Tu. Sì, tu che stai leggendo in questo momento chi sei? A una domanda simile la stragrande maggioranza delle persone risponde con il proprio nome e cognome, forse qualcuno aggiungerà qualche dettaglio in più, soprattutto in base al contesto. Ma io, tu, noi, abbiamo davvero scelto di essere quel che siamo oppure siamo frutto del caso? Magari figli di vicende che ci han reso quel che siamo, mentre inermi abbiamo osservato il nostro essere prendere una forma ben precisa. Alla fine l'importante è essere felici di quel che si è, essere consci che, nonostante tutto, anche non fare una scelta è tuttavia una scelta.
La Scelta di Pandora è un manhwa/webtoon a colori dell'autrice coreana Yudori, opera conclusa in due volumi editi in patria da Lezhin e in Italia da J-POP. Nel 2016 l'opera si è aggiudicata il primo premio nel Lezhin Comics World Comic Contest. Nei prossimi giorni pubblicheremo la piacevolissima intervista con l'autrice, tenutasi in quel di Lucca Comics, ma potrete trovare qualche piccolissima anticipazione già nei paragrafi seguenti, per comprendere ancora meglio quanto sia labile il confine tra realtà e finzione.
Stati Uniti d'America, XIX secolo; siamo dentro una famiglia d'alta borghesia di tutto rispetto, con quelle patine superficiali dorate ad adornarla, che ci vogliono far credere che sia tutto così splendente e perfetto. Poi però abbiamo lei: Pandora. Una piccola bambina che come un fulmine a ciel sereno squarcia tutto quello che potrebbe essere considerato corretto e ordinato nella famiglia Blais; del resto per comprendere che c'è qualcosa che non va basta osservarla per un solo istante, coi suoi tratti asiatici che nulla hanno a che fare con la pelle perlata dei suoi parenti, con quel "pallore nobiliare" che crea un contrasto così netto con la bambina dal volto quasi perennemente corrucciato. Una "piccola scimmia", direbbe qualcuno con cattiveria.
Pandora è figlia di Christopher Blais Jr. e di Veronica Bellerose, una prostituta parigina di chiara discendenza asiatica, amata fino all'inverosimile da Chris ma morta proprio per dare alla luce la sua stessa figlia. Ovviamente la donna è ben poco apprezzata nella cerchia ristretta della famiglia e presentata con ben altri titoli e con ben altra storia. Pandora non ha solo ereditato l'aspetto della madre ma anche il suo carattere forte e scontroso, una bambina che davvero ha poco da spartire con quel mondo fragile e intoccabile, un uragano impossibile da domare che deve vedersela con le pesanti restrizioni di un mondo nel quale è stata inserita a forza. In realtà nemmeno suo padre si potrebbe considerare un uomo affine a quel che lo circonda, anzi; il suo passato ce lo descrive come un vero e proprio reietto fuggito dai pesi delle sue responsabilità, un uomo alla ricerca della sua vera natura e che è tornato senza aver trovato nessuna risposta ma forse accarezzando la possibilità che essa possa esistere.
Pandora e Chris sono, tra mille difetti e punti in comune, continuamente in guerra tra loro, ma essendo questo un fumetto pieno di conflitti generazionali e di classe possiamo identificare facilmente la vera natura dei loro problemi. Non lasciatevi infatti ingannare dalle urla, il loro affetto è genuino, per quanto non evidente. Pandora è entrata nella sua fase ribelle troppo presto e probabilmente Chris non vi è mai uscito, non è certo esente da critiche a causa dei tanti atteggiamenti infantili che non perorano la sua causa. Un uomo che non ha scelto di essere padre e che di certo non ha scelto di esserlo senza essere coadiuvato dalla donna che ama. Parlandone con la stessa autrice siamo arrivati alla conclusione che Chris, essendo un adulto, sia quello che dovrebbe provare a fare più passi nella direzione della figlia, ma di certo la cosa è più difficile di quel che potrebbe sembrare, perché il loro rapporto non è un semplice scontro tra papà e figlia ma tra due persone incatenate in un mondo che li vuole obbligare a essere qualcosa che sanno di non poter essere; i loro continui scontri non sono altro che una valvola di sfogo contro l'unica persona che, nel profondo della propria anima, sanno che può capirli. Probabilmente è un anche un modo per sentirsi meno soli in questa estenuante battaglia contro tutto e tutti.
Solitamente quando in un'opera ci ritroviamo di fronte la bellezza di un percorso interiore, di una ricerca del proprio posto del mondo, bisogna accarezzare i toni più nascosti nell'animo di un personaggio ma la bellezza del primo volume dell'opera di Yudori è che i due protagonisti si lasciano trascinare, di continuo, dall'emotività, quel che vediamo è quel che sono, senza filtri. Il loro viaggio è una semplice baraonda: comunicano urlando e insultandosi, alzano mani e pretendono di avere ragione sbattendo i piedi per terra. Tanta frustrazione, tanta infantilità ma tantissima genuinità che non è facile da descrivere senza essere dozzinali, invece vediamo uno scontro tra due bambini che non sanno come crescere trasposto con una forza così pungente che non possiamo che rimanerne coinvolti. Il secondo volume invece ci porterà una Pandora che riserva non poche sorprese, così come i tanti personaggi secondari che pullulano nell'opera, a partire dall'amico intimo Victor e suo figlio Jeremy; infatti per quanto i protagonisti assoluti siano due capita sovente che altri personaggi prendano totalmente la scena, con le loro storie sempre melodrammatiche e che ci aiutano a delineare il profilo sconcertante di una realtà dalla quale scapperemmo anche noi. Ma voglio che siate voi a scoprire i pezzi mancanti, quindi non trovo corretto dilungarmi troppo sui dettagli dell'intreccio
La Scelta di Pandora non si conclude nel suo periodo storico, negli arretrati '800 americani (ed europei) che ci permettono di fare spallucce e pensare che, beh, ovviamente parlando di passato non dobbiamo sentirci toccati dalle riflessioni dell'autrice. Invece no, l'intento (che sia palese o meno) è proprio quello di far volgere lo sguardo verso la nostra vita di ogni giorno, un po' romanzo realista e un po' romanzo di formazione, che pone l'accento sulla modernità di tempi che non sono poi così evoluti quanto possiamo credere. Con le varie citazioni al mondo della letteratura (o filmografia) occidentale l'opera di Yudori esalta il media, donandogli un alto valore artistico che trova il suo trionfo nell'edizione cartonata, 15x21 e copertina rigida, che J-POP ha accuratamente creato, ed essendo la prima edizione del fumetto al di fuori dei confini nazionali non si poteva chiedere di meglio.
Pandora è un ovvio simbolo femminista che trascende i tempi, una ragazza che non ha paura delle convenzioni sociali, che crescendo sa anche gestirle a suo favore, e che lotta per la sua indipendenza di donna preferendo, addirittura, pensare a un futuro come prostituta che come serva di un uomo. Il giogo che stringe il collo di Pandora non potremmo mai e poi mai pensare che sia del tutto svanito nel corso degli anni; le sue lotte non sono altro che le lotte delle donne di tutto il mondo, lotte che porta avanti la stessa autrice, che non sono collocabili in un puntino distante del tempo. Lottare per la libertà di essere e di scegliere non vuol dire per forza avere un nemico ben preciso contro ma a volte gli ostacoli sono lì da sempre, sono gli sguardi, una società ancora pronta a scandalizzarsi per una donna che parla apertamente di sesso, come Pandora trattata come un demone da internare quando comincia a scoprire il suo corpo. Quest'opera non può che essere l'esatto riflesso della sua autrice, una ragazza che può essere facilmente definita come "aggressiva" perché sul suo profilo Instagram (dove pubblica continuamente vignette sulla sua vita e non) si mostra senza filtri, senza timori scherza sull'aborto e sul sesso occasionale, con un po' di cinismo e di esagerazione di chi ha creato magari un personaggio ad hoc anche online ma senza mentire ai propri lettori. Yudori è Pandora ma Pandora potrebbe essere qualsiasi donna, finché almeno certi atteggiamenti e certe scelte non verranno considerate normali.
Ci troviamo in definitiva di fronte a un'opera forte e matura, una protagonista di cui abbiamo un sincero bisogno e di un'edizione degna dei tanti sforzi fatti da un'autrice che è partita da internet fino ad arrivare alla fama internazionale. Si può crescere senza snaturare chi si è, anche in un ambiente così rigido? Esistono davvero scelte che non richiedono pesantissimi sacrifici?
Pandora è testarda, arrogante, una bambina ben poco educata. Vi auguro di amarla tanto.
La Scelta di Pandora è un manhwa/webtoon a colori dell'autrice coreana Yudori, opera conclusa in due volumi editi in patria da Lezhin e in Italia da J-POP. Nel 2016 l'opera si è aggiudicata il primo premio nel Lezhin Comics World Comic Contest. Nei prossimi giorni pubblicheremo la piacevolissima intervista con l'autrice, tenutasi in quel di Lucca Comics, ma potrete trovare qualche piccolissima anticipazione già nei paragrafi seguenti, per comprendere ancora meglio quanto sia labile il confine tra realtà e finzione.
Sebbene sia piccina, è fiera assai
Stati Uniti d'America, XIX secolo; siamo dentro una famiglia d'alta borghesia di tutto rispetto, con quelle patine superficiali dorate ad adornarla, che ci vogliono far credere che sia tutto così splendente e perfetto. Poi però abbiamo lei: Pandora. Una piccola bambina che come un fulmine a ciel sereno squarcia tutto quello che potrebbe essere considerato corretto e ordinato nella famiglia Blais; del resto per comprendere che c'è qualcosa che non va basta osservarla per un solo istante, coi suoi tratti asiatici che nulla hanno a che fare con la pelle perlata dei suoi parenti, con quel "pallore nobiliare" che crea un contrasto così netto con la bambina dal volto quasi perennemente corrucciato. Una "piccola scimmia", direbbe qualcuno con cattiveria.
Pandora è figlia di Christopher Blais Jr. e di Veronica Bellerose, una prostituta parigina di chiara discendenza asiatica, amata fino all'inverosimile da Chris ma morta proprio per dare alla luce la sua stessa figlia. Ovviamente la donna è ben poco apprezzata nella cerchia ristretta della famiglia e presentata con ben altri titoli e con ben altra storia. Pandora non ha solo ereditato l'aspetto della madre ma anche il suo carattere forte e scontroso, una bambina che davvero ha poco da spartire con quel mondo fragile e intoccabile, un uragano impossibile da domare che deve vedersela con le pesanti restrizioni di un mondo nel quale è stata inserita a forza. In realtà nemmeno suo padre si potrebbe considerare un uomo affine a quel che lo circonda, anzi; il suo passato ce lo descrive come un vero e proprio reietto fuggito dai pesi delle sue responsabilità, un uomo alla ricerca della sua vera natura e che è tornato senza aver trovato nessuna risposta ma forse accarezzando la possibilità che essa possa esistere.
Pandora e Chris sono, tra mille difetti e punti in comune, continuamente in guerra tra loro, ma essendo questo un fumetto pieno di conflitti generazionali e di classe possiamo identificare facilmente la vera natura dei loro problemi. Non lasciatevi infatti ingannare dalle urla, il loro affetto è genuino, per quanto non evidente. Pandora è entrata nella sua fase ribelle troppo presto e probabilmente Chris non vi è mai uscito, non è certo esente da critiche a causa dei tanti atteggiamenti infantili che non perorano la sua causa. Un uomo che non ha scelto di essere padre e che di certo non ha scelto di esserlo senza essere coadiuvato dalla donna che ama. Parlandone con la stessa autrice siamo arrivati alla conclusione che Chris, essendo un adulto, sia quello che dovrebbe provare a fare più passi nella direzione della figlia, ma di certo la cosa è più difficile di quel che potrebbe sembrare, perché il loro rapporto non è un semplice scontro tra papà e figlia ma tra due persone incatenate in un mondo che li vuole obbligare a essere qualcosa che sanno di non poter essere; i loro continui scontri non sono altro che una valvola di sfogo contro l'unica persona che, nel profondo della propria anima, sanno che può capirli. Probabilmente è un anche un modo per sentirsi meno soli in questa estenuante battaglia contro tutto e tutti.
Solitamente quando in un'opera ci ritroviamo di fronte la bellezza di un percorso interiore, di una ricerca del proprio posto del mondo, bisogna accarezzare i toni più nascosti nell'animo di un personaggio ma la bellezza del primo volume dell'opera di Yudori è che i due protagonisti si lasciano trascinare, di continuo, dall'emotività, quel che vediamo è quel che sono, senza filtri. Il loro viaggio è una semplice baraonda: comunicano urlando e insultandosi, alzano mani e pretendono di avere ragione sbattendo i piedi per terra. Tanta frustrazione, tanta infantilità ma tantissima genuinità che non è facile da descrivere senza essere dozzinali, invece vediamo uno scontro tra due bambini che non sanno come crescere trasposto con una forza così pungente che non possiamo che rimanerne coinvolti. Il secondo volume invece ci porterà una Pandora che riserva non poche sorprese, così come i tanti personaggi secondari che pullulano nell'opera, a partire dall'amico intimo Victor e suo figlio Jeremy; infatti per quanto i protagonisti assoluti siano due capita sovente che altri personaggi prendano totalmente la scena, con le loro storie sempre melodrammatiche e che ci aiutano a delineare il profilo sconcertante di una realtà dalla quale scapperemmo anche noi. Ma voglio che siate voi a scoprire i pezzi mancanti, quindi non trovo corretto dilungarmi troppo sui dettagli dell'intreccio
Pandora sempre
La Scelta di Pandora non si conclude nel suo periodo storico, negli arretrati '800 americani (ed europei) che ci permettono di fare spallucce e pensare che, beh, ovviamente parlando di passato non dobbiamo sentirci toccati dalle riflessioni dell'autrice. Invece no, l'intento (che sia palese o meno) è proprio quello di far volgere lo sguardo verso la nostra vita di ogni giorno, un po' romanzo realista e un po' romanzo di formazione, che pone l'accento sulla modernità di tempi che non sono poi così evoluti quanto possiamo credere. Con le varie citazioni al mondo della letteratura (o filmografia) occidentale l'opera di Yudori esalta il media, donandogli un alto valore artistico che trova il suo trionfo nell'edizione cartonata, 15x21 e copertina rigida, che J-POP ha accuratamente creato, ed essendo la prima edizione del fumetto al di fuori dei confini nazionali non si poteva chiedere di meglio.
Pandora è un ovvio simbolo femminista che trascende i tempi, una ragazza che non ha paura delle convenzioni sociali, che crescendo sa anche gestirle a suo favore, e che lotta per la sua indipendenza di donna preferendo, addirittura, pensare a un futuro come prostituta che come serva di un uomo. Il giogo che stringe il collo di Pandora non potremmo mai e poi mai pensare che sia del tutto svanito nel corso degli anni; le sue lotte non sono altro che le lotte delle donne di tutto il mondo, lotte che porta avanti la stessa autrice, che non sono collocabili in un puntino distante del tempo. Lottare per la libertà di essere e di scegliere non vuol dire per forza avere un nemico ben preciso contro ma a volte gli ostacoli sono lì da sempre, sono gli sguardi, una società ancora pronta a scandalizzarsi per una donna che parla apertamente di sesso, come Pandora trattata come un demone da internare quando comincia a scoprire il suo corpo. Quest'opera non può che essere l'esatto riflesso della sua autrice, una ragazza che può essere facilmente definita come "aggressiva" perché sul suo profilo Instagram (dove pubblica continuamente vignette sulla sua vita e non) si mostra senza filtri, senza timori scherza sull'aborto e sul sesso occasionale, con un po' di cinismo e di esagerazione di chi ha creato magari un personaggio ad hoc anche online ma senza mentire ai propri lettori. Yudori è Pandora ma Pandora potrebbe essere qualsiasi donna, finché almeno certi atteggiamenti e certe scelte non verranno considerate normali.
Ci troviamo in definitiva di fronte a un'opera forte e matura, una protagonista di cui abbiamo un sincero bisogno e di un'edizione degna dei tanti sforzi fatti da un'autrice che è partita da internet fino ad arrivare alla fama internazionale. Si può crescere senza snaturare chi si è, anche in un ambiente così rigido? Esistono davvero scelte che non richiedono pesantissimi sacrifici?
Pandora è testarda, arrogante, una bambina ben poco educata. Vi auguro di amarla tanto.
Pro
- Pandora è un simbolo femminista
- Chiari riferimenti alla letteratura e filmografia occidentale
- Il tratto è delicato e riesce a cogliere quei dettagli propri dell'occidente ottocentesco
- L'edizione J-POP è di alto livello
Contro
- La classica colorazione webtoon coreana non è così particolarmente piacevole
Pandora e il suo spirito critico, deliziosamente maligno, hanno tutta la sana consapevolezza di chi sa che sotto lo zucchero ci sono le larve morte.
Squisitamente perverso anche l'intreccio che lega le due famiglie protagoniste della vicenda, dove non sempre viene spiegato tutto e certi dettagli rimangono nel non detto o nella perenne ambiguità.
Ambiguità però che l'autrice smentisce sul suo sito ufficiale, non lasciando spazio a molti dubbi, divenendo pertanto lei stessa un po' ambigua.
Interessante la critica al mondo misogino e piccoloborghese che ha dato i natali alla contemporaneità.
Sinceramente non mi aspettavo un meccanismo così ben congegnato.
Eventuali future pubblicazioni sarebbero da tenere d'occhio.
appena smaltisco un po' della pila di cose da leggere lo recupero!
Devi eseguire l'accesso per lasciare un commento.