Quanto è labile il confine fra regalo disinteressato e pagamento di una prestazione? Trascorrere qualche ora con una liceale e pagarla per questo è considerabile come prostituzione? Gli appuntamenti a pagamento fra ragazze e uomini di mezza età ha purtroppo una lunga storia in Giappone che parte dai club degli anni '70 e arriva al boom dei social metwork di oggi.
Ha avuto diversi nomi ma forse i più noti per indicare il fenomeno sono enjokosai e papakatsu che indicano appunto quando giovani donne offrono compagnia (dietro pagamento di denaro o in cambio di regali) a uomini più anziani, di solito facoltosi, senza però che ci sia una relazione fisica.
Questi uomini sono spesso indicati con il termine inglese "sugar daddy" e sono di solito di mezza età, disposti a pagare per trascorrere del tempo con giovani ragazze, spesso minorenni: gli appuntamenti prevedono attività piuttosto innocenti come mangiare assieme, fare la spesa o andare al cinema senza oltrepassare il confine della camera da letto. Infatti incontri del genere non sono illegali fintanto che non sono di natura sessuale.
I servizi online che propongono questi incontri nascono come funghi e la maggior parte di loro tenta di attirare le donne lodando i loro utenti maschi, descrivendoli come individui ricchi con carriere prestigiose. Vantano la possibilità di guadagnare più di 100.000 yen al mese (800 euro) senza dover assolutamente avere rapporti carnali. Ma ovviamente questi servizi rischiano di diventare focolai di prostituzione minorile.
Satomi (nome di fantasia) è una liceale di 17 anni e usa Twitter e le app di appuntamenti per trovare nuovi amici, scrivendo nel suo profilo che è aperta ad incontrare sugar daddy. Attualmente esce regolarmente con diversi uomini, tutti impiegati a tempo pieno, con una fascia di età compresa tra i venti e i cinquant'anni.
Satomi dichiara che quello che fa non è mosso dall'ottenere denaro: lei è semplicemente interessata agli uomini più anziani. Chiede 5.000 yen l'ora (40 euro) per un appuntamento in un bar o in un ristorante, ma rifiuta rigorosamente qualsiasi rapporto sessuale con i suoi clienti.
La ragazza ha avviato questa attività circa un anno fa, dopo che qualcuno l'ha contattata su Twitter.
"Tutto quello che faccio è prendere un caffè e ascoltare" spiega. "Mi limito ad annuire e a sorridere a tutte le cose noiose di cui gli uomini mi parlano, ma la maggior parte di loro è felice e mi dice che li calma parlare con me".
Questa pratica è ovviamente disapprovata dall'opinione pubblica: ad esempio nell'aprile 2018 il governatore della prefettura di Niigata si è dovuto dimettere dopo che i tabloid giapponesi avevano pubblicato il suo coinvolgimento in appuntamenti a pagamento con donne che aveva incontrato online.
Ma questo tipo di pratica affonda le sue radici ben prima dell'avvento di internet. Negli anni 70 il termine enjokôsai si riferiva alla prostituzione di donne sposate.
A quel tempo, le persone che desideravano questo tipo di incontri registravano i loro nomi presso i cosiddetti “Date club”. Gli uomini pagavano le tasse di registrazione, venivano sottoposti a screening per il loro reddito e dovevano anche coprire i costi degli appuntamenti.
Ma una volta che le due persone si incontravano i club non erano più coinvolti, lasciando alla discrezione di entrambe le parti come e quanto procedere. Le donne diplomate di un liceo femminile rispettabile, le modelle o le assistenti di volo avevano quindi la garanzia virtuale di un flusso regolare di clienti.
Questi club furono presto soppiantati da "Club telefonici" che non prevedevano alcuna registrazione. Gli uomini entravano nel locale e si sedevano davanti a un telefono assegnato loro da un membro dello staff e aspettavano che una delle donne chiamasse.
Si dice che il primo club di questo tipo sia stato aperto a Kabuki-cho, il quartiere a luci rosse di Tokyo, nel 1985. Queste strutture offrivano un maggiore anonimato rispetto ai Date club e attiravano una maggiore varietà di clienti. Ovviamente hanno allarmato l'opinione pubblica e sono stati rapidamente presi di mira da decreti locali che ne limitavano le attività.
Fatta la legge, trovato l'inganno, anche grazie alle nuove tecnologie che stavano nascendo: quando il gigantesco operatore telefonico NTT lanciò il suo servizio di messaggistica Dengon Dial nel 1986, seguito dal suo servizio telefonico a tariffa premium Dial Q2 nel 1989, i club li adottarono subito creando i servizi di composizione "two-shot" che collegavano le persone in modo anonimo per telefono.
Questa tecnologia trasformò profondamente il mercato: gli utenti non avevano più bisogno di uscire da casa e nacquero così tantissimi servizi per tutti i gusti, anche il sesso telefonico.
Ma tra le bollette stratosferiche che arrivavano e il fatto che dietro a queste linee spesso si nascondevano casi di prostituzione minorile, le autorità si prodigarono per mettere un freno al fenomeno. Senza grande successo però, perché si stava affacciando il nuovo ennesimo mezzo tecnologico per aggirare l'ostacolo: internet.
Quando Internet iniziò ad espandersi a metà degli anni '90, queste attività presero la forma di siti di incontri che rendevano facile chattare fra perfetti sconosciuti. Ma le tragedie non tardarono ad arrivare.
Nel 2001, diversi crimini furono collerati a queste piattaforme. Da uno studente delle superiori che tentò di pugnalare a morte una casalinga incontrata online all'omicidio di una studentessa universitaria a Kyoto da parte di un uomo con cui aveva scambiato e-mail.
Questi tragici eventi portarono le autorità a vietare nel 2003 l'accesso a questo tipo di siti ai minori di 18 anni. Ma l'arrivo di social network come Mixi e Gree l'anno successivo rese il tutto vano. Accessibili a qualsiasi utente, grazie ad una messaggistica diretta, era un modo semplice per fare ad esempio avance sessuali non richieste o negoziare i termini di appuntamenti a pagamento.
E poi arrivarono gli smartphone a prendere il posto di piattaforme come Mixi e Gree: app come Twitter, Facebook e LINE soppiantarono gli altri mezzi.
Nel 2017 l'Agenzia Nazionale di Polizia (NPA) ha registrato 1.813 casi in cui minori di 18 anni sono stati vittime di atti osceni o di prostituzione organizzata tramite applicazioni o sui social network. Questa cifra era raddoppiata rispetto al 2008, il primo anno in cui l'NPA aveva compilato queste statistiche.
Verso la fine del primo decennio degli anni 2000 poi si è sviluppato il cosidetto en-deli: il cliente si collega ad un sito di incontri online ma quando contatta una donna per fissare un appuntamento, in realtà interagisce inconsapevolmente con un supervisore maschio (chiamato uchiko) che negozia i dettagli come il luogo dell'incontro e il pagamento, prima di inviare sul posto quella che è a tutti gli effetti una ragazza squillo.
Queste pratiche segrete di prostituzione sfruttano la facilità di iscriversi a siti di incontri casuali e, anche se gli autori vengono scoperti, scompaiono senza sforzo e ricompaiono sotto un profilo diverso.
Riuscire a sorvegliare è praticamente impossibile: aggiungendo hashtag a termini come "papakatsu", "appuntamenti a pagamento" e "appuntamenti", Twitter può, suo malgrado, trasformarsi in un vero e proprio servizio di incontri online. Una volta connessi, tutti sono liberi di comunicare in messaggistica privata e fissare un appuntamento. Naturalmente Twitter non è l'unico social network coinvolto.
La polizia, tuttavia, non è rimasta passiva e ha aumentato la propria capacità di monitorare l'attività online. Gli agenti hanno persino iniziato a chattare con account di posta elettronica collegati a appuntamenti a pagamento, organizzando incontri per educare le persone coinvolte sui pericoli delle loro azioni. La polizia della prefettura di Aichi ha recentemente avviato un programma in cui studenti volontari inviano messaggi di avvertimento ai minori in cerca di appuntamenti sui social media.
Ci troviamo di fronte perciò ad un infinito gioco del gatto e del topo: ogni volta che un nuovo servizio appare su Internet, viene trovato un modo per usarlo per organizzare gli appuntamenti online, continuando a perpetuare l'eterna contrapposizione fra domanda e offerta.
Fonte consultata:
Nippon
Ha avuto diversi nomi ma forse i più noti per indicare il fenomeno sono enjokosai e papakatsu che indicano appunto quando giovani donne offrono compagnia (dietro pagamento di denaro o in cambio di regali) a uomini più anziani, di solito facoltosi, senza però che ci sia una relazione fisica.
Questi uomini sono spesso indicati con il termine inglese "sugar daddy" e sono di solito di mezza età, disposti a pagare per trascorrere del tempo con giovani ragazze, spesso minorenni: gli appuntamenti prevedono attività piuttosto innocenti come mangiare assieme, fare la spesa o andare al cinema senza oltrepassare il confine della camera da letto. Infatti incontri del genere non sono illegali fintanto che non sono di natura sessuale.
I servizi online che propongono questi incontri nascono come funghi e la maggior parte di loro tenta di attirare le donne lodando i loro utenti maschi, descrivendoli come individui ricchi con carriere prestigiose. Vantano la possibilità di guadagnare più di 100.000 yen al mese (800 euro) senza dover assolutamente avere rapporti carnali. Ma ovviamente questi servizi rischiano di diventare focolai di prostituzione minorile.
Satomi (nome di fantasia) è una liceale di 17 anni e usa Twitter e le app di appuntamenti per trovare nuovi amici, scrivendo nel suo profilo che è aperta ad incontrare sugar daddy. Attualmente esce regolarmente con diversi uomini, tutti impiegati a tempo pieno, con una fascia di età compresa tra i venti e i cinquant'anni.
Satomi dichiara che quello che fa non è mosso dall'ottenere denaro: lei è semplicemente interessata agli uomini più anziani. Chiede 5.000 yen l'ora (40 euro) per un appuntamento in un bar o in un ristorante, ma rifiuta rigorosamente qualsiasi rapporto sessuale con i suoi clienti.
La ragazza ha avviato questa attività circa un anno fa, dopo che qualcuno l'ha contattata su Twitter.
"Tutto quello che faccio è prendere un caffè e ascoltare" spiega. "Mi limito ad annuire e a sorridere a tutte le cose noiose di cui gli uomini mi parlano, ma la maggior parte di loro è felice e mi dice che li calma parlare con me".
Questa pratica è ovviamente disapprovata dall'opinione pubblica: ad esempio nell'aprile 2018 il governatore della prefettura di Niigata si è dovuto dimettere dopo che i tabloid giapponesi avevano pubblicato il suo coinvolgimento in appuntamenti a pagamento con donne che aveva incontrato online.
Ma questo tipo di pratica affonda le sue radici ben prima dell'avvento di internet. Negli anni 70 il termine enjokôsai si riferiva alla prostituzione di donne sposate.
A quel tempo, le persone che desideravano questo tipo di incontri registravano i loro nomi presso i cosiddetti “Date club”. Gli uomini pagavano le tasse di registrazione, venivano sottoposti a screening per il loro reddito e dovevano anche coprire i costi degli appuntamenti.
Ma una volta che le due persone si incontravano i club non erano più coinvolti, lasciando alla discrezione di entrambe le parti come e quanto procedere. Le donne diplomate di un liceo femminile rispettabile, le modelle o le assistenti di volo avevano quindi la garanzia virtuale di un flusso regolare di clienti.
Questi club furono presto soppiantati da "Club telefonici" che non prevedevano alcuna registrazione. Gli uomini entravano nel locale e si sedevano davanti a un telefono assegnato loro da un membro dello staff e aspettavano che una delle donne chiamasse.
Si dice che il primo club di questo tipo sia stato aperto a Kabuki-cho, il quartiere a luci rosse di Tokyo, nel 1985. Queste strutture offrivano un maggiore anonimato rispetto ai Date club e attiravano una maggiore varietà di clienti. Ovviamente hanno allarmato l'opinione pubblica e sono stati rapidamente presi di mira da decreti locali che ne limitavano le attività.
Fatta la legge, trovato l'inganno, anche grazie alle nuove tecnologie che stavano nascendo: quando il gigantesco operatore telefonico NTT lanciò il suo servizio di messaggistica Dengon Dial nel 1986, seguito dal suo servizio telefonico a tariffa premium Dial Q2 nel 1989, i club li adottarono subito creando i servizi di composizione "two-shot" che collegavano le persone in modo anonimo per telefono.
Questa tecnologia trasformò profondamente il mercato: gli utenti non avevano più bisogno di uscire da casa e nacquero così tantissimi servizi per tutti i gusti, anche il sesso telefonico.
Ma tra le bollette stratosferiche che arrivavano e il fatto che dietro a queste linee spesso si nascondevano casi di prostituzione minorile, le autorità si prodigarono per mettere un freno al fenomeno. Senza grande successo però, perché si stava affacciando il nuovo ennesimo mezzo tecnologico per aggirare l'ostacolo: internet.
Quando Internet iniziò ad espandersi a metà degli anni '90, queste attività presero la forma di siti di incontri che rendevano facile chattare fra perfetti sconosciuti. Ma le tragedie non tardarono ad arrivare.
Nel 2001, diversi crimini furono collerati a queste piattaforme. Da uno studente delle superiori che tentò di pugnalare a morte una casalinga incontrata online all'omicidio di una studentessa universitaria a Kyoto da parte di un uomo con cui aveva scambiato e-mail.
Questi tragici eventi portarono le autorità a vietare nel 2003 l'accesso a questo tipo di siti ai minori di 18 anni. Ma l'arrivo di social network come Mixi e Gree l'anno successivo rese il tutto vano. Accessibili a qualsiasi utente, grazie ad una messaggistica diretta, era un modo semplice per fare ad esempio avance sessuali non richieste o negoziare i termini di appuntamenti a pagamento.
E poi arrivarono gli smartphone a prendere il posto di piattaforme come Mixi e Gree: app come Twitter, Facebook e LINE soppiantarono gli altri mezzi.
Nel 2017 l'Agenzia Nazionale di Polizia (NPA) ha registrato 1.813 casi in cui minori di 18 anni sono stati vittime di atti osceni o di prostituzione organizzata tramite applicazioni o sui social network. Questa cifra era raddoppiata rispetto al 2008, il primo anno in cui l'NPA aveva compilato queste statistiche.
Verso la fine del primo decennio degli anni 2000 poi si è sviluppato il cosidetto en-deli: il cliente si collega ad un sito di incontri online ma quando contatta una donna per fissare un appuntamento, in realtà interagisce inconsapevolmente con un supervisore maschio (chiamato uchiko) che negozia i dettagli come il luogo dell'incontro e il pagamento, prima di inviare sul posto quella che è a tutti gli effetti una ragazza squillo.
Queste pratiche segrete di prostituzione sfruttano la facilità di iscriversi a siti di incontri casuali e, anche se gli autori vengono scoperti, scompaiono senza sforzo e ricompaiono sotto un profilo diverso.
Riuscire a sorvegliare è praticamente impossibile: aggiungendo hashtag a termini come "papakatsu", "appuntamenti a pagamento" e "appuntamenti", Twitter può, suo malgrado, trasformarsi in un vero e proprio servizio di incontri online. Una volta connessi, tutti sono liberi di comunicare in messaggistica privata e fissare un appuntamento. Naturalmente Twitter non è l'unico social network coinvolto.
La polizia, tuttavia, non è rimasta passiva e ha aumentato la propria capacità di monitorare l'attività online. Gli agenti hanno persino iniziato a chattare con account di posta elettronica collegati a appuntamenti a pagamento, organizzando incontri per educare le persone coinvolte sui pericoli delle loro azioni. La polizia della prefettura di Aichi ha recentemente avviato un programma in cui studenti volontari inviano messaggi di avvertimento ai minori in cerca di appuntamenti sui social media.
Ci troviamo di fronte perciò ad un infinito gioco del gatto e del topo: ogni volta che un nuovo servizio appare su Internet, viene trovato un modo per usarlo per organizzare gli appuntamenti online, continuando a perpetuare l'eterna contrapposizione fra domanda e offerta.
Fonte consultata:
Nippon
Grazie per l'articolo
....
Chiede 5.000 yen l'ora (40 euro) per un appuntamento in un bar o in un ristorante
Satomi ha interessi curiosi evidentemente....
Conoscevo di nome il fenomeno ma è stato interessante leggere le tappe storiche che l'hanno contraddistinto, secondo me è impossibile da arginare davvero, un po' come la pirateria, e fin quando non sfocia in prostituzione minorile non mi sembra neanche così grave, in realtà pensavo che i servizi di 'compagnia' fossero abbastanza sdoganati da quelle parti...
Una sola domanda,
non si tratta comunque di lavoro (minorile) in nero?
In realtà non ci sono contratti scritti.... Si fanno incontrare persone, sbandierando redditi elevati... Ma spesso le entrate sono soprattutto regali...
Non so come siano normate in Giappone queste situazioni, ma sicuramente una maggiore specificazione dei reati per non parlare di aggregazione di aggravanti aiuterebbe non di poco ad arginare il problema.
Non c'è un forte interesse politico e sociale a contrastare questo genere di situazioni, quanto piuttosto ad occultarle quando e se accadono, come da buona consuetudine giapponese.
Excursus storico a parte, da che è esiste la domanda per una certa prestazione esisterà di conseguenza sempre un'offerta, pertanto facendo in modo che la domanda non avvenga si potrebbe contrastare efficacemente la nascita di questa piaga sociale.
Oddio, "Emergence"... ah, no!
Si ma non erano minorenni ...
Mi è capitato di vedere in alcuni bar o ristoranti degli anziani distinti con ragazzine, o ragazzine. Madò che tristezza, lui divertito, lei divertita ancora di più, sempre sorridente, servizievole, insomma, grandissima recitazione. Era un quadretto tristissimo, fintissimo.
E ci stanno agenzie che ci guadagnano in questo!!!
E poi vanno a criticare e censurare il bacio di Biancaneve...
Forse in futuro vivremo con androidi, sempre che non diventi illegale anche questo.
E' un fenomeno sotterraneo ma come sempre basta saper guardare bene intorno a noi e scopriamo realtà molto diverse ( se ne accenna anche in alcuni film d'animazione a tematiche ben diverse).
Condannabile?
Si ma neppure per una faccenda di consenso...nè di perbenismo, nè di "disgusto"...Sono un pò troppo vecchio per non sapere alcune cose dei rapporti fra uomini e donne e dell'ipocrisia sociale.. perchè è troppo diffuso.
Non è dunque sintomo di "degrado sociale", di "degrado della Morale" ...problemi come questi, nella misura in cui si pongono, in socialità così diverse...sono sintomo di problemi sociali che vanno aldilà delle sfere personali e della pura e semplice "corruzione dei costumi!" ( se guardate lo sceneggiato de Il Commissario De Giovanni, o leggete i volumi dell'autore, avete un quadro vivissimo della prostituzione nel "Ventennio"...rifletteci quando sentite qualcuno parlarvi di "corruzione de li tempi moderni..." e di quanto era bella l'Italia di un tempo )
i "Sugar Dad" e le loro "nipotine", si sono sempre visti ( ed anche "Nipotini" ribadisco) ma perchè tante persone si fanno coinvolgere in queste situazioni? ANCHE i "DAd", che inseguite ( magari a colpi di rinforzini di Viagra o punturine ) una giovinezza che avete perso? Recuperabile per non so quale alchemia metafisica??
Il piacere del controllo ?
Igor Mann ( grande giornalista di cronaca e politica estera, vero figlio del secolo in cui sono nato, penna finissima) a chi gli chiedeva cosa pensava del Viagra ( la domanda risale all'alba dell'introduzione di questo preparato) rispose, lui che era uomo che aveva amato davvero ed era stato riamato, "ogni età ha le sue gioie".
Ma ripeto non è solo, come spesso accade con le questioni di sessualità, una problema di relazioni personali "disapprovate". Risolvibile con la repressione. ( o con legalizzazioni fatte soprattutto per "batter cassa"...vedi Germania)
Semplicemente non ci devono essere , per me, mediatori. AMici o amiche si, agenzie è un'altra cosa.
Ma poi, è così difficile conoscere ragazze?
Che società!!!!!!!!!!!!!!
In Giappone davvero la cosa è complicata...Maschi e femmine fanno vite separate Ed anche le persone sposate hanno attegiamenti di distacco. Tanto che ad un figlio può apparire strano che i propri genitori - sposatisi in un classico matrimonio combinato - si telefonino due o tre volte al giorno per scambiare due chiacchiere, chiedere cosa si fà, come va, semplicemente per sentire la voce dell'altro...O magari dedichino alla moglie una canzone alla radio..
( su questo ci sarebbe bisogno di ulteriori articoli)
..ma è sempre complicato, però.
non è questione di "due parole" ..non riduciamo la questione a "Legalità si o legalità no nè a giudizi di pruderie.
Va vista complessivamente. SI dovrebbe evitare lo sfruttamento...
Appunto, sono d'accordo. Bisognerebbe che si guardino allo specchio per come sono diventati.
Sto aspettando la notizia del bacio di Biancaneve! Altra follia...
Grazie
Poi sul fatto che esista un mondo perverso e malato non dobbiamo arrivare in Giappone per capirlo.
Amo il Giappone, come chiunque su questo sito, immagino. Ma è una cultura piena di contraddizioni, molto avanti a noi per certi versi, molto indietro per altri. E un fenomeno come questo, di certo li mette secoli e secoli dietro la civiltà occidentale.
Mi auguro che l'aspetterai invano, in quanto è una non-notizia - nessuno ha censurato alcunché - gonfiata ad arte dai nostri quotidiani per ottenere click. Come praticamente tutte quelle che sfruttano la facile indignazione verso il politicamente corretto.
Vedi l'ultima serie di Re:Zero
Sono prese da vari drama.... Ho cercato nella sezione drama vari tag come liceo, storie d'amore e simili e ho aperto molte schede anche un po' a caso, lo ammetto.... Cercavo immagini che potessero evocare il mood della notizia anche se magari la trama non era esattamente pertinente.... Quindi francamente non ricordo più esattamente da chi ho preso cosa, mi dispiace 😌😌😌
parlando di drama giapponesi:
*Papa Katsu (prima)
*High Position (terza e settima)
*Missions of Love - Do xx to me (quinta)
Anche se la brava Hachi194 non si è limitata a nulla, trovando materiale anche altrove.
Ma siamo sicuri che si tratti di titoli di drama? A me sembrano titoli di hentai spinti!
"Katsu" vuol dire maiale, "high position" lascia immaginare, e "Do xx to me" e' il piu' bello di tutti!
Ma secondo me Hachi ricordava benissimo da quali drama erano state prese le immagini, ma non ha voluto scriverlo per pudore
In realtà, se la mente va a Tonkatsu e Katsudon, Katsu non vuol dire maiale, bensì cotoletta e non ha nemmeno un'origine Giapponese perché è un termine importato dall'estero (è una contrazione di cutlets).
Maiale è Buta o Ton.
Katsu come termine giapponese ha altri significati, immagino (io conosco ad esempio vittoria, successo)
Eh vabbe', licenza poetica per fare la battuta, no?
^^" Mi hai sgamata!! XD
Grazie però per aver messo i titoli
Ma non c'era intento critico verso la persona - era solo una precisazione.
Sei ironico/a?
Grazie(anche ad Hachi ovviamente), proverò a dare un'occhiata.
No, non sono ironico. Non trovi che un fenomeno di soft-prostituzione con probabili minorenni ("liceali", spesso, come dice pure l'articolo) sia qualcosa di socialmente arretrato? Io credo di sì.
Sicuro guarda, si nota bene già adesso come la gente è diventata schiava degli smartphone, dei social, delle nuove tecnologie, anche quando escono di casa le persone sembrano tutte chiuse nel loro mondo, non ti guardano manco più in faccia, quando si produrranno esseri artificiali da compagnia quest'umanità per non estinguersi andrà avanti a nascite in provetta.
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