Da quando, lo scorso 22 marzo, è uscito il teaser trailer dell'adattamento americano di Netflix di Death Note, tratto dall'omonimo e celebre manga di Tsugumi Ohba e Takeshi Obata in uscita in agosto, i fan hanno subito ripreso la protesta: il motivo è il "whitewashing", ovvero la pelle bianca dell'attore che interpreta il protagonista Light Turner, ovvero Nat Wolff, all'interno di un cast in cui sono spariti i ruoli importanti affidati ai non-bianchi, e l'attore Masi Oka è l'unico viso nipponico conosciuto.
Così ecco il via dato alla petizione su Care2 Petition, che chiede di boicottare il Death Note di Netflix per la mancanza di attori nipponici proprio in una storia che è "intrisa di cultura, storia e identità nipponica", accusando il prodotto americano come ennesimo esempio di "sbiancamento di pelle" del settore dell'intrattenimento.
Gli oltre 16'000 sostenitori che hanno firmato il documento lamentano: "Ci sono attori bianchi per molti dei protagonisti di quest'adattamento. Death Note non dovrebbe essere così, perché va contro la vera anima della storia."
La petizione ha ricevuto così tanto interesse in Occidente da suscitare anche l'attenzione dei netizen nipponici, i quali, forse non così sorprendentemente, non si schierano necessariamente contro un cast interamente di bianchi, un po' come successo per il live action di Ghost in the Shell.
E così twittano:
Se i fan americani sono sdegnati quindi, i giapponesi appaiono ben più tranquilli all'idea, essenzialmente perché una trasposizione occidentale nasce quasi ovviamente con attori bianchi.
Semmai, i fan nipponici sono apparsi più confusi dalla scelta dell'attore di pelle scura Keith Stanfield, sulla figura di L:
I giapponesi hanno espresso le proprie perplessità anche sulla visione che hanno degli attori asiatici americani: a quanto pare, in generale concordano quasi tutti sul fatto che sarebbero più inquieti all'idea di avere attori asiatici, ma non nipponici, per interpretare ruoli di giapponesi. E che in pratica se si vogliono utilizzare attori asiatici, meglio sarebbe se fossero nipponici per davvero.
Nel complesso, quindi, se i fan americani sono perplessi per un aspetto dell'adattamento di Netflix, i fan nipponici lo sono per tutt'altra questione. Ad ogni modo, solo il tempo parlerà sulla bontà dell'adattamento di per sé; e solo a partire dal prossimo 25 agosto 2017 sapremo se i fan apprezzeranno il prodotto, indipendentemente dalla scelta degli attori.
Fonti consultate:
Comic Book
EnRocketNews24
Death Note: Teaser Trailer
Nella storia originale, Light Yagami è un geniale quanto cinico liceale diciassettenne. La vita lo tedia e il mondo, con la sua ingiustizia, lo disgusta profondamente. Ryuk è un dio della morte, che come tutti i suoi “colleghi” conduce da tempo immemorabile un’esistenza vuota e minata dalla noia. In cerca di distrazioni, Ryuk decide di abbandonare nel mondo degli uomini il suo Quaderno Della Morte, all’apparenza un semplice block notes, ma dotato di un tremendo potere, perché scrivere il nome di una persona sul Quaderno significa decretarne la morte. Dopo aver per caso trovato il Quaderno Della Morte, e averne compreso le potenzialità, Light decide di servirsene per cambiare il mondo, mentre Ryuk lo osserva divertito.
Così ecco il via dato alla petizione su Care2 Petition, che chiede di boicottare il Death Note di Netflix per la mancanza di attori nipponici proprio in una storia che è "intrisa di cultura, storia e identità nipponica", accusando il prodotto americano come ennesimo esempio di "sbiancamento di pelle" del settore dell'intrattenimento.
Gli oltre 16'000 sostenitori che hanno firmato il documento lamentano: "Ci sono attori bianchi per molti dei protagonisti di quest'adattamento. Death Note non dovrebbe essere così, perché va contro la vera anima della storia."
La petizione ha ricevuto così tanto interesse in Occidente da suscitare anche l'attenzione dei netizen nipponici, i quali, forse non così sorprendentemente, non si schierano necessariamente contro un cast interamente di bianchi, un po' come successo per il live action di Ghost in the Shell.
E così twittano:
"Se è ambientato in un liceo americano, allora avere attori bianchi non pone alcuna questione."
"È come il Godzilla di Hollywood. È la versione hollywoodiana, pertanto vedervi degli stranieri non è un problema."
"È come il Godzilla di Hollywood. È la versione hollywoodiana, pertanto vedervi degli stranieri non è un problema."
Se i fan americani sono sdegnati quindi, i giapponesi appaiono ben più tranquilli all'idea, essenzialmente perché una trasposizione occidentale nasce quasi ovviamente con attori bianchi.
Semmai, i fan nipponici sono apparsi più confusi dalla scelta dell'attore di pelle scura Keith Stanfield, sulla figura di L:
"L'unica cosa fuori luogo è che L sia un nero."
"Secondo il manga originale, che L sia nero è quantomeno strano."
"È una scelta che non si adatta al personaggio."
"Secondo il manga originale, che L sia nero è quantomeno strano."
"È una scelta che non si adatta al personaggio."
I giapponesi hanno espresso le proprie perplessità anche sulla visione che hanno degli attori asiatici americani: a quanto pare, in generale concordano quasi tutti sul fatto che sarebbero più inquieti all'idea di avere attori asiatici, ma non nipponici, per interpretare ruoli di giapponesi. E che in pratica se si vogliono utilizzare attori asiatici, meglio sarebbe se fossero nipponici per davvero.
"Penso che tutto ciò [espresso sopra, ndt] sia ben meno problematico di quando è successo che l'attore per il protagonista di Speed Racer è stato convertito da giapponese a coreano."
"Come giapponese, sarei molto più offeso se fosse un asiatico non giapponese ad interpretare un ruolo di giapponese."
"Come giapponese, sarei molto più offeso se fosse un asiatico non giapponese ad interpretare un ruolo di giapponese."
"Sinceramente preferirei di gran lunga un attore bianco o nero in un contesto americano che un coreano o un cinese che finge di essere giapponese."
Nel complesso, quindi, se i fan americani sono perplessi per un aspetto dell'adattamento di Netflix, i fan nipponici lo sono per tutt'altra questione. Ad ogni modo, solo il tempo parlerà sulla bontà dell'adattamento di per sé; e solo a partire dal prossimo 25 agosto 2017 sapremo se i fan apprezzeranno il prodotto, indipendentemente dalla scelta degli attori.
Fonti consultate:
Comic Book
EnRocketNews24
KUMA-29, dipende sempre da quelle che erano le intenzioni degli autori. È un prodotto semplicemente basato su Death Note. Quindi, se gli fosse girato, avrebbero potuto pure rendere Light una donna e L un cane spaziale. XD
Beh, se il perno portante di un opera di successo internazionale deve essere stravolta a favore della propria fantasia personale, bisogna anche aspettarsi le dovute critiche da parte dei fruitori dell'opera. Quando si prende la licenza di un prodotto bisogna tenere anche conto del contesto di storia e personaggi, perchè è molto facile cadere nel trash rovinando una buona idea.
Se volete guardare un live carino, vi consiglio quello di Liar Game fatto da coreani... ci sono tante differenze con il manga originale, però non è male.
whitestrider
Esattamente u_u
Beh, c'è sempre un mese gratuito...
Per quanto riguarda la questione del "razzismo" (il termine in sé in questo caso poi è comico, visto che si parla sempre di etnia asiatica): sicuramente tra i giapponesi c'è chi non sopporta l'idea di veder interpretato un connazionale da altri asiatici per spregio verso di loro, ma non penso assolutamente che sia l'unica ragione. In una presa di posizione del genere ci vedo anche il desiderio di non vedersi trattare come se fossero interscambiali con gli altri asiatici, cosa molto umana visto che gli americani non sono proprio assi in Geografia e studio delle tradizioni culturali degli altri Paesi.
Altra grande preoccupazione è che ogni cosa che prendono in mano gli americani diventa meno cerebrale, più muscolare e più spettacolare, cosa che poco si confa allo stile di Death Note.
Misa può essere tranquillamente uno dei tanti talent presenti in America o una della " cantera " Disney simil Hanna Montana. Gli Dei dell'art morte possono essere un'entità spirituale a caso a anche essere presentati cose tali. Più muscolare non vuol dire levare spessore ad un'opera, Minority report e Atto di forza sono film d'azione ma pieni di spessore così come I magnifici sette è uno ottimo remake dei sette samurai pur traslando completamente situazioni e personaggi dal Giappone all'America.
Gli attori non c'entrano una sega con gli originali, (e già questo tradisce come gli autori si saranno presi molta libertà rispetto al materiale originale : mma fare Misa una goth girl era chiedere troppo? Eppure ci sono pure in USA ... ) la trama sarà sacrificata troppo per stare in un solo lungometraggio ( era meglio una serie tv ); aggiungiamoci che gli yankee difficilmente riescono a fare un adattamento decente di un manga, neppure quando ci sono i miliardi, come il recente GitS... perché DN dovrebbe venire bello ?
Veramente Death note è uno dei manga/anime che trasuda meno cultura giapponese in assoluto, anzi credo che se ha avuto tanto successo in occidente anche fra il pubblico mainstream lo si deve proprio a questo fatto.
Ripeto che l'unica forte perplessità rimane L nero.
Allora non sono il solo a trovare che ha la faccia da fesso
Bhe nel trailer si vede una figura in penombra.
Magari non sarà un dio della morte ma un demone o qualcosa del genere
Mi sento perplessa dai commenti dei giapponesi, non è la prima volta che viene realizzato un film americano ambientato in giappone con attori per esempio cinesi (memorie di una geisha), grandissimi attori che hanno interpretato bene tale ruolo.
Non ha senso neanche che hanno paura di essere interscambiabili, ma perchè noi caucasici riusciamo a capire da che nazionalità proveniamo
Quindi io mi dovrei sentire arrabbiata se il padrino lo hanno interpretato attori non italiano o che thermae romae sia interpretato solo da giapponesi? No mi va benissimo
Secondo me è l'ennesimo esempio di come i giapponesi siano troppo isolati, dicono di accettare le altre culture però alla fine non lo dimostrano o almeno questo è un parere mio
Non capisco neanche cosa abbiano da ridire i fan, Netflix ha comprato i diritti ci mette i soldi per realizzarlo è ovvio che farà in modo che quei soldi gli ritornino, deve pur venderlo al pubblico americano
Ma gli shinigami non sarebbe una sorta di "traghettatori di anime" stile Caronte o è una descrizione troppo simile a quelli presenti in Bleach?
Daredevil è una serie fatta in economia eppure è uscito un prodotto più che meritevole, uguale la prima stagione di Orange is the new black ( poi il budget è aumentato) , Tredici etc. Netflix fin'ora anche con budget non hollywoodiani ha tirato fuori belle serie dunque direi di evitare gli allarmismi anche perché in ogni caso Death Note ha ricevuto millemila trasposizioni e senza non piace una basta guardare ad un'altra.
Se il trend è questo, tanto vale che si discosti e stop, rielabori l'idea del manga e ne offra una nuova versione. Almeno non so come vanno le cose.
Io mi incavolerei di più per il fatto che abbiano usato il termine kira, nome giapponese e storpiatura del termine inglese killer, a questo punto sarebbe stato meglio darsi un soprannome americanizzato che ricordasse kira, killah magari ma ecco, sta cosa o magari se utilizzeranno altro della cultura giapponese in un contesto non proprio. Se invece cambiano un po' le cose è anche meglio. Ma aspetto prima di giudicare qualcosa. Vedo, provo, assaggio.
Piccola nota, io sinceramente avrei preferito di gran lunga una serie tv piuttosto che un riduttivo film ma per tempistiche di storia.
È biondo, ha un nome anglofono, mi pare abbastanza. Qua e là nel manga trovi personaggi che hanno caratteristiche tipiche di un paese più che di un altro anche se, non essendo ambientato nel "nostro" mondo, la geografia e la storia di "quel" mondo sono solo ispirati al "nostro".
Sì. Son Gohan (nonno di Goku) è orientale, vive in un ambiente orientale (ricorda le montagne cinesi di Zhangjiajie), la sua casa ha caratteristiche architettoniche tipiche della Cina.
Ci sono anche tanti manga e/o anime con protagonisti che hanno nome e cognome giapponese, frequentano una scuola giapponese, vivono in case con architettura tipica del Giappone moderno, ma magari hanno i capelli rosa o azzurri (pur non essendo super saiyan).
Death note, invece, è ambientato (prevalentemente) in Giappone, il protagonista è giapponese e tutta la storia nasce dalle azioni di una figura della mitologia giapponese, di probabile origine occidentale. A parer mio quelli di Netflix hanno fatto tutto bene se prendono i protagonisti principali, gli cambiano carattere e nomi, rendendo coerente la scelta degli attori (o meglio, avranno scelto gli attori coerentemente con le modifiche apportate alla storia). Non trovo strana la scelta di un nero per L, anzi sarebbe strano che non ci fossero attori di colore, piuttosto mi sembra più grande, come l'attore che interpreta Light non mi sembra un figo che rasenta la perfezione.
Veramente in USA le goth girl sono famosissime, c 'era pure la coroner (Abby )di quel telefilm poliziesco, NCSI che è una celebrità.
Ci sono pure nelle nuove serie di Scooby Doo.... e qui che ti fanno ?
Una cheerleader!
Già ho capito la trama : Light è un nerd povero e sfigato trattato male dai bulli e innamorato perso della capa delle cheerleader che manco se lo fila.
Poi trova il DN, ammazza chi gli sta sulle balle, diventa forte e sicuro di se e Misa si innamora di lui.
Arriva L che scopre tutto e cerca di catturarlo e scommetto che alla fine manco muore: a morire sarà Light, che poi prima che inizino i titoli di coda si scoprirà essere vivo (ta-dan) in modo da aprire le porte al sequel .
Scommettiamo che sarà così tale e quale ?
Meno male che non sapete la trama del live di Kiseiju che gli yankee dovevano fare anni fa.
In Usa le goth ( goth appunto, non gothic lolita come Misa) sono famose ma con background completamente opposto a quello Giapponese. La goth non è la figa ( o per meglio dire, non la figa assoluta) che fa sognare l'adolescente medio ma è la tizia strana darkettona con interessi discutibili, tutto l'opposto di ciò che Misa é in Death Note e traslando la sua figura in un corrispettivo occidentale la cheer leader è il personaggio perfetto.
Vai a farti un giro sul web e vedi se le goth girl non sono un sogno erotico dell' americano medio ( o almeno dei nerd ).
E sicuramente una Misa americana darkettona e dai gusti strani ( perché la Misa nipponica invece non è fuori di capa, vero ?) sarebbe stata di certo più fedele di una scilaba cheerleader !
Le premesse per una schifezza epocale come DB Evolution o il film di Dylan Dog ci sono tutte.
Un po' stramba però Misa lo era, in fondo in fondo...
No, non sarebbe più fedele. La Dark possa ( cosa che ripeto, Misa non è, é una gotic lolita figura assente nell'ideale americano) piacere non lo nego soprattutto se più matura ma la cheerleader é il sogno erotico dell'adolescente medio americano e arrivare a negarlo per voler polemizzare è semplicemente puerile. La cheer leader è scialba se la rendono tale, esattamente come tutte le ragazze scialbe degli anime e drama giapponesi che usavano lo stile gothic lolita quando era di moda.
Ma si può fare tranquillamente una cheerleader stramba come ad esempio Brittany di Glee. Dove, guarda caso eh, il gruppetto delle ragazze fighe erano tutte cheerleader.
Solo un po'?
Per i miei standard solo un po'!
Poi nello specifico si può disquisire sul fatto che Light sembri un brocco, L sia nero (secondo me perde molto del suo impatto un L nero).
L'attore nero potevano benissimo inserirlo su un altro personaggio, che ne so un Matsuda (sempre se è previsto un personaggio simile in questa produzione) che nell'opera originale ha un ruolo importante ai fini della storia.
Non si può dare un giudizio senza prima aver guardato l'opera... scusatemi ma è un comportamento da idioti.
Ecco hai centrato il problema principale, Light sembra proprio un brocco!
Pensala come vuoi, ma una darkettona sarebbe stata più in linea con la storia e il personaggio originale, piuttosto che stà sciacquettache fuma e che non avrà neanche Rem o gli occhi dello Shinigami ( non c'è spazio per tutto ciò nel film)
Fullmetal Alchemist e Shinjeki no Kyojin (giusto due abbastanza famosi di cui sono a conoscenza, ma ce ne saranno sicuramente altri) hanno ricevuto adattamenti live action con attori giapponesi, quando di giapponese le opere originali non hanno assolutamente nulla.
Quindi, se i giapponesi fanno un adattamento "discutibile" (per modo di dire) di un anime, va tutto bene, ma se lo fanno gli americani si urla allo scandalo?
Per come la vedo io, si tratta solo di "jappominkismo" allo stato puro, e questa è una protesta di cui il mondo potrebbe anche fare a meno. Si può discutere sulla qualità del prodotto, sulla fedeltà all'originale e il suo adattamento, sulle recitazioni e tanto altro... ma bocciare un prodotto a prescindere solo perché "volevo i jappi gne gne gne" non mi sembra corretto.
P.S: Mi fanno ridere i jappi che dicono sì agli americani, ma no ai neri ROTFL.
E' più una protesta per delle scelte che effettivamente non hanno senso, tipo L nero.
Perchè? Per fare un personaggio nero positivo? Una cosa politically correct?
Se con la seconda frase intendi "noi caucasici non capiamo se chi ci interpreta è dello stesso nostro Paese", mi permetto di dissentire sull'assolutismo della cosa, visto che spesso è comprensibile dal modo di porsi ''XD
Detto questo anche a me va benissimo, ma capisco che a dei giapponesi/asiatici può andar meno bene perché sono consapevoli che in Occidente spesso vengono visti come un unicum culturale, e questa cosa non è proprio piacevole. Per il resto, a livello storico per quanto ho visto e studiato gli screzi tra i Paesi asiatici sono molto più freschi e sentiti di quanto non siano in Occidente, quindi non mi stupisce che siano sensibili alla cosa.
Sempre per motivi storici e culturali che non sto giudicando come positivi o negativi, ma come dati di fatto, non mi stupisce che siano più straniti da L nero di quanto possiamo esserlo noi, visto che le persone di colore in Giappone non sono esattamente diffuse quanto in Occidente.
In un mondo ideale basterebbe la lezione "siamo tutti uguali e non importa il colore della pelle" per far sì che a nessuno sembri strano niente di molto diverso da ciò a cui è abituato, ma nella bigia realtà a) questa lezione non è insegnata spesso come si potrebbe pensare (e questo vale per qualunque Paese), b) un conto è la teoria e uno la pratica, quindi in un Paese dove le persone di un'etnia sono meno numerose, non è strano che vederle interpretare ruoli pensati per altre etnie stupisca.
A noi queste cose possono non piacere, e va benissimo, ma almeno tentiamo di essere consapevoli di quali siano le radici degli avvenimenti, dai.
Il "troppo" come dici tu è un parere molto soggettivo. Anch'io concordo che aprirsi un po' di più per il Giappone non sarebbe un male, anzi, ma in compenso non gli augurerei neanche la globalizzazione estrema e l'appiattimento culturale atroce che fino a poco tempo fa in molti evocavano come la panacea a tutti i mali. Una giusta via di mezzo sarebbe l'ideale, e spero che in un modo o nel'altro ci si arrivi.
Non penso sia colpa degli occidentali, solo gli avvenimenti della storia, quanto l'isolazionismo di un paese o l'espansionismo di un altro, sommati hanno portato a contaminazioni culturali a cui oggi non facciamo neppure più caso.
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è poi ci si lamenta del politically correct quando è questo che la gente vuole
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