In attesa del debutto italiano dell'acclamato lungometraggio giapponese In questo angolo di mondo (19 e 20 settembre), tratto dall'omonimo manga di Fumiyo Kouno, vi proponiamo un’intervista al regista e sceneggiatore Sunao Katabuchi, tenutasi durante la scorsa edizione dell'Annecy International Animation Film Festival, dove il film ha vinto il premio speciale della giuria.
 
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Le risulta che siano stati riscontrati errori di anacronismo nel film?

Katabuchi: In effetti ce ne sono alcuni che cercheremo di risolvere appena possibile. Non so se compaia nelle edizioni estere, ma Fumiyo Kouno ha inserito un poscritto nell'ultima pagina del secondo volume del manga chiedendo esplicitamente la collaborazione dei lettori qualora avessero riscontrato quel tipo di errori. Lei ha svolto un grosso studio di ricerca e conosce bene i limiti di questo tipo di lavoro. Ci sarebbero necessariamente alcuni errori, o semplicemente si tratta di cose che ha dimenticato di cercare, e questo lei l’ha fatto notare anche dopo la conclusione del manga. Quindi se dovessero spuntare fuori degli errori mi piacerebbe conoscerli e correggerli.

Ad esempio, lo "yakisoba alla Hiroshima" non esisteva a quell’epoca, vero?

Katabuchi: Esatto. A Hiroshima c'era qualcosa chiamato issen youshoku, una specie di okonomiyaki vuoto, che si mangiava solo con la salsa, ma non avrebbero potuto farlo in tempo di guerra.

Quindi non compare nel film?

Katabuchi: No. Non avevano la farina durante la guerra, quindi la sostituivano con la crusca di riso, che è quella sostanza granulare che si ottiene dalla superficie del riso e che viene usata per lo tsukemono. C'era anche una miscela di farina e polvere di pesce che veniva razionata a scopi alimentari. Non potevano nemmeno fare il pane. Il riso che veniva distribuito non era nemmeno riso bianco, quindi non potevano fare i mochi per il nuovo anno. Infatti i mochi per il nuovo anno del 1945 erano neri. Le abitudini alimentari della maggior parte delle persone erano state completamente modificate durante quel periodo. Non si riuscivano ad ottenere gli ingredienti per quello che si voleva mangiare.

Può parlarci della prima volta che ha conosciuto Fumiyo Kouno?

Katabuchi: Quando ho lavorato a Mai Mai Miracle, durante le proiezioni, numerosi fan ci hanno fatto notare che con il nostro approccio avremmo potuto benissimo adattare le opere di Fumiyo Kouno. Quindi ho iniziato a leggere le sue opere cominciando proprio da In questo angolo di mondo e mi sono sentito veramente come se avessi dovuto adattarlo. L’ho contattata scrivendole una lettera, dicendole che volevo fare un film, e si è scoperto che lei aveva visto Famous Dog Lassie, a cui avevo lavorato nel 1996. Sembra che quel film abbia avuto una qualche influenza su di lei, così è come se avessimo lavorato su materiali simili, con un obiettivo comune, e sono molto contento di averla potuta incontrare nella mia carriera.
 
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Ci sono due produttori che hanno lavorato in questo film, c'è un motivo particolare?

Katabuchi: No, non è poi così inusuale, normalmente possono esserci più produttori su un unico titolo.

Maki (produttore): In questo caso Maruyama si è occupato più della produzione mentre io sono stato responsabile delle attività. Naturalmente ci sono produttori che possono occupare entrambe le mansioni.

Come ha conosciuto Maruyama?

Katabuchi: Prima c'è stato un altro film che raccontava la storia di una ragazza durante la seconda guerra mondiale e della sua vita dopo aver perso i genitori, si intitola Who’s Left Behind? (Chi è rimasto indietro?). In quel caso la regia non è mia, ma sono stato responsabile di tutti i layout del film. A quanto pare Maruyama voleva scoprire come mai il film fosse così diverso dai consueti film di animazione così, leggendo i titoli di coda, ha trovato il mio nome e mi ha contattato per lavorare insieme. Era nel 1996, se ricordo bene.

Si è ispirato a Chi è rimasto indietro? per girare In questo angolo di mondo?

Katabuchi: Non credo che si possa definire ispirazione, ma in entrambi i casi abbiamo cercato di trasporre in immagini la vita quotidiana della gente di quel periodo, ma ci sono aspetti che non abbiamo potuto approfondire. In particolare, Chi è rimasto indietro? parla del bombardamento di Tokyo, che si è svolto dal 9 al 10 settembre 1945. La maggior parte di Tokyo venne bruciata e ci furono 200.000 vittime. Quando abbiamo cercato di rappresentare tutto ciò, non potevamo sapere che tipo di fiamme fossero o quanto forte fosse il vento, per esempio. A quanto pare era molto forte, il che ha contribuito ad espandere il fuoco ancora più velocemente, ma anche allora non sapevamo se fosse vento freddo dal Nord o vento caldo dal Sud. Così, durante le riprese, ci siamo resi conto che stavamo cercando di trasporre un determinato periodo in immagini senza conoscerlo abbastanza, e abbiamo pensato che la prossima volta che avessimo fatto qualcosa di simile, avremmo dovuto fare più sforzi per raccogliere informazioni storiche, cosa che abbiamo cercato di fare con In questo angolo di mondo.

Il film è stato un grande successo, ma ci è sembrato che sia stato messo un po in ombra da Your name. Qual’è la sua impressione?

Katabuchi: Beh, secondo me l'animazione non è un genere ma una tecnica, un modo di rappresentare le cose e di fare film, e penso che In questo angolo di mondo e Your name non rientrino nella stessa tipologia di film. Quindi, anche se ci sono alcune somiglianze, per lo più sono molto diversi, e penso che anche il loro pubblico non sia lo stesso. Ma il fatto che diversi tipi di film emergano entrambi è, a mio avviso, comunque una cosa buona per l'animazione giapponese.
 
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È prevista una trasmissione del film per la TV giapponese?

Katabuchi: Non lo sappiamo ancora.

Dal momento che si tratta di un film storico, pensa che potrebbe essere proiettato per scopi educativi nelle scuole o nei musei?

Katabuchi: Negli ultimi 7 mesi il film è stato proiettato nelle sale, il che in realtà è incredibile per le sue caratteristiche, e sta ancora continuando così. È un film, quindi la mia speranza è che il pubblico possa guardarlo nei teatri, per via della migliore qualità dell'immagine e del suono, ma già da giugno abbiamo cominciato a tenere proiezioni nelle scuole e nelle sale municipali e abbiamo intenzione di distribuirlo ancora un altro po’ in questa modalità. Quindi, anche se sarà trasmesso in televisione, penso che non succederà tanto presto.
Circa il lato educativo del film (e questa è una delle differenze con Your name), bisogna dire che molta gente che ha conosciuto direttamente la guerra, avendo vissuto nel 1945, è venuta a vederlo in sala, persone sui 70/80 anni. Quelle persone hanno vissuto la guerra sulla loro pelle e, poiché faceva praticamente parte della loro vita quotidiana, ci sono cose talmente banali per loro che non sentivano nemmeno la necessità di parlarne. Certo, hanno testimoniato delle bombe e delle difficoltà che hanno dovuto superare, ma quando si trattava della vita quotidiana e di come mangiavano, era un aspetto così ordinario che evidentemente non si preoccupavano nemmeno di parlarne. Ora, da quello che ho saputo, alcuni settanta/ottantenni che hanno visto il film hanno cominciato a parlare proprio di quel tipo di dettagli apparentemente insignificanti ai loro figli e ai loro nipoti. Naturalmente è importante educare i bambini a scuola, ma penso sia altrettanto importante scambiarsi parole tra generazioni anche nell’ambito della famiglia.

Le piace raccontare di gente comune, come fanno Ozu o Naruse nei loro film?

Katabuchi: Sì, mi piace Yoji Yamada per esempio. In realtà egli ha visto il film e gli è piaciuto molto. È il tipo di artista che usa il sorriso anche in storie con situazioni tristi. È capace di raccontare le tragedie attraverso la commedia, e ha apprezzato In questo angolo di mondo dicendo che è riuscito in quello stesso intento.

I suoi film hanno per lo più protagonisti femminili, c'è un motivo particolare?

Katabuchi: Immagino che mi immedesimerei troppo se ci fossero protagonisti maschi. Dato che i miei film tendono a ritrarre gli esseri umani, penso che avere protagonisti femminili mi permette di fare un passo indietro e di avere un approccio più obiettivo.

Lei lavora con sua moglie, giusto?

Katabuchi: Sì, giusto.

Com'è? È più facile? Più difficile?

Katabuchi: Non la metterei così. Chie Uratani è l'assistente alla regia nel film, e sinceramente non voglio che la gente la veda come mia moglie, ma piuttosto come un membro dello staff che lavora per raggiungere uno stesso obiettivo. Spesso vorrei che questo aspetto fosse conosciuto il meno possibile. Posso capire l'interesse della gente ma nel complesso preferirei pensare che non sia nello staff come mia moglie ma come un’animatrice di talento con cui sono onorato di lavorare.

Il lavoro vi segue fino a casa?

Katabuchi: Andiamo a lavorare in automobile, quindi direi che in effetti sia così solo finché non arriviamo in macchina. Dopo di che non parliamo più di lavoro.
 
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Sembra che lei possa gestire qualsiasi tipo di anime, sia che si tratti di World Masterpiece Theatre, di combattimenti di cani in 3D, di azione hardboiled, di film animati in stile europeo, di film in stile Ghibli o di jidaigeki. È perché le piace la sfida? o perché ha dei gusti ampi?

Katabuchi: Personalmente, come spettatore, mi piacciono tutti i tipi di film. Potrebbero anche essere film studenteschi, che spesso amo. Mi piace il medium di per sé stesso quindi sì, credo che i miei gusti siano larghi. Sono veramente motivato scoprendo nuovi tipi di film e accettando la sfida di fare qualcosa di altrettanto buono come quello che ho visto.

Si sente come se non dovesse fare lo stesso tipo di film due volte? come ad esempio il regista Katsuhiro Otomo?

Katabuchi: vorrei fare vari tipi di film, ma dipende anche da come verranno fuori... quindi, vi prego solo di attenderli.

Lei ha lavorato anche con Otomo, che ruolo ha avuto nel suo Memories?

Katabuchi: Otomo voleva girare un lungo film con un singolo taglio, ma non sapeva che tipo di tecnica avrebbe potuto utilizzare per farlo. Io l’ho aiutato a realizzare tale idea. All'epoca stavo lavorando alla mia prima opera da regista, Princess Arete, ma ho immaginato che avrei anche potuto consigliarlo per cose del genere, pensando che sarebbe stata una sfida anche per me, così ci ho provato.

Perché ha lasciato lo studio 4°C?

Katabuchi: Beh, da quando ho conosciuto Maruyama, il produttore del secondo episodio di Memories, egli mi ha procurato un sacco di lavoro, così ho finito per entrare nella sua squadra.

Il fatto che Maruyama si sia trasferito da Madhouse a MAPPA ha a che fare con In questo angolo di mondo?

Katabuchi: Un po', credo. Direi che Maruyama voleva un'azienda dove potesse creare i progetti a cui più teneva e immagino che uno di questi fosse In questo angolo di mondo.
 
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Un'ultima cosa che vorrei chiedere riguarda Kiki consegne a domicilio. Fino a pochi anni fa c'erano gli Yaoten allo Studio Ghibli, dove si potevano vedere i fotogrammi chiave dei film, ma di Kiki ce n'erano solo due, come mai?

Katabuchi: Me lo chiedo anch’io. Fui inviato allo Studio Ghibli come dipendente della Mushi Production, quindi non ho idea di cosa hanno fatto dopo la mia partenza.

Quindi, sarebbe possibile che il regista Hayao Miyazaki si sia preso i meriti per il suo lavoro?

Katabuchi: Non lo so, ma la sua idea era di cominciare a fare il film come produttore. Dal momento che aveva appena finito Il mio vicino Totoro, ha pensato che non sarebbe riuscito a tornare direttamente al lavoro come direttore delle animazioni, quindi ha voluto avviare un nuovo progetto solo come produttore. Tuttavia, per qualche motivo, deve aver cambiato idea e ha pensato di riuscire a gestirlo. Forse si è rimesso in forze. In ogni caso è partito come un suo progetto e io lo stavo solo aiutando, quindi alla fine penso che dipenda solo da come Miyazaki lo abbia interpretato. Da parte mia ho sempre pensato che avrei dovuto trovare il mio posto per lavorare sui miei progetti, sia che essi siano targati 4°C, Madhouse o, attualmente, MAPPA.

Ha già deciso il suo prossimo progetto?

Katabuchi: Non ancora (ride).

Va bene, grazie mille.

Katabuchi: Grazie mille.
 

In questo angolo di mondo: Trailer


Fonti Consultate: WaveMotionCannon