Se siete giovani e vi siete persi il boom degli anime anni '80 sulle nascenti ma agguerrite reti Finivest/Mediaset, fate un bel gioco: prendete una persona tra i 30 e i 40 anni e chiedetegli di "Spank": le possibilità di reazione sono principalmente due. La più probabile e terrificante: inizierà a canticchiare la sigla, saltando qualche parola qua e là; come altra ipotesi inizierà a dirvi quanto era tenero Spank, che adorava la sua voce, che aveva l'astuccio per la scuola o il peluche, e inizierà a fare versi incomprensibili, nominando Torakiki e Micia, "Iaia, bimba, pappa". Confusione totale, ma è provando a fare domande specifiche che potrebbero entrare nel panico: di che parla? Com'è la storia? Come finisce? Boh, bimba pappa.
Hello! Spank (titolo originale: Ohayo! Spank) nasce come serie manga da 7 volumi creata nel 1978 dal connubio tra Shunichi Yukimuro e Shizue Takanashi. In Italia il manga ha visto la luce a inizio anni 2000 grazie all'edizione della defunta casa editrice Playpress. Fu successivamente riproposto nel 2011 dalla GP Publishing in una doppia edizione, standard e deluxe.
Siamo sinceri, del manga non si ricorda quasi nessuno, anzi quelli che lo hanno letto, spinti dalla nostalgia, sono rimasti straniati dall’improvviso cambio di rotta alla metà della storia.
Ad essere famosa, con il suo protagonista diventato vera e propria icona pop anni 80, è prettamente la serie animata, prodotta da TMS e andata in onda in Giappone a cavallo tra il 1981 e il 1982, anno in cui arrivò anche da noi a riempire i pomeriggi animati di Italia 1.
Non sono da meno i vari personaggi di contorno, di cui almeno va citato l’intramontabile Torakiki, gatto con cravatta rossa e inconfondibile accento tedesco, che ricorda da vicino la parlata di Strurmtruppen, l’ormai mitico fumetto di Bonvi sulla sgangherata truppa della Wehrmacht. I due animali saranno oltre che grandi amici, anche rivali per l’amore di Micia, la gattina snob e altolocata, come la sua padroncina Serina, amica di Aika. Con un cane in lotta per l’amore di una felina (!!!) il quadretto è completo e da questo denominatore scaturiscono le gag più divertenti ed esilaranti al limite (se non oltre) dell’assurdo, tipiche di quel periodo.
C’è un approfondimento che merita di essere condotto su Spank e la sua psicologia. Lui è un cane ma si comporta in realtà come un bambino. È tra i pochi animali della serie (Torakiki e Jack lo eguagliano) che cammina su due zampe, è l'unico che conduce vita umana: mangia a tavola (utilizzando le posate), cucina (prescindiamo dai risultati), si veste, si pettina. È un essere umano a tutti gli effetti: solo l'aspetto è di un animale, particolare fortemente provocatorio voluto dagli ideatori.
Pochi sanno però che nella versione originale Spank si esprimeva solo abbaiando e che fu la sua doppiatrice Liù Bosisio (sì, proprio la prima celebre moglie cinematografica del Ragioniere Ugo Fantozzi) a reinventare questo simpatico cagnolino, donandogli una voce infantile ed una parlata oltre che fanciullesca anche simpaticissima. Lo racconta lei stessa in una intervista:
"Proposi di fargli dire il minimo indispensabile: solo suoni, reazioni, qualche piccola parola (essendo molto piccolo non poteva avere un vocabolario ricco). E così si fece. Doppiai tutto “all’impronta”, senza testo: io vedevo l’immagine e reagivo a seconda di ciò che sentiva o vedeva Spank. Fu molto bello doppiarlo così"
Spank in versione originale
Tantissimi saranno i suoi tormentoni a partire dagli appellativi che riserva ad Aiko come "iaia" e "bimba", soprattutto quando piange disperato o cerca di elemosinare qualcosa, o anche la sua inconfondibile risata, imitata in molti frangenti. Oltre che l’accento di Spank, che assieme a quello di Torakiki diventano il marchio di fabbrica dell’anime nel nostro paese, anche il suo modo di interagire col mondo viene in parte riadattato come succedeva all’epoca. Dolce, affettuoso ed infantile, Spank sa dimostrarsi anche forte e premuroso nei confronti della sua padroncina Aika.
Non va dimenticato però che l’intera trama ha un filo drammatico che la regge, così che tra una gag e una battuta spesso emerge quel lato malinconico dell’eterna attesa di Aika per il suo papà. Gli eventi si evolveranno rapidamente sul finire della serie, che ha un finale compiuto e adeguato, molto diverso, come abbiamo detto, dal manga.
Una alternanza di commedia pura e momenti di dramma con un maestoso protagonista sempre sullo sfondo: il mare. Ogni episodio ce lo mostra nella sua splendida maestosità. A tratti spaventoso, a tratti amico. Lui nasconde allo spettatore i grandi assenti della serie: il padre della fanciulla orfana del suo affetto e il padrone di Spank.
In Italia l'anime è stato trasmesso per la prima volta su Italia 1 nel 1982 con la celebre sigla scritta da Luigi Albertelli (che ci ha lasciato poche settimane fa) su musica e arrangiamento di Vince Tempera e interpretato dal Coro di Paola Orlandi.
Nel 1994 la sigla italiana fu cambiata nelle varie repliche e sostituita da una nuova cantata da Cristina D'Avena (con Pietro Ubaldi a fare la voce di Spank) con il titolo Spank, tenero rubacuori con cui fu rinominata la serie stessa; in questa nuova canzone, Cristina D'Avena menziona il protagonista pronunciando "Spank" anziché "Spenk" (pronuncia usata invece nel cartone). La serie, con questa sigla, è stata replicata anche nel 1997, ma nel 2002 è stata ripristinata la prima sigla.
In Germania e in Francia come sigla è stata utilizzata la base musicale della sigla italiana della serie animata Siamo quelli di Beverly Hills. A proposito di Germania, qui la serie cambia nome al personaggio e si intitola Hallo! Kurt.
La sigla originale giapponese Ohayo! SPANK è cantata da Inoue Nozomi (sarà il suo settimo singolo) e, come in tante altre serie dell’epoca, anche per noi italiani suona familiare visto che la parte strumentale è presente spesso nella serie stessa.
Nel 1982 è stato prodotto un film trasmesso in Italia molti anni dopo, nell'ottobre 2009 dal canale Hiro col titolo "Le pene d'amore di Spank" e che ovviamente aveva tutti i doppiatori diversi da quelli della serie originale.
Rimanendo in Italia. Spank è, fin dal giorno delle sua uscita, oggetto di una multiforme sequela di gadget ufficiale e non. Spillette, oggetti scolastici, collanine, magliette e gli immancabili peluche del nostro simpatico cagnolino hanno prima fatto furore all'epoca dell'uscita ma restano ancora attualissimi come testimonianza nostalgica tangibile. Quanti ne vedete ancora oggi in giro per l'Italia?
In conclusione ecco una piccola chicca. Un brevissimo corto (appena un minuto) di presentazione della versione animata di "Hello! Spank" datato 1980.
Questo pilot fu presentato agli addetti ai lavori nel corso dei vari festival, così come a tv e sponsor, per far sì che l'opera potesse essere finanziata per trarne una serie tv.
Come potete notare, il tratto del disegno è molto più grezzo e sporco rispetto all'anime che venne successivamente prodotto nel 1981, molto più vicino (specie l'aspetto di Spank) al tratto del manga datato 1979, stessa cosa per quanto riguarda i toni utilizzati, qui molto più umoristici, basti vedere le buffe facce date ad Ayko.
(Si ringrazia Ivan del gruppo Facebook Eternal- Un mondo di cartoni)
Si ringrazia Valerio di hitparadeitalia.it (per le chicche come l'intervista alla Bosisio) e Aduskiev e Twinkle, dalle cui recensioni appassionate ho tratto stralci importanti di questo omaggio ad una tenerissima icona pop come Spank
Hello! Spank (titolo originale: Ohayo! Spank) nasce come serie manga da 7 volumi creata nel 1978 dal connubio tra Shunichi Yukimuro e Shizue Takanashi. In Italia il manga ha visto la luce a inizio anni 2000 grazie all'edizione della defunta casa editrice Playpress. Fu successivamente riproposto nel 2011 dalla GP Publishing in una doppia edizione, standard e deluxe.
Siamo sinceri, del manga non si ricorda quasi nessuno, anzi quelli che lo hanno letto, spinti dalla nostalgia, sono rimasti straniati dall’improvviso cambio di rotta alla metà della storia.
Ad essere famosa, con il suo protagonista diventato vera e propria icona pop anni 80, è prettamente la serie animata, prodotta da TMS e andata in onda in Giappone a cavallo tra il 1981 e il 1982, anno in cui arrivò anche da noi a riempire i pomeriggi animati di Italia 1.
Aiko (Aika in Italia) si trasferisce dallo zio in una località marittima dopo la partenza della madre per l’Europa e la misteriosa scomparsa in mare del padre. Una tragedia però attende subito la ragazzina, che durante un incidente perde l’amata cagnolina Papi. Sarà il vecchio nonno Jeff a spingerla ad adottare Spank, un cagnolino dall’età indefinibile, che si dimostrerà subito un ciclone. Aika è molto riluttante all’inizio ma ben presto stringerà un profondo legame con lui, creando alcuni momenti di amicizia e simpatia che resteranno impressi nella memoria delle generazioni di bambini anni 80 e 90..
Non sono da meno i vari personaggi di contorno, di cui almeno va citato l’intramontabile Torakiki, gatto con cravatta rossa e inconfondibile accento tedesco, che ricorda da vicino la parlata di Strurmtruppen, l’ormai mitico fumetto di Bonvi sulla sgangherata truppa della Wehrmacht. I due animali saranno oltre che grandi amici, anche rivali per l’amore di Micia, la gattina snob e altolocata, come la sua padroncina Serina, amica di Aika. Con un cane in lotta per l’amore di una felina (!!!) il quadretto è completo e da questo denominatore scaturiscono le gag più divertenti ed esilaranti al limite (se non oltre) dell’assurdo, tipiche di quel periodo.
C’è un approfondimento che merita di essere condotto su Spank e la sua psicologia. Lui è un cane ma si comporta in realtà come un bambino. È tra i pochi animali della serie (Torakiki e Jack lo eguagliano) che cammina su due zampe, è l'unico che conduce vita umana: mangia a tavola (utilizzando le posate), cucina (prescindiamo dai risultati), si veste, si pettina. È un essere umano a tutti gli effetti: solo l'aspetto è di un animale, particolare fortemente provocatorio voluto dagli ideatori.
Pochi sanno però che nella versione originale Spank si esprimeva solo abbaiando e che fu la sua doppiatrice Liù Bosisio (sì, proprio la prima celebre moglie cinematografica del Ragioniere Ugo Fantozzi) a reinventare questo simpatico cagnolino, donandogli una voce infantile ed una parlata oltre che fanciullesca anche simpaticissima. Lo racconta lei stessa in una intervista:
"Proposi di fargli dire il minimo indispensabile: solo suoni, reazioni, qualche piccola parola (essendo molto piccolo non poteva avere un vocabolario ricco). E così si fece. Doppiai tutto “all’impronta”, senza testo: io vedevo l’immagine e reagivo a seconda di ciò che sentiva o vedeva Spank. Fu molto bello doppiarlo così"
Spank in versione originale
Tantissimi saranno i suoi tormentoni a partire dagli appellativi che riserva ad Aiko come "iaia" e "bimba", soprattutto quando piange disperato o cerca di elemosinare qualcosa, o anche la sua inconfondibile risata, imitata in molti frangenti. Oltre che l’accento di Spank, che assieme a quello di Torakiki diventano il marchio di fabbrica dell’anime nel nostro paese, anche il suo modo di interagire col mondo viene in parte riadattato come succedeva all’epoca. Dolce, affettuoso ed infantile, Spank sa dimostrarsi anche forte e premuroso nei confronti della sua padroncina Aika.
Non va dimenticato però che l’intera trama ha un filo drammatico che la regge, così che tra una gag e una battuta spesso emerge quel lato malinconico dell’eterna attesa di Aika per il suo papà. Gli eventi si evolveranno rapidamente sul finire della serie, che ha un finale compiuto e adeguato, molto diverso, come abbiamo detto, dal manga.
Una alternanza di commedia pura e momenti di dramma con un maestoso protagonista sempre sullo sfondo: il mare. Ogni episodio ce lo mostra nella sua splendida maestosità. A tratti spaventoso, a tratti amico. Lui nasconde allo spettatore i grandi assenti della serie: il padre della fanciulla orfana del suo affetto e il padrone di Spank.
In Italia l'anime è stato trasmesso per la prima volta su Italia 1 nel 1982 con la celebre sigla scritta da Luigi Albertelli (che ci ha lasciato poche settimane fa) su musica e arrangiamento di Vince Tempera e interpretato dal Coro di Paola Orlandi.
Nel 1994 la sigla italiana fu cambiata nelle varie repliche e sostituita da una nuova cantata da Cristina D'Avena (con Pietro Ubaldi a fare la voce di Spank) con il titolo Spank, tenero rubacuori con cui fu rinominata la serie stessa; in questa nuova canzone, Cristina D'Avena menziona il protagonista pronunciando "Spank" anziché "Spenk" (pronuncia usata invece nel cartone). La serie, con questa sigla, è stata replicata anche nel 1997, ma nel 2002 è stata ripristinata la prima sigla.
In Germania e in Francia come sigla è stata utilizzata la base musicale della sigla italiana della serie animata Siamo quelli di Beverly Hills. A proposito di Germania, qui la serie cambia nome al personaggio e si intitola Hallo! Kurt.
La sigla originale giapponese Ohayo! SPANK è cantata da Inoue Nozomi (sarà il suo settimo singolo) e, come in tante altre serie dell’epoca, anche per noi italiani suona familiare visto che la parte strumentale è presente spesso nella serie stessa.
Nel 1982 è stato prodotto un film trasmesso in Italia molti anni dopo, nell'ottobre 2009 dal canale Hiro col titolo "Le pene d'amore di Spank" e che ovviamente aveva tutti i doppiatori diversi da quelli della serie originale.
Trama: Spank, l'imbranato cagnolino amico di Aiko, si innamora a prima vista della cagnetta Anna. Sho Shimada, il padrone di Anna, si trasferisce nella classe di Aiko. Complici una serie di battibecchi e la malattia di Anna, i due si avvicinano l'un l'altra. Tuttavia, all'improvviso, Sho deve trasferirsi in America per studiare violino, e si preoccupa perché non riesce a dirlo ad Aiko. Aiko, che ha sentito parlare di questo fatto dalla madre di lui, vorrebbe costruire insieme a lui dei bei ricordi nel tempo che gli resta da passare insieme prima della partenza.
Rimanendo in Italia. Spank è, fin dal giorno delle sua uscita, oggetto di una multiforme sequela di gadget ufficiale e non. Spillette, oggetti scolastici, collanine, magliette e gli immancabili peluche del nostro simpatico cagnolino hanno prima fatto furore all'epoca dell'uscita ma restano ancora attualissimi come testimonianza nostalgica tangibile. Quanti ne vedete ancora oggi in giro per l'Italia?
In conclusione ecco una piccola chicca. Un brevissimo corto (appena un minuto) di presentazione della versione animata di "Hello! Spank" datato 1980.
Questo pilot fu presentato agli addetti ai lavori nel corso dei vari festival, così come a tv e sponsor, per far sì che l'opera potesse essere finanziata per trarne una serie tv.
Come potete notare, il tratto del disegno è molto più grezzo e sporco rispetto all'anime che venne successivamente prodotto nel 1981, molto più vicino (specie l'aspetto di Spank) al tratto del manga datato 1979, stessa cosa per quanto riguarda i toni utilizzati, qui molto più umoristici, basti vedere le buffe facce date ad Ayko.
(Si ringrazia Ivan del gruppo Facebook Eternal- Un mondo di cartoni)
Si ringrazia Valerio di hitparadeitalia.it (per le chicche come l'intervista alla Bosisio) e Aduskiev e Twinkle, dalle cui recensioni appassionate ho tratto stralci importanti di questo omaggio ad una tenerissima icona pop come Spank
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