Maps - La Leggenda dell'uragano di luce
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Introduzione
È una serie piuttosto strana e insolita. Voglio dire, ormai sono abituato agli isekai, è uno dei miei sottogeneri preferiti, ed è anche quello in cui mi immedesimo di più; il senso del mistero, del segreto che si rivela a poco a poco o verso la fine è sempre una garanzia, poiché funge da scena madre. Questa serie ha del potenziale: la trama si sviluppa a poco a poco con lo svilupparsi ed evolversi dei personaggi, le cui scelte, decisioni, fanno fare un salto di qualità a questa. Ma presenta anche delle lacune pesanti che si fanno sentire.
Analisi
Il primo episodio funge da apripista: abbiamo l'introduzione del protagonista, Gen, il quale è fidanzato con la sua compagna, con la quale progetta di stare insieme. Poi irrompe la coprotagonista, che poi in realtà si rivela essere la protagonista che lo sta cercando e che gli spiega chi in realtà egli è. Poi subentra la sorella della protagonista, che vuole distruggerlo, ma i nostri riescono a levarsela di torno. Comincia il viaggio per una nuova meta. In seguito, nel secondo episodio, il nostro amico deve farsi le ossa per capire cosa lo aspetta, e quindi intraprende una missione difficile e critica, e tra un inseguimento e un combattimento riesce a portare in salvo una principessa e a sventare una cospirazione/complotto. Nel terzo episodio le cose cominciano a farsi più ardue, poiché il protagonista riprende la questione della ricerca di sé stesso e scopre fatti sconvolgenti, proprio ora che la missione è quasi sul punto di essere completata, per rimanere coinvolto in una battaglia tra sorelle che rischia di distruggere l'intera galassia. Già, perché una di loro si è messa in testa di voler usare la mappa come arma per annientare il resto della galassia e fare in modo di governarla con il terrore, usando le altre sorelle come delle marionette. Ma nel quarto episodio il piano alla fine viene sventato e la sorella malvagia annientata.
Il problema sta nel fatto che la trama è troppo corta: quattro episodi non sono sufficienti per descrivere completamente una storia avvincente e appassionante; ad esempio, mancano gli approfondimenti su molti personaggi, con il risultato che la trama è appiattita, un po' striminzita, e in modo decisamente inopportuno. E poi manca la parte relativa all'addestramento del protagonista, a mio avviso, minimizzata, accorciata a un solo episodio o forse anche resa in maniera implicita e indiretta.
Personaggi
I personaggi sono alquanto piatti. Acquisiscono spessore con il tempo, ma purtroppo non tutti loro vengono approfonditi come meriterebbero, specialmente le sorelle, ad eccezione di Lipmeria e del suo passato, mentre le altre sorelle vengono quasi del tutto messe in secondo piano nella trama, come personaggi di contorno, specialmente quella cattiva, Ralph, della quale nulla viene svelato. Giusto fare gli approfondimenti sul conto di Gen, poiché come protagonista merita la giusta attenzione, e quindi giusti i flashback del terzo episodio. Nel secondo episodio si sarebbero dovuti invece fare gli appositi approfondimenti sul conto della principessa Gianna, cosa che non è stata fatta, e questo penalizza la trama.
Grafica
La grafica è buona, accettabile. I disegni sono fatti anche bene, con i colori ben amalgamati nel contrasto chiaro-scuro che rende bene anche i giochi di luce e ombra, e mette abbastanza in risalto anche le scene, gli stati emotivi, mentali, e quindi le emozioni e i sentimenti dei protagonisti nella storia. Specialmente i disegni delle scene di combattimento sono un po' molli, non rispecchiano la giusta tensione, panico, paura, desolazione, disperazione.
Musica
La colonna sonora è discreta: partendo dalla sigla di apertura, per arrivare a quella di chiusura, abbiamo comunque delle tracce rispettabili che danno anche la giusta atmosfera alla vicenda, e specialmente nelle scene più importanti fanno risaltare la tensione, la suspense, il senso di smarrimento e desolazione dei personaggi, ogni qual volta questi scoprono verità agghiaccianti e spaventose che impediscono di pensare, parlare e agire in maniera razionale. Tuttavia, avremmo preferito ascoltare altre sonorità più marcate e distinte che mordessero l'animo, lo spirito, il cuore e la mente.
Insegnamenti
Per quanto concerne i messaggi trasmessi, possiamo dire che la trama ci insegna a non arrenderci mai, specialmente quando si tratta di capire e comprendere sé stessi e il prossimo, e ad andare fino in fondo.
Giudizio
In base a quanto esposto nei paragrafi precedenti, sono del parere che questa serie abbia decisamente fatto cilecca. Per cui il mio giudizio finale, basandomi sugli elementi approfonditi è il seguente.
Voto: 6
Introduzione
È una serie piuttosto strana e insolita. Voglio dire, ormai sono abituato agli isekai, è uno dei miei sottogeneri preferiti, ed è anche quello in cui mi immedesimo di più; il senso del mistero, del segreto che si rivela a poco a poco o verso la fine è sempre una garanzia, poiché funge da scena madre. Questa serie ha del potenziale: la trama si sviluppa a poco a poco con lo svilupparsi ed evolversi dei personaggi, le cui scelte, decisioni, fanno fare un salto di qualità a questa. Ma presenta anche delle lacune pesanti che si fanno sentire.
Analisi
Il primo episodio funge da apripista: abbiamo l'introduzione del protagonista, Gen, il quale è fidanzato con la sua compagna, con la quale progetta di stare insieme. Poi irrompe la coprotagonista, che poi in realtà si rivela essere la protagonista che lo sta cercando e che gli spiega chi in realtà egli è. Poi subentra la sorella della protagonista, che vuole distruggerlo, ma i nostri riescono a levarsela di torno. Comincia il viaggio per una nuova meta. In seguito, nel secondo episodio, il nostro amico deve farsi le ossa per capire cosa lo aspetta, e quindi intraprende una missione difficile e critica, e tra un inseguimento e un combattimento riesce a portare in salvo una principessa e a sventare una cospirazione/complotto. Nel terzo episodio le cose cominciano a farsi più ardue, poiché il protagonista riprende la questione della ricerca di sé stesso e scopre fatti sconvolgenti, proprio ora che la missione è quasi sul punto di essere completata, per rimanere coinvolto in una battaglia tra sorelle che rischia di distruggere l'intera galassia. Già, perché una di loro si è messa in testa di voler usare la mappa come arma per annientare il resto della galassia e fare in modo di governarla con il terrore, usando le altre sorelle come delle marionette. Ma nel quarto episodio il piano alla fine viene sventato e la sorella malvagia annientata.
Il problema sta nel fatto che la trama è troppo corta: quattro episodi non sono sufficienti per descrivere completamente una storia avvincente e appassionante; ad esempio, mancano gli approfondimenti su molti personaggi, con il risultato che la trama è appiattita, un po' striminzita, e in modo decisamente inopportuno. E poi manca la parte relativa all'addestramento del protagonista, a mio avviso, minimizzata, accorciata a un solo episodio o forse anche resa in maniera implicita e indiretta.
Personaggi
I personaggi sono alquanto piatti. Acquisiscono spessore con il tempo, ma purtroppo non tutti loro vengono approfonditi come meriterebbero, specialmente le sorelle, ad eccezione di Lipmeria e del suo passato, mentre le altre sorelle vengono quasi del tutto messe in secondo piano nella trama, come personaggi di contorno, specialmente quella cattiva, Ralph, della quale nulla viene svelato. Giusto fare gli approfondimenti sul conto di Gen, poiché come protagonista merita la giusta attenzione, e quindi giusti i flashback del terzo episodio. Nel secondo episodio si sarebbero dovuti invece fare gli appositi approfondimenti sul conto della principessa Gianna, cosa che non è stata fatta, e questo penalizza la trama.
Grafica
La grafica è buona, accettabile. I disegni sono fatti anche bene, con i colori ben amalgamati nel contrasto chiaro-scuro che rende bene anche i giochi di luce e ombra, e mette abbastanza in risalto anche le scene, gli stati emotivi, mentali, e quindi le emozioni e i sentimenti dei protagonisti nella storia. Specialmente i disegni delle scene di combattimento sono un po' molli, non rispecchiano la giusta tensione, panico, paura, desolazione, disperazione.
Musica
La colonna sonora è discreta: partendo dalla sigla di apertura, per arrivare a quella di chiusura, abbiamo comunque delle tracce rispettabili che danno anche la giusta atmosfera alla vicenda, e specialmente nelle scene più importanti fanno risaltare la tensione, la suspense, il senso di smarrimento e desolazione dei personaggi, ogni qual volta questi scoprono verità agghiaccianti e spaventose che impediscono di pensare, parlare e agire in maniera razionale. Tuttavia, avremmo preferito ascoltare altre sonorità più marcate e distinte che mordessero l'animo, lo spirito, il cuore e la mente.
Insegnamenti
Per quanto concerne i messaggi trasmessi, possiamo dire che la trama ci insegna a non arrenderci mai, specialmente quando si tratta di capire e comprendere sé stessi e il prossimo, e ad andare fino in fondo.
Giudizio
In base a quanto esposto nei paragrafi precedenti, sono del parere che questa serie abbia decisamente fatto cilecca. Per cui il mio giudizio finale, basandomi sugli elementi approfonditi è il seguente.
Voto: 6
È l'ennesima serie OAV che arrivò in Italia solo su VHS negli Anni '90, e poi non fu più pubblicata in altri formati. Ed è l'ennesima serie OAV che, per quanto abbia un finale, avrebbe senz'altro avuto bisogno di più episodi.
Tratto da un manga di discreto successo degli Anni '80, "Maps - La leggenda dell'uragano di luce" è il secondo tentativo di trasporre la serie in animazione, e per ora l'ultimo. Gli OAV prodotti nel 1987 sono alquanto diversi da quelli prodotti sette anni dopo, non solo a livello visivo, ma anche a livello di storia. Non avendo letto il manga, posso solo fare supposizioni, ma credo che questa versione più recente sia la meno fedele, anche perché il manga originale conta diciassette volumi, quindi dubito siano riusciti a comprimere tutta la storia in soli quattro episodi. Fedele o meno, comunque il problema rimane che la serie finisce troppo presto: non c'è nemmeno tempo per metabolizzare quello che succede in questi pochi episodi, con personaggi che entrano in campo nel terzo episodio, per morire l'episodio successivo. Peccato, perché questa serie è ben realizzata, ha una sigla iniziale più che memorabile (tanto che me la ricordavo dopo oltre vent'anni). Purtroppo, però, finisce troppo presto. Se non altro ha un finale abbastanza chiuso, viene spiegato più o meno quasi tutto, e non ci ritrova con una storia monca o troppo deludente.
Tratto da un manga di discreto successo degli Anni '80, "Maps - La leggenda dell'uragano di luce" è il secondo tentativo di trasporre la serie in animazione, e per ora l'ultimo. Gli OAV prodotti nel 1987 sono alquanto diversi da quelli prodotti sette anni dopo, non solo a livello visivo, ma anche a livello di storia. Non avendo letto il manga, posso solo fare supposizioni, ma credo che questa versione più recente sia la meno fedele, anche perché il manga originale conta diciassette volumi, quindi dubito siano riusciti a comprimere tutta la storia in soli quattro episodi. Fedele o meno, comunque il problema rimane che la serie finisce troppo presto: non c'è nemmeno tempo per metabolizzare quello che succede in questi pochi episodi, con personaggi che entrano in campo nel terzo episodio, per morire l'episodio successivo. Peccato, perché questa serie è ben realizzata, ha una sigla iniziale più che memorabile (tanto che me la ricordavo dopo oltre vent'anni). Purtroppo, però, finisce troppo presto. Se non altro ha un finale abbastanza chiuso, viene spiegato più o meno quasi tutto, e non ci ritrova con una storia monca o troppo deludente.
"MAPS" ha una storia di base piuttosto semplice. Si tratta del classico viaggio spaziale alla ricerca di un tesoro (un po' come "Outlaw Star"). L'anime è un misto di fantascienza, avventura e drammatico, il tutto condito con qualche gag comica. Questo è il genere di fantascienza tipico degli anni ottanta (in pratica fantascienza alla buona senza capo né coda). Ci sono balzi nell'iperspazio ogni due per tre, alieni dalle fattezze più strane (ce ne sono alcuni a forma di anguria) e città sui pianeti più remoti che sembrano tutte uguali alla Terra, con tanto di torri di controllo, dogane, mercati, negozi e uffici postali (il protagonista tenta pure di spedire una lettera a casa, anche se l'impiegato non gli assicura che ci arrivi). Bah... tralasciando tutte queste stramberie, devo dire che l'anime ha un buon ritmo, con una trama semplice ma con qualche colpo di scena ben azzeccato e dei bei combattimenti spaziali.
Il primo episodio copre l'incontro di Lep Mila con Gen e Hoshimi, lo scontro con una delle sorelle di Lep Mila, il ritrovamento del primo pezzo della mappa e la partenza per lo spazio. Con il proseguire della storia i nostri tre avventurieri dovranno scontrarsi con loro, e con qualche strambo alieno, per la ricerca e il possesso dei pezzi della mappa dell'universo. Nel secondo episodio, ambientato un anno dopo, i tre finiscono per essere coinvolti nel tentativo di una razza aliena di boicottare dei trattati di pace con una fazione nemica, ritrovando per caso il secondo pezzo della mappa. Nel terzo, Gen decide di seguire una delle sorelle di Lep Mila alla ricerca del terzo pezzo della mappa, finendo per scoprire qual è il vero scopo della grande famiglia dell'universo; mentre nel quarto ci sarà lo scontro finale fra Lep Mila e le sue sorelle per il possesso della mappa (scoprendo che non tutte sono così cattive come sembrano). Il tutto si svolge in maniera abbastanza scorrevole e riesce a raccontare le vicende senza mai annoiare lo spettatore.
Come protagonisti abbiamo il giovane Gen Tokishima, un normale liceale che scopre di essere l'ultimo discendente di una stirpe di nomadi spaziali, custodi di un grande segreto... trovata che sa di già visto, ma che, nonostante tutto, regge abbastanza bene. Accanto a Gen ci sono la spensierata Hoshimi, che lo segue per non lasciarlo partire da solo, e ovviamente l'appariscente Lep Mila (che sembra vestita come un regalo di natale ipertecnologico). La piratessa spaziale è una specie di androide che funge da nucleo centrale per la sua nave, con cui ha un legame simbiotico (in pratica subisce di riflesso i danni fatti alla nave) che gli permette di controllarla col pensiero. La trovata originale è che la nave ha le fattezze di una statua di donna. Ovviamente la stessa cosa vale per le sorelle di Lep Mila, con ogni nave che ha delle caratteristiche diverse (alla "Lost Universe"). Senza dubbio è un design originale, ma dà l'impressione di essere un po' troppo campato per aria. La caratterizzazione dei personaggi è decisamente scarsa, ma, data la brevità della storia, non ci si può aspettare molto di più. Dal lato tecnico ci sono delle buone animazioni e un bel design, ma niente di che. Concludendo, è senza dubbio una serie senza troppe pretese, ma con cui passare piacevolmente un paio d'ore.
Il primo episodio copre l'incontro di Lep Mila con Gen e Hoshimi, lo scontro con una delle sorelle di Lep Mila, il ritrovamento del primo pezzo della mappa e la partenza per lo spazio. Con il proseguire della storia i nostri tre avventurieri dovranno scontrarsi con loro, e con qualche strambo alieno, per la ricerca e il possesso dei pezzi della mappa dell'universo. Nel secondo episodio, ambientato un anno dopo, i tre finiscono per essere coinvolti nel tentativo di una razza aliena di boicottare dei trattati di pace con una fazione nemica, ritrovando per caso il secondo pezzo della mappa. Nel terzo, Gen decide di seguire una delle sorelle di Lep Mila alla ricerca del terzo pezzo della mappa, finendo per scoprire qual è il vero scopo della grande famiglia dell'universo; mentre nel quarto ci sarà lo scontro finale fra Lep Mila e le sue sorelle per il possesso della mappa (scoprendo che non tutte sono così cattive come sembrano). Il tutto si svolge in maniera abbastanza scorrevole e riesce a raccontare le vicende senza mai annoiare lo spettatore.
Come protagonisti abbiamo il giovane Gen Tokishima, un normale liceale che scopre di essere l'ultimo discendente di una stirpe di nomadi spaziali, custodi di un grande segreto... trovata che sa di già visto, ma che, nonostante tutto, regge abbastanza bene. Accanto a Gen ci sono la spensierata Hoshimi, che lo segue per non lasciarlo partire da solo, e ovviamente l'appariscente Lep Mila (che sembra vestita come un regalo di natale ipertecnologico). La piratessa spaziale è una specie di androide che funge da nucleo centrale per la sua nave, con cui ha un legame simbiotico (in pratica subisce di riflesso i danni fatti alla nave) che gli permette di controllarla col pensiero. La trovata originale è che la nave ha le fattezze di una statua di donna. Ovviamente la stessa cosa vale per le sorelle di Lep Mila, con ogni nave che ha delle caratteristiche diverse (alla "Lost Universe"). Senza dubbio è un design originale, ma dà l'impressione di essere un po' troppo campato per aria. La caratterizzazione dei personaggi è decisamente scarsa, ma, data la brevità della storia, non ci si può aspettare molto di più. Dal lato tecnico ci sono delle buone animazioni e un bel design, ma niente di che. Concludendo, è senza dubbio una serie senza troppe pretese, ma con cui passare piacevolmente un paio d'ore.
Iniziamo subito con una correzione. L'anime è disponibile in Italia ma solo come Vhs usata. Fu pubblicato dalla defunta Dynamic Italia (poi risorta, come fenice, con il nome di Dynit) in due vhs da 60 minuti ciascuna. L'anime è un ibrido di vari generi fantascientifici, mischia il comico con il drammatico, lo scientificamente possibile con quello che Veramente non ha capo ne coda. La trama parte da un semplice artefatto: la piratessa spaziale Lep Mila rapisce il protagonista il giovane Gen Tokishima e la sua ragazza per trovare un pezzo di una mappa spaziale che condurrà all'uragano di luce. La cosa divertente è che a fine episodio i due rapiti tornano a casa, fanno le valige, salutano i genitori e partono (come se andassero a studiare all'estero) per l'avventura. La troveranno per i tre episodi successivi. Voglio farvi notare che in questo anime i viaggi spaziali sono come i nostri Easyjet: si cambia pianeta, si incontrano altre razze ma le basi sono sempre le stesse, compresi i problemi doganali. Inoltre essendo i protagonisti degli avventurieri stile '500 finiscono addirittura come ambasciatori di pace. Un'idea di queste affermazioni le avete dalle immagini qui sotto. Come tutte le buone saghe la trama cambia velocemente rivelandoci cose insospettabili al primo episodio. Ribadisco che essendo solo 4 ep. più di tanto non si poteva... Un'ultima osservazione va fatta sulle navi spaziali, le quali hanno le sembianze di statue classiche di belle donne.