Tekkaman Blade
"Tekkaman Bkade" è al momento il migliore reboot/rebuild di un anime che fa parte della storia dell’animazione mondiale, non solo giapponese e non solo della Tatsunoko.
Una story non banale, un mecha design che reputo davvero fashion e d’impatto, un chara adulto e ben delineato. Dal punto di vista tecnico c’è da segnalare la mancanza della spicciola e invadente computer grafica.
Spero che prima o poi si possa editare in Italia la versione originale giapponese, ottima, comprese le opening e le ending create per essa.
Una story non banale, un mecha design che reputo davvero fashion e d’impatto, un chara adulto e ben delineato. Dal punto di vista tecnico c’è da segnalare la mancanza della spicciola e invadente computer grafica.
Spero che prima o poi si possa editare in Italia la versione originale giapponese, ottima, comprese le opening e le ending create per essa.
"Tekkaman Blade" (o meglio "Tecnoman", come è stato commercializzato dalla Saban in Occidente) è un remake della serie anni '70 -'80 della Tatsunoko, caratterizzata però da un tratto più "fumetto americano" che mi ha reso difficile capire la reale provenienza di questa serie.
Come altre serie adattate e/o prodotte dal papà dei "Power Rangers", anche questa serie è andata in onda prima su Mediaset (con sigla di Marco Destro), anche se in questo caso è passata in sordina, e poi su FoxKids/K2.
Premetto che ho seguito solo la versione occidentale, con tutti i cambi apportati dalla Saban: tagli di scene, nomi occidentalizzati e periodo (siamo in un lontano futuro nell'originale, alla fine del XXI secolo nella versione americana, riprendendo così quel Terzo Millennio utopico che era il sogno dell'Occidente negli anni '90). Per lo più, la casa di produzione del signor Haim Saban ha prodotto due versioni in lingua inglese con alcuni nomi di personaggi diversi fra loro: una trasmessa negli USA e una usata per i doppiaggi in Occidente, fra cui il nostro. Come se non bastasse, il doppiaggio italiano ha pure modificato alcuni nomi della versione americana: infatti, anziché avere il Tecnoman Blade noi abbiamo come protagonista il Tecnoman Brando! Quindi la versione italiana è un po' un macello, malgrado i nostri doppiatori facciano un bel lavoro sui loro personaggi. Menzione d'onore per Patrizio Prata sul protagonista Brando/Nick (scusate ma uso i nomi italiani) in uno forse dei suoi primi ruoli come personaggio principale.
Tuttavia, va detto che la sigla strumentale americana di questa serie spacca di brutto! Andate a sentirla e ne rimarrete rapiti! Posso dire che è quasi una droga (ma, va beh, il principale collaboratore di Saban è Shuki Levy, un musicista: se non s'intende lui di queste cose!).
Ma il motivo per cui non mi sento di bocciare quest'adattamento è che la trama americana (con tutti i suoi difetti) non dà una storia banale, ma una bella storia supereroica al livello dei cartoni animati di supereoi di produzione Saban di quel periodo: malgrado tutto la storia riesce ad essere seria.
Lo scontro finale fra Brando e il Big Bad Tenebra (Darkon nel doppiaggio americano, nome originale Omega) fa comunque sentire come nei tecknomen nemici rimane qualcosa della loro umanità e dei legami che avevano.
Attenzione, questa parte contiene spoiler
Tenebra e gli altri Tecknoman sono parenti/amici di Brando. Furono rapiti e convertiti in guerrieri per gli alieni, ma Brando riuscì a scappare prima di diventare malvagio. Ciò è valido in tutte le versioni!
Come altre serie adattate e/o prodotte dal papà dei "Power Rangers", anche questa serie è andata in onda prima su Mediaset (con sigla di Marco Destro), anche se in questo caso è passata in sordina, e poi su FoxKids/K2.
Premetto che ho seguito solo la versione occidentale, con tutti i cambi apportati dalla Saban: tagli di scene, nomi occidentalizzati e periodo (siamo in un lontano futuro nell'originale, alla fine del XXI secolo nella versione americana, riprendendo così quel Terzo Millennio utopico che era il sogno dell'Occidente negli anni '90). Per lo più, la casa di produzione del signor Haim Saban ha prodotto due versioni in lingua inglese con alcuni nomi di personaggi diversi fra loro: una trasmessa negli USA e una usata per i doppiaggi in Occidente, fra cui il nostro. Come se non bastasse, il doppiaggio italiano ha pure modificato alcuni nomi della versione americana: infatti, anziché avere il Tecnoman Blade noi abbiamo come protagonista il Tecnoman Brando! Quindi la versione italiana è un po' un macello, malgrado i nostri doppiatori facciano un bel lavoro sui loro personaggi. Menzione d'onore per Patrizio Prata sul protagonista Brando/Nick (scusate ma uso i nomi italiani) in uno forse dei suoi primi ruoli come personaggio principale.
Tuttavia, va detto che la sigla strumentale americana di questa serie spacca di brutto! Andate a sentirla e ne rimarrete rapiti! Posso dire che è quasi una droga (ma, va beh, il principale collaboratore di Saban è Shuki Levy, un musicista: se non s'intende lui di queste cose!).
Ma il motivo per cui non mi sento di bocciare quest'adattamento è che la trama americana (con tutti i suoi difetti) non dà una storia banale, ma una bella storia supereroica al livello dei cartoni animati di supereoi di produzione Saban di quel periodo: malgrado tutto la storia riesce ad essere seria.
Lo scontro finale fra Brando e il Big Bad Tenebra (Darkon nel doppiaggio americano, nome originale Omega) fa comunque sentire come nei tecknomen nemici rimane qualcosa della loro umanità e dei legami che avevano.
Attenzione, questa parte contiene spoiler
Tenebra e gli altri Tecknoman sono parenti/amici di Brando. Furono rapiti e convertiti in guerrieri per gli alieni, ma Brando riuscì a scappare prima di diventare malvagio. Ciò è valido in tutte le versioni!
Non ho mai seguito le puntate del Tekkaman originale, ed allora ho colto solo parzialmente il loro collegamento, ma questa versione occidentalizzata mi piaceva molto, e ricordo che tra gli aspetti secondo me migliorabili c'era in primis l'entrata di Brando nel gruppo dei difensori terrestri. Inizialmente sembrava una cosa che sarebbe andata per gradi, non vi era una eccessiva ostilità, solo una giustificata diffidenza, ma tra l'irruenza del biondo Ringo e la solitudine di Brando si sperava ci volesse il giusto tempo perchè andassero d'accordo. Dopo invece i primi episodi ed una sonora scazzottata tra i due galletti, le successive avventure mostrano un affiatamento consolidato, se non nell'amicizia... quasi. Anche Star, la ragazza che si fiderà per prima del misterioso ragazzo, mostra da subito un atteggiamento che già spiattella che ci sarà da parte sua qualcosa di più. Per il resto la trama ha dei punti prevedibili, tipo tute meccaniche più potenti per la resistenza terrestre, Brando che si potenzia a discapito della salute... insomma la storia viene resa sufficientemente lineare, è questo non è un male, semmai un limite. Ho letto che dei 49 episodi solo 42 sono arrivati da noi, questo spiega alcune cose, ma dubito che le puntate mancanti siano la sola causa dell'affiatamento veloce dei protagonisti, o almeno lo spero, in quanto prelevare 7 episodi dalla prima decina sarebbe un vandalismo bello e buono. Certo è anche vero che gli adattamenti americani sono famosi, basta ricordare i tappi di sughero e le bocche richiuse di One Piece per pensar male, oltretutto non ricordo affatto il finale, e quindi potrebbe anche essere stato quello il vero oggetto della velocizzazione, un'ipotesi ancora peggiore, trattandosi del momento più atteso dallo spettatore. Bisogna sperare che le puntate fossero distribuite il più possibile nella serie, ma tralasciando queste supposizioni inutili, l'opinione che mi è rimasta di Tekkaman Blade è positiva. La giudico una bella serie.