Operation Sanctuary
Operation Sanctuary si rivela essere una serie di dodici episodi molto brevi che potrebbero essere paragonati a quello che nel cinema è definito un “corto” e, se rapportato all’animazione nipponica, in tal caso una serie di dodici veri e propri corti, ove l’impatto emotivo e artistico viene riassunto e ridotto in maniera intransigente.
Ogni mini-episodio dura circa tredici minuti, ognuno concatenato a quello seguente in una sorta di breve stagione simile a una light novel per nulla ricercata e dai toni dozzinali nonché stereotipati, escluso qualche elemento caratteristico che non affossa il titolo nella più mera mediocrità.
Gli autori inscenano una delle più ridondanti vicende pseudo romantiche dove il protagonista di turno, classico ragazzo dall’animo gentile e dal cuore d’oro, si ritrova attorniato da un harem di belle fanciulle che frequentano (guarda caso) la sua stessa scuola, invischiato in un intreccio amoroso di una banalità sconcertante e quasi insopportabile.
Di primo acchito non v’è dubbio che Operation Sanctuary si presenti agli occhi dello spettatore come una classica storia d’amore adolescenziale, e questo appare vero almeno per tre quarti, poiché sebbene i primi episodi non approfondiscano con una sufficiente chiarezza il profilo psicologico dei pochi protagonisti (e sebbene molti argomenti rimangano in sospeso, in attesa di un chiarimento a livello narrativo), è altresì vero che questo senso di vaghezza e inconcludenza viene in parte ribaltato e cancellato da un finale decisamente migliore rispetto al resto della breve trama.
L’appropinquarsi della conclusione getta le basi per una sorpresa inaspettata che tenta di risollevare in parte il livello generale dell’anime, costruita lentamente, per quanto la brevità degli episodi lo permettano, tramite vari flashaback e criptici sogni che il protagonista vive in maniera apparentemente sofferta. Ad ogni modo, ciò non basta a dissipare grossi dubbi sulla validità di un copione che ha ben poco da offrire e, tolto il colpo di scena finale, si dimostra piatto e realmente noioso. Se paragonato a lavori di grande caratura che condividono in qualche modo la stessa tipologia (se non interamente almeno in gran parte), come Chobits o Kimi ga nozomu Eien, Operation Sanctuary ne esce drasticamente, irrimediabilmente ridimensionato.
Dal punto di vista tecnico spiccano per bellezza e tridimensionale tangibilità la serie di fondali in cui si immergono i personaggi, mentre più nella media risultano le animazioni, poco curate e di misero impatto.
Discorso similare per il character design, uno stile che potremmo definire piuttosto “estremo”, sul confine del tratto manga anni ’90 e uno stile caricaturale poco consono al tema che tratta, e che personalmente non ho apprezzato.
Dai toni grigi e poco invitanti è anche la colonna sonora, sicuramente orecchiabile ma che si circoscrive a un'utilità legata a tale prodotto, e che certamente non rimarrà negli annali.
A visione completata, si può considerare Operation Sanctuary come qualcosa da consigliare esclusivamente agli appassionati delle storielle d’amore in classico stile scolastico, ma che non può essere assolutamente paragonata alle pietre miliari del genere.
Ogni mini-episodio dura circa tredici minuti, ognuno concatenato a quello seguente in una sorta di breve stagione simile a una light novel per nulla ricercata e dai toni dozzinali nonché stereotipati, escluso qualche elemento caratteristico che non affossa il titolo nella più mera mediocrità.
Gli autori inscenano una delle più ridondanti vicende pseudo romantiche dove il protagonista di turno, classico ragazzo dall’animo gentile e dal cuore d’oro, si ritrova attorniato da un harem di belle fanciulle che frequentano (guarda caso) la sua stessa scuola, invischiato in un intreccio amoroso di una banalità sconcertante e quasi insopportabile.
Di primo acchito non v’è dubbio che Operation Sanctuary si presenti agli occhi dello spettatore come una classica storia d’amore adolescenziale, e questo appare vero almeno per tre quarti, poiché sebbene i primi episodi non approfondiscano con una sufficiente chiarezza il profilo psicologico dei pochi protagonisti (e sebbene molti argomenti rimangano in sospeso, in attesa di un chiarimento a livello narrativo), è altresì vero che questo senso di vaghezza e inconcludenza viene in parte ribaltato e cancellato da un finale decisamente migliore rispetto al resto della breve trama.
L’appropinquarsi della conclusione getta le basi per una sorpresa inaspettata che tenta di risollevare in parte il livello generale dell’anime, costruita lentamente, per quanto la brevità degli episodi lo permettano, tramite vari flashaback e criptici sogni che il protagonista vive in maniera apparentemente sofferta. Ad ogni modo, ciò non basta a dissipare grossi dubbi sulla validità di un copione che ha ben poco da offrire e, tolto il colpo di scena finale, si dimostra piatto e realmente noioso. Se paragonato a lavori di grande caratura che condividono in qualche modo la stessa tipologia (se non interamente almeno in gran parte), come Chobits o Kimi ga nozomu Eien, Operation Sanctuary ne esce drasticamente, irrimediabilmente ridimensionato.
Dal punto di vista tecnico spiccano per bellezza e tridimensionale tangibilità la serie di fondali in cui si immergono i personaggi, mentre più nella media risultano le animazioni, poco curate e di misero impatto.
Discorso similare per il character design, uno stile che potremmo definire piuttosto “estremo”, sul confine del tratto manga anni ’90 e uno stile caricaturale poco consono al tema che tratta, e che personalmente non ho apprezzato.
Dai toni grigi e poco invitanti è anche la colonna sonora, sicuramente orecchiabile ma che si circoscrive a un'utilità legata a tale prodotto, e che certamente non rimarrà negli annali.
A visione completata, si può considerare Operation Sanctuary come qualcosa da consigliare esclusivamente agli appassionati delle storielle d’amore in classico stile scolastico, ma che non può essere assolutamente paragonata alle pietre miliari del genere.
Questo anime è strano. Apparentemente è una serie scolastica, con personaggi e situazioni del genere, senza niente di particolare, a parte la ragazza che sembra cadere dal cielo e gli incubi ricorrenti del protagonista (sogna di trovarsi solo in una città in rovina. Questi sogni saranno spiegati nelle ultime puntate). Inoltre, manca un po' la tipica atmosfera gaia e spensierata di questo tipo di anime. Devo ammettere che sono andato avanti solo per la brevità degli episodi (tolte le sigle durano una decina di minuti, quindi in un paio d'ore si vede tutta la serie). Questo aspetto continua, in maniera a volte francamente noiosa, fino a oltre la metà della serie, poi comincia ad insinuarsi una certa aria di mistero fino alla drammatica rivelazione finale, che non dirò per non fare spoiler. A questo punto si entra in piena fantascienza, per ritornare poi al sentimentale alla fine dell'ultima puntata.
Personalmente non l'ho trovato così negativo, anche se il 7 che ho dato è forse più da, diciamo così, incoraggiamento, forse è più un 6 e mezzo, comunque è la media fra la prima parte (che raggiunge a malapena la sufficienza) e la parte finale, che invece mi è abbastanza piaciuta. Non capisco proprio perché gli autori si siano dilungati tanto sul lato sentimentale (che, ammettiamolo, è a volte noioso) e hanno tirato via frettolosamente la parte fantascientifica che avrebbe potuto essere sviluppata in modo più interessante, magari con un maggior numero di puntate. Avrei preferito anche una maggiore gradualità delle rivelazioni, con un crescendo della tensione, invece di concentrarla in una o due puntate.
In conclusione, questo è il tipico anime che avrebbe potuto essere da punteggio alto se solo fosse stato curato di più.
Personalmente non l'ho trovato così negativo, anche se il 7 che ho dato è forse più da, diciamo così, incoraggiamento, forse è più un 6 e mezzo, comunque è la media fra la prima parte (che raggiunge a malapena la sufficienza) e la parte finale, che invece mi è abbastanza piaciuta. Non capisco proprio perché gli autori si siano dilungati tanto sul lato sentimentale (che, ammettiamolo, è a volte noioso) e hanno tirato via frettolosamente la parte fantascientifica che avrebbe potuto essere sviluppata in modo più interessante, magari con un maggior numero di puntate. Avrei preferito anche una maggiore gradualità delle rivelazioni, con un crescendo della tensione, invece di concentrarla in una o due puntate.
In conclusione, questo è il tipico anime che avrebbe potuto essere da punteggio alto se solo fosse stato curato di più.
Operation Sanctuary è una miniserie di 12 episodi molto brevi, che potrebbero essere paragonati a quello che nel cinema è definito un "corto". ogni episodio dura circa 13 minuti, e tramite questa serie di mini puntate concatenate fra loro, si sviluppa una storia sul genere Novel Story amorosa, con il classico scenario del protagonista attorniato da un harem di belle fanciulle che frequentano la sua stessa scuola. A prima vista si tratterebbe di una classica storia d'amore, e se fosse stato così allora Operation Sanctuary si sarebbe dimostrato un anime davvero fiacco e poco interessante. I primi episodi non approfondiscono molto il profilo dei protagonisti, e molte cose rimangono vaghe e in sospeso, forse proprio a causa della loro limitata durata.
Il finale della serie risolleva un pò il livello generale, preparando lo spettatore ad una sorpresa inaspettata che comunque viene costruita lentamente con vari flashback e strani sogni del protagonista. Tuttavia, ciò non basta a levare grossi dubbi dal punto di vista della trama, semplice e che dal finale prevedibilissimo (una volta scoperta la sorpresa), e senza ulteriori sviluppi. Se paragonato a Shojo di grande caratura come Kimi ga nozomu eien o Chobits, Operation Sanctuary ne esce davvero ridimensionato.
Dal punto di vista tecnico, sono più che apprezzabili la serie di fondali in cui si immergono i personaggi della storia, e un pò meno le animazioni, che non mi sono piaciute molto, così come il charachter design in generale. L'opening non è nulla di speciale, lo stesso vale per la sigla finale. Colonna sonora in generale orecchiabile.
In definitiva lo consiglio soprattutto agli amanti delle storielle d'amore di stile scolastico, ma se avete visto le pietre miliari de genere, preparatevi ad una mezza delusione.
Il finale della serie risolleva un pò il livello generale, preparando lo spettatore ad una sorpresa inaspettata che comunque viene costruita lentamente con vari flashback e strani sogni del protagonista. Tuttavia, ciò non basta a levare grossi dubbi dal punto di vista della trama, semplice e che dal finale prevedibilissimo (una volta scoperta la sorpresa), e senza ulteriori sviluppi. Se paragonato a Shojo di grande caratura come Kimi ga nozomu eien o Chobits, Operation Sanctuary ne esce davvero ridimensionato.
Dal punto di vista tecnico, sono più che apprezzabili la serie di fondali in cui si immergono i personaggi della storia, e un pò meno le animazioni, che non mi sono piaciute molto, così come il charachter design in generale. L'opening non è nulla di speciale, lo stesso vale per la sigla finale. Colonna sonora in generale orecchiabile.
In definitiva lo consiglio soprattutto agli amanti delle storielle d'amore di stile scolastico, ma se avete visto le pietre miliari de genere, preparatevi ad una mezza delusione.