Si è trattato di un fulmine a ciel sereno che ha spiazzatto tutto il mondo legato ai manga e al fumetto in generale. Il pensiero di molti si è rivolto soprattutto alle vittime coinvolte nel caso, e anche a Shiro Usazaki, la giovane llustratrice di Act-Age, rimasta adesso senza una serie da disegnare settimana dopo settimana a causa di colpe assolutamente non sue. Sono stati infatti parecchi i colleghi che hanno mostrato solidarietà nei suoi confronti in un momento così delicato per lei.
La disegnatrice aveva scelto la via del silenzio fino ad ora ma oggi ha deciso di rilasciare le sue considerazioni su tutto quello che è avvenuto.
Usazaki ha prima espresso la sua completa solidarietà per le vittime sottolineando il fatto che abbiano parlato coraggiosamente dell'incidente nonostante lo shock e la paura. Usazaki ha spiegato che nessuno si riprende facilmente da una aggressione sessuale, un atto che lascia uno stato profondo di stress nelle vittime, tanto da fargli vedere l'aggressore ovunque anche in persone diverse ma simili a lui nell'aspetto e nell'abbigliamento
Il messaggio della disegnatrice su twitter indirizzati a tutti i lettori del manga
Usazaki ha spiegato che non vuole che anche il suo manga possa essere causa dell'aumento di stress da parte delle vittime, ritenendone quindi giusto l'interruzione. La giovane mangaka resta ovviamente rammaricata di non aver potuto concludere il proprio lavoro ma ci tiene a esortare i fan del manga a non molestare o incolpare le vittime, quest'ultime non devono prendersi colpe non loro e hanno fatto benissimo a denunciare l'accaduto.
Usazaki ha aggiunto di simpatizzare con i fan del manga ma li ha anche esortati a non utilizzare l'amore per Act -Age per lo scopo sbagliato, cioè quello di incitare alla violenza concludendo il suo messaggio con la speranza che le vittime ricevano le cure adeguate e vivano una vita pacifica senza dover mai più pensare all'incidente.
Il sito ufficiale di Shonen Jump ha comunicato di recente che il volume 13 del manga e gli ipotetici successivi non saranno pubblicati e quelli precedenti non riceveranno per un tempo indeterminato ristampe (probabilmente per sempre). Non saranno disponibili nemmeno su nessuna piattaforma digitale, comprese Shonen Jump Plus e Jump Book Store.
Ricordiamo che lo sceneggiatore del manga, Matsuki, ha ammesso le sue azioni quando gli è stato presentato il filmato dalla polizia relativo ai due atti di molestie avvenute a Tokyo, ad un ora l'una dall'altra, che lo vedevano protagonista.
Fonte Consultata: Anime News Network
Accidenti, meno male che è così, grazie della precisazione. Mi stavo chiedendo se il Giappone fosse in realtà una specie di dittatura nascosta, sono contento di sapere che non è così. Il fatto che ci sia la presunzione di innocenza anche lì, e in tutti gli Stati dell'ONU, mi tranquillizza.
Che poi la persona accusata sia poi condannata socialmente, come giustamente dici, è un altro discorso, che non ha nulla a che fare con la giustizia: qui siamo a livello sociale.
Aggiungo che quello a cui ti riferisci è il tasso di condanna. In Giappone il tasso di condanna è del 99% perché, per la loro situazione sociale, è estremamente difficile provare la propria innocenza in sede legale.
Proprio per questo, generi la situazione paradossale in cui anche gli innocenti vengono condannati come colpevoli perché l'accusa ti rende già non più accettabile socialmente.
A tal proposito c'è un film giapponese chiamato "I Just Didn't Do It" che parla proprio di questo fenomeno. È basato su una storia vera e racconta la storia di un giovane accusato di palpeggiamenti su un treno. In seguito agli eventi rappresentati nel film, che si concludono con una condanna e la sua decisione di appellarsi, nella vita reale è stato finalmente dichiarato innocente dopo una battaglia legale durata cinque anni.
Cinque anni per dimostrare che era innocente. Questo è il problema del Giappone.
Socialmente sei morto nel momento in cui vieni accusato con tutte le conseguenza (anche legali) del caso.
Questo genera situazioni in cui la gente fa deliberatamente false accuse (per esempio sui treni) generando un macello e condannando persone innocenti come il protagonista del film.
Ci sono articoli e guide anche per gli stranieri in cui viene esplicitamente detto "Beware of false groping charges" (attenzione alle false accuse di palpeggiamento) perché ci sono dietro meccanismi di estorsione che si basano sul "se io ti denuncio tu sei morto anche se innocente, dammi X e non dico nulla".
In ogni caso, per chiudere il discorso, data la natura delle accuse rivolte al mangaka (due palpeggiamenti in bicicletta a due ragazze diverse), la pena in ballo sono un massimo di 6 mesi di carcere o una multa da ¥500,000 (circa 4000€). Nel caso ci fosse stata violenza sessuale, si passerebbe ad un massimo di 10 anni di carcere, ma non è questo il caso (di fatto la giurisdizione giapponese ha pene analoghe alla legge italiana).
Quindi, tutto questo macello per un crimine che prevederà al massimo 6 mesi di carcere.
Al termine della pena, teoricamente, tu dovresti aver pagato il tuo debito con la società ed essere riabilitato. Tatsuya Matsuki invece, anche se dovesse essere condannato al carcere, non lavorerà mai più e mai si riabiliterà nella società giapponese.
Per la cronaca, se ti beccano con della marijuana, in Giappone rischi da 6 mesi a 5 anni di carcere in base alle condizioni del caso.
Questo dovrebbe darvi un'idea di quale sia la reale gravità delle azioni di Matsuki viste le pene previste e di quanto tutto sia stato inflazionato a causa della società giapponese e della stampa.
Ripeto, una crimine che prevede AL MASSIMO una condanna a 6 mesi di carcere (o una multa da 4000€) ha fatto completamente sparire dalla faccia della Terra un'opera letteraria.
Spero sia chiaro ora quale sia l'origine del mio commento e della mia critica nei confronti della faccenda.
Il tuo mi sembra un processo alle intenzioni. Accusi solo in base ai tuoi sospetti. L'autrice può benissimo aver scritto questa dichiarazione sinceramente e senza doppi fini.
Molto dettagliato e impressionante: è ancora peggio di come pensavo. Grazie per le spiegazioni.
Vero, ed è anche il motivo per il quale, a causa di questo fenomeno sociale, quando una ragazza o studentessa ha un problema o si sente male per strada, in molti si allontanano facendo finta di nulla proprio per non essere accusati di "provarci". Il loro sistema giudiziario è talmente stringente e duro da essere anche un'arma a doppio taglio altamente exploitabile.
Non credo sia in buona fede, poi è possibile anche il contrario, ma la solidarietà la si fa direttamente parlando con le "vittime" e in privato senza rivangare ancora la vicenda con tanto di morale e in pubblico dove probabilmente le due ragazze nemmeno lo sapranno mai. Siccome in Giappone l'apparenza è tutto si sfrutta tutto a proprio vantaggio anche con banali strumentalizzazioni, il beneficio del dubbio è certamente lecito.
Precisamente. Quindi c'è da pensare a quanto sia completamente "fottuta" la loro società in certi ambiti e proprio per questo bisognerebbe andarci molto piano con opinioni, prese di posizioni etc quando ci sono di mezzo delle molestie sessuali in Giappone.
Parlare di diritti civili e presunzione di innocenza non sono cose da garantisti della domenica: sono cose serie. Se si vuole processare un uomo, bisogna farlo seriamente e non condannarlo in anticipo come se fosse una cosa fatta. Se no non c'è più convivenza, c'è solo il linciaggio.
La sua colpevolezza l'ha ammessa lui stesso, quindi, non è necessario aspettare per parlarne. A questo punto il tribunale è solo una formalità in cui oltre a decretare definitivamente la sua colpevolezza rivalutando le prove e le testimonianze a disposizione, dovrà soprattutto determinare la condanna che dovrà scontare l'autore.
Inoltre, sottolineo che sebbene le notizie ufficiali siano uscite qualche giorno fa, le molestie risalgono al 18 giugno, quindi, non è che siano spuntati all'improvviso con il nome del colpevole come vuoi far credere tu.
Questo è proprio il motivo per cui in Giappone il tasso di condanna è del 99%.
Le persone, a prescindere, reputano colpevole qualcuno ancora prima che il processo sia concluso. E questo non va bene. In nessun caso.
Parlare di garantismo poi è completamente sbagliato e fuori luogo soprattutto quando si sta parlando della presunzione di innocenza.
Tutti i vostri commenti denotano e sottolineano il fenomeno che sta ormai andando avanti già da qualche tempo per il quale la presunzione di innocenza è messa alla prova.
La fallacia logica dietro tutti questi vostri discorsi è che avete completamente frainteso quale sia lo scopo del processo e lo riducete ad una sola e banale formalità "in quanto è già tutto chiaro". Questo denota una visione distorta della giustizia e dei processi giudiziari in generale e, in linea di massima, la non conoscenza dei concetti base e chiave del diritto.
Nello specifico, la presunzione d’innocenza è, infatti, identica all’idea stessa del processo penale e ne delinea limpidamente l’unica legittima finalità che è quella cognitiva. Il processo serve per conoscere, per verificare l’ipotesi d’accusa, e siffatta verifica non può dirsi compiuta fino a quando non si giunge ad una sentenza di condanna definitiva che consacra in modo irrevocabile la validità della tesi accusatoria. Questo è certamente il significato più profondo dell’affermazione costituzionale per cui nessuno può essere considerato colpevole fino alla condanna definitiva.
Se non fosse sancita la presunzione d’innocenza, non solo l’imputato sarebbe privato della più importante garanzia, ma il processo penale perderebbe la sua stessa ragion d’essere, per assumere diversi connotati che lo trasformerebbero in strumento schiettamente repressivo. La presunzione di non colpevolezza è legata a doppio filo al modello garantista della giurisdizione penale, “costituisce la prima e fondamentale garanzia che il procedimento assicura al cittadino”, essendo il postulato fondamentale della scienza processuale e il presupposto di tutte le altre garanzie, ma è anche “un corollario logico del fine razionalmente assegnato al processo”, l’essenza stessa del processo penale, nel senso che il verificare l’ipotesi di colpevolezza assume un preciso valore proprio perché nessuno può essere considerato colpevole fino alla condanna definitiva.
È perciò riduttivo pensare alla presunzione d’innocenza solo in chiave garantista o nel suo rapporto con le altre garanzie processuali, perché ogni sua limitazione o riduzione porta con sé una limitazione e una riduzione non solo del tasso di garantismo di un sistema processuale, ma anche, se non soprattutto, della capacità cognitiva del processo penale.
Da qui, il motivo per cui in Giappone il tasso di condanna è al 99%, proprio perché si mette in dubbio la natura stessi dei processi il quali perdono di significato e il loro scopo madre (quello cognitivo).
Mettere in dubbio la presunzione di innocenza è un comportamento fortemente antisociale e incivile che denota un allontanamento dei principi fondamentali del diritto.
Con questo, chiudo, ma un consiglio spassionato: rivedete completamente il vostro modo di pensare.
Non voglio far credere niente, anche perchè non cambia nulla il fatto che le molestie risalgano al 18 Giugno: la presunzione di innocenza rimane, sia oggi che mesi fa, anche quando il reo è confesso e le prove sono schiaccianti. Si aspetta il processo e il giudizio: prima di questo si possono fare solo opinioni, non giudizi. Il tribunale non è, nè potrà mai essere una "formalità": è un posto dove si valuta l'effettiva colpevolezza o innocenza di qualcuno su prove certe che dovranno essere valutate. Questo è un diritto dell'imputato, chiunque sia: quello di essere giudicato in modo equilibrato e certo. Non si va in tribunale a ricevere una "conferma di colpevolezza", ma per essere giudicati colpevoli o innocenti.
Sottoscrivo pienamente: è esattamente così che deve (o dovrebbe) essere. Quello che affermi è un requisito fondamentale per la convivenza e per vivere insieme. Nessuno infatti se ne accorge, ma la presunzione di innocenza è come l'aria: se manca se ne accorgono tutti. Se fossimo in un paese dove non esistesse la presunzione di innocenza, non ci vorrebbe molto a capire che saremmo in un regime dittatoriale.
Sulla carta Matsuki è ancora innocente dato che non ha ancora avuto il processo e questo è ovvio per qualsiasi paese, ma per l'opinione pubblica no e questo non lo potete cambiare solo perchè non rispetta le condizioni della vostra definizione. L'uomo è stato descritto dalle vittime, è stato immortalato dalle telecamere ed ha anche confessato, di conseguenza, le persone hanno tutto il diritto di considerarlo colpevole. Il fatto che sulla carta non sia ancora stato condannato è irrilevante e questo fa perdere di validità qualsiasi papiro abbiate scritto in precedenza. Se per esempio Luigina vede la persona X che accoltella la persona Y, anche se la persona X sulla carta non è ancora colpevole (perchè per i processi servono anni), per Luigina lo è e voi non potete costringerla a pensare diversamente. Vi state attaccando un po' troppo sulle definizioni. Le definizioni le consciamo, non è necessario creare un muro di testo ogni volta.
A parte questo, se anche fosse stato giudicato "innocente" dall'opinione pubblica o se Jump se ne fosse fregata della sua reputazione, il manga sarebbe stato interrotto a prescindere dato che il mangaka non ha sicuramente il tempo per scrivere il manga e pensare al processo allo stesso tempo.
L'opinione pubblica è irrilevante in quanto sempre e comunque estranea ai fatti. Luigina invece non è estranea ai fatti, ma una testimone oculare che sarà ascoltata in sede di processo.
Il condannare da parte dell'opinione pubblica è sbagliato perché l'opinione pubblica non è una Luigina.
È questo che sfugge a tutti.
Riguardo il manga avrebbe potuto essere sospeso ed eventualmente essere ripreso dopo, ma dato che in Giappone non esiste il dubbio (come voi stessi non avete), il concetto di sospensione e attesa non potrà mai esistere.
Hanno preferito salvaguardare la reputazione in una società che ti giudica a prescindere quando ancora si sta parlando di accuse. Capite la gravità di questa situazione?
Salvaguardare la reputazione a fronte di un crimine che potrebbe essere scontato con 4000€ di multa o 6 mesi di carcere.
Ma vi rendete conto di che stiamo parlando? Non si tratta di stupro od omicidio. Il crimine, legalmente parlando, è una banalità. Quello di cui è accusato il mangaka è meno grave del possesso di marijuana per la giurisdizione giapponese, eppure c'è stata la devastazione totale a questa notizia.
Il problema è sociale, e voi stessi con questi comportamenti da "è già colpevole" alimentate questa aberrazione sociale senza accorgervene.
Nessuno vuole obbligare l'opinione pubblica, e nemmeno te, a pensarla diversamente da come pensate: il fatto è che l'autorità di emettere un giudizio di innocenza o di colpevolezza non è tua nè dell'opinione pubblica.
Potete farvi la vostra opinione, persino un giudizio personale, se volete, ma non un giudizio legale e definitivo, perchè non ne avete l'autorità. Infatti, legalmente l'accusato è innocente fino alla fine del processo.
Un processo non è una "formalità" per condannare il colpevole già condannato dall'opinione pubblica (qui la maggioranza non conta nulla, perchè la maggioranza può sbagliarsi nel giudicare un uomo): è un luogo dove valutare i pro e i contro, e, in base a questi, stabilire definitivamente se la persona è colpevole o innocente.
Nessuno vuole costringere Luigina a pensarla diversamente: ma Luigina è un testimone oculare e non un giudice, quindi non ha l'autorità di emettere una sentenza. Può solo dire quello che ha visto e può anche pensare quello che vuole. Poi il giudice ascolterà altri testimoni, l'accusa e la difesa, e poi emetterà il giudizio. Perchè il giudice, avendo tutte questi elementi in mano, può capire ben più di Luigina, che ha visto il fatto ma non le circostanze. Anche i testimoni oculari possono sbagliarsi.
Concordo: si tratta di un problema sociale. Perchè, se esiste la legge, esiste, ed esisterà sempre, anche la tentazione degli uomini di farsi giustizia da sè, ricadendo nella barbarie del linciaggio (che sia mediatico, a parole o fisico, resta sempre linciaggio: anche le parole uccidono). Anche se non è facile da fare, è necessario che l'imputato sia sempre giudicato in modo equo e non ascoltando una folla che lo ha già condannato.
L'autrice è talentuosa e sicuramente si ripiazzerà, ma questo genere di negazionismo editoriale lascia il tempo che trova IMHO.
Non mettiamo un morto dimezzo come Chris Benoit che poteva avere le sue ragioni per ammazzare la sua famiglia e suicidasi e poi anche la tifoseria della Fiorentina aveva messo dei morti dimezzo. Ma allora io metto che ci sono ancora sbarchi di immigrati ogni anno e ne parlano dei loro morti in mare e un vero peccato che la nostra politica fa così schifo, ma quando c'era Salvini come Ministro dell'Interno aveva chiuso tutti i porti d'Italia e poi non ha fatto scendere gli immigrati con approvazione del Governo italiano, adesso gli immigrati se ne fregano quest'anno del COVID-19 e entrano lo stesso in Italia anche se diciamo loro di non entrare, ma con Vaticano, Mafia, centro sinistra e guerra nei loro paesi entrano lo stesso.
La disegnatrice Usazaki e vero che è talentuosa si vede dai disegni, ma fermi un opera che costa sudore e sangue per progettare e inventare le scene dei luoghi degli incontri dei personaggi, inventare anche i nomi e comprare il materiale per scrivere e disegnare ogni giorno le scene del opera.
E poi il commento di 2 giorni fa potete anche mettere mi piace o non mi piace quanto volete, tanto come nei manga viene descritto cosa fanno le ragazze con uomini adulti; anche nella vita reale succede questo genere di cose, be anche noi maschi interessano le donne mature e poi che mi sono dimenticato di mettere nel commento.
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