Ogni leggenda ha un inizio, alcune anche una fine, ma qui ci interessa soprattutto l’inizio: non solo l’inizio dell’anime Dr. Slump & Arale, adattamento televisivo del primo manga di grande successo del mitico Akira Toriyama, ma anche di una fascia oraria potentissima, di un autentico fenomeno di costume e di una collaborazione tra due superpotenze nipponiche che continua, con grande successo, ancora oggi.
Ma partiamo dal principio…
Siamo nel 1981, e ormai da qualche anno, il manga Dr. Slump sta avendo un successo strepitoso sulle pagine di Weekly Shonen Jump: inevitabile, dunque, che prima o poi qualcuno ci mettesse gli occhi addosso per farne un anime, ma il percorso che lo portò in tv fu lungo e assai tortuoso.
In principio ci fu Il Piccolo Bonzo: la serie, ormai in onda da diversi anni, stava perdendo popolarità e spettatori, e TV Asahi era alla ricerca di un nuovo anime per sostituirlo.
Naoko Takahashi, appena promossa al dipartimento di pianificazione di anime per Toei Animation, propose proprio Dr. Slump, ma le trattative si arenarono per via di un mancato accordo con Shueisha.
Il grosso ostacolo che si frapponeva tra Dr. Slump e il magico mondo dell’animazione si chiamava Shigeo Nishimura, redattore capo di Weekly Shonen Jump.
Nishimura non vedeva di buon occhio gli adattamenti anime dei manga, perché temeva che, seguendo l’anime, gli spettatori avrebbero smesso di comprare il cartaceo, o che la fine dell’anime potesse comportare un grave calo di popolarità del manga stesso: questi timori sono soprattutto legati alla brutta esperienza avuta quando venne animata la serie Skyers 5, i cui contenuti differivano talmente tanto tra anime e manga da danneggiarsi a vicenda.
In Toei non si diedero, però, per vinti, perché il presidente Chiaki Amada credeva nel progetto di Naoko Takahashi e la spinse a proporlo a Fuji TV.
Shueisha resistette tenacemente alle proposte di Fuji TV per molto tempo, finché (forse anche per sfinimento), non si decise di concedere effettivamente all’emittente e a Toei di animare Dr. Slump, ma con un mantenimento totale dei diritti al mangaka originale, e la possibilità dello staff di Shueisha di mettere bocca sulle decisioni prese da Toei durante la lavorazione.
Shueisha decise quindi di affidare la supervisione dell’anime a un suo editor, e quell’editor fu Kazuhiko Torishima.
Nato in un paesino sperduto e cresciuto a pane e romanzi occidentali, Torishima è stato un editor di Shonen Jump particolarmente noto per la sua severità: numerose le volte in cui venne preso in giro da Toriyama all’interno dei suoi fumetti, tanto da creare il personaggio del terribile dottor Mashirito.
La severità di Torishima “il cestinatore” venne messa a dura prova sin da subito: Toei propose, infatti, di cambiare il titolo dell’opera in “Arale-chan” per cavalcare la popolarità del personaggio, eliminando totalmente dal nome il Dr. Slump; si decise, infine, di trovare una giusta via di mezzo, e la serie venne ribattezzata “Dr. Slump & Arale-chan”; tuttavia, i disguidi tra Shueisha e Toei non erano ancora finiti.
Torishima ha infatti raccontato in diverse interviste che la prima collaborazione tra Toei e Shueisha fu difficoltosa, perché spesso venivano cambiati elementi della serie senza consultare la casa editrice se non a cose fatte, con la necessità di correggere il tutto in un secondo tempo.
Un esempio lampante lo si ha nell’episodio 7, in due diversi frangenti: in una scena del manga, la studentessa Akane sta bevendo alcolici in classe, e viene severamente punita dalla sua insegnante, la signorina Midori; una minorenne che fa uso di alcol dev’essere stata indigesta agli uffici Toei, che decisero, nell’anime, di minimizzare il tutto facendole mangiare dei cioccolatini al liquore; notiamo come, nel remake di Dr. Slump del 1997, nella medesima scena la bevanda alcolica è stata mantenuta, anche nell’adattamento italiano di Mediaset: Toei si spinse, dunque, dove neanche le censure del biscione hanno mai osato andare.
Poco più tardi, nello stesso episodio, avviene quello che potremmo definire un crimine nei confronti della serie: Arale sta correndo per la strada quando a un tratto si ferma a raccogliere qualcosa da terra, ma non è quel che pensate voi…
Al posto di quella che, nel manga, è ovviamente una cacca, tra le mani della robottina si trova infatti un serpentello arrotolato della medesima forma!
La censura della cacca in serpente prosegue anche alcuni episodi dopo, ma palesemente Torishima deve aver fatto sentire la sua voce, perché più tardi, la mitica cacca rosa fa finalmente la sua comparsa, anche se, per un periodo, a ogni sua apparizione c’è sempre qualche personaggio che si scusa con gli spettatori per aver mostrato cose così sgradevoli all’ora di cena.
Dr. Slump & Arale andava infatti in onda dalle 19:00 alle 19:30 su Fuji TV nella stragrande maggioranza delle prefetture del Giappone, e dire che, nonostante tutte le difficoltà di lavorazione, ebbe successo di pubblico, sarebbe minimizzare largamente: la serie ebbe una media del 22,7% di share nella zona del Kanto, la media più alta nella storia degli adattamenti animati dei manga di Jump; questo portò le emittenti rivali a dover cancellare le loro serie in quella stessa fascia oraria, tra cui Astro Boy; l’episodio di maggior successo fu il numero 34 (quello con la prima apparizione di Chivil), del 16 dicembre 1981, che raggiunse uno share del 36,9%.
La serie piacque a un gran numero di persone di ogni età: il suo target primario erano gli adolescenti maschi, in quanto tratto da un manga shonen, tuttavia aveva forte presa anche sui bambini per via dei vari animaletti parlanti e della forte presenza di Arale (elementi, peraltro, che l’anime intensifica parecchio rispetto al manga) e sulle ragazze di ogni età, che facevano spesso uso di accessori legati alla serie.
E a proposito di accessori legati alla serie: Dr. Slump & Arale fu un’autentica bomba di merchandising, con prodotti di ogni genere: si calcola che, nel 1981, ci fossero più di 700 articoli ispirati ad Arale sul mercato da 70 aziende diverse, e che il 50% delle vendite di questi articoli fosse attribuibile ai negozi di cartoleria.
Questo boom cominciò, tuttavia, ad affievolirsi intorno alla fine del 1982, cosa che causò non pochi problemi ai commercianti che continuavano a richiedere articoli sulla serie e se ne trovarono numerosissimi invenduti.
Qui in Italia, la serie debuttò con la prima cinquantina di episodi su Rete 4 nel 1983, per poi passare a rotazione nelle tv locali per diversi anni; venne, poi, recuperata da Mediaset nei primi anni 2000 sull’onda del successo di Dragon Ball, e ridoppiata per intero insieme al suo remake anni ’90.
Anche i (numerosi) film legati alla serie sono stati in gran parte doppiati in italiano, ma con uno staff ancora diverso rispetto alle due edizioni dell’anime, e pubblicati esclusivamente in videocassetta.
Un grosso problema dell’anime furono sempre i tempi dilatati e gli eventi rielaborati e riposizionati rispetto al manga originale: un esempio colossale lo si ha col matrimonio tra Senbee e Midori, trasposto in animazione un anno e otto mesi dopo la sua realizzazione cartacea, con diverse storie “post matrimonio” adattate comunque, compreso il viaggio di nozze movimentato che venne trasformato in una semplice gita.
Questa brutta abitudine divenne particolarmente dannosa nel marzo dell’85, quando venne trasposto in animazione l’ultimo capitolo del manga e la serie venne allungata con nuove storie esclusive dell’anime per praticamente 12 mesi, cambiando anche la storica sigla d’apertura e provocando un crollo degli ascolti del 20%.
Ciononostante, l’episodio finale ottenne il 27,6% di share e un gran successo di pubblico.
Questo perché una delle politiche di Shueisha era (e forse è tutt’ora) quella di non dare l’ok alla trasposizione anime di un suo manga prima che fosse passato almeno un anno dall’inizio della sua pubblicazione su rivista, quindi, per animare il manga che avrebbe ereditato la fascia oraria di Dr. Slump & Arale (e sono sicuro che già sapete che manga fosse) fu necessario aspettare, allungare, fillerare anche quando non c’erano più buchi da riempire.
Problemi di filler, di incomprensioni e di censure a parte, Dr. Slump & Arale sarà sempre ricordato come un anime leggendario, per i suoi successi e per la sua eredità: quella fascia oraria, infatti, le 19:00 del mercoledì, fu prospera non solo durante la sua trasmissione, ma anche per anni e anni a venire.
Finito Dr. Slump & Arale, il suo posto venne preso, naturalmente, da Dragon Ball, con conseguente enorme successo suo e delle serie Z e GT, e le opere animate di Akira Toriyama vennero accompagnate, alle 19:30, da Lamù prima e Maison Ikkoku poi, andando ad accontentare tantissimi tipi diversi di pubblico.
Concluso Dragon Ball GT, per mantenere “forte” quello che ormai era diventato “l’orario degli anime di Akira Toriyama”, si decise di realizzare un remake di Dr. Slump & Arale nel 1997, che durò più o meno un anno e mezzo.
Concluso anche il remake, Toei si trovò nella difficoltosa situazione di dover riempire un vuoto, quello delle opere di Akira Toriyama ormai animate tutte (e anche di più, vedi, appunto, Dragon Ball GT), con qualcosa che fosse all’altezza.
Dopo un mesetto di pausa, comincerà l’adattamento animato dell’opera prescelta per essere l’erede di Dragon Ball e del mondo di Akira Toriyama tutto in quella fascia oraria, dove rimarrà fino al 2001, quando verrà spostata alla domenica e gli anime abbandoneranno definitivamente quello slot.
La serie in questione, che si trovò sulle spalle il peso delle aspettative di quindici anni di successo di pubblico, si chiama One Piece.
Fonti consultate:
Turtime Machine Blog, Wikipedia jp
Ma partiamo dal principio…
Siamo nel 1981, e ormai da qualche anno, il manga Dr. Slump sta avendo un successo strepitoso sulle pagine di Weekly Shonen Jump: inevitabile, dunque, che prima o poi qualcuno ci mettesse gli occhi addosso per farne un anime, ma il percorso che lo portò in tv fu lungo e assai tortuoso.
In principio ci fu Il Piccolo Bonzo: la serie, ormai in onda da diversi anni, stava perdendo popolarità e spettatori, e TV Asahi era alla ricerca di un nuovo anime per sostituirlo.
Naoko Takahashi, appena promossa al dipartimento di pianificazione di anime per Toei Animation, propose proprio Dr. Slump, ma le trattative si arenarono per via di un mancato accordo con Shueisha.
Il grosso ostacolo che si frapponeva tra Dr. Slump e il magico mondo dell’animazione si chiamava Shigeo Nishimura, redattore capo di Weekly Shonen Jump.
Nishimura non vedeva di buon occhio gli adattamenti anime dei manga, perché temeva che, seguendo l’anime, gli spettatori avrebbero smesso di comprare il cartaceo, o che la fine dell’anime potesse comportare un grave calo di popolarità del manga stesso: questi timori sono soprattutto legati alla brutta esperienza avuta quando venne animata la serie Skyers 5, i cui contenuti differivano talmente tanto tra anime e manga da danneggiarsi a vicenda.
In Toei non si diedero, però, per vinti, perché il presidente Chiaki Amada credeva nel progetto di Naoko Takahashi e la spinse a proporlo a Fuji TV.
Shueisha resistette tenacemente alle proposte di Fuji TV per molto tempo, finché (forse anche per sfinimento), non si decise di concedere effettivamente all’emittente e a Toei di animare Dr. Slump, ma con un mantenimento totale dei diritti al mangaka originale, e la possibilità dello staff di Shueisha di mettere bocca sulle decisioni prese da Toei durante la lavorazione.
Shueisha decise quindi di affidare la supervisione dell’anime a un suo editor, e quell’editor fu Kazuhiko Torishima.
Nato in un paesino sperduto e cresciuto a pane e romanzi occidentali, Torishima è stato un editor di Shonen Jump particolarmente noto per la sua severità: numerose le volte in cui venne preso in giro da Toriyama all’interno dei suoi fumetti, tanto da creare il personaggio del terribile dottor Mashirito.
La severità di Torishima “il cestinatore” venne messa a dura prova sin da subito: Toei propose, infatti, di cambiare il titolo dell’opera in “Arale-chan” per cavalcare la popolarità del personaggio, eliminando totalmente dal nome il Dr. Slump; si decise, infine, di trovare una giusta via di mezzo, e la serie venne ribattezzata “Dr. Slump & Arale-chan”; tuttavia, i disguidi tra Shueisha e Toei non erano ancora finiti.
Torishima ha infatti raccontato in diverse interviste che la prima collaborazione tra Toei e Shueisha fu difficoltosa, perché spesso venivano cambiati elementi della serie senza consultare la casa editrice se non a cose fatte, con la necessità di correggere il tutto in un secondo tempo.
Un esempio lampante lo si ha nell’episodio 7, in due diversi frangenti: in una scena del manga, la studentessa Akane sta bevendo alcolici in classe, e viene severamente punita dalla sua insegnante, la signorina Midori; una minorenne che fa uso di alcol dev’essere stata indigesta agli uffici Toei, che decisero, nell’anime, di minimizzare il tutto facendole mangiare dei cioccolatini al liquore; notiamo come, nel remake di Dr. Slump del 1997, nella medesima scena la bevanda alcolica è stata mantenuta, anche nell’adattamento italiano di Mediaset: Toei si spinse, dunque, dove neanche le censure del biscione hanno mai osato andare.
Poco più tardi, nello stesso episodio, avviene quello che potremmo definire un crimine nei confronti della serie: Arale sta correndo per la strada quando a un tratto si ferma a raccogliere qualcosa da terra, ma non è quel che pensate voi…
Al posto di quella che, nel manga, è ovviamente una cacca, tra le mani della robottina si trova infatti un serpentello arrotolato della medesima forma!
La censura della cacca in serpente prosegue anche alcuni episodi dopo, ma palesemente Torishima deve aver fatto sentire la sua voce, perché più tardi, la mitica cacca rosa fa finalmente la sua comparsa, anche se, per un periodo, a ogni sua apparizione c’è sempre qualche personaggio che si scusa con gli spettatori per aver mostrato cose così sgradevoli all’ora di cena.
Dr. Slump & Arale andava infatti in onda dalle 19:00 alle 19:30 su Fuji TV nella stragrande maggioranza delle prefetture del Giappone, e dire che, nonostante tutte le difficoltà di lavorazione, ebbe successo di pubblico, sarebbe minimizzare largamente: la serie ebbe una media del 22,7% di share nella zona del Kanto, la media più alta nella storia degli adattamenti animati dei manga di Jump; questo portò le emittenti rivali a dover cancellare le loro serie in quella stessa fascia oraria, tra cui Astro Boy; l’episodio di maggior successo fu il numero 34 (quello con la prima apparizione di Chivil), del 16 dicembre 1981, che raggiunse uno share del 36,9%.
La serie piacque a un gran numero di persone di ogni età: il suo target primario erano gli adolescenti maschi, in quanto tratto da un manga shonen, tuttavia aveva forte presa anche sui bambini per via dei vari animaletti parlanti e della forte presenza di Arale (elementi, peraltro, che l’anime intensifica parecchio rispetto al manga) e sulle ragazze di ogni età, che facevano spesso uso di accessori legati alla serie.
E a proposito di accessori legati alla serie: Dr. Slump & Arale fu un’autentica bomba di merchandising, con prodotti di ogni genere: si calcola che, nel 1981, ci fossero più di 700 articoli ispirati ad Arale sul mercato da 70 aziende diverse, e che il 50% delle vendite di questi articoli fosse attribuibile ai negozi di cartoleria.
Questo boom cominciò, tuttavia, ad affievolirsi intorno alla fine del 1982, cosa che causò non pochi problemi ai commercianti che continuavano a richiedere articoli sulla serie e se ne trovarono numerosissimi invenduti.
Qui in Italia, la serie debuttò con la prima cinquantina di episodi su Rete 4 nel 1983, per poi passare a rotazione nelle tv locali per diversi anni; venne, poi, recuperata da Mediaset nei primi anni 2000 sull’onda del successo di Dragon Ball, e ridoppiata per intero insieme al suo remake anni ’90.
Anche i (numerosi) film legati alla serie sono stati in gran parte doppiati in italiano, ma con uno staff ancora diverso rispetto alle due edizioni dell’anime, e pubblicati esclusivamente in videocassetta.
Un grosso problema dell’anime furono sempre i tempi dilatati e gli eventi rielaborati e riposizionati rispetto al manga originale: un esempio colossale lo si ha col matrimonio tra Senbee e Midori, trasposto in animazione un anno e otto mesi dopo la sua realizzazione cartacea, con diverse storie “post matrimonio” adattate comunque, compreso il viaggio di nozze movimentato che venne trasformato in una semplice gita.
Questa brutta abitudine divenne particolarmente dannosa nel marzo dell’85, quando venne trasposto in animazione l’ultimo capitolo del manga e la serie venne allungata con nuove storie esclusive dell’anime per praticamente 12 mesi, cambiando anche la storica sigla d’apertura e provocando un crollo degli ascolti del 20%.
Ciononostante, l’episodio finale ottenne il 27,6% di share e un gran successo di pubblico.
Questo perché una delle politiche di Shueisha era (e forse è tutt’ora) quella di non dare l’ok alla trasposizione anime di un suo manga prima che fosse passato almeno un anno dall’inizio della sua pubblicazione su rivista, quindi, per animare il manga che avrebbe ereditato la fascia oraria di Dr. Slump & Arale (e sono sicuro che già sapete che manga fosse) fu necessario aspettare, allungare, fillerare anche quando non c’erano più buchi da riempire.
Problemi di filler, di incomprensioni e di censure a parte, Dr. Slump & Arale sarà sempre ricordato come un anime leggendario, per i suoi successi e per la sua eredità: quella fascia oraria, infatti, le 19:00 del mercoledì, fu prospera non solo durante la sua trasmissione, ma anche per anni e anni a venire.
Finito Dr. Slump & Arale, il suo posto venne preso, naturalmente, da Dragon Ball, con conseguente enorme successo suo e delle serie Z e GT, e le opere animate di Akira Toriyama vennero accompagnate, alle 19:30, da Lamù prima e Maison Ikkoku poi, andando ad accontentare tantissimi tipi diversi di pubblico.
Concluso Dragon Ball GT, per mantenere “forte” quello che ormai era diventato “l’orario degli anime di Akira Toriyama”, si decise di realizzare un remake di Dr. Slump & Arale nel 1997, che durò più o meno un anno e mezzo.
Concluso anche il remake, Toei si trovò nella difficoltosa situazione di dover riempire un vuoto, quello delle opere di Akira Toriyama ormai animate tutte (e anche di più, vedi, appunto, Dragon Ball GT), con qualcosa che fosse all’altezza.
Dopo un mesetto di pausa, comincerà l’adattamento animato dell’opera prescelta per essere l’erede di Dragon Ball e del mondo di Akira Toriyama tutto in quella fascia oraria, dove rimarrà fino al 2001, quando verrà spostata alla domenica e gli anime abbandoneranno definitivamente quello slot.
La serie in questione, che si trovò sulle spalle il peso delle aspettative di quindici anni di successo di pubblico, si chiama One Piece.
Fonti consultate:
Turtime Machine Blog, Wikipedia jp
Quanto l'ho adorato e adoro.
Basta che glielo fai vedere e la tristezza va via ...
Grande serie. Forse il capolavoro di Toriyama...
Te pareva se nella recensione non ci infilavano la parola filler! Problemi di filler di che?!!!
Bhe se dopo l'inserimento degli episodi filler gli ascolti crollarono del 20%.
Magari un piccolo problemino lo hanno dato
Ah già. Quindi perché gli ascolti crollano, perché la gente non lo guarda più...?
Gran bel senso critico...
Magari capire se gli episodi incriminati hanno una loro qualità, no eh?
Vedere se il tutto è amalgamato bene, no eh?
Se la serie fosse stata più breve, avrebbe acquistato più punti? Più valore artistico?
Ma per piacere....ma che razza di modo di pensare...
Eh sembra facile, mica stai ogni giorno con loro, noi abbiamo avuto la fortuna di vederlo in TV tutto i giorni con milioni di repliche.
Per quanto riguarda Dr. Slump: Arale-chan penso si possa considerare la 'Cappella Sistina' di Akira Toryama, poiché è l'opera dove ha potuto riversare tutto il suo estro, senza che le pratiche commerciali lo vincolassero più di tanto.
La trasposizione non rende fino in fondo giustizia al manga, visti i tagli, i filler e le censure descritte dall'articolo, ma rappresenta un buon scalino di entrata in quel pazzo mondo nonsense.
❤
Motivazione senz'altro tecnica, visti i tempi.
Ottimo reportage
Dragon Ball all'inizio manteneva quella verve che c'era in Arale per poi perderla man mano con l'avvento delle saghe successive.
Il vero peccato comunque è che qui in Italia non abbiano mai trasmesso in tv tutta la serie classica e i rispettivi film, il remake lo guardai poco, graficamente non era malaccio ma era troppo condizionato dallo stile di Dragon Ball GT.
Dr. Slump & Arale era uno dei miei cartoni preferiti, da piccolo... e lo è tuttora da adulto.
Al di là degli inconvenienti e di scelte che hanno causato problemi, sia l'anime che il manga sono prodotti stupendi e divertentissimi.
Non mi piace molto la parola "capolavoro" perché ritengo venga usata, e quindi abusata, anche per prodotti appena un po' più belli della norma, ma in questo caso penso sia del tutto appropriata: è un capolavoro!
C'è di peggio, tipo cercare di farlo conoscere al nipotame e vedere zero interesse.
True story.
La vera sigla di Arale, peccato che l'abbiano tolta! Mi piaceva molto questo cartone, ma non amo la nuova sigla ed il nuovo doppiaggio.
Ma mi pare strano la censura della cacca rosa: non avevano paura che i poveri bimbi innocenti si mettessero ad acchiappare serpenti per imitare Arale?
Quante cose strane ha fatto Mediase 😅
Era demenziale ma non stupido, con trovate ed idee spesso geniali.
La puntata in cui il Dr. Slump elabora un meccanismo complicatissimo "a domino" per poter vedere le mutandine della signorina Florinda fra me ed i miei amici divenne quasi un topos narrativo, una struttura-base di racconto.
Un giorno prometto di recuperare per intero anche il vecchio anime, non ci ho mai provato per la lunghezza ma adesso sto seguendo per intero e quasi finendo una serie ancora più lunga, quindi vedere Arale non sarà decisamente un problema
Ai miei 4 nipoti gli ho fatto vedere tanta roba del passato. Certo, non ogni giorno.
Avendoli 2-3 giorni a settimana, era "obbligo" pranzare con 2 puntate di anime classici.
Nel corso degli anni ne hanno viste a decine (da Nils a Marco, da Paul a L'uccellino azzurro, da Holly e Benji a Rocky Joe, dai robotici a Lulù, Bem, Demetan, Candy, Anna, Sam ecc.ecc.ecc.
Il più grande, oggi, ha 18 anni. Completamente "plagiato" tra anime classici e roba nuova. Non parla di filler nè disdegna le cose di un tempo. Non ha mai detto che la povertà di budget di una serie possa influire sulla qualità né che l'animazione limitata degli anni 60-70-80 fosse un difetto.
I filler sono sempre stati considerati il male.
Esistono episodi filler ben realizzati ma esistono, e sono molti, anche episodi subbapaltati a case minori con una pessima animazione e un orribile disegno.
Naruto ne è un esempio. Intere stagione di filler pessimi che spezzavano la narrazione.
Io non parto prevenuto, spesso non so neanche se quegli episodi sia filler o meno.
Ma quando dopo un pò di episodi mi accorgo della qualita calante e controllo guarda caso si trattano sempre di episodi riempitivi.
... pensa che questa etichetta in passato non esisteva, non importava a nessuno nè era un problema. I confronti con il cartaceo lasciano il tempo che trovano nell'animazione così come nel cinema. E' con la crescita del fan service, internet, e social che qualche idiota, che si credeva di aver scoperto chissà cosa, ha iniziato a scrivere/dire/raccontare aspetti interni degli studi e travisato interviste di addetti ai lavori che rivelavano aspetti che prima erano all'oscuro a molti (e che in fondo è giusto così). E così si è cominciato a dire ste stronzate dei filler, di episodi dati in pasto ad altri studi - come se fosse un peccato --- di questa dannata fedeltà al manga, di questo pezzo si e questo pezzo no, della modificazione dell'industria verso un unico settore, orribile, osceno, mortificante per gli autori, che oggi comanda quest'arte. Detta legge. E la nuova generazione di animefan è servita.
Povera cacca rosa, ma che censura del cavolo è questa? Pensano che i bimbi si traumatizzino a vedere la pupù in televisione, oltretutto in versione abbellita? La vedono tutti i giorni nella vita reale!
Giù il cappello!
Comunque grazie @The Narutimate Hero, un articolo veramente interessante!
In Giappone nemmeno dovrebbe esistere il concetto di filler, quelli che spesso sono definiti tali vengono chiamati "TV original", che è un termine piú generico e neutro.
Per quel che mi riguarda in un'opera senza continuity come Dottor Slump e Arale nemmeno ha senso parlare di "riempitivi".
Considero filler qualcosa che "mette in pausa" la narrazione principale (dove presente). Per inciso, esistono anche in manga e in anime originali.
Il problema è quando cambi o togli alla storia del manga. Non sembra (e dall'anime non si capisce, dati i molti cambiamenti), ma Dr. Slump la continuity ce l'ha, i personaggi fanno un percorso ben preciso e ci si può permettere di chiudere il manga con un episodio idiota perché tanto il percorso dei personaggi è già stato compiuto nei capitoli precedenti (c'è addirittura una saga precisa dove i personaggi viaggiano nel futuro e si vede che fine faranno, cose che poi vengono rispettate nel manga sequel).
Arale chiaramente non può crescere fisicamente, ma per seguire i suoi amici a un certo punto passa dalle medie al liceo e cambia perciò insegnante; trova a modo suo l'amore nella figura di Obocchaman; Senbei corteggia Midori per mezzo manga e nella restante metà si sposa, diventa padre (due volte, contando il manga sequel), rischia il divorzio e poi risolve la situazione; Midori diventa moglie e madre (e viene mostrato tutto il prima, il durante e il dopo parto); Gacchan si sdoppia e ne viene spiegata l'origine; gli equilibri del cast si modificano perché Nikochan torna al suo pianeta e in cambio arriva la famiglia Tsun, i cui figli si fidanzeranno poi con gli amici di Arale; Taro troverà la sua strada diventando poliziotto verso la fine del manga, e via dicendo.
Se l'anime sposta o modifica l'ordine degli eventi, rendendo Kuragashira un professore delle medie di Arale, spostando il matrimonio di Senbei e Midori e trasformando la luna di miele in una gita qualsiasi, facendo apparire gli Tsun prima del matrimonio di Senbei e così via, il percorso dei personaggi viene meno e in qualche modo l'opera risulta meno affascinante.
I giapponesi probabilmente lo hanno capito. Loro sanno essere impietosi con le trasposizioni animate non troppo fedeli ai manga d'origine (chiedetevi come mai in Giappone nessuno conosce Kiss me Licia nonostante qui sia un must), e magari si sono scocciati di dover guardare ancora Dr. Slump in tv quando allo stesso tempo su
Jump c'era già Dragon Ball, così come magari, allo stesso modo, si sono scocciati di dover guardare ancora per anni i filler di Naruto in tv quando il manga era finito da secoli e ci avevano messo una pietra sopra.
Cosa guardi di bello?
Bah infatti non condivido questo attacco spregiudicato al filler in quanto tale. Sembra quasi che: "Ah è filler? Che schifo allora!"
L'avatar parla chiaro
Il manga più longevo mi pare, anche di Golgo 13!
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