Skull Man
Un "made in Bones" che ha richiamato la mia attenzione per la sua particolarità. Dopo averlo visionato completamente però, devo dire che non è quello che mi aspettavo. Insomma, il character design ricorda molto quello del mio caro "Darker Than Black", ma a livello di storia niente a che vedere.
I combattimenti non sono molti e si approfondiscono tematiche adulte ma sotto una copertura ecclesiastica. Ciò a mio parere ha penalizzato l'opera. Molto gradite però sono le citazioni di opere letterarie da parte dei vari personaggi. Questo è stato un aspetto ce ha richiamato subito la mia attenzione.
In definitiva, sono tredici episodi che si possono guardare volentieri. Se avessero prolungato la serie invece probabilmente non l'avrei apprezzata proprio.
I combattimenti non sono molti e si approfondiscono tematiche adulte ma sotto una copertura ecclesiastica. Ciò a mio parere ha penalizzato l'opera. Molto gradite però sono le citazioni di opere letterarie da parte dei vari personaggi. Questo è stato un aspetto ce ha richiamato subito la mia attenzione.
In definitiva, sono tredici episodi che si possono guardare volentieri. Se avessero prolungato la serie invece probabilmente non l'avrei apprezzata proprio.
Nel dare il mio giudizio su quest'opera sono molto perplesso: appassionato dei lavori dei Bones, avevo aspettative molto alte. Per i primi tre quarti, tuttavia, la serie è altamente deludente: trama farraginosa e a tratti decisamente poco fluida, momenti slapstick fuori luogo, sviluppo dei personaggi vicino allo zero. Nelle ultime tre puntate, tutto cambia, e i colpi di scena si susseguono in maniera coerente d appassionante. Con il consueto tema dell'ambiguità morale di ogni scelta, tipico dell'estetica giapponese.
Il voto finale è un sette, media tra il 5 della prima parte ed il 10 dell'ultima.
Il voto finale è un sette, media tra il 5 della prima parte ed il 10 dell'ultima.
Skullman, al contrario di quanto potrebbe far intendere una opening molto orecchiabile e ritmata, sulla quale si sovrappongono suggestive immagini action, è una storia dallo sviluppo molto lento.
Lo skullman, l'uomo teschio, è quasi un fantasma, un essere misterioso che emerge episodicamente dalla nebbia che circonda un'inquietante leggenda metropolitana fatta di mostri e omicidi. Skullman è il protagonista assente della vicenda che prende forma dal puzzle ricostruito da un reporter, Minagami Hayato, alla ricerca di uno scoop su un caso che sta sconvolgendo la sua città natale, e da Kiriko, un'appiccicosa fotografa dilettante che sogna di vincere il premio Pulitzer, con la quale si ritroverà a far coppia suo malgrado. La storia si svolge in un Giappone alternativo, dopo la guerra: “Abbiamo raggiunto una comune concessione. Sebbene la guerra sia passata non significa che il nostro paese sia fuori pericolo. Non possiamo ignorare come il rapido sviluppo della combinazione tra esercito e medicina metta in pericolo il nostro futuro e ...”.
Il primo dei tredici episodi si apre con un omicidio in cui pare implicato lo skullman. In un vicolo buio e allagato dalla pioggia una ragazza in sottoveste cerca la fuga prima di essere assalita da una bestia che ricorda un lupo mannaro, sotto gli occhi impietosi di un rosso luminoso dell'uomo teschio. La vittima, Tachibana Hitomi, è un'attrice. Stranamente, l'omicidio è classificato come “incidente” dalle autorità. Inoltre, prima di lei erano stati uccisi in circostanze misteriose un funzionario e un politico. Anche questi casi erano stati definiti dalle autorità di Ootomo City incidenti. Gli omicidi senza un apparente legame non si fermano. Il sindaco della città, alcuni politici, ricercatori di una compagnia farmaceutica ed esponenti di una setta religiosa locale vengono brutalmente assassinati dallo skullman, forse in nome di una vendetta e per fermare un misterioso piano militare denominato “Gagou Progect”, legato a una scoperta effettuata prima della guerra presso antiche rovine nel villaggio di Kagura, e alla ricerca di una frequenza sonora definita “La Voce di Dio”.
A complicare una già torbida vicenda contribuiscono un falso skullman e insospettabili legami tra i protagonisti della storia, che si muovono in una città che sembra (non certo per ambientazione) una nipponica Twin Peaks, dove tutti hanno qualcosa da nascondere...
Diversi anche i riferimenti alla filosofia di Nietzsche che, distorta varie volte, ispirò in parte l'ideologia nazista, e al testo “Così parlò Zarathustra”.
Ogni episodio è un importante tassello della storia, ricco di dialoghi e rivelazioni. Ma tutto si svela molto lentamente, forse anche troppo. Dalla decima puntata, però, gli avvenimenti precipitano e il ritmo del racconto diviene più incalzante. Tutta l'azione presente nell'anime è praticamente concentrata negli episodi finali, soprattutto nell'ultimo. Ma come avviene sempre più spesso in queste produzioni, il finale è agrodolce e lascia aperti diversi interrogativi.
Il charcter design è piacevole, le animazioni ben fatte, gli sfondi molto belli e la GCI ben integrata. Dietro il prodotto c'è, infatti, il famoso Studio Bones (Eureka Seven, Fullmetal Alchemist, Wolf's Rain, Cowboy Bebop: The Movie) e abili nomi dell'animazione giapponese come Yutaka Izubuchi in veste di designer e autore di parte delle sceneggiature, Yoshinori Sayama al mecha design, Jun Shibata alla direzione delle animazioni e character design, e Shiro Sagisu alle musiche. L'autore originale, invece, è nientemeno che Shotaro Ishimori (Kamen Raider, Cyborg 009).
Se dovessi esprimere un giudizio con un voto numerico gli darei un 7 pieno, che potrebbe diventare un 8 con un buon doppiaggio italiano.
Non è un capolavoro, in definitiva, ma ci troviamo davanti ad uno dei migliori e più interessanti prodotti del 2007. Tra le pecche, forse, la lentezza iniziale e la mancanza di personaggi carismatici e passionali.
Lo skullman, l'uomo teschio, è quasi un fantasma, un essere misterioso che emerge episodicamente dalla nebbia che circonda un'inquietante leggenda metropolitana fatta di mostri e omicidi. Skullman è il protagonista assente della vicenda che prende forma dal puzzle ricostruito da un reporter, Minagami Hayato, alla ricerca di uno scoop su un caso che sta sconvolgendo la sua città natale, e da Kiriko, un'appiccicosa fotografa dilettante che sogna di vincere il premio Pulitzer, con la quale si ritroverà a far coppia suo malgrado. La storia si svolge in un Giappone alternativo, dopo la guerra: “Abbiamo raggiunto una comune concessione. Sebbene la guerra sia passata non significa che il nostro paese sia fuori pericolo. Non possiamo ignorare come il rapido sviluppo della combinazione tra esercito e medicina metta in pericolo il nostro futuro e ...”.
Il primo dei tredici episodi si apre con un omicidio in cui pare implicato lo skullman. In un vicolo buio e allagato dalla pioggia una ragazza in sottoveste cerca la fuga prima di essere assalita da una bestia che ricorda un lupo mannaro, sotto gli occhi impietosi di un rosso luminoso dell'uomo teschio. La vittima, Tachibana Hitomi, è un'attrice. Stranamente, l'omicidio è classificato come “incidente” dalle autorità. Inoltre, prima di lei erano stati uccisi in circostanze misteriose un funzionario e un politico. Anche questi casi erano stati definiti dalle autorità di Ootomo City incidenti. Gli omicidi senza un apparente legame non si fermano. Il sindaco della città, alcuni politici, ricercatori di una compagnia farmaceutica ed esponenti di una setta religiosa locale vengono brutalmente assassinati dallo skullman, forse in nome di una vendetta e per fermare un misterioso piano militare denominato “Gagou Progect”, legato a una scoperta effettuata prima della guerra presso antiche rovine nel villaggio di Kagura, e alla ricerca di una frequenza sonora definita “La Voce di Dio”.
A complicare una già torbida vicenda contribuiscono un falso skullman e insospettabili legami tra i protagonisti della storia, che si muovono in una città che sembra (non certo per ambientazione) una nipponica Twin Peaks, dove tutti hanno qualcosa da nascondere...
Diversi anche i riferimenti alla filosofia di Nietzsche che, distorta varie volte, ispirò in parte l'ideologia nazista, e al testo “Così parlò Zarathustra”.
Ogni episodio è un importante tassello della storia, ricco di dialoghi e rivelazioni. Ma tutto si svela molto lentamente, forse anche troppo. Dalla decima puntata, però, gli avvenimenti precipitano e il ritmo del racconto diviene più incalzante. Tutta l'azione presente nell'anime è praticamente concentrata negli episodi finali, soprattutto nell'ultimo. Ma come avviene sempre più spesso in queste produzioni, il finale è agrodolce e lascia aperti diversi interrogativi.
Il charcter design è piacevole, le animazioni ben fatte, gli sfondi molto belli e la GCI ben integrata. Dietro il prodotto c'è, infatti, il famoso Studio Bones (Eureka Seven, Fullmetal Alchemist, Wolf's Rain, Cowboy Bebop: The Movie) e abili nomi dell'animazione giapponese come Yutaka Izubuchi in veste di designer e autore di parte delle sceneggiature, Yoshinori Sayama al mecha design, Jun Shibata alla direzione delle animazioni e character design, e Shiro Sagisu alle musiche. L'autore originale, invece, è nientemeno che Shotaro Ishimori (Kamen Raider, Cyborg 009).
Se dovessi esprimere un giudizio con un voto numerico gli darei un 7 pieno, che potrebbe diventare un 8 con un buon doppiaggio italiano.
Non è un capolavoro, in definitiva, ma ci troviamo davanti ad uno dei migliori e più interessanti prodotti del 2007. Tra le pecche, forse, la lentezza iniziale e la mancanza di personaggi carismatici e passionali.
Dal lontano 1970 rinasce in una nuova versione rivisitata ed attualizzata la grande saga di una storia che vendette 1,5 milioni di copie in Giappone.
Stiamo parlando di Skull Man, l'anti eroe per eccellenza, oscuro, cupo, scrutatore.
Questo è solo un assaggio, un prologo, girato insolitamente e interamente con attori in carne ed ossa, per fare da porto di approdo per la serie anime.
Un corto che può essere anche gustato, e dovrebbe, per quello che è.
Stiamo parlando di Skull Man, l'anti eroe per eccellenza, oscuro, cupo, scrutatore.
Questo è solo un assaggio, un prologo, girato insolitamente e interamente con attori in carne ed ossa, per fare da porto di approdo per la serie anime.
Un corto che può essere anche gustato, e dovrebbe, per quello che è.