Il 5 dicembre, Yoshitada Fukuhara, produttore dell'anime Kemono Friends, ha postato un Tweet brusco sulla situazione economica degli anime in Giappone e Cina. 
"Nonostante l'industria dell'animazione in Cina sia nata da poco, sono convinto che ci supereranno nella produzione in tre anni e nelle abilità tra 5 o 10 anni. Una volta che gli animatori cinesi impareranno le tecniche dai giapponesi, non avrà senso continuare a lavorare sugli stessi progetti."

Alcuni dei follower di Fukuhara hanno fatto presente che, effettivamente, la Cina ha già di gran lunga superato la produzione del Giappone in quantità e che le tecniche di animazione 2-D e 3-D hanno raggiunto livelli di tutto rispetto.
Fukuhara ha specificato che nonostante ciò sia vero tenendo in considerazione i programmi per bambini, l'animazione Giapponese attira oltreoceano un pubblico più sofisticato e adulto.
Sono in corso collaborazioni tra la Cina e il Giappone, ma il produttore sospetta che questi accordi non abbiano un futuro in Giappone, e che prima o poi la Cina decida di staccarsi dai 'maestri' una volta che padroneggeranno l'arte.

Il problema principale è forse l'atteggiamento del Giappone nei confronti dei progetti condivisi con la cina. Molti fan e persone interne all'industria vedono il Giappone come un dio indiscusso dell'animazione, dando per scontato che la Cina ne rimanga per sempre un'allieva fedele. Ciononostante, vista la sorprendente crescita di quest'ultima, sarebbe un modo di vedere le cose ingenuo.

Un punto forte dell'industria cinese consiste negli alti standard contenutistici a cui si sottopone, simili a quelli della Disney. La Disney, grazie ai suoi contenuti family-friendly può passare oltre il muro di censura imposto dal governo cinese per passare poi al loro fiorente mercato. Invece, l'animazione giapponese, la quale spesso e volentieri contiene scene di violenza o a sfondo sessuale, si ritrova a doversi fare spazio tra la censura dei paesi esteri e a competere in svantaggio contro studi d'animazione meno maturi.

Intanto, in Giappone industrie tradizionali come quella delle autovetture e dell'elettronica stanno cominciando a crollare, come anche l'industria dei videogiochi, che ha avuto un calo delle vendite del 22,2 percento rispetto al 2007. Secondo il produttore perfino nel sumo il Giappone ha perso il proprio primato, lasciando la corona ai mongoli. Fukuhara, però, crede che il Giappone possa competere con le altre potenze mondiali in due cose: anime e cibo giapponese.

L'industria, secondo il produttore, si affida troppo ai profitti provenienti dagli anime delle generazioni precedenti e dai grandi classici. I fan di questi film e serie stanno entrando nell'età adulta e, sempre secondo Fukuhara, sono state lasciate poche opere al livello di Sailor MoonDragon Ball o le opere dello Studio Ghibli per introdurre le nuove generazioni al mondo degli anime. 

Per risolvere la situazione, l'industria giapponese dell'animazione dovrebbe rivalutare la propria posizione nel mondo e dare più spazio ai propri creatori, per permettere a questi ultimi di produrre opere di qualità: il Giappone, infatti, è noto per i propri problemi riguardo gli orari di lavoro e gli stipendi all'interno degli studi di animazione.

Nonostante l'opinione di Fukuhara possa sembrare controversa, molti netizens giapponesi sembrano concordare con lui:

"Ci stanno facendo fare tanti passi indietro..."
"Penso che ciò stia accadendo perché il Giappone è troppo conservatore, concentrandosi solo su manga economici da produrre e a basso rischio."
"Non sono arrabbiato o disgustato da ciò che la Cina sta facendo, ma questa notizia è frustrante. Ma forse questo potrebbe allarmarci causando il risveglio della società moderna giapponese."
"La cultura otaku cinese è sorprendente...penso che crescerà rapidamente."
"La Cina, la Korea e il Taiwan stanno facendo enormi progressi. Il Giappone ha prosciugato i propri artisti con stipendi deboli e condizioni di lavoro disumane, l'industria è stata stupidamente miope e non ha preparato un terreno fertile per le generazioni future."
"Ah, ma tanto la Cina entrerà presto in una guerra civile."


L'ultimo commento ricorda che non sapremo mai cosa ci riservi il futuro.
Durante gli anni '80 l'USA aveva suonato un campanello d'allarme similare riguardo all'economia sempre più in crescita del Giappone, ma come ben sappiamo non vi è stata una totale presa di controllo da parte del Giappone che molti temevano.

Non resta altro all'industria che esaminare le proprie possibilità e i propri limiti e fare scelte con lungimiranza riguardo le future generazioni di produttori e artisti.

Fonte consultata:
Sora News 24