci fosse il bisogno di farlo, almeno farlo come si deve. L’idea che dei napoletani possano raccontare la storia di vigilates mascherati che vanno in giro a fare del bene è già di per sé al quanto ironica, ma anche uno stimolo, spero, per le persone che non accettano lo stereotipo e che vorrebbero sentire valorizzata la propria città. Insomma, cerchiamo di soddisfare un po’ tutti, haters napoletani o fan. L’importante è divertirsi e raccontare storie che possano emozionarci e regalarci dei magnifici ricordi di cui non potremmo mai dimenticarci.
Simone: Se non amassi ogni aspetto dell'opera che stiamo portando avanti non mi sbatterei così tanto a provarle tutte per farla arrivare sempre più in alto. Sono sicuro che, come io mi sono nel tempo innamorto di questo fumetto, lo farete anche voi e lo voterete!!! Sul serio, votatelo. Fatelo adesso. So dove abitate.
Alessandro: Del fumetto a cui stiamo lavorando amo tante cose, l’azione, le riflessioni buttate lì, l’ironia ma in primis il fatto che partiamo dalla realtà e poi ce ne separiamo. Mi spiego, il lettore vede Napoli col Vesuvio, il panorama e tutto e d’un tratto succede l’impossibile: gente mascherata che combatte, tecnologia inventata, basi segrete.
Per noi cresciuti con i supereroi, è un sogno che s’avvera, è la nostra infanzia unita alla nostra realtà, è l’Italia con i suoi supereroi. La sfida è cercare di renderli tali e non delle imitazioni scontate. E credo che abbiamo le carte in regola per riuscirci
Ragazzi vi prego votate Pulcinell io non ve lo chiedo per noi, ve lo chiedo per voi! Votandola fate un favore a voi stessi, fidatevi, se non lo fate… mi dispiace per voi.
Mauro: Personalmente amo l’ironia che c’è dietro, il non prendersi troppo sul serio e, se invece ci fosse il bisogno di farlo, almeno farlo come si deve. L’idea che dei napoletani possano raccontare la storia di vigilates mascherati che vanno in giro a fare del bene è già di per sé al quanto ironica, ma anche uno stimolo, spero, per le persone che non accettano lo stereotipo e che vorrebbero sentire valorizzata la propria città. Insomma, cerchiamo di soddisfare un po’ tutti, haters napoletani o fan. L’importante è divertirsi e raccontare storie che possano emozionarci e regalarci dei magnifici ricordi di cui non potremmo mai dimenticarci.
Simone: Se non amassi ogni aspetto dell'opera che stiamo portando avanti non mi sbatterei così tanto a provarle tutte per farla arrivare sempre più in alto. Sono sicuro che, come io mi sono nel tempo innamorto di questo fumetto, lo farete anche voi e lo voterete!!! Sul serio, votatelo. Fatelo adesso. So dove abitate.
Alessandro: Del fumetto a cui stiamo lavorando amo tante cose, l’azione, le riflessioni buttate lì, l’ironia ma in primis il fatto che partiamo dalla realtà e poi ce ne separiamo. Mi spiego, il lettore vede Napoli col Vesuvio, il panorama e tutto e d’un tratto succede l’impossibile: gente mascherata che combatte, tecnologia inventata, basi segrete.
Per noi cresciuti con i supereroi, è un sogno che s’avvera, è la nostra infanzia unita alla nostra realtà, è l’Italia con i suoi supereroi. La sfida è cercare di renderli tali e non delle imitazioni scontate. E credo che abbiamo le carte in regola per riuscirci
Ragazzi vi prego votate Pulcinell io non ve lo chiedo per noi, ve lo chiedo per voi! Votandola fate un favore a voi stessi, fidatevi, se non lo fate… mi dispiace per voi.
Come vi siete conosciuti? Com’è lavorare insieme?
Simone: al Comicon, volevo chiedere a Mauro informazioni sull'autoproduzione e parlando mi disse che aveva bisogno di uno sceneggiatore, così gli presentai Alessandro. Dopo un po' di tempo vide anche i miei disegni e mi chiese di entrare nel progetto ed eccoci qua.
Alessandro: dal momento che mauro vive lontano rispetto a noi, ogni tanto sorge l'esigenza di incontrarsi per fare il punto della situazione, quale storia disegnare per prossima e cosa pubblicare in pagina e cosa cambiare nei programmi
il numero parte da un soggetto di cui io curo la sceneggiatura, a volte a partire da un soggetto mio o di mauro; il disegno lo cura solo uno di loro due ma la correzione delle bozze e la scelta delle tavole definitive è influenzata da tutti e tre.
Simone: al Comicon, volevo chiedere a Mauro informazioni sull'autoproduzione e parlando mi disse che aveva bisogno di uno sceneggiatore, così gli presentai Alessandro. Dopo un po' di tempo vide anche i miei disegni e mi chiese di entrare nel progetto ed eccoci qua.
Alessandro: dal momento che mauro vive lontano rispetto a noi, ogni tanto sorge l'esigenza di incontrarsi per fare il punto della situazione, quale storia disegnare per prossima e cosa pubblicare in pagina e cosa cambiare nei programmi
il numero parte da un soggetto di cui io curo la sceneggiatura, a volte a partire da un soggetto mio o di mauro; il disegno lo cura solo uno di loro due ma la correzione delle bozze e la scelta delle tavole definitive è influenzata da tutti e tre.
Che rapporto avete coi fan?
Mauro: Personalmente credo che i napoletani la vedono come una chiave di volta per un cambiamento importante, un urlo sotto forma di personaggio che vuole dare un messaggio, sia rivolto ai potenti Secondo la tradizione della commedia dell’ arte…Sia al suo popolo. Un messaggio importante che é "ragioniamo con la nostra testa"
Alessandro: per ora il rapporto coi fan è tranquillo, si scherza in chat, riceviamo complimenti e non abbiamo mai avuto contrasti con nessuno. poi per quanto riguarda la storia, come dice mauro noi vorremmo comunicare questo messaggio.
Simone: Io personalmente adoro i nostri fan, soprattutto quelli più attivi, ritengo che il feedback di chi segue il fumetto o anche solo la pagina sia una delle nostre fonti di forza, senza un pubblico a cui mandare un messaggio o con cui semplicemente interagire il nostro prodotto non servirebbe a una ceppa.
Mauro: Personalmente credo che i napoletani la vedono come una chiave di volta per un cambiamento importante, un urlo sotto forma di personaggio che vuole dare un messaggio, sia rivolto ai potenti Secondo la tradizione della commedia dell’ arte…Sia al suo popolo. Un messaggio importante che é "ragioniamo con la nostra testa"
Alessandro: per ora il rapporto coi fan è tranquillo, si scherza in chat, riceviamo complimenti e non abbiamo mai avuto contrasti con nessuno. poi per quanto riguarda la storia, come dice mauro noi vorremmo comunicare questo messaggio.
Simone: Io personalmente adoro i nostri fan, soprattutto quelli più attivi, ritengo che il feedback di chi segue il fumetto o anche solo la pagina sia una delle nostre fonti di forza, senza un pubblico a cui mandare un messaggio o con cui semplicemente interagire il nostro prodotto non servirebbe a una ceppa.
Quanti volumi ci saranno di Pulcinell e dove li troveremo per acquistarli?
Mauro: Al Comicon troverete 3 numeri, presso lo stand Fumettube, altrimenti potete trovarci online! Cercheremo anche di organizzare eventi con le fumetterie della nostra zona... ma vedremo solamente dopo il Comicon come e cosa organizzeremo!
Ringraziandovi per la disponibilità nel rispondere a questa intervista: salutate il vostro pubblico!
Mauro: Non sputate in faccia alle ragazze, mi raccomando. L’obbiettivo è un altro, non so se mi spiego.
Simone: Casomai siamo noi a ringraziare voi per l'intervista! Un bacino sulle labbra a tutti quelli che ci seguono (se siete maschi, un bacino alle vostre sorelline), ora scusate ma torno a disegnare l'ultimo numero che sono già in ritardo con la consegna e se non lo finisco in tempo il pubblico ce lo possiamo anche scordare. Alla prossima!
Alessandro: Che dire, grazie a voi per questa possibilità, grazie a tutti coloro che hanno letto quest’ intervista, anche se non voteranno Pulcinell (MALEDETTI!!). Ragazzi è stato un piacere, non fate arrabbiare la mamma e godetevi la vita, vi voglio bene.
Mauro: Al Comicon troverete 3 numeri, presso lo stand Fumettube, altrimenti potete trovarci online! Cercheremo anche di organizzare eventi con le fumetterie della nostra zona... ma vedremo solamente dopo il Comicon come e cosa organizzeremo!
Ringraziandovi per la disponibilità nel rispondere a questa intervista: salutate il vostro pubblico!
Mauro: Non sputate in faccia alle ragazze, mi raccomando. L’obbiettivo è un altro, non so se mi spiego.
Simone: Casomai siamo noi a ringraziare voi per l'intervista! Un bacino sulle labbra a tutti quelli che ci seguono (se siete maschi, un bacino alle vostre sorelline), ora scusate ma torno a disegnare l'ultimo numero che sono già in ritardo con la consegna e se non lo finisco in tempo il pubblico ce lo possiamo anche scordare. Alla prossima!
Alessandro: Che dire, grazie a voi per questa possibilità, grazie a tutti coloro che hanno letto quest’ intervista, anche se non voteranno Pulcinell (MALEDETTI!!). Ragazzi è stato un piacere, non fate arrabbiare la mamma e godetevi la vita, vi voglio bene.
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Scheda di Animeclick
Concorrenti Precedenti:
MangAde Collection
Crazy Nena
BANdiera Nera
Quantum Academy
Tutte le news dei partecipanti
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Che cos'è l'IICA?
L'Italian Indie Comics Award è un concorso nato per promuovere le autoproduzioni partecipanti e cercare di far conoscere loro ed i loro autori ad un pubblico più vasto, stabilendo nel frattempo quali sono le migliori per diverse categorie di genere e di stile (qui l'elenco completo e tutti i dettagli) in maniera da mettere le opere più meritevoli in risalto secondo divisioni il più possibili omogenee e pertinenti. Il concorso è strutturato in due fasi: la prima di rassegna, che si sta svolgendo attualmente, per presentare le opere partecipanti e la seconda di voto pubblico, che sarà effettuata verso giugno, dove tutti gli interessati saranno chiamati a votare ed esprimere le proprie preferenze (tale voto pubblico si unirà a quello della giuria di settore per dar vita al giudizio finale per ogni categoria).
Questa rassegna quindi è un'occasione di festa dove poter ammirare e commentare gli autori partecipanti, rammentando che sono esordienti, molte volte autodidatti, e che in quanto tali non sono perfetti, ma hanno tantissima voglia di mettersi in gioco, crescere e migliorare. Ci auguriamo quindi che possiate leggere le loro opere ed apprezzare i loro sforzi in quanto tali, promuovendo quelle opere che considerate meritevoli dando loro il vostro supporto. La maggior parte di loro lavora solo per passione nutrendosi dei commenti del proprio pubblico ed anche un piccolo parere positivo può fare la differenza e sostenerli nel loro sogno, non deludiamoli!
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