Sono ormai quasi passati dieci anni dalla prima trasmissione nei cinema giapponesi de Il giardino delle parole, film diretto da Makoto Shinkai prima della sua esplosione di popolarità ottenuta con l'enorme successo di Your Name.
Proprio una settimana prima del suo decimo anniversario, Dynit e Nexo Digital hanno organizzato la Makoto Shinkai Night, una due-giorni in cui riportare nei cinema italiani proprio i due film sopraccitati: martedì 23 maggio in lingua originale giapponese con sottotitoli in italiano, mercoledì 24 maggio invece col doppiaggio italiano. Ricordiamo che è disponibile un coupon sconto da consegnare al cinema per ottenere una riduzione sul prezzo del biglietto.
Per prepararvi alla (ri)visione de Il giardino delle parole al cinema e al contempo celebrarne il decimo anniversario riportiamo una parte dell'intervista rilasciata da Makoto Shinkai in occasione della presentazione del film all'Anime Expo 2013. A seguire riproponiamo invece l'esperienza del nostro Ironic74 quando, durante uno dei nostri viaggi in Giappone, andò a visitare proprio i luoghi in cui è ambientato il film.
Molti suoi lavori sono più brevi dei classici lungometraggi. Come mai? Ritiene ci siano storie che è meglio vengano raccontate in minori minutaggi?
Il giardino delle parole dura solamente 46 minuti. Non avevo intenzione di realizzare un film di due ore, volevo semplicemente raccontare la storia e la relazione umana tra Takao e Yukiko. Per loro due la vicenda dura tre mesi; mi bastavano 46 minuti per narrare la storia. Per una storia su un'estate e due persone, pensai che un film breve sarebbe stato sufficiente, e non ritengo sia necessario espandere la storia. Dipende tutto da che tipo di storia si voglia raccontare.
Da cosa trae ispirazione per le sue storie? Vengono da esperienze personali?
Le persone mi chiedono spesso perchè le mie storie parlino di adolescenti. Quando ero un adolescente, il mio più grande problema era che le mie intenzioni non raggiungessero i miei amici, finendo per ferirli, oppure che, magari involontariamente, qualcuno arrivasse a ferire me. Il problema era la mancanza di comprensione. Suppongo accada a tutti, anche al pubblico, se anche ti piace una ragazza non necessariamente sarai ricambiato, oppure tu non le piacerai allo stesso modo in cui lei piace a te. Una volta cresciuti queste cose appaiono di poco conto agli adulti, ma quando si è giovani sono problemi importanti. Per questo continuo a raccontare questo tipo di storie, per incoraggiare i ragazzi.
Potrebbe parlarci del processo di lavorazione del film, in particolare i fondali?
Per Il giardino delle parole sono stati necessari solo sei mesi, che è un tempo decisamente breve. Per prima cosa mi sono recato a Shinjuku per fare scouting, scattando migliaia di foto. A partire da queste immagini ho realizzato gli storyboard e poi la produzione vera e propria ha avuto inizio. Per metà dei fondali ci siamo basati su queste immagini, poi ritoccate con Photoshop, mentre l'altra metà è stata costruita a partire da 3DCG o disegni a mano, come avviene solitamente nell'animazione.
Come mai ha creato un protagonista che lavora come calzolaio? Si tratta di un lavoro vecchio. Ha qualche significato particolare per lei?
Volevo raccontare la storia di un ragazzo che desidera aiutare le persone e ho quindi deciso di renderlo un calzolaio perchè i calzolai aiutano le persone a camminare. Il film parla di scarpe, ma le scarpe sono una metafora della vita, c'è un dialogo in cui Yukino dice a Takao come lei riesca a camminare meglio rispetto a prima.
C'è qualche significato simbolico dietro l'incapacità di Yukino di percepire i sapori?
La storia inizia con la 27-enne Yukino che incontra uno strano ragazzo mentre beve birra e mangia cioccolata nel giardino. Solo successivamente lei si rende conto di avere problemi nel sentire i sapori, ma si tratta solo di un problema temporaneo dovuto allo stress lavorativo, che l'incontro con Takao le permette di curare. La birra è una metafora del suo malessere; alla fine inizia a bere caffè al posto della birra. Quando guardate il film prestate particolare attenzione a tutto ciò che Yukino mangia e beve.
Nelle sue opere ci sono sempre dei cieli meravigliosi. Qual è la filosofia dietro l'uso del colore nei suoi film, specialmente per quanto riguarda i cieli?
A volte disegno le nuvole in modo che il pubblico pensi "vorrei stare su quella nuvola". Anche se non è realistico penso sempre a come realizzare delle nuvole meravigliose. Quando disegno dei grattacieli a volte ci sono piccole finestre, anche larghe due soli pixel, e sono sempre a chiedermi in che modo spingere il pubblico a interrogarsi su cosa ci sia dietro quella finestra, se ci sia qualcuno che vive in quegli appartamenti.
Sono cresciuto in campagna prima dell'arrivo di Nintendo. L'unico modo che avevo per passare il tempo era osservare il cielo e le montagne. Per questo motivo ora cerco di ricreare le mie fantasie dell'epoca evocate da quegli scenari: cose come "vorrei stare su quella nuvola" o magari qualche mostro tra gli alberi della montagna. Quell'immaginazione è ciò che desidero includere nei fondali.
Recarmi in un luogo in cui è stato ambientato un film o una serie tv è sempre stato uno dei miei sogni da realizzare, in quanto appassionato di animazione giapponese. Quale migliore occasione quindi di portare a compimento i miei propositi che la mia prima esperienza in Giappone, durante il 5° viaggio organizzato da AnimeClick.it?
Nella mattinata del 7 aprile 2014 infatti, mentre una parte del gruppo si recava ad Hakone, abbiamo preso la metro con ben chiara la nostra destinazione: lo Shinjuku Gyoen, il parco cittadino di Tokyo che fa da sfondo all'ultimo film di Makoto Shinkai, il Giardino delle parole.
Perché Kotonoha no niwa (titolo originale della pellicola)?
Perché le opere di Shinkai, come 5 centimetri al secondo, mi hanno sempre lasciato a bocca aperta per il loro stupefacente realismo dei fondali e delle ambientazioni, un vero e proprio spot al Giappone e non è un caso se lo stesso regista è stato più volte chiamato in causa per varie campagne pubblicitarie.
Come per 5 centimetri al secondo, anche il luogo che fa da cornice al Giardino delle Parole è reale, ed anzi possiamo ben dire che ne è praticamente il protagonista.
Lo Shinjuku Gyoen è un parco pubblico tra Shinjuku e Shibuya, i due quartieri più caotici e movimentati di Tokyo, e si raggiunge facilmente scendendo alla stazione della metro di Shinjuku-Gyoemmae sulla Linea Marunouchi.
È uno dei polmoni verdi della città, un luogo che, oltre a regalare un angolo di natura e di colore in mezzo a tanto cemento, è meta ambita per un attimo di puro relax e di evasione per molti giapponesi, compresi i protagonisti del film. Il giardino si estende su una superficie di 58,3 ettari, con una circonferenza di 3,5 chilometri e fu costruito nel 1772 per essere la dimora del signore feudale (daimyō)
la mappa del parco
Il suo aspetto attuale, rappresentativo di un giardino in stile occidentale, fu ultimato però nell'era Meiji, e più precisamente nel 1906, progettato interamente da Henri Martinet, architetto di giardini francese. Distrutto in larga parte durante la seconda guerra mondiale, fu interamente ricostruito e donato nuovamente ai giapponesi nel 1949.
La sua caratteristica è quella di unire tre stili diversi:
1) Giardino all'inglese: composto da un grande prato con zelkova e alberi che creano un'atmosfera molto aperta.
2) Giardino formale francese: un giardino dalla struttura simmetrica con al centro rose e ai lati alberi di sicomoro.
3) Giardino tradizionale giapponese, forse il più caratteristico e sicuramente il più antico, con grandi stagni e costellato di isole e ponti. Cespugli ben curati e alberi circondano l'acqua insieme ad alcuni padiglioni fra cui spicca il Kyu-Goryo-Tei (chiamato anche Taiwan Pavillion), che è stato costruito in occasione delle nozze dell'imperatore Hirohito (epoca Showa).
Shinjuku Gyoen è la patria di un gran numero di alberi di ciliegio di più di una dozzina di diverse varietà. Dalla fine di marzo ai primi di aprile, più di 400 alberi fioriscono intorno al giardino inglese che diviene meta di centinaia di persone.
Il parco ha poi la caratteristica di avere alberi la cui fioritura è precoce e altri in cui è tardiva offrendo per più di un mese, cosa assai rara, uno spettacolo di ciliegi praticamente continuo.
Siamo quindi stati fortunati come potete ben vedere dalla photo gallery qui sotto.
La passeggiata è facilitata da sentieri che si districano per tutta l'area ma che in qualsiasi momento possono essere abbandonati per vedere più da vicino le varie piante e i vari alberi (tranne in pochi casi dove è segnalato da appositi cartelli).
Il gazebo sotto il cui tetto si svolge la storia del film è facilmente raggiungibile, si trova infatti nella parte del giardino giapponese vicino al Taiwan Pavillion.
Chiedete all'Ufficio Informazioni all'ingresso, come abbiamo fatto noi, e vi tracceranno, con la consueta cortesia nipponica, il percorso da fare con un evidenziatore, rendendovi la vita molto più facile.
Alla fine la foto di rito sul posto non poteva mancare ed anche se non ho trovato Takao e Yukino, lo spettacolo e la tranquillità del luogo mi hanno davvero conquistato.
Non ho potuto fare a meno di girare un piccolo video con il cellulare per rendere partecipi anche voi dell'esperienza (scusate la non eccelsa qualità).
Fonti consultate:
- Anime Expo 2013 - Makoto Shinkai Q&A
- AnimeClick.it nel Giardino delle parole di Makoto Shinkai
Proprio una settimana prima del suo decimo anniversario, Dynit e Nexo Digital hanno organizzato la Makoto Shinkai Night, una due-giorni in cui riportare nei cinema italiani proprio i due film sopraccitati: martedì 23 maggio in lingua originale giapponese con sottotitoli in italiano, mercoledì 24 maggio invece col doppiaggio italiano. Ricordiamo che è disponibile un coupon sconto da consegnare al cinema per ottenere una riduzione sul prezzo del biglietto.
Takao è un giovane studente che si sta preparando per diventare un artigiano fabbricante di scarpe. Un giorno, mentre salta la scuola per andare a schizzare in un giardino in stile tradizionale (giapponese), incontra Yukino, una donna giovane ma più grande di lui. Successivamente i due si incontreranno più volte, senza mai prestabilire l'appuntamento successivo, ma sempre e solo nei giorni di pioggia. Ad ogni incontro i due si aprono sempre più l'uno all'altra, ma la fine della stagione delle piogge si avvicina.
Per prepararvi alla (ri)visione de Il giardino delle parole al cinema e al contempo celebrarne il decimo anniversario riportiamo una parte dell'intervista rilasciata da Makoto Shinkai in occasione della presentazione del film all'Anime Expo 2013. A seguire riproponiamo invece l'esperienza del nostro Ironic74 quando, durante uno dei nostri viaggi in Giappone, andò a visitare proprio i luoghi in cui è ambientato il film.
Anime Expo 2013: Makoto Shinkai presenta il film
Molti suoi lavori sono più brevi dei classici lungometraggi. Come mai? Ritiene ci siano storie che è meglio vengano raccontate in minori minutaggi?
Il giardino delle parole dura solamente 46 minuti. Non avevo intenzione di realizzare un film di due ore, volevo semplicemente raccontare la storia e la relazione umana tra Takao e Yukiko. Per loro due la vicenda dura tre mesi; mi bastavano 46 minuti per narrare la storia. Per una storia su un'estate e due persone, pensai che un film breve sarebbe stato sufficiente, e non ritengo sia necessario espandere la storia. Dipende tutto da che tipo di storia si voglia raccontare.
Da cosa trae ispirazione per le sue storie? Vengono da esperienze personali?
Le persone mi chiedono spesso perchè le mie storie parlino di adolescenti. Quando ero un adolescente, il mio più grande problema era che le mie intenzioni non raggiungessero i miei amici, finendo per ferirli, oppure che, magari involontariamente, qualcuno arrivasse a ferire me. Il problema era la mancanza di comprensione. Suppongo accada a tutti, anche al pubblico, se anche ti piace una ragazza non necessariamente sarai ricambiato, oppure tu non le piacerai allo stesso modo in cui lei piace a te. Una volta cresciuti queste cose appaiono di poco conto agli adulti, ma quando si è giovani sono problemi importanti. Per questo continuo a raccontare questo tipo di storie, per incoraggiare i ragazzi.
Potrebbe parlarci del processo di lavorazione del film, in particolare i fondali?
Per Il giardino delle parole sono stati necessari solo sei mesi, che è un tempo decisamente breve. Per prima cosa mi sono recato a Shinjuku per fare scouting, scattando migliaia di foto. A partire da queste immagini ho realizzato gli storyboard e poi la produzione vera e propria ha avuto inizio. Per metà dei fondali ci siamo basati su queste immagini, poi ritoccate con Photoshop, mentre l'altra metà è stata costruita a partire da 3DCG o disegni a mano, come avviene solitamente nell'animazione.
Come mai ha creato un protagonista che lavora come calzolaio? Si tratta di un lavoro vecchio. Ha qualche significato particolare per lei?
Volevo raccontare la storia di un ragazzo che desidera aiutare le persone e ho quindi deciso di renderlo un calzolaio perchè i calzolai aiutano le persone a camminare. Il film parla di scarpe, ma le scarpe sono una metafora della vita, c'è un dialogo in cui Yukino dice a Takao come lei riesca a camminare meglio rispetto a prima.
C'è qualche significato simbolico dietro l'incapacità di Yukino di percepire i sapori?
La storia inizia con la 27-enne Yukino che incontra uno strano ragazzo mentre beve birra e mangia cioccolata nel giardino. Solo successivamente lei si rende conto di avere problemi nel sentire i sapori, ma si tratta solo di un problema temporaneo dovuto allo stress lavorativo, che l'incontro con Takao le permette di curare. La birra è una metafora del suo malessere; alla fine inizia a bere caffè al posto della birra. Quando guardate il film prestate particolare attenzione a tutto ciò che Yukino mangia e beve.
Nelle sue opere ci sono sempre dei cieli meravigliosi. Qual è la filosofia dietro l'uso del colore nei suoi film, specialmente per quanto riguarda i cieli?
A volte disegno le nuvole in modo che il pubblico pensi "vorrei stare su quella nuvola". Anche se non è realistico penso sempre a come realizzare delle nuvole meravigliose. Quando disegno dei grattacieli a volte ci sono piccole finestre, anche larghe due soli pixel, e sono sempre a chiedermi in che modo spingere il pubblico a interrogarsi su cosa ci sia dietro quella finestra, se ci sia qualcuno che vive in quegli appartamenti.
Sono cresciuto in campagna prima dell'arrivo di Nintendo. L'unico modo che avevo per passare il tempo era osservare il cielo e le montagne. Per questo motivo ora cerco di ricreare le mie fantasie dell'epoca evocate da quegli scenari: cose come "vorrei stare su quella nuvola" o magari qualche mostro tra gli alberi della montagna. Quell'immaginazione è ciò che desidero includere nei fondali.
Un pelato nel giardino delle parole di Shinkai
Recarmi in un luogo in cui è stato ambientato un film o una serie tv è sempre stato uno dei miei sogni da realizzare, in quanto appassionato di animazione giapponese. Quale migliore occasione quindi di portare a compimento i miei propositi che la mia prima esperienza in Giappone, durante il 5° viaggio organizzato da AnimeClick.it?
Nella mattinata del 7 aprile 2014 infatti, mentre una parte del gruppo si recava ad Hakone, abbiamo preso la metro con ben chiara la nostra destinazione: lo Shinjuku Gyoen, il parco cittadino di Tokyo che fa da sfondo all'ultimo film di Makoto Shinkai, il Giardino delle parole.
Perché Kotonoha no niwa (titolo originale della pellicola)?
Perché le opere di Shinkai, come 5 centimetri al secondo, mi hanno sempre lasciato a bocca aperta per il loro stupefacente realismo dei fondali e delle ambientazioni, un vero e proprio spot al Giappone e non è un caso se lo stesso regista è stato più volte chiamato in causa per varie campagne pubblicitarie.
Come per 5 centimetri al secondo, anche il luogo che fa da cornice al Giardino delle Parole è reale, ed anzi possiamo ben dire che ne è praticamente il protagonista.
Lo Shinjuku Gyoen è un parco pubblico tra Shinjuku e Shibuya, i due quartieri più caotici e movimentati di Tokyo, e si raggiunge facilmente scendendo alla stazione della metro di Shinjuku-Gyoemmae sulla Linea Marunouchi.
È uno dei polmoni verdi della città, un luogo che, oltre a regalare un angolo di natura e di colore in mezzo a tanto cemento, è meta ambita per un attimo di puro relax e di evasione per molti giapponesi, compresi i protagonisti del film. Il giardino si estende su una superficie di 58,3 ettari, con una circonferenza di 3,5 chilometri e fu costruito nel 1772 per essere la dimora del signore feudale (daimyō)
la mappa del parco
Il suo aspetto attuale, rappresentativo di un giardino in stile occidentale, fu ultimato però nell'era Meiji, e più precisamente nel 1906, progettato interamente da Henri Martinet, architetto di giardini francese. Distrutto in larga parte durante la seconda guerra mondiale, fu interamente ricostruito e donato nuovamente ai giapponesi nel 1949.
La sua caratteristica è quella di unire tre stili diversi:
1) Giardino all'inglese: composto da un grande prato con zelkova e alberi che creano un'atmosfera molto aperta.
2) Giardino formale francese: un giardino dalla struttura simmetrica con al centro rose e ai lati alberi di sicomoro.
3) Giardino tradizionale giapponese, forse il più caratteristico e sicuramente il più antico, con grandi stagni e costellato di isole e ponti. Cespugli ben curati e alberi circondano l'acqua insieme ad alcuni padiglioni fra cui spicca il Kyu-Goryo-Tei (chiamato anche Taiwan Pavillion), che è stato costruito in occasione delle nozze dell'imperatore Hirohito (epoca Showa).
Shinjuku Gyoen è la patria di un gran numero di alberi di ciliegio di più di una dozzina di diverse varietà. Dalla fine di marzo ai primi di aprile, più di 400 alberi fioriscono intorno al giardino inglese che diviene meta di centinaia di persone.
Il parco ha poi la caratteristica di avere alberi la cui fioritura è precoce e altri in cui è tardiva offrendo per più di un mese, cosa assai rara, uno spettacolo di ciliegi praticamente continuo.
Siamo quindi stati fortunati come potete ben vedere dalla photo gallery qui sotto.
La passeggiata è facilitata da sentieri che si districano per tutta l'area ma che in qualsiasi momento possono essere abbandonati per vedere più da vicino le varie piante e i vari alberi (tranne in pochi casi dove è segnalato da appositi cartelli).
Il gazebo sotto il cui tetto si svolge la storia del film è facilmente raggiungibile, si trova infatti nella parte del giardino giapponese vicino al Taiwan Pavillion.
Chiedete all'Ufficio Informazioni all'ingresso, come abbiamo fatto noi, e vi tracceranno, con la consueta cortesia nipponica, il percorso da fare con un evidenziatore, rendendovi la vita molto più facile.
Alla fine la foto di rito sul posto non poteva mancare ed anche se non ho trovato Takao e Yukino, lo spettacolo e la tranquillità del luogo mi hanno davvero conquistato.
Non ho potuto fare a meno di girare un piccolo video con il cellulare per rendere partecipi anche voi dell'esperienza (scusate la non eccelsa qualità).
Per tutte le informazioni riguardanti orari e date di apertura e prezzi per accedere al parco Shinjuku-Gyoen rimandiamo al sito ufficiale.
Fonti consultate:
- Anime Expo 2013 - Makoto Shinkai Q&A
- AnimeClick.it nel Giardino delle parole di Makoto Shinkai
Il film, come il manga è assolutamente da non perdere
Questo fu il mio primo film di Shinkai. Scoperto grazie ad un AMV che aveva la mia canzone preferita (Gli Anni di Max Pezzali). Che non sono mai riuscito a ritrovare purtroppo XD
Tipo quali?
Se è come gli altri romanzi anime (o di film animati in generale), penso che abbiano semplicemente tenuto le scene tagliate.
Concordo, il romanzo scava più a fondo dando una visione d'insieme che non sarebbe stato possibile avere in solo quarantacinque minuti.
Per esempio viene mostrata la situazione familiare del protagonista, così si arriva a comprenderlo un po' meglio. Non ricordo molti dettagli, perché l'ho letto (anzi, divorato!) anni fa, appena è uscito.
Grazie lo stesso. Vedrò di recuperarlo anch'io.
Consiglio il romanzo soprattutto a chi ritiene che la trama del film fosse un po' "abbozzata alla bell'e meglio". Ci sono punti di vista anche di personaggi che potrebbero essere considerati "comparse" da chi ha visto il film.
Allora sarà di nuovo come quando lessi per la prima volta il manga di Akira dopo aver visto il film XD
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