Soul Buster
Dopo il primo episodio pensavo fossimo in presenza di un’opera in stile “Fate/Stay Night”, e le previsioni non sono state tradite... nel senso peggiore del termine.
Abbiamo un protagonista liceale qualsiasi che, in un sogno (o ciò che crede sia tale), riporta in vita una misteriosa mummia, iniziando una guerra tra maghi. Riceve una carta da un misterioso indovino (se si può definirlo tale), raffigurante una bella guerriera dell’Epoca dei Tre Regni di nome Zhou Yu. Naturalmente verrà subito attaccato da un professore della sua stessa scuola che dispone anch’egli di un guerriero, da una compagna di scuola perfettina e misteriosa che si allena da anni. Ovviamente nessuno punterebbe due lire sul novellino, ma riuscirà, in men che non si dica, a sviluppare il proprio talento, alla faccia della collega che si era allenata per anni. Il pericolo di ‘spoilerare’ mi impedisce di aggiungere altri elementi, ma le cose che vi ricorderanno “Fate/Stay Night” saranno davvero troppe, il tutto con eroi soltanto cinesi che non avranno da dire nulla al pubblico occidentale. Aggiungiamo poi la grande idea di far riposare gli spiriti nelle carte invece che in forma spirituale, rendendo tutto ancora più assurdo in stile “Yu Gi Oh”.
La grafica si rivela un punto a sfavore, dato che il tentativo di usare un nuovo stile ad alto livello tecnico finisce per rendere tutto ancora più indigesto. Per non parlare dell’insensata scelta di far apparire macchie rosse o nere ogni volta che qualcuno realizza qualche super-colpo. Mi ci è voluto un po' per capire che non si trattasse di censura, ma di una scelta voluta. La regia è passabile, le sigle buone.
La durata degli episodi, poi, è di appena, al netto delle sigle, dieci minuti! Dato che gli episodi sono dodici, viene da chiedersi se non sarebbe stato meglio realizzare un film cinematografico, invece di una serie. In ogni caso il finale è monco, dato che siamo al preludio di una seconda serie che ancora non si è vista.
Dato tutto questo sfacelo ci si potrebbe chiedere se vi sia qualcosa da salvare, dato che la psicologia dei personaggi è, oltretutto, zero, e l’effetto parodia di “Fate/Stay Night” rende tutto ancora più indigesto. Ma in fondo non riesco a non provare un po' di simpatia per quest’opera, per l’affascinante e silenziosa master e per l’ambientazione cinese, per cui, in fondo, la sufficienza si può dare.
Voto: 6
Abbiamo un protagonista liceale qualsiasi che, in un sogno (o ciò che crede sia tale), riporta in vita una misteriosa mummia, iniziando una guerra tra maghi. Riceve una carta da un misterioso indovino (se si può definirlo tale), raffigurante una bella guerriera dell’Epoca dei Tre Regni di nome Zhou Yu. Naturalmente verrà subito attaccato da un professore della sua stessa scuola che dispone anch’egli di un guerriero, da una compagna di scuola perfettina e misteriosa che si allena da anni. Ovviamente nessuno punterebbe due lire sul novellino, ma riuscirà, in men che non si dica, a sviluppare il proprio talento, alla faccia della collega che si era allenata per anni. Il pericolo di ‘spoilerare’ mi impedisce di aggiungere altri elementi, ma le cose che vi ricorderanno “Fate/Stay Night” saranno davvero troppe, il tutto con eroi soltanto cinesi che non avranno da dire nulla al pubblico occidentale. Aggiungiamo poi la grande idea di far riposare gli spiriti nelle carte invece che in forma spirituale, rendendo tutto ancora più assurdo in stile “Yu Gi Oh”.
La grafica si rivela un punto a sfavore, dato che il tentativo di usare un nuovo stile ad alto livello tecnico finisce per rendere tutto ancora più indigesto. Per non parlare dell’insensata scelta di far apparire macchie rosse o nere ogni volta che qualcuno realizza qualche super-colpo. Mi ci è voluto un po' per capire che non si trattasse di censura, ma di una scelta voluta. La regia è passabile, le sigle buone.
La durata degli episodi, poi, è di appena, al netto delle sigle, dieci minuti! Dato che gli episodi sono dodici, viene da chiedersi se non sarebbe stato meglio realizzare un film cinematografico, invece di una serie. In ogni caso il finale è monco, dato che siamo al preludio di una seconda serie che ancora non si è vista.
Dato tutto questo sfacelo ci si potrebbe chiedere se vi sia qualcosa da salvare, dato che la psicologia dei personaggi è, oltretutto, zero, e l’effetto parodia di “Fate/Stay Night” rende tutto ancora più indigesto. Ma in fondo non riesco a non provare un po' di simpatia per quest’opera, per l’affascinante e silenziosa master e per l’ambientazione cinese, per cui, in fondo, la sufficienza si può dare.
Voto: 6
Fin dal suo annuncio non si può dire che “Soul Buster” abbia attirato l'attenzione del pubblico, tuttavia, già con l'uscita del primo episodio è riuscito a scoraggiare anche le poche persone disposte a concedergli una possibilità. Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, il problema più evidente di questa serie non è tanto la trama in sé, ma tutto il comparto tecnico che le va dietro.
All'interno della storia sono presenti alcuni personaggi tratti da un famoso classico cinese conosciuto come “Il romanzo dei tre regni”, ma l'ambientazione e lo sviluppo della trama si discostano molto da quest'ultimo. In questo caso il protagonista è uno studente di nome Son Shin che entra in possesso di una carta particolare al cui interno è racchiusa Zhou Yu, una combattente vissuta durante il regno dell'imperatore Han e pronta a proteggerlo in caso di necessità. Oltre a lui, esistono altre persone in possesso di queste carte, tra cui un devoto servitore del malvagio imperatore Xian. Il suo obiettivo consiste nel recuperare il cuore che è stato rubato al suo “padrone” e assieme ad esso una potentissima carta custodita nel tempio meridionale. I suoi piani verranno però ostacolati da Shin e la sua amica Ryou Un, che lo affronteranno più volte grazie all'aiuto dei generali imprigionati nelle loro carte. In un certo senso, il modo in cui vengono evocati i generali ricorda vagamente “Yu-gi-oh”, con la differenza che in questo caso si tratta di persone reali che non mettono in gioco dei semplici life point, ma la loro stessa vita.
Innanzitutto è doveroso precisare che l'approfondimento dei personaggi rasenta lo zero. A parte un flashback presente in uno degli ultimi episodi non sappiamo praticamente nulla di loro, anzi, il protagonista è il personaggio che conosciamo di meno, perché oltre al fatto che frequenta una scuola superiore non ci viene data nessun'altra informazione su di lui. Probabilmente ciò è anche dovuto al fatto che ogni episodio ha una durata di circa tredici minuti, di conseguenza è molto difficile descrivere in modo approfondito tutte le figure presenti nella storia.
Valutando la serie da un punto di vista tecnico, invece, si può dire che “Soul Buster” ha voluto osare, utilizzando uno stile tutto suo, ma ciò lo ha condotto a un inevitabile fallimento. Le animazioni sono piuttosto legnose e, come se non bastasse, lo staff ha voluto darsi la zappa sui piedi aggiungendo degli effetti speciali orribili sotto ogni punto di vista. Ad ogni evocazione compaiono delle macchie sullo schermo che vanno a coprire ciò che sta accadendo, rovinando così la visione allo spettatore. Come se ciò non bastasse, ogni singola inquadratura presenta delle righe nere in un lato dello schermo simili a quelle lasciate dai pastelli per rendere gli sfondi più scuri, ma anche in questo caso rovinano solo le immagini nascondendole per metà.
Le sigle di apertura e chiusura conservano lo stesso stile degli episodi, ma fortunatamente risultano abbastanza godibili. In quanto alle OST non c'è molto da dire, dato che non si sentono quasi mai.
Gli eventi si svolgono molto velocemente, forse anche troppo, ma nel complesso la storia risulta passabile. Peccato che ad affossare la serie siano tutti gli aspetti tecnici che la rendono quasi impossibile da guardare, anche se devo riconoscere che fortunatamente alcuni difetti sono andati un po' scemando verso la fine.
All'interno della storia sono presenti alcuni personaggi tratti da un famoso classico cinese conosciuto come “Il romanzo dei tre regni”, ma l'ambientazione e lo sviluppo della trama si discostano molto da quest'ultimo. In questo caso il protagonista è uno studente di nome Son Shin che entra in possesso di una carta particolare al cui interno è racchiusa Zhou Yu, una combattente vissuta durante il regno dell'imperatore Han e pronta a proteggerlo in caso di necessità. Oltre a lui, esistono altre persone in possesso di queste carte, tra cui un devoto servitore del malvagio imperatore Xian. Il suo obiettivo consiste nel recuperare il cuore che è stato rubato al suo “padrone” e assieme ad esso una potentissima carta custodita nel tempio meridionale. I suoi piani verranno però ostacolati da Shin e la sua amica Ryou Un, che lo affronteranno più volte grazie all'aiuto dei generali imprigionati nelle loro carte. In un certo senso, il modo in cui vengono evocati i generali ricorda vagamente “Yu-gi-oh”, con la differenza che in questo caso si tratta di persone reali che non mettono in gioco dei semplici life point, ma la loro stessa vita.
Innanzitutto è doveroso precisare che l'approfondimento dei personaggi rasenta lo zero. A parte un flashback presente in uno degli ultimi episodi non sappiamo praticamente nulla di loro, anzi, il protagonista è il personaggio che conosciamo di meno, perché oltre al fatto che frequenta una scuola superiore non ci viene data nessun'altra informazione su di lui. Probabilmente ciò è anche dovuto al fatto che ogni episodio ha una durata di circa tredici minuti, di conseguenza è molto difficile descrivere in modo approfondito tutte le figure presenti nella storia.
Valutando la serie da un punto di vista tecnico, invece, si può dire che “Soul Buster” ha voluto osare, utilizzando uno stile tutto suo, ma ciò lo ha condotto a un inevitabile fallimento. Le animazioni sono piuttosto legnose e, come se non bastasse, lo staff ha voluto darsi la zappa sui piedi aggiungendo degli effetti speciali orribili sotto ogni punto di vista. Ad ogni evocazione compaiono delle macchie sullo schermo che vanno a coprire ciò che sta accadendo, rovinando così la visione allo spettatore. Come se ciò non bastasse, ogni singola inquadratura presenta delle righe nere in un lato dello schermo simili a quelle lasciate dai pastelli per rendere gli sfondi più scuri, ma anche in questo caso rovinano solo le immagini nascondendole per metà.
Le sigle di apertura e chiusura conservano lo stesso stile degli episodi, ma fortunatamente risultano abbastanza godibili. In quanto alle OST non c'è molto da dire, dato che non si sentono quasi mai.
Gli eventi si svolgono molto velocemente, forse anche troppo, ma nel complesso la storia risulta passabile. Peccato che ad affossare la serie siano tutti gli aspetti tecnici che la rendono quasi impossibile da guardare, anche se devo riconoscere che fortunatamente alcuni difetti sono andati un po' scemando verso la fine.