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winterbird

Episodi visti: 30/39 --- Voto 1
<b>Attenzione: la seguente recensione contiene spoiler</b>

Anime talmente assurdo che a un certo punto ho dovuto mollarlo. Mi viene da ridere a ripensarci, per quanto è assurdo!

La recensione potrebbe contenere lievi spoiler, ma per recensire questo anime ho trovato necessario fare dei riferimenti.

Già non ho apprezzato i disegni (dei personaggi, perché in pratica quelli degli sfondi saranno stati sei in totale e tutti piatti, sembrava quasi un dating game in formato visual novel, anziché un cartone animato) né la sigla (molto angosciante, quasi lo spot promozionale di un circo degli orrori, e oltretutto non c'entrava assolutamente nulla con la storia), ma poi ho fatto il salto nel buio per non giudicare dalle apparenze... E non è stata una scelta saggia.

La trama in sé è del tutto inverosimile: Nanako chiede ad un giovane, che le ha fatto da insegnante a scuola per un periodo di pratica prima di entrare nel mondo del lavoro vero e proprio, di potergli scrivere delle lettere (senza alcuna motivazione ben precisa e senza neanche aver avuto rapporti particolari con lui al di fuori di quelle poche lezioni a scuola) e lui accetta tranquillamente (dubito sarebbe un rapporto possibile fra professore e alunna in una scuola giapponese); ha così inizio la narrazione epistolare delle stranezze che la giovane ragazza si troverà ad incontrare nella propria vita scolastica di liceale in una scuola che somiglia più che altro a un sanatorio e in cui la povera Nanako subisce traumi su traumi. Come reagirà mai il professore? Penserà di denunciare qualcosa o le dirà di cambiare scuola? Niente di tutto ciò, opterà per una terza soluzione: abbozzerà un sorriso di tanto in tanto in corso di lettura (trasognata). Nel frattempo, le vessazioni aumenteranno, le dipendenze saranno più evidenti, le stupidaggini dette si sprecheranno e i dialoghi si faranno sempre più irreali e di riveleranno apparentemente slegati dalla benché minima traccia di senno, mentre le perversioni sessuali delle studentesse saranno sempre più chiare (ma la poveretta sembra leggermente tarda e non capisce cosa le stia accadendo intorno, mentre tutta zelante riporta l'ennesimo episodio folle al "Caro fratello" in questione, il solito buontempone che, pur lavorando come professore, non nota alcuna allarmante differenza fra le scuole in cui insegna lui e quella della cara sorella).

Un consiglio che posso dare è di fidarvi ed evitare questo anime.


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TriderG7

Episodi visti: 39/39 --- Voto 9,5
L'incipit della storia è molto semplice: Nanako, al primo anno di liceo riesce ad entrare in un rinomato club chiamato Sonority, presieduto da Fukiko, studentessa molto ammirata detta "Lady Miya", anche presidentessa del consiglio studentesco. Tutto sembra bello, ma non è sempre oro quel che luccica, come si suol dire.
Molte volte la forza di un'opera è "come racconta" ed indubbiamente anche per CF è così. I ritmi sono fascinosamente "lenti" e cadenzati, intervallati da lampi che mettono in risalto i personaggi e le loro emozioni. Parla soprattutto di debolezze e ossessioni, come quella di Miya per il potere, della fragilità psicologica di Rei, del "trauma" di Mariko, dell'invidia di Aya... La stessa granitica Kaoru si scoprirà avere un problema.
Raffrontandosi con questi personaggi, e coadiuvata dall'amica del cuore Nanako, la protagonista passerà in un vortice di emozioni che la faranno maturare e prendere delle decisioni importanti.
Ad arricchire il tutto vi è anche la classica narrazione epistolare tra lei e Takehiko, suo insegnante delle scuole medie e fratellastro, che non riesce a perdonare il padre per aver lasciato lui e la madre.
Unici "difetti", diciamo, sono un paio di alleggerimenti nel finale rispetto a come si conclude il fumetto, della stessa autrice di "Lady Oscar".
Il comparto grafico è molto curato e dopo venticinque anni fa ancora la sua figura. Lo stile di disegno per alcuni personaggi ricorda un po "Jenny la tennista" (LM sembra la sorella di Reika Ross), mentre per altri assomiglia a quello che verrà adottato negli OAV di "Black Jack", altra produzione della Tezuka Productions.
All'uscita in home video, la Yamato mise delle versioni strumentali della OP e della ED, mentre nei passaggi TV si può ascoltare la sigla dei Cavalieri del Re, di nuovo in sella dopo tanto!
Per concludere, un'opera che fa delle esagerazioni del quotidiano la sua forza e che mi ha molto emozionato.

Jasmine

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Jasmine

Episodi visti: 11/39 --- Voto 1
Questo anime è un'assurdità completa. A parte i disegni (occhi che mettono ansia e mancanza d'espressività) e l'esagerazione (ogni cosa si trasforma in una tragedia in un modo ridicolo), molti sono gli altri punti negativi:
- personaggi che non fanno praticamente niente se non redarguire gli altri (guarda Kaoro che sta sempre a sgridare le altre ragazze perché la campanella è appena suonata e loro non si trovano ancora in classe... Ma per fare ciò anche Kaoro non si trova mai dove dovrebbe, eppure nessuno le dice nulla!);
- personaggi ambigui, ossia donne che hanno corpi maschili, si vestono come maschi, hanno soprannomi maschili (Principe Kaoro, Saint-Just...);
- doppiaggio terribile, tra doppiatori secondari che doppiano male ed errori (frasi non riflessive in cui il soggetto che compie l'azione è al tempo stesso l'oggetto che la subisce)
- risate continue ed immotivate di certi personaggi e depressione completa di altri (che non fanno altro che prendere pasticche e marinare le lezioni);
- presenza di una élite particolare senza capo né coda (tantomeno utilità), ai cui membri tutti sottostanno senza battere ciglio;
- i personaggi sono stereotipati e fin dal primo episodio se ne comprendono benissimo tratti caratteriali (oltre che le intenzioni, che solamente la protagonista non intravede);
- ambienti della scuola che hanno più di Versailles che di Giappone (per non parlare di vestiario e acconciature varie);
- l'assurdità secondo cui la scuola ha adottato una divisa ma non è obbligatoria (ci fosse una pesona che l'indossa infatti!), nonostante vogliano farcela passare per una "buona scuola" (in Giappone è impensabile, soprattutto al tempo, che una buona scuola faccia fare agli studenti quello che vogliono anche in questo senso);
- possiamo dire che queste immagini praticamente non sono passate per il processo di animazione (alcune immagini verticali vengono lasciate così come sono al centro dello schermo circondate dall'oscurità);
- le analessi (o flashback, che dir si voglia) non si preoccupano neanche di riportare identiche le conversazioni già avvenute, ma le frasi vengono cambiate o magari se ne cambia il tono (da uno rabbioso o stizzito ad uno piangente, rotto...);
- gente che ha le labbra perennemente rosse con la scusa che ogni tanto se le morde perché a detta della stessa gente con le labbra rosse si è più belle.
- Saint Just non risponde mai a ciò che le si dice, ma si perde nella recita di versi vari.


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Lia-chan

Episodi visti: 39/39 --- Voto 6
Quando arriva un supplente a scuola, solitamente i ragazzi gli fanno richieste del tipo:"Mi scusi, può rispiegare quest'argomento? Non l'ho capito". Di certo, a nessuno verrebbe mai in mente di chiedere al proprio giovanissimo supplente:"Mi scusi, può far finta di essere il mio Caro Fratello, cosicché io le scriva delle lettere dove racconto ciò che mi succede ogni giorno, magari accompagnando ogni frase con mielose riflessioni personali? Poi se le va, mi farebbe piacere che mi rispondesse. Sa, sono figlio unico...", no!? Invece no: questa brillante e strampalata idea viene infatti a una timida e ingenua studentessa, Nanako Misonoo, protagonista dell'anime (e manga) "Caro Fratello" . Il titolo, infatti, deriva proprio dall'intestazione delle lettere che la ragazza spedisce regolarmente a quello che è stato il suo professore preferito alle medie, il giovane Takehiko Henmi, che aveva accettato la strana proposta di Nanako.

Nanako è una ragazza dolce, ingenua (molto ingenua), che, lasciate le medie all'età di 15 anni (il sistema scolastico giapponese è un po' diverso dal nostro) inizia a frequentare il prestigioso liceo Seiran Gakuen insieme alla sua amica Tomoko (che ricordiamo, non aveva altri interessi se non fare i biscotti, andare a casa presto e mangiare una torta con Nanako dopo scuola).
Il suddetto liceo è caratterizzato da una sorta di associazione, la Sorority, a cui possono essere ammesse solo ragazze, belle, brave, ricche, intelligenti, con stile, alla moda. Anche Nanako verrà accettata in questo esclusivo club, e da qui si susseguono molte avventure per lei, compresi attacchi alla sua incolumità.

Il liceo Seiran è una scuola solo per ragazze, e già dal primo episodio vengono presentati i personaggi principali: la già nominata Nanako, Mariko, Fukiko, Rei e Kauru. In realtà, la serie ruota attorno alle tre studentesse più popolari della scuola: Kaoru, detta Principe Kaoru, sportiva, allegra, amante della vita, ma afflitta da una malattia che le fece perdere un anno di scuola; Rei,detta Saint Just, studentessa misteriosa e ribelle, che, al contrario dell'amica Kaoru, passa il suo tempo a drogarsi, fumare e suonare il pianoforte malinconicamente; e infine Fukiko, detta Lady Miya, bellissima presidentessa della Sorority, il cui rapporto con Rei è strano e molto misterioso, simile ad un odio-amore molto feroce e buio.

Quando ho scoperto questo anime, ho provato a guardarlo, soprattutto perché il disegno era simile a quello di Lady Oscar, quindi di Ryoko Ikeda. Infatti, questo cartone è tratto da un manga della Sensei Ikeda, "Oniisama he...",ma la differenza è che il manga consisteva in 3 o 4 volumetti, mente l'anime è arrivato a 39 puntate. Da lì ho capito che gli eventi originali, già tragici di per sé, erano stati quintuplicati per allungare la durata dell'anime. A parte questa "piccola sfumatura", mi sono abbastanza svagata a vedere questo anime, anche perché offre vari spezzoni della vita negli anni'80 (quando ancora non c'erano i cellulari. Sai come sarebbe stato più semplice-e breve- questo anime se ci fosse stato il cellulare?!).

Nonostante somigli un po' a una telenovela ambientata al liceo, consiglio "Caro fratello" a chi ama gli yuri ed è pronto a eventi molto, molto tragici!

L'ultima nota alla sigla, cantata dai Cavalieri del Re: il testo non è propriamente profondo, ma la cosa più inquietante sono tutte quelle poupées (bambole) sullo sfondo!!


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micheles

Episodi visti: 39/39 --- Voto 8
La storia degli anime televisivi inizia il primo gennaio 1963 inizia con "Astroboy" di Osamu Tezuka. Ad aiutarlo con gli script e la direzione di molti episodi troviamo nomi come Yoshiyuki Tomino e Osamu Dezaki, mentre il direttore delle animazioni è Akio Sugino. Sono questi nomi, insieme a quelli di Isao Takahata, in quello stesso anno impegnato come aiuto regista di "Wankapu Oji no Orochi Taiji", e di Hayao Miyazaki, che nel 1963 inizia a lavorare per la Toei, che costituiscono la vecchia scuola degli anime, personalità di grandissimo spicco che da sempre hanno dominato il mondo dell'animazione giapponese.
Se Takahata e Miyazaki hanno conquistato il mondo del cinema grazie ai film dello Studio Ghibli, mentre Tomino ha creato un culto con l'ideazione di "Gundam", Osamu Dezaki e Akio Sugino sono meno famosi presso il grande pubblico. Eppure i loro nomi sono quelli dietro a decine di grandi serie televisive, sia quando lavorano singolarmente sia quando lavorano insieme; tra le loro collaborazioni più illustri si ricordano "Rocky Joe", "Jenny la tennista", "Remì", "Lady Oscar", "Cobra", "Black Jack", "Golgo 13" e varie altre; il loro ultimo lavoro insieme è il "Genji Monogatari" del 2011. Solo la recente scomparsa di Dezaki ha potuto rompere il sodalizio artistico.

Tra tutte le loro collaborazioni che conosco (e le ho viste quasi tutte) per qualche motivo "Caro Fratello" è quella che mi ha impressionato di più a livello tecnico, sia per quanto riguarda il chara design di Sugino sia per la regia di Dezaki. Le loro collaborazioni più recenti possono contare su una tecnica più moderna, è vero, ma "Caro Fratello" vince, probabilmente per essere una serie a cavallo tra passato e modernità. Realizzata vent'anni fa, quando i due si conoscevano già da vent'anni, si pone a metà del loro percorso artistico e fonde insieme uno stile di regia tipicamente anni settanta con le prodezze tecniche degli anni novanta. Akio Sugino supera se stesso, riuscendo a realizzare un chara design nello stesso tempo fedele all'originale di Ryoko Ikeda e riconoscibilissimo come suo proprio, migliorando di molto la grafica del manga. Dal canto suo Dezaki e lo staff di sceneggiatori (tra cui la bravissima Tomoko Konparu) migliorano trama e tempistiche del manga, dandogli lo spazio necessario a raccontare la storia: basti pensare che i tre condensatissimi volumi del manga vengono espansi a ben 39 episodi.
Rispetto al manga noto due soli cambiamenti peggiorativi: un suicidio viene cambiato in un incidente e le ultime due righe del manga vengono stravolte. Scelte di Ozaki o imposizioni della produzione? Entrambe stonano con il tenore dell'opera e sono sicuramente errori. Il cambiamento del suicidio in incidente si può comprendere, si tratta pur sempre di una serie trasmessa in televisione in uno dei paesi con il più alto tasso di suicidi del mondo. Il cambiamento gratuito nel finale un po' meno, perché inconsistente con la drammaticità onnipresente nella serie. A parte questo la fedeltà al manga è buona, anche se vengono aggiunte molte più scene, spiegando parti che nel manga sono tirate via, e ne vengono inspiegabilmente tolte alcune che invece sono importanti: in particolare il manga spiega chiaramente che il padre della protagonista è stato abbandonato dalla prima moglie e non il viceversa, come fa intendere l'anime. Ma sono cose da poco.

Detto questo, non ho molto da dire sulla sostanza dell'anime, se non che si tratta di un perfetto esempio dello stile shoujo degli anni settanta: drammatico, tragico, con situazioni tutto fuorché realistiche e dove i sentimenti dei personaggi sono esasperati in massimo grado. Il linguaggio dei personaggi, che declamano poesie di Verlaine e sonetti di Shakespeare, è fuori tempo di almeno duecento anni, perché il Romanticismo è finito da un pezzo. Non ci si deve aspettare una consistenza logica: per metà degli episodi due personaggi possono essere dipinti immersi in una morbosa relazione omosessuale di tipo master/slave, e di punto in bianco ci viene detto che le due sono sorelle e che l'affetto che le lega è, ed è sempre stato, casto e puro (ma quando mai?). Una ragazza che ha amato nel passato un uomo X ha delle pulsioni omosessuali verso Y, perché pensa che X e Y siano amanti (?). Un'altra ragazza cerca quasi di violentare la protagonista, ma la puntata dopo diventa la sua migliore amica; si innamora di un'altra ragazza, che però poi sposa X, ma le non dà nessun problema perché nel frattempo è diventata eterosessuale e si è messa con il miglior amico di X (!?). Quasi tutte le ragazze del cast, di cui due sembrano più uomini che donne, sono apparentemente bisessuali; quasi tutte inoltre hanno forti pulsioni suicide.
Al quadro si aggiungono efferati atti di bullismo, di odio e di invidia, accompagnate poi da improbabili riconciliazioni. Un padre pessimo, che tradisce la moglie e non c'è mai per la figlia, la puntata dopo diventa una persona ammirevole, disposto a fare tutto per moglie e figlia; ma dopo qualche puntata divorzia comunque (?). Potrei continuare così per un pezzo. Eppure per qualche motivo tutte queste assurdità, che ho visto con grande distacco, non sono riuscite a intaccare di una virgola il mio gradimento dell'anime, probabilmente perché sono cresciuto con la drammaticità esasperata degli anime di Dezaki che associo al vero e autentico stile giapponese. Da vedere, ma non per tutti.

hallymay

Episodi visti: 39/39 --- Voto 6
"Come non sprecare la propria giovinezza appresso a un anime realizzato da Osamu Dezaki partendo da un manga di Riyoko Ikeda? Magari ci scappa un altro capolavoro della storia degli anime come per "Lady Oscar"!".
Era quello che pensai quando decisi di vedermi "Caro Fratello", un anime del 1991 tratto dall'omonimo manga della Ikeda, che invece è dei primi anni settanta. Perché tutto questo tempo in mezzo? Semplice: l'anime di "Lady Oscar" fu un fiascone in patria (schiere di psicologi clinici e sociologi ancora studiando il motivo di tale insuccesso), ma sul finire degli anni ottanta fu riscoperto anche in madre patria visti i trionfi collezionati nel resto del mondo. Così venne commissionata a Dezaki la realizzazione di una nuova serie ispirata dalle fortunate fantasie della Ikeda: "Caro Fratello".

La trama è presto detta: Nanako Misonoo conosce a un corso di preparazione scolastico il professor Takehiko Henmi, giovane di belle speranze a cui la giovinetta fa una proposta particolare, cioè gli chiede se può fare finta di essere il suo fratello maggiore e se può di tanto in tanto mandargli delle lettere su cui scrivere Caro Fratello.
Se pensate che questa premessa sia un po' da malati di mente, posso solo dirvi che questo è solo un assaggio. Infatti Nanako, che si appresta a iniziare il liceo in un prestigioso istituto femminile, il Seiran, non passerà certo il suo tempo descrivendo i primi amori, le tette che non crescono, le mestruazioni che impazzano o le interrogazioni che saltano. Le 39 puntate che seguiranno saranno un gigantesco cronicario di crudeltà, masochismi, intrecci lesbo, suicidi e tentati omicidi, il tutto contornato da svariati "momenti pastello", ovvero i fermo immagine pastellati per cui Dezaki ha sempre avuto la fissa.

Il leggero nervosismo che caratterizza il liceo Seiran è dovuto al fatto che tutte le ragazze cercano di entrare a fare parte della Sorority, una sorta di Loggia P2 scolastica. Solo le ragazze più belle, più ricche e più intelligenti potranno entrare in questa versione liceale della Hitler Judend dietro insindacabile giudizio della presidentessa Lady Miya, ovvero Fukiko, la ragazza più ammirata e boccolosa della scuola. Nasceranno lotte crudeli, bullismi di ogni sorta, agguati, rapimenti, autobombe, genocidi e pettegolezzi tra le ragazze della scuola pronte a tutto pur di entrare in questo prestigioso mondo. Il tutto puntualmente descritto da Nanako nelle lettere al suo Caro Fratello, che, invece di chiamare la polizia o per lo meno un pool di psichiatri per fermare questo branco di pazze ululanti, si gode la narrazione dalla sua terrazza come se niente fosse.

Ma il pezzo forte di Caro Fratello è il mitico cast. Già dal primo giorno di scuola vengono introdotti tutti i personaggi di questo presunto romanzo di formazione. Partiamo da Nanako, la protagonista. Molti rivedranno nella sua bonarietà e nella sua un po' infantile ingenuità la mitica Rosalie di Lady Oscar. No, Nanako è molto peggio di Rosalie. Nanako non è ingenua, è totalmente cretina. Durante il suo primo anno di vita liceale le capita di tutto, e per tutto intendo qualsiasi cosa possa attentare alla sua incolumità fisica, psicologica e sessuale, ma lei "frinquella" incuriosita o al massimo malinconica davanti a tutto questo, al massimo pensa o scrive a Takehiko idiozie della serie "Caro Fratello, la primavera è alle porte e noi giovani studentesse del Seiran sentiamo crescere dentro di noi qualcosa di nuovo, chissà cosa...".

Poi abbiamo Rei Asaka, o come tutte la chiamano a scuola, Saint Just. Vestita a metà come Lady Oscar e il colonnello del Kentucky Fried Chicken, passa le sue giornate fumando sigarette, prendendo pillole, tirando pugnali e suonando il pianoforte con una rosa rossa in bocca. Insomma, fa la vita di qualsiasi quindicenne in crisi. Essendo una scuola femminile, qualsiasi cosa ricordi vagamente un maschio fa partire bollori ormonali senza fine in chiunque e, difatti, Saint Just condivide la palma di sogno erotico lesbico con la sua più cara amica, Kaoru, detta il Principe Kaoru. Entrambe affascinano l'immaginario di Nanako e di tutta la scuola e sono un po' come lo ying e lo yang, a cominciare dai capelli: se Rei è bionda, Kaoru è bruna. Se Rei fa coriandoli della sua vita tra droga, sigarette e passeggiate con Nanako, Kaoru invece si dà allo sport, all'allegria, all'amore per la vita. Più che altro la funzione di Kaoru in questo anime è di supplire alla completa mancanza di psicologi, professori, genitori, polizia, persino bidelli. Il suo scopo nella trama è dirimere le questioni, interrompere le risse, salvare Nanako dall'ennesimo attentato dinamitardo ordito alle sue spalle. Insomma, come il cane e la nipote dell'Ispettore Gadget: se lei non ci fosse Nanako sarebbe stata vittima della lupara bianca dopo due puntate e l'anime sarebbe finito molto prima della sua conclusione naturale.

Infine c'è Lady Miya, ovvero Fukiko. L'incontrastata regina del Seiran, colei che decide delle sorti di ognuna delle sue compagne con un solo cenno del capo, è presa da tali e tanti deliri di onnipotenza che il suo hobby preferito è torturare nel tempo libero Saint Just, la quale la prende così bene che reagisce drogandosi, tentando ogni tre giorni il suicidio e diventando amica di Nanako, che ovviamente si innamora della misteriosa compagna.
Naturalmente non ricambiata (e ci mancherebbe!).
Una menzione a parte va a Tomoko, la migliore amica d'infanzia di Nanako. Nonostante per 39 puntate accadano nella sua scuola le più efferate violazioni dei diritti umani dai tempi della Seconda Guerra Mondiale, le uniche cose di cui s'interessa è di tornare a casa presto e di andare a mangiare una torta con Nanako. Semplicemente meraviglioso.

Dal punto di vista tecnico, essendo una serie realizzata da Dezaki, lo stile è molto maturo e anche il character design di Akio Sugino è molto bello. Il punto però è che trarre una serie così lunga da un manga molto breve (quattro numeri in tutto editi da Star Comics) l'ha resa involontariamente comica. In questa serie il già mostruoso numero di tragedie e disgrazie che avvenivano nelle poche pagine del manga sono state quintuplicate e i tratti psicologici dei protagonisti - con l'eccezione di Kaoru, anche perché è la meno scoppiata della combriccola visto il ruolo di bidella in quella scuola - sono stati talmente caricati da fare sembrare tutti quanti non i drammatici protagonisti di un drammatico dramma, ma un gruppo di isteriche fuori di zucca. Il tutto pur di arrivare a fare 39 puntate, proprio come per "Lady Oscar". Solo che, se "Lady Oscar" è ormai un classico dell'animazione giapponese, "Caro Fratello" è talmente pesante in certi punti che diventa grottesco. Anzi, a tratti esilarante.
Do la sufficienza solo perché è l'unico anime yuri in cui i personaggi hanno il naso, qualcosa almeno accade oltre a sospiri e madonne che guardano cretine scambiarsi rosari e basta. Poi dietro c'è sempre la mano di un maestro, cosa che lo rende guardabile fino alla fine.

Prima di chiudere, vorrei sottolineare come "Caro Fratello" abbia dal mio punto di vista la sigla italiana più trash di sempre. Trasmesso per la prima volta sul satellite dalla defunta Gay Tv, la sigla fu affidata ai redivivi Cavalieri del Re, i quali tra clavicembali e piroette vocali ci regalano versi come
"...ma il tempo vola in fretta, e l'incanto vola via
In soffitta van le bambole tra balocchi e fantasie
Stan nascendo ora nuovi <i>strani</i> sentimenti...".
Se vi volete fare quattro risate vedetevelo, altrimenti leggetevi il manga, è più digeribile.


 4
Sonoko

Episodi visti: 39/39 --- Voto 10
Ho appena finito di guardare quest'anime e devo dire che mi è piaciuto ancora di più del manga! Apparentemente la storia è banalissima: in pratica, una giovane liceale intraprende un rapporto epistolare con un giovane universitario che aveva praticato un breve periodo di tirocinio nella sua classe alle medie. Ci si aspetterebbe il classico shoujo scolastico, in cui alla fine la fanciulla ingenua s'innamora dell'affascinante senpai, dovendosela vedere con una o più rivali. Invece ben presto ci si rende conto di trovarsi di fronte a una storia completamente diversa, adulta e complessa.

In certe scene la serie si potrebbe etichettare persino come yuri, ma sarebbe semplicistico ed errato. Quelle che sembrano classiche rivalità amorose a tematica yuri nascondono tutte qualcosa di completamente diverso, niente qui è come sembra, e certe situazioni sono persino da incubo. Certo, ogni tanto viene da pensare quanto sia assurdo che in questa scuola non esista una ragazza che non sia o tossicodipendente, o lesbica, o pazza o semplicemente cattiva, ma io credo che la chiave di lettura stia anche in una considerazione del professor Misonoo, il padre di Nanako: a quell'età molte situazioni si vivono con particolare drammaticità: la separazione dei genitori, una delusione d'amore, eccetera. Anche se è pure vero che due situazioni in particolare sono effettivamente atroci, chi conosce l'opera sa a chi mi riferisco.

In ogni caso ogni puntata ti lascia sorpreso e con un'enorme curiosità di vedere il seguito, e Nanako, che inizialmente pare un tantino noiosa e petulante, a tratti irritante per la passività con cui subisce, ha man mano che si va avanti un notevole processo di maturazione, e altri personaggi con lei.
Altro aspetto interessante dell'opera è l'effetto che la presenza di un'associazione come la Sorority ha su tutte le studentesse, istigandole anche ad azioni incredibilmente crudeli, il che potrebbe sembrare estremamente fantasioso, ma in realtà non dovrebbe esserlo tanto, basti pensare alle associazioni dei college americani che vediamo in tanti film e telefilm: anche lì le matricole farebbero follie per entrare in un gruppo, per distinguersi dalla massa, e una volta entrati si prestano a dure prove d'iniziazione.

Il finale per me è stupendo, l'ho preferito a quello del manga, perché è, rispetto ad esso, un p' meno cupo.
Il character design è diverso da quello di Versailles no Bara, ma ci si abitua facilmente, è comunque molto bello. A volte gli abiti, soprattutto quelli di lady Miya, fanno un effetto strano, ma data l'epoca di realizzazione dell'opera non c'è da stupirsi.
A mio parere Caro Fratello è un anime stupendo, assolutamente da vedere, anche se non è adatto ai bambini.
Voto finale 10.


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Fuby B.

Episodi visti: 39/39 --- Voto 7
Caro fratello viene da un manga finito di stampare nel 1991 e disegnato niente meno che da Riyoko Ikeda, autrice di colonne portanti quali Orpheus ma soprattutto Lady Oscar.
Grazie al successo del manga, è stata realizzata la serie animata, trasmessa anche svariate volte in Italia dal canale "Italia7Gold".
Rispetto alle altre opere dell'autrice, Caro fratello non è ambientato nel passato e non copre un grande arco temporale, ma si svolge durante gli anni '80 nella prestigiosa scuola superiore femminile Seiran, nel corso di un solo anno scolastico.
Il fulcro di questo anime sono i misteri e i problemi che ruotano attorno ai vari personaggi della serie, che si scoprono via via che gli episodi proseguono e che sono quasi tutti nati durante l'infanzia, stravolgendo così la vita e la psiche di coloro che li hanno vissuti.
Protagonista è Nanako Misonoo, una ragazzina di 14 anni, bella come una bambola e fragile solo all'apparenza.
Nanako vince le elezioni come membro della Sorority; un'associazione studentesca che vanta le più brave, belle e ricche ragazze dell'istituto.
Essendo però Nanako"solamente" figlia di un professore e di una casalinga, la sua ammissione alla Sorority non viene vista di buon occhio dalla maggior parte delle altre ragazze della scuola che iniziano a maltrattarla e a farle i dispetti.
A fianco di Nanako si raduna però per fortuna un piccolo gruppo di ragazze (alcune anche di 2 anni più grandi) , tutte molto strane e dai caratteri particolari, tutte che nascondono uno o più scheletri nell'armadio, ma soprattutto, tutte molto popolari all'interno dell'istituto.
È così che la trama di Caro Fratello prende piede e si infittisce; svelando intrighi e gelosie, problemi familiari, amori irrisolti e drammi di ogni tipo, tutti legati al gruppo di ragazze più strano e variegato che mi sia capitato di vedere in un anime.
Ciò che salta subito agli occhi, è il pathos che l'autrice ha voluto dare alla trama e che a mio avviso però in alcune vicende è inappropriato e stucchevole.
È vero che l'anime in questione è ambientato quasi 20 anni fa, ma non credo che le adolescenti giapponesi dell'epoca reagissero nello stesso modo (a mio avviso esagerato) sia per la scoperta di essere figlia di una ragazza madre che per il litigio (peraltro stupido) con la propria migliore amica!
A mio avviso Caro Fratello è un bell'anime; è simile ad un dolce incubo dal quale sembra che non ci si possa svegliare più, ma per i troppi colpi di scena e soprattutto per le reazioni dei personaggi è davvero esagerato!
Non ho niente da ridire invece sugli splendidi disegni e sulla storia d'amore mai iniziata tra Saint Just e Nanako che è a mio avviso davvero struggente e bella.
Consiglio Caro Fratello a chi voglia farsi una cultura sugli Shojo drammatici anni '80 e a tutti coloro che amano drammi, intrighi e phatos.

simona

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simona

Episodi visti: 26/39 --- Voto 8
Caro fratello è una serie che, a mio parere, nonostante presenti un'accurata descrizione della psicologia femminile con molteplici "topoi" di donna, risulta, per certi versi, abbozzata anche a causa della brevità del manga. Altro elemento un pò analogo è l'androginia che riveste sempre un ruolo fondamentale nelle opere dell'autrice. Il prodotto resta comunque un affresco disincantato delle varie forme in cui vengono esternati (amore, odio, amicizia...). Stupenda la sigla dei cavalieri del re!

daniela

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daniela

Episodi visti: 39/39 --- Voto 10
Attenzione: la recensione contiene spoiler

Chi ha amato "Lady Oscar" non può che apprezzare quest'altra opera di Riyoko Ikeda, che però è di tutt'altro genere, ambientata in un contesto quasi esclusivamente femminile, toccando temi che ad esempio in "Lady Oscar" erano solamente sfiorati, come quello dell'omosessualità: l'azione si svolge infatti in un collegio per ragazze.

In quest'opera, molto introspettiva della psicologia femminile, c'è una gamma molto variegata di personaggi nei quali ognuno può riconoscersi. Le tipologie rappresentate sono moltissime: la ragazzina ingenua che scopre a poco a poco le cattiverie del mondo (Nanako, la protagonista), l'amica solida con i piedi ben piantati a terra che la riporta alla realtà (Tomoko, l'amica di sempre), le personalità dominanti (Fukiko) e quelle problematiche (Mariko), quelle apparentemente vincenti e invece fragili (Kaoru) e infine quelle tormentate e imprevedibili (Rei). Naturalmente non mancano rivalità, invidie, gelosie, rapporti problematici con i genitori e tra fratelli, dipendenza (in questo caso da farmaci), ma anche amicizia, affetto, dedizione e ammirazione mista ad attrazione per persone dello stesso sesso. In questo anime la protagonista (Nanako) ha un ruolo un po' anomalo, direi quasi passivo. Infatti è attraverso i suoi occhi che vediamo snodarsi le vicende dei vari personaggi a lei legati, nel bene e nel male. Il tema dominante sembra essere i rapporti che legano tra loro Rei e Fukiko e Kaoru: i conflitti tra Rei e Fukiko che vedono la prima, apparentemente così forte e ammirata dalle altre ragazze, subire in maniera passiva la tirannia dell'altra che sembra provare una certa perversione nel tormentarla e poi in qualche modo soccorrerla, spiazzando così la povera ragazza e rendendola succube. Poi c'è il rapporto di amicizia profonda che lega Kaoru a Rei. la quale ritrova una parvenza di normalità solo quando è in presenza dell'amica che la sprona e la incita a ribellarsi al dispotismo di Fukiko; tra le due ragazze c'è una forma di complicità e solidarietà assai forte che va ben oltre l'amicizia. Solo Rei è a conoscenza del segreto di Kaoru ed è solo a lei che quest'ultima si rivolge quando ha bisogno di aiuto, sostenendo a sua volta l'altra nei momenti difficili. Infine c'è Nanako che, attratta dalla sua personalità complessa e affascinante, si innamora di Rei che ha nei suoi confronti un atteggiamento ora di affetto, ora di indifferenza.

In quest'anime le figure maschili sono messe un po' in ombra, nonostante il titolo, e solo verso il finale acquistano rilevanza e spessore, diventando determinanti e risolutive e dando una nuova luce alla storia. Aggiungerei infine che, negli episodi in cui viene promossa la petizione per abolire la Sorority, si avvertono alcuni sprazzi di lotta di classe, di abbattimento di privilegi e ricerca di uguaglianza che hanno caratterizzato la tematica pro-rivoluzionaria di "Lady Oscar".

Ivan180378

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Ivan180378

Episodi visti: 39/39 --- Voto 7
Caro Fratello è una serie animata di 39 episodi, che gode sin da subito della stupenda sigla italiana dei Cavalieri del Re. E già questo, è un buon modo per cominciare. Si raccontano le storie scolastiche e sentimentali di una ragazzina appena entrata al liceo. L'anime è bello per quel che concerne le immagini, la fotografia. Molto bella è poi la caratterizzazione dei personaggi e la loro animazione. La regia però pecca nelle scene d'azione! ;) Lo ritengo un anime per adulti dati i diversi rapporti ambigui che vi sono rappresentati. Il voto non sale oltre il 7 proprio a causa di questi rapporti ambigui che nell'anime non vengono chiariti, e lasciano lo spettatore un po' smarrito. I comportamenti di FUKIKO e REI risultano spesso addirittura contrastanti. Diciamo che vale sicuramente la pena di vederlo, e piacerà a chiunque ami gli shojo e abbia una certa maturità. A me è piaciuto. Ripeto: non piaciutissimo. Un altro lato che gli fa perdere punti è l'eccessivo peso dato alla morte di Saint Just: ben due-tre puntate continuano a martellare su questo argomento portando al tedio lo spettatore.
Bello, da guardare, non bellissimo.

Antoine

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Antoine

Episodi visti: 39/39 --- Voto 10
Caro Fratello... (titolo originale Oniisama he...) è una serie animata di 39 episodi del 1991, tratta dall'omonimo manga di Riyoko Ikeda (autrice di Lady Oscar), pubblicato per la prima volta nel 1975. Nel suo staff vi sono componenti di prim'ordine, a partire dal regista Osamu Dezaki, alla sceneggiatrice Tomoko Konparu (NANA, Nodame Cantabile) al character designer Akio Sugino (Jenny la tennista, Black Jack, Occhi di gatto, Rocky Joe...).
La serie è arrivata in Italia nel 1995 grazie a Yamato Video, che la pubblicò in 10 VHS senza censure, mentre il manga arrivò negli stessi anni per mezzo di Star Comics che lo pubblicò in 4 volumetti. E' soltanto nel 2003 però, che viene trasmesso sulle reti di Italia 7 Gold e per l'occasione I Cavalieri del Re hanno inciso una nuova canzone per la sigla.
La trama è complessa e articolata e ruota intorno a molti personaggi, ma a farla da padrone sono la giovane protagonista Nanako Misono e le tre donne con cui dovrà incontrarsi/scontrarsi: Rei Asaka, Kaoru Orihara e Fukiko Ichinomiya. La storia inizia proprio quando la giovane Nanako entra al liceo, il famoso Istituto Seiran, scuola elitaria per giovani di buona famiglia. Fra le molte ragazze, alcune godono di particolari privilegi in base all'aspetto, all'educazione e al ceto, facendo parte dell'esclusivo Sorority Club. A capo di quest'organizzazione c'è Fukiko Ichinomiya, da tutte soprannominata 'Lady Miya', la quale assomiglia in modo impressionante alla Maria Antonietta di Lady Oscar. Nanako seppur controvoglia si troverà a far parte di quel mondo fatto di pregiudizi e false amicizie. Le altre due figure dominanti sono Rei Asaka detta 'Saint Just', ragazza difficoltosa e piuttosto mascolina (ricalcata sulla figura di Oscar), che fa un uso spopositato di medicinali e Kaoru Orihara chiamata 'Principe Kaoru', membro del team di basket con gravi problemi di salute.
Il primo anno al Seiran per Nanako sarà arduo e difficoltoso, ma alla fine avrà conquistato una maggiore sicurezza in se stessa. Il titolo si riferisce al fatto che Nanako racconta ogni sua vicenda in delle lettere che invia ad un giovane professore, Takehiko Henmi, al quale chiese di essere 'il suo fratello maggiore', in quanto lei era figlia unica. Altri personaggi di rilievo sono: Tomoko, la dolce e allegra miglior amica di Nanako, Mariko altra sua amica che ha gravi disagi in famiglia, Takashi il fratello di Fukiko e Aya Misaki, arrogante coetanea della protagonista.
La serie è realizzata con molta cura, ricca di dettagli grafici e simbolici, sorretta da un'ottima regia e da animazioni che faranno rimpiagere la terribile crisi degli anni '90. Non si tratta di un prodotto per tutti, giacché tutto è basato su riflessioni psicologiche femminili, pervase da quell'aria di indipendenza tipica delle donne fragili e forti allo stesso tempo create dalla Ikeda. Un anime che deve essere assolutamente visto da un fan di Riyoko Ikeda o degli shojo classici degli anni '70-80 mentre dev'essere evitato da un pubblico che cerca lotta, scontri e azione.
Yamato Video ha ripubblicato la serie in due box, contenenti quattro dischi ciascuno. Il master video usato è migliore di quello delle vhs, con colori definiti e limpidi; l'audio è un triste mono un po' ovattatato, la versione giapponese ha invece una traccia stereo ma può solo essere vista con i sottotitoli impressi. Il doppiaggio è molto buono per tutti i personaggi principali e i comprimari, mentre ci sono diversi cambi vocalici tra le comparse, in particolar modo non sono ben definite le voci dei membri più anziani della Sorority, anche se da un certo punto della serie Monna Lisa e Borgia acquistano le voci fisse di Barbara De Bortoli e Laura Lenghi. Il prezzo è di € 49,99 cad.

Cast italiano:
Nanako Misono: Beatrice Margiotti
Fukiko Ichinomiya: Rosalinda Galli
Rei Asaka: Stefania Patruno
Kaoru Orihara: Alessandra Cassioli
Tomoko Arikura: Ilaria Latini
Mariko Shinobu: Monica Ward
Takehiko Henmi: Guido Cavalleri(ep.01), Vittorio Guerrieri (ep.succ.)
Aya Misaki: Laura Latini
Madre di Mariko: Rita Baldini
Lady Monna Lisa: Barbara De Bortoli
Lady Borgia: Laura Lenghi