Ben trovati tutti quanti, preparatevi ad un nuovo candidato qui allo Yaruki 2019 - Italian Japstyle Comics Award, categoria Indie. Vi ricordo che CLICCANDO QUI potete ancora votare le opere PRO in gara.
Per voi La Casa delle Streghe di Davide Sarti
Non per mettere da parte l'opera, ma sicuramente ci sono determinati articoli dove non si può far finta che prima arrivi il nome dell'autore e solo successivamente il fumetto, ma non si mette in ombra niente, promesso. Davide Sarti è un nome che non risulta di certo completamente nuovo, e non solo perché lo avevamo già promosso in questo articolo dello Yaruki4Ever, ma perché fa parte di quella strettissima cerchia di autori italiani che possono dire di aver potuto collaborare con dei professionisti giapponesi, in Giappone. Il tutto verrà massicciamente approfondito nelle domande (con tanto di link al video dove lui parla per bene della sua esperienza) ma io reputo essenziale questa premessa per farvi comprendere che parliamo di un autore che conosce perfettamente quest'arte, che non è di primo pelo e che rappresenta il japstyle come davvero pochi altri.
La Casa delle Streghe quindi può sorprendere (o no, dipende dai punti di vista) che non sia la più classica opera manga presente qui allo Yaruki, partendo dalla colorazione, sottolineando come si dovrebbe andare oltre il preconcetto che il manga non può essere a colori (e parleremo del perché, ancora una volta, nell'intervista) e dalla palese contaminazione europea che ha nel tratto, nella composizione delle tavole ma, come si dice ormai sempre, il japstyle è proprio questo. Il fumetto è divertente e vi scivolerà via con leggerezza, grazie ad una narrazione scorrevole e attenta, il tutto ha quell'aspetto un po' "toon" che lo rende perfetto per qualsiasi lettore... ma vi sono al momento ancora poche tavole! Non vediamo l'ora di vedere l'evoluzione di questi due ragazzini e anche di Davide.
Intervista all'autore:
Davide, un grandissimo piacere intervistare un ragazzo così interessante: pronto?
Di’ pure prontissimo!
Partiamo sicuramente da quello che ti chiederanno in tanti: in due parole parlaci della tua esperienza da assistente mangaka? (Cliccate QUI per vedere il suo video a riguardo) Qual è la cosa che hai maggiormente imparato?
Senza dilungarmi troppo (lascio il resto al mio video), mentre ero in Giappone a fare uno scambio universitario ho avuto modo di lavorare come assistente per due fumettisti. Si è trattata di un’esperienza unica e ancora oggi fatico a capacitarmene. Dico davvero! Ho avuto modo di vedere tutta la “catena di montaggio” con cui dal namenote (lo storyboard) si arriva alla tavola finita e di parteciparvi attivamente! Era magico trovarsi in quel mondo che tanto a lungo avevo sognato!
Di sicuro ho imparato ed ammirato la grande capacità dei miei maestri e degli altri assistenti nel lavorare instancabilmente, con ritmi frenetici e pochissime ore di sonno. I giapponesi sono incredibili! Ma non nego che mi sono anche un po’ spaventato davanti a quello stile di vita tanto improntato sul lavoro.
La tua opera è a colori ma c'è chi pensa che un manga deve per forza essere in bianco e nero: cosa gli rispondi?
Il manga nasce in bianco e nero per motivi economici e tempistici, principalmente. E io per primo ho sempre disegnato usando solo inchiostri e retini fino a qualche anno fa: adoro la tecnica classica dei manga, ovviamente. Ma, dopo tanto tempo, mi è venuto voglia di sperimentare con un po’ di colore, tutto qui. Dopotutto, l’arte è continua ricerca e sperimentazione, no?
Qual è secondo te lo status del fumetto japstyle indie?
Di sicuro siamo in un periodo di grande apertura e contaminazione! Quindi direi che ci sono ottime prospettive per il futuro! Forse per arrivare a livelli come quelli della Francia anche in Italia ci vorrà ancora qualche anno, ma tutto fa sperare per il meglio!
Com’è nato il tuo fumetto? Quali sono le tue ispirazioni?
Mmh… E’ una domanda difficile. L’idea l’ho avuta ormai quattro anni fa. Ma ci ho lavorato su per un anno intero, modificando i design dei personaggi e lavorando sulla trama. Dopo mesi e mesi a riflettere e a girare sui colli bolognesi per scattare foto da usare come reference per le ambientazioni, mi sono messo al lavoro sulle tavole!
“La Casa delle Streghe” nasce dai miei ricordi di studente delle medie (la scuola che frequentano Felix e Ajoa, i due protagonisti, è proprio la stessa che frequentavo io), così come nasce dal mio amore verso tutto ciò che è magico! Volevo parlare della natura in quanto ambiente affascinante, magico e spaventoso; volevo parlare di crescita; volevo parlare di amicizia… Il tutto con un pizzico di avventura e due protagonisti di seconda media. Insomma, un po’ mi sono ispirato alla mia vita scolastica e un bel po’ ci ho giocato di fantasia!
Come mai è da quasi 1 anno che non vediamo un nuovo capitolo, dai qualche precisazione ai tuoi lettori.
Purtroppo è da qualche tempo che sto portando avanti due lavori contemporaneamente, il che mi ha rallentato molto nel disegno. Ho quindi pensato che, piuttosto che mettere online solo una tavola ogni tanto in modo sporadico, fosse meglio fare un unico grande aggiornamento una volta che terminerò tutto il nuovo capitolo!
La Casa delle Streghe quanto "deve" alla tua esperienza giapponese?
Di sicuro a livello narrativo tanto. Ci tenevo a raccontare piccoli casi che i protagonisti dovessero risolvere di volta in volta, storie brevi ma emozionanti che toccassero sempre un aspetto profondo dei personaggi coinvolti! E questo lo ricollego strettamente ai manga e al motivo per cui li amo: nel fumetto e nell'animazione italiana si tende spesso a restare sul superficiale (purtroppo), come se si pensasse che i bambini e i ragazzi sono stupidi. I manga invece cercano sempre di affrontare tematiche importanti e profonde, adattando di volta in volta il linguaggio all'età dei lettori e senza mai sottovalutarli.
Nonostante tu sia decisamente giovane crei, disegni, scrivi, continuamente e da diversi anni: quanto è importante avere una passione immensa per il fumetto in questo ambito? Che consigli daresti a chi non vede i primi frutti e vuole abbandonare tutto?
Indubbiamente è dura e nell'ambiente artistico si prendono porte in faccia ogni giorno. Esco proprio ora da due grandi delusioni… Eppure, la voglia di raccontare storie è troppo forte in me per arrendermi! Ed è questo che serve: la forza di andare sempre avanti e risollevarsi a ogni (inevitabile) caduta. Non dico che sia facile, ma posso assicurare che ne vale sempre la pena!
Quali sono i tuoi sogni in ambito artistico?
È da poco stato pubblicato un mio libro-saggio che analizza la tecnica con cui sono disegnati i manga, cercando di coglierne la loro unicità e già questo è per me un grande sogno che si avvera! Adesso, ovviamente, mi piacerebbe un sacco riuscire a pubblicare “La Casa delle Streghe” con qualche casa editrice e vederlo distribuire in tutta Italia! Inoltre, ho anche dei progetti di scrittura in corso… Ma per ora preferisco non sbilanciarmi… Dirò “gatto” solo una volta che l’avrò nel sacco!
Beh Davide, grazie di tutto! Saluta tutti i lettori e arrivederci!
Grazie di cuore a tutti e spero che il mio fumetto vi emozioni tanto quanto succede a me quando lo scrivo!
Link Utili:
Tapas
La Casa delle Streghe (Sito)
Concorrenti Precedenti:
Lylun Eye
A Place To Belong
CodeX
Imperfecta Lux
Ædon
Grafiche a cura di Megane郭
Per maggiori informazioni sull’award contattare [email protected]
Per voi La Casa delle Streghe di Davide Sarti
Davide Sarti nasce a Bologna nel 1990. Frequenta dei corsi di disegno manga in Italia mentre ottiene la laurea magistrale in lingua giapponese presso l'Università Ca' Foscari di Venezia. Durante un periodo di soggiorno in Giappone ha avuto modo di lavorare come assistente per due mangaka, Hiroki Kashiwaba e Soichi Moto. Tornato in Italia ha pubblicato il fumetto "Swan Power" con la casa editrice MangaSenpai e il saggio "Capire il Manga - Caratteristiche grafiche e narrative del fumetto giapponese" con la casa editrice La Torre.
Al momento lavora come traduttore di manga e presso l'ufficio turistico di Bologna, mentre nel tempo libero porta avanti le sue storie con grande passione.
Al momento lavora come traduttore di manga e presso l'ufficio turistico di Bologna, mentre nel tempo libero porta avanti le sue storie con grande passione.
Iniziano le vacanze estive e Felix, un ragazzino fin troppo vivace, e Ajoa, una ragazzina timida e studiosa, si ritrovano per caso davanti alla casa di due streghe in mezzo alle colline della loro città. A causa di un pasticcio, i due saranno obbligati a trascorrere tutta l’estate con le due streghe, aiutandole nella loro missione: risolvere i problemi delle creature magiche che vivono nei dintorni! Tra strani esseri, misteri, avventure, magie e amicizie, i due ragazzi riusciranno a trovare ciò che vogliono di più.
Non per mettere da parte l'opera, ma sicuramente ci sono determinati articoli dove non si può far finta che prima arrivi il nome dell'autore e solo successivamente il fumetto, ma non si mette in ombra niente, promesso. Davide Sarti è un nome che non risulta di certo completamente nuovo, e non solo perché lo avevamo già promosso in questo articolo dello Yaruki4Ever, ma perché fa parte di quella strettissima cerchia di autori italiani che possono dire di aver potuto collaborare con dei professionisti giapponesi, in Giappone. Il tutto verrà massicciamente approfondito nelle domande (con tanto di link al video dove lui parla per bene della sua esperienza) ma io reputo essenziale questa premessa per farvi comprendere che parliamo di un autore che conosce perfettamente quest'arte, che non è di primo pelo e che rappresenta il japstyle come davvero pochi altri.
La Casa delle Streghe quindi può sorprendere (o no, dipende dai punti di vista) che non sia la più classica opera manga presente qui allo Yaruki, partendo dalla colorazione, sottolineando come si dovrebbe andare oltre il preconcetto che il manga non può essere a colori (e parleremo del perché, ancora una volta, nell'intervista) e dalla palese contaminazione europea che ha nel tratto, nella composizione delle tavole ma, come si dice ormai sempre, il japstyle è proprio questo. Il fumetto è divertente e vi scivolerà via con leggerezza, grazie ad una narrazione scorrevole e attenta, il tutto ha quell'aspetto un po' "toon" che lo rende perfetto per qualsiasi lettore... ma vi sono al momento ancora poche tavole! Non vediamo l'ora di vedere l'evoluzione di questi due ragazzini e anche di Davide.
Intervista all'autore:
Davide, un grandissimo piacere intervistare un ragazzo così interessante: pronto?
Di’ pure prontissimo!
Partiamo sicuramente da quello che ti chiederanno in tanti: in due parole parlaci della tua esperienza da assistente mangaka? (Cliccate QUI per vedere il suo video a riguardo) Qual è la cosa che hai maggiormente imparato?
Senza dilungarmi troppo (lascio il resto al mio video), mentre ero in Giappone a fare uno scambio universitario ho avuto modo di lavorare come assistente per due fumettisti. Si è trattata di un’esperienza unica e ancora oggi fatico a capacitarmene. Dico davvero! Ho avuto modo di vedere tutta la “catena di montaggio” con cui dal namenote (lo storyboard) si arriva alla tavola finita e di parteciparvi attivamente! Era magico trovarsi in quel mondo che tanto a lungo avevo sognato!
Di sicuro ho imparato ed ammirato la grande capacità dei miei maestri e degli altri assistenti nel lavorare instancabilmente, con ritmi frenetici e pochissime ore di sonno. I giapponesi sono incredibili! Ma non nego che mi sono anche un po’ spaventato davanti a quello stile di vita tanto improntato sul lavoro.
La tua opera è a colori ma c'è chi pensa che un manga deve per forza essere in bianco e nero: cosa gli rispondi?
Il manga nasce in bianco e nero per motivi economici e tempistici, principalmente. E io per primo ho sempre disegnato usando solo inchiostri e retini fino a qualche anno fa: adoro la tecnica classica dei manga, ovviamente. Ma, dopo tanto tempo, mi è venuto voglia di sperimentare con un po’ di colore, tutto qui. Dopotutto, l’arte è continua ricerca e sperimentazione, no?
Qual è secondo te lo status del fumetto japstyle indie?
Di sicuro siamo in un periodo di grande apertura e contaminazione! Quindi direi che ci sono ottime prospettive per il futuro! Forse per arrivare a livelli come quelli della Francia anche in Italia ci vorrà ancora qualche anno, ma tutto fa sperare per il meglio!
Com’è nato il tuo fumetto? Quali sono le tue ispirazioni?
Mmh… E’ una domanda difficile. L’idea l’ho avuta ormai quattro anni fa. Ma ci ho lavorato su per un anno intero, modificando i design dei personaggi e lavorando sulla trama. Dopo mesi e mesi a riflettere e a girare sui colli bolognesi per scattare foto da usare come reference per le ambientazioni, mi sono messo al lavoro sulle tavole!
“La Casa delle Streghe” nasce dai miei ricordi di studente delle medie (la scuola che frequentano Felix e Ajoa, i due protagonisti, è proprio la stessa che frequentavo io), così come nasce dal mio amore verso tutto ciò che è magico! Volevo parlare della natura in quanto ambiente affascinante, magico e spaventoso; volevo parlare di crescita; volevo parlare di amicizia… Il tutto con un pizzico di avventura e due protagonisti di seconda media. Insomma, un po’ mi sono ispirato alla mia vita scolastica e un bel po’ ci ho giocato di fantasia!
Come mai è da quasi 1 anno che non vediamo un nuovo capitolo, dai qualche precisazione ai tuoi lettori.
Purtroppo è da qualche tempo che sto portando avanti due lavori contemporaneamente, il che mi ha rallentato molto nel disegno. Ho quindi pensato che, piuttosto che mettere online solo una tavola ogni tanto in modo sporadico, fosse meglio fare un unico grande aggiornamento una volta che terminerò tutto il nuovo capitolo!
La Casa delle Streghe quanto "deve" alla tua esperienza giapponese?
Di sicuro a livello narrativo tanto. Ci tenevo a raccontare piccoli casi che i protagonisti dovessero risolvere di volta in volta, storie brevi ma emozionanti che toccassero sempre un aspetto profondo dei personaggi coinvolti! E questo lo ricollego strettamente ai manga e al motivo per cui li amo: nel fumetto e nell'animazione italiana si tende spesso a restare sul superficiale (purtroppo), come se si pensasse che i bambini e i ragazzi sono stupidi. I manga invece cercano sempre di affrontare tematiche importanti e profonde, adattando di volta in volta il linguaggio all'età dei lettori e senza mai sottovalutarli.
Nonostante tu sia decisamente giovane crei, disegni, scrivi, continuamente e da diversi anni: quanto è importante avere una passione immensa per il fumetto in questo ambito? Che consigli daresti a chi non vede i primi frutti e vuole abbandonare tutto?
Indubbiamente è dura e nell'ambiente artistico si prendono porte in faccia ogni giorno. Esco proprio ora da due grandi delusioni… Eppure, la voglia di raccontare storie è troppo forte in me per arrendermi! Ed è questo che serve: la forza di andare sempre avanti e risollevarsi a ogni (inevitabile) caduta. Non dico che sia facile, ma posso assicurare che ne vale sempre la pena!
Quali sono i tuoi sogni in ambito artistico?
È da poco stato pubblicato un mio libro-saggio che analizza la tecnica con cui sono disegnati i manga, cercando di coglierne la loro unicità e già questo è per me un grande sogno che si avvera! Adesso, ovviamente, mi piacerebbe un sacco riuscire a pubblicare “La Casa delle Streghe” con qualche casa editrice e vederlo distribuire in tutta Italia! Inoltre, ho anche dei progetti di scrittura in corso… Ma per ora preferisco non sbilanciarmi… Dirò “gatto” solo una volta che l’avrò nel sacco!
Beh Davide, grazie di tutto! Saluta tutti i lettori e arrivederci!
Grazie di cuore a tutti e spero che il mio fumetto vi emozioni tanto quanto succede a me quando lo scrivo!
Link Utili:
Tapas
La Casa delle Streghe (Sito)
Concorrenti Precedenti:
Lylun Eye
A Place To Belong
CodeX
Imperfecta Lux
Ædon
Grafiche a cura di Megane郭
Per maggiori informazioni sull’award contattare [email protected]
ti interesserà anche questo https://www.animeclick.it/news/52918-caterina-rocchi-ci-racconta-la-sua-esperienza-da-assistente-mangaka
Grazie mille molto interessante il link.
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