Akira Tachibana è una liceale bella, alta e longilinea, ma dal carattere schivo e taciturno. Ex stella del circolo di atletica, ha smesso di dedicarsi allo sport in seguito ad un infortunio, allontanandosi dalle compagne del club e chiudendosi sempre più in se stessa. Non parla più con le amiche, fugge dal suo amato hobby e non si interessa minimamente dei compagni di scuola che le fanno il filo, ma si getta anima e corpo nel suo lavoro part time di cameriera in un family restaurant.
Questo perché Akira... ha una cotta per il direttore del ristorante, Masami Kondo, un quarantacinquenne divorziato, goffo e imbranato da cui la ragazza si sente inspiegabilmente attratta, al punto da dedicare al lavoro part time nel locale tutto il suo tempo libero.
Dopo la pioggia (Koi wa ameagari no you ni, "L'amore è come dopo la pioggia") è un anime in dodici episodi andato in onda tra il gennaio e il marzo del 2018, tratto dall'omonimo manga di Jun Mayuzuki, pubblicato sulle riviste seinen Monthly e Weekly Big Comic Spirits della casa editrice Shogakukan e poi raccolto in dieci volumi (il manga è pubblicato in Italia, col titolo Come dopo la pioggia, da Star Comics).
E' una storia che colpisce per vari aspetti, ma uno dei più curiosi è il fatto che, nonostante la giovane età dell'autrice (nata nel 1983), Dopo la pioggia sembra quasi una serie d'altri tempi, che racchiude perfettamente in sè quello spirito un po' malinconico dei fumetti di casa Shogakukan, tra un coprotagonista che sembra il fratello separato alla nascita di Kiichi Goto di Patlabor (shounen manga Shogakukan del 1988) e quell'attenzione al quotidiano, ai sentimenti, alle problematiche dell'età adulta, alla crescita personale propria di Maison Ikkoku (seinen manga Shogakukan del 1980, pubblicato proprio su Big Comic Spirits).
L'inizio è inusuale, anche un po' divertente per certi versi: c'è questa liceale bella ma algida, dal carattere un po' scontroso, che nutre questo amore impossibile verso il suo capo quarantenne e non sa come farglielo capire, e lui imbranatissimo, che non sa come prenderla, equivoca, non capisce nemmeno quando glielo si dice chiaramente.
E' una coppia strana ma intrigante e incuriosisce vedere come andrà avanti la loro relazione. Certo, lei è un po' troppo fredda, non pare essere il massimo della simpatia, ma poi la vedi sciogliersi, sorridere e saltellare per la gioia di aver ricevuto una mail dal suo amato capo, e pensi che beh, forse un cuore ce l'ha anche lei, anche se non lo mostra tanto facilmente.
Discorso diverso per il direttore, goffo e simpatico, a cui ci si affeziona immediatamente.
Man mano che la storia va avanti, si vivacizza con numerosi personaggi secondari che aiutano ad ampliare il mondo dei due protagonisti, fra i colleghi del ristorante che sono tutti uno spasso (e vedere una timida ma piacevolissima love story sbocciare fra due di loro è davvero bello, anche se la cosa rimane piuttosto marginale), il figlioletto del direttore e, soprattutto, vecchi amici.
L'entrata in scena di Haruka, ex compagna del circolo di atletica di Akira, e Chihiro, ex collega d'università di Kondo ora romanziere di successo, aiuta a vedere i due protagonisti sotto una nuova luce.
Akira, purtroppo, continua a non rendersi granché simpatica, dal momento che rifiuta tutti gli approcci della povera Haruka che vuole solo riallacciare i rapporti con lei, trattandola come una pezza da piedi apparentemente senza motivo. Tuttavia, il motivo c'è, condivisibile o meno, ed è proprio l'infortunio da lei subito, che ha fatto crollare tutto il suo mondo cambiandone il carattere. Fuggita da quella che sino a quel momento era stata la sua vita, Akira si è rifugiata nel suo "nuovo" sogno, nell'inspiegabile sentimento che prova per il suo direttore, e vi si è tuffata a capofitto, ignorando (probabilmente, per non soffrire più) tutto il resto che le sta intorno. A nulla servono i mille tentativi dell'ormai ex amica (talmente insistente da far suggerire che, chissà, prova per Akira qualcosa di più dell'amicizia...), che verranno sempre respinti con freddezza e poco tatto, tanto da renderci Akira detestabile in certi frangenti.
Ma si tratta di un percorso necessario per il superamento del suo trauma, cosa che è uno dei punti cardine della storia.
La affianca il miglior personaggio della serie, anche se chiamarlo solo "personaggio" probabilmente sarebbe fargli un enorme sgarbo, visto il realismo e la profondità con cui Kondo è tratteggiato. C'è un Kondo in ognuno degli attuali quarantenni del Giappone: cresciuti con la testa piena di sogni, si ritrovano, invece, adulti a far da direttori in un semplice family restaurant, a sbrigare scartoffie negli uffici, facendosi mettere i piedi in testa da clienti e colleghi, goffi e impacciati nei rapporti con gli altri al punto da avere matrimoni falliti alle spalle, insoddisfatti della loro vita. Che ne é dei sogni che avevano da ragazzi? Volevano diventare romanzieri, eroi, e sono finiti a fare i salaryman, incapsulati in una società che reprime il loro vero io, a meno che...
... a meno che non spunti una liceale con cui possono essere liberamente se stessi, che gli faccia capire che non sono solo tristi uomini d'ufficio, che c'è ancora qualcuno che ha bisogno di loro, che i sogni del passato non sono ancora perduti, c'è ancora qualcuno che vede in loro quegli eroi che desideravano diventare. E che forse sono già, anche se non se ne rendono conto, questi impacciati uomini di mezza età un po' rigidi, un po' ancora bamboccioni che si esaltano con i modellini di treni e aerei, un po' alla Kankichi Ryotsu di Kochikame, ma che quando serve tiran fuori una profondità e una forza incredibili...
Come può, dunque, il semplice manager di un family restaurant diventare un eroe per un'ingenua liceale dal passato traumatico che vede in lui l'amore della sua vita? Magari no, non può ricambiare i suoi sentimenti, ma può offrirle la sua esperienza, sotto forma di perle di una saggezza che nemmeno lui sapeva di avere. Ci sarà tempo per abbandonare i sogni, per darsi ai rimpianti: la vita di Akira è ancora tutta lì, e val la pena di essere vissuta a pieno ritmo, insieme ai propri amici, senza farsi condizionare dai traumi del passato o dai dubbi per il futuro. E, a sua volta, vivendo a stretto contatto con quella ragazza ancora nel fiore degli anni, lo stesso Kondo rivive un po' la sua giovinezza, ripensa alle sue scelte del passato, e decide anche lui di rimettersi in gioco in qualche modo.
Quella che sembrava una stramba storia d'amore, pian piano, si trasforma in qualcosa di molto più profondo, una relazione biunivoca tra due personaggi insoddisfatti della loro vita, che hanno dovuto prendere strade diverse da quello che volevano, ma dentro il loro petto batte ancora un cuore caldo. Akira e Kondo si fanno forza a vicenda, magari anche senza accorgersene, ed entrambi imparano a loro volta che c'è ancora spazio per loro, c'è ancora tempo per ricominciare, per tornare a sognare, per credere in loro stessi e in quello che ancora possono dare agli altri. Magari no, non diventeranno una coppia come Akira sperava, ma quello che entrambi otterranno dal loro strano ma straordinario rapporto sarà comunque qualcosa di importante ed insostituibile.
Il realismo con cui sono tratteggiati i pensieri di questo imbranato ma profondissimo, e inspiegabilmente così vero, quarantenne è uno dei maggior punti di forza di Dopo la pioggia, che fa del realismo la sua parola d'ordine, traslando la cosa anche nelle ambientazioni.
Il Garden, il locale dove lavorano i personaggi, è la parodia del Gusto, una popolarissima catena di family restaurant realmente esistente e, a parte il nome del ristorante, è tutto identico alla realtà. Il logo, l'architettura del locale, i bicchieri, i tavoli, i distributori delle bevande del drink bar, gli hamburg steak in stile occidentale e i coloratissimi e gustosi parfait serviti dalle cameriere, gli effetti sonori che accompagnano l'ingresso dei clienti, le formule di cortesia sempre uguali che accompagnano le ordinazioni e i saluti: chi vi scrive ha passato un anno e mezzo a cenare in locali simili, e vedere questa serie è stato un durissimo colpo al cuore da questo punto di vista, perché c'è proprio tutto, identico a com'è realmente, al punto che in alcuni frangenti sembrava davvero avessero rubato determinate inquadrature o architetture al Gusto che frequentavo io, che si trova in tutt'altra città rispetto a quella dovè ambientata la storia.
Storia a cui fa da sfondo una bellissima Yokohama (città che mi sta particolarmente a cuore), magari non approfondita eccessivamente in ogni suo aspetto, ma certi scorci sono ugualmente splendidi e rappresentati in maniera molto accurata.
Lo stile di disegno è molto particolare e davvero gradevole. I disegni del manga sono stati abbelliti di molto e la serie è davvero una gioia per gli occhi, fatta di colori vivaci, occhi luminosi, corpi femminili slanciati e longilinei e variopinti effetti speciali ad accompagnare le scene più intense.
"Nostalgic Rainfall" dei Chico with Honeyworks (band che abbiamo già conosciuto qualche anno fa con Magic Kaito 1412 e che è un piacere ritrovare) è una sigla d'apertura frizzante e coloratissima, che sarà impossibile non canticchiare al primo ascolto. Di contro, la ending, "Ref: rain" di Aimer, ha un ritmo molto più dolce, riflessivo, e, ascoltandola, ripenseremo ai momenti più poetici di questa storia.
Essendo il manga ancora in corso di pubblicazione in Italia, non mi è possibile fare confronti sulle due versioni e sui rispettivi finali. Quel che ho potuto notare è che, rispetto ai volumi del manga sinora pubblicati, sono stati effettuati dei tagli sulle parti relative ai personaggi secondari, le cui vicende nel manga vivacizzano un po' la storia, mentre nell'anime restano un po' più risicati. La narrazione relativa ai due protagonisti, rimane, invece splendidamente tratteggiata e anche il finale, che al momento non so se sia uguale a quello del manga o meno, è tutto sommato quello che questa storia doveva avere ed è straordinariamente toccante nella sua semplicità, proprio perché racconta quella presa di coscienza che ci si aspettava da entrambi i protagonisti lungo tutto il racconto.
Certo, si potevano realizzare 24 episodi, invece dei soliti 12, per dare un po' più di spazio ai personaggi secondari o anche solo per non privarci troppo di questa storia e di questi personaggi a cui ci siamo affezionati così facilmente, ma va bene anche così.
Con uno stile sobrio, debitore di storie d'altri tempi, Dopo la pioggia sembra proprio voler omaggiare chi quegli "altri tempi" li ha vissuti e se li porta nel cuore, chi da quegli "altri tempi" ha imparato valori che si porta ancora dentro ed è pronto, con un sorriso, a tramandarli ai giovani che ne hanno bisogno, in questa società giapponese così stressante, che rende così dura la vita, sia ai liceali sia ai salaryman.
Un anime un po' diverso dal solito, che non ha fanservice, non ha grandi storie d'amore, ma ha tanti sentimenti, tante riflessioni e tanta umanità, e proprio per questo risulta così bello da vedere.
Pro
- Una storia sobria, delicata, coinvolgente, ricca di riflessioni molto vere e di personaggi umanissimi
- Kondo, l'amico quarantenne giapponese che ognuno di noi vorrebbe (e dovrebbe) avere
- Ambientazioni super-realistiche
Contro
- Akira che tratta ripetutamente a pesci in faccia la povera Haruka
- Una maggiore attenzione ai personaggi secondari ci avrebbe fatto piacere
Ti svegli.
Akira non mostra MAI un'emozione tranne quando si trova con il direttore, sembra una maschera di cera in ogni tipo di rapporto sociale, basti vedere il suo comportamento nei confronti della sua compagna di scuola (davvero un comportamento, quello di Akira, odioso e insopportabile fino alla fine).
Kondo dal canto suo è il personaggio con più fascino in assoluto, genuino e credibile nonché spassoso in più di un'occasione e nonostante tutto molto più digeribile per uno spettatore.
Una serie che forse poteva essere un buon film, perché soffermandosi quasi solo sui 2 pg e con tanti momenti di silenzio forse le puntate risultano pesanti, ma che comunque mi ha sofdisfatto in pieno e mi ha fatto un po immedesimare
Ma che vuol dire? O_o
"Quella che sembrava una stramba storia d'amore, pian piano, si trasforma in qualcosa di molto più profondo, una relazione biunivoca tra due personaggi insoddisfatti della loro vita, che hanno dovuto prendere strade diverse da quello che volevano, ma dentro il loro petto batte ancora un cuore caldo. Akira e Kondo si fanno forza a vicenda, magari anche senza accorgersene, ed entrambi imparano a loro volta che c'è ancora spazio per loro, c'è ancora tempo per ricominciare, per tornare a sognare, per credere in loro stessi e in quello che ancora possono dare agli altri."
Questo è forse il paragrafo che mi è piaciuto di più perché esprime esattamente il senso di questa serie.
Temevo per il finale, essendo il manga ancora in corso, invece secondo me sono riusciti a chiuderlo in modo egregio.
Insomma io la consiglio a tutti, anche graficamente è stata una vera e propria boccata d'aria.
E non solo in questo progetto carissima. Dovremmo, in futuro, ben considerare questo elemento quando leggiamo o guardiamo opere nipponiche. Molto spesso alcuni livelli di lettura ci sfuggono - mi sfuggono - e mi trovo a pensare, ma perchè diamine si comportano in questo modo? Ovviamente è un modo di fare che talvolta può diventare estremamente pesante.
P.S. e mi unisco ai complimenti x @kotaro
Lei è un'adolescente in tutto e per tutto ma anche una giovane donna che si affaccia alla vita in un periodo molto critico. Il suo amore è sia una cotta adolescenziale, sia una sincera attrazione verso un'altra persona.
Lui è un uomo di mezza età, deluso dalla vita e rassegnato, non infelice ma neanche felice, con tutte le preoccupazioni tipiche della sua età. È affascinato da lei, dalla sua gioventù, dal piacere di sentirsi ancora amati e desiderati, ma non fa mai nulla per inquinare la purezza di quel sentimento che lui è in grado di valutare da una prospettiva più matura. Non la prende in giro, non la deride e non se ne approfitta.
E questo porta i due a sviluppare un rapporto speciale, che è si romantico (almeno da parte di lei) ma va anche oltre... Sinceramente mi mancano le parole per descriverlo.
Da parte di lei questo sentimento è metafora di un desiderio per il futuro, per il cambiamento, da parte di lui è sinonimo di nostalgia. Sono due prospettive molto diverse che però, in qualche modo, grazie al desiderio umano di amare ed essere amati, riescono ad incontrarsi e quando succede... Beh, ho pianto poche volte per un anime, ma ammetto che qui mi è successo più di una volta. Ed è davvero difficile spiegare il perché.
Semplicemente ti arriva dentro ad un livello intimo, almeno per me è stato così, poi ci stà che non valga per tutti.
Tutti siamo stati Akira ad un certo punto delle nostre vite, tutti abbiamo sperimentato una cotta irrazionale ma fortissima... e un giorno saremo tutti Kondo, con la sua malinconia mista a nostalgia. E forse è questa la peculiarità di quest'anime, l'essere in grado di rappresentare due fasi molto diverse della vita, agli opposti dell'esistenza, e mostrare che ci possono essere dei punti di incontro. Se non per funzionare insieme, almeno per dare il coraggio di affrontare individualmente la vita.
È una prospettiva assolutamente unica e penso sia la prima volta che la vedo rappresentata così bene... Animazioni, musiche e anche i silenzi hanno contribuito moltissimo alla buona riuscita di quest'anime. È veramente un prodotto unico.
(e la recensione di @Kotaro è bellissima!)
Complimenti per la bellissima recensione!
Unici nei, Akira che veramente poteva trattare più civilmente Haruka e il cuoco biondo veramente odioso.
Io sugli ultimi 3 episodi concordo con te. Si era partiti davvero alla grande, sopratutto emotivamente; quando poi si è voluto dar spazio, nella seconda parte di ogni episodio, alla vita del manager e del suo amico; ecco, la risoluzione finale l'ho trovata nonsense e inutile ai fini della trama che avevano delineato nell'episodio 1.
Da guardare comunque (sperando in una season 2).
Nella realtà succede quando il quarantacinquenne è bello è pieno di soldi :"D
Grazie per lo stereotipo del giorno di cui sentivamo tutti quanti il bisogno
Complimenti Kot, splendida recensione <3
Praticamente adesso sono obbligata ad acquistare il manga.
Il fatto che i due non finiscano insieme, ma che comunque sviluppino un rapporto meraviglioso come quello descritto da te, è un incentivo più che sufficiente
"Non conosco la storia", ecco il guaio.
Se la conoscessi sapresti che non è affatto così, anzi tutto il contrario.
E se avessi letto perlomeno la recensione non avresti neanche il dubbio.
"Dopo la pioggia" è questo che vuole raccontare. Non è una storia d'amore anche se parte come tale, ma è la storia di due personaggi che ritrovano se stessi e ritrovano la forza di ricominciare a sognare tramite il loro reciproco incontro, tramite un legame che loro definiscono "amicizia" ma che probabilmente è più profondo, ed è più profondo dell'amore stesso. Che non c'è, perché è solo Akira a fargli avances, mentre il coinvolgimento di Kondo è più paterno che sentimentale e si percepisce sempre un certo imbarazzo da parte sua.
Personalmente, trovo che la storia sia andata molto meglio così, regalandoci tematiche più profonde e interessanti, piuttosto che condurci verso Kondo che finisce ar gabbio
Ho dimenticato di menzionarlo nella recensione, ma alcuni dei tagli fatti al manga riguardano anche la situazione familiare di Akira, dalla quale si può capire meglio la sua ossessione nei confronti del direttore, nel quale, probabilmente, ricerca quella figura paterna che per lei è sempre stata assente. Questo è un peccato, come già detto probabilmente un maggior numero di puntate avrebbe permesso di sviscerare meglio certi dettagli e di capire meglio il personaggio di Akira, che non è certo Miss Simpatia, ma questa è anche la storia di come lei riesce a comprendere di aver sbagliato e di migliorare, quindi ci sta il suo comportamento orribile, è una fase necessaria per la sua crescita.
Non concordo con chi vorrebbe una seconda stagione, perché la storia è conclusa e il finale, seppur aperto, è quello giusto e non lascia molto spazio aperto per un'eventuale continuazione.
D'accordo con quello che dice @hachi194: purtroppo è molto difficile per uno spettatore straniero, ma bisogna sempre cercare di ricordare che gli anime sono creati dai Giapponesi per i Giapponesi, e perciò sicuramente alcune cose che vi sono rappresentate magari noi non possiamo capirle al 100% e ci sembreranno lati negativi, ma invece sono elementi chiave della struttura, e andrebbero valutate per una corretta analisi delle storie.
Complimenti anche a Panssj, che col suo commento ha praticamente fatto una bellissima recensione dell'opera
Mi fai arrossire, grazie!
Questa è un'opera chr mi ha colpito profondamente e in una maniera totalmente inaspettata. Aspettavo solo l'occasione per buttare fuori un pò di sentimenti ahah
E comunque ti rinnovo i complimenti, avevi già detto tutto tu ;D
Adoro sia l" anime e il manga indistintamente !
Può essere interessante raccontare com'è che mi sono ritrovato a vederla. Sapevo della sua esistenza da AnimeClick, l'argomento mi pareva potenzialmente interessante ma anche a grande rischio di essere una ciofeca (quarantacinquenne incontra diciassettenne e vissero felici e contenti?) quindi non ne feci nulla.
Passano un paio di mesi, c'è il Cartoomics a Milano. Mi fermo allo stand di AnimeClick, c'è Slanzard che mi regala una maglietta e c'è pure il primo volume di "Dopo la pioggia", con Akira in copertina che mi guarda. Slanzard mi chiede se voglio il volume, sono i volumi promozionali che abbiamo per regalarli al gioco dei tappi e visto che è l'ultimo giorno della fiera ne avanzano. Rispondo di no, che ho già la casa piena di manga e non saprei dove metterlo. Dopo un po' torno a casa. Piove. È una piovosa domenica pomeriggio di marzo. Mi torna in mente il viso di Akira che mi guarda. Dico a mia moglie, senti, visto che piove, che ne dici se vediamo su AmazonPrime questa serie sentimentale in cui una studentessa di diciassette anni si innamora di un quarantacinquenne? Non so come sarà, vediamo la prima puntata per prova, e se poi non ci piace vedremo qualcos'altro.
Morale della favola: ci siamo visti otto episodi filati tra pomeriggio e sera, con solo una breve pausa per la cena! Un mesetto dopo, sempre in una domenica di pioggia, abbiamo visto gli episodi mancanti e chiuso la serie.
È una serie bellissima, Bellissima dal punto di vista puramente grafico, per i colori, gli sfondi, i disegni, l'ambientazione a Yokohama (mi ha fatto venir voglia di andarci) ma bellissima anche e soprattutto per la regia, per il tocco delicato con cui l'argomento è stato trattato e per i silenzi. Soprattutto per i silenzi. Ricordo una scena in cui la regia ha speso più di 60 secondi a raffigurare Akira che beve un caffè. Soltanto quello, silenzio, prendere lo zucchero, girare il cucchiaino, sollevare la tazzina, bersì il caffè. Semplicemente geniale. Perché tutto quel tempo non è affatto sprecato, è tempo che Akira ha a disposizione per capire i suoi sentimenti verso Kondo, ma è anche tempo che viene lasciato a disposizione dello spettatore per interpretare quello che sta vedendo. Perché questa è una visione che richiede interpretazione, in cui vengono descritti sentimenti complessi e che necessitano di tempo per essere compresi.
La gestione del tempo. Sì, forse questa è la cosa migliore di tutta la serie, non si ha mai la sensazione che le cose siano affrettate e d'altro canto neppure un secondo viene mai sprecato. Complimenti al regista per la gestione magistrale di una storia che già di suo meritava moltissimo. Il finale è giusto, e non era facile realizzare un finale giusto date le premesse.
E adesso corro a leggere la recensione di Kotaro!
PS: complimenti a Panssj per il suo commento
Bravissima l'autrice a destreggiarsi in una situazione dalle potenzialità torbidissime, senza mai scadere in volgarità o fanservice.
Kondo è un personaggio meraviglioso... ci si potrebbe scrivere una recensione a parte...
Unico punto su cui non sono d'accordo con la recensione è l'apprezzamento per la caratterizzazione eccessivamente filiforme dei personaggi: Akira in primis.
Per mio gusto personale questo stile, così in voga, in particolare per i mangaanime sentimentali, non vuol saperne di piacermi...
Serie che ho apprezzato davvero tanto... ma alla luce di tutto ciò mi chiedo se sono l'unico che speri davvero tanto nella loro coppia.
Sì, è vero che il focus narrativo non sia proprio quello. O per meglio dire: è vero che la storia è stata presentata in questa maniera, per poi far divenire quell'elemento in realtà una sorta di pretesto per parlare della biforcazione delle loro anime.
Però.
Però per quanto possa banalmente stonare con un messaggio di fondo mi piacerebbe se alla fine si seguisse il cuore in un finale simile.
Scherzi a parte, ottima recensione per un ottimo anime, complimenti a Kotaro che l'ha scritta!
Mi spiace fare un po' la voce fuori dal coro (ma vedo che non sono l'unica) ma a me questa serie non è piaciuta particolarmente, a causa, manco a dirlo, della protagonista femminile. Non mi era piaciuta a primo impatto, mi pareva stesse recuperando un po' ma poi è discesa inesorabilmente nel baratro. Niente, non mi piace nulla di lei e dei suoi atteggiamenti. La corazza, la delusione, le rinunce, la cotta irrazionale, capisco tutto ma non giustifico il suo comportamento da regina dei ghiacci (cit), il modo in cui tratta Haruka è talmente antipatico, sgradevole e maleducato che non la reggo.
Kondo mi è piaciuto come personaggio, una serie dedicata a lui, in cui la studentessa che gli si attacca come una cozza resta sullo sfondo giusto per portare a galla le sue riflessioni sulla giovinezza andata, l'avrei gradita molto di più.
E poi non mi piacciono le storie tanto incentrate su una coppia, ci sono dei personaggi di contorno, usiamoli!
Ci sono state anche altre piccole cose che non mi sono piaciute, tipo il collega giovane e figo passato per merdaccia quasi a voler ribadire che se sei giovane e figo sei uno stronzo mentre se hai 40 anni e puzzi sei una bravissima persona.
Vero che la storia d'amore è un pretesto per finire a parlare di altro,e così infatti fanno le ultime puntate, che mi sono piaciute molto più di altre. Con un'altra piega l'avrei trovata una bella serie, così com'è stata, non rientra nei miei gusti.
No, per carità, NO! XD
Io mi sono fermata al volume 1 del manga (per mancanza di tempo) con l'intento di recuperare poi almeno l'anime (che non ho seguito per mancanza di tempo). Sicuramente è una serie che vorrei vedere perché ha molti di quegli elementi che di solito apprezzo da molto a moltissimo in un anime.
Quindi grazie per questa recensione splendidamente scritta (come sempre)
Questi sono problemi causati dai tagli. Nel manga, ci sono dei capitoli dedicati anche agli altri personaggi in singolo, come i due colleghi più giovani di Akira che si innamorano tra loro o lo stesso cuoco biondo, di cui ci viene presentata la famiglia, mostrandocelo in una luce meno cattiva.
Una serie con più puntate avrebbe risolto il problema, ma è destino che le serie che mi piacciono debbano sempre essere di poche puntate mentre quelle che mi annoiano si trascinano più del dovuto
Non avrei potuto commentarla meglio...
Ottima anche la recensione di Kotaro.
Un bel percorso di crescita, ricco di realismo, del quale non ho potuto che amare entrambi i protagonisti.
Anche Akira, irritante nella sua freddezza fino a che, strada facendo, non ti rendi conto di tutta la fragilità e la dolcezza che si nascondono dietro alle apparenze...
Di Kondo è stato detto tutto...
Concordo anche io che la serie sarebbe potuta essere un pò più lunga, sviluppando maggiormente i personaggi "secondari".
Un'ultima nota sulle sigle, entrambe azzeccate: divertente e sbarazzina quella iniziale, ho adorato l'ending di Aimer, tanto da acquistare il CD singolo (con annesso DVD)...
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