Lo shōjo manga, edito nel 2010 sulla rivista Dessert di Kodansha col titolo originale Taiyō no ie, ci racconta proprio una di queste famiglie, i cui componenti non hanno rapporti di parentela ma grazie all’affetto - e alla voglia di aiutarsi - riescono ad essere più uniti di una famiglia naturale.
“Quella casa era un luogo magico, dove persino le mie lacrime diventavano sorrisi”
“Ho sempre pensato che fosse un luogo avvolto da un incantesimo invisibile”
È l’inizio di una storia d’amore a tratti gioiosa, a tratti straziante fra due vecchi amici con qualche anno di differenza!
I protagonisti di questa storia sono gli amici d’infanzia Hiro e Mao. Mao è una ragazzina, un po’ tsundere, che fin dalla tenera età ha subìto quello che nessun bambino dovrebbe mai subire: sentirsi ignorata e non voluta dai propri genitori.
Spesso, non solo nei manga, assistiamo a questo genere di scene; uno o entrambi i genitori che risultano egoisti, preferendo ignorare i propri figli che considerano un peso, facendoli sentire soli al mondo. Ed è proprio questa l’infanzia che sta vivendo la piccola Mao.
Lei non sa cosa significa tornare a casa e sentirsi dire “bentornata!”, oppure mangiare tutti insieme un pasto cucinato dai genitori, lei conosce solo la solitudine della sua casa vuota, dove spesso si ritrova a cenare da sola mangiando i bento preconfezionati che la madre le lascia.
La piccola Mao riesce a trovare conforto alla sua solitudine solo quando si rifugia a casa dei suoi vicini, la famiglia Nakamura, composta da mamma, papà e tre figli, tra cui il più grande è proprio Hiro.
Come in una sorta di magia ogni volta che varca la porta di quella casa lei si sente felice. I Nakamura, infatti, trattano la piccola Magyo - così affettuosamente ribattezzata da Hiro - a tutti gli effetti come una di famiglia, intuendo che la bambina vive una situazione non proprio idilliaca tra le mura di casa, facendola sentire finalmente ben accolta.
Ma, ahimè, come in tutte le storie strappalacrime che si rispettino il fato ci mette lo zampino facendo diventare ben pesto i tre fratellini Nakamura orfani. Questo lutto provoca una rottura non solo all’interno della stessa famiglia - dividendo i fratelli - ma anche nella piccola Mao, che si allontana dall’unica forma di affetto che aveva.
“Hiro: Allora torniamo a casa insieme. D’accordo?”
È difficile associare la parola solitudine alla parola famiglia, ma è proprio in questo che La Casa del Sole risulta interessante. L’autrice prova ad affrontare diversi aspetti della solitudine, cercando di analizzarli in maniera semplice ma che al tempo stesso faccia riflettere.
Ecco che ci troviamo ad assistere alla solitudine di una bambina ignorata dai genitori, alla solitudine di tre fratellini rimasti orfani, la solitudine di una famiglia che aspetta speranzosa il rientro del padre lavoratore pendolare, alla solitudine di un figlio che cerca di tenere unita la propria famiglia.
Insomma ci rendiamo conto che la solitudine può avere molteplici aspetti, alcuni più evidenti altri più velati, ma che hanno tutti come risultato finale quello di fare comunque del male a chi li percepisce.
Se di Mao sappiamo che la sua situazione familiare è rimasta pressoché invariata, continuando ad essere ignorata dalla sua famiglia ora ancora di più dopo che suo padre si è risposato ed ha una nuova famiglia, di Hiro, ormai diventato un giovane uomo, sappiamo ben poco. Ci rendiamo conto però che adesso sta vivendo la stessa solitudine che vive Magyo.
Quando è rimasto orfano, il ragazzo ha deciso di continuare a vivere da solo nella casa di famiglia, con la speranza che un giorno si sarebbe riunito con i suoi fratelli proprio in quella stessa casa che per lui ha un forte significato emotivo. Quel luogo, infatti, rappresenta il suo desiderio espresso da bambino: quello di far ritornare il sorriso a tutta la sua famiglia.
Se agli occhi di tutti - non solo del lettore - i membri della famiglia Nakamura appaiono come la famiglia perfetta, idilliaca, che non può essere intaccata da niente e da nessuno, nella realtà anche loro hanno vissuto, e vivono, momenti difficili.
È palese, infatti, che Hiro voglia ritornare ad avere la propria famiglia vicino, per questo prende la palla al balzo invitando Mao a vivere con lui vedendola per l’ennesima volta triste e sola. Anche se la vita li ha tenuti separati i due amici d’infanzia hanno sempre, in qualche modo, continuato a tenersi d’occhio da lontano, riuscendo con pochi e semplici gesti ad essere comunque di supporto l’uno per l’altra. Proprio questo non essersi mai allontanati del tutto è la spinta narrativa che dà inizio alla loro stramba convivenza.
Tra i due protagonisti è evidente questa “voglia” di sentirsi parte di una famiglia. I loro desideri sono semplici, come il mangiare insieme, l’aiutarsi a vicenda, accendere i fuochi d’artificio, vedere la TV, insomma tutte quelle piccole azioni quotidiane che ti fanno sentire parte di un nucleo familiare.
L’inizio di questa convivenza sblocca in Hiro e Mao emozioni e ricordi da tempo assopiti, o come nel caso di Mao mai provati. È molto tenero notare come la ragazza si emozioni nell’avere le sue prime “regole di casa” che deve rispettare, compreso il coprifuoco che cerca in maniera maldestra di seguire. Come è altrettanto piacevole vedere un Hiro pensieroso ed entusiasta nel riavere di nuovo qualcuno a cui pensare, di cui prendersi cura. Ma è altrettanto evidente al lettore che tra i due coinquilini ci sia anche un tenero feeling, dai loro stessi ancora non compreso pienamente, che potrebbe sbocciare in qualcosa di più romantico già nell’immediato futuro.
Questa, forse, è la frase più adatta per esprimere al meglio lo stato d’animo del lettore una volta concluso il primo volume de La casa del Sole.
La storia è bella, questo è assodato, inoltre ha il pregio di non perdersi in chiacchiere inutili, almeno in questo primo volume è così. Ma forse proprio questo aspetto rende la lettura un po’ troppo “sbrigativa”. A fine lettura si ha la sensazione che l’autrice sia andata un po' troppo veloce, si ha la percezione che alcuni aspetti della trama andavano approfonditi un poco di più.
Questo, ovviamente, non invalida la trama. I sentimenti che dovevano trasparire come il senso di vuoto e di solitudine dei due protagonisti e la serenità riacquistata dalla loro convivenza, traspaiono senza problemi, ma ti fa comunque pensare che forse si poteva arricchire un poco di più.
Anche la personalità dei due coinquilini a tratti risulta leggermente piatta. Sappiamo come vivono e quello che provano ma ci risultano comunque estranei, non ci è stato dato il tempo di riuscire ad empatizzare con loro, ma spero che questo aspetto sia colmato nel corso dei suoi 13 volumi.
Il tratto pulito ed essenziale della Taamo ben si adatta allo stile dell’opera che risulta fresco e anche se semplice, assolutamente coinvolgente e piacevole, le tavole inoltre sono chiare e lineari il che rende ancora più facile la lettura. Nelle sue tavole Taamo fa un sapiente uso del bianco e nero abbinandolo anche ad un’ampia varietà di retini che non risultano mai invadenti o eccessivi.
Anche se in questo primo volume l’autrice ha deciso di focalizzarsi maggiormente sui due protagonisti, al tempo stesso ci presenta personaggi di contorno che sapranno sicuramente movimentare la trama nei capitoli successivi.
Tra i più evidenti risultano la giovane collega di Hiro, Sugimoto, per la quale lui sembra avere un debole, e il compagno di scuola di Mao, Oda, palesemente interessato lei e candidato a diventare un rivale in amore.
Una caratteristica carina della storia è quella che, nessuno sa anche se tutti lo leggono, Mao tiene un blog online dove racconta periodicamente la sua vita. Tali racconti vengono scritti dalla ragazza tramite il suo cellulare, ed è proprio quest’ultimo che viene inquadrato ad ogni fine capitolo, dove sono riportati dei passi del suo racconto che fa da trait d'union con le illustrazioni di apertura dei capitoli successivi. Tali illustrazioni ritraggono una Mao guardinga intenta a scrivere la sua storia ed un Hiro, sempre nei paraggi, inconsapevole che la giovane è in realtà l’autrice dei racconti che stima e che anche lui legge.
Goen ci propone La Casa del Sole nella classica edizione 11,5cm x 17,5cm da 168 pagine, in B/N con sovraccoperta. L’edizione in sé è carina, risulta molto divertente la sottocoperta che presenta la stessa illustrazione di copertina ma con espressioni differenti dei due protagonisti.
L’albo non presenta i difetti di stampa che si sono visti in altri titoli targati Goen, come i neri troppo coprenti, questo anche grazie alla pulizia delle tavole dell’autrice, ma presenta le note di traduzione che si perdono nella rilegatura dell’albo rendendo la loro lettura estremamente difficoltosa.
La casa del sole 1
Quand’era bambina, Mao andava spesso a casa del suo vicino Hiro. Ogni volta che entrava in quella casa si sentiva felice. Alcuni anni dopo, il padre di Mao si risposa e lei non ha più un posto in cui stare, così Hiro, rimasto solo dopo la morte dei genitori, la invita a trasferirsi a casa sua. È l’inizio di una storia d’amore a tratti gioiosa, a tratti straziante fra due vecchi amici con qualche anno di differenza!
Prezzo: 5,95 €
Totale voti: 12 3 1
shinji01
Un manga carino. Disegni grezzi ma protagonisti che piacciono. Alcuni parti un po' confusionarie. Senza troppe pretese.
28/03/2023
CloveRed
Godibile. Ad una prima lettura le storia è piacevole ma forse troppo sbrigativa, forse era necessario approfondirla un poco di più. Mi incuriosisce che l'autrice stia cercando di esprimere vari concetti di solitudine. Curioso di vedere come prosegue.
26/03/2023
brady
La storia è graziosa ma non credo che continuerò ne ho letti troppi simili e poi non mi ha convinto del tutto. L'indifferenza del padre poi la trovo troppo pretestuosa. Il cliché dei due che vanno a vivere insieme è stra-abusato non ne posso più.
25/03/2023
riko akasaka
Ho trovato la caratterizzazione dei personaggi davvero povera. Il problema di Mao coi genitori è trattato superficialmente, sembra messo lì solo per motivare il suo trasferimento dall'amico, anche lo strano rapporto tra Hiro e i fratelli non mi convince.
18/03/2023
Xenon78
Carino ma non convintissimo dei personaggi. Lei una tsunderina piangente, lui rivuole i fratelli a casa ma non li sente da tempo. Il padre non capisco perché trascuri la figlia che è rimasta con lui. E anche l’sms finale. Proverò il 2 per valutare meglio
12/03/2023
Arwen1990
Si affrontano diversi temi e diversi tipi di solitudine ma i due protagonisti amici di infanzia di ritrovano sotto lo stesso tetto per cercare di colmare il vuoto e sentirsi dire "ben tornato". Eppure presto mutano le prospettive. Carino ma goen la temo
08/03/2023
Brizzi
Ero indeciso se provarlo ma, dato che per un disguido col corriere alla mia fumetteria non è arrivato Sudore e Sapone l'ho preso subito: che fortuna! E' splendido! Se vi piace il genere e gradite temi spinosi trattati con delicatezza, prendetelo!
26/02/2023
Altri Voti
1
Titolo | Prezzo | Casa editrice |
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La casa del sole 1 | € 5.95 | Goen |
La casa del sole 2 | € 5.95 | Goen |
La casa del sole 3 | € 5.95 | Goen |
La casa del sole 4 | € 5.95 | Goen |
La casa del sole 5 | € 5.95 | Goen |
La casa del sole 6 | € 5.95 | Goen |
Miriam22
Due amici d'infanzia, con un poco di differenza d'età, si ritrovano a vivere insieme, ognuno per supplire alla propria solitudine. Situazioni già viste e temi ampiamente già trattati, ma che non stancano mai. Vediamo come prosegue.
08/04/2023