Fate/Grand Order: First Order
C'è un grosso problema in First Order, che dura solo 73 minuti.
Il comprato tecnico è su buoni livelli, solo le ost sono un po' sottotono, ma l'intero OVA si fa guardare con piacere ed è un vero peccato che duri così poco.
La trama è fondamentalmente una spiegazione dl progetto Chaldea e di ciò che accade durante il primo Rayshift, oltre che la motivazione del perchè Fujimaru è "l'ultimo master dell'umanità".
Vengono mostrate scene che non sono poi riprese in Babilonia ed ampliati seppur di poco alcuni retroscena ed è questo il grande limite imposto, perchè c'era molto da mostrare, troppo e il tempo a disposizione poco.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
In questo, la riproposizione di una Fuyuki spettrale e di alcuni servant "iconici" del franchise ha aiutato molto con qualche chicca come Chu in versione Caster (e la sua battuta "la prossima volta evocatemi come lancer!") o Saber Alter ed Archer/Emiya, ma quando si è arrivati a dover introdurre dei personaggi propri dell'opera il tempo è stato ancora un ostacolo.
Olga, la direttrice del progetto Chaldea è praticamente abbozzata e la sua terribile morte non porta all'empatia che la scena dovrebbe suggerire, perché di lei non sappiamo praticamente nulla.
Acherman si salva perché in Babilonia viene descritto meglio, mentre invece a sorpresa Fujimaru e Mash riescono a spiccare.
Il primo ci viene presentato in maniera simpatica, la seconda in forma molto ridotta rispetto a Babilonia, eppure i due insieme su schermo funzionano bene, persino più che nella serie "sequel" tanto da avermi strappato un sorriso quando Fujimaru alla fine contrariamente a molte altre opere, abbia abbracciato Mash d'istinto nel vederla ancora viva.
Fine parte contenente spoiler
In sostanza, First Order è un'ottima introduzione a ciò che è poi Babilonia, rispondendo ad alcune domande sul "pre", lasciando però alcuni quesiti senza risposta.
Il comprato tecnico è su buoni livelli, solo le ost sono un po' sottotono, ma l'intero OVA si fa guardare con piacere ed è un vero peccato che duri così poco.
La trama è fondamentalmente una spiegazione dl progetto Chaldea e di ciò che accade durante il primo Rayshift, oltre che la motivazione del perchè Fujimaru è "l'ultimo master dell'umanità".
Vengono mostrate scene che non sono poi riprese in Babilonia ed ampliati seppur di poco alcuni retroscena ed è questo il grande limite imposto, perchè c'era molto da mostrare, troppo e il tempo a disposizione poco.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
In questo, la riproposizione di una Fuyuki spettrale e di alcuni servant "iconici" del franchise ha aiutato molto con qualche chicca come Chu in versione Caster (e la sua battuta "la prossima volta evocatemi come lancer!") o Saber Alter ed Archer/Emiya, ma quando si è arrivati a dover introdurre dei personaggi propri dell'opera il tempo è stato ancora un ostacolo.
Olga, la direttrice del progetto Chaldea è praticamente abbozzata e la sua terribile morte non porta all'empatia che la scena dovrebbe suggerire, perché di lei non sappiamo praticamente nulla.
Acherman si salva perché in Babilonia viene descritto meglio, mentre invece a sorpresa Fujimaru e Mash riescono a spiccare.
Il primo ci viene presentato in maniera simpatica, la seconda in forma molto ridotta rispetto a Babilonia, eppure i due insieme su schermo funzionano bene, persino più che nella serie "sequel" tanto da avermi strappato un sorriso quando Fujimaru alla fine contrariamente a molte altre opere, abbia abbracciato Mash d'istinto nel vederla ancora viva.
Fine parte contenente spoiler
In sostanza, First Order è un'ottima introduzione a ciò che è poi Babilonia, rispondendo ad alcune domande sul "pre", lasciando però alcuni quesiti senza risposta.
Fa impressione come il brand di “Fate” riesca a cambiare di continuo, a trovare nuovi elementi per affascinare e restare allo stesso tempo sempre fedele a sé stesso.
In questo capitolo, ambientato una decina d’anni dopo la quinta guerra, affronteremo il tema affascinante dei viaggi nel tempo. Il mondo è in grave difficoltà e, in un distaccamento dell’associazione dei maghi, viene organizzato un piccolo esercito di maghi coadiuvati dai loro servant, perché possano tornare nel passato alla quinta guerra e riscriverne il corso, così da cambiare il futuro. Ma un sabotaggio farà morire tutti i master meno uno, ovviamente il meno dotato, e toccherà a lui tornare indietro insieme alla sua servant e a una potente maga. Incontreremo una guerra alternativa, ove alcuni servant non hanno più la stessa classe cui siamo abituati e in cui l’ombra nera incontrata nella terza route della novel fa da padrone. Ma meglio non aggiungere altro.
Indubbiamente ogni opera di “Fate” ha il merito di aggiungere una novità, e qui avremo una nuova classe, la classe Shielder, ovvero di un servant forte con lo scudo a compensare la debolezza dell’attacco, oltre al tema del mezzo servant, ovvero di uno spirito eroico che si è fuso con un semplice mago. I cento minuti dello speciale scorreranno via lasciandoci attaccati alla poltrona, con ottime musiche, grafica eccellente e forti colpi di scena. Con nel cuore il vivo desiderio che le vicende di “Grand Order” continuino, anche se il cammino si preannuncia lungo in maniera scoraggiante. Decisamente imperdibile per i fan di “Fate” come per i neofiti, voto otto.
In questo capitolo, ambientato una decina d’anni dopo la quinta guerra, affronteremo il tema affascinante dei viaggi nel tempo. Il mondo è in grave difficoltà e, in un distaccamento dell’associazione dei maghi, viene organizzato un piccolo esercito di maghi coadiuvati dai loro servant, perché possano tornare nel passato alla quinta guerra e riscriverne il corso, così da cambiare il futuro. Ma un sabotaggio farà morire tutti i master meno uno, ovviamente il meno dotato, e toccherà a lui tornare indietro insieme alla sua servant e a una potente maga. Incontreremo una guerra alternativa, ove alcuni servant non hanno più la stessa classe cui siamo abituati e in cui l’ombra nera incontrata nella terza route della novel fa da padrone. Ma meglio non aggiungere altro.
Indubbiamente ogni opera di “Fate” ha il merito di aggiungere una novità, e qui avremo una nuova classe, la classe Shielder, ovvero di un servant forte con lo scudo a compensare la debolezza dell’attacco, oltre al tema del mezzo servant, ovvero di uno spirito eroico che si è fuso con un semplice mago. I cento minuti dello speciale scorreranno via lasciandoci attaccati alla poltrona, con ottime musiche, grafica eccellente e forti colpi di scena. Con nel cuore il vivo desiderio che le vicende di “Grand Order” continuino, anche se il cammino si preannuncia lungo in maniera scoraggiante. Decisamente imperdibile per i fan di “Fate” come per i neofiti, voto otto.
“Fate/Grand Order: First Order” è uno special della durata di 73 minuti circa prodotto nel 2016 dallo studio Ley-duce. L’anime si ispira ad un videogioco per cellulari sviluppato dalla Delightworks e basato sul popolare franchise creato da Type-Moon.
La storia si svolge nel 2015. L’organizzazione Chaldea, creata per compiere studi e ricerche sulla preservazione della razza umana, scopre che quest’ultima è destinata ad estinguersi nel giro di un paio di anni. Nasce quindi un progetto che, attraverso un sofisticato sistema che permette di viaggiare nel tempo, ha l’obiettivo di evitare tale catastrofe. Degli aspiranti Master, in possesso del potenziale per evocare un Servant, dovranno quindi recarsi nel luogo in cui si è verificata l’anomalia responsabile della futura tragedia: la città di Fuyuki del 2004, in cui imperversa la guerra del Santo Graal.
Premetto che non ho mai provato il gioco, quindi la mia opinione potrebbe divergere un bel po’ da quella degli appassionati dell’applicazione. In linea di massima, ho trovato l’anime un prodotto abbastanza soddisfacente: la trama di fondo è alquanto interessante, e il ritmo incalzante al punto giusto non rischia di annoiare lo spettatore. A quanto pare, però, l’opera costituisce una sorta di introduzione, quindi alcuni degli sviluppi e dei punti chiave della storia rimangono privi di spiegazione. Per quel che riguarda i personaggi, ci troviamo dinanzi ad un buon numero di Servant, qui presentatici in vesti un po’ diverse da quelle in cui li avevamo visti nelle altre serie. Il più riuscito, a mio parere, è sicuramente Cù Chulainn (il Lancer di "Stay Night"), che risalta su tutte le altre Anime Eroiche, lasciate piuttosto in ombra. Una buona impressione mi è stata lasciata anche dal dottor Roman e da Olga, mentre l’antagonista di turno deve ancora essere sfruttato appieno. I due protagonisti, purtroppo, non sono stati valorizzati al massimo: mi sono sembrati abbastanza spenti e privi di un certo spessore.
Il lato tecnico non è eccellente come quello realizzato dallo studio ufotable, ma rientra comunque nella media. Il character design è abbastanza gradevole, le animazioni piuttosto discrete. Molto belle le OST, orecchiabile la ending.
Per concludere, “Fate/Grand Order: First Order” è un prodotto che si lascia guardare. L’opera intrattiene a dovere grazie ai diversi combattimenti e alla storia interessante. Quest’ultima, assieme ai personaggi, darebbe di più se si realizzassero dei validi sequel. Voto: 7.
La storia si svolge nel 2015. L’organizzazione Chaldea, creata per compiere studi e ricerche sulla preservazione della razza umana, scopre che quest’ultima è destinata ad estinguersi nel giro di un paio di anni. Nasce quindi un progetto che, attraverso un sofisticato sistema che permette di viaggiare nel tempo, ha l’obiettivo di evitare tale catastrofe. Degli aspiranti Master, in possesso del potenziale per evocare un Servant, dovranno quindi recarsi nel luogo in cui si è verificata l’anomalia responsabile della futura tragedia: la città di Fuyuki del 2004, in cui imperversa la guerra del Santo Graal.
Premetto che non ho mai provato il gioco, quindi la mia opinione potrebbe divergere un bel po’ da quella degli appassionati dell’applicazione. In linea di massima, ho trovato l’anime un prodotto abbastanza soddisfacente: la trama di fondo è alquanto interessante, e il ritmo incalzante al punto giusto non rischia di annoiare lo spettatore. A quanto pare, però, l’opera costituisce una sorta di introduzione, quindi alcuni degli sviluppi e dei punti chiave della storia rimangono privi di spiegazione. Per quel che riguarda i personaggi, ci troviamo dinanzi ad un buon numero di Servant, qui presentatici in vesti un po’ diverse da quelle in cui li avevamo visti nelle altre serie. Il più riuscito, a mio parere, è sicuramente Cù Chulainn (il Lancer di "Stay Night"), che risalta su tutte le altre Anime Eroiche, lasciate piuttosto in ombra. Una buona impressione mi è stata lasciata anche dal dottor Roman e da Olga, mentre l’antagonista di turno deve ancora essere sfruttato appieno. I due protagonisti, purtroppo, non sono stati valorizzati al massimo: mi sono sembrati abbastanza spenti e privi di un certo spessore.
Il lato tecnico non è eccellente come quello realizzato dallo studio ufotable, ma rientra comunque nella media. Il character design è abbastanza gradevole, le animazioni piuttosto discrete. Molto belle le OST, orecchiabile la ending.
Per concludere, “Fate/Grand Order: First Order” è un prodotto che si lascia guardare. L’opera intrattiene a dovere grazie ai diversi combattimenti e alla storia interessante. Quest’ultima, assieme ai personaggi, darebbe di più se si realizzassero dei validi sequel. Voto: 7.
“Fate/Grand Order” è l’ultimo dei videogiochi realizzati in casa Type-Moon. Ideato per dispositivo mobile, è da un anno e mezzo un’applicazione molto popolare sia in Giappone sia tra i fan del brand sparsi per il mondo, e forte dei più di sette milioni di download si può dire un esperimento decisamente di successo per Kinoko Nasu e soci. Tanto di successo che nella stagione autunnale 2016 è stata annunciata una trasposizione animata del capitolo introduttivo del gioco, prodotta da Aniplex e animata dallo studio Lay-duce, andata in onda sulle reti giapponesi l’ultimo dell’anno.
L’intreccio di questo special consiste nella narrazione delle prime avventure del giovane Fujimaru Ritsuka all’interno dei laboratori di Chaldea, un’organizzazione per la sicurezza mondiale che unendo conoscenze di magia e scienza tenta di preservare la sopravvivenza della razza umana sulla Terra. Tale obbiettivo vuole essere raggiunto inviando indietro nel tempo dei giovani aspiranti Master, come Fujimaru, dotati della predisposizione naturale a stringere un contratto con potenti famigli, i Servant, o Anime Eroiche, che grazie alle loro straordinarie abilità nel combattimento possano sconfiggere i nemici del pianeta e dell’umanità. Fujimaru, inizialmente spaesato al suo arrivo nella gigantesca e alienante struttura, stringe presto amicizia con Mash, ragazza timida almeno quanto enigmatica, con la quale si ritrova catapultato indietro nel tempo per porre rimedio a una serie di eventi che, tra le altre cose, rischiano di portare all’estinzione la razza umana in un futuro molto prossimo rispetto al loro. Ritrovatisi nel mezzo di una guerra per il Santo Graal, i due sono costretti, per sopravvivere e completare la propria missione per conto di Chaldea, a scontrarsi con nemici potenti e pericolosi, personalità non certo nuove agli occhi dei fan di “Fate”, sebbene stavolta in abiti un po’ diversi rispetto al solito.
Una cosa che salta all’occhio fin dalle prime battute è che non tutti gli studi d’animazione si chiamano ufotable. La scoperta dell’acqua calda, in sostanza, ma è bene mettere in chiaro subito che la fluidità e l’eleganza delle animazioni che avevano caratterizzato “Zero” e “Unlimited Blade Works” qui purtroppo mancano. Personalmente mi ritengo ugualmente soddisfatto dal lavoro svolto dagli animatori, soprattutto pensando che il budget a disposizione non dev’essere stato eccessivo; gli scontri tra Servant ne risentono in modo più accentuato, un po’ statici e sbrigativi, ma non risultano eccessivamente grossolani. Diciamo che la fruizione si lascia apprezzare di più per il character design piacevole e rinnovato, per il lavoro sempre valido di doppiatori versatili ed espressivi e soprattutto per il fanservice. Oh sì, tanto, tanto fanservice. Il giocatore medio di Fate/Grand Order, infatti, vuole vedere quante più Anime Eroiche possibile azzuffarsi e legnarsi come se non ci fosse un domani, vuole vedere personaggi nuovi, oltre a quelli canonici, vuole sentirli parlare e vederli muovere, perché questo nel gioco non è possibile, o non in modo così dinamico e naturale. Vuole ammirare tutti gli attacchi e i Noble Phantasm dei propri beniamini finalmente in un vero scontro. La trasposizione animata diventa in questo senso un complemento del gioco e semplicemente per questo motivo vince in partenza in fatto di intrattenimento, almeno con i fan già affezionati al brand. Importa poco che gli scontri durino un minuto o poco più, ciò che conta sono la quantità e la varietà degli scontri stessi, e di quantità questo titolo può averne quanta ne vuole, se si conta che è una specie di gioco delle figurine in cui collezionare eroi mitici e personaggi storici di ogni epoca e cultura.
D’altro canto la pecca più grossa è probabilmente il voler concentrare tutta l’attenzione su questi aspetti a scapito della sceneggiatura e dell’intreccio. I personaggi non risultano troppo credibili a contatto con le prove che si trovano a superare; troppo poco sgomento ed eccessivamente risoluto il protagonista nell’atto di assurgere a salvatore dell’umanità, così come altrettanto improbabile è la sua comparsa dietro al proprio Servant durante lo scontro finale; un po’ di attenzione in più avrebbe potuto prevenire degli scivoloni grossolani in questo senso.
In conclusione le mie aspettative non sono state tradite, anzi, nonostante lo scetticismo iniziale il risultato mi è parso quanto di meglio ci si potesse aspettare da un prodotto nato con l’unico scopo di mandare in solluchero i fan di Type-Moon - e spremere ulteriormente i loro portafogli -, a maggior ragione se animato da uno studio con poca esperienza. Risulta per lo più gradevole e scorrevole, in alcuni punti pure piacevole da vedere e comunque sempre sufficiente. Non lo considero riservato esclusivamente ai fan più navigati, ma a mio giudizio questi ultimi saranno più propensi a lasciarsi trascinare da una narrazione che non spiega - e non vuole spiegare - tutto, ma che spero si riservi di gettare luce sui misteri proposti in futuri ulteriori adattamenti.
L’intreccio di questo special consiste nella narrazione delle prime avventure del giovane Fujimaru Ritsuka all’interno dei laboratori di Chaldea, un’organizzazione per la sicurezza mondiale che unendo conoscenze di magia e scienza tenta di preservare la sopravvivenza della razza umana sulla Terra. Tale obbiettivo vuole essere raggiunto inviando indietro nel tempo dei giovani aspiranti Master, come Fujimaru, dotati della predisposizione naturale a stringere un contratto con potenti famigli, i Servant, o Anime Eroiche, che grazie alle loro straordinarie abilità nel combattimento possano sconfiggere i nemici del pianeta e dell’umanità. Fujimaru, inizialmente spaesato al suo arrivo nella gigantesca e alienante struttura, stringe presto amicizia con Mash, ragazza timida almeno quanto enigmatica, con la quale si ritrova catapultato indietro nel tempo per porre rimedio a una serie di eventi che, tra le altre cose, rischiano di portare all’estinzione la razza umana in un futuro molto prossimo rispetto al loro. Ritrovatisi nel mezzo di una guerra per il Santo Graal, i due sono costretti, per sopravvivere e completare la propria missione per conto di Chaldea, a scontrarsi con nemici potenti e pericolosi, personalità non certo nuove agli occhi dei fan di “Fate”, sebbene stavolta in abiti un po’ diversi rispetto al solito.
Una cosa che salta all’occhio fin dalle prime battute è che non tutti gli studi d’animazione si chiamano ufotable. La scoperta dell’acqua calda, in sostanza, ma è bene mettere in chiaro subito che la fluidità e l’eleganza delle animazioni che avevano caratterizzato “Zero” e “Unlimited Blade Works” qui purtroppo mancano. Personalmente mi ritengo ugualmente soddisfatto dal lavoro svolto dagli animatori, soprattutto pensando che il budget a disposizione non dev’essere stato eccessivo; gli scontri tra Servant ne risentono in modo più accentuato, un po’ statici e sbrigativi, ma non risultano eccessivamente grossolani. Diciamo che la fruizione si lascia apprezzare di più per il character design piacevole e rinnovato, per il lavoro sempre valido di doppiatori versatili ed espressivi e soprattutto per il fanservice. Oh sì, tanto, tanto fanservice. Il giocatore medio di Fate/Grand Order, infatti, vuole vedere quante più Anime Eroiche possibile azzuffarsi e legnarsi come se non ci fosse un domani, vuole vedere personaggi nuovi, oltre a quelli canonici, vuole sentirli parlare e vederli muovere, perché questo nel gioco non è possibile, o non in modo così dinamico e naturale. Vuole ammirare tutti gli attacchi e i Noble Phantasm dei propri beniamini finalmente in un vero scontro. La trasposizione animata diventa in questo senso un complemento del gioco e semplicemente per questo motivo vince in partenza in fatto di intrattenimento, almeno con i fan già affezionati al brand. Importa poco che gli scontri durino un minuto o poco più, ciò che conta sono la quantità e la varietà degli scontri stessi, e di quantità questo titolo può averne quanta ne vuole, se si conta che è una specie di gioco delle figurine in cui collezionare eroi mitici e personaggi storici di ogni epoca e cultura.
D’altro canto la pecca più grossa è probabilmente il voler concentrare tutta l’attenzione su questi aspetti a scapito della sceneggiatura e dell’intreccio. I personaggi non risultano troppo credibili a contatto con le prove che si trovano a superare; troppo poco sgomento ed eccessivamente risoluto il protagonista nell’atto di assurgere a salvatore dell’umanità, così come altrettanto improbabile è la sua comparsa dietro al proprio Servant durante lo scontro finale; un po’ di attenzione in più avrebbe potuto prevenire degli scivoloni grossolani in questo senso.
In conclusione le mie aspettative non sono state tradite, anzi, nonostante lo scetticismo iniziale il risultato mi è parso quanto di meglio ci si potesse aspettare da un prodotto nato con l’unico scopo di mandare in solluchero i fan di Type-Moon - e spremere ulteriormente i loro portafogli -, a maggior ragione se animato da uno studio con poca esperienza. Risulta per lo più gradevole e scorrevole, in alcuni punti pure piacevole da vedere e comunque sempre sufficiente. Non lo considero riservato esclusivamente ai fan più navigati, ma a mio giudizio questi ultimi saranno più propensi a lasciarsi trascinare da una narrazione che non spiega - e non vuole spiegare - tutto, ma che spero si riservi di gettare luce sui misteri proposti in futuri ulteriori adattamenti.
Se sulla carta si presentava come un'interessante idea che andava ad esplorare una storia ripresa dalla versione giocabile del brand, dopo la visione di questo primo episodio rimane solo la sensazione di aver perso un'occasione di fare le cose per bene.
La storia, seppur interessante, viene spiegata pochissimo senza un reale filo conduttore e si finisce per sentire decine di volte le stessa identica parte per poi tralasciare completamente tutto il resto dell'universo di "Fate". Si cade, ahimè, ancora una volta negli stessi cliché che hanno ammorbato le ultime saghe di "Fate": fanservice a palate con armature improbabili, situazioni e reazioni inumane a dir poco in cui i protagonisti sembrano più interessati al "romance" piuttosto che a una più umana sensazione di angoscia nell'avere il destino del mondo nelle proprie mani.
Anche dal punto di vista della regia e dell'animazioni si trovano errori incomprensibili. Situazioni in cui il protagonista riesce a raggiungere il proprio servant senza subire alcun danno, anche se il servant si stava proteggendo da un attacco (che per non fare spoiler chiameremo "simil-energetico") che si propagava tutt'attorno; ma incredibilmente, laddove perfino un servant è in difficoltà, lui riesce a passare come niente fosse in un attimo.
I dialoghi poi fanno sembrare perfino il tizio di Garlasco un sentimentale. In situazioni drammatiche il protagonista manterrà una freddezza (nota bene: il protagonista non è né un militare né ha esperienza sul campo, ma anzi viene ribadito più volte essere un "commoner") che nemmeno un Hitman navigato dimostrerebbe.
La sensazione che si ha dopo questo episodio è di aver di fronte l'ennesima commercialata su un brand spremuto peggio di "Evangelion" e che non ha più niente da dire. Soliti poteri e personaggi, con piccole aggiunte di nuova eroina (guarda caso femmina) con armatura improbabile per deliziare il fanservice e, ovviamente, arma sproporzionata che è più grande di lei.
Francamente reputo si sia toccato un nuovo fondo per l'animazione giapponese a causa delle "necessità" commerciali.
Unico punto a favore è la qualità del disegno che rimane buona se non ottima e solo in virtù di ciò il voto non è 1.
Forse la peggior serie per ora del brand "Fate".
La storia, seppur interessante, viene spiegata pochissimo senza un reale filo conduttore e si finisce per sentire decine di volte le stessa identica parte per poi tralasciare completamente tutto il resto dell'universo di "Fate". Si cade, ahimè, ancora una volta negli stessi cliché che hanno ammorbato le ultime saghe di "Fate": fanservice a palate con armature improbabili, situazioni e reazioni inumane a dir poco in cui i protagonisti sembrano più interessati al "romance" piuttosto che a una più umana sensazione di angoscia nell'avere il destino del mondo nelle proprie mani.
Anche dal punto di vista della regia e dell'animazioni si trovano errori incomprensibili. Situazioni in cui il protagonista riesce a raggiungere il proprio servant senza subire alcun danno, anche se il servant si stava proteggendo da un attacco (che per non fare spoiler chiameremo "simil-energetico") che si propagava tutt'attorno; ma incredibilmente, laddove perfino un servant è in difficoltà, lui riesce a passare come niente fosse in un attimo.
I dialoghi poi fanno sembrare perfino il tizio di Garlasco un sentimentale. In situazioni drammatiche il protagonista manterrà una freddezza (nota bene: il protagonista non è né un militare né ha esperienza sul campo, ma anzi viene ribadito più volte essere un "commoner") che nemmeno un Hitman navigato dimostrerebbe.
La sensazione che si ha dopo questo episodio è di aver di fronte l'ennesima commercialata su un brand spremuto peggio di "Evangelion" e che non ha più niente da dire. Soliti poteri e personaggi, con piccole aggiunte di nuova eroina (guarda caso femmina) con armatura improbabile per deliziare il fanservice e, ovviamente, arma sproporzionata che è più grande di lei.
Francamente reputo si sia toccato un nuovo fondo per l'animazione giapponese a causa delle "necessità" commerciali.
Unico punto a favore è la qualità del disegno che rimane buona se non ottima e solo in virtù di ciò il voto non è 1.
Forse la peggior serie per ora del brand "Fate".
Sono una grande appassionata dell'universo "Fate" e in particolare di questo gioco per cellulare, quindi una recensione mi sembrava doverosa! Non mi dilungherò su tutte le differenze con l'opera originale ma, come dire, sebbene l'adattamento sia abbastanza fedele secondo me non valorizza bene lo spirito del gioco.
La trama? Fujimaru Ritsuka, selezionato tra quarantotto "fortunati" candidati a una missione per la salvezza dell'umanità, si presenta alla sede del Chaldea senza avere la minima idea di cosa stia facendo, sviene dopo una prova tecnica e fa la conoscenza di Mash, una misteriosa ragazza che vive nell'organizzazione da tempo. I due hanno un feeling istantaneo ma il ragazzo viene escluso dalla prima operazione... cosa che gli salverà la vita. Rimane quindi l'unico sopravvissuto dei quarantotto candidati e toccherà a lui e a Mash viaggiare indietro nel tempo e salvare il mondo...
In sunto ha delle buone premesse, il problema è il modo in cui è realizzata: lo script, in particolare dei dialoghi, è pessimo. Le reazioni assolutamente inumane di qualunque personaggio, in particolare il protagonista e Mash, i dialoghi ridondanti, il fatto che non venga spiegato quasi nulla a un neofito dell'universo "Fate" fanno calare tantissimo la qualità, per non parlare dei clichè che fanno perdere di credibilità tutto.
Ad esempio, per citarne uno: mentre la direttrice del Chaldea spiega a tutti i dettagli dell'operazione di viaggio nel tempo, il protagonista senza apparente motivo si addormenta, si mette a russare e viene solo accompagnato fuori dalla stanza... non licenziato o cacciato a pedate, per esempio, senza contare che il viaggio nel tempo è visto come un evento straordinario e a lui non sembra cambiare affatto la vita! E questo è uno dei tanti... andrebbero citati anche l'assoluto moe di Mash e la sua imperturbabilità anormale a tutto, specialmente nella scena (che rasenta l'assurdo) appena precedente il viaggio nel tempo, le battute sulle forme delle ragazze di Caster nel bel mezzo di una battaglia, il "colpo di scena" finale... e si parlerebbe di quasi tutta la trama.
E lo spreco che è stato fatto con una caratterizzazione fatta così male di character design così belli è da ragequit.
Le animazioni, sebbene non perfette, sono abbastanza fluide. Non mi sono piaciute le scelte di alcuni colori di auree e mosse speciali, ma ho davvero apprezzato le scene di combattimento: non sono ai livelli di "UBW" della ufotable o agli standard a cui siamo abituati da altre serie, ma si vede che hanno fatto del proprio meglio... a parte qualche eccesso di transizioni con fumo e fiamme per nascondere tutto. Le derp faces ci sono, come in ogni serie, ma il character design è curato e laddove ci sono errori non risultano irritanti - non sono, comunque, mai troppo vistosi.
Un bel lavoro è stato fatto anche con la colonna sonora: è la stessa del gioco, ma in un'edizione speciale appositamente per l'OAV. Ci sono momenti di silenzio in cui una musica drammatica sarebbe stata più appropriata - avevano l'imbarazzo della scelta con tutte quelle del gioco - ma tutto sommato le musiche creano la giusta atmosfera; ho trovato particolarmente azzeccata la chiusura. Compare inoltre la sigla ufficiale del gioco, sebbene solo nei titoli di coda e senza animazioni come invece è stato fatto per il mobile game.
I doppiatori sono stati eccellenti: in particolare Yuuichi Nakamura nei panni di Caster ha dato un'ottima interpretazione, molto vivida e in grado di animare al meglio anche le scene più statiche del suo personaggio; e accanto al suo nome compaiono anche altri nomi celebri del cast storico.
Questo impegno sicuramente compensa l'orrido lavoro svolto dagli sceneggiatori (che avevano tra le mani una buona storia ma hanno preferito puntare sul banale, l'ovvio e i clichè nella speranza di non scontentare qualche fan del moe) ma non salva in totale l'opera.
Tuttavia è comunque un omaggio molto gradito alla serie e tutti i fan del gioco apprezzeranno di certo vedere animate le scene che avevano già letto e poi giocato durante la prima avventura di Fuyuki... inoltre sembra vi sarà un seguito, quindi è bene comunque sostenere il progetto!
Ma per quanto io abbia apprezzato l'OAV con tutti i difetti la recensione vuole essere obiettiva e
non mi sono sentita di dare più di 5 pensando appunto ai neofiti e i fan delle altre serie di "Fate" che, non affezionati giocatori di "FGO", probabilmente troveranno piatto e non coinvolgente.
La trama? Fujimaru Ritsuka, selezionato tra quarantotto "fortunati" candidati a una missione per la salvezza dell'umanità, si presenta alla sede del Chaldea senza avere la minima idea di cosa stia facendo, sviene dopo una prova tecnica e fa la conoscenza di Mash, una misteriosa ragazza che vive nell'organizzazione da tempo. I due hanno un feeling istantaneo ma il ragazzo viene escluso dalla prima operazione... cosa che gli salverà la vita. Rimane quindi l'unico sopravvissuto dei quarantotto candidati e toccherà a lui e a Mash viaggiare indietro nel tempo e salvare il mondo...
In sunto ha delle buone premesse, il problema è il modo in cui è realizzata: lo script, in particolare dei dialoghi, è pessimo. Le reazioni assolutamente inumane di qualunque personaggio, in particolare il protagonista e Mash, i dialoghi ridondanti, il fatto che non venga spiegato quasi nulla a un neofito dell'universo "Fate" fanno calare tantissimo la qualità, per non parlare dei clichè che fanno perdere di credibilità tutto.
Ad esempio, per citarne uno: mentre la direttrice del Chaldea spiega a tutti i dettagli dell'operazione di viaggio nel tempo, il protagonista senza apparente motivo si addormenta, si mette a russare e viene solo accompagnato fuori dalla stanza... non licenziato o cacciato a pedate, per esempio, senza contare che il viaggio nel tempo è visto come un evento straordinario e a lui non sembra cambiare affatto la vita! E questo è uno dei tanti... andrebbero citati anche l'assoluto moe di Mash e la sua imperturbabilità anormale a tutto, specialmente nella scena (che rasenta l'assurdo) appena precedente il viaggio nel tempo, le battute sulle forme delle ragazze di Caster nel bel mezzo di una battaglia, il "colpo di scena" finale... e si parlerebbe di quasi tutta la trama.
E lo spreco che è stato fatto con una caratterizzazione fatta così male di character design così belli è da ragequit.
Le animazioni, sebbene non perfette, sono abbastanza fluide. Non mi sono piaciute le scelte di alcuni colori di auree e mosse speciali, ma ho davvero apprezzato le scene di combattimento: non sono ai livelli di "UBW" della ufotable o agli standard a cui siamo abituati da altre serie, ma si vede che hanno fatto del proprio meglio... a parte qualche eccesso di transizioni con fumo e fiamme per nascondere tutto. Le derp faces ci sono, come in ogni serie, ma il character design è curato e laddove ci sono errori non risultano irritanti - non sono, comunque, mai troppo vistosi.
Un bel lavoro è stato fatto anche con la colonna sonora: è la stessa del gioco, ma in un'edizione speciale appositamente per l'OAV. Ci sono momenti di silenzio in cui una musica drammatica sarebbe stata più appropriata - avevano l'imbarazzo della scelta con tutte quelle del gioco - ma tutto sommato le musiche creano la giusta atmosfera; ho trovato particolarmente azzeccata la chiusura. Compare inoltre la sigla ufficiale del gioco, sebbene solo nei titoli di coda e senza animazioni come invece è stato fatto per il mobile game.
I doppiatori sono stati eccellenti: in particolare Yuuichi Nakamura nei panni di Caster ha dato un'ottima interpretazione, molto vivida e in grado di animare al meglio anche le scene più statiche del suo personaggio; e accanto al suo nome compaiono anche altri nomi celebri del cast storico.
Questo impegno sicuramente compensa l'orrido lavoro svolto dagli sceneggiatori (che avevano tra le mani una buona storia ma hanno preferito puntare sul banale, l'ovvio e i clichè nella speranza di non scontentare qualche fan del moe) ma non salva in totale l'opera.
Tuttavia è comunque un omaggio molto gradito alla serie e tutti i fan del gioco apprezzeranno di certo vedere animate le scene che avevano già letto e poi giocato durante la prima avventura di Fuyuki... inoltre sembra vi sarà un seguito, quindi è bene comunque sostenere il progetto!
Ma per quanto io abbia apprezzato l'OAV con tutti i difetti la recensione vuole essere obiettiva e
non mi sono sentita di dare più di 5 pensando appunto ai neofiti e i fan delle altre serie di "Fate" che, non affezionati giocatori di "FGO", probabilmente troveranno piatto e non coinvolgente.