Oggi una piccola sorpresa per tutti i fan del japstyle. Aspettando le fasi finali dello Yaruki che inizieranno dalla prossima settimana con i sondaggi per darvi modo di votare la miglior opera PRO, eccoci con un incredibile antipasto. Difatti abbiamo l’infinito piacere di parlarvi di una delle opere più celebri di tutto il mondo del japstyle, un’opera che da anni raggiunge consensi e finalmente raggiunge anche queste pagine: Butterfly Effect di Giulia “Myu” Della Ciana, edito da Mangasenpai
Quanti di voi seguono opere shojo-ai? Per chi non lo sapesse parliamo di quel genere narrativo riguardante i manga con tematiche sentimentali ma che vertono su delle relazioni di stampo omosessuale. Un fumetto che prima di ogni cosa cerca di colpire nel cuore delle sue lettrici, di tante ragazze che potrebbero aver vissuto qualcosa di simile, ritrovandosi tra gli immensi dilemmi sul come agire. Quanto rischiare per cercare la propria felicità? Quanto è importante essere sinceri con sé stessi?
Butterfly Effect è un’opera che non ci vuole suggerire all’orecchio dei classici concetti triti e ritriti, ma è un’opera che riflette con grandissima delicatezza una situazione che facilmente possiamo ritrovare fuori da queste pagine. Aprendo l’albo quel che è più facile notare è come il tratto delicatissimo rispetti perfettamente i canoni stilistici dello shojo, ritrovandoci una storia estremamente scorrevole, assolutamente perfetta per tutti coloro siano abituati sia a slice of life che ai classici shojo. Nel caso siate fan di certi generi ed al contempo vogliate iniziare con un fumetto italiano, questo fumetto fa assolutamente al caso vostro.
La forza maggiore dell’opera è rappresentata dalle nostre due protagoniste, due ragazze che si completano a vicenda con le proprie debolezze e le proprie forze. Ania è una ragazza estremamente dolce, un’inguaribile sognatrice che grazie a Steph riesce a far sentire la propria voce, la sua dolcezza è accompagnata da un carattere fiero, una ragazza che sa che deve lottare per raggiungere i suoi obiettivi e che non può permettere a nessuno di metterle i piedi in testa. D’altro canto Steph è un libro aperto fin dal primo attimo, con quell’aria intrisa di gioviale strafottenza così benigna a quell’età, impreziosita da uno sguardo deciso che si addolcisce sempre di più quando viene a contatto con la sua migliore amica. Ania rappresenta una protagonista da shojo da manuale, con la sua bellezza cristallina e con un carattere che sembra sia esente da difetti, alla ricerca del vero amore e di realizzare sé stessa; Steph è forse ciò che più di ogni altra cosa ci permette di vedere BE in un’altra ottica, è lei che sogna di farsi spazio nel cuore dell’amica e che quindi introduce tutti noi verso qualcosa di nuovo, lei che difetti ne ha ma che forse il vero amore l’ha trovato (o almeno è questo che preferiamo credere).
Il merito più grande di Myu è quello di saper raccontare uno shojo chiaramente atipico, sapendo giocare con maestria con linee chiave del genere. Per comprendere questo punto basti riflettere sui primi capitoli del fumetto, nel quale ci ritroviamo un triangolo che rispecchia una delle situazioni più classiche dei fumetti d’amore, con Ania “contesa” tra due ragazzi che non deludono le aspettative: Ale, il fidanzato all’apparenza perfetto, e Dante, un classico badboy strafottente. Quel che può sembrare la stesura di un copione già visto invece si rivela una presa di posizione dell’autrice, che ci mostra la sua grande capacità nel saper offrire al lettore qualcosa che possa farlo sentire al sicuro e superarlo allo stesso tempo con grande semplicità.
Il triangolo, come ogni qualsiasi altro elemento che potremmo ricondurre direttamente allo shojo, diventa solo lo sfondo per prepararci alla vera anima dell’opera. Eccoci quindi agli interessantissimi passi di avvicinamento al mondo del fumetto da parte della protagonista, i quali ci permetteranno di comprendere meglio lei ma non solo, rappresentano difatti una vera critica al nostro paese, un ottimo sfogo che non poteva trovare casa migliore se non in un ottimo fumetto.
Di seguito ecco l’intervista con Myu:
Ciao Myu, spero che questa sorpresa possa piacere ai tuoi fan e ai lettori di AnimeClick! Grazie per essere con noi
Ciao a tutti! Sicuramente è stata una sorpresa graditissima in primis da me, quando mi avete contattata per l'articolo, grazie di cuore! Spero che le mie risposte possano essere interessanti, anche per chi non conosce me o il mio fumetto!
Butterfly Effect è arrivato al quarto volume: complimenti! Cosa si prova a portare avanti una serie per così tanto tempo? Quanto ancora durerà?
Grazie dei complimenti! Ormai lavoro a Butterfly Effect da 4 anni e provo sensazioni contrastanti...da una parte mi sembra che il tempo non sia mai passato, dall'altra invece, riguardando il primo numero, mi rendo conto di quanto il mio stile e il mio modo di raccontare sia maturato da allora. Per BE sono previsti circa 12 volumi e calcolando che sta per uscire il 5 e che ho iniziato a farli uscire semestralmente invece che annualmente, immagino ci vorranno altri 3 anni per finirlo!
Nella tua opera fai riferimento, in modo per nulla velato, alla difficoltà di diventare una fumettista japstyle in Italia, è anche vero che è un’opera ambientata in un periodo precedente al nostro, quali sono i tuoi pensieri odierni a proposito?
Butterfly Effect si ambienta nel 2011, periodo in cui in Italia non erano ancora nate realtà editoriali che si occupavano di manga italiani e ci si doveva fare strada con le autoproduzioni, tra i pregiudizi e l'ignoranza della gente. Ora le cose sono molto cambiate, c'è più apertura mentale e sicuramente ci sono possibilità in più per chi come me 5/6 anni fa, vedeva tutto questo come un sogno irrealizzabile. Vorrei poter dire che sono contentissima e soddisfattissima di come vanno le cose ora, ma purtroppo ancora non basta... il mercato è troppo piccolo, di nicchia e la stragrande maggioranza del pubblico che adora i manga e che potrebbe apprezzarci, non ci consce (o non vuole farlo). Di conseguenza le tirature sono basse, i costi alti e anche questo non favorisce di certo la vendibilità dei nostri fumetti e quindi la loro diffusione. L'unica cosa su cui possiamo puntare per convincere il pubblico a darci una possibilità, è la qualità: delle nostre storie e dei disegni, la loro originalità e i messaggi che trasmettono. Ci vorrà del tempo ma devo dire che da quando è nata la mia casa editrice, ad oggi, ho notato dei grandissimi miglioramenti, in primis proprio nel pubblico, che è molto meno scettico e più aperto a opere dalla cultura italiana, raccontate in stile giapponese.
Situazioni come quelle di Ania e Steph sono vissute da molte ragazze, hai incontrato ragazze che si siano sentite aiutate dalla tua opera?
Diverse ragazze mi hanno scritto per dirmi che hanno vissuto delle esperienze simili e che la mia storia gli è stata molto di conforto, perché le ha fatte rispecchiare nelle protagoniste e le ha fatte sentire meno diverse. Alcune mi hanno ringraziato per il messaggio che sto mandando con questa storia e mi hanno detto che se avessero potuto leggerla tanti anni fa, forse avrebbero affrontato diversamente molte situazioni difficili della loro vita. Altri (sia ragazzi che ragazze) mi hanno scritto anche per altre tematiche che affronto, come i problemi derivanti dal voler fare manga in Italia o il bullismo subito a scuola.
Difficile non rivedere tra i primi passi nel creare un fumetto della protagonista anche te, come sono stati i tuoi primi passi, le tue prime difficoltà? Come le hai superate?
Io di mio sono una persona che non si arrende facilmente e che se si pone un obbiettivo lo insegue fino a raggiungerlo. Mi è capitato spesso di cadere: magari per delle critiche troppo pesanti o dei pregiudizi, per il fatto di sentirmi inferiore o non abbastanza e quindi avere gli immancabili blocchi artistici, oppure pensare che quello che stavo facendo era inutile e che la situazione del fumetto in Italia non mi permetteva di vivere e sostentarmi senza fare altri lavori extra (questa cosa purtroppo mi martella ancora oggi ma ho imparato a conviverci perché non dipende da me!). Grazie al cielo mi rialzo sempre abbastanza in fretta, con ancora più energia e voglia di fare. Non è che io abbia un modo per superare le difficoltà, semplicemente faccio un'analisi molto pratica e "fredda" di quello che mi sta accadendo "Questa cosa mi è utile al fine che devo raggiungere? Si? No? Si deve trovare una soluzione per andare avanti, non ho tempo da perdere.". A volte mi è capitato di dover reprimere il mio stato d'animo, magari per delle situazioni spiacevoli che stavo vivendo perché mi distraevano dalla consegna del fumetto e non potevo permettermi ulteriori ritardi sulla tabella di marcia.
Ormai sei una delle autrici più famose del mondo japstyle italiano, qual è la tua più grande soddisfazione?
Sicuramente quella che hai appena detto è già di per se una grandissima soddisfazione! Ma devo dire che ciò che mi spinge ad andare avanti e a migliorarmi sono le persone che acquistano i miei volumi e mi sostengono ormai da tanti anni... non sarei qui se non fosse per loro, le soddisfazioni che mi danno le persone che mi seguono ogni giorno, che mi mandano fan art, regali e bellissimi messaggi, non hanno prezzo. Specialmente quando mi capita di ricevere messaggi da persone che inizialmente non erano convinte di acquistare la mia storia, perché magari gli piacevano i disegni ma il genere non li attirava e invece poi, dandomi una possibilità e leggendola, si sono ricreduti.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Ho diversi progetti in cantiere, oltre a finire Butterfly Effect ovviamente. Al momento ho avviato un canale Youtube a tema fumettistico di nome "WINK" insieme ad una mia cara amica e collega, Elisabetta Cifone (Ale & Cucca). Lo scopo del canale è parlare in modo molto vario ma approfondito del mondo del fumetto, con particolare attenzione al manga italiano (anche perché siamo entrambe specializzate in quello), ci saranno varie rubriche, con video talvolta più seri, talvolta più simpatici, ovviamente non mancheranno i tutorial di disegno e altre cose di questo genere.
Poi tra qualche anno vorrei fare un remake di un mio vecchio manga a sfondo semi/mitologico di nome Cursed Moon, che mi sta molto a cuore ma ho dovuto interrompere perché è arrivato il lavoro con la casa editrice e forse è stato meglio così, all'epoca non avevo ancora le competenze per cimentarmi in un genere così "dark", ben lontano allo shoujo che faccio di solito e sto lavorando per riuscire a gestirlo al meglio in futuro e poter proporre un valido progetto a qualche grande casa editrice. Ho anche dei contatti con degli editori giapponesi ai quali dovrei proporre un paio di altre storie totalmente inedite. Incrociamo le dita!
Link Utili:
Myu’s Art
Giulia Della Ciana è un’aspirante mangaka chiamata con lo pseudonimo di "Myu". Nasce a Roma il 29 aprile 1993. Essendo appassionata fin da piccola di disegno manga, ha deciso di studiare per farlo diventare la sua professione. Ha iniziato ad avvicinarsi al disegno manga come autodidatta alla tenera età di 10/11 anni e dopo aver scelto l'indirizzo figurativo al liceo artistico, nel 2011 ha voluto approfondire i suoi studi frequentando la scuola italiana di manga chiamata "Manga Campus", dove ha affinato le tecniche imparando ad usare strumenti professionali. Tra i suoi manga più importanti il primo fu il webmanga Lovely Myu (2008), pubblicato su un forum dedicato proprio ad esso e concluso nel 2011. Subito dopo fu il turno di Cursed Moon (storia in collaborazione con Claudia Grillea) pubblicato invece su carta, in una fanzine (rivista manga auto-prodotta dagli stessi autori) di nome "Hyoutan" e fermato in corso d'opera per iniziare la pubblicazione editoriale di Butterfly Effect, al quale si sta dedicando dal 2013 a tempo pieno. Pubblicato online a partire dal 19 Marzo 2014 per la collana Mangasenpai in formato e-book, è stato poi pubblicato in cartaceo nel novembre del 2014 in anteprima a Lucca Comics, ed è la sua vera opera prima. Finora dell'opera sono usciti 4 volumi con cadenza semestrale, la serie è ancora in corso.
Quanti di voi seguono opere shojo-ai? Per chi non lo sapesse parliamo di quel genere narrativo riguardante i manga con tematiche sentimentali ma che vertono su delle relazioni di stampo omosessuale. Un fumetto che prima di ogni cosa cerca di colpire nel cuore delle sue lettrici, di tante ragazze che potrebbero aver vissuto qualcosa di simile, ritrovandosi tra gli immensi dilemmi sul come agire. Quanto rischiare per cercare la propria felicità? Quanto è importante essere sinceri con sé stessi?
Storia fortemente intimista, Butterfly Effect narra del profondo legame di amicizia che si crea tra due compagne di classe, Ania d’Amico e Stephanie Grandi. Ania è una stupenda ragazza dai lunghi e soffici capelli color prugna. Schiva e gentile, Ania cela però un carattere indomito e battagliero. Da sempre disegnatrice, Ania fugge dalla popolarità e dall'amicizia per rintanarsi nel mondo magico del foglio da disegno, dove entro i suoi margini riesce a trovare una propria dimensione.
Ma la vita continua, e non tutto ciò che succede può stare in un foglio di carta... Stephanie Grandi, figlia del Preside, una ragazza che mostra un carattere emancipato, è la prima vera amica della protagonista e porterà un po’ di aria nuova nella sua vita, insegnandole come “prendere la vita per le corna” grazie alla sua personalità molto popolare, al contrario di Ania. Tra le due scatta qualcosa, una scintilla, come un piccolo battito d’ali di farfalla che inizia a correre su e giù per il loro destino, incuneandosi nelle pieghe delle loro vite, unendole sempre più in un legame unico che racconta una storia di amicizia molto moderna ma anche… forse, una segreta passione… Trama a cura di MangaSenpai.
Ma la vita continua, e non tutto ciò che succede può stare in un foglio di carta... Stephanie Grandi, figlia del Preside, una ragazza che mostra un carattere emancipato, è la prima vera amica della protagonista e porterà un po’ di aria nuova nella sua vita, insegnandole come “prendere la vita per le corna” grazie alla sua personalità molto popolare, al contrario di Ania. Tra le due scatta qualcosa, una scintilla, come un piccolo battito d’ali di farfalla che inizia a correre su e giù per il loro destino, incuneandosi nelle pieghe delle loro vite, unendole sempre più in un legame unico che racconta una storia di amicizia molto moderna ma anche… forse, una segreta passione… Trama a cura di MangaSenpai.
Butterfly Effect è un’opera che non ci vuole suggerire all’orecchio dei classici concetti triti e ritriti, ma è un’opera che riflette con grandissima delicatezza una situazione che facilmente possiamo ritrovare fuori da queste pagine. Aprendo l’albo quel che è più facile notare è come il tratto delicatissimo rispetti perfettamente i canoni stilistici dello shojo, ritrovandoci una storia estremamente scorrevole, assolutamente perfetta per tutti coloro siano abituati sia a slice of life che ai classici shojo. Nel caso siate fan di certi generi ed al contempo vogliate iniziare con un fumetto italiano, questo fumetto fa assolutamente al caso vostro.
La forza maggiore dell’opera è rappresentata dalle nostre due protagoniste, due ragazze che si completano a vicenda con le proprie debolezze e le proprie forze. Ania è una ragazza estremamente dolce, un’inguaribile sognatrice che grazie a Steph riesce a far sentire la propria voce, la sua dolcezza è accompagnata da un carattere fiero, una ragazza che sa che deve lottare per raggiungere i suoi obiettivi e che non può permettere a nessuno di metterle i piedi in testa. D’altro canto Steph è un libro aperto fin dal primo attimo, con quell’aria intrisa di gioviale strafottenza così benigna a quell’età, impreziosita da uno sguardo deciso che si addolcisce sempre di più quando viene a contatto con la sua migliore amica. Ania rappresenta una protagonista da shojo da manuale, con la sua bellezza cristallina e con un carattere che sembra sia esente da difetti, alla ricerca del vero amore e di realizzare sé stessa; Steph è forse ciò che più di ogni altra cosa ci permette di vedere BE in un’altra ottica, è lei che sogna di farsi spazio nel cuore dell’amica e che quindi introduce tutti noi verso qualcosa di nuovo, lei che difetti ne ha ma che forse il vero amore l’ha trovato (o almeno è questo che preferiamo credere).
Il merito più grande di Myu è quello di saper raccontare uno shojo chiaramente atipico, sapendo giocare con maestria con linee chiave del genere. Per comprendere questo punto basti riflettere sui primi capitoli del fumetto, nel quale ci ritroviamo un triangolo che rispecchia una delle situazioni più classiche dei fumetti d’amore, con Ania “contesa” tra due ragazzi che non deludono le aspettative: Ale, il fidanzato all’apparenza perfetto, e Dante, un classico badboy strafottente. Quel che può sembrare la stesura di un copione già visto invece si rivela una presa di posizione dell’autrice, che ci mostra la sua grande capacità nel saper offrire al lettore qualcosa che possa farlo sentire al sicuro e superarlo allo stesso tempo con grande semplicità.
Il triangolo, come ogni qualsiasi altro elemento che potremmo ricondurre direttamente allo shojo, diventa solo lo sfondo per prepararci alla vera anima dell’opera. Eccoci quindi agli interessantissimi passi di avvicinamento al mondo del fumetto da parte della protagonista, i quali ci permetteranno di comprendere meglio lei ma non solo, rappresentano difatti una vera critica al nostro paese, un ottimo sfogo che non poteva trovare casa migliore se non in un ottimo fumetto.
Di seguito ecco l’intervista con Myu:
Ciao Myu, spero che questa sorpresa possa piacere ai tuoi fan e ai lettori di AnimeClick! Grazie per essere con noi
Ciao a tutti! Sicuramente è stata una sorpresa graditissima in primis da me, quando mi avete contattata per l'articolo, grazie di cuore! Spero che le mie risposte possano essere interessanti, anche per chi non conosce me o il mio fumetto!
Butterfly Effect è arrivato al quarto volume: complimenti! Cosa si prova a portare avanti una serie per così tanto tempo? Quanto ancora durerà?
Grazie dei complimenti! Ormai lavoro a Butterfly Effect da 4 anni e provo sensazioni contrastanti...da una parte mi sembra che il tempo non sia mai passato, dall'altra invece, riguardando il primo numero, mi rendo conto di quanto il mio stile e il mio modo di raccontare sia maturato da allora. Per BE sono previsti circa 12 volumi e calcolando che sta per uscire il 5 e che ho iniziato a farli uscire semestralmente invece che annualmente, immagino ci vorranno altri 3 anni per finirlo!
Nella tua opera fai riferimento, in modo per nulla velato, alla difficoltà di diventare una fumettista japstyle in Italia, è anche vero che è un’opera ambientata in un periodo precedente al nostro, quali sono i tuoi pensieri odierni a proposito?
Butterfly Effect si ambienta nel 2011, periodo in cui in Italia non erano ancora nate realtà editoriali che si occupavano di manga italiani e ci si doveva fare strada con le autoproduzioni, tra i pregiudizi e l'ignoranza della gente. Ora le cose sono molto cambiate, c'è più apertura mentale e sicuramente ci sono possibilità in più per chi come me 5/6 anni fa, vedeva tutto questo come un sogno irrealizzabile. Vorrei poter dire che sono contentissima e soddisfattissima di come vanno le cose ora, ma purtroppo ancora non basta... il mercato è troppo piccolo, di nicchia e la stragrande maggioranza del pubblico che adora i manga e che potrebbe apprezzarci, non ci consce (o non vuole farlo). Di conseguenza le tirature sono basse, i costi alti e anche questo non favorisce di certo la vendibilità dei nostri fumetti e quindi la loro diffusione. L'unica cosa su cui possiamo puntare per convincere il pubblico a darci una possibilità, è la qualità: delle nostre storie e dei disegni, la loro originalità e i messaggi che trasmettono. Ci vorrà del tempo ma devo dire che da quando è nata la mia casa editrice, ad oggi, ho notato dei grandissimi miglioramenti, in primis proprio nel pubblico, che è molto meno scettico e più aperto a opere dalla cultura italiana, raccontate in stile giapponese.
Situazioni come quelle di Ania e Steph sono vissute da molte ragazze, hai incontrato ragazze che si siano sentite aiutate dalla tua opera?
Diverse ragazze mi hanno scritto per dirmi che hanno vissuto delle esperienze simili e che la mia storia gli è stata molto di conforto, perché le ha fatte rispecchiare nelle protagoniste e le ha fatte sentire meno diverse. Alcune mi hanno ringraziato per il messaggio che sto mandando con questa storia e mi hanno detto che se avessero potuto leggerla tanti anni fa, forse avrebbero affrontato diversamente molte situazioni difficili della loro vita. Altri (sia ragazzi che ragazze) mi hanno scritto anche per altre tematiche che affronto, come i problemi derivanti dal voler fare manga in Italia o il bullismo subito a scuola.
Difficile non rivedere tra i primi passi nel creare un fumetto della protagonista anche te, come sono stati i tuoi primi passi, le tue prime difficoltà? Come le hai superate?
Io di mio sono una persona che non si arrende facilmente e che se si pone un obbiettivo lo insegue fino a raggiungerlo. Mi è capitato spesso di cadere: magari per delle critiche troppo pesanti o dei pregiudizi, per il fatto di sentirmi inferiore o non abbastanza e quindi avere gli immancabili blocchi artistici, oppure pensare che quello che stavo facendo era inutile e che la situazione del fumetto in Italia non mi permetteva di vivere e sostentarmi senza fare altri lavori extra (questa cosa purtroppo mi martella ancora oggi ma ho imparato a conviverci perché non dipende da me!). Grazie al cielo mi rialzo sempre abbastanza in fretta, con ancora più energia e voglia di fare. Non è che io abbia un modo per superare le difficoltà, semplicemente faccio un'analisi molto pratica e "fredda" di quello che mi sta accadendo "Questa cosa mi è utile al fine che devo raggiungere? Si? No? Si deve trovare una soluzione per andare avanti, non ho tempo da perdere.". A volte mi è capitato di dover reprimere il mio stato d'animo, magari per delle situazioni spiacevoli che stavo vivendo perché mi distraevano dalla consegna del fumetto e non potevo permettermi ulteriori ritardi sulla tabella di marcia.
Ormai sei una delle autrici più famose del mondo japstyle italiano, qual è la tua più grande soddisfazione?
Sicuramente quella che hai appena detto è già di per se una grandissima soddisfazione! Ma devo dire che ciò che mi spinge ad andare avanti e a migliorarmi sono le persone che acquistano i miei volumi e mi sostengono ormai da tanti anni... non sarei qui se non fosse per loro, le soddisfazioni che mi danno le persone che mi seguono ogni giorno, che mi mandano fan art, regali e bellissimi messaggi, non hanno prezzo. Specialmente quando mi capita di ricevere messaggi da persone che inizialmente non erano convinte di acquistare la mia storia, perché magari gli piacevano i disegni ma il genere non li attirava e invece poi, dandomi una possibilità e leggendola, si sono ricreduti.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Ho diversi progetti in cantiere, oltre a finire Butterfly Effect ovviamente. Al momento ho avviato un canale Youtube a tema fumettistico di nome "WINK" insieme ad una mia cara amica e collega, Elisabetta Cifone (Ale & Cucca). Lo scopo del canale è parlare in modo molto vario ma approfondito del mondo del fumetto, con particolare attenzione al manga italiano (anche perché siamo entrambe specializzate in quello), ci saranno varie rubriche, con video talvolta più seri, talvolta più simpatici, ovviamente non mancheranno i tutorial di disegno e altre cose di questo genere.
Poi tra qualche anno vorrei fare un remake di un mio vecchio manga a sfondo semi/mitologico di nome Cursed Moon, che mi sta molto a cuore ma ho dovuto interrompere perché è arrivato il lavoro con la casa editrice e forse è stato meglio così, all'epoca non avevo ancora le competenze per cimentarmi in un genere così "dark", ben lontano allo shoujo che faccio di solito e sto lavorando per riuscire a gestirlo al meglio in futuro e poter proporre un valido progetto a qualche grande casa editrice. Ho anche dei contatti con degli editori giapponesi ai quali dovrei proporre un paio di altre storie totalmente inedite. Incrociamo le dita!
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Myu’s Art
quello che non capisco è invece il come mai gli shoujo-ai giapponesi vengano snobbati mentre quelli italiani no. non mi riferisco ad animeclick ma ai compratori di fumetti. bho mistero.
Intanto complimenti a Giulia (quell'inchiostrazione dei capelli neri e mossi di Stephanie è stupenda *-*) e in bocca al lupo per il futuro!
Pure io l'ho visto in video presentazione e devo ammettere che mi ha incuriosita. Guarderò meglio dal vivo. Ps: ti ho messo un pollice negativo perché mi è scivolato il dito sullo smartphone.
Scusate il commento lungo, ci tenevo a specificare questa cosa che mi sta molto a cuore e grazie ancora a tutti!
Myu
Figurati. Anche noi italiani possiamo creare delle storie interessanti e di sicuro la tua è una di queste. E te lo dice uno che di Shoujo-Ai ne e un Po appassionato. In bocca al lupo per questa e altre storie
no! forse perchè arriva poco qua in italia, ma non è proprio del tutto vero. recentemente sono arrivati lo snobbatissimo girlfriend e l' ancor più snobbato Aoi hana e ohana Holo Holo, storie tutt' altro che piene di fanservice e stereotipate, e questo è solo un piccolissmo numero 3 di quel genere yuri che arriva in italia, ce ne stanno molti altri che non vengono nemmeno presi in considerazione. certo se uno si ferma a guardare shoujio sect non può che pensare a quanto siano porci i maschi a guardare ragazze che fanno sesso tra loro.... peccato che quello sia solo un lato minimo della medaglia, esiste un ricco genere tutt' altro che banale e volgare e stupido, il fatto che qua non arrivi praticamente nulla non significa che tutto lo yuri nipponico sia roba da poco!!
Anche se non lo hai messo nel "quote", ho specificato che parlo in modo generale ma non assoluto, anzi, ho anche detto che ci sono diverse perle tra gli shoujo ai e yuri giapponesi, ma è innegabile che siano una minoranza rispetto all'ENORME quantità di shoujo ai prodotti. Ovviamente stesso discorso si può fare con moltissimi altri generi come shoujo, shonen, yaoi ecc questo perché da decenni il giappone marcia sugli stereotipi, (e te lo fanno notare quando porti delle storie da far visionare alle case edirici) dato che è il loro modo di fare mercato e questo, al pubblico giapponese, piace. (anche se ultimamente stanno iniziando ad essere più esigenti, tanto che gli editor giapponesi stanno cercando qualcosa di estero che porti una nuova boccata d'aria....da qui i miei contatti con editori giappi). Comunque Girlfriend lo avevo adocchiato da un po', ma non mi ero ancora convinta all'acquisto. Se mi dici che è carino gli darò una possibilità e darò un'occhiata anche agli altri che hai citato, spero mi stupiscano!
no... e te lo dico parlandoti di cose che non si direbbero yuri o shoujo ai, in primis Card captor sakura nel personaggio di tomoyo, in secondo luogo in mahou shoujo lyrical nanoha nella relazione tra nanoha e testarossa, in madoka magica, sailor moon... più esplicitamente in utena, sakura kiss, maria sama ga miteru, strawberry panic ecc... ecc...alla faccia della minima parte, forse non è così sviluppato come lo yaoi, ma è un contro altare forte che esiste, e poi scusami ve io credo che il tuo lavoro sia bello, ma i giapponesi sono chiusi e non mi stupisco per nulla che abbiano da ridire del tuo lavoro, non tanto per qualità che penso sia buona almeno dal poco che ho visionato, ma perchè sei straniera.
naturalmente se come hai detto si stanno aprendo, lo spero, ti auguro di cuore che ti prendano in considerazione, ma ciò non toglie che il mercato ci sia e non sia affatto minimo, è semplicemente che qua in italia non c'è o è marginale, infatti dei due nomi che ti ho fatto sia aoi hana che ohana holo holo sono interrotti da un anno al primo volume e girlfriend al 5
ps ho dimenticato Utakata.... O_O grave mancaza
Parecchi titoli che dal punto di vista dello Shoujo-Ai/Yuri hanno parecchio di cui parlare.
Madoka Magica e Strawberry panic soprattutto trattano lo yuri nel modo più banale e becero possibile. Da una parte un'amicizia spinta a forza verso lo yuri nel film per accontentare i fan, dall'altra due stereotipi viventi a cui aggiungere drama a fiotti. Tomoyo, Haruka e Michiru sono personaggi secondari molto ben riusciti di storie appartenenti ad altri e questo fortunatamente pare averle salvate ( questo e ovviamente le Clamp al loro apice per la prima ed un grande autore come Ikuhara per le seconde, che su di loro farà poi modello per un altra ottima coppia Utena / Anthy). Maria sana gay miteru non è uno yuri, salvo un personaggio omosessuale tutte le altre hanno relazioni di amicizia e sorellanza la cui " ambiguità " è data unicamente da un contesto volutamente retrò. Certi atteggiamenti di amicizia tra giovani donne non sono dissimili da quelli ritratti nella letteratura europea fine '800 inizio '900, letteratura occidentale a cui fa chiaro riferimento la serie. Lo yuri ( esattamente come lo yaoi) viene proposto in Giappone come materiale propedeutico per lo sviluppo sessuale degli adolescenti e sebbene questo di base non sia un difetto a conti fatti ha fatto sì che il 99% della produzione sia un connubio di fanservice gratuito, reiterazione degli stereotipi uke / seme e trame tirate avanti con lo scotch. Se già negli shoujo è palese il vecchiume di trame personaggi etc. negli yuri e yaoi ancora di più perché appunto non riescono a scrollarsi di dosso il ruolo di " pornografia " adolescenziale per poter così mostrare qualcosa di diverso. Ben vengano dunque opere occidentali che modifichino i parametri del mercato. Dai noi ormai sono canonici, speriamo che sia riesca a fare breccia nel Giappone e dare nuova linfa.
hai visto qualcosa d' altro te... i film di madoca magica poi son pure dimezzati rispetto alla serie.
Parlo dell'ultimo film. I primi due sono i soliti mega - riassunti.
per l' appunto hai visto qualcos'altro
Ho visto l'ultimo film dove hanno dovuto fare i salti mortali per dare ai fan la coppietta Homura / Madoka, dove hanno dovuto dare la bimbetta a Mani perché i fan ci erano usciti pazzi. Questa non è un'opera Yuri fatta con criterio ma l'ennesima operazione che verte sugli ormoni dei fan. E ripeto che è solo un bene che arrivi un'ondata occidentale che mostri come si possano creare personaggi e relazioni omosessuali credibili e non stereotipate, come l'essere gay sia una caratteristica personale come gli occhi verdi o i capelli biondi e che quindi la persona non debba essere caratterizzata unicamente in relazione ai suoi gusti sessuali ed il suo ruolo stereotipato di Uke e Seme.
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