Kenshin Samurai Vagabondo - Memorie del Passato
Sono sempre magistrali questi quattro OAV, da vedere e rivedere (anche nel 2024).
Questi quattro episodi narrano di come era Battosai, il leggendario tagliatore di uomini, del suo primo amore e di come ottiene la sua famosa cicatrice a forma di X. Devo ammettere che il doppiaggio italiano è molto bello, e si sente quella maestria di un tempo con un cast di voci eccezionale: pensiamo a Patrizio Prata come Kenshin oppure Gianluca Iacono. Tecnicamente, è meraviglioso da vedere, e se amate quel tocco old-style Anni '90, non ne rimarrete affatto delusi!
Ogni anno mi faccio un rewatch di OAV e serie old, perché amo quest'opera con tutto il cuore, di cui da poco è uscito un remake fedele al cartaceo.
Questi quattro episodi narrano di come era Battosai, il leggendario tagliatore di uomini, del suo primo amore e di come ottiene la sua famosa cicatrice a forma di X. Devo ammettere che il doppiaggio italiano è molto bello, e si sente quella maestria di un tempo con un cast di voci eccezionale: pensiamo a Patrizio Prata come Kenshin oppure Gianluca Iacono. Tecnicamente, è meraviglioso da vedere, e se amate quel tocco old-style Anni '90, non ne rimarrete affatto delusi!
Ogni anno mi faccio un rewatch di OAV e serie old, perché amo quest'opera con tutto il cuore, di cui da poco è uscito un remake fedele al cartaceo.
È un OVA sacrale. Il dramma è riuscito. Sembra una vera tragedia greca trasportata nel mondo dei samurai. Il livello tecnico è alto, la regia non ha nulla di originale, ma è molto precisa e curata nei dettagli. Il sonoro accompagna bene i disegni. La narrazione viaggia su un binario estremamente delicato, religioso, dove è importante dare spazio ai silenzi tanto quanto ai dialoghi.
Complice però il fatto di non conoscere il personaggio di Kenshin, non sono riuscito a farmi trasportare completamente dalla vicenda.
Complice però il fatto di non conoscere il personaggio di Kenshin, non sono riuscito a farmi trasportare completamente dalla vicenda.
"Kenshin Samurai Vagabondo - Memorie del passato" è una serie anime di quattro OAV.
La trama è incentrata sul personaggio di Kenshin (e sul suo rapporto con Tomoe) ed è ambientata tra la fine dello shogunato Tokugawa e l'inizio del periodo Meiji (seconda metà dell'Ottocento). Dal punto di vista tecnico, le animazioni le trovo veramente buone per il periodo ed ottimo è anche il comparto sonoro. La versione italiana, a cura di Dynit, presenta un doppiaggio a mio avviso molto caratteristico che ben si addice alla trama e ai personaggi.
Consiglio l'opera a tutti coloro che amano il genere storico e in particolare le storie di samurai.
La trama è incentrata sul personaggio di Kenshin (e sul suo rapporto con Tomoe) ed è ambientata tra la fine dello shogunato Tokugawa e l'inizio del periodo Meiji (seconda metà dell'Ottocento). Dal punto di vista tecnico, le animazioni le trovo veramente buone per il periodo ed ottimo è anche il comparto sonoro. La versione italiana, a cura di Dynit, presenta un doppiaggio a mio avviso molto caratteristico che ben si addice alla trama e ai personaggi.
Consiglio l'opera a tutti coloro che amano il genere storico e in particolare le storie di samurai.
Davvero superlativo!
La delicatezza con cui ogni dettaglio è curato, l'attenzione per i dettagli, le sinfonie, le ambientazioni, la cura nei gesti, la gentilezza nei tratti dei protagonisti... Un vero e proprio capolavoro, che mi ha sinceramente stupefatto e ricordato, con piacevole sorpresa, perchè il mondo dell'Estremo Oriente sia cosi affascinante e perchè il mondo giapponese sia così attraente.
Una storia d'amore fa da contorno a vicende ambientate a metà dell' '800, in Giappone, ovviamente.
L'arte di saper usare la katana è certamente uno strumento per vivere e sopravvivere, ma si intuisce sin da subito che c'è molto di più di questo.
Davvero lo consiglio a tutti, si tratta certamente di uno dei più begli anime che abbia sinora visto!
Voto: 10 e lode
La delicatezza con cui ogni dettaglio è curato, l'attenzione per i dettagli, le sinfonie, le ambientazioni, la cura nei gesti, la gentilezza nei tratti dei protagonisti... Un vero e proprio capolavoro, che mi ha sinceramente stupefatto e ricordato, con piacevole sorpresa, perchè il mondo dell'Estremo Oriente sia cosi affascinante e perchè il mondo giapponese sia così attraente.
Una storia d'amore fa da contorno a vicende ambientate a metà dell' '800, in Giappone, ovviamente.
L'arte di saper usare la katana è certamente uno strumento per vivere e sopravvivere, ma si intuisce sin da subito che c'è molto di più di questo.
Davvero lo consiglio a tutti, si tratta certamente di uno dei più begli anime che abbia sinora visto!
Voto: 10 e lode
Una cicatrice a forma di croce.
Chiunque la veda, riconosce all'istante lo spettro del passato sigillato nell'uomo che la porta.
«Una volta il dottor Oguni mi disse: "Sembrerebbe una superstizione, ma la ferita di spada dietro cui si nasconde un pensiero intenso non scomparirà mai, finché non si dissolve quel pensiero"» Megumi Takani - Kenshin, Volume 18
Il segno di una cicatrice che non scompare dà il via a una storia drammatica, per certi versi anche crudele, eppure intensa e commovente nella sua rappresentazione: la raccolta di OVA "Kenshin samurai vagabondo: Memorie del passato" ("るろうに剣心―明治剣客浪漫譚―追憶編", "Rurōni Kenshin - Meiji Kenkaku Romantan - Tsuioku-hen") festeggia vent'anni proprio nel 2019, essendo stata inizialmente pubblicata in Giappone in quattro atti nel 1999.
Si tratta della prima delle due serie di OVA dedicati al celebre manga di Nobuhiro Watsuki, giunta anche in Italia per il circuito home video con Dynit dopo la trasmissione sulla rete MTV nello slot Anime Night tra il 18 ottobre e l'8 novembre 2005, e disponibile anche per VVVVID.
Una curiosità legata ai quattro OAV è che nel 2003 vi è stata una successiva riformulazione degli stessi, ripubblicati come film della durata di due ore, e comprensivi di alcune sequenze animate realizzate appositamente per il mercato statunitense, dove è stata rinominata "Samurai X: Trust & Betrayal", dal titolo "Samurai X" con cui è divenuto famoso "Rurouni Kenshin - Kenshin samurai vagabondo" oltreoceano. In Italia la trasmissione è stata inoltre inizialmente oggetto di censure, data la crudezza del taglio dell'opera.
La storia è estremamente fedele al manga, riproducendone ogni scena nel dettaglio, seppur avvalendosi di lievissime variazioni qua e là, che nulla tolgono al flusso degli eventi.
Se la storia del samurai vagabondo che vaga per l'intero Giappone dopo il giuramento di non uccidere mai più prende infatti vita nell'epoca Meiji, i quattro atti delle memorie del passato narrano di vicende prequel, che hanno dato origine alla leggenda di Battōsai Himura alla fine dello Shogunato Tokugawa e all'avvento del periodo "illuminato" Meiji, e che nel manga vengono affrontate tra i volumi 19 e 21: si tratta di un lungo flashback che funge da miccia d'innesco all'arco finale e conclusivo dell'opera.
Per questi quattro OVA, invece, le memorie del passato vengono estrapolate dal contesto di origine e diventano una storia autonoma e indipendente, del tutto in grado di reggersi in piedi da sé.
L'abilissimo sicario Battōsai Himura, leggendaria figura parzialmente basata sul personaggio storico dell'hitokiri Kawakami Gensai, dove la parola 'hitokiri' sta letteralmente per 'tagliatore di uomini', intraprenderà nei decenni a venire un percorso di redenzione viaggiando con una 'sakabatou', ovvero con una spada a lama invertita, sotto il nuovo nome di Kenshin: ciò non avverrà senza una ragione, che si scopre proprio attraverso i sanguinosi fatti raccontati negli OVA "Memorie del passato".
Shinta Himura è solo un bambino, ma del mondo ha già visto le facce più crudeli; l'incontro con il maestro di spada Hiko Seijuro consente al ragazzino di apprendere l'arte della scuola Mitsurugi Hiten. Il fermento nell'animo del giovane lo spinge però a lasciare il maestro e unirsi agli Ishin Shishi, gruppo di attivisti politici che agiscono per tramite di sicari, per l'avvento della nuova era. E poi, l'incontro con la bella e taciturna Tomoe segnerà per sempre il cuore e la spada di Himura.
I quattro OVA portano la firma distintiva di Kazuhiro Furuhashi per lo Studio Deen; si tratta di un regista che stiamo vedendo al lavoro nel "Dororo" tratto dal manga di Tezuka e che ha di recente curato anche la trasposizione in due lungometraggi di "Haikarasan ga Tooru - Una Ragazza alla moda". Tutte opere, queste, che hanno in comune uno sfondo storico, per quanto non identico, ben tratteggiato e di grande fascino.
E se la storia di base di Kenshin samurai vagabondo molto prende a prestito dalla commedia, alternando egregiamente serrati momenti d'azione a episodi di stampo slice-of-life, non così è per gli OVA del passato che rievocano invece un racconto decisamente più oscuro e truce.
Lo intuiamo d'altronde immediatamente attraverso il character design di Masahide Yanagisawa, che quasi nulla riprende del tratto di Watsuki e tanto meno della trasposizione animata di "Rurouni Kenshin" messa in onda dal 1996 al 1999: nello "Tsuioku-hen" è stato invece adottato uno stile grafico molto più serio e realistico, attraverso animazioni di incredibile bellezza che fanno risaltare ancor più i movimenti dei personaggi e delle spade.
Queste ultime, in particolare, vengono rappresentate con una fedeltà impressionante tanto nella resa ottica quanto in quella sonora, con tutto il peso dell'arma bianca che pare farsi quasi reale, e un clangore che rimane a fare eco a lungo nella testa.
Anche i colori sono bui e opachi, e i costanti toni scuri paiono rifuggire la luce, il tutto decisamente in tema con il dramma che si consuma atto dopo atto.
Eppure, a dispetto dell'apparente distacco rispetto allo stile dell'opera cartacea di Watsuki, ogni scelta stilistica ponderata in questi OVA è riflesso perfetto delle crude vicende narrate, ed è superba e massima esaltazione di una storia che già in partenza sapeva far rabbrividire e commuovere pagina dopo pagina.
Il ritmo della narrazione è ben calibrato: i momenti di silenzio che inframmezzano le drammatiche ma spettacolari scene d'azione colpiscono con efficacia, e ci consentono di soffermarci sulle espressioni grevi dei personaggi, sulla tristezza o sull'aridità che ne pervade i cuori.
Altrettanto fanno i dialoghi, concisi ma sempre pregnanti, e gioca un ruolo determinante anche la colonna sonora di Taku Iwasaki, che cattura la malinconica essenza dell'opera con incredibile finezza: il brano 'The War of the Last Wolves' è poi tra le melodie più stupefacenti mai create per una trasposizione animata di questo tipo, una musica capace di suscitare nello spettatore il brivido a correre sotto la pelle, l'aspettativa dell'imminente tumulto a crescere inarrestabile e inesorabile dentro di noi.
Un ottimo contributo alla resa di "Kenshin samurai vagabondo: Memorie del passato" è fornito infine dal cast di doppiaggio sia giapponese che italiano, conferendogli un timbro ancor più solenne.
Mayo Suzukaze conserva il ruolo su Battosai Himura che per l'edizione italiana è stato affidato a Patrizio Prata: una voce non soltanto molto diversa dall'originale giapponese ma anche da quella del doppiatore scelto per il film animato di "Rurouni Kenshin", unica altra opera del franchise edita in Italia. E ciononostante, la bravura di Prata si percepisce in ogni singolo respiro del personaggio, in ogni tono freddo, in ogni espressione lacerata, restituendo a Himura la personalità, profondità e fascino serbati dalla figura originale del manga.
E' invero pregevole il lavoro del cast tutto: la brava Debora Magnaghi dà voce a Tomoe Yukishiro, in originale doppiata da Junko Iwao, Gianluca Iacono è un iconico Kogoro Katsura (Tomokazu Seki), uno dei tre fautori della Restaurazione Meiji, Claudio Moneta fornisce ulteriore spessore a Iizuka, Massimo di Benedetto interpreta Enishi (Nozomu Sasaki) e Patrizia Scianca è Soji Okita, mentre Natale Ciravolo e Alberto Sette si fanno ricordare nei ruoli, rispettivamente, di Hiko (Shuuichi Ikeda) e Hajime Saito (Hirotaka Suzuoki).
Accostarsi a quest'opera può risultare difficile dunque non per i dubbi sulla la felicità della trasposizione, eccellente sotto ogni punto di vista, bensì soltanto perché la storia di una cicatrice a forma di croce nasconde drammi decisamente distanti dalla leggerezza, poco piacevoli alla visione soprattutto attraverso un'animazione che nulla cerca di nascondere o sviare.
Rimane impressa indelebile nella retina la pioggia rossa di sangue, che cade copiosa dal cielo dell'antica capitale Kyoto in un viottolo buio, nella notte più oscura della vita di Kenshin.
La morte è davanti agli occhi, gli omicidi perpetrati con fredda lucidità non si contano. E' il Bakumatsu, la fine dell'isolazionismo nipponico, ovvero anche un periodo in cui l'assassinio alla luce del giorno, i tradimenti e i complotti scandivano il trascorrere dei giorni e dei mesi.
Accanto a tanta violenza, però, v'è anche una ragione di vita, il significato che dona un sentimento nato proprio là dove non avrebbe dovuto attecchire.
Qualcosa di fragile, anch'esso del colore del sangue, intriso del profumo di pruno bianco; e proprio il calore e la sottile emozione che ci pervadono comunque, anche di fronte all'inesorabile compiersi della tragedia, ci conferma che non importa se è questione di un solo, cruciale attimo. Ad agire mossi da ciò che ci fa battere il cuore e sopire l'animo, ne vale comunque la pena e, in qualche modo, è proprio così che si costruirà un nuovo domani.
"Kenshin samurai vagabondo: Memorie del passato" è un viaggio nel tempo doloroso ma evocativo, poetico e altamente introspettivo, che fa breccia negli occhi, nel cuore e nell'animo. Tutto in una volta.
Chiunque la veda, riconosce all'istante lo spettro del passato sigillato nell'uomo che la porta.
«Una volta il dottor Oguni mi disse: "Sembrerebbe una superstizione, ma la ferita di spada dietro cui si nasconde un pensiero intenso non scomparirà mai, finché non si dissolve quel pensiero"» Megumi Takani - Kenshin, Volume 18
Il segno di una cicatrice che non scompare dà il via a una storia drammatica, per certi versi anche crudele, eppure intensa e commovente nella sua rappresentazione: la raccolta di OVA "Kenshin samurai vagabondo: Memorie del passato" ("るろうに剣心―明治剣客浪漫譚―追憶編", "Rurōni Kenshin - Meiji Kenkaku Romantan - Tsuioku-hen") festeggia vent'anni proprio nel 2019, essendo stata inizialmente pubblicata in Giappone in quattro atti nel 1999.
Si tratta della prima delle due serie di OVA dedicati al celebre manga di Nobuhiro Watsuki, giunta anche in Italia per il circuito home video con Dynit dopo la trasmissione sulla rete MTV nello slot Anime Night tra il 18 ottobre e l'8 novembre 2005, e disponibile anche per VVVVID.
Una curiosità legata ai quattro OAV è che nel 2003 vi è stata una successiva riformulazione degli stessi, ripubblicati come film della durata di due ore, e comprensivi di alcune sequenze animate realizzate appositamente per il mercato statunitense, dove è stata rinominata "Samurai X: Trust & Betrayal", dal titolo "Samurai X" con cui è divenuto famoso "Rurouni Kenshin - Kenshin samurai vagabondo" oltreoceano. In Italia la trasmissione è stata inoltre inizialmente oggetto di censure, data la crudezza del taglio dell'opera.
La storia è estremamente fedele al manga, riproducendone ogni scena nel dettaglio, seppur avvalendosi di lievissime variazioni qua e là, che nulla tolgono al flusso degli eventi.
Se la storia del samurai vagabondo che vaga per l'intero Giappone dopo il giuramento di non uccidere mai più prende infatti vita nell'epoca Meiji, i quattro atti delle memorie del passato narrano di vicende prequel, che hanno dato origine alla leggenda di Battōsai Himura alla fine dello Shogunato Tokugawa e all'avvento del periodo "illuminato" Meiji, e che nel manga vengono affrontate tra i volumi 19 e 21: si tratta di un lungo flashback che funge da miccia d'innesco all'arco finale e conclusivo dell'opera.
Per questi quattro OVA, invece, le memorie del passato vengono estrapolate dal contesto di origine e diventano una storia autonoma e indipendente, del tutto in grado di reggersi in piedi da sé.
L'abilissimo sicario Battōsai Himura, leggendaria figura parzialmente basata sul personaggio storico dell'hitokiri Kawakami Gensai, dove la parola 'hitokiri' sta letteralmente per 'tagliatore di uomini', intraprenderà nei decenni a venire un percorso di redenzione viaggiando con una 'sakabatou', ovvero con una spada a lama invertita, sotto il nuovo nome di Kenshin: ciò non avverrà senza una ragione, che si scopre proprio attraverso i sanguinosi fatti raccontati negli OVA "Memorie del passato".
Shinta Himura è solo un bambino, ma del mondo ha già visto le facce più crudeli; l'incontro con il maestro di spada Hiko Seijuro consente al ragazzino di apprendere l'arte della scuola Mitsurugi Hiten. Il fermento nell'animo del giovane lo spinge però a lasciare il maestro e unirsi agli Ishin Shishi, gruppo di attivisti politici che agiscono per tramite di sicari, per l'avvento della nuova era. E poi, l'incontro con la bella e taciturna Tomoe segnerà per sempre il cuore e la spada di Himura.
I quattro OVA portano la firma distintiva di Kazuhiro Furuhashi per lo Studio Deen; si tratta di un regista che stiamo vedendo al lavoro nel "Dororo" tratto dal manga di Tezuka e che ha di recente curato anche la trasposizione in due lungometraggi di "Haikarasan ga Tooru - Una Ragazza alla moda". Tutte opere, queste, che hanno in comune uno sfondo storico, per quanto non identico, ben tratteggiato e di grande fascino.
E se la storia di base di Kenshin samurai vagabondo molto prende a prestito dalla commedia, alternando egregiamente serrati momenti d'azione a episodi di stampo slice-of-life, non così è per gli OVA del passato che rievocano invece un racconto decisamente più oscuro e truce.
Lo intuiamo d'altronde immediatamente attraverso il character design di Masahide Yanagisawa, che quasi nulla riprende del tratto di Watsuki e tanto meno della trasposizione animata di "Rurouni Kenshin" messa in onda dal 1996 al 1999: nello "Tsuioku-hen" è stato invece adottato uno stile grafico molto più serio e realistico, attraverso animazioni di incredibile bellezza che fanno risaltare ancor più i movimenti dei personaggi e delle spade.
Queste ultime, in particolare, vengono rappresentate con una fedeltà impressionante tanto nella resa ottica quanto in quella sonora, con tutto il peso dell'arma bianca che pare farsi quasi reale, e un clangore che rimane a fare eco a lungo nella testa.
Anche i colori sono bui e opachi, e i costanti toni scuri paiono rifuggire la luce, il tutto decisamente in tema con il dramma che si consuma atto dopo atto.
Eppure, a dispetto dell'apparente distacco rispetto allo stile dell'opera cartacea di Watsuki, ogni scelta stilistica ponderata in questi OVA è riflesso perfetto delle crude vicende narrate, ed è superba e massima esaltazione di una storia che già in partenza sapeva far rabbrividire e commuovere pagina dopo pagina.
Il ritmo della narrazione è ben calibrato: i momenti di silenzio che inframmezzano le drammatiche ma spettacolari scene d'azione colpiscono con efficacia, e ci consentono di soffermarci sulle espressioni grevi dei personaggi, sulla tristezza o sull'aridità che ne pervade i cuori.
Altrettanto fanno i dialoghi, concisi ma sempre pregnanti, e gioca un ruolo determinante anche la colonna sonora di Taku Iwasaki, che cattura la malinconica essenza dell'opera con incredibile finezza: il brano 'The War of the Last Wolves' è poi tra le melodie più stupefacenti mai create per una trasposizione animata di questo tipo, una musica capace di suscitare nello spettatore il brivido a correre sotto la pelle, l'aspettativa dell'imminente tumulto a crescere inarrestabile e inesorabile dentro di noi.
Un ottimo contributo alla resa di "Kenshin samurai vagabondo: Memorie del passato" è fornito infine dal cast di doppiaggio sia giapponese che italiano, conferendogli un timbro ancor più solenne.
Mayo Suzukaze conserva il ruolo su Battosai Himura che per l'edizione italiana è stato affidato a Patrizio Prata: una voce non soltanto molto diversa dall'originale giapponese ma anche da quella del doppiatore scelto per il film animato di "Rurouni Kenshin", unica altra opera del franchise edita in Italia. E ciononostante, la bravura di Prata si percepisce in ogni singolo respiro del personaggio, in ogni tono freddo, in ogni espressione lacerata, restituendo a Himura la personalità, profondità e fascino serbati dalla figura originale del manga.
E' invero pregevole il lavoro del cast tutto: la brava Debora Magnaghi dà voce a Tomoe Yukishiro, in originale doppiata da Junko Iwao, Gianluca Iacono è un iconico Kogoro Katsura (Tomokazu Seki), uno dei tre fautori della Restaurazione Meiji, Claudio Moneta fornisce ulteriore spessore a Iizuka, Massimo di Benedetto interpreta Enishi (Nozomu Sasaki) e Patrizia Scianca è Soji Okita, mentre Natale Ciravolo e Alberto Sette si fanno ricordare nei ruoli, rispettivamente, di Hiko (Shuuichi Ikeda) e Hajime Saito (Hirotaka Suzuoki).
Accostarsi a quest'opera può risultare difficile dunque non per i dubbi sulla la felicità della trasposizione, eccellente sotto ogni punto di vista, bensì soltanto perché la storia di una cicatrice a forma di croce nasconde drammi decisamente distanti dalla leggerezza, poco piacevoli alla visione soprattutto attraverso un'animazione che nulla cerca di nascondere o sviare.
Rimane impressa indelebile nella retina la pioggia rossa di sangue, che cade copiosa dal cielo dell'antica capitale Kyoto in un viottolo buio, nella notte più oscura della vita di Kenshin.
La morte è davanti agli occhi, gli omicidi perpetrati con fredda lucidità non si contano. E' il Bakumatsu, la fine dell'isolazionismo nipponico, ovvero anche un periodo in cui l'assassinio alla luce del giorno, i tradimenti e i complotti scandivano il trascorrere dei giorni e dei mesi.
Accanto a tanta violenza, però, v'è anche una ragione di vita, il significato che dona un sentimento nato proprio là dove non avrebbe dovuto attecchire.
Qualcosa di fragile, anch'esso del colore del sangue, intriso del profumo di pruno bianco; e proprio il calore e la sottile emozione che ci pervadono comunque, anche di fronte all'inesorabile compiersi della tragedia, ci conferma che non importa se è questione di un solo, cruciale attimo. Ad agire mossi da ciò che ci fa battere il cuore e sopire l'animo, ne vale comunque la pena e, in qualche modo, è proprio così che si costruirà un nuovo domani.
"Kenshin samurai vagabondo: Memorie del passato" è un viaggio nel tempo doloroso ma evocativo, poetico e altamente introspettivo, che fa breccia negli occhi, nel cuore e nell'animo. Tutto in una volta.
Sullo sfondo del Giappone tumultuoso del 1868, teatro di scontri feroci e intrecci politici tra le varie fazioni, vedremo nascere l'amore disperato tra Kenshin, "tagliatore di uomini", e la dolce Tomoe, vittima delle conseguenze di questi tumulti.
È un OAV di quattro episodi che racconta la giovinezza e gli esordi di Shinta, divenuto poi famoso come Kenshin Himura Battosai, il più famigerato tra i "tagliatori".
Premetto che la lunga serie animata che racconta la parte centrale della vita di questo personaggio leggendario, la sottoscritta, non l'ha vista, e al riguardo non ha neppure letto il manga. Ma non credo sia necessario al fine di gustare e apprezzare questa piccola perla. Se l'avete fatto, buon per voi, cosicché forse, e se possibile, a questa serie darete maggior valore. Io, questo valore glielo riconosco tutto, nonostante sia completamente ignorante su chi diventerà poi Kenshin.
Definirlo un OAV mi sembra quasi riduttivo. L'impronta di questo anime, nonostante sia uscito nel 1999, è decisamente cinematografica. Ha esattamente vent'anni, quindi, ma li porta più che bene.
Disegni e animazioni sono stati curati al meglio, così dettagliati nella loro crudezza che ad ogni scontro e colpo di spada è in agguato un sussulto in chi guarda. Le atmosfere sono cupe, grigie, di una tristezza invernale. Invernale, sì, avete letto bene, perché è l'inverno la stagione che ospita i nostri attori, e sangue e neve sono onnipresenti. Sebbene definire il tutto di una tristezza "infernale" sarebbe pure corretto, perché tinta del rosso caldo del sangue, che richiama l'inferno. E vendetta, morte e strazio non possono che tristemente accompagnarlo.
Tuttavia, nonostante la drammaticità, che è costantemente palpabile e, anzi, spesso schiaffeggiata in pieno viso, aleggia di pari passo un qualche cosa di poetico, di intensamente suggestivo.
Ma non c'è che dire, quest'anime è spietatamente crudo, violento, introspettivo. E vero. Tanto vero che i personaggi e le loro azioni sembrano bucare lo schermo. Non c'è personaggio che non sia ben definito. Oserei dire che nella caratterizzazione di ciascuno di loro c'è una sorta di regalità, una fierezza solenne. In tutti. Merito va, oltre che alla sceneggiatura e ai dialoghi (brevi, taglienti ed efficaci come le lame delle spade), al doppiaggio. Avendo visto entrambe le versioni, quella in giapponese sottotitolata e quella in italiano, posso dire che sono ineccepibili entrambe. Direi, anzi, che il doppiaggio di Kenshin nella versione italiana io l'ho apprezzato leggermente di più, poiché la voce risulta essere di un timbro più maturo rispetto a quella giapponese, che risulta invece più giovanile. Al contrario, rispetto alla controparte italiana, ho trovato la voce giapponese di Tomoe molto più dolce e soave, in perfetta sintonia con la sua figura. Ma questo è un mio gusto personale, perché penso che in entrambe le versioni, nell'interpretazione, non c'è assolutamente nessuna sbavatura, e risultano, a loro modo, molto soddisfacenti entrambe, e in tutti i personaggi.
Un particolare plauso va alla colonna sonora, superbamente descrittiva, e che definirei evocativa "fuori misura". Al riascolto di "In Memories Kotowari", in un crescendo struggente di archi, fiati e percussioni, non si può non rivedere la determinazione di Kenshin, nonché il suo sguardo duro, severo e profondamente triste. Un solitario e mesto flauto in "In the Rain" evoca per sempre la dolcezza di Tomoe, quelle sue movenze delicate a raccogliere i propri ciuffi di capelli scompigliati dal vento. E le spade si vedono e si sentono preponderanti in "The Wars of the Last Wolves", il cui rumore riecheggia insistente nelle orecchie, al passo di incalzanti percussioni di piatti e tamburi.
Questo anime è semplicemente maestoso. Da vedere, ascoltare e sentire. Vi basteranno le poche scene iniziali per farvi cadere in questa tragica e imponente storia che come una spada tagliente vi fenderà occhi, orecchie e cuore.
E, se dovessi scegliere poche parole a rappresentare al meglio l'essenza di questo anime, deciderei per questa frase: "Non voglio lasciare il mio odore di morte sulle tue vesti". La dirà Kenshin, per allontanare da lui Tomoe.
In essa vi è racchiuso il sangue, il dolore, la morte. E l'amore.
Guardatelo. Non c'è altro da dire.
È un OAV di quattro episodi che racconta la giovinezza e gli esordi di Shinta, divenuto poi famoso come Kenshin Himura Battosai, il più famigerato tra i "tagliatori".
Premetto che la lunga serie animata che racconta la parte centrale della vita di questo personaggio leggendario, la sottoscritta, non l'ha vista, e al riguardo non ha neppure letto il manga. Ma non credo sia necessario al fine di gustare e apprezzare questa piccola perla. Se l'avete fatto, buon per voi, cosicché forse, e se possibile, a questa serie darete maggior valore. Io, questo valore glielo riconosco tutto, nonostante sia completamente ignorante su chi diventerà poi Kenshin.
Definirlo un OAV mi sembra quasi riduttivo. L'impronta di questo anime, nonostante sia uscito nel 1999, è decisamente cinematografica. Ha esattamente vent'anni, quindi, ma li porta più che bene.
Disegni e animazioni sono stati curati al meglio, così dettagliati nella loro crudezza che ad ogni scontro e colpo di spada è in agguato un sussulto in chi guarda. Le atmosfere sono cupe, grigie, di una tristezza invernale. Invernale, sì, avete letto bene, perché è l'inverno la stagione che ospita i nostri attori, e sangue e neve sono onnipresenti. Sebbene definire il tutto di una tristezza "infernale" sarebbe pure corretto, perché tinta del rosso caldo del sangue, che richiama l'inferno. E vendetta, morte e strazio non possono che tristemente accompagnarlo.
Tuttavia, nonostante la drammaticità, che è costantemente palpabile e, anzi, spesso schiaffeggiata in pieno viso, aleggia di pari passo un qualche cosa di poetico, di intensamente suggestivo.
Ma non c'è che dire, quest'anime è spietatamente crudo, violento, introspettivo. E vero. Tanto vero che i personaggi e le loro azioni sembrano bucare lo schermo. Non c'è personaggio che non sia ben definito. Oserei dire che nella caratterizzazione di ciascuno di loro c'è una sorta di regalità, una fierezza solenne. In tutti. Merito va, oltre che alla sceneggiatura e ai dialoghi (brevi, taglienti ed efficaci come le lame delle spade), al doppiaggio. Avendo visto entrambe le versioni, quella in giapponese sottotitolata e quella in italiano, posso dire che sono ineccepibili entrambe. Direi, anzi, che il doppiaggio di Kenshin nella versione italiana io l'ho apprezzato leggermente di più, poiché la voce risulta essere di un timbro più maturo rispetto a quella giapponese, che risulta invece più giovanile. Al contrario, rispetto alla controparte italiana, ho trovato la voce giapponese di Tomoe molto più dolce e soave, in perfetta sintonia con la sua figura. Ma questo è un mio gusto personale, perché penso che in entrambe le versioni, nell'interpretazione, non c'è assolutamente nessuna sbavatura, e risultano, a loro modo, molto soddisfacenti entrambe, e in tutti i personaggi.
Un particolare plauso va alla colonna sonora, superbamente descrittiva, e che definirei evocativa "fuori misura". Al riascolto di "In Memories Kotowari", in un crescendo struggente di archi, fiati e percussioni, non si può non rivedere la determinazione di Kenshin, nonché il suo sguardo duro, severo e profondamente triste. Un solitario e mesto flauto in "In the Rain" evoca per sempre la dolcezza di Tomoe, quelle sue movenze delicate a raccogliere i propri ciuffi di capelli scompigliati dal vento. E le spade si vedono e si sentono preponderanti in "The Wars of the Last Wolves", il cui rumore riecheggia insistente nelle orecchie, al passo di incalzanti percussioni di piatti e tamburi.
Questo anime è semplicemente maestoso. Da vedere, ascoltare e sentire. Vi basteranno le poche scene iniziali per farvi cadere in questa tragica e imponente storia che come una spada tagliente vi fenderà occhi, orecchie e cuore.
E, se dovessi scegliere poche parole a rappresentare al meglio l'essenza di questo anime, deciderei per questa frase: "Non voglio lasciare il mio odore di morte sulle tue vesti". La dirà Kenshin, per allontanare da lui Tomoe.
In essa vi è racchiuso il sangue, il dolore, la morte. E l'amore.
Guardatelo. Non c'è altro da dire.
Non avevo mai sentito parlare di questo anime fino a qualche anno fa, quando per puro caso su YouTube ho sentito la sigla della serie TV, che ho guardato fino alla ventesima puntata quasi di fila. Molto carino e divertente, soprattutto per la storiella d'amore trattata molto leggermente nonostante la serietà degli eventi che la circondano: il fatto che uno spadaccino combatta con una spada reverso (e cioè con la parte affilata dal lato opposto) rende Kenshin un supereroe un po' sbadato ma anche molto affidabile, un personaggio di cui si vuole sapere di più.
Per questo motivo sono andato a vedere "Memorie del passato". Sono rimasto di stucco dopo soli pochi secondi e ho maledetto il fatto di non averlo visto prima. Un'opera così bella dalle immagini, dalla regia, dalla sceneggiatura e dai personaggi così ben espressi che non ho esitato a rivederlo subito una seconda volta per confermare di non essere stato abbagliato.
Questi OAV sono la dimostrazione che gli anime sono un'arte di valore incredibile. La storia è così assurda da essere plausibile proprio per la fatalità delle coincidenze, e non aggiungo ulteriori spoiler per chi non abbia ancora visto questo enorme capolavoro. Il dramma che viene descritto è la spiegazione della personalità di Kenshin, perciò consiglio di vedere sia la serie TV che tutto il resto (il film action live non mi è piaciuto granché però).
In conclusione, non c'è molto altro da dire se non vedetelo: anche se è crudo e violento vi sorprenderà per quanto il sangue non sia il vero tema di quest'opera.
Per questo motivo sono andato a vedere "Memorie del passato". Sono rimasto di stucco dopo soli pochi secondi e ho maledetto il fatto di non averlo visto prima. Un'opera così bella dalle immagini, dalla regia, dalla sceneggiatura e dai personaggi così ben espressi che non ho esitato a rivederlo subito una seconda volta per confermare di non essere stato abbagliato.
Questi OAV sono la dimostrazione che gli anime sono un'arte di valore incredibile. La storia è così assurda da essere plausibile proprio per la fatalità delle coincidenze, e non aggiungo ulteriori spoiler per chi non abbia ancora visto questo enorme capolavoro. Il dramma che viene descritto è la spiegazione della personalità di Kenshin, perciò consiglio di vedere sia la serie TV che tutto il resto (il film action live non mi è piaciuto granché però).
In conclusione, non c'è molto altro da dire se non vedetelo: anche se è crudo e violento vi sorprenderà per quanto il sangue non sia il vero tema di quest'opera.
Memorie dal passato è un prologo alla saga di Rouroni Kenshin, Samurai Vagabondo, a mio avviso la miglior serie di sempre.
L'esempio perfetto di che cos'è un anime/manga: riportare su carta con disegni tipici dell'animazione giapponese, una storia tipicamente giapponese, storica, ma al tempo stesso romanzata. Con combattimenti che partono da presupposti reali, diventando tuttavia un po' più spettacolari, ma senza diventare fantascientifici.
Poesia, amore, dramma, crudeltà, bontà e malvagità si fondono come lo Ying e Yang all'interno di questa opera. Il prologo è la parte più pesante della storia, che poi prende tinte più leggere.
Qui si parla di domande sulla vita, sul perchè delle proprie azioni, su uccisioni ingiuste. Riflessioni interiori, menzogne e verità.
Un capolavoro assoluto, da oscar.
L'esempio perfetto di che cos'è un anime/manga: riportare su carta con disegni tipici dell'animazione giapponese, una storia tipicamente giapponese, storica, ma al tempo stesso romanzata. Con combattimenti che partono da presupposti reali, diventando tuttavia un po' più spettacolari, ma senza diventare fantascientifici.
Poesia, amore, dramma, crudeltà, bontà e malvagità si fondono come lo Ying e Yang all'interno di questa opera. Il prologo è la parte più pesante della storia, che poi prende tinte più leggere.
Qui si parla di domande sulla vita, sul perchè delle proprie azioni, su uccisioni ingiuste. Riflessioni interiori, menzogne e verità.
Un capolavoro assoluto, da oscar.
Ho visto questi 4 oav per la prima volta su MTV e quello che mi hanno lasciato stupefatta sono state la storia e la grafica. Premetto che non sono un'amante di anime dalle scene crude e violente, ma quest'opera è
l'eccezione.
Trama
Tutto viene ambientato in Giappone, durante il periodo meji (feudalesimo). Complotti, inganni, tradimenti, morte, l'amore e infine la condanna all'infelicità per mano propria: sono questi i sentimenti e gli avvenimenti che condizioneranno la vita e le azioni di un giovane ragazzo, Himura Kenshin, da tutti conosciuto come Battosai, o meglio "lo spietato assassino".
Musiche
Le musiche sono semplicemente divine, spettacolari; i sottofondi riescono, in alcuni momenti, ad attraversarti l'anima come la punta di un pugnale, con le loro note tristi e malinconiche.
Grafica
La grafica è semplicemente fantastica; ben curata e dettagliata nei minimi particolari, anche i più semplici, la visione scorre fluida e senza il minimo difetto, senza intoppi.
Personaggi
Ognuno dei personaggi è stato realizzato in maniera impeccabile, sono veri, autentici, dannatamente reali. Sembra quasi che guardandoli riescano a trasmettere le loro emozioni che in alcune scene ti lasciano un senso di malinconia e tristezza infinita, ti fanno stringere il cuore per la loro autenticità.
Quello che colpisce sul vivo è la cruda e dura realtà con cui i fatti vengono raccontati: tutto ti rimane dentro come un tatuaggio che brucia, che ti fa star male al solo pensiero di dover essere costretto a fare quello che non vorresti solo perché non conosci un altro modo di vivere, anche quando il destino si fa beffe di te facendoti cadere e devi reagire rialzandoti, poi ricadi e ti rialzi fino a quando non raggiungi la meta, anche a costo di mettere a repentaglio quella piccola felicità che eri riuscito a trovare, lasciando che la persona più importante della tua vita si sacrifichi per salvare la tua, lasciandoti in eredità qualcosa che non dimenticherai, ed è proprio allora che decidi di voltare pagina cercando di rimediare agli errori del passato dedicandoti alla difesa dei più deboli e i più indifesi.
l'eccezione.
Trama
Tutto viene ambientato in Giappone, durante il periodo meji (feudalesimo). Complotti, inganni, tradimenti, morte, l'amore e infine la condanna all'infelicità per mano propria: sono questi i sentimenti e gli avvenimenti che condizioneranno la vita e le azioni di un giovane ragazzo, Himura Kenshin, da tutti conosciuto come Battosai, o meglio "lo spietato assassino".
Musiche
Le musiche sono semplicemente divine, spettacolari; i sottofondi riescono, in alcuni momenti, ad attraversarti l'anima come la punta di un pugnale, con le loro note tristi e malinconiche.
Grafica
La grafica è semplicemente fantastica; ben curata e dettagliata nei minimi particolari, anche i più semplici, la visione scorre fluida e senza il minimo difetto, senza intoppi.
Personaggi
Ognuno dei personaggi è stato realizzato in maniera impeccabile, sono veri, autentici, dannatamente reali. Sembra quasi che guardandoli riescano a trasmettere le loro emozioni che in alcune scene ti lasciano un senso di malinconia e tristezza infinita, ti fanno stringere il cuore per la loro autenticità.
Quello che colpisce sul vivo è la cruda e dura realtà con cui i fatti vengono raccontati: tutto ti rimane dentro come un tatuaggio che brucia, che ti fa star male al solo pensiero di dover essere costretto a fare quello che non vorresti solo perché non conosci un altro modo di vivere, anche quando il destino si fa beffe di te facendoti cadere e devi reagire rialzandoti, poi ricadi e ti rialzi fino a quando non raggiungi la meta, anche a costo di mettere a repentaglio quella piccola felicità che eri riuscito a trovare, lasciando che la persona più importante della tua vita si sacrifichi per salvare la tua, lasciandoti in eredità qualcosa che non dimenticherai, ed è proprio allora che decidi di voltare pagina cercando di rimediare agli errori del passato dedicandoti alla difesa dei più deboli e i più indifesi.
"Rurouni Kenshin: Tsuiokuhen", da noi conosciuta come "Kenshin Samurai Vagabondo - Memorie del Passato", è una serie di 4 OAV del 1999, realizzata dopo la lunga e "monca" serie di 95 episodi, ma ambientata decisamente prima. Riprendendo una parte del manga, essa inizia infatti narrando le vicende di Kenshin dall'infanzia fino ai tempi in cui viene soprannominato Battousai Hitokiri, un terribile assassino che rappresenta solo l'ombra del personaggio che conosciamo nella serie. Sin dai primi minuti l'anime ci trascina nell'atmosfera che lo permeerà fino alla fine, con scene anche abbastanza violente e soprattutto con un senso drammatico che impregnerà la struggente storia del nostro samurai.
La narrazione scorre fluida, un po' meno nel primo OAV, dove la sequenzialità delle scene è un tantino confusa, caratterizzando bene quasi ogni singolo personaggio, e spiegando alcune importanti particolarità e scelte che il protagonista farà nella serie, fino ad arrivare a un finale indimenticabile e ricco di emozioni.
La miniserie inoltre è caratterizzata da un lato tecnico di grande spessore: i disegni dei protagonisti come degli sfondi sono curatissimi, con colori caldi o freddi, sempre adeguati al frangente in considerazione; ottima è anche la colonna sonora, con brani sempre intonati alla situazione.
Insomma, con la direzione di Kazuhiro Furuhashi ("Maison Ikkoku", "Hunter x Hunter" (1999), Noein, ecc.), nasce un'altra opera indimenticabile, se anche breve - che forse poteva riuscire ancor meglio come un film -, che resterà nel cuore dei fan dell'animazione, o almeno in quelli dei fan del samurai animato forse più importante del Giappone.
La narrazione scorre fluida, un po' meno nel primo OAV, dove la sequenzialità delle scene è un tantino confusa, caratterizzando bene quasi ogni singolo personaggio, e spiegando alcune importanti particolarità e scelte che il protagonista farà nella serie, fino ad arrivare a un finale indimenticabile e ricco di emozioni.
La miniserie inoltre è caratterizzata da un lato tecnico di grande spessore: i disegni dei protagonisti come degli sfondi sono curatissimi, con colori caldi o freddi, sempre adeguati al frangente in considerazione; ottima è anche la colonna sonora, con brani sempre intonati alla situazione.
Insomma, con la direzione di Kazuhiro Furuhashi ("Maison Ikkoku", "Hunter x Hunter" (1999), Noein, ecc.), nasce un'altra opera indimenticabile, se anche breve - che forse poteva riuscire ancor meglio come un film -, che resterà nel cuore dei fan dell'animazione, o almeno in quelli dei fan del samurai animato forse più importante del Giappone.
Memorie di sangue
Nato sotto forma di manga nel 1996 dalla matita di Nobuhiro Watsuki, il samurai vagabondo (rurouni) Kenshin conosce una grande fortuna di pubblico sia in Giappone che in Occidente, grazie anche a una corposa serie TV, un lungometraggio per il cinema e due O.A.V., uno dei quali, diviso in quattro atti, è intitolato "Tsuioku Hen" (Memorie dal passato), 1999.
L'anime è ambientato sullo sfondo dei tumulti che decretarono la fine dello shogunato Tokugawa e l'inizio del periodo Meiji (1868), l'epoca illuminata che segnò un repentino progresso tecnologico e sociale e che emancipò il Giappone dal passato feudale proiettandolo verso la modernità. In questo scenario di violenti scontri fra clan e intrighi politici avviene l'incontro tra il protagonista Kenshin Himura e la misteriosa Tomoe Yukishiro, fra i quali nascerà una disperata e struggente passione.
I toni leggeri che caratterizzano il manga qui lasciano il posto a una pacata e severa malinconia che sottolinea con un velo di nostalgia il passato tormentato del samurai redento, dall'infanzia trascorsa con il maestro Hiko Seijiro, che lo istruisce all'arte della spada, fino all'affiliazione con il clan filo-imperiale di Kogoro Katsura.
La regia 'vecchia maniera' di Katsuhiro Furuhashi è rigorosa, senza fronzoli o invenzioni sceniche spettacolari, i movimenti di camera si limitano alle lente zoomate e agli scorrimenti in carrellata, ma si concede svariati flashback avanti e indietro nel tempo per scavare nella psicologia e nella 'memoria' dei personaggi. In compenso le splendide tavole scenografiche sono di per sé un raro spettacolo per gli occhi, autentici dipinti che calano lo spettatore nell'atmosfera fosca e lunare del paesaggio invernale piuttosto che nella magia della luce primaverile, in quei pochi momenti di bucolica felicità dei due protagonisti. Il ritmo è lento e riflessivo, con sparute accelerazioni nelle fasi di combattimento, in cui, fra 'slash' e affondi di katana, il sangue scorre copioso.
La ricostruzione filologica dell'epoca storica è ineccepibile e denota un'attenzione millimetrica ai particolari: i costumi, le architetture e persino l'inserimento di avvenimenti e personaggi realmente esistiti, fanno di questo O.A.V. una testimonianza abbastanza fedele del periodo in questione: il crepuscolo del Giappone feudale.
Le suggestive musiche di Taku Iwasaki danno un ulteriore tono drammatico agli episodi e completano l'impianto triste e malinconico su cui si impernia il titolo.
Il personaggio di Kenshin è ricalcato sull'impronta di un samurai realmente esistito: Gensai Kawakami, un 'hitokiri' (tagliatore di uomini) di massimo grado che si era particolarmente distinto per coraggio e ferocia sanguinaria. La leggenda vuole che la finezza e l'eleganza delle sue fattezze, dalla bellezza efebica e quasi effeminata, fosse in netto contrasto con la sua personalità di glaciale e spietato assassino. Questa particolarità non è sfuggita al creatore di Kenshin e tanto meno al chara-designer di questi episodi, Masahide Yanasigawa. E' interessante notare come il famoso regista Nagisa Oshima si sia ispirato allo stesso personaggio storico nel delineare il protagonista della sua pellicola "Tabù-Ghoatto", 1999, solo che in quel caso il samurai dai lineamenti dolci e gentili è un affiliato agli Shinsengumi, corpo speciale della fazione legata allo shogun, quindi opposta a quella filo-imperiale di Kenshin.
"Memorie dal passato" è un suggestivo squarcio nel passato del Giappone a cavallo fra due epoche fondamentali di grande rilevanza storica, e ci regala due ritratti intensi e tragici destinati a celebrare degnamente la leggenda di Kenshin.
Nato sotto forma di manga nel 1996 dalla matita di Nobuhiro Watsuki, il samurai vagabondo (rurouni) Kenshin conosce una grande fortuna di pubblico sia in Giappone che in Occidente, grazie anche a una corposa serie TV, un lungometraggio per il cinema e due O.A.V., uno dei quali, diviso in quattro atti, è intitolato "Tsuioku Hen" (Memorie dal passato), 1999.
L'anime è ambientato sullo sfondo dei tumulti che decretarono la fine dello shogunato Tokugawa e l'inizio del periodo Meiji (1868), l'epoca illuminata che segnò un repentino progresso tecnologico e sociale e che emancipò il Giappone dal passato feudale proiettandolo verso la modernità. In questo scenario di violenti scontri fra clan e intrighi politici avviene l'incontro tra il protagonista Kenshin Himura e la misteriosa Tomoe Yukishiro, fra i quali nascerà una disperata e struggente passione.
I toni leggeri che caratterizzano il manga qui lasciano il posto a una pacata e severa malinconia che sottolinea con un velo di nostalgia il passato tormentato del samurai redento, dall'infanzia trascorsa con il maestro Hiko Seijiro, che lo istruisce all'arte della spada, fino all'affiliazione con il clan filo-imperiale di Kogoro Katsura.
La regia 'vecchia maniera' di Katsuhiro Furuhashi è rigorosa, senza fronzoli o invenzioni sceniche spettacolari, i movimenti di camera si limitano alle lente zoomate e agli scorrimenti in carrellata, ma si concede svariati flashback avanti e indietro nel tempo per scavare nella psicologia e nella 'memoria' dei personaggi. In compenso le splendide tavole scenografiche sono di per sé un raro spettacolo per gli occhi, autentici dipinti che calano lo spettatore nell'atmosfera fosca e lunare del paesaggio invernale piuttosto che nella magia della luce primaverile, in quei pochi momenti di bucolica felicità dei due protagonisti. Il ritmo è lento e riflessivo, con sparute accelerazioni nelle fasi di combattimento, in cui, fra 'slash' e affondi di katana, il sangue scorre copioso.
La ricostruzione filologica dell'epoca storica è ineccepibile e denota un'attenzione millimetrica ai particolari: i costumi, le architetture e persino l'inserimento di avvenimenti e personaggi realmente esistiti, fanno di questo O.A.V. una testimonianza abbastanza fedele del periodo in questione: il crepuscolo del Giappone feudale.
Le suggestive musiche di Taku Iwasaki danno un ulteriore tono drammatico agli episodi e completano l'impianto triste e malinconico su cui si impernia il titolo.
Il personaggio di Kenshin è ricalcato sull'impronta di un samurai realmente esistito: Gensai Kawakami, un 'hitokiri' (tagliatore di uomini) di massimo grado che si era particolarmente distinto per coraggio e ferocia sanguinaria. La leggenda vuole che la finezza e l'eleganza delle sue fattezze, dalla bellezza efebica e quasi effeminata, fosse in netto contrasto con la sua personalità di glaciale e spietato assassino. Questa particolarità non è sfuggita al creatore di Kenshin e tanto meno al chara-designer di questi episodi, Masahide Yanasigawa. E' interessante notare come il famoso regista Nagisa Oshima si sia ispirato allo stesso personaggio storico nel delineare il protagonista della sua pellicola "Tabù-Ghoatto", 1999, solo che in quel caso il samurai dai lineamenti dolci e gentili è un affiliato agli Shinsengumi, corpo speciale della fazione legata allo shogun, quindi opposta a quella filo-imperiale di Kenshin.
"Memorie dal passato" è un suggestivo squarcio nel passato del Giappone a cavallo fra due epoche fondamentali di grande rilevanza storica, e ci regala due ritratti intensi e tragici destinati a celebrare degnamente la leggenda di Kenshin.
Devo dire di essere rimasta piacevolmente sorpresa. In realtà, spinta dalle recensioni favorevolissime, avevo cominciato a guardare la logorroica serie Tv di "Kuuchuu Buranko". Carina, non c'è che dire, forse un tantino sopravvalutata, ma qui, qui siamo in un'altra parrocchia.
Questo, è il tipo di anime che voglio vedere, con i disegni curati, fluidi e realistici, senza il debilitante uso e abuso del deformed, che riesce a snaturare qualsiasi concetto di pathos. Ho bisogno di un anime "adulto", e qui l'ho trovato, cupo, disperato, triste e deprimente, come dovrebbe essere. Perfino quando Kenshin esprime, alla fine, la speranza di trovare un po' di pace e serenità in futuro, non gli si darebbe un briciolo di probabilità. Eppure sappiamo che ci sono 95 episodi a smentirci, dove il protagonista, pur se tormentato, non sembra neppure la stessa persona.
"Memorie del Passato" è una miniserie che bisogna assolutamente guardare, dove tutto è meravigliosamente dosato: i combattimenti, realistici al punto giusto; l'amore, che fortunatamente non sconfina nella pornografia e nemmeno nell'erotismo; la storia, che è un doloroso percorso di maturazione. "Memorie del Passato" è un piccolo gioiello da guardare d'un fiato, che penso guadagni sicuramente se si ha almeno una pallida idea di chi sia Kenshin. A me sono bastati una dozzina di episodi della serie TV per poter godere di questa chicca.
Non potrei citarne nessuna scena senza fare torto a un'altra: l'anime mi si è inciso negli occhi e nel cuore. Negli ultimi minuti ho perfino spremuto qualche lacrimuccia, cosa che non mi capita spesso. Tra gli anime, c'era riuscito solo "La tomba delle lucciole", il che è tutto dire, penso.
Sono anime come questo che ti lasciano nell'imbarazzante e dolorosa situazione di trovare qualcos'altro da guardare che possa reggerne il confronto, perché, dopo, tutto sembra sbiadito... e fa male.
Questo, è il tipo di anime che voglio vedere, con i disegni curati, fluidi e realistici, senza il debilitante uso e abuso del deformed, che riesce a snaturare qualsiasi concetto di pathos. Ho bisogno di un anime "adulto", e qui l'ho trovato, cupo, disperato, triste e deprimente, come dovrebbe essere. Perfino quando Kenshin esprime, alla fine, la speranza di trovare un po' di pace e serenità in futuro, non gli si darebbe un briciolo di probabilità. Eppure sappiamo che ci sono 95 episodi a smentirci, dove il protagonista, pur se tormentato, non sembra neppure la stessa persona.
"Memorie del Passato" è una miniserie che bisogna assolutamente guardare, dove tutto è meravigliosamente dosato: i combattimenti, realistici al punto giusto; l'amore, che fortunatamente non sconfina nella pornografia e nemmeno nell'erotismo; la storia, che è un doloroso percorso di maturazione. "Memorie del Passato" è un piccolo gioiello da guardare d'un fiato, che penso guadagni sicuramente se si ha almeno una pallida idea di chi sia Kenshin. A me sono bastati una dozzina di episodi della serie TV per poter godere di questa chicca.
Non potrei citarne nessuna scena senza fare torto a un'altra: l'anime mi si è inciso negli occhi e nel cuore. Negli ultimi minuti ho perfino spremuto qualche lacrimuccia, cosa che non mi capita spesso. Tra gli anime, c'era riuscito solo "La tomba delle lucciole", il che è tutto dire, penso.
Sono anime come questo che ti lasciano nell'imbarazzante e dolorosa situazione di trovare qualcos'altro da guardare che possa reggerne il confronto, perché, dopo, tutto sembra sbiadito... e fa male.
Devo premettere innanzitutto che ho visto gli OAV prima di conoscere la serie e quindi diciamo che mi ero abituato alle atmosfere tese e drammatiche di questi quattro episodi, tant'è vero che ora che ho iniziato la serie mi fa veramente uno strano effetto vedere Kenshin così spensierato e solare. Oserei dire che la serie è decisamente meno matura, non nel senso che sia per bambini ma che, mentre la serie è un anime per adolescenti, questi OAV si avvicinano di più al seinen.
A questo proposito, stranamente la serie non è mai arrivata in Italia, eppure sono arrivati questi OAV che sono decisamente più maturi e violenti.
Premesso tutto questo, andiamo a parlare dei quattro episodi di questa serie. In pratica si narrano le origini di Kenshin: come divenne samurai, le origini del suo odio per la violenza e il taglio sulla sua guancia.
Nella serie Kenshin ripudia la violenza, tutto ciò per via del suo tormentato passato fatto di sangue e omicidi e per via del suo drammatico amore per la bellissima Tomoe, che lo hanno portato a essere il tipo spensierato della serie TV.
Per me uno può vedere questi OAV anche senza vedere la serie o viceversa, però è interessante vedere come Kenshin ha iniziato a fare il samurai e vedere come poi, successivamente, ha imparato a essere contro gli spargimenti di sangue.
Il tutto è condito con una bellissima grafica, da film cinematografico e una colonna sonora veramente coinvolgente così come il nostro doppiaggio.
A questo proposito, stranamente la serie non è mai arrivata in Italia, eppure sono arrivati questi OAV che sono decisamente più maturi e violenti.
Premesso tutto questo, andiamo a parlare dei quattro episodi di questa serie. In pratica si narrano le origini di Kenshin: come divenne samurai, le origini del suo odio per la violenza e il taglio sulla sua guancia.
Nella serie Kenshin ripudia la violenza, tutto ciò per via del suo tormentato passato fatto di sangue e omicidi e per via del suo drammatico amore per la bellissima Tomoe, che lo hanno portato a essere il tipo spensierato della serie TV.
Per me uno può vedere questi OAV anche senza vedere la serie o viceversa, però è interessante vedere come Kenshin ha iniziato a fare il samurai e vedere come poi, successivamente, ha imparato a essere contro gli spargimenti di sangue.
Il tutto è condito con una bellissima grafica, da film cinematografico e una colonna sonora veramente coinvolgente così come il nostro doppiaggio.
La prima cosa che colpisce in "Kenshin - Memorie dal passato" è la qualità della realizzazione tecnica, di livello quasi cinematografico. Questa miniserie è una gioia per gli occhi e su questo non si discute. Il chara design è eccellente e la protagonista femminile, Tomoe, è stupenda. Ciò detto, la miniserie non è riuscita ad appassionarmi veramente. Ci ho messo un po' a capirne il motivo, perché io di solito amo molto le storie di ninja e samurai. Alla fine mi sono accorto che la serie presenta più di qualche punto debole.
In primo luogo i personaggi non mi hanno convinto. Solo Tomoe e Kenshin sono sviluppati, gli altri sono mere comparse: il personaggio di Kenshin, ragazzino con il suo desiderio di cambiare il mondo e killer per motivi politici (quello che adesso verrebbe considerato un terrorista), non è riuscito a coinvolgermi. Il personaggio di Tomoe invece è molto buono, ma non basta da solo a sollevare tutta la serie. L'ambientazione storica, tra la fine dell'epoca Tokugawa e l'inizio dell'era Meiji, non mi ha entusiasmato. Segnalo che nello stesso periodo storico è ambientato anche il film "La spada dei Kamui" a cui assegnerei la stessa valutazione, anche se tecnicamente è molto inferiore.
Il problema vero di Kenshin però è che vuole essere un'opera tragica senza riuscirci: non è una vera opera tragica, ma soltanto un'opera triste. Tutto l'anime è infuso di tristezza invernale, anche dal punto di vista atmosferico, e pioggia e neve non mancano. Si capisce fin dall'inizio come andrà a finire; "Memorie del passato" è chiaramente un'opera che cerca in tutti i modi di suscitare tristezza nel lettore, ma a mio avviso ci riesce solo parzialmente. Kenshin non è certo uno stinco di santo e si merita una punizione per i suoi errori; e lo stesso, anche se in misura minore, si può dire per Tomoe. Un'opera veramente tragica invece si riconosce perché il dramma colpisce degli innocenti, persone che non hanno fatto assolutamente nulla per meritarsi un destino crudele. Vere opere tragiche, nel campo limitato degli anime di arti marziali, sono "Ninja Kamui" e "Basilisk", opere che tra l'altro hanno ambientazioni e personaggi di gran lunga più intriganti di quelle di "Memorie del passato".
In più non ho apprezzato molte scelte di sceneggiatura: in un anime che vorrebbe essere storico e realistico, vi pare credibile il piano portato a termine dai Tokugawa per uccidere Kenshin? Non facevano prima ad avvelenarlo o a sparargli? È credibile che i ninja attacchino Kenshin uno alla volta in singolar tenzone? Tutto questo andrebbe benissimo in un anime d'azione senza pretese, ma da un anime realistico mi aspetterei di più.
In conclusione la miniserie al massimo può fregiarsi del titolo di anime discreto, non certo di capolavoro.
In primo luogo i personaggi non mi hanno convinto. Solo Tomoe e Kenshin sono sviluppati, gli altri sono mere comparse: il personaggio di Kenshin, ragazzino con il suo desiderio di cambiare il mondo e killer per motivi politici (quello che adesso verrebbe considerato un terrorista), non è riuscito a coinvolgermi. Il personaggio di Tomoe invece è molto buono, ma non basta da solo a sollevare tutta la serie. L'ambientazione storica, tra la fine dell'epoca Tokugawa e l'inizio dell'era Meiji, non mi ha entusiasmato. Segnalo che nello stesso periodo storico è ambientato anche il film "La spada dei Kamui" a cui assegnerei la stessa valutazione, anche se tecnicamente è molto inferiore.
Il problema vero di Kenshin però è che vuole essere un'opera tragica senza riuscirci: non è una vera opera tragica, ma soltanto un'opera triste. Tutto l'anime è infuso di tristezza invernale, anche dal punto di vista atmosferico, e pioggia e neve non mancano. Si capisce fin dall'inizio come andrà a finire; "Memorie del passato" è chiaramente un'opera che cerca in tutti i modi di suscitare tristezza nel lettore, ma a mio avviso ci riesce solo parzialmente. Kenshin non è certo uno stinco di santo e si merita una punizione per i suoi errori; e lo stesso, anche se in misura minore, si può dire per Tomoe. Un'opera veramente tragica invece si riconosce perché il dramma colpisce degli innocenti, persone che non hanno fatto assolutamente nulla per meritarsi un destino crudele. Vere opere tragiche, nel campo limitato degli anime di arti marziali, sono "Ninja Kamui" e "Basilisk", opere che tra l'altro hanno ambientazioni e personaggi di gran lunga più intriganti di quelle di "Memorie del passato".
In più non ho apprezzato molte scelte di sceneggiatura: in un anime che vorrebbe essere storico e realistico, vi pare credibile il piano portato a termine dai Tokugawa per uccidere Kenshin? Non facevano prima ad avvelenarlo o a sparargli? È credibile che i ninja attacchino Kenshin uno alla volta in singolar tenzone? Tutto questo andrebbe benissimo in un anime d'azione senza pretese, ma da un anime realistico mi aspetterei di più.
In conclusione la miniserie al massimo può fregiarsi del titolo di anime discreto, non certo di capolavoro.
Quest'anime è il remake della storia concernente l'infanzia e la prima gioventù di Kenshin Himura, quando incomincia a divenire il leggendario Hitokiri Battousai.
I disegni, le musiche, i dialoghi e dunque lo spessore psicologico dei personaggi principali, Kenshin e Tomoe, danno origine a un contesto eccellente e totalmente coinvolgente. Non c'è una scena che si ripeta, tutto è studiato nei minimi particolari, compresi anche i combattimenti di Kenjutsu.
Per coloro che amano i samurai, le vicende d'amore, le storie profonde, le belle colonne sonore e i precisi fotogrammi: allora questo è l'anime che fa per voi.
Tuttavia, questo è solo l'inizio di una storia ampia e piacevole nella sua progressione, ossia la serie televisiva di 95 puntate. La visione di questo OAV consente di comprendere meglio le vicende della storia dell'altro anime, che consiglio di vedere, anche se talvolta vi sono delle digressioni più leggere, ma comunque piacevoli.
Questo è un anime da 10 e lode, anche per coloro che hanno la tendenza critica più pungente: è perfetto, peccato solamente per il formato 4:3, che sugli schermi a 16:9 non rende.
Guardatelo, amanti degli anime!
I disegni, le musiche, i dialoghi e dunque lo spessore psicologico dei personaggi principali, Kenshin e Tomoe, danno origine a un contesto eccellente e totalmente coinvolgente. Non c'è una scena che si ripeta, tutto è studiato nei minimi particolari, compresi anche i combattimenti di Kenjutsu.
Per coloro che amano i samurai, le vicende d'amore, le storie profonde, le belle colonne sonore e i precisi fotogrammi: allora questo è l'anime che fa per voi.
Tuttavia, questo è solo l'inizio di una storia ampia e piacevole nella sua progressione, ossia la serie televisiva di 95 puntate. La visione di questo OAV consente di comprendere meglio le vicende della storia dell'altro anime, che consiglio di vedere, anche se talvolta vi sono delle digressioni più leggere, ma comunque piacevoli.
Questo è un anime da 10 e lode, anche per coloro che hanno la tendenza critica più pungente: è perfetto, peccato solamente per il formato 4:3, che sugli schermi a 16:9 non rende.
Guardatelo, amanti degli anime!
Voglio dirvi fin da subito che ho letto il fumetto, quindi conosco la storia e tutti i personaggi nei minimi dettagli. Le mie aspettative di fronte a questi OAV erano dunque molto alte. Tuttavia, ne sono rimasto deluso. Non per la realizzazione tecnica, che anzi si merita un bel dieci, ma per la trama. Ho trovato i primi due OAV molto caotici, un'accozzaglia di nomi e di luoghi che spaventerebbe sicuramente i neofiti; altri punti in meno per la lentezza: il ritmo è troppo disteso in alcune parti, troppo, tanto da rasentare quasi la noia. Inoltre non credo che gli autori abbiano fatto un buon lavoro con la caratterizzazione dei personaggi - mi sono parsi un po' spenti.
And last, but not the least, non mi potete snaturare il viso di Kenshin, questo no! (E' completamente diverso dal fumetto).
Comunque, devo riconoscere l'altissimo valore tecnico dell'opera: la cura maniacale nei dettagli, con fondali e particolari stupendi; le originali inquadrature e le scelte stilistiche della regia, come quando rappresentano i pensieri di Kenshin mentre cammina nella foresta; la fluidità nei combattimenti, realizzati in modo impeccabile. Insomma, da questo punto di vista Memorie del Passato è perfetto. Peccato che secondo me abbia toppato sul contenuto. Comunque a Kenshin non si dà meno di 7.
And last, but not the least, non mi potete snaturare il viso di Kenshin, questo no! (E' completamente diverso dal fumetto).
Comunque, devo riconoscere l'altissimo valore tecnico dell'opera: la cura maniacale nei dettagli, con fondali e particolari stupendi; le originali inquadrature e le scelte stilistiche della regia, come quando rappresentano i pensieri di Kenshin mentre cammina nella foresta; la fluidità nei combattimenti, realizzati in modo impeccabile. Insomma, da questo punto di vista Memorie del Passato è perfetto. Peccato che secondo me abbia toppato sul contenuto. Comunque a Kenshin non si dà meno di 7.
"Kenshin Samurai Vagabondo - Memorie del Passato" è un anime bello come pochi, e racconta la storia di Kenshina prima di quella del manga. Mi hanno colpito molto questi 4 OAV pieni di azione ma anche con dei momenti strazianti. Nota particolare per la colonna sonora e specialmente per la musica che c'è nella primissima parte del primo OAV, in cui si vede Kenshin, o meglio Shinta da bambino. Consiglio la visione di questi 4 OAV a tutti gli appassionati di Kenshin, anche se la grafica è differente da quella vista fin'ora, il che non è una nota negativa, anzi! Lo consiglio anche a chi non lo conosce ma ha voglia di vedere un buon anime.
Premettendo che la serie di "Kenshin samurai vagabondo" ha fatto la storia degli anime che hanno come sfondo la restaurazione Meiji, questo prequel di 4 OAV chiude il grande cerchio di questo meravigliosa storia facendoci conoscere chi era Hitokiri Battosai, di cui per tutta la trama della serie (animata e manga) di Rurouni Kenshin si sente aleggiare il ricordo. Ma solo per pochi attimi lo si riesce a vedere.
<b>ATTENZIONE! PARTE CONTENENTE LIEVI SPOILER!</b>
Ci troviamo nei Bakumatsu, e si analizza più attentamente il suo incontro con il maestro di spada tramite i ricordi del giovane Battosai che qui, a livello di storia, è già istruito nell'arte della Mitsurugi Hiten. In questi OAV Kenshin ha rotto la promessa fatta al maestro Hiko Seijuro di non schierarsi con nessuna fazione e ha scelto di unirsi ai samurai ambiziosi prestando loro le sue capacità assassine, ma finendo, purtroppo, per essere usato dalla fazione in cui credeva. Vediamo il ragazzino che spera di proteggere la gente con la sua spada, vediamo la sua crescita e la sua angoscia, scopriamo il grande significato racchiuso nella cicatrice a croce sulla guancia sinistra e piano piano si riconosce come nel cuore di questo assassino spietato che faceva piovere sangue nasce Kenshin il vagabondo.
<b>FINE SPOILER</b>
Non tutti i personaggi sono eviscerati fino in fondo e come forse (almeno io) lo spettatore vorrebbe, ma credo sia giusto alla fine, è il punto di vista di Kenshin che conta e chi ha influito sulla sua evoluzione. Finalmente si conosce Tomoe e la sua storia direttamente e senza filtri, il suo legame con Battosai, un legame nato dal sangue e dalla vendetta che però evolve in altro nel silenzio malinconico delle loro rispettive angosce. Questa donna, percepita nella serie del vagabondo come un'ombra nera nel suo cuore, ha finalmente voce e volontà; non è un ricordo taciuto, i perché ora hanno una risposta dalle labbra della stessa e non per rievocazione dei personaggi che la ricordano. Toccante oltre ogni limite è il loro rapporto e il loro confronto, che sarà l'ultima spinta nell'anima dell'hitokiri per diventare l'uomo che poi si conoscerà nella serie ufficiale.
Il livello tecnico è molto alto e accompagna perfettamente questa trama intensa e dai profondi toni malinconici; il tratto a mio avviso è stupendo, i personaggi sono definiti molto meglio rispetto alla serie animata, i lineamenti sono più "onesti" e i colori meno sgargianti. Le musiche le trovo meravigliose, il giusto tocco per amalgamare il tutto. Semplicemente stupenda Kotowari, il tema musicale principale degli OAV: sembra davvero fare trapelare e percepire le emozioni di Kenshin.
Consiglio questi OAV a prescindere dall'aver letto il manga o visto la serie animata. L'impatto della trama e delle situazioni è forte, ci sono duelli di spada che non lasciano spazio al buonismo tipico degli anime con i samurai, dove il Bushido sembra potere nascondere uno squarcio di katana. In Kenshin - Memorie del Passato è tutto molto crudo e molto realistico, ma proprio per questo merita. In una parola: stupendo.
<b>ATTENZIONE! PARTE CONTENENTE LIEVI SPOILER!</b>
Ci troviamo nei Bakumatsu, e si analizza più attentamente il suo incontro con il maestro di spada tramite i ricordi del giovane Battosai che qui, a livello di storia, è già istruito nell'arte della Mitsurugi Hiten. In questi OAV Kenshin ha rotto la promessa fatta al maestro Hiko Seijuro di non schierarsi con nessuna fazione e ha scelto di unirsi ai samurai ambiziosi prestando loro le sue capacità assassine, ma finendo, purtroppo, per essere usato dalla fazione in cui credeva. Vediamo il ragazzino che spera di proteggere la gente con la sua spada, vediamo la sua crescita e la sua angoscia, scopriamo il grande significato racchiuso nella cicatrice a croce sulla guancia sinistra e piano piano si riconosce come nel cuore di questo assassino spietato che faceva piovere sangue nasce Kenshin il vagabondo.
<b>FINE SPOILER</b>
Non tutti i personaggi sono eviscerati fino in fondo e come forse (almeno io) lo spettatore vorrebbe, ma credo sia giusto alla fine, è il punto di vista di Kenshin che conta e chi ha influito sulla sua evoluzione. Finalmente si conosce Tomoe e la sua storia direttamente e senza filtri, il suo legame con Battosai, un legame nato dal sangue e dalla vendetta che però evolve in altro nel silenzio malinconico delle loro rispettive angosce. Questa donna, percepita nella serie del vagabondo come un'ombra nera nel suo cuore, ha finalmente voce e volontà; non è un ricordo taciuto, i perché ora hanno una risposta dalle labbra della stessa e non per rievocazione dei personaggi che la ricordano. Toccante oltre ogni limite è il loro rapporto e il loro confronto, che sarà l'ultima spinta nell'anima dell'hitokiri per diventare l'uomo che poi si conoscerà nella serie ufficiale.
Il livello tecnico è molto alto e accompagna perfettamente questa trama intensa e dai profondi toni malinconici; il tratto a mio avviso è stupendo, i personaggi sono definiti molto meglio rispetto alla serie animata, i lineamenti sono più "onesti" e i colori meno sgargianti. Le musiche le trovo meravigliose, il giusto tocco per amalgamare il tutto. Semplicemente stupenda Kotowari, il tema musicale principale degli OAV: sembra davvero fare trapelare e percepire le emozioni di Kenshin.
Consiglio questi OAV a prescindere dall'aver letto il manga o visto la serie animata. L'impatto della trama e delle situazioni è forte, ci sono duelli di spada che non lasciano spazio al buonismo tipico degli anime con i samurai, dove il Bushido sembra potere nascondere uno squarcio di katana. In Kenshin - Memorie del Passato è tutto molto crudo e molto realistico, ma proprio per questo merita. In una parola: stupendo.
Ho comprato i DVD di questo OAV per puro caso, notandoli un giorno nel reparto anime di un negozio. Non sapevo praticamente nulla della storia di Kenshin, avevo solo visto il trailer di questo "Memorie del passato", che da solo riuscì ad affascinarmi. Approfittando anche del prezzo molto contenuto, decisi di tenermi quei 4 OAV, confidando di avere fatto una buona scelta. Mi sono reso conto di aver fatto un'ottima scelta, perché "Kenshin Samurai Vagabondo - Memorie dal passato" è forse uno degli anime più belli che io abbia mai visto. Bel colpo di fortuna. Posso tranquillamente assicurarmi che questo lavoro si vede anche senza conoscere il manga e la serie.
Nei quattro episodi, senza cadute di tensione, si dipana una storia drammatica e intensissima, con una successione molto equilibrata di sublimi scene introspettive (non sto parlando di uno degli ahimè comuni surrogati di Evangelion) e altre intrise realismo e crudezza. Inoltre, non si notano pretese di spettacolarità gratuita o "filosofia simil-samurai" da quattro soldi, ma invece tutti i personaggi sono caratterizzati con la giusta profondità, senza nulla di superfluo. Ciò che viene mostrato è un anime coerente e pur nella sua brevità approfondito e compiuto, dall'atmosfera unica. La preziosa veste grafica è un valore aggiunto, come pure il commento musicale. L'edizione DVD della Dynit è niente male, se potete, procuratevela assolutamente.
Nei quattro episodi, senza cadute di tensione, si dipana una storia drammatica e intensissima, con una successione molto equilibrata di sublimi scene introspettive (non sto parlando di uno degli ahimè comuni surrogati di Evangelion) e altre intrise realismo e crudezza. Inoltre, non si notano pretese di spettacolarità gratuita o "filosofia simil-samurai" da quattro soldi, ma invece tutti i personaggi sono caratterizzati con la giusta profondità, senza nulla di superfluo. Ciò che viene mostrato è un anime coerente e pur nella sua brevità approfondito e compiuto, dall'atmosfera unica. La preziosa veste grafica è un valore aggiunto, come pure il commento musicale. L'edizione DVD della Dynit è niente male, se potete, procuratevela assolutamente.
Sublime.
Perfetto in ogni sua parte. Molto adatta la scelta di raccontare il tutto in quattro episodi (espressione anch'essa della "perfezione" nell'accezione aristotelica del termine, dove tutto è preciso, conciso e compiuto senza parti inutili o dispersive).
Sono rimasta molto colpita dalla trama, da come essa si snoda, dai disegni, dalla regia e dall'animazione e dalla colonna sonora... Tutto concorre nel forgiare un vero capolavoro, adatto a un pubblico di appassionati del genere. Le scene violente sono cruente e realistiche, quelle d'amore sono molto "delicate" e pudiche, mai volgari. Viene inoltre dato un gradevole fugace sguardo al Giappone della prima metà dell'800, per non parlare dell'introspezione psicologica dei personaggi, approfondita senza che la storia ne esca appesantita. Assolutamente da vedere.
Perfetto in ogni sua parte. Molto adatta la scelta di raccontare il tutto in quattro episodi (espressione anch'essa della "perfezione" nell'accezione aristotelica del termine, dove tutto è preciso, conciso e compiuto senza parti inutili o dispersive).
Sono rimasta molto colpita dalla trama, da come essa si snoda, dai disegni, dalla regia e dall'animazione e dalla colonna sonora... Tutto concorre nel forgiare un vero capolavoro, adatto a un pubblico di appassionati del genere. Le scene violente sono cruente e realistiche, quelle d'amore sono molto "delicate" e pudiche, mai volgari. Viene inoltre dato un gradevole fugace sguardo al Giappone della prima metà dell'800, per non parlare dell'introspezione psicologica dei personaggi, approfondita senza che la storia ne esca appesantita. Assolutamente da vedere.
Inaspettatamente molto bello. Sono rimasta molto colpita dalla trama, da come essa si snoda, dai disegni, dalla regia e dall'animazione. Le scene violente sono cruente e realistiche, quelle d'amore sono molto "delicate"... Viene inoltre dato un gradevole sguardo al Giappone della prima metà dell'800 e anche l'introspezione psicologica dei personaggi è approfondita senza che la storia ne esca appesantita. Assolutamente da vedere.
Questa serie di 4 OAV narra gli avvenimenti accaduti precedentemente all'omonima serie: Kenshin samurai vagabondo.
E' impossibile rimanere indifferenti di fronte alla maestria e abilità con cui viene raccontato il passato di Kenshin.
Una regia ed una sceneggiatura a dir poco sublimi, tanto che riesce a creare atmosfere paragonabili a quelle presenti in Neon Genesis Evangelion, come solo il grande genio Hideaki Anno era riuscito a fare...
Il tutto raffigurato con disegni e character design di altissimo livello qualitativo, con colori della giusta tonalità e intensità che inquadrano splendidamente gli ambienti raffigurati e le diverse situazioni, cosa da fare invidia a molti anime moderni del 2009...
Anche la musica non svolge certo un ruolo di secondo piano in questi OAV: essa sembra rappresentare l'essenza stessa dei samurai e del mondo di Kenshin, adeguandosi perfettamente ad ogni circostanza.
La trama è molto coinvolgente seppure presenta ritmi e scene piuttosto lenti e tranquille, ma che non stonano affatto con la visione complessiva, anzi la rendono ancora più avvincente, raffinata e stilisticamente perfetta. Anche i (pochi) combattimenti sono realizzati benissimo con animazioni fluide e assolutamente realistiche, dosando anche le perdite di sangue nella giusta quantità in relazioni con le ferite riportate, senza quindi eccedere nel fanservice nè nel "buonismo".
Per concludere cos'altro di può dire... in quest'anime si colgono appieno tutti i tratti tipici del Giappone e della cultura relativa al periodo storico durante il quale si svolge l'intera vicenda (perdonatemi se non so come si chiama T__T), e il passato di Kenshin non poteva esser realizzato meglio di così, rendendo quest'anime una vera e propria perla che non deve invidiare niente a nessun altro, poichè nel suo genere non poteva essere fatto meglio di così.
Veramente da applauso questo capolavoro che ha segnato un profondo solco nella storia dell'animazione giapponese e non solo...
E' impossibile rimanere indifferenti di fronte alla maestria e abilità con cui viene raccontato il passato di Kenshin.
Una regia ed una sceneggiatura a dir poco sublimi, tanto che riesce a creare atmosfere paragonabili a quelle presenti in Neon Genesis Evangelion, come solo il grande genio Hideaki Anno era riuscito a fare...
Il tutto raffigurato con disegni e character design di altissimo livello qualitativo, con colori della giusta tonalità e intensità che inquadrano splendidamente gli ambienti raffigurati e le diverse situazioni, cosa da fare invidia a molti anime moderni del 2009...
Anche la musica non svolge certo un ruolo di secondo piano in questi OAV: essa sembra rappresentare l'essenza stessa dei samurai e del mondo di Kenshin, adeguandosi perfettamente ad ogni circostanza.
La trama è molto coinvolgente seppure presenta ritmi e scene piuttosto lenti e tranquille, ma che non stonano affatto con la visione complessiva, anzi la rendono ancora più avvincente, raffinata e stilisticamente perfetta. Anche i (pochi) combattimenti sono realizzati benissimo con animazioni fluide e assolutamente realistiche, dosando anche le perdite di sangue nella giusta quantità in relazioni con le ferite riportate, senza quindi eccedere nel fanservice nè nel "buonismo".
Per concludere cos'altro di può dire... in quest'anime si colgono appieno tutti i tratti tipici del Giappone e della cultura relativa al periodo storico durante il quale si svolge l'intera vicenda (perdonatemi se non so come si chiama T__T), e il passato di Kenshin non poteva esser realizzato meglio di così, rendendo quest'anime una vera e propria perla che non deve invidiare niente a nessun altro, poichè nel suo genere non poteva essere fatto meglio di così.
Veramente da applauso questo capolavoro che ha segnato un profondo solco nella storia dell'animazione giapponese e non solo...
Questo capitolo viene cronologicamente prima della storia narrata nella serie televisiva e oltre a sciogliere un grande dubbio che ha preso ogni appassionato (cioè: un guerriero come Kenshin come si è procurato una simile cicatrice?) è una delle trame più intense che abbia mai visto, commovente ed epica allo stesso tempo. Nonostante la storia, come già detto avviene prima di quella raccontata nella serie televisiva, consiglierei sinceramente di vederla dopo in quanto iniziando subito da questo film, (a mio parere almeno) il personaggio di kenshin perderebbe un po' del suo fascino. Oltre a questo, il film spicca per le ottime musiche e per l'ottima grafica (vedere Kenshin che affettava mi ha fatto davvero impressione). Un film che ogni appassionato di Kenshin dovrebbe vedere assolutamente... e se non vi piace... non siete fan del nostro caro Rurouni! :D
Prima di iniziare a parlare della suddetta opera, dovremmo iniziare con lo specificare di quale immensa portata è il titolo cui ci troviamo di fronte: la serie storica per eccellenza degli anni '90, il racconto dello spietato assassino che a metà 1800 contribuì alla fine dello Shogunato Tokugawa, una delle più grandi produzioni di tutti i tempi, "Kenshin Samurai Vagabondo", trova, in queste quattro piccole perle, un preludio di cui andare fieri.
E' infatti racchiuso in queste ore di intensa narrazione il dolore di un passato che sarebbe meglio non ricordare, ma che ha lasciato i segni indelebili, sia sul volto come nell'anima, di un ragazzino divenuto troppo presto uomo, e senza accorgersene, anche assassino.
L'opera è come un imponente mosaico che raccorda a regola d'arte tanti piccoli tasselli di una trama a cui non manca nulla, forte di una realizzazione che ancora oggi teme scarsi rivali, e dove gli eventi si allacciano armoniosamente con una cura ed una naturalezza impressionanti.
La violenza e la maturità dei contenuti non si fanno di certo aspettare, emergono fin dall'inizio, lasciando intendere a quale tipo di spettatore essi possano essere destinati, e, fattore ancor più rilevante, dimostrando al pubblico di avere a che fare con una produzione di ampio respiro, che non ha nulla a che vedere con gli shonen o con quant'altri generi di anime possano esistere: si tratta di un capolavoro, e, come tale, un genere di appartenenza gli andrebbe stretto.
"Memorie Dal Passato" raccoglie in sé elementi inestimabili e perfettamente congegnati in una sceneggiatura indimenticabile: i valori del bushido, i rischi dell'appartenere allo spietato mondo delle lame sguainate, ma anche il rischio di perdere una propria identità, la ricerca un vero fine, poi l'amore, il ritrovamento di uno scopo, la persona da proteggere...tutto ciò contrassegna la storia di un samurai senza meta, un uomo che infine comprende di dovere tanto non solo alla sua spada, ma anche alla memoria di colei che lo ha amato, scegliendo di vivere il presente con dei ricordi da tenere a cuore, non più scalfire.
Capolavoro dell'animazione in tutti i sensi, "Memorie Dal Passato" si segnala agli occhi impotenti di altrettante note produzioni per il suo livello realizzativo sublime.
Si notano: la prestanza delle animazioni e dello storyboard; la precisione di una disegno impeccabile, che sbalordisce letteralmente, a partire dal più piccolo particolare di un volto, di un vestito, di un utensile, fino alla magnificenza ipnotizzante dei fondali; la gestione impressionante di ombre ed effetti di luce; la colorazione, grandissima fonte di realismo; la riproduzione magistrale di effetti in base ai cambiamenti atmosferici; il saggio utilizzo della computer grafica in alcuni punti; il sonoro da oscar, complice un tema principale di fondo a dir poco toccante.
I pregi sono inelencabili come lo sono le emozioni che possono fiorire dalla visione di questa breve ma appassionante storia, altro grande pilastro di un'altra storia, quella degli anime.
Imperdibile.
E' infatti racchiuso in queste ore di intensa narrazione il dolore di un passato che sarebbe meglio non ricordare, ma che ha lasciato i segni indelebili, sia sul volto come nell'anima, di un ragazzino divenuto troppo presto uomo, e senza accorgersene, anche assassino.
L'opera è come un imponente mosaico che raccorda a regola d'arte tanti piccoli tasselli di una trama a cui non manca nulla, forte di una realizzazione che ancora oggi teme scarsi rivali, e dove gli eventi si allacciano armoniosamente con una cura ed una naturalezza impressionanti.
La violenza e la maturità dei contenuti non si fanno di certo aspettare, emergono fin dall'inizio, lasciando intendere a quale tipo di spettatore essi possano essere destinati, e, fattore ancor più rilevante, dimostrando al pubblico di avere a che fare con una produzione di ampio respiro, che non ha nulla a che vedere con gli shonen o con quant'altri generi di anime possano esistere: si tratta di un capolavoro, e, come tale, un genere di appartenenza gli andrebbe stretto.
"Memorie Dal Passato" raccoglie in sé elementi inestimabili e perfettamente congegnati in una sceneggiatura indimenticabile: i valori del bushido, i rischi dell'appartenere allo spietato mondo delle lame sguainate, ma anche il rischio di perdere una propria identità, la ricerca un vero fine, poi l'amore, il ritrovamento di uno scopo, la persona da proteggere...tutto ciò contrassegna la storia di un samurai senza meta, un uomo che infine comprende di dovere tanto non solo alla sua spada, ma anche alla memoria di colei che lo ha amato, scegliendo di vivere il presente con dei ricordi da tenere a cuore, non più scalfire.
Capolavoro dell'animazione in tutti i sensi, "Memorie Dal Passato" si segnala agli occhi impotenti di altrettante note produzioni per il suo livello realizzativo sublime.
Si notano: la prestanza delle animazioni e dello storyboard; la precisione di una disegno impeccabile, che sbalordisce letteralmente, a partire dal più piccolo particolare di un volto, di un vestito, di un utensile, fino alla magnificenza ipnotizzante dei fondali; la gestione impressionante di ombre ed effetti di luce; la colorazione, grandissima fonte di realismo; la riproduzione magistrale di effetti in base ai cambiamenti atmosferici; il saggio utilizzo della computer grafica in alcuni punti; il sonoro da oscar, complice un tema principale di fondo a dir poco toccante.
I pregi sono inelencabili come lo sono le emozioni che possono fiorire dalla visione di questa breve ma appassionante storia, altro grande pilastro di un'altra storia, quella degli anime.
Imperdibile.
Semplicemente meraviglioso. Sono gli OAV che narrano il passato drammatico e travagliato del buon samurai Kenshin, e solo stati realizzati con una qualità ed una passione tali che al termine della visione di tutti e 4 sono rimasto totalmente shoccato, estasiato, ammaliato.
La versione italiana (quella che ho visto io) è davvero ben adattata, e i doppiaggi sono azzeccatissimi. Le figure della storia spiccano, sebbene con un tempo così limitato come solo quattro episodi, sia per introspezione che per carattere, finemente delineati e introdotti. Le musiche, gli scenari, i colori, i dialoghi e la sceneggiatura in generale, anzi direi il lavoro totale degli autori regala allo spettatore due ore di pura arte d'animazione.
La storia è ambientata nel periodo in cui il Giappone è allo sbando fra guerre interne e poco prima della caduta totale dei samurai, un frangente storico molto violento e cruento, teatro di grandi battaglie e numerosi assassini. Fra una vicissitudine e l'altra Kenshin (così è conosciuto ma avrete rivelazioni sul suo nome sin dal primo episodio), crescerà dopo aver perso gente a lui cara, e imparerà l''arte della spada grazie ad un uomo che gli farà da maestro, una figura che definire leggendaria è ben poco: Più che insegnargli la legge della spada, lo prepara ad una vita di difficoltà e dolore, ma allo stesso tempo di speranza e coraggio. Ogni frase chiave di quest'uomo mi è rimasta impressa nella mente, e probabilmente i dialoghi fra lui e Kenshin, o i brevi monologhi a mo di narratore che tiene all'inizio della storia sono i momenti topici per cui vale la pena di vedere questi OAV.
altri personaggi importanti si affacceranno in questo flashback della vita del famoso samurai dai capelli rossi, come la dolce ed ermetica Tomoyo, portando la storia ad un finale struggente e davvero di grande grande intensità.
Un vero e proprio capolavoro da gustare in ogni momento, sia nei suoi momenti dazione, mai esagerati o fuori luogo e molto realistici, sia nei lunghi silenzi carichi di pathos o di sentimento, mai vuoti o noiosi. assolutamente da vedere.
La versione italiana (quella che ho visto io) è davvero ben adattata, e i doppiaggi sono azzeccatissimi. Le figure della storia spiccano, sebbene con un tempo così limitato come solo quattro episodi, sia per introspezione che per carattere, finemente delineati e introdotti. Le musiche, gli scenari, i colori, i dialoghi e la sceneggiatura in generale, anzi direi il lavoro totale degli autori regala allo spettatore due ore di pura arte d'animazione.
La storia è ambientata nel periodo in cui il Giappone è allo sbando fra guerre interne e poco prima della caduta totale dei samurai, un frangente storico molto violento e cruento, teatro di grandi battaglie e numerosi assassini. Fra una vicissitudine e l'altra Kenshin (così è conosciuto ma avrete rivelazioni sul suo nome sin dal primo episodio), crescerà dopo aver perso gente a lui cara, e imparerà l''arte della spada grazie ad un uomo che gli farà da maestro, una figura che definire leggendaria è ben poco: Più che insegnargli la legge della spada, lo prepara ad una vita di difficoltà e dolore, ma allo stesso tempo di speranza e coraggio. Ogni frase chiave di quest'uomo mi è rimasta impressa nella mente, e probabilmente i dialoghi fra lui e Kenshin, o i brevi monologhi a mo di narratore che tiene all'inizio della storia sono i momenti topici per cui vale la pena di vedere questi OAV.
altri personaggi importanti si affacceranno in questo flashback della vita del famoso samurai dai capelli rossi, come la dolce ed ermetica Tomoyo, portando la storia ad un finale struggente e davvero di grande grande intensità.
Un vero e proprio capolavoro da gustare in ogni momento, sia nei suoi momenti dazione, mai esagerati o fuori luogo e molto realistici, sia nei lunghi silenzi carichi di pathos o di sentimento, mai vuoti o noiosi. assolutamente da vedere.
Kenshin mi è passato di vista quasi per caso mentre ero alla ricerca di una bella serie da vedere. Devo dire con mio grande stupore che gli oav mi hanno colpito positivamente per tanti fattori interessanti come, trama, characters, ambientazione e genere. Visionando la serie tv regolare ci si accorge subito delle differenze dal punto di vista del carattere dei personaggi, abbastanza comico nelle situazioni quotidiane, ma di colpo drammatico nei momenti cruciali. Un opera struggente e commovente nel finale come pochi. Dello stesso genere consiglio il film Sword of a stranger.
Un dramma. Come pochi. "Kenshin - Memorie del Passato" è un’opera studiata e realizzata come un dramma altissimo e di uno spessore che appartiene solo alle opere grandi, in cui si percepisce un respiro ampio e intriso di tragedia e fatalità.
Io scrivo qualcosa quando un anime mi colpisce, solo quando vale la pena di dire qualcosa a riguardo - o quando mi diverte prenderlo per il culo, ma questa è un’altra storia. E certo Kenshin colpisce duro e non è consigliabile a tutti – uno scenario così truculento l’ho visto soltanto in "Berserk" e "Shigurui". C’è da dire che l’inizio è piuttosto caotico, con un macello di nomi tirati in mezzo, continui salti temporali (non perfettamente riusciti, per la verità) e un intreccio cospiratorio molto ingarbugliato. Ma dal secondo OAV il ritmo inizia a rallentare, tutto diventa più limpido e fluido, e soprattutto si comincia a respirare quel sentore di leggenda vivente e di epos che permeerà tutto la narrazione fino al suo epilogo sconcertante.
Della trama non si deve svelare niente perché ogni frammento è significativo e perfetto nella costruzione generale, e quindi finirei con il dire troppo e con il fare anche capire troppo. Quindi parlando d’altro – e che altro! La realizzazione tecnica è impeccabile, con disegni ottimi dalle linee precisissime e pulite, I colori riflettono i toni delle stagioni che si susseguono, non sono mai sgargianti e rendono sempre l’atmosfera realisticamente. Le animazioni sono impeccabili e vi è una caratterizzazione dei personaggi curata all’inverosimile – sia nella psicologia e negli atteggiamenti, sia negli abiti, negli accessori, nelle decorazioni, nelle armi e quant’altro. I fondali sono indescrivibili, così come le ambientazioni e le luci. Tutto è messo in risalto da una regia che, è vero perde un po’ di tempo a trovarsi, ma una volta ingranato regala scene e soprattutto inquadrature magistrali, tenendo un ritmo fluido senza incertezze, con oscillazioni di pause e tensioni mescolate in un continuum avvolgente.
Tutto cattura, nulla è casuale, e ogni elemento è profondamente voluto. Ma più di ogni altra cosa, risaltano Kenshin e Tomoe; le loro storie, la loro Storia, il loro incontro e di lì fino alla vita in comune, il suo senso trovato a passi lenti ma inesorabili, i loro sentimenti silenziosi e struggenti. Tali aspetti sono commoventi e angoscianti per la delicatezza e il pudore con cui vengono trattati. E dire che non ho nemmeno visto la serie TV (oh, sono 90!!! episodi, e immagino mica roba leggera alla Naruto), e degli OAV avevo intravisto solo qualche parte frammentariamente su MTV; ai tempi avevo sedici anni e lo mandavano dopo mezzanotte, infra settimanalmente - ma che ingiustizie sono queste?!
Quindi vederli ugualmente, tanto sono un prequel, non comporta uno spaesamento del tipo essersi trovati in mezzo a qualcosa di completamente sconosciuto. Forse l’unica cosa che purtroppo si perde è quel senso di svelamento di un passato che si è solo intravisto o presagito, nell’ombra del quale si aggira il samurai dalla cicatrice a croce; si perde quello che ha rappresentato, quello che ha suscitato in chi lo ha conosciuto dagli inizi, nel quale è diventato una parte dei ricordi della vita (come Evangelion per un’altra generazione). E forse anche questo effetto è stato attentamente ponderato e lasciato trapelare con maestria, per rendere palpabile il dramma del destino di Kenshin. Il dramma assoluto, epico, fatale, rosso e intenso come il sangue.
Io scrivo qualcosa quando un anime mi colpisce, solo quando vale la pena di dire qualcosa a riguardo - o quando mi diverte prenderlo per il culo, ma questa è un’altra storia. E certo Kenshin colpisce duro e non è consigliabile a tutti – uno scenario così truculento l’ho visto soltanto in "Berserk" e "Shigurui". C’è da dire che l’inizio è piuttosto caotico, con un macello di nomi tirati in mezzo, continui salti temporali (non perfettamente riusciti, per la verità) e un intreccio cospiratorio molto ingarbugliato. Ma dal secondo OAV il ritmo inizia a rallentare, tutto diventa più limpido e fluido, e soprattutto si comincia a respirare quel sentore di leggenda vivente e di epos che permeerà tutto la narrazione fino al suo epilogo sconcertante.
Della trama non si deve svelare niente perché ogni frammento è significativo e perfetto nella costruzione generale, e quindi finirei con il dire troppo e con il fare anche capire troppo. Quindi parlando d’altro – e che altro! La realizzazione tecnica è impeccabile, con disegni ottimi dalle linee precisissime e pulite, I colori riflettono i toni delle stagioni che si susseguono, non sono mai sgargianti e rendono sempre l’atmosfera realisticamente. Le animazioni sono impeccabili e vi è una caratterizzazione dei personaggi curata all’inverosimile – sia nella psicologia e negli atteggiamenti, sia negli abiti, negli accessori, nelle decorazioni, nelle armi e quant’altro. I fondali sono indescrivibili, così come le ambientazioni e le luci. Tutto è messo in risalto da una regia che, è vero perde un po’ di tempo a trovarsi, ma una volta ingranato regala scene e soprattutto inquadrature magistrali, tenendo un ritmo fluido senza incertezze, con oscillazioni di pause e tensioni mescolate in un continuum avvolgente.
Tutto cattura, nulla è casuale, e ogni elemento è profondamente voluto. Ma più di ogni altra cosa, risaltano Kenshin e Tomoe; le loro storie, la loro Storia, il loro incontro e di lì fino alla vita in comune, il suo senso trovato a passi lenti ma inesorabili, i loro sentimenti silenziosi e struggenti. Tali aspetti sono commoventi e angoscianti per la delicatezza e il pudore con cui vengono trattati. E dire che non ho nemmeno visto la serie TV (oh, sono 90!!! episodi, e immagino mica roba leggera alla Naruto), e degli OAV avevo intravisto solo qualche parte frammentariamente su MTV; ai tempi avevo sedici anni e lo mandavano dopo mezzanotte, infra settimanalmente - ma che ingiustizie sono queste?!
Quindi vederli ugualmente, tanto sono un prequel, non comporta uno spaesamento del tipo essersi trovati in mezzo a qualcosa di completamente sconosciuto. Forse l’unica cosa che purtroppo si perde è quel senso di svelamento di un passato che si è solo intravisto o presagito, nell’ombra del quale si aggira il samurai dalla cicatrice a croce; si perde quello che ha rappresentato, quello che ha suscitato in chi lo ha conosciuto dagli inizi, nel quale è diventato una parte dei ricordi della vita (come Evangelion per un’altra generazione). E forse anche questo effetto è stato attentamente ponderato e lasciato trapelare con maestria, per rendere palpabile il dramma del destino di Kenshin. Il dramma assoluto, epico, fatale, rosso e intenso come il sangue.
4 oav perfetti, la trama è stata resa estremamente drammatica quindi non vi aspettate un Kenshin sorridente, tale drammaticità crea un atmosfera opprimente ma anche toccante,perché non si può non provare un sentimento di commozione nel vedere la tragica vita del personaggio destinato com'è a diventare un tagliatore d'uomini in conflitto con la sua spietatezza. L'animazione è ottima(di solito gli oav hanno una qualità maggiore),la colonna sonora cupa e triste si adatta perfettamente all'ambientazione,e i personaggi sono realistici.Essendo una storia che si concentra sul legame d'amore tra Kenshin e Tomoe ha un ritmo piuttosto lento che comunque riesce molto ad emozionare.
Ottime animazioni, e splendidi scorci di un Giappone del passato.A tratti l'opera sconfina nel lirismo, malgrado le situazioni piuttosto crude.Ad immagine bucoliche del mondo rurale, sembra si voglia opporre simbolicamente la violenza dilagante nella città (in questo caso Kioto), in preda a complicate dispute politiche.Siamo infatti alla fine del periodo Tokugawa,relativamente pacifico, che è durato più di 200 anni, e sta per iniziare una nuova era, con tutti i travagli che questo comporta. Il protagonista, che sa fare solo una cosa nella vita, e sa farla molto bene, cioè uccidere, si trova in mezzo a tutto ciò, con poche granitiche certezze.Incomincerà un percorso umano e personale che lo porterà a riconsiderare la sua vita ed il suo scopo, l'inizio di una sorta di catarsi. Unico neo, a mio avviso: i dialoghi forse sono un po' troppo stucchevoli a volte, e retorici altre; ma forse in un anime di questo tipo ci può anche stare.
Anni fa avevo già letto il manga e mi era piaciuto abbastanza ma questi oav sono semplicemente divini! In questi episodi scopriamo meglio il passato di Kenshin, un passato terribile fatto di dolori e perdite ma anche di gioia e affetto, tutti sentimenti che lo portano ad essere il samurai che è ora. Presenta inoltre una bellissima storia d'amore, tanto bella quanto triste.
Molto poetico e profondo, dove si alternano momenti di violenza a momenti di riflessione.
Ho visto anche il film e rimane allo stesso livello degli oav, al contrario dell'anime dove la maggior parte degli episodi viene trattato in modo troppo superficiale e alquanto banale.
Per chi vuole cominciare a conoscere questa splendida serie,consiglio di vedere prima questi oav(anche perchè sono pochi e ci mettete poco a finirlo) e se vi è piaciuto e avete voglia, continuate con il manga e poi con l'anime vero e proprio.
Molto poetico e profondo, dove si alternano momenti di violenza a momenti di riflessione.
Ho visto anche il film e rimane allo stesso livello degli oav, al contrario dell'anime dove la maggior parte degli episodi viene trattato in modo troppo superficiale e alquanto banale.
Per chi vuole cominciare a conoscere questa splendida serie,consiglio di vedere prima questi oav(anche perchè sono pochi e ci mettete poco a finirlo) e se vi è piaciuto e avete voglia, continuate con il manga e poi con l'anime vero e proprio.
Non ho avuto modo di leggere il manga o vedere la serie animata, ma è un capitolo che si può guardare indipendentemente dal resto, visto che funge da prologo alla serie principale.
Questo anime è veramente una perla nel mare dell'animazione. I disegni sono curatissimi, le scene d'azione spettacolari, lo sfondo storico dettagliato e soprattutto la storia d'amore struggente e drammatica. Non c'è spazio per perdersi in gag comiche o elementi superflui, la storia è condensata in quattro bellissimi OAV in cui ogni minima scena (anche la più piccola) è importante e contiene un altissimo livello di poesia e drammaticità. Assolutamente da vedere!
Questo anime è veramente una perla nel mare dell'animazione. I disegni sono curatissimi, le scene d'azione spettacolari, lo sfondo storico dettagliato e soprattutto la storia d'amore struggente e drammatica. Non c'è spazio per perdersi in gag comiche o elementi superflui, la storia è condensata in quattro bellissimi OAV in cui ogni minima scena (anche la più piccola) è importante e contiene un altissimo livello di poesia e drammaticità. Assolutamente da vedere!
Che dire? Kenshin è Kenshin: un assoluto Capolavoro, e forse la serie più bella mai uscita sul Giappone dei Samurai. Questa miniserie è un'autentica perla di bellezza, che raggiunge vertici di splendore sotto ogni punto di vista. Dato che gli episodi sono profondamente diversi tra loro, preferisco recensirli uno ad uno prima di trarre le dovute conclusioni.
ATTO I: IL TAGLIATORE DI UOMINI.
Voto = 12/10!
E' semplicemente un episodio stupendo, che racconta non solo il dramma del povero Shinta (Kenshin da piccolo) ma anche il suo rapporto col Maestro Seijuro Hiko. Quest'ultimo personaggio, attraverso i suoi insegnamenti, è un degno rappresentante della Saggezza del Taoismo e delle altre Filosofie orientali (Zen, per esempio), che insegnano l'importanza del rapporto con se stessi e dei piccoli piaceri quotidiani.
ATTO II: UN GATTO SMARRITO.
Voto = 8 e mezzo / 10.
Non solo entra in scena la bella e tormentata Tomoe, ma attraverso la figura di Kogoro Katsura scopriamo che "ogni spada ha bisogno di un fodero", per non impazzire. E' chiara la metafora Yin - Yang, laddove la spada (Kenshin) è lo Yang e il fodero (Tomoe) è lo Yin.
ATTO III: VILLAGGIO DI MONTAGNA AL CREPUSCOLO.
Voto = 9/10.
E' un episodio denso di profondità umana, forse un pò lento, ma di una lentezza dolce e meditativa che fa riflettere in merito all'importanza di imparare ad amare la vita. Non è forse uno stupendo paradosso che un "tagliatore di uomini" decida di coltivare la terra per farne un orto, per renderla fertile e pregna di vita? Kenshin, finalmente, comincia a capire l'importanza e la sacralità della vita. E questo grazie all'amore per Tomoe.
ATTO IV: UNA FERITA A FORMA DI CROCE.
Voto = 14/10!
E' un lirico, drammatico e struggente scavare nell'animo di Tomoe, combattuta tra odio e amore per l'uomo che le ha tolto una felicità e gliene ha donata un'altra. Scioccante il finale, ma anche estremamente dolce e poetico, perchè è l'Amore a vincere su tutto...e in nome di questo Amore Kenshin compie la sua grande maturazione, capendo infine il valore della vita. Il fatto che lo stesso Kogoro Katsura comprenda che avrebbe dovuto usare la spada per difendere la nuova era, anzichè per distruggere quella vecchia, rende tutto ancor più bello e profondo. Grazie alla tragedia che colpisce Kenshin, anche Katsura cresce interiormente.
In sintesi, siamo di fronte a un vero Capolavoro di bellezza e profondità.
ATTO I: IL TAGLIATORE DI UOMINI.
Voto = 12/10!
E' semplicemente un episodio stupendo, che racconta non solo il dramma del povero Shinta (Kenshin da piccolo) ma anche il suo rapporto col Maestro Seijuro Hiko. Quest'ultimo personaggio, attraverso i suoi insegnamenti, è un degno rappresentante della Saggezza del Taoismo e delle altre Filosofie orientali (Zen, per esempio), che insegnano l'importanza del rapporto con se stessi e dei piccoli piaceri quotidiani.
ATTO II: UN GATTO SMARRITO.
Voto = 8 e mezzo / 10.
Non solo entra in scena la bella e tormentata Tomoe, ma attraverso la figura di Kogoro Katsura scopriamo che "ogni spada ha bisogno di un fodero", per non impazzire. E' chiara la metafora Yin - Yang, laddove la spada (Kenshin) è lo Yang e il fodero (Tomoe) è lo Yin.
ATTO III: VILLAGGIO DI MONTAGNA AL CREPUSCOLO.
Voto = 9/10.
E' un episodio denso di profondità umana, forse un pò lento, ma di una lentezza dolce e meditativa che fa riflettere in merito all'importanza di imparare ad amare la vita. Non è forse uno stupendo paradosso che un "tagliatore di uomini" decida di coltivare la terra per farne un orto, per renderla fertile e pregna di vita? Kenshin, finalmente, comincia a capire l'importanza e la sacralità della vita. E questo grazie all'amore per Tomoe.
ATTO IV: UNA FERITA A FORMA DI CROCE.
Voto = 14/10!
E' un lirico, drammatico e struggente scavare nell'animo di Tomoe, combattuta tra odio e amore per l'uomo che le ha tolto una felicità e gliene ha donata un'altra. Scioccante il finale, ma anche estremamente dolce e poetico, perchè è l'Amore a vincere su tutto...e in nome di questo Amore Kenshin compie la sua grande maturazione, capendo infine il valore della vita. Il fatto che lo stesso Kogoro Katsura comprenda che avrebbe dovuto usare la spada per difendere la nuova era, anzichè per distruggere quella vecchia, rende tutto ancor più bello e profondo. Grazie alla tragedia che colpisce Kenshin, anche Katsura cresce interiormente.
In sintesi, siamo di fronte a un vero Capolavoro di bellezza e profondità.
Come il mio nick suggerisce sono un fan sfegatato di questi 4 fantastici OAV. La serie a fumetti non è male anche se le tinte shojo a volte sono un pò eccessive a seguito della drammaticità del periodo storico narrato. Ma le MEMORIE DEL PASSATO sono incredibili: emozionanti, superlative, le musiche caratterizzano alla perfezione la malinconica storia del samurai dalla ferita che non smette di sanguinare, le immagini sono stupende e i combattimenti di spada sono a dir poco eccelsi. La caratterizzazione dei personaggi è talmente ben studiata (anchè se ovviamente il tutto è rielaborato a scopo romanzesco, ma anche le vicende storiche di MUSASHI sono rielaborate a fine romanzesco) da adattarsi perfettamente all'epoca narrata. Chi avesse ancora dei dubbi sulla qualità delle opere nipponiche guardi questo capolavoro e si ricreda. Uno dei migliori prodotti made in Japan di tutti i tempi, capace di scatenare la fantasia di chiunque, garantito! Provare per credere.
Mi è capitato di conoscere questo OAV per caso girovagando nei meandri di Animeclick quindi il mio punto di vista non è quello del tipico fan della serie animata che guarda appassionatamente film e OAV della serie in questione...
Il livello tecnico è molto alto e l'unione ambiente-storia-musica è perfetto. Per un appassionato del mondo medioevo-feudale giapponese come me questi quattro atti sono stati veramente un sogno ad occhi aperti.
La trama è coinvolgente, ma non prepotente e ti lascia lo spazio per apprezzare le emozioni e i pensieri contrastanti dei personaggi.
Unica pecca è la poca chiarezza nel capire le fazioni (stato e ribelli) data dal poco tempo a disposizione degli autori (sono solo 4 episodi).
Nel complesso un voto molto positivo: 9 e mezzo. Ma, visto che devo scegliere un voto tondo preferisco mettere 9 visto che il 10 (perfezione) è quasi impossibile darlo anche per i più grandi capolavori della storia dell'anime.
Ciao a tutti e buona animevisione foxM
Il livello tecnico è molto alto e l'unione ambiente-storia-musica è perfetto. Per un appassionato del mondo medioevo-feudale giapponese come me questi quattro atti sono stati veramente un sogno ad occhi aperti.
La trama è coinvolgente, ma non prepotente e ti lascia lo spazio per apprezzare le emozioni e i pensieri contrastanti dei personaggi.
Unica pecca è la poca chiarezza nel capire le fazioni (stato e ribelli) data dal poco tempo a disposizione degli autori (sono solo 4 episodi).
Nel complesso un voto molto positivo: 9 e mezzo. Ma, visto che devo scegliere un voto tondo preferisco mettere 9 visto che il 10 (perfezione) è quasi impossibile darlo anche per i più grandi capolavori della storia dell'anime.
Ciao a tutti e buona animevisione foxM
A mio parere infinitamente superiore alla serie TV (senza parlare del film) combattimenti "quasi" realistici, ma comunque credibili. Disegni ottimi, sviluppo dei personaggi semplicemente perfetto...
i toni sono molto più cupi rispetto alla serie TV, il Kenshin di "Memorie dal Passato" è un samurai che vive la sua vita rinchiuso tra le mura dei propri pensieri e della propria interiorità (nulla a che vedere con il Kenshin stile Naruto della serie tv), anche per questo gli OAV sono forse indicati ad un pubblico un poco più maturo..
comunque un capolavoro!
i toni sono molto più cupi rispetto alla serie TV, il Kenshin di "Memorie dal Passato" è un samurai che vive la sua vita rinchiuso tra le mura dei propri pensieri e della propria interiorità (nulla a che vedere con il Kenshin stile Naruto della serie tv), anche per questo gli OAV sono forse indicati ad un pubblico un poco più maturo..
comunque un capolavoro!
Un piccola opera d'arte, queste quattro puntate sono davvero una delle vette raggiunte dall'animazione, per qualità dei disegni, realismo, ricostruzione storica, ritmo, sceneggiatura....
Vi è la descrizione del travagli di una nazione, resa attraverso, e insieme, alla vita e i drammi quotidiani di coloro che vi si ritrovano coivolti e che tentano di orientarla a seconda dei loro desideri (siano essi idealistici, materiali o di pura vendetta personale)
Malinconico e poetico, riesce a coinvolgere e lasciare il segno.
Unica "pecca" i molti riferimenti alla cultura giapponese dell'800, non alla portata di tutti.
Vi è la descrizione del travagli di una nazione, resa attraverso, e insieme, alla vita e i drammi quotidiani di coloro che vi si ritrovano coivolti e che tentano di orientarla a seconda dei loro desideri (siano essi idealistici, materiali o di pura vendetta personale)
Malinconico e poetico, riesce a coinvolgere e lasciare il segno.
Unica "pecca" i molti riferimenti alla cultura giapponese dell'800, non alla portata di tutti.
Uno dei migliori manga che mi sia capitato di vedere.
visto tra l'altro doppiato, cosa che tendenzialmente non amo(preferisco di gran lunga i sotttotitoli), ma mi ha comunque rapito.
La trama è ben strutturata, ottime soprattutto le sceneggiature (alcune scene in particolare mi sono rimaste impresse in maniera vivissima), ottime le scene di combattimento, struggente e profonda la caratterizzazione dei personaggi, direi un ottimo mix a livello sia tecnico che emotivo.
Se proprio devo trovare una pecca, ogni tanto i fondali sembrano poco accurati.
In ogni caso la storia è ambientata ai tempi dei samurai,e da sfondo fa una cruda e violenta lotta per questioni di potere tra organizzazioni politico-militari.
C'è anche una storia d'amore, come si conviene ad una sceneggiatura,ma devo dire che una volta tanto in questo non c'è banalità o malizia fine a se stessa, bensì delicatezza e profondità.
Assolutamente consigliato, ma è da sapere a chi possa interessare che comunque c'è parecchia violenza, sague e sbudellamenti vari non sono lasciati all'immaginazione.
In ogni caso, consigliato caldamente.
visto tra l'altro doppiato, cosa che tendenzialmente non amo(preferisco di gran lunga i sotttotitoli), ma mi ha comunque rapito.
La trama è ben strutturata, ottime soprattutto le sceneggiature (alcune scene in particolare mi sono rimaste impresse in maniera vivissima), ottime le scene di combattimento, struggente e profonda la caratterizzazione dei personaggi, direi un ottimo mix a livello sia tecnico che emotivo.
Se proprio devo trovare una pecca, ogni tanto i fondali sembrano poco accurati.
In ogni caso la storia è ambientata ai tempi dei samurai,e da sfondo fa una cruda e violenta lotta per questioni di potere tra organizzazioni politico-militari.
C'è anche una storia d'amore, come si conviene ad una sceneggiatura,ma devo dire che una volta tanto in questo non c'è banalità o malizia fine a se stessa, bensì delicatezza e profondità.
Assolutamente consigliato, ma è da sapere a chi possa interessare che comunque c'è parecchia violenza, sague e sbudellamenti vari non sono lasciati all'immaginazione.
In ogni caso, consigliato caldamente.
Questa serie è composta da quattro episodi, è un bell'anime, con trama complicata e triste ma ben elaborata; questo ragazzo che cresce sapendo di non potersi fidare di nessuno conferisce alla struttura dell'anime un elemento intrigante ed appassionante, mi ha catturata subito e un'altra particolità che si nota parecchio è la descrizione dei dettagli precisi e, soprattutto, essenziali.
I disegni sono ottimi ed ha degli effetti speciali ed alcune scene molto impressionanti sia per la stessa caratteristica della situazione che dell'effetto creato...ma preciso: come ha detto anche Zelgadis, neanche io conosco il manga nè ho visto la serie in sè e per sè, ma da quanto ho avuto l'opportunità di vedere su Mtv, la trama mi è piaciuta abbastanza.
I disegni sono ottimi ed ha degli effetti speciali ed alcune scene molto impressionanti sia per la stessa caratteristica della situazione che dell'effetto creato...ma preciso: come ha detto anche Zelgadis, neanche io conosco il manga nè ho visto la serie in sè e per sè, ma da quanto ho avuto l'opportunità di vedere su Mtv, la trama mi è piaciuta abbastanza.
Assolutamente fantastico per gli appassionati del genere. La storia è romantica al punto giusto. Kenshin, ragazzo che da piccolo ha visto la madre, il padre e i compaesano brutalmente massacrati, da allora non ha visto altro che violenza. Sino a quando non si scontra con un giovane feudale. Niente meno che il fratello della sua futuuuura moglie, che all'inizio si avvicina a lui solo per aspettare il momento giusto per attuare la sua vendetta.
Però standogli vicino inizia ad innamorarsene e a prendersi cura di lui. Quando poi anche lui inizia ad innamorarsi lei sparisce. Lui segue le sue traccie e arriva in un bosco dove è atteso da un gruppo di ninja e dalle loro trappole MORTALI...
Da qui non voglio piu rovinare la sorpresa, anche perche' se queste 4 parole vi sembrano tutto, sappiate che questo che ho detto non è altro che un pezzetto minuscolo di una storia che non manchera' di appassionarvi e di rapirvi per immergervi in un mondo ormai perduto per sempre, QUELLO DELLE GUERRE TRA FERUDATARI E POPOLO, RONIN SAMURAI E NINJA CON LA PASSIONE DELLE GEISHA JAPPO.(dovrete vederlo per comprendere a pieno). Un anime in stile "THE LAST SAMURAI". Musiche appassionanti, grafica molto ritoccata e gradevole, character desain che nn manchera di appassionarvi e di comprendere i costumi di un tempo. Tutto dal grande genio di Nobuhuiro Watsuki. Non serve avere visto la serie tv per capirlo dato che man manoche lo vedrete tutto (anche alcune cose del suo passato) verrà spiegato. E ora auguro a tutti una buona visione
(per ogni info su anime e manga vari mandate una mail a [email protected])
Però standogli vicino inizia ad innamorarsene e a prendersi cura di lui. Quando poi anche lui inizia ad innamorarsi lei sparisce. Lui segue le sue traccie e arriva in un bosco dove è atteso da un gruppo di ninja e dalle loro trappole MORTALI...
Da qui non voglio piu rovinare la sorpresa, anche perche' se queste 4 parole vi sembrano tutto, sappiate che questo che ho detto non è altro che un pezzetto minuscolo di una storia che non manchera' di appassionarvi e di rapirvi per immergervi in un mondo ormai perduto per sempre, QUELLO DELLE GUERRE TRA FERUDATARI E POPOLO, RONIN SAMURAI E NINJA CON LA PASSIONE DELLE GEISHA JAPPO.(dovrete vederlo per comprendere a pieno). Un anime in stile "THE LAST SAMURAI". Musiche appassionanti, grafica molto ritoccata e gradevole, character desain che nn manchera di appassionarvi e di comprendere i costumi di un tempo. Tutto dal grande genio di Nobuhuiro Watsuki. Non serve avere visto la serie tv per capirlo dato che man manoche lo vedrete tutto (anche alcune cose del suo passato) verrà spiegato. E ora auguro a tutti una buona visione
(per ogni info su anime e manga vari mandate una mail a [email protected])
Non ho visto ne la serie ne il manga, mi era capitato di vedere il film. Beh che dirvi un capolavoro. Mi ha entsiasmato ed accattivato fino all'ultimo. Per fortuna di tanto in tanto mi accade. Anceh il doppiaggio mi sembra buono, parte che mi piace sempre poco, molti anime visti in lingua rendono molto ma molto di più. Insomma un totale capolavoro ben riuscito. Chiaramente vi debbono piacere un minimo la violenza, il sangue, ed i combattimenti. E' uno spettacolo e ve ne innamorerete ;-)
Inizio col dire che questa serie di OAV si distacca anni luce dalla serie televisiva. Già dalla grafica si capisce che il tono qui è più serio e meno scanzonato. I personaggi sono maturi (nonostante sia un prequel alla serie televisiva) e le tematiche molto serie.
Si parla della nascita del sanguinario Battosai, e principalmente dell'origine della ferita a forma di croce.
Ammetto di non aver mai visto la serie televisiva. Dopo aver visto questi OAV, entusiasta ho iniziato a guardare il film Requiem per gli Ishin-Shinji (dalla serie TV). Non ci sono paragoni. Questi OAV sono e resteranno la migliore opera sullo spadaccino della scuola Hiten-Mitsurughi!!
Si parla della nascita del sanguinario Battosai, e principalmente dell'origine della ferita a forma di croce.
Ammetto di non aver mai visto la serie televisiva. Dopo aver visto questi OAV, entusiasta ho iniziato a guardare il film Requiem per gli Ishin-Shinji (dalla serie TV). Non ci sono paragoni. Questi OAV sono e resteranno la migliore opera sullo spadaccino della scuola Hiten-Mitsurughi!!
Ho visto questi OAV su Mtv e' mi sono subito affezionato, prima di tutto perche' mi piaciono le antiche tradizioni dei Samurai, poi perche' ADORO IL GIAPPONE! Non mi soffermero sulla trama, e passero' subito al lato tecnico: i disegni sono ottimi, anche le musiche e la storia e' interessante. Avrete gia' capito che qusto e' un cartone in cui si vede molto sangue, ma non gratuitamente sia ben chiaro! I combattimenti sono ben realizzati, ma ci sono anche momenti romantici e drammatici. Da vedere assolutamente se non volete sentire in lontananza il grido BANZAI!!!
Ho conosciuto Kenshin proprio grazie a questi OAV, trasmessi da MTV, ed è stato amore a prima vista, non ho potuto fare a meno di leggere anche l'intero manga e di riguardami i DVD una miriade di volte...gli OAV che parlano del passato di Kenshin sono abbastanza diversi dall'anime e dal manga, il passato di Kenshin negli OAV è rappresentano in modo molto più drammatico e triste rispetto all'anime e al manga, ma a me sono piacuti molto anche per questa ragione, poi hanno anche un ottima qualità grafica e anche il doppiaggio italiano non è male. In definitiva una serie di OAV bellissimi da vedere assolutamente!
Ok, ho visto questi OAV soltanto su MTV (ed erano anche censurati) e non conosco il manga originale, ma a me non hanno veramente detto nulla. Disegni e animazioni sono ottimi, musiche molto anonime (imho), la trama mi ha annoiato e i personaggi non mi sono sembrati poi così caratterizzati (forse proprio perché non li conoscevo da prima). La voglia di saperne di più cmq non mi è venuta. Forse è più un approfondimento per chi già conosce e ama questi personaggi, ma a sé stanti questi OAV non dicono moltissimo. La sufficienza cmq gliela do per l'alto valore tecnico.
Immenso... questo il primo aggettivo che mi viene in mente dopo aver visto questi 4 fantastici OAV che temporalmente si collocano prima delle vicende della serie tv e del manga. Ottime le musiche che accompagnano lo scorrere delle puntate e del sangue. Ottimi i personaggi, soprattutto i protagonisti Shinta (alias Kenshin) e Tomoe. Un anime assolutamente da vedere e da vivere in tutta la sua violenza e drammacità. Come già detto da altri, non è affatto necessario conoscere le vicende della serie tv per godersi questo piccolo grande gioiello.
L'infanzia di Kenshin quando ancora non era Kenshin, la giovinezza di Kenshin quando era già divenuto Battosai. <br> <br> Con questa frase ho descritto l'essenza di questi OAV. Se qualcuno non avesse mai visto l'anime o letto il manga dell'omonimo capolavoro di Nobuhiro Watsuki, che si invogli guardando questi OAV. <br> <br> Character design stupendo: delicato e longilineo, ben dettagliato e piuttosto serioso rispetto alla più "frivola" (se così si può dire) serie tv. Musiche che rendono la storia poesia pura e che si fanno notare per l'alto livello qualitativo senza rubare troppo la scena alla trama principale, che si presenta come uno spaccato storico intriso di fantasia e verità nella clessidra del tempo mai narratoci in maniera così esplicita nella storyline principale. <br> <br> Vedetelo, amanti dei Samurai e non: è assolutamente divino.