KimiKiss Pure Rouge
Nel 2007 lo studio J.C. Staff dà alla luce “Kimikiss Pure Rouge”, anime composto da ventiquattro episodi a cui si aggiunge lo special “Love fighter”. La serie è liberamente ispirata al videogioco simulatore di appuntamenti “Kimikiss” sviluppato da Enterbrain, lo stesso che qualche anno più tardi ci regalerà “Amagami” (da cui nascerà l’anime “Amagami SS”).
La trama vede come protagonista il liceale Kouichi Sanada. Un giorno, alla sua porta, bussa una bella ragazza che gli chiede di entrare. Anche se lei lo conosce, Kouichi non ha idea di chi sia la giovane. Il mistero viene svelato quando a casa di Kouichi si presenta l’amico di Kazuki: quest’ultimo capisce che si tratta di Mao Mizusawa, una vecchia amica d’infanzia dei due trasferitasi due anni fa in Francia e ora ritornata in Giappone per vivere a casa del nostro protagonista.
Partiamo subito con il primo punto a favore di questa serie. Prima di cominciarne la visione, vedendo le key visual piene di belle ragazze, ho subito pensato che fosse il classico anime tratto da visual novel in cui il personaggio principale fa colpo su una marea di giovani donzelle, tra cui l’amica d’infanzia, per poi sceglierne solo una. Il tutto come sempre supportato dal fidato amico che fungerà da spalla comica. Già dopo il primo episodio, però, sono stata felice di constatare che Kouichi, Kazuki e Mao si possono considerare tutti e tre i protagonisti della storia: in ogni puntata assisteremo, infatti, ai loro primi amori e ognuno di essi avrà due pretendenti al massimo. Ne deriva il fatto che le prime puntate hanno costituito, per me, una ventata di aria fresca, qualcosa di originale e innovativo, diverso dai soliti harem aventi tutti la stessa struttura. C’è da dire, però, che la magia è durata solo fino a metà serie, quando qualcosa ha iniziato a vacillare. L’entusiasmo, infatti, ha lasciato posto al presentimento che si scadesse in qualcosa di già visto, che si arrivasse a un finale scontato. Anche se fino al penultimo episodio veniva da chiedersi “Finirà in questo o in quell’altro modo?”, purtroppo, dopo la puntata 24, ho capito che non mi sbagliavo: il risultato è un finale troppo incoerente, prevedibile e per questo poco emozionante. Tuttavia, c’è da fare una precisazione: tutto questo riguarda le storie di Mao e Kouichi, perché sul fronte Kazuki non hanno mai sbagliato un colpo.
Altro problema di “Kimikiss Pure Rouge” risiede in gran parte dei suoi personaggi. Ce ne sono solo tre che non mi hanno mai deluso, ovvero Sakino Asuka, Kazuki e Kai: li trovo tutti molto approfonditi e con una forte personalità. Tra le mie ragazze preferite, all’inizio, c’era anche Mao, peccato che con il passare degli episodi abbia perso molto, diventando incoerente - come il suo finale - e vittima di sbalzi d’umore alquanto fastidiosi. Abbiamo poi Hoshino Yuumi, a cui è stato dedicato molto tempo: peccato che risulti una ragazza noiosa e priva di carattere. Caso diverso è rappresentato da Futami Eriko, alle cui linee di pensiero alquanto strane e contorte non è stata mai data una spiegazione esaustiva, da ricercare, magari, in una situazione familiare complessa o cose simili. I personaggi rimasti fungono solo da contorno, tanto che danno l’impressione di figure abbozzate ma mai completate. Peccato che due di loro non rimangano a fare da sfondo in silenzio: ovviamente parlo di Nana e Narumi, che con le loro rane di peluche si sono guadagnate tutta la mia antipatia.
Gioie a metà anche per quanto riguarda il comparto tecnico. Il character design, infatti, per una parte degli episodi è davvero curato e ben fatto, mentre per l’altra subisce numerosi cali di qualità che disturbano la visione dell’opera. Stesso discorso si può fare per le animazioni: la scarsità del livello grafico si può evincere anche dal fatto che utilizzino la CG per animare le scene in cui Kai suona il sassofono. Gli sfondi, poi, sono realizzati a mano: se in alcune serie sembrano realistici come quelli creati al computer, purtroppo questo non è il nostro caso. OST e sigle sono orecchiabili ma non memorabili.
Tirando le somme, “Kimikiss pure Rouge” è un’opera che su certi fronti dà molte soddisfazioni, mentre su altri no. L’anime parte bene e con una struttura innovativa, per poi perdersi a metà serie, con episodi noiosi realizzati per allungare il brodo e sviluppi che non stanno né in cielo né in terra. Il finale non risolleva la situazione, anzi la peggiora. Fa eccezione, come detto prima, la storia di Kazuki, che vanta tra l’altro due dei personaggi migliori della serie. Grazie a questi ultimi elementi e all’entusiasmo dei primi episodi, il mio voto è un 7.
La trama vede come protagonista il liceale Kouichi Sanada. Un giorno, alla sua porta, bussa una bella ragazza che gli chiede di entrare. Anche se lei lo conosce, Kouichi non ha idea di chi sia la giovane. Il mistero viene svelato quando a casa di Kouichi si presenta l’amico di Kazuki: quest’ultimo capisce che si tratta di Mao Mizusawa, una vecchia amica d’infanzia dei due trasferitasi due anni fa in Francia e ora ritornata in Giappone per vivere a casa del nostro protagonista.
Partiamo subito con il primo punto a favore di questa serie. Prima di cominciarne la visione, vedendo le key visual piene di belle ragazze, ho subito pensato che fosse il classico anime tratto da visual novel in cui il personaggio principale fa colpo su una marea di giovani donzelle, tra cui l’amica d’infanzia, per poi sceglierne solo una. Il tutto come sempre supportato dal fidato amico che fungerà da spalla comica. Già dopo il primo episodio, però, sono stata felice di constatare che Kouichi, Kazuki e Mao si possono considerare tutti e tre i protagonisti della storia: in ogni puntata assisteremo, infatti, ai loro primi amori e ognuno di essi avrà due pretendenti al massimo. Ne deriva il fatto che le prime puntate hanno costituito, per me, una ventata di aria fresca, qualcosa di originale e innovativo, diverso dai soliti harem aventi tutti la stessa struttura. C’è da dire, però, che la magia è durata solo fino a metà serie, quando qualcosa ha iniziato a vacillare. L’entusiasmo, infatti, ha lasciato posto al presentimento che si scadesse in qualcosa di già visto, che si arrivasse a un finale scontato. Anche se fino al penultimo episodio veniva da chiedersi “Finirà in questo o in quell’altro modo?”, purtroppo, dopo la puntata 24, ho capito che non mi sbagliavo: il risultato è un finale troppo incoerente, prevedibile e per questo poco emozionante. Tuttavia, c’è da fare una precisazione: tutto questo riguarda le storie di Mao e Kouichi, perché sul fronte Kazuki non hanno mai sbagliato un colpo.
Altro problema di “Kimikiss Pure Rouge” risiede in gran parte dei suoi personaggi. Ce ne sono solo tre che non mi hanno mai deluso, ovvero Sakino Asuka, Kazuki e Kai: li trovo tutti molto approfonditi e con una forte personalità. Tra le mie ragazze preferite, all’inizio, c’era anche Mao, peccato che con il passare degli episodi abbia perso molto, diventando incoerente - come il suo finale - e vittima di sbalzi d’umore alquanto fastidiosi. Abbiamo poi Hoshino Yuumi, a cui è stato dedicato molto tempo: peccato che risulti una ragazza noiosa e priva di carattere. Caso diverso è rappresentato da Futami Eriko, alle cui linee di pensiero alquanto strane e contorte non è stata mai data una spiegazione esaustiva, da ricercare, magari, in una situazione familiare complessa o cose simili. I personaggi rimasti fungono solo da contorno, tanto che danno l’impressione di figure abbozzate ma mai completate. Peccato che due di loro non rimangano a fare da sfondo in silenzio: ovviamente parlo di Nana e Narumi, che con le loro rane di peluche si sono guadagnate tutta la mia antipatia.
Gioie a metà anche per quanto riguarda il comparto tecnico. Il character design, infatti, per una parte degli episodi è davvero curato e ben fatto, mentre per l’altra subisce numerosi cali di qualità che disturbano la visione dell’opera. Stesso discorso si può fare per le animazioni: la scarsità del livello grafico si può evincere anche dal fatto che utilizzino la CG per animare le scene in cui Kai suona il sassofono. Gli sfondi, poi, sono realizzati a mano: se in alcune serie sembrano realistici come quelli creati al computer, purtroppo questo non è il nostro caso. OST e sigle sono orecchiabili ma non memorabili.
Tirando le somme, “Kimikiss pure Rouge” è un’opera che su certi fronti dà molte soddisfazioni, mentre su altri no. L’anime parte bene e con una struttura innovativa, per poi perdersi a metà serie, con episodi noiosi realizzati per allungare il brodo e sviluppi che non stanno né in cielo né in terra. Il finale non risolleva la situazione, anzi la peggiora. Fa eccezione, come detto prima, la storia di Kazuki, che vanta tra l’altro due dei personaggi migliori della serie. Grazie a questi ultimi elementi e all’entusiasmo dei primi episodi, il mio voto è un 7.
Appena ho visto la prima puntata di "KimiKiss Pure Rouge" ho cominciato una lunga salita fino all'ultima puntata, preso dalla storia e dai personaggi di questo anime molto carino.
Una mattina Sanada Kouichi si ritrova davanti alla porta di casa una bella ragazza, che con invadenza entra in casa sua, comportandosi con una certa confidenza; subito dopo arriva anche un suo amico alla porta, Aihara Kazuki, che subito riconosce la ragazza, e dopo di lui anche Kouichi. I tre sono amici d'infanzia cresciuti insieme, e la ragazza, Mizusawa, si era trasferita due anni prima, ma ora sono tutti e tre di nuovo insieme, per scoprire nuovi amori e nuove amicizie durante la loro vita scolastica.
Lo sviluppo della trama è notevole, tra una puntata e l'altra c'è sempre un espediente che manda l'attenzione dello spettatore subito verso la puntata successiva, senza mancare colpi di scena ed eventi che regalano emozioni e anche qualche lacrima.
I personaggi sono ben riusciti, i tre protagonisti sono uno diverso dall'altro: Kouichi è molto timido, si chiude in sé stesso e non riesce a fare il primo passo verso una ragazza; Aihara invece può sembrare timido, ma in realtà è poco motivato e, quando si mette in testa una cosa, niente e nessuno può distrarlo; infine, ecco il caratterino invadente e notevole di Mizusawa, che aiuta sempre i suoi due "fratellini" nei momenti difficili, dando loro consigli, e con la sua aria allegra mette sorrisi sui volti altrui. Vi sono anche altri personaggi che incideranno nella storia: tra questi, Sakino è quella meglio riuscita, grazie alla sua coerenza nella storia e per come risolve i suoi espedienti.
Il comparto tecnico infine è accettabile: bei disegni e buon comparto sonoro, nulla da ridire; peccato per il finale, forse non troppo coerente con i fatti, ma è comunque un finale che piace e rende felici.
Chiudo con un 7 meritato, consiglio di vederlo a coloro a cui piacciono le storielle d'amore e d'amicizia.
Una mattina Sanada Kouichi si ritrova davanti alla porta di casa una bella ragazza, che con invadenza entra in casa sua, comportandosi con una certa confidenza; subito dopo arriva anche un suo amico alla porta, Aihara Kazuki, che subito riconosce la ragazza, e dopo di lui anche Kouichi. I tre sono amici d'infanzia cresciuti insieme, e la ragazza, Mizusawa, si era trasferita due anni prima, ma ora sono tutti e tre di nuovo insieme, per scoprire nuovi amori e nuove amicizie durante la loro vita scolastica.
Lo sviluppo della trama è notevole, tra una puntata e l'altra c'è sempre un espediente che manda l'attenzione dello spettatore subito verso la puntata successiva, senza mancare colpi di scena ed eventi che regalano emozioni e anche qualche lacrima.
I personaggi sono ben riusciti, i tre protagonisti sono uno diverso dall'altro: Kouichi è molto timido, si chiude in sé stesso e non riesce a fare il primo passo verso una ragazza; Aihara invece può sembrare timido, ma in realtà è poco motivato e, quando si mette in testa una cosa, niente e nessuno può distrarlo; infine, ecco il caratterino invadente e notevole di Mizusawa, che aiuta sempre i suoi due "fratellini" nei momenti difficili, dando loro consigli, e con la sua aria allegra mette sorrisi sui volti altrui. Vi sono anche altri personaggi che incideranno nella storia: tra questi, Sakino è quella meglio riuscita, grazie alla sua coerenza nella storia e per come risolve i suoi espedienti.
Il comparto tecnico infine è accettabile: bei disegni e buon comparto sonoro, nulla da ridire; peccato per il finale, forse non troppo coerente con i fatti, ma è comunque un finale che piace e rende felici.
Chiudo con un 7 meritato, consiglio di vederlo a coloro a cui piacciono le storielle d'amore e d'amicizia.
Era il lontano 2007 (sembra ridicolo dirlo, ma sono passati ormai un po' di anni), quando usciva "Kimikiss Pure Rouge", una serie dai forti tratti sentimentali, che racconta le avventure amorose di un gruppo di giovani liceali. Poco ecchi, ma molta passione e, soprattutto, situazioni estremamente partecipative, in cui è quasi impossibile non immedesimarsi nei vari personaggi.
Ventiquattro puntate molto interessanti, che alternano momenti divertenti e rilassati ad attimi maggiormente emozionanti. Il tutto per un effetto complessivo degno di nota, con rivelazioni e colpi di scena capaci di sorprendere e stupire (cosa non da poco).
Tutto incomincia quando una giovane donna entra tranquillamente nella casa di Sanada Kouichi. Chi sarà mai? Il ragazzo proprio non lo sa, ma, credendola un'amica della madre, la fa entrare e le permette pure di farsi una doccia (bambini, mi raccomando, non fate entrare in casa gli sconosciuti). D'improvviso giunge l'amico di sempre di Kouichi, Aihara Kazuki, che, vedendo la giovane donna in accappatoio, salta subito al collo dell'amico, inveendo contro la sua sfacciataggine. Ma qualcosa non quadra, la fanciulla sembra conoscere entrambi. Sia Kazuki che Kouichi ne rimangono sorpresi, e lo shock aumenta ancor di più quando distinguono nei lineamenti della giovane sconosciuta l'amica d'infanzia, Mizusawa Mao, trasferitasi in Francia due anni prima. Il suo ritorno instaurerà una catena di eventi davvero imprevedibile. L'energica "sorellona" spinge Kouichi nel confessare (più o meno) i propri sentimenti verso la bella e timida Hosino Yuumi. Nel frattempo Kazuki vive una strana ed emozionante avventura con la silenziosa e intelligentissima Futami Eriko, che, per avviare un esperimento, bacia il ragazzo... lasciandolo ovviamente frastornato.
Ma la vita continua, e le sorprese saranno sempre dietro l'angolo. Ciò è, a mio avviso, alimentato dal fatto che, a differenza di quanto avviene nella quasi totalità di serie sentimentali, in questo caso ogni personaggio può essere considerato un protagonista. Sebbene Kouichi rappresenta di fatto il personaggio principale, non prevaricherà sugli altri, né in quanto a vicende sentimentali né in quanto a carattere. La stessa Mao troverà un bel compagno di classe con cui inizierà a uscire insieme. Insomma, un racconto piuttosto realistico della vita accademica di un possibile ragazzo normale. Non ci sono dozzine di fanciulle che cascano ai piedi del protagonista, ma, allo stesso tempo, gli intrighi amorosi non saranno limitati. Tuttavia questi prenderanno le forme dei classici tormenti giovanili... niente di così sensazionale o scenografico. I vari ragazzi si innamoreranno, sbaglieranno e, soprattutto, proveranno a rialzarsi e correggere i propri errori.
Tra tutti, il personaggio che più mi ha colpito è Sakino. Un fanciulla dal carattere allegro ed esplosivo all'apparenza, che nasconde però un sottofondo malinconico e triste. Il suo tentativo di aiutare Kazuki nel riappacificarsi con Futami è ammirabile, ma sarà poi così felice di aver intrapreso tale scelta?
Tutti gli studenti mostrano uno spessore caratteriale ammirevole, comunque. Non ci sono personaggi scontati o sviluppi prevedibili. E' tutto un grande punto di domanda, che viene scoperto man mano dallo spettatore.
La grafica è discreta, tinte candide e sfumate, e un tratto quasi acquarellato, che rende l'effetto generale piuttosto tranquillo. L'idea è quella di creare un'atmosfera rilassata, in grado, però, di lanciare di colpo drastici sviluppi. I personaggi mostrano un design non proprio originale e, tra tutte le cose, non sono riuscito a digerire quegli occhi disegnati così distanti.
Il doppiaggio è ben fatto e le musiche accompagnano molto bene la commedia.
Per quanto riguarda la gestione delle puntate, l'ho trovata ben studiata. Ogni episodio finisce con una rivelazione, che spinge a guardare anche la puntata successiva. L'intera serie è pressoché volata, e ciò è senza dubbio ammirevole per un anime di tipo sentimentale, che spesso rischia di cadere nella troppa drammaticità.
Il finale è uno dei punti su cui sono rimasto particolarmente indeciso. Uno sviluppo prevedibile, ma comunque emozionante. Non voglio dirvi niente in proposito per non rivelarvi troppo. Tuttavia credo che le ultime due puntate costituiscano una conclusione perfetta per una serie che mi ha lasciato estasiato. Personalmente avrei scelto in modo diverso, ma sono comunque felice di vedere la scelta finale dei vari protagonisti. Una crescita costante, che inizia nella prima puntata e si conclude solamente al termine dell'ultimo secondo della serie.
Voto finale: 8 e mezzo
Ventiquattro puntate molto interessanti, che alternano momenti divertenti e rilassati ad attimi maggiormente emozionanti. Il tutto per un effetto complessivo degno di nota, con rivelazioni e colpi di scena capaci di sorprendere e stupire (cosa non da poco).
Tutto incomincia quando una giovane donna entra tranquillamente nella casa di Sanada Kouichi. Chi sarà mai? Il ragazzo proprio non lo sa, ma, credendola un'amica della madre, la fa entrare e le permette pure di farsi una doccia (bambini, mi raccomando, non fate entrare in casa gli sconosciuti). D'improvviso giunge l'amico di sempre di Kouichi, Aihara Kazuki, che, vedendo la giovane donna in accappatoio, salta subito al collo dell'amico, inveendo contro la sua sfacciataggine. Ma qualcosa non quadra, la fanciulla sembra conoscere entrambi. Sia Kazuki che Kouichi ne rimangono sorpresi, e lo shock aumenta ancor di più quando distinguono nei lineamenti della giovane sconosciuta l'amica d'infanzia, Mizusawa Mao, trasferitasi in Francia due anni prima. Il suo ritorno instaurerà una catena di eventi davvero imprevedibile. L'energica "sorellona" spinge Kouichi nel confessare (più o meno) i propri sentimenti verso la bella e timida Hosino Yuumi. Nel frattempo Kazuki vive una strana ed emozionante avventura con la silenziosa e intelligentissima Futami Eriko, che, per avviare un esperimento, bacia il ragazzo... lasciandolo ovviamente frastornato.
Ma la vita continua, e le sorprese saranno sempre dietro l'angolo. Ciò è, a mio avviso, alimentato dal fatto che, a differenza di quanto avviene nella quasi totalità di serie sentimentali, in questo caso ogni personaggio può essere considerato un protagonista. Sebbene Kouichi rappresenta di fatto il personaggio principale, non prevaricherà sugli altri, né in quanto a vicende sentimentali né in quanto a carattere. La stessa Mao troverà un bel compagno di classe con cui inizierà a uscire insieme. Insomma, un racconto piuttosto realistico della vita accademica di un possibile ragazzo normale. Non ci sono dozzine di fanciulle che cascano ai piedi del protagonista, ma, allo stesso tempo, gli intrighi amorosi non saranno limitati. Tuttavia questi prenderanno le forme dei classici tormenti giovanili... niente di così sensazionale o scenografico. I vari ragazzi si innamoreranno, sbaglieranno e, soprattutto, proveranno a rialzarsi e correggere i propri errori.
Tra tutti, il personaggio che più mi ha colpito è Sakino. Un fanciulla dal carattere allegro ed esplosivo all'apparenza, che nasconde però un sottofondo malinconico e triste. Il suo tentativo di aiutare Kazuki nel riappacificarsi con Futami è ammirabile, ma sarà poi così felice di aver intrapreso tale scelta?
Tutti gli studenti mostrano uno spessore caratteriale ammirevole, comunque. Non ci sono personaggi scontati o sviluppi prevedibili. E' tutto un grande punto di domanda, che viene scoperto man mano dallo spettatore.
La grafica è discreta, tinte candide e sfumate, e un tratto quasi acquarellato, che rende l'effetto generale piuttosto tranquillo. L'idea è quella di creare un'atmosfera rilassata, in grado, però, di lanciare di colpo drastici sviluppi. I personaggi mostrano un design non proprio originale e, tra tutte le cose, non sono riuscito a digerire quegli occhi disegnati così distanti.
Il doppiaggio è ben fatto e le musiche accompagnano molto bene la commedia.
Per quanto riguarda la gestione delle puntate, l'ho trovata ben studiata. Ogni episodio finisce con una rivelazione, che spinge a guardare anche la puntata successiva. L'intera serie è pressoché volata, e ciò è senza dubbio ammirevole per un anime di tipo sentimentale, che spesso rischia di cadere nella troppa drammaticità.
Il finale è uno dei punti su cui sono rimasto particolarmente indeciso. Uno sviluppo prevedibile, ma comunque emozionante. Non voglio dirvi niente in proposito per non rivelarvi troppo. Tuttavia credo che le ultime due puntate costituiscano una conclusione perfetta per una serie che mi ha lasciato estasiato. Personalmente avrei scelto in modo diverso, ma sono comunque felice di vedere la scelta finale dei vari protagonisti. Una crescita costante, che inizia nella prima puntata e si conclude solamente al termine dell'ultimo secondo della serie.
Voto finale: 8 e mezzo
La soap opera, un genere associato dal pubblico televisivo a telefilm sdolcinati con attori in carne e ossa, ha fatto da tempo la sua irruzione anche nel mondo dell'animazione giapponese che da tempo continua a sfornare lavori che hanno poco o nulla da invidiare ai vari Beautiful, Cento Vetrine e chi più ne ha più ne metta. Quest'irruzione, però, è avvenuta secondo il filtro interpretativo giapponese, basato su tradizione nonché su modelli già preconfezionati per il pubblico: il mondo della scuola e tutti i suoi eventi, personaggi poco originali ma anzi molto stereotipati, vicende standardizzate e, almeno per chi ama come il sottoscritto farsi delle "abbuffate" di anime, facilmente prevedibili.
Quest'operazione di conversione non può non creare un certo disappunto, anche se bisogna riconoscere che il risultato ottenuto è sicuramente più apprezzabile rispetto alle soap opera eterne che vengono trasmesse nel nostro paese; in alcuni casi poi, nonostante la marcata impronta "soap" sono stati creati dei veri e propri capolavori.
"KimiKiss Pure Rouge" si inserisce in questo filone senza che però possa essere considerato come qualcosa di innovativo. La trama può essere riassunta come la storia di un gruppo di ragazzi che frequentano la stessa scuola e dei loro primi batticuori. Lo schema adottato per quest'anime può essere definito "a struttura multipla": non si concentra, cioè, su una coppia principale attorno a cui ruotano le vicende dei personaggi secondari, ma è un insieme di quattro ragazze e tre ragazzi che condividono (più o meno) il ruolo del protagonista. Ovviamente la matematica suggerisce che almeno una delle ragazze non riuscirà a coronare le sue aspirazioni sentimentali; lo sviluppo dei vari incroci, però, fa intuire da subito che i delusi saranno più di uno, anche se a ognuno verrà lasciato il suo momento di gloria.
Pur non essendo l'unico responsabile di questa tendenza "KimiKiss Pure Rouge" conferma il concetto di "invincibilità sentimentale" di uno dei più abusati stereotipi di manga e anime: l'amica d'infanzia. Se la memoria non m'inganna solo in "Shuffle!" questa tipologia di personaggio esce sconfitta dal confronto con un'altra ragazza (che, però, a sua volta era un'amica d'infanzia!), mentre per il resto, almeno in relazione agli anime di questo genere visti finora - e non sono pochi -, è sempre lei ad avere la meglio, in un modo o nell'altro.
Ciò pone una serie di interrogativi sulla concezione d'infanzia per i mangaka giapponesi: personalmente ricordo questo periodo della mia vita come completamente dedito al gioco e il sentimento d'amicizia verso soggetti femminili si è poi trasformato in una sorta di familiarità che precludeva ogni possibile sviluppo amoroso. Negli anime, invece, diventa uno dei momenti più importanti nello sviluppo di sentimenti che poi appariranno nel loro vero essere solo anni più tardi. Non che la cosa mi sembri così assurda, ciò che contesto è la frequenza con cui questo avviene.
"KimiKiss Pure Rouge", infine, si estende in ventiquattro puntate cercando di lasciare lo spettatore con il fiato sospeso introducendo elementi di confusione volti a farlo dubitare su quelle che risulteranno essere, alla fine, le coppie vincenti. Non dev'essere riuscito benissimo in quanto i miei pronostici iniziali sono stati poi tutti confermati dal finale.
In definitiva "Kimikiss Pure Rouge" è un anime per chi ama la prima adolescenza e le timide storie d'amore a essa connesse. Dev'essere però anche appassionato, come dicevo all'inizio, di soap opera, altrimenti questo lento incedere degli eventi verso un finale già ovvio potrebbe risultare oltremodo pedante.
Quest'operazione di conversione non può non creare un certo disappunto, anche se bisogna riconoscere che il risultato ottenuto è sicuramente più apprezzabile rispetto alle soap opera eterne che vengono trasmesse nel nostro paese; in alcuni casi poi, nonostante la marcata impronta "soap" sono stati creati dei veri e propri capolavori.
"KimiKiss Pure Rouge" si inserisce in questo filone senza che però possa essere considerato come qualcosa di innovativo. La trama può essere riassunta come la storia di un gruppo di ragazzi che frequentano la stessa scuola e dei loro primi batticuori. Lo schema adottato per quest'anime può essere definito "a struttura multipla": non si concentra, cioè, su una coppia principale attorno a cui ruotano le vicende dei personaggi secondari, ma è un insieme di quattro ragazze e tre ragazzi che condividono (più o meno) il ruolo del protagonista. Ovviamente la matematica suggerisce che almeno una delle ragazze non riuscirà a coronare le sue aspirazioni sentimentali; lo sviluppo dei vari incroci, però, fa intuire da subito che i delusi saranno più di uno, anche se a ognuno verrà lasciato il suo momento di gloria.
Pur non essendo l'unico responsabile di questa tendenza "KimiKiss Pure Rouge" conferma il concetto di "invincibilità sentimentale" di uno dei più abusati stereotipi di manga e anime: l'amica d'infanzia. Se la memoria non m'inganna solo in "Shuffle!" questa tipologia di personaggio esce sconfitta dal confronto con un'altra ragazza (che, però, a sua volta era un'amica d'infanzia!), mentre per il resto, almeno in relazione agli anime di questo genere visti finora - e non sono pochi -, è sempre lei ad avere la meglio, in un modo o nell'altro.
Ciò pone una serie di interrogativi sulla concezione d'infanzia per i mangaka giapponesi: personalmente ricordo questo periodo della mia vita come completamente dedito al gioco e il sentimento d'amicizia verso soggetti femminili si è poi trasformato in una sorta di familiarità che precludeva ogni possibile sviluppo amoroso. Negli anime, invece, diventa uno dei momenti più importanti nello sviluppo di sentimenti che poi appariranno nel loro vero essere solo anni più tardi. Non che la cosa mi sembri così assurda, ciò che contesto è la frequenza con cui questo avviene.
"KimiKiss Pure Rouge", infine, si estende in ventiquattro puntate cercando di lasciare lo spettatore con il fiato sospeso introducendo elementi di confusione volti a farlo dubitare su quelle che risulteranno essere, alla fine, le coppie vincenti. Non dev'essere riuscito benissimo in quanto i miei pronostici iniziali sono stati poi tutti confermati dal finale.
In definitiva "Kimikiss Pure Rouge" è un anime per chi ama la prima adolescenza e le timide storie d'amore a essa connesse. Dev'essere però anche appassionato, come dicevo all'inizio, di soap opera, altrimenti questo lento incedere degli eventi verso un finale già ovvio potrebbe risultare oltremodo pedante.
KimiKiss è nato come un videogioco il cui obbiettivo era riuscire a dare un bacio ad almeno una delle attraenti compagne di scuola entro un dato lasso di tempo. L'anime invece ha un'impostazione diversa.
L'ho iniziato perché le caratteristiche fisiche dei personaggi erano molto particolari e diverse fra loro.
Ebbene, a parte l'ottima premessa grafica, la trama ha inizio con il ritorno in città della protagonista, una vecchia amica d'infanzia che sconvolgerà la vita dei suoi due kohai (compagni più piccoli).
Vista così può sembrare una storia molto banale, con un preludio d'intrecci e dispute amorose. Niente di più sbagliato. La ragazza guiderà i suoi amici, più piccoli di un anno, verso l'affermazione della propria personalità e delle proprie aspirazioni, finché non si troverà lei stessa a dovere chiarire ciò che è e ciò che vuole.
Iniziando a visionare questa serie pensavo che alcune scelte e alcuni rapporti fossero abbastanza scontati o suggeriti, invece no. L'intreccio è molto più intenso. In complesso, l'atmosfera è molto dolce, i personaggi hanno una profonda caratterizzazione psicologica che ha duplice facciata, come ogni essere umano che non sia rozzamente stereotipato all'interno di una storia.
Lo consiglio, KimiKiss migliora di episodio in episodio., emoziona, fa sperare e disperare. Non è per niente banale e vi troverete ad assistere a bellissime scene d'amicizia e d'amore.
L'ho iniziato perché le caratteristiche fisiche dei personaggi erano molto particolari e diverse fra loro.
Ebbene, a parte l'ottima premessa grafica, la trama ha inizio con il ritorno in città della protagonista, una vecchia amica d'infanzia che sconvolgerà la vita dei suoi due kohai (compagni più piccoli).
Vista così può sembrare una storia molto banale, con un preludio d'intrecci e dispute amorose. Niente di più sbagliato. La ragazza guiderà i suoi amici, più piccoli di un anno, verso l'affermazione della propria personalità e delle proprie aspirazioni, finché non si troverà lei stessa a dovere chiarire ciò che è e ciò che vuole.
Iniziando a visionare questa serie pensavo che alcune scelte e alcuni rapporti fossero abbastanza scontati o suggeriti, invece no. L'intreccio è molto più intenso. In complesso, l'atmosfera è molto dolce, i personaggi hanno una profonda caratterizzazione psicologica che ha duplice facciata, come ogni essere umano che non sia rozzamente stereotipato all'interno di una storia.
Lo consiglio, KimiKiss migliora di episodio in episodio., emoziona, fa sperare e disperare. Non è per niente banale e vi troverete ad assistere a bellissime scene d'amicizia e d'amore.
E' vero, la storia in sé non è molto innovativa. ll solito liceo, i primi innamoramenti e problemi di cuore, amici d'infanzia che si rincontrano dopo anni, ecc.. Eppure devo dire che KimiKiss Pure Rouge mi ha preso, mi sono veramente affezionata ai protagonisti, tratteggiati veramente bene e con profondità, e tutti con un carattere dolce e delicato. Alla fine della serie, ne senti la nostalgia. In particolare è maggiormente da approfondire la storia tenerissima tra Kazuki ed Eriko, più interessante di quella tra i protagonisti principali.
I disegni e l'animazione sono di buonissimo livello così come i colori e le sigle d'apertura e di chiusura.
Unico neo? Le due ranocchie sono davvero orribili! Aveva ragione la responsabile dell'ordine nella scuola a volerle far fuori all'inizio.
Comunque sia, l'anime è consigliatissimo agli animi teneri e romantici e non superficiali.
I disegni e l'animazione sono di buonissimo livello così come i colori e le sigle d'apertura e di chiusura.
Unico neo? Le due ranocchie sono davvero orribili! Aveva ragione la responsabile dell'ordine nella scuola a volerle far fuori all'inizio.
Comunque sia, l'anime è consigliatissimo agli animi teneri e romantici e non superficiali.
KimiKiss a prima vista sembra la solita commedia scolastica romantica, come ce ne sono mille altre. Tuttavia, si differenzia dalla massa indistinta delle commediole perché è fatto bene: in tutta la serie non ci sono mai cadute di stile e c'è sempre perfetta coerenza nell'evoluzione dei personaggi.
Il tema è quello del triangolo amoroso altruista: A ama segretamente B, ma si accorge che B ama riamato C e per altruismo decide di farsi da parte; B e C però si accorgono dei sentimenti di A ed entrano in crisi; infine per altruismo B e C si separano e B si mette con A.
Ora il triangolo altruista è abbastanza lontano dalla mentalità italiana: da noi se A ama segretamente B e si accorge che B ama C, la prima cosa che fa è cercare di rubare B a C, altro che farsi da parte! Questo spiega perché a molte persone KimiKiss possa sembrare irrealistico e infatti su AnimeClick il voto medio è piuttosto basso.
Ciò detto, a me KimiKiss è piaciuto. Non conosco nessun altro anime che affronti il tema del triangolo amoroso altruista in maniera più approfondita e dettagliata di KimiKiss: più che un anime, mi pare uno studio psicologico del tema! Esistono almeno tre triangoli altruisti nella serie (forse anche di più a seconda di come si conta), tutti leggermente diversi, per cui fino all'ultima puntata uno non sa mai come andrà a finire e nulla è scontato.
È vero che il finale uno lo può intuire fin dall'inizio, ma fino all'ultimo ci sono dei segnali contrastanti per cui sembra sempre che vada a finire in maniera differente. In coscienza non riesco a trovare alcun difetto degno di nota, se non che forse gli autori hanno glissato un po' sul personaggio di Futami, ho il sospetto che ci fosse più background nella sua storia personale che non è stato esplicitato.
Ho anche molto apprezzato l'assenza totale di fanservice, personaggi superdeformed e di situazioni sceme tipiche della maggior parte delle serie moderne, che però in una serie di questo tipo sarebbero state malissimo. A parte i personaggi femminili, tutti perfetti, ho trovato molto credibili e simpatici anche i personaggi maschili Koichi e Kazuki, cosa che non succede sempre. I disegni sono più che adeguati. Nel suo genere, che di solito non amo particolarmente, lo considero uno dei migliori.
Il tema è quello del triangolo amoroso altruista: A ama segretamente B, ma si accorge che B ama riamato C e per altruismo decide di farsi da parte; B e C però si accorgono dei sentimenti di A ed entrano in crisi; infine per altruismo B e C si separano e B si mette con A.
Ora il triangolo altruista è abbastanza lontano dalla mentalità italiana: da noi se A ama segretamente B e si accorge che B ama C, la prima cosa che fa è cercare di rubare B a C, altro che farsi da parte! Questo spiega perché a molte persone KimiKiss possa sembrare irrealistico e infatti su AnimeClick il voto medio è piuttosto basso.
Ciò detto, a me KimiKiss è piaciuto. Non conosco nessun altro anime che affronti il tema del triangolo amoroso altruista in maniera più approfondita e dettagliata di KimiKiss: più che un anime, mi pare uno studio psicologico del tema! Esistono almeno tre triangoli altruisti nella serie (forse anche di più a seconda di come si conta), tutti leggermente diversi, per cui fino all'ultima puntata uno non sa mai come andrà a finire e nulla è scontato.
È vero che il finale uno lo può intuire fin dall'inizio, ma fino all'ultimo ci sono dei segnali contrastanti per cui sembra sempre che vada a finire in maniera differente. In coscienza non riesco a trovare alcun difetto degno di nota, se non che forse gli autori hanno glissato un po' sul personaggio di Futami, ho il sospetto che ci fosse più background nella sua storia personale che non è stato esplicitato.
Ho anche molto apprezzato l'assenza totale di fanservice, personaggi superdeformed e di situazioni sceme tipiche della maggior parte delle serie moderne, che però in una serie di questo tipo sarebbero state malissimo. A parte i personaggi femminili, tutti perfetti, ho trovato molto credibili e simpatici anche i personaggi maschili Koichi e Kazuki, cosa che non succede sempre. I disegni sono più che adeguati. Nel suo genere, che di solito non amo particolarmente, lo considero uno dei migliori.
Piacevole, scontato ma da vedere, questa è la sintesi di quest'anime.
Perché scontato? Perché i personaggi sono descritti così bene che, man mano che la visione della storia prosegue, ci si può immedesimare a tal punto in loro da prevedere con certezza le loro scelte. E' infatti questo un aspetto dell'anime di quelli che ho più apprezzato: generalmente, quando ci sono molti personaggi, si tende ad analizzare più nel profondo solo i protagonisti. Qui, invece, sono quasi considerati protagonisti anche i personaggi secondari, di conseguenza sono anche loro ben caratterizzati.
Non do il 10 perché, forse, anche in questa serie manca il "qualcosa in più" per farla risaltare sopra le altre, ma devo dire che sicuramente è un anime ben fatto che merita la visione, senza ombra di dubbio.
Perché scontato? Perché i personaggi sono descritti così bene che, man mano che la visione della storia prosegue, ci si può immedesimare a tal punto in loro da prevedere con certezza le loro scelte. E' infatti questo un aspetto dell'anime di quelli che ho più apprezzato: generalmente, quando ci sono molti personaggi, si tende ad analizzare più nel profondo solo i protagonisti. Qui, invece, sono quasi considerati protagonisti anche i personaggi secondari, di conseguenza sono anche loro ben caratterizzati.
Non do il 10 perché, forse, anche in questa serie manca il "qualcosa in più" per farla risaltare sopra le altre, ma devo dire che sicuramente è un anime ben fatto che merita la visione, senza ombra di dubbio.
Gli episodi sono 25 perché il 25° è uno special inutile ai fini della storia, ma carino.
L'ho visto tutto, KimiKiss Pure Rouge, e mi ritengo pienamente soddisfatto. Non è il classico shoujo, ma è fatto per persone con qualche anno in più o per chi ama una maggior profondità dei sentimenti dei personaggi rispetto a tutto quel che succede nell'anime.
I disegni sono molto carini, come tutte le canzoni: l'opening "Aozora loop", l'ending 1 "Negaiboshi" e l'ending 2 "Wasurenaide". Per la traduzione esatta cercate le lyrics eng, quelle ita non sono accurate. Essendo Wasurenaide - non scordare - la musica della scena finale dell'anime, logicamente, anche per le parole rimane maggiormente impressa e probabilmente diventa la preferita delle tre, ma sono tutte molto carine.
Riguardo le musiche di sottofondo (BGM), anch'esse sono carine, ma non travolgenti, tranne quelle al piano più lente, che riprendono le canzoni (secondo me, perché più belle) usate nei momenti più importanti.
Non mi lamento per la caratterizzazione dei personaggi, perché è giusta e va bene nella storia e la si apprezza con l'aumentare della trama.
Trama che diventa sempre più coinvolgente e non ti fa smettere di continuare a vederlo, ed è il risultato che dovrebbero ottenere tutti gli anime appartenenti a questo genere.
Come già detto, KimiKiss Pure Rouge è un anime che mostra qualcosa di più delle classiche storie d'amore "tu mi piaci tu no"; è molto di più, per questo sono sicuro che piacerà al 90% delle persone che lo guarderanno.
Infine, la cosa più importante, e cioè per come si evolve la storia, per come cambia, perché Mao è la mia preferita, perché nella maggioranza dei casi c'è un lieto fine - ovviamente non per tutte, non è il paradiso - e perché la serie ha un finale che ti dà speranza e amore (che è quello che serve, perché per vedere i fatti brutti basta vedere fuori dalla finestra), do a quest'anime un 9 e 1/2, perché la perfezione non esiste. Sicuro che lo rivedrò presto.
Se lo apprezzerete, di sicuro apprezzerete anche le OST.
L'ho visto tutto, KimiKiss Pure Rouge, e mi ritengo pienamente soddisfatto. Non è il classico shoujo, ma è fatto per persone con qualche anno in più o per chi ama una maggior profondità dei sentimenti dei personaggi rispetto a tutto quel che succede nell'anime.
I disegni sono molto carini, come tutte le canzoni: l'opening "Aozora loop", l'ending 1 "Negaiboshi" e l'ending 2 "Wasurenaide". Per la traduzione esatta cercate le lyrics eng, quelle ita non sono accurate. Essendo Wasurenaide - non scordare - la musica della scena finale dell'anime, logicamente, anche per le parole rimane maggiormente impressa e probabilmente diventa la preferita delle tre, ma sono tutte molto carine.
Riguardo le musiche di sottofondo (BGM), anch'esse sono carine, ma non travolgenti, tranne quelle al piano più lente, che riprendono le canzoni (secondo me, perché più belle) usate nei momenti più importanti.
Non mi lamento per la caratterizzazione dei personaggi, perché è giusta e va bene nella storia e la si apprezza con l'aumentare della trama.
Trama che diventa sempre più coinvolgente e non ti fa smettere di continuare a vederlo, ed è il risultato che dovrebbero ottenere tutti gli anime appartenenti a questo genere.
Come già detto, KimiKiss Pure Rouge è un anime che mostra qualcosa di più delle classiche storie d'amore "tu mi piaci tu no"; è molto di più, per questo sono sicuro che piacerà al 90% delle persone che lo guarderanno.
Infine, la cosa più importante, e cioè per come si evolve la storia, per come cambia, perché Mao è la mia preferita, perché nella maggioranza dei casi c'è un lieto fine - ovviamente non per tutte, non è il paradiso - e perché la serie ha un finale che ti dà speranza e amore (che è quello che serve, perché per vedere i fatti brutti basta vedere fuori dalla finestra), do a quest'anime un 9 e 1/2, perché la perfezione non esiste. Sicuro che lo rivedrò presto.
Se lo apprezzerete, di sicuro apprezzerete anche le OST.
Al cuor non si comanda, si dice. E pare proprio che i fiumi di lacrime che irrorano questo anime vogliano confermare questa tesi. Kimkiss Pure Rouge è un’anime atipico, che sbandiera stereotipi e sentimentalismi commerciali per poi addentrarsi in introspezioni piuttosto profonde, anche toccanti. Di certo l’opera non è delle migliori di questo periodo, tuttavia merita un’analisi dettagliata che permetta di sottolineare luci ed ombre di un prodotto che poteva certo emergere con più enfasi e che invece resta nel corollario di un palinsesto dedicato a cuori giovani e sognatori.
Michihiro Tsuchiya è uno sceneggiatore avvezzo ai format sportivi. Già scripter per Cross Game (di Adachi) e dell’ormai famosissimo Major, dove lavora con Kenichi Kasai in regia, riproposto anche qua nello stesso ruolo. Un duo di sportivi quindi, che prende le redini di un’anime delicato, dai toni fragili e dalla trama non troppo corposa, spalmata a dovere su palinsesto semestrale.
Mao è una studentessa Giapponese che vive in Francia e torna in patria per seguire l’ultimo anno di liceo. Si trasferisce a casa di Koichi, suo amico d’infanzia, più giovane di lei di un anno, trovandolo innamorato cotto di una compagna di classe, Yuumi Hoshino. Attorno al duo gravita un intero sistema di personaggi satellite più o meno salienti e caratterizzati, primo fra tutti l’eterno amico del del duo: Kazuki Ahiara. Se l’intreccio narrativo nel triangolo Mao-Koichi-Yuumi è piuttosto fiacco, forse a causa dell’estrema imperizia con cui la psicologia del protagonista viene snocciolata, assai più intrigante ed avvincente è la storia d’amore di Ahiaira con la glaciale e introversa Eriko Futami. Delicata, appassionante ed in certi punti davvero toccante, la sottotrama secondaria tocca picchi e livelli che il decorso narrativo principale neppure riesce a vedere. C’è da chiedersi il perché di tutto questo. Non sarebbe stato molto più semplice intrecciare sentimentalismi e appassionare direttamente con i protagonisti? A quanto pare no, così mentre i sentimenti di Koichi e Yuumi restano quasi imbalsamati (ma non quelli di Mao), Ahiara tiene banco per molte puntate, riuscendo ad appassionare lo spettatore fino all’ultima. Misteri della sceneggiatura orientale.
Il disegno è ben confezionato, allineato con le esigenze stilistiche del momento. Buono il Chara Design, dal punto di vista artistico. Sfumati e bruttini gli sfondi, un po’ troppo approssimati. Scarsina la luce, troppe lacrime (l’unica cosa che brilla). Key animation mediocre, con grande abbondanza di camera in scorrimento sul frame fisso. Tante scene statiche in cui l’unico elemento a muoversi è la bocca di turno, troppo statiche, da far tornare in mente i grandi shojo romantici degli anni ‘70. Colonna sonora intrigante, liscia, che non si fa quasi notare e che non copre nulla. Opening ed ending decisamente mediocri.
In sostanza un prodotto che si lascia guardare con piacere, senza appassionare troppo e senza stupire ma senza mai scadere nel ridicolo o nel pomposo. Niente valzerini, niente scene catto-saffiche, niente sparate alla giapponese insomma, anche se la villa stile impero della solita riccona di turno poteva davvero essere evitata. Un anime da gustare senza fare indigestione, che richiama alla mente sentimenti sopiti e che in alcuni punti risulta anche davvero gradevole. Otto.
Michihiro Tsuchiya è uno sceneggiatore avvezzo ai format sportivi. Già scripter per Cross Game (di Adachi) e dell’ormai famosissimo Major, dove lavora con Kenichi Kasai in regia, riproposto anche qua nello stesso ruolo. Un duo di sportivi quindi, che prende le redini di un’anime delicato, dai toni fragili e dalla trama non troppo corposa, spalmata a dovere su palinsesto semestrale.
Mao è una studentessa Giapponese che vive in Francia e torna in patria per seguire l’ultimo anno di liceo. Si trasferisce a casa di Koichi, suo amico d’infanzia, più giovane di lei di un anno, trovandolo innamorato cotto di una compagna di classe, Yuumi Hoshino. Attorno al duo gravita un intero sistema di personaggi satellite più o meno salienti e caratterizzati, primo fra tutti l’eterno amico del del duo: Kazuki Ahiara. Se l’intreccio narrativo nel triangolo Mao-Koichi-Yuumi è piuttosto fiacco, forse a causa dell’estrema imperizia con cui la psicologia del protagonista viene snocciolata, assai più intrigante ed avvincente è la storia d’amore di Ahiaira con la glaciale e introversa Eriko Futami. Delicata, appassionante ed in certi punti davvero toccante, la sottotrama secondaria tocca picchi e livelli che il decorso narrativo principale neppure riesce a vedere. C’è da chiedersi il perché di tutto questo. Non sarebbe stato molto più semplice intrecciare sentimentalismi e appassionare direttamente con i protagonisti? A quanto pare no, così mentre i sentimenti di Koichi e Yuumi restano quasi imbalsamati (ma non quelli di Mao), Ahiara tiene banco per molte puntate, riuscendo ad appassionare lo spettatore fino all’ultima. Misteri della sceneggiatura orientale.
Il disegno è ben confezionato, allineato con le esigenze stilistiche del momento. Buono il Chara Design, dal punto di vista artistico. Sfumati e bruttini gli sfondi, un po’ troppo approssimati. Scarsina la luce, troppe lacrime (l’unica cosa che brilla). Key animation mediocre, con grande abbondanza di camera in scorrimento sul frame fisso. Tante scene statiche in cui l’unico elemento a muoversi è la bocca di turno, troppo statiche, da far tornare in mente i grandi shojo romantici degli anni ‘70. Colonna sonora intrigante, liscia, che non si fa quasi notare e che non copre nulla. Opening ed ending decisamente mediocri.
In sostanza un prodotto che si lascia guardare con piacere, senza appassionare troppo e senza stupire ma senza mai scadere nel ridicolo o nel pomposo. Niente valzerini, niente scene catto-saffiche, niente sparate alla giapponese insomma, anche se la villa stile impero della solita riccona di turno poteva davvero essere evitata. Un anime da gustare senza fare indigestione, che richiama alla mente sentimenti sopiti e che in alcuni punti risulta anche davvero gradevole. Otto.
SPOILER - SPOILER - SPOILER - SPOILER - SPOILER - SPOILER - SPOILER
Nella mia recensione dell'anime "Suzuka" avevo più o meno scritto: l'innovazione a tutti i costi può risultare faziosa, a patto che la storia nella sua classicità mostri qualità.
E qui di qualità ce n'è davvero tanta! Ennesimo racconto sentimentale adolescenziale, Kimikiss Pure Rouge si fa notare con una storia, dei personaggi e dei disegni davvero godibili.
La narrazione converge su tre personggi chiave, uniti da una profonda amicizia che risale ai primi anni dell'infanzia: Mao, Kouichi e Kazuki - questi ultimi due che ritrovano l'amica dopo un suo trasferimento di due anni a Parigi.
Tutti e tre appartengono alla stessa scuola, dove hanno modo di approfondire le proprie conoscenze e fare nuove amicizie, come in ogni shojo che si rispetti. Man mano che gli episodi si susseguono vengono a crearsi le tipiche situazioni che trasformeranno poi le amicizie in amori.
Qui addirittura vediamo due triangoli amorosi: il primo tra Mao, Kouichi e Yuumi, compagna di classe del ragazzo, il secondo tra Kazuki, la bella e misteriosa Eriko e la dinamica e sportiva Asuka.
Tra semestri scolastici, riunioni dei club, allenamenti di calcio, esperimenti amorosi, vacanze estive, festival scolastici e via dicendo le relazioni si intensificano e danno all'anime un tono di profondità emotiva significativa.
A guardare il tutto con un occhio superficiale, questo anime non ha niente di particolarmente distintivo: ad una più accurata analisi viene fuori invece un racconto davvero intenso, dove i ragazzi vivono le loro prime esperienze d'amore con ingenuità, timidezza, sincerità, dolcezza ma anche sofferenza. Non vi è nulla di nuovo sotto il sole insomma, ma la sapienza con cui i tipici ingredienti vengono amalgamati tra di loro rende la visione veramente coinvolgente.
Particolarmente riuscito è il personaggio di Mao: una ragazza bella, spensierata, allegra e sbarazzina che dà un pizzico di freschezza in più, specie nella prima parte dell'anime. Mano a mano che, tuttavia, la fanciulla scopre di essere innamorata di Kouichi il suo carattere ne risente notevolmente, a causa del fatto che il ragazzo ha già un forte interessamento per la timida e dolce Yuumi, altro personaggio davvero azzeccato. Questa scoperta stravolge la vita di Mao e funge da spartiacque in quanto tutto l'anime diventa via via più struggente, senza essere mai eccessivamente malinconico.
Da segnalare anche la liason tra Kazuki ed Eriko, ragazza prodigio che alla fine abbandona la sua freddezza per lasciarsi travolgere dall'amore del suo compagno di scuola: un intreccio tenero ed emozionante.
Bello, bello, bello: se siete dei romanticoni non potete assolutamente perdervelo!
P.s.: la serie tv comprende 24 episodi, ne ho indicati 25 in quanto vi è anche un OAV "integrativo" incentrato su di un personaggio minore dell'anime, la supervisore dell'igiene morale scolastica Megumi.
Nella mia recensione dell'anime "Suzuka" avevo più o meno scritto: l'innovazione a tutti i costi può risultare faziosa, a patto che la storia nella sua classicità mostri qualità.
E qui di qualità ce n'è davvero tanta! Ennesimo racconto sentimentale adolescenziale, Kimikiss Pure Rouge si fa notare con una storia, dei personaggi e dei disegni davvero godibili.
La narrazione converge su tre personggi chiave, uniti da una profonda amicizia che risale ai primi anni dell'infanzia: Mao, Kouichi e Kazuki - questi ultimi due che ritrovano l'amica dopo un suo trasferimento di due anni a Parigi.
Tutti e tre appartengono alla stessa scuola, dove hanno modo di approfondire le proprie conoscenze e fare nuove amicizie, come in ogni shojo che si rispetti. Man mano che gli episodi si susseguono vengono a crearsi le tipiche situazioni che trasformeranno poi le amicizie in amori.
Qui addirittura vediamo due triangoli amorosi: il primo tra Mao, Kouichi e Yuumi, compagna di classe del ragazzo, il secondo tra Kazuki, la bella e misteriosa Eriko e la dinamica e sportiva Asuka.
Tra semestri scolastici, riunioni dei club, allenamenti di calcio, esperimenti amorosi, vacanze estive, festival scolastici e via dicendo le relazioni si intensificano e danno all'anime un tono di profondità emotiva significativa.
A guardare il tutto con un occhio superficiale, questo anime non ha niente di particolarmente distintivo: ad una più accurata analisi viene fuori invece un racconto davvero intenso, dove i ragazzi vivono le loro prime esperienze d'amore con ingenuità, timidezza, sincerità, dolcezza ma anche sofferenza. Non vi è nulla di nuovo sotto il sole insomma, ma la sapienza con cui i tipici ingredienti vengono amalgamati tra di loro rende la visione veramente coinvolgente.
Particolarmente riuscito è il personaggio di Mao: una ragazza bella, spensierata, allegra e sbarazzina che dà un pizzico di freschezza in più, specie nella prima parte dell'anime. Mano a mano che, tuttavia, la fanciulla scopre di essere innamorata di Kouichi il suo carattere ne risente notevolmente, a causa del fatto che il ragazzo ha già un forte interessamento per la timida e dolce Yuumi, altro personaggio davvero azzeccato. Questa scoperta stravolge la vita di Mao e funge da spartiacque in quanto tutto l'anime diventa via via più struggente, senza essere mai eccessivamente malinconico.
Da segnalare anche la liason tra Kazuki ed Eriko, ragazza prodigio che alla fine abbandona la sua freddezza per lasciarsi travolgere dall'amore del suo compagno di scuola: un intreccio tenero ed emozionante.
Bello, bello, bello: se siete dei romanticoni non potete assolutamente perdervelo!
P.s.: la serie tv comprende 24 episodi, ne ho indicati 25 in quanto vi è anche un OAV "integrativo" incentrato su di un personaggio minore dell'anime, la supervisore dell'igiene morale scolastica Megumi.
Ho appena finito di vederlo e ne sono rimasto soddisfatto. Come hanno già sottolineato altri, ha un disegno espressivo e curato, che va a legarsi con le musiche( anch'esse discrete ) e ad una trama palese, ma molto ben esposta lungo i 24 episodi. Gli intrecci amorosi sono tanto "dolci" quanto curati. Molto buona la caratterizzazione dei 6 personaggi principali e un finale adatto alla storia.
SPOILER:
Dopo questa recensione generale passo alla mia personale "lamentela" sulle varie relazioni che nascono nel corso della serie, anche se in effetti la riscontro in quasi tutti gli shojo... Cioè la presenza di un velo di infantilità in alcune azioni o pensieri dei vari personaggi( qui soprattutto Sakino e Koichi su tutti...ma anche la stessa Mao-neechan!). A volte mi chiedo se tutta questa infantilità sia una vera e propria realtà di pensiero in Giappone. Sempre secondo me( e non credo sia un'idea solo mia ) le vicende si sarebbero evolute in maniera un tantino diversa sia per il protagonista principale, che per la grande promessa del calcio femminile, se questi avessero pensato più razionalmente a se stessi, invece di interpretare, fino in fondo o quasi, la loro stucchevole indole a "far felice il tuo prossimo".
In conclusione mi sembra giusto dare un bel 7,dato l'appunto buon( ed equilibrato su tutti i fronti ) risultato che sono riusciti a tirar fuori nella realizzazione di questo anime.
Ghosty89
SPOILER:
Dopo questa recensione generale passo alla mia personale "lamentela" sulle varie relazioni che nascono nel corso della serie, anche se in effetti la riscontro in quasi tutti gli shojo... Cioè la presenza di un velo di infantilità in alcune azioni o pensieri dei vari personaggi( qui soprattutto Sakino e Koichi su tutti...ma anche la stessa Mao-neechan!). A volte mi chiedo se tutta questa infantilità sia una vera e propria realtà di pensiero in Giappone. Sempre secondo me( e non credo sia un'idea solo mia ) le vicende si sarebbero evolute in maniera un tantino diversa sia per il protagonista principale, che per la grande promessa del calcio femminile, se questi avessero pensato più razionalmente a se stessi, invece di interpretare, fino in fondo o quasi, la loro stucchevole indole a "far felice il tuo prossimo".
In conclusione mi sembra giusto dare un bel 7,dato l'appunto buon( ed equilibrato su tutti i fronti ) risultato che sono riusciti a tirar fuori nella realizzazione di questo anime.
Ghosty89
KimiKiss Pure Rouge è veramente un CAPOLAVORO. Per finirlo di vedere ho fatto le 3 di mattina..e dopo averlo visto ci ho riflettuto su e sono arrivato alla conclusione che è l'anime perfetto nel suo genere.
Personalmente prima di vedere questa serie, ritenevo che l'anime sentimentale più bello fosse "Ef a fairy tale of memories" e "Byousoku 5 Centimeter" ma ora come ora KimiKiss Pure Rouge è salito al top della mia classifica.La trama è la solita, parla di un'amica d'infanzia che si trasferisce all'estero,ma alla fine decide di tornare;ritrova i suo amici cambiati e maturati,con i loro problemi di cuore. Ci sono come al solito molti intrecci amorosi corrisposti e no; ma per dirla tutto non mi ha mai annoiato neanche per un minuto, un secondo.
I disegni sono fantastici come l'opening, l'ending e la colonna musicale che l'ho trovata particolarmemte BELLA.
Il mio voto è un dieci e lode... mi stupisco che KimiKiss Pure Rouge abbia una media del 6 mezzo. Quindi lo consiglio a tutti e spero di vedere al più presto la meritata media dell'otto per questo fantastico anime.
VEDETEVELO E RECENSITELO. Un mega kiss a tutti ^^
Personalmente prima di vedere questa serie, ritenevo che l'anime sentimentale più bello fosse "Ef a fairy tale of memories" e "Byousoku 5 Centimeter" ma ora come ora KimiKiss Pure Rouge è salito al top della mia classifica.La trama è la solita, parla di un'amica d'infanzia che si trasferisce all'estero,ma alla fine decide di tornare;ritrova i suo amici cambiati e maturati,con i loro problemi di cuore. Ci sono come al solito molti intrecci amorosi corrisposti e no; ma per dirla tutto non mi ha mai annoiato neanche per un minuto, un secondo.
I disegni sono fantastici come l'opening, l'ending e la colonna musicale che l'ho trovata particolarmemte BELLA.
Il mio voto è un dieci e lode... mi stupisco che KimiKiss Pure Rouge abbia una media del 6 mezzo. Quindi lo consiglio a tutti e spero di vedere al più presto la meritata media dell'otto per questo fantastico anime.
VEDETEVELO E RECENSITELO. Un mega kiss a tutti ^^
La realizzazione tecnica è buona. Non abbiamo un capolavoro, ma i disegni son puliti e mai confusi senza troppe caricature. Anche l'audio come le sigle non son male. La storia, forse questo per molti può essere il vero problema. Questa non ha praticamente nulla di innovativo tranne qualcosa che alla fin fine può considerarsi irrilevante. E' la solita commedia romantica dove non manca neanche uno dei tratti richiesti per amalgamarla al resto degli anime suoi pari. Il mio 8 si riferisce proprio a quello: come commedia romantica è perfetta,non manca di nulla. Tutti i personaggi son ben approfonditi, le vicende affrontate e delineate perfettamente senza lasciare nulla al caso. Ti ralasciando, quindi, la trama non originale possiamo dire di trovarci davanti ad un ottimo anime che non manca nulla, anzi affronta ottimamente, tutte le tematiche richiestegli.
[ATTENZIONE, CONTIENE SPOILER]
All'inizio mi sembrava un anime più che buono per il suo genere, ma devo dire che andando avanti con gli episodi ha iniziato veramente ad annoiarmi. La grafica non è male ma a scombussolarmi sono state l'espressioni che fa la protagonista femminili dopo che vede il suo migliore amico (del quale è incosciamente innamorata) che bacia la sua ragazza. Non mi leverò mai dalla testa quella sua espressione (ho avuto persino un incubo), sembrava che da li a poco prendeva una taglierina e... insomma faceva del male a se stessa e al suo amico.
All'inizio mi sembrava un anime più che buono per il suo genere, ma devo dire che andando avanti con gli episodi ha iniziato veramente ad annoiarmi. La grafica non è male ma a scombussolarmi sono state l'espressioni che fa la protagonista femminili dopo che vede il suo migliore amico (del quale è incosciamente innamorata) che bacia la sua ragazza. Non mi leverò mai dalla testa quella sua espressione (ho avuto persino un incubo), sembrava che da li a poco prendeva una taglierina e... insomma faceva del male a se stessa e al suo amico.
Come dice la scheda, si tratta di "Commedia, Scolastico, Sentimentale". Quindi aspettatevi un'amica d'infanzia bellissima (ma dimenticata), che sbuca dal nulla e si reca a casa del protagonista per spogliarsi immediatamente e farsi una doccia. Superato lo shock per il déjà vu così repentino, inizia un anime che si incentra tutto sugli amori di un gruppo di ragazzi e ragazze che frequentano la stessa scuola, e si ritrovano per vari motivi ad orbitare intorno al club cinematografico. Da quello che si può intuire questi amori saranno travagliati, e forse qualche colpo di scena ce lo possiamo aspettare (e sperare)!
Come voto metto un 7, del resto per quanto segua il solito canovaccio del genere, è pur vero che mi sono ritrovato a mandare giù tutte le puntate uscite d'un fiato... quindi sarei ipocrita se dicessi che non vale la pena guardarlo. Del resto non bisogna sottovalutare questi giapponesi, potrebbe finire tutto in un bagno di sangue :)
Come voto metto un 7, del resto per quanto segua il solito canovaccio del genere, è pur vero che mi sono ritrovato a mandare giù tutte le puntate uscite d'un fiato... quindi sarei ipocrita se dicessi che non vale la pena guardarlo. Del resto non bisogna sottovalutare questi giapponesi, potrebbe finire tutto in un bagno di sangue :)