Banner of the Stars
"Banner of the Stars", space opera nata dalla penna di Hiroyuki Morioka sotto la forma di romanzi di fantascienza, diviene, agli inizi del nuovo millennio, un anime che a mio avviso entra di diritto tra i migliori esponenti del genere.
La trama prende inizio tre anni dopo gli eventi narrati in "Crest of the Stars" e presenta la vita di tutti giorni su un'astronave militare, la Basroil. Una nave un po' particolare, poiché ospita a bordo la principessa Lafiel e il conte Jinto, i due personaggi principali della serie. La suddetta astronave è una semplice nave d'attacco dell'impero degli Abh, una razza derivata dagli uomini per mezzo dell'ingegneria genetica. L'impero degli Abh era stato già impegnato in una dura guerra, finita in una tregua armata tre anni prima, contro la federazione degli umani.
Dalle premesse potrebbe sembrare una serie banale e scontata, ma è ben lontana dal potere essere descritta in quel modo. La pace prima o poi si sa, finisce. Scoppia una nuova guerra tra Abh e umani, così i nostri eroi vengono catapultati, con l'avanzare degli episodi, al centro del ciclone senza potere far nulla per evitarlo. Il punto di forza della serie è proprio questo, il modo in cui viene evidenziata l'impotenza di fronte alle scelte compiute dai comandati dell'esercito, mostrati sempre distaccati e freddi rispetto ai sacrifici che impongono alle loro flotte.
Sotto il punto di vista grafico la serie è abbastanza curata, a volte nelle scene di battaglie vengono ripetute alcune animazioni un po' troppo spesso, ma nulla che pregiudichi la gradevolezza generale dell'opera. Una cosa che mi ha particolarmente colpito è stata la bravura nell'evidenziare le differenze nelle espressioni facciali tra gli Abh, generalmente fredde e poco emotive, e gli umani, decisamente più capaci di fare trasparire lo stato emotivo degli individui.
Tirando le somme "Banner of the Stars" è una serie che mi sento in dovere di consigliare a qualsiasi amante della fantascienza di stampo classico, assegnandogli un bel 9.
La trama prende inizio tre anni dopo gli eventi narrati in "Crest of the Stars" e presenta la vita di tutti giorni su un'astronave militare, la Basroil. Una nave un po' particolare, poiché ospita a bordo la principessa Lafiel e il conte Jinto, i due personaggi principali della serie. La suddetta astronave è una semplice nave d'attacco dell'impero degli Abh, una razza derivata dagli uomini per mezzo dell'ingegneria genetica. L'impero degli Abh era stato già impegnato in una dura guerra, finita in una tregua armata tre anni prima, contro la federazione degli umani.
Dalle premesse potrebbe sembrare una serie banale e scontata, ma è ben lontana dal potere essere descritta in quel modo. La pace prima o poi si sa, finisce. Scoppia una nuova guerra tra Abh e umani, così i nostri eroi vengono catapultati, con l'avanzare degli episodi, al centro del ciclone senza potere far nulla per evitarlo. Il punto di forza della serie è proprio questo, il modo in cui viene evidenziata l'impotenza di fronte alle scelte compiute dai comandati dell'esercito, mostrati sempre distaccati e freddi rispetto ai sacrifici che impongono alle loro flotte.
Sotto il punto di vista grafico la serie è abbastanza curata, a volte nelle scene di battaglie vengono ripetute alcune animazioni un po' troppo spesso, ma nulla che pregiudichi la gradevolezza generale dell'opera. Una cosa che mi ha particolarmente colpito è stata la bravura nell'evidenziare le differenze nelle espressioni facciali tra gli Abh, generalmente fredde e poco emotive, e gli umani, decisamente più capaci di fare trasparire lo stato emotivo degli individui.
Tirando le somme "Banner of the Stars" è una serie che mi sento in dovere di consigliare a qualsiasi amante della fantascienza di stampo classico, assegnandogli un bel 9.
Ho avuto modo di vedere tutta la serie di sekai no seki compresi i due OAV. Per quanto in realtà rimanga inconclusa posso tranquillamente affermare che mi ha conquistato. Se siete amati del genere "Star Wars" questo fa per voi. Ottime musiche, stupende sia la Opening sia la Ending. Eccellente la caratterizzazione dei personaggi. Nessuna divagazione nell'introduzione di nuove figure non funzionali alla storia (molto evidente in questo caso la derivazione da delle vere novel). Le scene di battaglia sono ben congegnate anche se a volte solo immaginate. Ottimo il "lavoro" fatto per far comprendere una cultura aliena come quella degli Abh. Dal punto di vista dell'animazione il tratto risulta molto semplice e forse un pò datato, ma è apprezzabile. Qualche scena (soprattutto di battaglia) un pò troppo ripetuta. In definitiva: consigliato!
La serie, una space opera, narra le avventure del conte Jinto e della principessa Lafiel, due personaggi nativi di mondi diametralmente opposti come stili di vita, che le circostanze faranno incontrare su di un'astronave e che insieme percorreranno diverse avventure in vari ambienti che, ovviamente, non saranno molto amichevoli... Durante queste avventure prenderete conoscenza del loro universo, conteso da diverse fazioni dove una di queste, l'impero Ahb, ha la parte predominante della storia, essendo anche Lafiel appartenente ad esso.
I dialoghi, le ambientazioni e gli effetti sonori della versione originale sono all'altezza delle migliori produzioni nipponiche, i dialoghi in inglese sono leggermente al di sotto del pathos che invece si avverte in lingua originale, ma comunque buoni. La storia regge benissimo dal primo all'ultimo episodio, senza cadere in ripetuti cliché, e nei 13 episodi l'azione si sposta dallo spazio alla terraferma con un ottima continuità, trovando anche il tempo di costruire piccole ma interessanti storie parallele, che verranno riprese nelle serie successive.
I dialoghi, le ambientazioni e gli effetti sonori della versione originale sono all'altezza delle migliori produzioni nipponiche, i dialoghi in inglese sono leggermente al di sotto del pathos che invece si avverte in lingua originale, ma comunque buoni. La storia regge benissimo dal primo all'ultimo episodio, senza cadere in ripetuti cliché, e nei 13 episodi l'azione si sposta dallo spazio alla terraferma con un ottima continuità, trovando anche il tempo di costruire piccole ma interessanti storie parallele, che verranno riprese nelle serie successive.