Che significato possiamo attribuire alla parola "diverso"? Quale sarebbe, invece, quello di "mostro"? Si tratta di qualcosa da ricondurre al nostro aspetto fisico oppure, piuttosto, ai nostri comportamenti ed atteggiamenti?
Le risposte sono tanto banali quanto ovvie. Eppure, quanto piccolo è lo sforzo che nella vita di tutti i giorni compiamo per cercare di soppesare per bene le parole che utilizziamo?
Proprio le parole recano un significato fondamentale nell'anime Somali and the Forest Spirit, disponibile in streaming gratuito su Crunchyroll dal mese di gennaio 2020 e tratto dall'omonimo manga di Yako Gureishi: nell'ambito di un mondo fantastico popolato da creature di ogni sorta e civiltà assai diverse tra loro, la parola "essere umano" può suscitare la paura ed il terrore, e può fungere da condanna a morte. Può, allo stesso tempo, suscitare uno scompiglio tale da fare in modo che nulla sia mai più come prima, come nel caso del Golem protagonista della storia.
Quando, un giorno, il guardiano della foresta incontra un 'cucciolo d'uomo' abbandonato a sé stesso, ovvero una bimba con le catene ai polsi e al collo, l'imponente creatura compie, senza rendersene bene conto, una scelta di rottura di uno status quo che rimaneva sin lì invariato da centinaia di anni: fino a quel giorno egli ha vagato fra sottobosco, alberi e creature soprannaturali e misteriose per mantenere immutata la dimensione naturale della foresta. Da quel giorno in avanti, invece, nell'ottica di ricondurre la bambina ai propri simili il golem recide le proprie radici, sceglie inconsapevolmente di fare qualcosa di diverso da quello che si è sempre fatto, ed inizia un viaggio nel mondo assieme alla piccina. Da quel giorno, il golem non è più una creatura senza un'identità precisa, e diventa invece un padre.
"Papà" è la prima parola che la piccola Somali pronuncia, senza timore alcuno di fronte ad una figura massiccia come quella del golem: è una presenza ben diversa da quella di qualunque essere umano eppure, al contempo, una visione così rassicurante e confortante per la bambina da non poterlo definire altro che, semplicemente, papà.
Nel percorso che i due compiranno assieme, mano nella mano, ognuno sentirà fiorire nel cuore innumerevoli sensazioni inedite e calde, e ciascuno troverà nell'altra la ragione della propria esistenza, un motivo per vivere, respirare e nutrirsi del mondo che va al di là del confine tra una creatura e l'altra, al di là di ogni timore e paura.
Un tema che nell'anime si osserva è dunque quello dell'accettazione, ancor prima dell'esplorazione: un'accettazione che ha a che fare con l'essere creature viventi in uno stesso mondo, per quanto sfaccettato e non sempre accogliente.
A Somali non importa conoscere alcunché del Golem, poiché quest'ultimo l'ha trovata, sfamata, protetta e condotta con sé, pur se questi dovrebbe essere una creatura incapace di provare sentimenti.
Per il Golem, al contempo, il percorso verso la consapevolezza dei sentimenti nasce forse per un bizzarro impulso e diviene ben più lungo e sofferto; ed è proprio attraverso la sua evoluzione psicologica e la crescita del rapporto tra padre e figlia che la visione di Somali and the Forest Spirit si fa via via più dolce e toccante.
Nell'anime i sentimenti non sono prerogativa unica di quest'inusuale famigliola, bensì toccano le relazioni di creature diverse per specie e vissuto, che incrociano la loro strada con quella di Somali e del Golem e che fanno intuire allo spettatore quanto sia semplice e al contempo complicato oltrepassare i confini di genere.
E' davvero impossibile per un demone e un essere umano stringere amicizia? Non c'è modo per chi è "diverso" di convivere ugualmente pacificamente?
Nel fare la conoscenza di demoni, streghe, arpie e altre creature più o meno maledette, Somali e il Golem rinvengono qualcuno con il quale confrontarsi, con cui approcciarsi e imparare dalle rispettive culture e conoscenze, sviluppando interessi e legami.
Le diversità, in questa serie, sono sia un'opportunità che un ostacolo: un mezzo per crescere, là dove si sia disposti a mettere da parte la paura o il rancore per poter davvero vedere oltre.
Lo sguardo innocente e curioso di Somali e l'approccio cauto ma sempre educato del Golem sono un invito anche per noi a cercare di guardare oltre le barriere ed i pregiudizi; un messaggio semplice ed universale, non per questo altrettanto facile da mettere in pratica.
D'altronde, i tanti buoni sentimenti di cui è permeata la serie non possono indurci a pensare che si tratti di un percorso rose e fiori: l'incognito, che è elemento essenziale di ogni viaggio, può tradursi anche in comportamenti crudeli o meschini ma, di nuovo, Somali and the Forest Spirit ci insegna che quest'ultimi non sono prerogativa di un'unica classe di creature.
Così, l'umanità ci viene mostrata sia per tramite del candore di Somali che attraverso la "caccia ai grotteschi"; questi, a loro volta, manifestano sia il volto di chi non attende altro che cibarsi di un essere umano, che la saggezza dispensata dall'aver molto vissuto ed altrettanto sperimentato.
Il mondo che vediamo in questa serie è specchio della bellezza delle diversità, nonché riflesso della straordinaria intensità che possono arrivare ad assumere i legami, una volta instauratisi in profondità.
Come già visto in altri ambiti, anche in questa serie il senso non è dunque da ricercare nell'obiettivo finale del viaggio, bensì nel percorso stesso: è camminando per un paese dopo l'altro che Somali si affeziona ad altri cuccioli, diversi di aspetto ma a lei identici in fanciullezza, ed impara tanto il significato dell'amicizia quanto quello dell'agire incauti. Ed è durante il medesimo percorso che il Golem apprende come si possa preparare un unguento o un dolce per restituire il sorriso sul volto di Somali, e cosa significhi per davvero la figura di un padre.
Il tempo, che a lungo per il Golem non ha mai costituito un significato di per sé stesso, diviene così quello spazio da allestire con esperienze e ricordi, con spaventi e gioie, con il desiderio di rivedere chi si è mostrato un amico sincero, col timore di fallire, con l'incertezza del futuro, con la speranza di poter non abbandonare mai la famiglia che si è divenuti.
Non stupisce, dunque, che anche la conclusione dell'anime viaggi parallela ai tanti messaggi che la visione della storia intende veicolare: fintantoché il viaggio non termina, le possibilità di continuare a crescere, imparare e vivere proseguono altrettanto.
Fondante nella riuscita della serie animata è lo straordinario lavoro dei doppiatori Daisuke Ono e Inori Minase rispettivamente sul Golem e Somali, che senza nulla togliere alla bravura dei colleghi su personaggi secondari come ad esempio il buon demone Yabashira di Tatsuhisa Suzuki, sono stati capaci di infondere un'emotività profonda ed accattivante su entrambi i personaggi: la Somali della Minase (Hestia in DanMachi e Rem in Re:ZERO) risulta così esplodere letteralmente di energia e vitalità, di spirito fanciullesco e bruciante curiosità, sprigionando una voglia ardente di vivere e conoscere il mondo, anche là dove quest'ultimo si possa mostrare vagamente ostile.
L'interpretazione del prolifico Ono sul Golem rispecchia la personalità della creatura, apparentemente incapace di provare emozioni. Nel tono della voce percepiamo così l'autocontrollo del personaggio, che pare non tradire sensazione alcuna ed essere regolato da un atteggiamento del tutto distaccato. Proprio grazie a tale spessore vocale su una creatura della foresta così imponente, tuttavia, emerge con ancora maggior efficacia quanto sia forte, palese e significativo l'uso della gestualità accorta del Golem, delicata e gentile sulla bambina in primis, ma non meno educata nei confronti di tutti coloro con cui egli entra in contatto.
Da Somali, inoltre, lo spettatore mutua implicitamente anche la sensazione di stupore che l'accompagna ad ogni nuova città visitata: è direttamente dall'opera originale cartacea di Gureishi, in questo caso, che ripeschiamo gli 'imaginifici' paesaggi di fronte ai quali Somali rimane a bocca aperta, e lo spettatore ed il lettore con lei. La sua sorpresa nel vedere aprirsi davanti agli occhi qualche cosa di nuovo, ma sempre stupefacente, è la medesima di chi lo scopre con lei, diventando parte del viaggio con i protagonisti. L'anime diretto da Kenji Yasuda (Shugo Chara, Macross Delta) e curato da Mariko Mochizuki (Mouretsu Pirates) sa farsi apprezzare con facilità grazie ad un uso preciso, accurato e catalizzante della palette di colori delineata da Chiho Nakamura (Angel Sanctuary, Kilari, Hayate no Gotoku, FLCL Alternative, Saga of Tanya the Evil). Ogni nuovo mondo appare quasi un quadro fauvista, da tale è la vibrante intensità con cui il colore pare quasi essere l'espressione 'emotiva' del villaggio o del paese che rappresenta.
Calzanti in tal senso anche gli effetti sonori dal sapore di 'fiaba fantasy' di Noriko Izumo (Umineko no naku koro ni, Natsume Yujincho, Assassination Classroom 2, Voglio mangiare il tuo pancreas), diretti da Takatoshi Hamano, che già aveva alle spalle il lavoro effettuato per diverse serie a tema musicale, come ad esempio The Idolm@ster SideM, Idolish7 o Ensemble Stars!
Decisamente degni di nota sono poi anche i temi di apertura e chiusura: il primo è "Arigatō wa Kocchi no Kotoba" (Dovrei essere io a dire 'grazie') di Naotaro Moriyama, che con rapide variazioni di note sembra quasi rispecchiare il concetto dell' "entrare" a piccoli passi curiosi in vari mondi, per poi allargare lo sguardo -anche musicale- come su di un vasto panorama appena apertosi all'orizzonte. L'ending "Kokoro Somali" (Cuore Somali) è interpretata con trasporto e incredibile delicatezza dalla stessa Minase, su una bella sonata di pianoforte poi affiancata dall'orchestra: un vero e proprio tributo a un personaggio tenero e dolcissimo, forte e coraggioso, che entra dritto nel cuore senza che alcuno di noi si renda conto di quando o come ciò sia accaduto.
Se la bimba cattura l'attenzione sempre e comunque, non va omesso che nel complesso alla riuscita della versione animata contribuisce la presenza di personaggi secondari gradevoli e dal background interessante; si percepisce inoltre un ritmo al contempo pacato e vivace degli episodi, che scorrono piacevolmente come acqua corrente, talora più tranquilli e talaltra più tumultuosi, non privi di diversi finali cliffhanger.
Le risposte sono tanto banali quanto ovvie. Eppure, quanto piccolo è lo sforzo che nella vita di tutti i giorni compiamo per cercare di soppesare per bene le parole che utilizziamo?
Proprio le parole recano un significato fondamentale nell'anime Somali and the Forest Spirit, disponibile in streaming gratuito su Crunchyroll dal mese di gennaio 2020 e tratto dall'omonimo manga di Yako Gureishi: nell'ambito di un mondo fantastico popolato da creature di ogni sorta e civiltà assai diverse tra loro, la parola "essere umano" può suscitare la paura ed il terrore, e può fungere da condanna a morte. Può, allo stesso tempo, suscitare uno scompiglio tale da fare in modo che nulla sia mai più come prima, come nel caso del Golem protagonista della storia.
Quando, un giorno, il guardiano della foresta incontra un 'cucciolo d'uomo' abbandonato a sé stesso, ovvero una bimba con le catene ai polsi e al collo, l'imponente creatura compie, senza rendersene bene conto, una scelta di rottura di uno status quo che rimaneva sin lì invariato da centinaia di anni: fino a quel giorno egli ha vagato fra sottobosco, alberi e creature soprannaturali e misteriose per mantenere immutata la dimensione naturale della foresta. Da quel giorno in avanti, invece, nell'ottica di ricondurre la bambina ai propri simili il golem recide le proprie radici, sceglie inconsapevolmente di fare qualcosa di diverso da quello che si è sempre fatto, ed inizia un viaggio nel mondo assieme alla piccina. Da quel giorno, il golem non è più una creatura senza un'identità precisa, e diventa invece un padre.
"Papà" è la prima parola che la piccola Somali pronuncia, senza timore alcuno di fronte ad una figura massiccia come quella del golem: è una presenza ben diversa da quella di qualunque essere umano eppure, al contempo, una visione così rassicurante e confortante per la bambina da non poterlo definire altro che, semplicemente, papà.
Nel percorso che i due compiranno assieme, mano nella mano, ognuno sentirà fiorire nel cuore innumerevoli sensazioni inedite e calde, e ciascuno troverà nell'altra la ragione della propria esistenza, un motivo per vivere, respirare e nutrirsi del mondo che va al di là del confine tra una creatura e l'altra, al di là di ogni timore e paura.
Un tema che nell'anime si osserva è dunque quello dell'accettazione, ancor prima dell'esplorazione: un'accettazione che ha a che fare con l'essere creature viventi in uno stesso mondo, per quanto sfaccettato e non sempre accogliente.
A Somali non importa conoscere alcunché del Golem, poiché quest'ultimo l'ha trovata, sfamata, protetta e condotta con sé, pur se questi dovrebbe essere una creatura incapace di provare sentimenti.
Per il Golem, al contempo, il percorso verso la consapevolezza dei sentimenti nasce forse per un bizzarro impulso e diviene ben più lungo e sofferto; ed è proprio attraverso la sua evoluzione psicologica e la crescita del rapporto tra padre e figlia che la visione di Somali and the Forest Spirit si fa via via più dolce e toccante.
Nell'anime i sentimenti non sono prerogativa unica di quest'inusuale famigliola, bensì toccano le relazioni di creature diverse per specie e vissuto, che incrociano la loro strada con quella di Somali e del Golem e che fanno intuire allo spettatore quanto sia semplice e al contempo complicato oltrepassare i confini di genere.
E' davvero impossibile per un demone e un essere umano stringere amicizia? Non c'è modo per chi è "diverso" di convivere ugualmente pacificamente?
Nel fare la conoscenza di demoni, streghe, arpie e altre creature più o meno maledette, Somali e il Golem rinvengono qualcuno con il quale confrontarsi, con cui approcciarsi e imparare dalle rispettive culture e conoscenze, sviluppando interessi e legami.
Le diversità, in questa serie, sono sia un'opportunità che un ostacolo: un mezzo per crescere, là dove si sia disposti a mettere da parte la paura o il rancore per poter davvero vedere oltre.
Lo sguardo innocente e curioso di Somali e l'approccio cauto ma sempre educato del Golem sono un invito anche per noi a cercare di guardare oltre le barriere ed i pregiudizi; un messaggio semplice ed universale, non per questo altrettanto facile da mettere in pratica.
D'altronde, i tanti buoni sentimenti di cui è permeata la serie non possono indurci a pensare che si tratti di un percorso rose e fiori: l'incognito, che è elemento essenziale di ogni viaggio, può tradursi anche in comportamenti crudeli o meschini ma, di nuovo, Somali and the Forest Spirit ci insegna che quest'ultimi non sono prerogativa di un'unica classe di creature.
Così, l'umanità ci viene mostrata sia per tramite del candore di Somali che attraverso la "caccia ai grotteschi"; questi, a loro volta, manifestano sia il volto di chi non attende altro che cibarsi di un essere umano, che la saggezza dispensata dall'aver molto vissuto ed altrettanto sperimentato.
Il mondo che vediamo in questa serie è specchio della bellezza delle diversità, nonché riflesso della straordinaria intensità che possono arrivare ad assumere i legami, una volta instauratisi in profondità.
Come già visto in altri ambiti, anche in questa serie il senso non è dunque da ricercare nell'obiettivo finale del viaggio, bensì nel percorso stesso: è camminando per un paese dopo l'altro che Somali si affeziona ad altri cuccioli, diversi di aspetto ma a lei identici in fanciullezza, ed impara tanto il significato dell'amicizia quanto quello dell'agire incauti. Ed è durante il medesimo percorso che il Golem apprende come si possa preparare un unguento o un dolce per restituire il sorriso sul volto di Somali, e cosa significhi per davvero la figura di un padre.
Il tempo, che a lungo per il Golem non ha mai costituito un significato di per sé stesso, diviene così quello spazio da allestire con esperienze e ricordi, con spaventi e gioie, con il desiderio di rivedere chi si è mostrato un amico sincero, col timore di fallire, con l'incertezza del futuro, con la speranza di poter non abbandonare mai la famiglia che si è divenuti.
Non stupisce, dunque, che anche la conclusione dell'anime viaggi parallela ai tanti messaggi che la visione della storia intende veicolare: fintantoché il viaggio non termina, le possibilità di continuare a crescere, imparare e vivere proseguono altrettanto.
"Ho capito che è per quel sorriso che sei disposto a proteggere Somali."
-Shizuno-
-Shizuno-
Fondante nella riuscita della serie animata è lo straordinario lavoro dei doppiatori Daisuke Ono e Inori Minase rispettivamente sul Golem e Somali, che senza nulla togliere alla bravura dei colleghi su personaggi secondari come ad esempio il buon demone Yabashira di Tatsuhisa Suzuki, sono stati capaci di infondere un'emotività profonda ed accattivante su entrambi i personaggi: la Somali della Minase (Hestia in DanMachi e Rem in Re:ZERO) risulta così esplodere letteralmente di energia e vitalità, di spirito fanciullesco e bruciante curiosità, sprigionando una voglia ardente di vivere e conoscere il mondo, anche là dove quest'ultimo si possa mostrare vagamente ostile.
L'interpretazione del prolifico Ono sul Golem rispecchia la personalità della creatura, apparentemente incapace di provare emozioni. Nel tono della voce percepiamo così l'autocontrollo del personaggio, che pare non tradire sensazione alcuna ed essere regolato da un atteggiamento del tutto distaccato. Proprio grazie a tale spessore vocale su una creatura della foresta così imponente, tuttavia, emerge con ancora maggior efficacia quanto sia forte, palese e significativo l'uso della gestualità accorta del Golem, delicata e gentile sulla bambina in primis, ma non meno educata nei confronti di tutti coloro con cui egli entra in contatto.
Da Somali, inoltre, lo spettatore mutua implicitamente anche la sensazione di stupore che l'accompagna ad ogni nuova città visitata: è direttamente dall'opera originale cartacea di Gureishi, in questo caso, che ripeschiamo gli 'imaginifici' paesaggi di fronte ai quali Somali rimane a bocca aperta, e lo spettatore ed il lettore con lei. La sua sorpresa nel vedere aprirsi davanti agli occhi qualche cosa di nuovo, ma sempre stupefacente, è la medesima di chi lo scopre con lei, diventando parte del viaggio con i protagonisti. L'anime diretto da Kenji Yasuda (Shugo Chara, Macross Delta) e curato da Mariko Mochizuki (Mouretsu Pirates) sa farsi apprezzare con facilità grazie ad un uso preciso, accurato e catalizzante della palette di colori delineata da Chiho Nakamura (Angel Sanctuary, Kilari, Hayate no Gotoku, FLCL Alternative, Saga of Tanya the Evil). Ogni nuovo mondo appare quasi un quadro fauvista, da tale è la vibrante intensità con cui il colore pare quasi essere l'espressione 'emotiva' del villaggio o del paese che rappresenta.
Calzanti in tal senso anche gli effetti sonori dal sapore di 'fiaba fantasy' di Noriko Izumo (Umineko no naku koro ni, Natsume Yujincho, Assassination Classroom 2, Voglio mangiare il tuo pancreas), diretti da Takatoshi Hamano, che già aveva alle spalle il lavoro effettuato per diverse serie a tema musicale, come ad esempio The Idolm@ster SideM, Idolish7 o Ensemble Stars!
Decisamente degni di nota sono poi anche i temi di apertura e chiusura: il primo è "Arigatō wa Kocchi no Kotoba" (Dovrei essere io a dire 'grazie') di Naotaro Moriyama, che con rapide variazioni di note sembra quasi rispecchiare il concetto dell' "entrare" a piccoli passi curiosi in vari mondi, per poi allargare lo sguardo -anche musicale- come su di un vasto panorama appena apertosi all'orizzonte. L'ending "Kokoro Somali" (Cuore Somali) è interpretata con trasporto e incredibile delicatezza dalla stessa Minase, su una bella sonata di pianoforte poi affiancata dall'orchestra: un vero e proprio tributo a un personaggio tenero e dolcissimo, forte e coraggioso, che entra dritto nel cuore senza che alcuno di noi si renda conto di quando o come ciò sia accaduto.
Se la bimba cattura l'attenzione sempre e comunque, non va omesso che nel complesso alla riuscita della versione animata contribuisce la presenza di personaggi secondari gradevoli e dal background interessante; si percepisce inoltre un ritmo al contempo pacato e vivace degli episodi, che scorrono piacevolmente come acqua corrente, talora più tranquilli e talaltra più tumultuosi, non privi di diversi finali cliffhanger.
Il primo numero del manga di Somali e lo spirito della Foresta (Somali to Mori no Kami-sama) di Yako Gureishi è uscito in Italia lo scorso gennaio per Planet Manga; in attesa che le avventure di Somali e del Golem possano riprendere in cartaceo, di certo la versione animata è un qualche cosa da non farsi mancare: una serie ben strutturata e riuscita, una storia tenera e suggestiva ma mai stucchevole, con spunti di riflessione numerosi e incisivi, appagante per gli occhi e per il cuore.
Pro
- Somali e la Minase
- il Golem doppiato da Daisuke Ono
- Rapporto padre-figlia ben delineato e sviluppato
- Sfondi dai colori incredibili
- Buona colonna sonora
- Episodi che scorrono in scioltezza
Contro
- Traspone il manga solo parzialmente
Per me questo non era un pro ma poco ci mancaXD, cioè è un peccato non avere la storia completa in versione anime per carità, ma quel finale carico d'amore, speranza, unità, mi ha appagato più di quanto
Lo so che da come ho scritto pare che mi abbia fatto schifo ma non è affatto così! XD Semplicemente, nonostante il noto "è una serie nelle mie corde", non è scattata la magia, almeno per quanto riguarda l'anime. Finirò comunque di vederla.
Ah e poi c'è Ono, lui è sempre un lato positivo!
Molto bello sia per l'esplorazione di luoghi sempre diversi ma sopratutto il rapporto tra Somali e il Golem nonchè il tema della diversità...
Comunque adoro questo tipo di storie che all'apparenza sono allegre e solari ma celano una grande malinconia e tristezza, e persino oscurità nel background della storia del mondo e dei suoi personaggi. Tratta temi forti e in particolare gli episodi con Uzoi e Haitora sono stati impressionanti anche se sapevo cosa sarebbe successo dal manga.
Inori Minase e Daisuke Ono perfetti nel ruolo dei protagonisti, molto bella anche la ED cantata dalla Minase stessa.
E' stata una serie che ho seguito con molta facilità, mi sono innamorata della dolcezza e del sorriso di Somali e ho simpatizzato subito col Golem, mi è piaciuto questo viaggio e il messaggio finale è stato così bello e positivo che per me potrebbe anche finire così. Forse mi sono affezionata troppo e non voglio vedere il futuro che si prospetta per questi due.
Approfitto poi di questo post per precisare un paio di cose: di norma (e questo è un fattore più "tecnico", per così dire) nelle gallery di immagini che affianchiamo alle recensioni non mettiamo immagini dei soli sfondi. La galleria ha la funzione di esemplificare la natura di una serie, attraverso in primis il modo in cui i personaggi interagiscono l'un l'altro; in questo caso però secondo me lo sfondo è proprio "parte integrante della storia" e per questo ne ho approfittato per inserire alcune immagini che trovo a dir poco spettacolari çOç
Poi il "contro" che ho collocato: sono d'accordo anch'io sul fatto che di per sé non sia un contro XD
Mi spiego, anch'io sono stata soddisfatta per come si è svolto l'anime e pure per come si è concluso. Addirittura temevo la tragedia, se devo essere sincera, e la cosa seppur ci era stata palesata già pochi episodi dopo l'inizio della serie, probabilmente non l'avrei digerita in un finale in fretta e furia. Quindi potremmo dire "meglio così."
Al tempo stesso però, devo ammettere che proprio per quelle sfaccettature del Golem che ci hanno mostrato negli ultimi episodi, e per quella consapevolezza che matura anche Somali, non mi sarebbe dispiaciuto vedere qualche episodio in più. Una seconda stagione non la disdegnerei affatto, non necessariamente per arrivare "alla fine della storia", quanto più per "vederli crescere ancora un po', entrambi" ^^
Personalmente si tratta di un anime che per me è stato una grande sorpresa; ho iniziato a seguirlo perché fortemente consigliatomi e non solo non mi ha deluso, ma mi ha proprio riempito il cuore, malgrado io col furry e il fantasy, insomma, non vada d'accordissimo.
Magus Bride ad esempio l'avevo iniziato già con maggior hype, e tuttavia il mio entusiasmo in quel caso è andato scemando e non so bene nemmeno io il perché.
Con Somali tutto il contrario ♥o♥
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