Astroganga
"Astroganga" è stato uno dei primi anime robotici classici degli anni Settanta, in Giappone uscì poco prima di "Mazinger Z".
Si tratta di una serie di 26 episodi che ha per protagonista, appunto, Ganga un robot senziente dotato di una propria coscienza che combatte entrando in simbiosi con Charlie un bambino la cui mamma proviene da pianeta Kantaros, insieme al metallo “animato” che ha permesso la costruzione di Ganga. Il robot deve combattere con degli invasori alieni, i Blaster, che mirano alla Terra per ottenere l’ossigeno di cui hanno necessità.
Essendo un anime del 1972, ovviamente la sua grafica risulta piuttosto datata, tuttavia il design e lo stile di questo robottone mi erano tutto sommato graditi quando lo vidi da bambino nei primi anni Ottanta e mi risultano tali anche ora che l’ho rivisto per interno dopo tanti anni. Astroganga ha una serie di caratteristiche abbastanza peculiari in effetti: in primo luogo il fatto di essere un robot senziente come detto; inoltre ha un rapporto simbiotico col suo “pilota” Charlie, cosa abbastanza inconsueta, per non dire unica, tra i robottoni classici (forse solo i piloti di Gakeen si univano al robot secondo una modalità altrettanto simbiotica, tuttavia Gakeen non era un robot senziente) e non dispone di alcuna arma e in pratica combatte con la sola forza fisica, cosa che non si riscontra in altri robottoni, tutti molto dotati di armi e poteri. Nei suoi scontri con le forze dei Blaster, Ganga affronta sia robot (più frequentemente), sia mostri organici, secondo varie modalità. Ovviamente è una serie semplice che scorre lineare e misurata, ma nel suo genere apprezzabile: essa riflette certi canoni della fantascienza più anni 50-60 e si segnala anche per le piacevoli musiche di sottofondo e per una sigla in versione italiana davvero notevole, come quelle di altri robottoni coevi quali ad esempio Diapolon, Daikengo, Gordian.
Il finale poteva esser un po’ meglio curato, comunque si lascia ricordare per il suo canone drammatico e un po’ commovente che mostra l’affetto di Ganga per il piccolo Charlie. Visto anche il suo ruolo fortemente pioneristico nel genere robotico, malgrado non abbia picchi particolari, "Astroganga", nell’insieme, per me può meritare comunque un 8.
Si tratta di una serie di 26 episodi che ha per protagonista, appunto, Ganga un robot senziente dotato di una propria coscienza che combatte entrando in simbiosi con Charlie un bambino la cui mamma proviene da pianeta Kantaros, insieme al metallo “animato” che ha permesso la costruzione di Ganga. Il robot deve combattere con degli invasori alieni, i Blaster, che mirano alla Terra per ottenere l’ossigeno di cui hanno necessità.
Essendo un anime del 1972, ovviamente la sua grafica risulta piuttosto datata, tuttavia il design e lo stile di questo robottone mi erano tutto sommato graditi quando lo vidi da bambino nei primi anni Ottanta e mi risultano tali anche ora che l’ho rivisto per interno dopo tanti anni. Astroganga ha una serie di caratteristiche abbastanza peculiari in effetti: in primo luogo il fatto di essere un robot senziente come detto; inoltre ha un rapporto simbiotico col suo “pilota” Charlie, cosa abbastanza inconsueta, per non dire unica, tra i robottoni classici (forse solo i piloti di Gakeen si univano al robot secondo una modalità altrettanto simbiotica, tuttavia Gakeen non era un robot senziente) e non dispone di alcuna arma e in pratica combatte con la sola forza fisica, cosa che non si riscontra in altri robottoni, tutti molto dotati di armi e poteri. Nei suoi scontri con le forze dei Blaster, Ganga affronta sia robot (più frequentemente), sia mostri organici, secondo varie modalità. Ovviamente è una serie semplice che scorre lineare e misurata, ma nel suo genere apprezzabile: essa riflette certi canoni della fantascienza più anni 50-60 e si segnala anche per le piacevoli musiche di sottofondo e per una sigla in versione italiana davvero notevole, come quelle di altri robottoni coevi quali ad esempio Diapolon, Daikengo, Gordian.
Il finale poteva esser un po’ meglio curato, comunque si lascia ricordare per il suo canone drammatico e un po’ commovente che mostra l’affetto di Ganga per il piccolo Charlie. Visto anche il suo ruolo fortemente pioneristico nel genere robotico, malgrado non abbia picchi particolari, "Astroganga", nell’insieme, per me può meritare comunque un 8.
Astroganga è un anime che segna un passo decisamente diverso rispetto a come si sono sempre intesi i mecha, con le storie che vengono raccontate al loro interno, e un modo di interpretare le saghe inerenti a questo genere in maniera completamente diversa. Difatti siamo di fronte a un'opera dal punto di vista narrativo davvero ben fatta, se si pensa che uno degli elementi che compone la trama è la simbiosi tra umano e automa, mai così marcata come negli argomenti presenti in quest'anime.
Siamo qui di fronte a un dilemma di asimoviana memoria, ovvero l'anello mancante tra uomo e robot che in quest'opera è una vera e propria fusione delle due entità, che si manifestano attraverso il protagonista.
Una storia, questa, basata su un'intenzione a mio avviso ben precisa: dare la mimica all'inanimato, rendere ciò che ha sempre uno stesso disegno un disegno continuamente diverso, dare vita a ciò che apparentemente ai nostri occhi sembra non essere così.
Si possono fare tanti discorsi legati ai mecha, in cui la distruzione di massa, la conquista del mondo e la dominazione cosmica rappresentano degli elementi sempre di primo piano, specie nelle opere di nagaiana memoria, le quali, tra trilogie e robot molto più famosi di questo, hanno contribuito a delineare l'immagine robotica sempre fiera e sicura, ma sicuramente senz'anima.
Questa è un'opera che ci dice l'esatto opposto, ovvero che anche un robot, come accadeva nel Mago Di Oz, può avere un cuore, un'anima e coraggio da vendere e manifestare attraverso diverse emozioni.
Di qui l'unione perfetta del robot con la sete di giustizia del protagonista umano, il quale senza di lui, sarebbe davvero di un corpo privato della testa; ma se utilizzassimo quest'ultima definizione, saremmo di fronte ai mecha già conosciuti. Invece qui saremmo di fronte a un corpo privato di un altro corpo, in egual modo seppur con una diversa entità.
E in quest'opera passa in secondo piano il discorso mecha legato alle invasioni del nostro pianeta, ai cattivi che con armi sempre più sofisticate ne tentano la conquista. Quello che l'autore ci vuol far capire in quest'anime è un messaggio ben diverso dal post-atomismo e dalla robotica a fini di giustizia. Il messaggio dell'autore è un messaggio di pace, di pace universale, o come si direbbe meglio in un mecha, di una pace dell'intero cosmo, una pace cosmica, in cui forze aliene in un contesto robotico e forze umane nel medesimo contesto si alleano uniformandosi in un'unica entità rappresentata dal robot protagonista di quest'opera. Perchè un simbolo di speranza in un mondo devastato dal male moderno va sempre inserito e preso in considerazione.
E qui sta il caso rappresentato da quest'anime, che vuole lanciare proprio questo messaggio di pace, pur dovendo lottare con alieni che ne ostacoleranno questa simbiosi.
In un certo senso Astroganga ricorda le attuali trame di un attuale famoso cartone di nome Ben 10. Se vi è piaciuto quello, allora perché non guardare un prodotto nipponico seppur datato che lo ricorda da molto vicino?
Astroganga è un titolo assolutamente consigliatissimo e da vedere!
Siamo qui di fronte a un dilemma di asimoviana memoria, ovvero l'anello mancante tra uomo e robot che in quest'opera è una vera e propria fusione delle due entità, che si manifestano attraverso il protagonista.
Una storia, questa, basata su un'intenzione a mio avviso ben precisa: dare la mimica all'inanimato, rendere ciò che ha sempre uno stesso disegno un disegno continuamente diverso, dare vita a ciò che apparentemente ai nostri occhi sembra non essere così.
Si possono fare tanti discorsi legati ai mecha, in cui la distruzione di massa, la conquista del mondo e la dominazione cosmica rappresentano degli elementi sempre di primo piano, specie nelle opere di nagaiana memoria, le quali, tra trilogie e robot molto più famosi di questo, hanno contribuito a delineare l'immagine robotica sempre fiera e sicura, ma sicuramente senz'anima.
Questa è un'opera che ci dice l'esatto opposto, ovvero che anche un robot, come accadeva nel Mago Di Oz, può avere un cuore, un'anima e coraggio da vendere e manifestare attraverso diverse emozioni.
Di qui l'unione perfetta del robot con la sete di giustizia del protagonista umano, il quale senza di lui, sarebbe davvero di un corpo privato della testa; ma se utilizzassimo quest'ultima definizione, saremmo di fronte ai mecha già conosciuti. Invece qui saremmo di fronte a un corpo privato di un altro corpo, in egual modo seppur con una diversa entità.
E in quest'opera passa in secondo piano il discorso mecha legato alle invasioni del nostro pianeta, ai cattivi che con armi sempre più sofisticate ne tentano la conquista. Quello che l'autore ci vuol far capire in quest'anime è un messaggio ben diverso dal post-atomismo e dalla robotica a fini di giustizia. Il messaggio dell'autore è un messaggio di pace, di pace universale, o come si direbbe meglio in un mecha, di una pace dell'intero cosmo, una pace cosmica, in cui forze aliene in un contesto robotico e forze umane nel medesimo contesto si alleano uniformandosi in un'unica entità rappresentata dal robot protagonista di quest'opera. Perchè un simbolo di speranza in un mondo devastato dal male moderno va sempre inserito e preso in considerazione.
E qui sta il caso rappresentato da quest'anime, che vuole lanciare proprio questo messaggio di pace, pur dovendo lottare con alieni che ne ostacoleranno questa simbiosi.
In un certo senso Astroganga ricorda le attuali trame di un attuale famoso cartone di nome Ben 10. Se vi è piaciuto quello, allora perché non guardare un prodotto nipponico seppur datato che lo ricorda da molto vicino?
Astroganga è un titolo assolutamente consigliatissimo e da vedere!
Astroganga sembrerebbe una di quelle serie destinate ad un pubblico fanciullesco, ma, secondo me, è una di quelle serie che si riguardano sempre con piacere. La storia è molto semplice, ma scorre in maniera fluida e lineare senza un nesso di congiunzione tra gli episodi che però sono tutti sulla stessa logica della lotta infinita tra Bene e Male.
La particolarità della serie è che i Blaster prendono l'aspetto di un essere umano ed sono tutti numerati.
Molto bella anche la caratterizzazione del piccolo protagonista che è in simbiosi con Ganga grazie al medaglione che porta sul petto.
La particolarità della serie è che i Blaster prendono l'aspetto di un essere umano ed sono tutti numerati.
Molto bella anche la caratterizzazione del piccolo protagonista che è in simbiosi con Ganga grazie al medaglione che porta sul petto.
Uno dei primissimi "robottoni" in assoluto, questo "Astroganga" era più la rappresentazione di un qualcosa di magico anziché un prodigio tecnologico come potevano essere i suoi quasi contemporanei colleghi Nagaiani.
E sì... perché Astroganga era un eroe "vivo" costituito da "metallo vivente" forgiato nel magma di un vulcano sottomarino dalla madre del co-protagonista: il bimbo Charlie che poteva simbioticamente diventare parte stessa di Ganga e renderlo fortissimo. Il prodotto finale vede una storia piuttosto drammatica pur nella sua estrema semplicità. Ganga e Charlie sono due eroi senza macchia e senza paura che combattono contro i perfidi Blasters. Questa serie, molto più di altre, porta con sé gli acciacchi degli anni. Se siete interessati ad un po' di "archeologia dell'animazione" e riuscite a trovarne in giro qualche copia (a quanto ne so è difficilissimo) allora questo "Astroganga" potrebbe essere di qualche interesse.
E sì... perché Astroganga era un eroe "vivo" costituito da "metallo vivente" forgiato nel magma di un vulcano sottomarino dalla madre del co-protagonista: il bimbo Charlie che poteva simbioticamente diventare parte stessa di Ganga e renderlo fortissimo. Il prodotto finale vede una storia piuttosto drammatica pur nella sua estrema semplicità. Ganga e Charlie sono due eroi senza macchia e senza paura che combattono contro i perfidi Blasters. Questa serie, molto più di altre, porta con sé gli acciacchi degli anni. Se siete interessati ad un po' di "archeologia dell'animazione" e riuscite a trovarne in giro qualche copia (a quanto ne so è difficilissimo) allora questo "Astroganga" potrebbe essere di qualche interesse.