L'International Animated Film Society (A.S.I.F.A. Hollywood) ha svelato la lista dei candidati per la 45° edizione degli Annie Awards, che si svolgeranno nel prossimo febbraio a Los Angeles.
Le Nomination sono in linea con quanto ci si poteva attendere: l'interessantissimo Coco della Pixar, domina la scena, con ben 13 candidature in varie categorie.
La casa di Emeryville, che lo scorso anno rimase a bocca asciutta, potrebbe essere destinata ad una facile vittoria nella categoria più prestigiosa della selezione, ovvero "Miglior produzione animata", in cui concorre anche il suo Cars 3. Gli altri tre film in competizione (Capitan Mutanda, Baby Boss, e Cattivissimo Me 3) non appaiono in grado di frenare la corsa. Ha destato sensazione, però l'ottimo risultato di "The Breadwinner”, storia di una giovane profuga afgana, prodotto da Angelina Jolie che ha collezionato ben 10 nomination. Per questa coproduzione Irlandese americana, distribuita dall'indipendente GKIDS è un importante riconoscimento.
Anche quest'anno le pellicole giapponesi sono rimaste fuori dai premi più importanti, anche se ben due film gareggeranno nella sezione "Miglior Film Animato Indipendente", si tratta di: "In Questo Angolo di Mondo”, la splendida opera di Sunao Katabuchi, e di Hirune Hime, l'originale progetto di Kenji Kamiyama. Ambedue i film, dovranno fare i conti, però, con tre rivali agguerritissimi: “The Big Bad Fox & Other Tales”, “Loving Vincent” e lo stesso "The Breadwinner”.
Considerando la qualità delle opere in gara questo scontro è un vero paradosso. Saremo chiari. Una vittoria in questa categoria sarebbe davvero prestigiosa per l'animazione niponica, non solo per la fama degli Annie Awards, ma anche per la caratura, obbiettiva, degli avversari di quest'anno. Una sconfitta, onorevolissima.
Il terzo film giapponese presente agli Annie Awards è il lungometraggio dello Studio Ponoc, ovvero “Mary and the Witch’s Flower”, atteso in Italia per Lucky Red, che è stato selezionato nelle categorie "Riconoscimento speciale per il design" e "Riconoscimento speciale per la sceneggiatura in una produzione di animazione".
Nelle altre selezioni vi sono diverse presenze di un certo rilievo.
Vi ricordiamo che lo scorso anno La Tartaruga Rossa (realizzato in cooperazione fra Wild Bunch, il produttore francese Why Not Productions e lo Studio Ghibli) vinse il premio come Miglior Lungometraggio d'Animazione Indipendente, battendo sia Miss Hokusai, firmato dal regista Keichii Hara, che your name. di Makoto Shinkai.
I vincitori dei 45° Annie Awards saranno annunciati il prossimo 3 febbraio.
Fonti consultate:
Anime News Network
AnnieAwards
Le Nomination sono in linea con quanto ci si poteva attendere: l'interessantissimo Coco della Pixar, domina la scena, con ben 13 candidature in varie categorie.
La casa di Emeryville, che lo scorso anno rimase a bocca asciutta, potrebbe essere destinata ad una facile vittoria nella categoria più prestigiosa della selezione, ovvero "Miglior produzione animata", in cui concorre anche il suo Cars 3. Gli altri tre film in competizione (Capitan Mutanda, Baby Boss, e Cattivissimo Me 3) non appaiono in grado di frenare la corsa. Ha destato sensazione, però l'ottimo risultato di "The Breadwinner”, storia di una giovane profuga afgana, prodotto da Angelina Jolie che ha collezionato ben 10 nomination. Per questa coproduzione Irlandese americana, distribuita dall'indipendente GKIDS è un importante riconoscimento.
Anche quest'anno le pellicole giapponesi sono rimaste fuori dai premi più importanti, anche se ben due film gareggeranno nella sezione "Miglior Film Animato Indipendente", si tratta di: "In Questo Angolo di Mondo”, la splendida opera di Sunao Katabuchi, e di Hirune Hime, l'originale progetto di Kenji Kamiyama. Ambedue i film, dovranno fare i conti, però, con tre rivali agguerritissimi: “The Big Bad Fox & Other Tales”, “Loving Vincent” e lo stesso "The Breadwinner”.
Considerando la qualità delle opere in gara questo scontro è un vero paradosso. Saremo chiari. Una vittoria in questa categoria sarebbe davvero prestigiosa per l'animazione niponica, non solo per la fama degli Annie Awards, ma anche per la caratura, obbiettiva, degli avversari di quest'anno. Una sconfitta, onorevolissima.
Il terzo film giapponese presente agli Annie Awards è il lungometraggio dello Studio Ponoc, ovvero “Mary and the Witch’s Flower”, atteso in Italia per Lucky Red, che è stato selezionato nelle categorie "Riconoscimento speciale per il design" e "Riconoscimento speciale per la sceneggiatura in una produzione di animazione".
Nelle altre selezioni vi sono diverse presenze di un certo rilievo.
- La miniserie animata Pig: The Dam Keeper Poems, prodotta per HULU dal gruppo Tonko House, ha ottenuto una nomination nella categoria "Best Animated Special Production".
- La Polygon Pictures con"The Pearl of Pingaree", episodio della serie televisiva "Lost in OZ", prodotta per il servizio streaming di Amazon, è stato selezionato nella categoria "Miglior produzione per la televisione/Miglior serie per bambini trasmessa". Questo episodio è stato creato dal gruppo giapponese.
Vi ricordiamo che lo scorso anno La Tartaruga Rossa (realizzato in cooperazione fra Wild Bunch, il produttore francese Why Not Productions e lo Studio Ghibli) vinse il premio come Miglior Lungometraggio d'Animazione Indipendente, battendo sia Miss Hokusai, firmato dal regista Keichii Hara, che your name. di Makoto Shinkai.
I vincitori dei 45° Annie Awards saranno annunciati il prossimo 3 febbraio.
Fonti consultate:
Anime News Network
AnnieAwards
C'è poi un altro fattore che potrebbe penalizzarlo: l'argomento "Hiroshima" negli USA ha tutta un'altra ottica rispetto a quella del film.
Non so come "l'argomento Hiroshima" sia guardato in America, il punto per me è questo: il film è davvero ben fatto ma è MOLTO rivolto al milieux giapponese. In una sua recente recensione su FdC Mario Rumor, che è uno degli specialisti italiani di Isao Takahata, dopo averne analizzato la struttura, i mille riferimenti interni ali eventi di quei giorni, agli usi e costumi del Giappone degli anni 30 e 40, ricostruiti attraverso le testimonianze dirette di testimoni dell'epoca, ha detto chiaramente che nel tempo potrebbe arrivara a diventare La Tomba delle Lucciole della nostra epoca. Il problema è che non riesce ad avere quell'afflato universalistico che Takahata trasmette in alcune sue opere.
Si coglie solo la superficie. La bella storia, realistica...ma il resto? Quanti lo apprezzeranno?? Andrebbe sostenuto moltissimo.
E poi, davvero, nella categoria più importante Coco ha pressochè campo libero, ma davvero, “Loving Vincent”, che dovrebbero premiare a prescindere, "The Breadwinner”, storia molto forte, e “The Big Bad Fox & Other Tales”, una piccola corazzata, sono opere con un forte peso specifico.
Si stavolta è un barrage durissimo.
In cui Hirune Hime, che ha una sua grazia, letteralmente scompare....Vediamo come andrà a finire però.
Sono invece felicissimo delle notizie su Samurai Jack...Spero che fra i mille streaming che fanno in giro si riesca a trovare il tempo per una sua proposta in Italia..Piacerebbe rivederlo.
Quasi una sorta di negazionismo. Vige l'idea che le due atomiche sul Giappone siano state dei "mali necessari". Uno dei motivi per cui nessun presidente USA si è mai scusato ufficialmente per tale episodio. Se si chiede in giro, negli Stati Uniti, tutti sono convinti della "bontà" di tale atto. Sono talmente abituati ad essere "i buoni" che non si possono riconoscere nel ruolo di portatori di morte.
Un film che tratta anche solo in parte tale argomento temo sarebbe penalizzato da questa premessa.
Volendo essere pignoli anche in Giappone Hiroshima è in pratica un mezzo tabù. Ma per motivi diversi.
C'è stata molta censura nel corso deglli anni - vera e seria - ma non è questione di "essere o sentirsi buoni". Mio nipote mi ha chiesto se davvero era neccesario lanciare quelle bombe. Ora ti dirò, essendomi posto il problema...che probabilmente non ci fosse stato Truman al governo, che era un personaggio assai "interessante" diciamo, forse le cose sarebbero andate diversamente. Però ci sono tre fatti
A) Obbiettivamente la Guerra nel Pacifico è stata una tragedia dietro l'altra. In Europa si cita spesso il caso di Dresda - omologo ad una città inglese anninetata dai teseschi di cui non ricordo il nome - ma quel tipo di bombardamenti nella Guerra del pacifico erano una prassi. Quanti morti provocò l'attacco a Tokyo??
B) L'attacco ad Okinawa si era concluso in un marasma..Non un'invasione ma una macelleria degna della prima guerra mondiale. La propaganda nippoinica spingeva i soldati e gli abitanti dell'isola a credere di dover lottare non si sà contro quali mostri. E si paventava quel che sarebbe successo quando si fosse attaccato il cuore dell'impero. ( Okinawa era comunque una zona "periferica")
C) L'ombra della Guerra Fredda Incombeva. E tantissimo.
Forse c'era un senso - un folle senso, in Hiroshima. Anche se per me lo stesso effetto si sarebbe potuto ottenere buttando la bomba dritto su una delle tante isolette nipponiche. Non c'è un senso in Nagasaki.
Qualche nota sulle censure su Hiroshima e le sue conseguenze
http://www.nogeoingegneria.com/tecnologie/nucleare/atomic-cover-up-la-storia-nascosta-dietro-il-bombardamento-degli-stati-uniti-di-hiroshima-e-nagasaki/
In Giappone è stato un Tabu per decenni. Per paura di fare i conti con quel che è accaduto.
Senza dubbio il vero "destinatario" di quel bombardamento era l'URSS più che il Giappone.
Bisognava dimostrare di possedere l'arsenale bellico definitivo.
Mai creduto alla tesi di un utilizzo volto a scongiurare ulteriori perdite (di uomini, mezzi, ecc.).
Va anche detto che il progetto Manhattan costò un'enormità di denaro.
Ovviamente circa 200.000 vite non valgono quasi due miliardi di dollari. No?
Quali che siano le ragioni, l'uso di un ordigno nucleare per me non è mai ipotizzabile.
Non solo per questioni morali contingenti al singolo caso, ma anche perché ciò significherebbe
abdicare al nostro ruolo.
La cancellazione totale non è gestibile dall'Uomo. Credere il contrario significa essere non più
soggetti agenti ma oggetti agiti.
Tutto ciò ovviamente non è minimamente contemplabile per l'american way of life.
Come fare a spiegare a chi sgancia una bomba atomica che anche lui in realtà ne è vittima?
http://www.filosofia.it/archivio/images/download/argomenti/anders%20ultima%20vittima%20hiroshima%20lettera%201959.pdf
Devi eseguire l'accesso per lasciare un commento.