Terumi Nishii è attualmente una delle più apprezzate animatrici e character designer giapponesi. Tra i suoi lavori, il character design di Le bizzarre avventure di JoJo: Diamond is Unbreakable e Mawaru Penguindrum, inoltre la caratterizzazione grafica dell'imminente remake in 3D di Saint Seiya per Netflix.
E' anche uno dei pochi animatori nipponici che abbia un profilo Twitter in lingua inglese, attraverso il quale spesso interargisce con i suoi fan stranieri. Proprio là, ultimamente, l'autrice si è lasciata andare a una serie di post in cui sconsiglia caldamente a eventuali aspiranti animatori di venire a lavorare nel settore in Giappone, in quanto (come già trapelato da altre fonti e addetti ai lavori) il mondo degli anime non sarebbe affatto tutto rose e fiori come si immagina. Anzi.
E' anche uno dei pochi animatori nipponici che abbia un profilo Twitter in lingua inglese, attraverso il quale spesso interargisce con i suoi fan stranieri. Proprio là, ultimamente, l'autrice si è lasciata andare a una serie di post in cui sconsiglia caldamente a eventuali aspiranti animatori di venire a lavorare nel settore in Giappone, in quanto (come già trapelato da altre fonti e addetti ai lavori) il mondo degli anime non sarebbe affatto tutto rose e fiori come si immagina. Anzi.
Eccone alcuni tradotti di seguito:
"Non importa quanto possiate amare gli anime, non è consigliabile venire a lavorare in Giappone nell'animazione, l'industria dell'animazione è stressante e sottopagata."
"Mi sento sempre triste quando sento giovani appassionati di animazione stranieri dire di voler lavorare nell'industria dell'animazione giapponese e chiedermi consigli su come fare. Non è davvero un ambiente raccomandabile."
"Sono molto delusa dall'industria dell'animazione giapponese…"
"Negli anime non ci sono royalty o compartecipazione agli utili per i character designer. Ciò che noi disegnamo è ammassato e cestinato."
"Sorpendentemente, gli anime sono produzioni low budget nonostante la qualità sia alta. Ciò è possibile perchè le retribuzioni sono basse e le ore di lavoro numerose. Anche quando sarebbe possibile, il budget non viene aumentato."
"Raramente, i veterani anziani dell'industria degli anime asseriscono che questo sia un lavoro da amare, e che non ci si deve lamentare dei pochi soldi. Penso che sia una cosa strana."
L'animatrice fa notare che spesso, proprio a causa della misera retribuzione, molti giovani che lavorano negli anime vengono aiutati economicamente dai loro genitori sebbene a quel punto dovrebbero essere "indipendenti".
"Il mio primo stipendio è stato di 2.800 yen (poco meno di 22,50 euro!). In seguito è passato da 60.000 (480 euro circa, al cambio attuale) a 100.000 yen (800 euro) al mese dopo un anno di esperienza. Il salario minimo a Tokyo è di 985 yen (poco meno di 8 euro) all'ora, ma in realtà non viene pagato così tanto e molti devono ricorrere ai soldi dei loro genitori. Fare animazione usando i soldi dei genitori... è strano".
"In Giappone la costituzione di un sindacato degli animatori non è mai andata a buon fine. Le compagnie di produzione ti scaricano velocemente."
La soluzione, per Terumi Nishii, è lavorare per produttori stranieri. Un buon esempio è Netflix, che sta pompando nell'industria degli anime molti soldi.
L'industria dell'animazione giapponese è anche famosa per lo sfruttamento dei suoi lavoratori. A questo proposito, un assistente di produzione ha recentemente citato in giudizio lo studio Madhouse (produttore delle animazioni di Death Note, Trigun, dei film del compianto Satoshi Kon) dopo essere finito in ospedale per eccesso di lavoro, subendo poi le ripercussioni dei suoi colleghi per aver portato alla luce la questione. In passato un animatore di A-1 Pictures (Fairy Tail, Blue Exorcist, Sword Art Online) è perfino morto per il troppo lavoro e la sua famiglia è stata risarcita al termine di una causa legale contro lo studio.
Potete seguire direttamente l'autrice su Twitter, attraverso il suo profilo in inglese.
Fonte consultata:
SGCafe
L'industria dell'animazione giapponese è anche famosa per lo sfruttamento dei suoi lavoratori. A questo proposito, un assistente di produzione ha recentemente citato in giudizio lo studio Madhouse (produttore delle animazioni di Death Note, Trigun, dei film del compianto Satoshi Kon) dopo essere finito in ospedale per eccesso di lavoro, subendo poi le ripercussioni dei suoi colleghi per aver portato alla luce la questione. In passato un animatore di A-1 Pictures (Fairy Tail, Blue Exorcist, Sword Art Online) è perfino morto per il troppo lavoro e la sua famiglia è stata risarcita al termine di una causa legale contro lo studio.
Potete seguire direttamente l'autrice su Twitter, attraverso il suo profilo in inglese.
Fonte consultata:
SGCafe
A proposito, hanno mai fatto scioperi in Giappone negli ultimi anni (a fine anni '60/inizio '70 credo che un po' di casino l'abbiano fatto...)?
Essendo ignorante mi piacerebbe leggere commenti riguardo a questo punto.
Per la questione della Madhouse, mi fa ridere (un riso amaro, sia chiaro) che i colleghi inveiscano contro il malcapitato. Dove fare "gruppo", unire le forze per andare contro condizioni lavorative orrende potrebbe portare a qualcosina, ecco che parte l'egoistico individualismo del coltivare il proprio piccolo e triste orticello e ci si unisce solo nel denigrare qualcuno. Ridicoli.
Da un lato sono d'accordo con te. Non dice nulla di "ignoto", dall'altro è importante che a denunciare la cosa sia un personaggio affatto secondario dell'industria dell'animazione.
Appare evidente che il sistema nipponico sia imballato è che a pochi importi di sbloccarla. L'idea di fondo, dopo aver letto tanti di questi articoli è che solo l'intevento di soggetti estranei, il cui riferimento unico non sia il sistema del merchandising nipponico, posssa aiutare a risolvere la situazione.
L'altra via è puntare, come qualcuno ha fatto su progetti in crowdfunding..ma si possono fare singole operazioni in questo modo. Non progettare e costruire un percorso lunghissimo.
Bello sarebbe arrivare ad un sistema diverso di distribuzione delle royalties, ma qui ci vorrebbe un deciso intervento del governo per salvaguardare un sistema che ha un valore in termini economici, ma soprattutto di prestigio, non indifferente per il Giappone. Non è detto che debba essere imperativo ma sicuramente dovrebbe "Incoraggiare" le società coinvolte a ripensare i loro comportamenti.
Penso che la loro situazione sia migliore, ma non di molto. Penso che stiano male un po' tutti coloro che lavorano negli studi di animazione e che il problema sia dovuto ai finanziatori che pretendono di avere gli anime subito e a pochi soldi. Infatti, secondo alcune statistiche gli studi di animazione stanno sempre peggio, mentre l'industria degli anime incassa sempre di più. La maggior parte dei soldi se li prendono le compagnie che finanziano i progetti mentre agli studi di animazione toccano le briciole e ai singoli animatori ancora meno.
https://youtu.be/zWM4gV5O_-A?t=275
https://www.hollywoodreporter.com/news/netflixs-bojack-horseman-animators-push-union-wages-1205833
non ricordo in quale articolo che lessi, l ' autore diceva che il retaggio che c'era in GIAPPONE, è ben lunghi da essere spezzato, infatti quando un lavoratore va casa o altro, questi si scusa per aver staccato prima degli altri, oppure aspetti che il più anziano se ne vadi!
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