In vista di Lucca Comics & Games 2019 e spinti dalle richieste della nostra utenza, abbiamo chiesto una intervista a Star Comics. Ecco quanto ne è scaturito.
Ciao ragazzi, potete presentarvi all’utenza del nostro sito
Buongiorno a tutti! Per l’occasione, e vista la molteplicità degli argomenti affrontati, abbiamo dovuto ricorrere a una mobilitazione generale! Ad alternarsi nelle risposte saranno:
C: Claudia Bovini, direttore editoriale
S: Simone Bovini, AD
CP: Cristian Posocco, publishing manager area manga
F: Filippo Sandri, Alcadia Srl (service di Edizioni Star Comics che si occupa della lavorazione dei manga)
A Lucca, per il secondo anno consecutivo, sarete in un area tutta vostra: Piazza Star. Come è nata l’idea di fare questa scelta?
C: Piazza Star Comics è stata un’autentica scommessa… che abbiamo vinto alla grande, nonostante il grandissimo timore iniziale! Ricordo come se fosse ieri quel viaggio a Lucca, ad aprile 2018, per presentare all'organizzazione il nostro innovativo progetto di stand per il Padiglione Napoleone (quello che poi sarebbe diventato il nostro stand di Napoli Comicon 2019)… Non abbiamo fatto in tempo a proferir parola che ci è stato proposto di "fare il salto" e prendere possesso del padiglione di Piazza San Giovanni, che l'anno prima era occupato da Dragon Ball Super (niente male come coincidenza!). Sulla strada di casa nessuno di noi ha parlato per un po’… Dovevamo metabolizzare e decidere se accettare o meno la proposta, ricordo bene la tensione di quel viaggio. Poi la decisione è arrivata, e con essa la voglia di fare qualcosa di diverso, non un semplice padiglione, non un "pala", ma qualcosa che ci consentisse di entrare prepotentemente a far parte del tessuto cittadino, di diventare una "piazza": Piazza Star Comics, appunto, visitabile durante i giorni della manifestazione. Ci siamo dati davvero molto da fare, sia per creare un ambiente accogliente per il pubblico e gli autori, sia per raccontare efficacemente tramite video, social e interviste la nostra LCG18 a coloro che non avrebbero potuto esserci. È stato un successone, e ci siamo divertiti tantissimo – anche grazie a uno splendido staff che tornerà a sostenerci nell’imminente edizione 2019. Anche quest’anno Piazza Star Comics sarà uno spazio bellissimo, con tante grafiche dedicate al sommo maestro Hirohiko Araki, giochi interattivi, una mini mostra da ammirare, tantissime sessioni di firme con autori internazionali, spazio a volontà per passeggiare e per sfogliare con tutta calma i vostri manga preferiti. Se non siete venuti a trovarci l’anno scorso, fatelo quest’anno! Ci vediamo in Piazza Star Comics!
Insieme a Lucca portate ben due ospiti. Non c’è proprio possibilità, per i fan, di avere un autografo da Araki? Come sarà gestita invece la presenza di Rokuda?
C: Come abbiamo detto subito per non creare aspettative e illusioni nei fan, a Lucca non sarà possibile ricevere autografi o fare foto con Araki-sensei. Non ci sono motivazioni specifiche che possiamo condividere, semplicemente ci siamo adeguati alle direttive concordate con i nostri partner giapponesi riguardo alle attività dell’autore. Tuttavia, abbiamo cercato di aggirare un filo l’ostacolo preparando una sorpresina per i fan Italiani! Ancora non possiamo rivelare nulla, ma a brevissimo avrete notizie. Rokuda-sensei, invece, terrà alcune sessioni di firme presso il nostro padiglione. Stiamo aspettando le ultime disposizioni riguardo al numero di autografi che potrà concedere per ogni giorno di sessione, e appena possibile redigeremo e condivideremo il regolamento per ricevere gli autografi.
Dobbiamo aspettarci un "piatto ricco" di annunci dalla vostra conferenza in quel di Lucca? Qualche indizio si può avere?
CP: In realtà già da un po' abbiamo cominciato ad adottare nuove strategie per il reveal delle nostre novità. Minor focus sulle conferenze alle fiere, maggior vivacità nei social media. Stiamo progettando diverse novità anche per "rinfrescare" il format della classica conferenza lucchese – come la rimodulazione del momento dei "recap", considerato da alcuni noiosetto. Detto questo, a Lucca annunceremo 2 shonen, 2 shojo, un josei per la collana Wasabi e 3 seinen, di cui uno per la collana Umami. Fra questi: nessuno spin-off, una riedizione, 2 classici inediti.
Ora largo alle domande più "hot" arrivate dai nostri utenti. Ultimamente a più di una persona è capitato che ai volumetti si scollassero le copertine o le pagine. Siete al corrente di questo problema?
C: Abbiamo ricevuto anche noi delle segnalazioni. Il problema non è generalizzato, e per questo non è facile capire quale possa essere la motivazione per cui l’incollaggio di alcune cover tenda a cedere dopo poco tempo, visto che i materiali con cui confezioniamo i nostri manga non sono cambiati. Anche se il problema di incollaggio non investe tutte le pubblicazioni, dopo varie analisi portate avanti con tipografia, cartiera e legatoria, abbiamo deciso di provare una colla diversa che, stando ai primi test, sembra essere più affidabile, e che sostituirà quella usata in precedenza.
Molti invece si lamentano dell’inchiostro. In pratica, parecchi lamentano il fatto che questo arrivi a macchiare le mani a una prima lettura.
C: Di solito l’inchiostro che tende a macchiare di più è quello dei manga con molto nero, stampati in rotativa. La tipografia interna di Star Comics sta rinnovando il proprio parco macchine e spostando la maggior parte della produzione su una nuova macchina da stampa offset, che garantirà una stampa molto più nitida e pulita, con minor rischio di trasferimento dell’inchiostro sulle dita. Già alcune uscite di settembre di serie che prima erano stampate in rotativa sono passate alla stampa offset (ad esempio: Yotsuba&!, Vita da Slime, To Your Eternity, L’innominabile sorella, Starving Anonymous); a ottobre sarà il turno di molte altre, sino ad arrivare a pieno regime nei prossimi mesi.
Potete dirci come sta andando la nuova collana Wasabi? Siete soddisfatti? Le persone stanno rispondendo bene o sono frenate dal prezzo decisamente più alto rispetto ai vostri standard?
C: Wasabi è una collana a cui tengo molto e che ci sta dando grandi soddisfazioni. Non tutti i titoli hanno avuto le stesse performance, ma Lo Sfigatto e Note dall’appartamento 107 sinora hanno avuto un ottimo riscontro. La prima opera non ha bisogno di grandi spiegazioni per comprenderne il successo: un gattone paffutello a cui non ne va dritta una è un argomento sufficientemente cool! Note dall’appartamento 107, invece, ha tutt’altro fascino: mi è piaciuto sin dalla prima volta che l’ho sfogliato, e ho sentito il forte bisogno di pubblicarlo non appena ho letto l’episodio che dà il titolo al libro. Una brevissima storia, quasi senza testi, in cui si racconta del tempo che scorre felice e poi improvvisamente si ferma. Mi ha colpito molto profondamente, e non riesco a leggerla senza farmi sfuggire qualche lacrima. Wasabi sarà un contenitore di storie molto particolari, nei prossimi mesi ne arriveranno altre e una in particolare vi farà sgranare gli occhi… ma qualcuno prima o poi doveva pur parlarne apertamente!! Di cosa? Lo scoprirete a LCG19!
Per alcuni dei vostri titoli si è deciso di promuoverne la prima uscita creando delle edizioni limitate con una variant cover. Quali sono i criteri sono in base ai quali vengono scelti i titoli da promuovere e gli autori che ne realizzeranno la cover. Avete avuto riscontro positivo circa questo esperimento?
CP: Variant cover ed edizioni limitate sono utili e importanti strumenti di marketing, e se non avessimo avuto riscontri positivi immagino che non avremmo continuato a farne. Ovviamente, è uno strumento di cui non bisogna abusare, la cui utilità è massimizzata spendendolo in concomitanza delle fiere, e che si tende a riservare per i titoli che si ritengono avere una buona potenzialità e su cui intendiamo puntare i riflettori per attirare l’attenzione e la curiosità del pubblico. I candidati autori delle variant vengono scelti in base alla loro adattabilità al "tema" che dovranno interpretare, ma anche alla possibilità di interpretarlo in maniera personale e alternativa rispetto all’illustratore originale. Inoltre, cerchiamo di scegliere autori con una certa popolarità, che possano perciò allargare la visibilità dei nostri titoli fra i loro followers
In passato avete detto di non essere interessati, oggi ancora non pensate ad espandere il vostro catalogo a manga Boys' Love o yuri. I primi sembra che vendano bene e i secondi si stanno ritagliando una nicchia interessante
CP: Più che non essere interessati, diciamo che non percepiamo alcuna necessità o urgenza di pubblicarne "a ogni costo". In passato si sono presentate circostanze in cui titoli di questo genere avevano solleticato il nostro interesse, ma poi queste possibilità non si sono concretizzate. Se in futuro si presenteranno nuovamente circostanze simili, le valuteremo con serenità, senza però l’affanno di dover dimostrare alcunché.
La domanda che ci fa in pratica un utente su tre è: perché Star Comics non propone anch’essa dei titoli light novel? Chiedono titoli i cui manga sono già presenti nel vostro catalogo come Monogatari e alcuni per alcuni sarebbero interessati le varie novel legate a JoJo (in vista dell’arrivo a Lucca di Araki); penso soprattutto a Purple Haze Feedback, ma anche alle vecchie edite da Kappa che sono praticamente introvabili.
CP: Noi siamo editori di fumetti, la nostra organizzazione e il nostro flusso produttivo sono ottimizzati per i fumetti, siamo felici di fare fumetti e non sentiamo l’ansia di dover fare altro per forza. Riconosciamo l’importanza del fenomeno delle light novel in Giappone, così come la qualità e l’assoluta rilevanza di molte di queste, come proprio le Monogatari Series. Però le nostre analisi del mercato italiano continuano a consigliarci prudenza. Si dice che la fretta uccise il serpente… A noi piace procedere un passo alla volta, analizzare le cose in maniera maniacale facendo millemila ipotesi e simulazioni prima di imbarcarci in nuove avventure, in modo da evitare salti nel vuoto e aver già previsto contromosse e contromisure per ogni eventualità. Detto ciò, non escludiamo nulla, nemmeno qualche novel di JoJo, ma per il momento non c’è ancora nulla di ufficialmente programmato.
Guardando tra le recenti riedizioni, ci sono opere pubblicate con il loro titolo originale (Maison Ikkoku, Capitan Tsubasa, Touch) e altre con quello nostalgico inventato (Rocky Joe, Lamù). Da cosa nasce questa disparità di trattamento?
CP: Facciamo dei tornei di lotta fra di noi, e chi vince di volta in volta decide secondo le sue personali idee al proposito! Scherzi a parte, Filippo, rispondi tu?
F: Premesso che non esiste una regola univoca applicabile a tutti i titoli, e che per ogni serie vengono fatte specifiche valutazioni (oltre a prendere in considerazione eventuali richieste da parte della casa editrice giapponese), generalmente preferiamo che i titoli scelti risultino trasparenti all’interpretazione del lettori. Maison Ikkoku, Capitan Tsubasa e Touch hanno mantenuto i titoli originali perché non contengono termini o strutture grammaticali giapponesi che richiederebbero una traduzione. Ashita no Joe e Urusei Yatsura, oltre a non essere immediatamente comprensibili, si distanziavano molto dai titoli con cui le serie sono più conosciute in Italia, motivo per cui abbiamo optato per una scelta meno conservativa rispetto all’originale e più "nostalgica".
Star Comics è uno degli editori che più di tutti hanno investito sul mercato delle edizioni economiche da edicola. Qual è la situazione attuale?
S: Il settore edicola è quello maggiormente in crisi: nel giro di dieci anni il numero dei punti vendita si è praticamente dimezzato. In questo momento sono poche le pubblicazioni che distribuiamo in edicola, per lo più si tratta di best seller, ma abbiamo già studiato un piano di ristrutturazione che dovrebbe permetterci una maggiore flessibilità sul canale e il conseguente ritorno a un numero di uscite più consistente.
Ultimamente avete mostrato diverso interesse nella pubblicazione di titoli di nicchia in edizioni più costose. C’è però chi si lamenta dei troppi errori e della qualità non eccelsa di queste pubblicazioni, specialmente se paragonate a quelle (a volte anche meno costose) della concorrenza. Cosa puoi dirci al riguardo?
F: Non dovrebbe succedere, ma purtroppo succede: gli errori scappano e ce ne scusiamo umilmente. Ogni bozza è sottoposta ad attenta correzione e puntuale rilettura, ma talvolta i ritmi serrati di lavorazione fanno sì che alcuni refusi non vengano intercettati e passino attraverso le maglie dei controlli. Quando questo accade, ci adoperiamo per fare in modo che i processi di produzione e revisione diventino più efficienti, con la volontà continua di migliorarci. I commenti dei lettori, così come il riscontro sulla qualità degli albi in generale in termini di carta, inchiostro e impaginazione, sono per noi preziosi strumenti per raddrizzare il tiro e puntare a una qualità sempre più alta.
Negli ultimi tempi stiamo osservando un’esplosione della pubblicazione di gekiga, classici e titoli di nicchia, che un tempo sarebbe stato quasi fantascienza vedere arrivare (per lo meno in quantità così massicce), con addirittura editori interamente specializzati in questo tipo di opere. A cosa ritenete sia dovuta questa tendenza?
CP: All’apertura delle librerie "di varia" al mercato del fumetto, molto semplicemente. Edizioni diverse, formati e prezzi diversi, necessità diverse e circuiti e bacino potenziale d’utenza diversi. Inoltre, i lettori di manga in questi decenni sono maturati (leggasi: invecchiati), e i loro gusti e interessi sono maturati con loro.
Tra i titoli che avete pubblicato di recente, quali vi stanno dando le maggiori soddisfazioni? Ce n’è invece qualcuno da cui vi sareste aspettati di meglio?
CP: Due grandi e positive sorprese sono arrivate da titoli non manga: Fate fuori Ramirez e L’arte del sushi. Non che non avessimo aspettative su queste due opere o che nutrissimo dubbi sul loro valore, ma non ci aspettavamo che i risultati arrivassero così velocemente. Venendo ai manga, fra le novità quelle maggiormente apprezzate e in continua crescita sono (nessuno rimarrà sorpreso) Dr. Stone e Demon Slayer. E poi c’è Akatsuki no Yona, che sta ottenendo con costanza risultati inimmaginabili per altri shojo; ma anche L’innominabile sorella, facendo le dovute proporzioni, è stata un’autentica sorpresa. Il titolo che più vorremmo potesse crescere rispetto ai risultati attuali è Yotsuba&!: non ci siamo mai aspettati fuochi d’artificio in quanto a risultati di vendita, perché sappiamo bene quale sia l’accoglienza media in Italia per le commedie slice-of-life; ma sarebbe bello, bellissimo se una meraviglia del genere potesse un giorno stupirci tutti anche dal punto di vista delle vendite.
La pubblicazione del seguito de L'emblema di Roto ci fa ipotizzare la riedizione della prima serie sia andata bene. Siete interessati ad altri titoli del franchise di Dragon Quest? Ci sono novità per quanto riguarda Beet The Vandel Buster?
CP: Uhm. In realtà, non so se si possa dire, ma Roto 2 è stato pubblicato più che altro perché sentivamo una sorta di "obbligo morale" nei confronti dei fan della serie. Non so sinceramente se dopo di questo faremo altri titoli legati allo stesso franchise. C’è da dire che, Dragon Quest a parte, sono diversi i franchise di grande successo in Giappone, magari anche molto noti e chiacchierati fra il fandom più accanito. che in Italia ottengo risultati insospettabilmente e tristemente non all’altezza della fama.
Negli ultimi tempi avete pubblicato molti volumi speciali e raccolte di Detective Conan, ma come mai non è mai stata ristampata la serie su Kaito Kid? I volumi vecchi sono ormai introvabili e in Giappone la serie è andata avanti.
CP: Non so se ristamperemo i volumi mancanti, per il semplice motivo che non c’è richiesta. Non vorrei essere brutale, ma decine di appassionati interessati che si fanno sentire nei forum e nei social non sono una quantità sufficiente a programmare una ristampa. E se comunque, anche a fronte dell’interesse dichiarato di alcuni lettori, poi le fumetterie non ordinano, siamo punto e a capo. Tuttavia, stiamo considerando di pubblicare comunque il materiale inedito per dar modo di proseguire la serie a chi già l’ha iniziata.
Pensate mai al mercato webtoon? Un mercato ricco, e soprattutto con serie veramente belle (esempio ReLIFE).
CP: Sì, certo, di pensarci ci pensiamo. Pensiamo a tante cose in realtà, più di quante possiate immaginare.
Un paio di domande su alcune scelte di traduzione. In Dragon Ball Super il protagonista Goku, raggiunge una nuova trasformazione chiamata in giapponese "migatte no gokui". Nella versione internazionale, praticamente in tutto il mondo, questa trasformazione è stata chiamata "ultra istinto". Persino nell’anime doppiato da Mediaset, che sappiamo avere l’abitudine di modificare nomi e termini, è stato mantenuto "ultra istinto". Nella vostra traduzione del manga di Dragon Ball Super, però, voi l’avete cambiato in "quintessenza dell’istinto". Perché questa scelta?
F: Letteralmente, l’intera espressione si potrebbe rendere come "segreto del corpo che si muove per conto suo". Scegliere di adattarlo come "ultra" (che, peraltro, in giapponese si direbbe diversamente) sarebbe a nostro avviso una semplificazione né necessaria né auspicabile: "quintessenza dell’istinto", oltre a suonare bene in italiano, rende meglio il concetto alla base di questa tecnica (non si tratta di allenarsi per sviluppare un istinto di qualità superiore al normale, come si potrebbe dedurre dal termine "ultra istinto", ma di allenarsi al fine di sfruttare al massimo il proprio istinto, abbandonandosi a esso).
Come prassi, inoltre, a meno che il risultato non sia eccessivamente ermetico, preferiamo allinearci alle scelte degli autori e dunque, se il termine originale è in giapponese, tradurlo in italiano senza inventare ex novo né tantomeno copiare le scelte fatte nell’edizione americana. Vengono adottati nomi in inglese solamente se è l’autore stesso a indicarli nel manga, come ad esempio accade in The Seven Deadly Sins.
Ecco una domanda su cui il mio staff discute spesso (e alcuni sanno il giapponese). Come mai “好きです” (suki desu) viene spesso tradotto come "ti voglio bene" invece di "ti amo"? È vero che quel termine in giapponese può significare entrambe le cose, ma è stato più volte utilizzato in contesti che richiedevano una traduzione diversa, dando un altro senso alle parole dei personaggi e cosa succede nei casi di Bugie d'Aprile, Arrivare a te e Kamisama Kiss?
CP: Be’, volendo essere precisi in giapponese “ti amo” si dice “愛しています” (ai shiteimasu). “好き” (suki) è utilizzato per definire ciò che piace, e rivolto alle persone può indicare coinvolgimento sentimentale come semplice apprezzamento per le loro qualità. Vorrei inoltre far notare che Italiani e Giapponesi sono due popoli con profonde differenze culturali, soprattutto nel modo di relazionarsi e comunicare. Noi Italiani siamo molto “calienti”, tendiamo a caricare, a esasperare le emozioni e il nostro modo di comunicarle; i Giapponesi sono invece moderati, tendono a cercare sempre la misura, la gentilezza e la discrezione nell’esprimersi. Tradurre “suki desu” come “ti voglio bene” non è fondamentalmente errato, è una traduzione che tiene conto della sensibilità tutta giapponese dei personaggi, anche in scene in cui un italiano si esprimerebbe in modo molto più diretto ed esplicito. Comunque vada, se in Giapponese c’è scritto “suki desu” e non “ai shiteimasu”, tradurre con “ti amo” sarebbe errato.
Detto questo, capisco che un semplice “ti voglio bene” possa suonare strano alle orecchie degli Italiani, e ritengo che in alcuni casi, effettivamente, scelte di adattamento differenti – come “mi piaci” o “sono innamorato/a di te” (che però perde in spontaneità e immediatezza) – potrebbero essere più efficaci per una resa ottimale in italiano. Infatti, è da quando ho cominciato a intercettare alcune di queste “proteste” che sto cercando in prima persona di prestare una certa attenzione ai fumetti lavorati dai traduttori che tendono a scegliere il “ti voglio bene”, valutando caso per caso, e intervenendo per ottimizzare l’editing nelle situazioni in cui le sfumature di “suki” mi sembrino suggerire diverse scelte di adattamento.
Per concludere, come vedete l’attuale stato del mercato editoriale manga in Italia dal vostro punto di vista di editore?
Tutti: Ci sembra che, detto con le dovute cautele, si stia attraversando un inusuale momento di euforia. Tanto sta cambiando, dai canali di distribuzione all’approccio agli eventi del settore e alla comunicazione. e saper cavalcare questi cambiamenti anziché opporvisi porta risultati e rinnovato slancio. Parlando per Star Comics, i nostri risultati sono entusiasmanti; ma osservando le attività di altri editori ci sembra che, in generale, chi ha saputo rimboccarsi le maniche e mettersi in gioco sia più in forma che mai.
Ciao ragazzi, potete presentarvi all’utenza del nostro sito
Buongiorno a tutti! Per l’occasione, e vista la molteplicità degli argomenti affrontati, abbiamo dovuto ricorrere a una mobilitazione generale! Ad alternarsi nelle risposte saranno:
C: Claudia Bovini, direttore editoriale
S: Simone Bovini, AD
CP: Cristian Posocco, publishing manager area manga
F: Filippo Sandri, Alcadia Srl (service di Edizioni Star Comics che si occupa della lavorazione dei manga)
A Lucca, per il secondo anno consecutivo, sarete in un area tutta vostra: Piazza Star. Come è nata l’idea di fare questa scelta?
C: Piazza Star Comics è stata un’autentica scommessa… che abbiamo vinto alla grande, nonostante il grandissimo timore iniziale! Ricordo come se fosse ieri quel viaggio a Lucca, ad aprile 2018, per presentare all'organizzazione il nostro innovativo progetto di stand per il Padiglione Napoleone (quello che poi sarebbe diventato il nostro stand di Napoli Comicon 2019)… Non abbiamo fatto in tempo a proferir parola che ci è stato proposto di "fare il salto" e prendere possesso del padiglione di Piazza San Giovanni, che l'anno prima era occupato da Dragon Ball Super (niente male come coincidenza!). Sulla strada di casa nessuno di noi ha parlato per un po’… Dovevamo metabolizzare e decidere se accettare o meno la proposta, ricordo bene la tensione di quel viaggio. Poi la decisione è arrivata, e con essa la voglia di fare qualcosa di diverso, non un semplice padiglione, non un "pala", ma qualcosa che ci consentisse di entrare prepotentemente a far parte del tessuto cittadino, di diventare una "piazza": Piazza Star Comics, appunto, visitabile durante i giorni della manifestazione. Ci siamo dati davvero molto da fare, sia per creare un ambiente accogliente per il pubblico e gli autori, sia per raccontare efficacemente tramite video, social e interviste la nostra LCG18 a coloro che non avrebbero potuto esserci. È stato un successone, e ci siamo divertiti tantissimo – anche grazie a uno splendido staff che tornerà a sostenerci nell’imminente edizione 2019. Anche quest’anno Piazza Star Comics sarà uno spazio bellissimo, con tante grafiche dedicate al sommo maestro Hirohiko Araki, giochi interattivi, una mini mostra da ammirare, tantissime sessioni di firme con autori internazionali, spazio a volontà per passeggiare e per sfogliare con tutta calma i vostri manga preferiti. Se non siete venuti a trovarci l’anno scorso, fatelo quest’anno! Ci vediamo in Piazza Star Comics!
Insieme a Lucca portate ben due ospiti. Non c’è proprio possibilità, per i fan, di avere un autografo da Araki? Come sarà gestita invece la presenza di Rokuda?
C: Come abbiamo detto subito per non creare aspettative e illusioni nei fan, a Lucca non sarà possibile ricevere autografi o fare foto con Araki-sensei. Non ci sono motivazioni specifiche che possiamo condividere, semplicemente ci siamo adeguati alle direttive concordate con i nostri partner giapponesi riguardo alle attività dell’autore. Tuttavia, abbiamo cercato di aggirare un filo l’ostacolo preparando una sorpresina per i fan Italiani! Ancora non possiamo rivelare nulla, ma a brevissimo avrete notizie. Rokuda-sensei, invece, terrà alcune sessioni di firme presso il nostro padiglione. Stiamo aspettando le ultime disposizioni riguardo al numero di autografi che potrà concedere per ogni giorno di sessione, e appena possibile redigeremo e condivideremo il regolamento per ricevere gli autografi.
Dobbiamo aspettarci un "piatto ricco" di annunci dalla vostra conferenza in quel di Lucca? Qualche indizio si può avere?
CP: In realtà già da un po' abbiamo cominciato ad adottare nuove strategie per il reveal delle nostre novità. Minor focus sulle conferenze alle fiere, maggior vivacità nei social media. Stiamo progettando diverse novità anche per "rinfrescare" il format della classica conferenza lucchese – come la rimodulazione del momento dei "recap", considerato da alcuni noiosetto. Detto questo, a Lucca annunceremo 2 shonen, 2 shojo, un josei per la collana Wasabi e 3 seinen, di cui uno per la collana Umami. Fra questi: nessuno spin-off, una riedizione, 2 classici inediti.
Ora largo alle domande più "hot" arrivate dai nostri utenti. Ultimamente a più di una persona è capitato che ai volumetti si scollassero le copertine o le pagine. Siete al corrente di questo problema?
C: Abbiamo ricevuto anche noi delle segnalazioni. Il problema non è generalizzato, e per questo non è facile capire quale possa essere la motivazione per cui l’incollaggio di alcune cover tenda a cedere dopo poco tempo, visto che i materiali con cui confezioniamo i nostri manga non sono cambiati. Anche se il problema di incollaggio non investe tutte le pubblicazioni, dopo varie analisi portate avanti con tipografia, cartiera e legatoria, abbiamo deciso di provare una colla diversa che, stando ai primi test, sembra essere più affidabile, e che sostituirà quella usata in precedenza.
Molti invece si lamentano dell’inchiostro. In pratica, parecchi lamentano il fatto che questo arrivi a macchiare le mani a una prima lettura.
C: Di solito l’inchiostro che tende a macchiare di più è quello dei manga con molto nero, stampati in rotativa. La tipografia interna di Star Comics sta rinnovando il proprio parco macchine e spostando la maggior parte della produzione su una nuova macchina da stampa offset, che garantirà una stampa molto più nitida e pulita, con minor rischio di trasferimento dell’inchiostro sulle dita. Già alcune uscite di settembre di serie che prima erano stampate in rotativa sono passate alla stampa offset (ad esempio: Yotsuba&!, Vita da Slime, To Your Eternity, L’innominabile sorella, Starving Anonymous); a ottobre sarà il turno di molte altre, sino ad arrivare a pieno regime nei prossimi mesi.
Potete dirci come sta andando la nuova collana Wasabi? Siete soddisfatti? Le persone stanno rispondendo bene o sono frenate dal prezzo decisamente più alto rispetto ai vostri standard?
C: Wasabi è una collana a cui tengo molto e che ci sta dando grandi soddisfazioni. Non tutti i titoli hanno avuto le stesse performance, ma Lo Sfigatto e Note dall’appartamento 107 sinora hanno avuto un ottimo riscontro. La prima opera non ha bisogno di grandi spiegazioni per comprenderne il successo: un gattone paffutello a cui non ne va dritta una è un argomento sufficientemente cool! Note dall’appartamento 107, invece, ha tutt’altro fascino: mi è piaciuto sin dalla prima volta che l’ho sfogliato, e ho sentito il forte bisogno di pubblicarlo non appena ho letto l’episodio che dà il titolo al libro. Una brevissima storia, quasi senza testi, in cui si racconta del tempo che scorre felice e poi improvvisamente si ferma. Mi ha colpito molto profondamente, e non riesco a leggerla senza farmi sfuggire qualche lacrima. Wasabi sarà un contenitore di storie molto particolari, nei prossimi mesi ne arriveranno altre e una in particolare vi farà sgranare gli occhi… ma qualcuno prima o poi doveva pur parlarne apertamente!! Di cosa? Lo scoprirete a LCG19!
Per alcuni dei vostri titoli si è deciso di promuoverne la prima uscita creando delle edizioni limitate con una variant cover. Quali sono i criteri sono in base ai quali vengono scelti i titoli da promuovere e gli autori che ne realizzeranno la cover. Avete avuto riscontro positivo circa questo esperimento?
CP: Variant cover ed edizioni limitate sono utili e importanti strumenti di marketing, e se non avessimo avuto riscontri positivi immagino che non avremmo continuato a farne. Ovviamente, è uno strumento di cui non bisogna abusare, la cui utilità è massimizzata spendendolo in concomitanza delle fiere, e che si tende a riservare per i titoli che si ritengono avere una buona potenzialità e su cui intendiamo puntare i riflettori per attirare l’attenzione e la curiosità del pubblico. I candidati autori delle variant vengono scelti in base alla loro adattabilità al "tema" che dovranno interpretare, ma anche alla possibilità di interpretarlo in maniera personale e alternativa rispetto all’illustratore originale. Inoltre, cerchiamo di scegliere autori con una certa popolarità, che possano perciò allargare la visibilità dei nostri titoli fra i loro followers
In passato avete detto di non essere interessati, oggi ancora non pensate ad espandere il vostro catalogo a manga Boys' Love o yuri. I primi sembra che vendano bene e i secondi si stanno ritagliando una nicchia interessante
CP: Più che non essere interessati, diciamo che non percepiamo alcuna necessità o urgenza di pubblicarne "a ogni costo". In passato si sono presentate circostanze in cui titoli di questo genere avevano solleticato il nostro interesse, ma poi queste possibilità non si sono concretizzate. Se in futuro si presenteranno nuovamente circostanze simili, le valuteremo con serenità, senza però l’affanno di dover dimostrare alcunché.
La domanda che ci fa in pratica un utente su tre è: perché Star Comics non propone anch’essa dei titoli light novel? Chiedono titoli i cui manga sono già presenti nel vostro catalogo come Monogatari e alcuni per alcuni sarebbero interessati le varie novel legate a JoJo (in vista dell’arrivo a Lucca di Araki); penso soprattutto a Purple Haze Feedback, ma anche alle vecchie edite da Kappa che sono praticamente introvabili.
CP: Noi siamo editori di fumetti, la nostra organizzazione e il nostro flusso produttivo sono ottimizzati per i fumetti, siamo felici di fare fumetti e non sentiamo l’ansia di dover fare altro per forza. Riconosciamo l’importanza del fenomeno delle light novel in Giappone, così come la qualità e l’assoluta rilevanza di molte di queste, come proprio le Monogatari Series. Però le nostre analisi del mercato italiano continuano a consigliarci prudenza. Si dice che la fretta uccise il serpente… A noi piace procedere un passo alla volta, analizzare le cose in maniera maniacale facendo millemila ipotesi e simulazioni prima di imbarcarci in nuove avventure, in modo da evitare salti nel vuoto e aver già previsto contromosse e contromisure per ogni eventualità. Detto ciò, non escludiamo nulla, nemmeno qualche novel di JoJo, ma per il momento non c’è ancora nulla di ufficialmente programmato.
Guardando tra le recenti riedizioni, ci sono opere pubblicate con il loro titolo originale (Maison Ikkoku, Capitan Tsubasa, Touch) e altre con quello nostalgico inventato (Rocky Joe, Lamù). Da cosa nasce questa disparità di trattamento?
CP: Facciamo dei tornei di lotta fra di noi, e chi vince di volta in volta decide secondo le sue personali idee al proposito! Scherzi a parte, Filippo, rispondi tu?
F: Premesso che non esiste una regola univoca applicabile a tutti i titoli, e che per ogni serie vengono fatte specifiche valutazioni (oltre a prendere in considerazione eventuali richieste da parte della casa editrice giapponese), generalmente preferiamo che i titoli scelti risultino trasparenti all’interpretazione del lettori. Maison Ikkoku, Capitan Tsubasa e Touch hanno mantenuto i titoli originali perché non contengono termini o strutture grammaticali giapponesi che richiederebbero una traduzione. Ashita no Joe e Urusei Yatsura, oltre a non essere immediatamente comprensibili, si distanziavano molto dai titoli con cui le serie sono più conosciute in Italia, motivo per cui abbiamo optato per una scelta meno conservativa rispetto all’originale e più "nostalgica".
Star Comics è uno degli editori che più di tutti hanno investito sul mercato delle edizioni economiche da edicola. Qual è la situazione attuale?
S: Il settore edicola è quello maggiormente in crisi: nel giro di dieci anni il numero dei punti vendita si è praticamente dimezzato. In questo momento sono poche le pubblicazioni che distribuiamo in edicola, per lo più si tratta di best seller, ma abbiamo già studiato un piano di ristrutturazione che dovrebbe permetterci una maggiore flessibilità sul canale e il conseguente ritorno a un numero di uscite più consistente.
Ultimamente avete mostrato diverso interesse nella pubblicazione di titoli di nicchia in edizioni più costose. C’è però chi si lamenta dei troppi errori e della qualità non eccelsa di queste pubblicazioni, specialmente se paragonate a quelle (a volte anche meno costose) della concorrenza. Cosa puoi dirci al riguardo?
F: Non dovrebbe succedere, ma purtroppo succede: gli errori scappano e ce ne scusiamo umilmente. Ogni bozza è sottoposta ad attenta correzione e puntuale rilettura, ma talvolta i ritmi serrati di lavorazione fanno sì che alcuni refusi non vengano intercettati e passino attraverso le maglie dei controlli. Quando questo accade, ci adoperiamo per fare in modo che i processi di produzione e revisione diventino più efficienti, con la volontà continua di migliorarci. I commenti dei lettori, così come il riscontro sulla qualità degli albi in generale in termini di carta, inchiostro e impaginazione, sono per noi preziosi strumenti per raddrizzare il tiro e puntare a una qualità sempre più alta.
Negli ultimi tempi stiamo osservando un’esplosione della pubblicazione di gekiga, classici e titoli di nicchia, che un tempo sarebbe stato quasi fantascienza vedere arrivare (per lo meno in quantità così massicce), con addirittura editori interamente specializzati in questo tipo di opere. A cosa ritenete sia dovuta questa tendenza?
CP: All’apertura delle librerie "di varia" al mercato del fumetto, molto semplicemente. Edizioni diverse, formati e prezzi diversi, necessità diverse e circuiti e bacino potenziale d’utenza diversi. Inoltre, i lettori di manga in questi decenni sono maturati (leggasi: invecchiati), e i loro gusti e interessi sono maturati con loro.
Tra i titoli che avete pubblicato di recente, quali vi stanno dando le maggiori soddisfazioni? Ce n’è invece qualcuno da cui vi sareste aspettati di meglio?
CP: Due grandi e positive sorprese sono arrivate da titoli non manga: Fate fuori Ramirez e L’arte del sushi. Non che non avessimo aspettative su queste due opere o che nutrissimo dubbi sul loro valore, ma non ci aspettavamo che i risultati arrivassero così velocemente. Venendo ai manga, fra le novità quelle maggiormente apprezzate e in continua crescita sono (nessuno rimarrà sorpreso) Dr. Stone e Demon Slayer. E poi c’è Akatsuki no Yona, che sta ottenendo con costanza risultati inimmaginabili per altri shojo; ma anche L’innominabile sorella, facendo le dovute proporzioni, è stata un’autentica sorpresa. Il titolo che più vorremmo potesse crescere rispetto ai risultati attuali è Yotsuba&!: non ci siamo mai aspettati fuochi d’artificio in quanto a risultati di vendita, perché sappiamo bene quale sia l’accoglienza media in Italia per le commedie slice-of-life; ma sarebbe bello, bellissimo se una meraviglia del genere potesse un giorno stupirci tutti anche dal punto di vista delle vendite.
La pubblicazione del seguito de L'emblema di Roto ci fa ipotizzare la riedizione della prima serie sia andata bene. Siete interessati ad altri titoli del franchise di Dragon Quest? Ci sono novità per quanto riguarda Beet The Vandel Buster?
CP: Uhm. In realtà, non so se si possa dire, ma Roto 2 è stato pubblicato più che altro perché sentivamo una sorta di "obbligo morale" nei confronti dei fan della serie. Non so sinceramente se dopo di questo faremo altri titoli legati allo stesso franchise. C’è da dire che, Dragon Quest a parte, sono diversi i franchise di grande successo in Giappone, magari anche molto noti e chiacchierati fra il fandom più accanito. che in Italia ottengo risultati insospettabilmente e tristemente non all’altezza della fama.
Negli ultimi tempi avete pubblicato molti volumi speciali e raccolte di Detective Conan, ma come mai non è mai stata ristampata la serie su Kaito Kid? I volumi vecchi sono ormai introvabili e in Giappone la serie è andata avanti.
CP: Non so se ristamperemo i volumi mancanti, per il semplice motivo che non c’è richiesta. Non vorrei essere brutale, ma decine di appassionati interessati che si fanno sentire nei forum e nei social non sono una quantità sufficiente a programmare una ristampa. E se comunque, anche a fronte dell’interesse dichiarato di alcuni lettori, poi le fumetterie non ordinano, siamo punto e a capo. Tuttavia, stiamo considerando di pubblicare comunque il materiale inedito per dar modo di proseguire la serie a chi già l’ha iniziata.
Pensate mai al mercato webtoon? Un mercato ricco, e soprattutto con serie veramente belle (esempio ReLIFE).
CP: Sì, certo, di pensarci ci pensiamo. Pensiamo a tante cose in realtà, più di quante possiate immaginare.
Un paio di domande su alcune scelte di traduzione. In Dragon Ball Super il protagonista Goku, raggiunge una nuova trasformazione chiamata in giapponese "migatte no gokui". Nella versione internazionale, praticamente in tutto il mondo, questa trasformazione è stata chiamata "ultra istinto". Persino nell’anime doppiato da Mediaset, che sappiamo avere l’abitudine di modificare nomi e termini, è stato mantenuto "ultra istinto". Nella vostra traduzione del manga di Dragon Ball Super, però, voi l’avete cambiato in "quintessenza dell’istinto". Perché questa scelta?
F: Letteralmente, l’intera espressione si potrebbe rendere come "segreto del corpo che si muove per conto suo". Scegliere di adattarlo come "ultra" (che, peraltro, in giapponese si direbbe diversamente) sarebbe a nostro avviso una semplificazione né necessaria né auspicabile: "quintessenza dell’istinto", oltre a suonare bene in italiano, rende meglio il concetto alla base di questa tecnica (non si tratta di allenarsi per sviluppare un istinto di qualità superiore al normale, come si potrebbe dedurre dal termine "ultra istinto", ma di allenarsi al fine di sfruttare al massimo il proprio istinto, abbandonandosi a esso).
Come prassi, inoltre, a meno che il risultato non sia eccessivamente ermetico, preferiamo allinearci alle scelte degli autori e dunque, se il termine originale è in giapponese, tradurlo in italiano senza inventare ex novo né tantomeno copiare le scelte fatte nell’edizione americana. Vengono adottati nomi in inglese solamente se è l’autore stesso a indicarli nel manga, come ad esempio accade in The Seven Deadly Sins.
Ecco una domanda su cui il mio staff discute spesso (e alcuni sanno il giapponese). Come mai “好きです” (suki desu) viene spesso tradotto come "ti voglio bene" invece di "ti amo"? È vero che quel termine in giapponese può significare entrambe le cose, ma è stato più volte utilizzato in contesti che richiedevano una traduzione diversa, dando un altro senso alle parole dei personaggi e cosa succede nei casi di Bugie d'Aprile, Arrivare a te e Kamisama Kiss?
CP: Be’, volendo essere precisi in giapponese “ti amo” si dice “愛しています” (ai shiteimasu). “好き” (suki) è utilizzato per definire ciò che piace, e rivolto alle persone può indicare coinvolgimento sentimentale come semplice apprezzamento per le loro qualità. Vorrei inoltre far notare che Italiani e Giapponesi sono due popoli con profonde differenze culturali, soprattutto nel modo di relazionarsi e comunicare. Noi Italiani siamo molto “calienti”, tendiamo a caricare, a esasperare le emozioni e il nostro modo di comunicarle; i Giapponesi sono invece moderati, tendono a cercare sempre la misura, la gentilezza e la discrezione nell’esprimersi. Tradurre “suki desu” come “ti voglio bene” non è fondamentalmente errato, è una traduzione che tiene conto della sensibilità tutta giapponese dei personaggi, anche in scene in cui un italiano si esprimerebbe in modo molto più diretto ed esplicito. Comunque vada, se in Giapponese c’è scritto “suki desu” e non “ai shiteimasu”, tradurre con “ti amo” sarebbe errato.
Detto questo, capisco che un semplice “ti voglio bene” possa suonare strano alle orecchie degli Italiani, e ritengo che in alcuni casi, effettivamente, scelte di adattamento differenti – come “mi piaci” o “sono innamorato/a di te” (che però perde in spontaneità e immediatezza) – potrebbero essere più efficaci per una resa ottimale in italiano. Infatti, è da quando ho cominciato a intercettare alcune di queste “proteste” che sto cercando in prima persona di prestare una certa attenzione ai fumetti lavorati dai traduttori che tendono a scegliere il “ti voglio bene”, valutando caso per caso, e intervenendo per ottimizzare l’editing nelle situazioni in cui le sfumature di “suki” mi sembrino suggerire diverse scelte di adattamento.
Per concludere, come vedete l’attuale stato del mercato editoriale manga in Italia dal vostro punto di vista di editore?
Tutti: Ci sembra che, detto con le dovute cautele, si stia attraversando un inusuale momento di euforia. Tanto sta cambiando, dai canali di distribuzione all’approccio agli eventi del settore e alla comunicazione. e saper cavalcare questi cambiamenti anziché opporvisi porta risultati e rinnovato slancio. Parlando per Star Comics, i nostri risultati sono entusiasmanti; ma osservando le attività di altri editori ci sembra che, in generale, chi ha saputo rimboccarsi le maniche e mettersi in gioco sia più in forma che mai.
Nulla di confermato, però Kenshin e Dai sono i titoli più richiesti per una Perfect. Visto che Dai è stato escluso, resta Kenshin. Poi oh, nessuno gli vieta di annunciare qualcosa che nessuno ha richiesto negli ultimi 2 anni XD
Ah wow! Allora potrebbe anche essere. Io invece ho come l'impressione che possa essere Inuyasha, siccome recentemente ci sono state riedizioni di Lamù, Maison Ikkoku e Ranma 1/2.
Non può essere Inuyasha siccome c'è la Perfect di Lamù appena iniziata e saranno ben 17 volumi
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