Ken il guerriero - La leggenda del vero salvatore
Dopo oltre dieci anni la sua uscita, finalmente ho avuto modo di visionare questo lungometraggio, l'unico tra quelli usciti a raccontare una storia originale (assieme alla serie animata sull'ascesa di Raoh al potere, dopo aver eliminato il suo maestro Ryuken ed essersi autoproclamato "Re di Hokuto").
Questo film andrebbe a colmare le lacune di quello che è successo tra la sconfitta di Ken ad opera del rivale Shin e la sua ricomparsa nel villaggio di Lynn, in pratica un lasso di tempo indefinito di settimane o mesi, periodo in cui Ken si sta riprendendo dalle ferite quasi mortali, e si ritrova catturato e finisce in vendita come schiavo in una città governata dal solito tiranno visto e stravisto più volte durante la serie. Questa volta viene preso in simpatia da Dan, un ragazzino con tratti sospettosamente femminili, tant'è che molti personaggi 'sgamano' quasi subito il suo "travestimento", ma alla fine solo Ken dimostra di aver compreso la verità (strano che nessuno abbia controllato il sesso di Dan, e le abbiano creduto sulla parola...). Ken, imprigionato, fa anche la conoscenza di un vecchio infermo, che sembra nascondere più di qualche segreto (due per l'esattezza: è stato il maestro di Shin ed è stato anche maestro di un altro personaggio che salta fuori a metà film). Tale personaggio è stato molto sotto-utilizzato, in quanto durante il film fa poco o nulla, dispensa giusto qualche consiglio al nostro successore della Scuola di Hokuto, dicendogli che dovrebbe essere più spietato nei confronti dei suoi nemici, altrimenti rischia di pentirsene in futuro, e si prende una freccia per proteggere un Ken inerme. Per quanto il vecchio maestro abbia abilità combattive ridotte (Shin gli ha tagliato i tendini dopo essere diventato il nuovo maestro della sua disciplina di Nanto), avrebbe potuto dimostrare una maggiore "vitalità". Altro personaggio utilizzato male e poco è l'altro discepolo del vecchio maestro, a detta sua "forte almeno quanto Shin": il suo ruolo è semplicemente quello di dimostrare che Ken era già in grado di battere Shin, gli mancava solo la determinazione necessaria per farlo.
Se dunque il film non brilla per sceneggiatura e personaggi inediti, riesce comunque a lasciare il segno soprattutto con il colpo di scena finale, forse evitabile, ma di sicuro di grande effetto.
In sostanza, un lungometraggio imperfetto, molto meno interessante della serie originale, ma da vedere se si è Hokuto-maniaci; rimane però un'occasione perduta di realizzare qualcosa di memorabile.
Questo film andrebbe a colmare le lacune di quello che è successo tra la sconfitta di Ken ad opera del rivale Shin e la sua ricomparsa nel villaggio di Lynn, in pratica un lasso di tempo indefinito di settimane o mesi, periodo in cui Ken si sta riprendendo dalle ferite quasi mortali, e si ritrova catturato e finisce in vendita come schiavo in una città governata dal solito tiranno visto e stravisto più volte durante la serie. Questa volta viene preso in simpatia da Dan, un ragazzino con tratti sospettosamente femminili, tant'è che molti personaggi 'sgamano' quasi subito il suo "travestimento", ma alla fine solo Ken dimostra di aver compreso la verità (strano che nessuno abbia controllato il sesso di Dan, e le abbiano creduto sulla parola...). Ken, imprigionato, fa anche la conoscenza di un vecchio infermo, che sembra nascondere più di qualche segreto (due per l'esattezza: è stato il maestro di Shin ed è stato anche maestro di un altro personaggio che salta fuori a metà film). Tale personaggio è stato molto sotto-utilizzato, in quanto durante il film fa poco o nulla, dispensa giusto qualche consiglio al nostro successore della Scuola di Hokuto, dicendogli che dovrebbe essere più spietato nei confronti dei suoi nemici, altrimenti rischia di pentirsene in futuro, e si prende una freccia per proteggere un Ken inerme. Per quanto il vecchio maestro abbia abilità combattive ridotte (Shin gli ha tagliato i tendini dopo essere diventato il nuovo maestro della sua disciplina di Nanto), avrebbe potuto dimostrare una maggiore "vitalità". Altro personaggio utilizzato male e poco è l'altro discepolo del vecchio maestro, a detta sua "forte almeno quanto Shin": il suo ruolo è semplicemente quello di dimostrare che Ken era già in grado di battere Shin, gli mancava solo la determinazione necessaria per farlo.
Se dunque il film non brilla per sceneggiatura e personaggi inediti, riesce comunque a lasciare il segno soprattutto con il colpo di scena finale, forse evitabile, ma di sicuro di grande effetto.
In sostanza, un lungometraggio imperfetto, molto meno interessante della serie originale, ma da vedere se si è Hokuto-maniaci; rimane però un'occasione perduta di realizzare qualcosa di memorabile.
L'ultimo capitolo della pentalogia Ken il guerriero - La leggenda è anche quello, potenzialmente, più interessante, in quanto ha una sceneggiatura totalmente inedita e si pone come prequel del manga, ambientato fra il rapimento di Julia da parte di Shin e il primo incontro di Kenshiro con Bart e Lynn. Purtroppo tutte le aspettative attorno a questo titolo vengono impietosamente deluse.
Il lungometraggio si apre in modo assai particolare: Kenshiro e Julia, dopo la sconfitta di Raoh, vivono insieme e la donna rivela di essere incinta (nel manga non è presente alcun figlio di Kenshiro e questo fa supporre che la pentalogia rinneghi almeno in parte la seconda parte del manga), dopodiché il successore della Divina Scuola di Hokuto le racconta l'evento che lo ha spinto a diventare il difensore dei deboli e degli oppressi, il salvatore del mondo post-apocalittico. Quasi tutto il film è occupato dal lungo flashback in cui Kenshiro, vittima delle ferite infertegli da Shin, è catturato dagli schiavisti insieme a una famigliola che si era fermata per soccorrerlo; condotto nella città su cui tiranneggia il malvagio Siska, Kenshiro incontra il vecchio maestro di Shin, Fugen, e si troverà presto a dover decidere se rimanere inerme ad assistere all'invasione della città da parte di Jugai, ennesimo guerriero di Nanto e anche lui allievo di Fugen, o se combattere.
Fra i due antagonisti del film, Siska è quello più originale: non è un sadico predone come Jagger o Jackal né un dittatore che impone il suo dominio con l'uso della forza bruta alla maniera di Shin, Souther e Raoh, ma prima dell'olocausto nucleare era un semplice impiegato, che riesce a tiranneggiare su un'intera città per via delle sue conoscenze informatiche che gli permettono di controllare l'unica fonte d'acqua della regione. Jugai non è invece molto diverso dai tanti cattivi già visti, lo schiavista Guruma che alla fine della storia passa inspiegabilmente dalla parte di Kenshiro sacrificando la sua vita non è una novità, l'innocente ragazzina la cui morte scuoterà il cuore del protagonista non è il massimo dell'originalità, per non parlare poi dei combattimenti, ridotti all'osso (persino quello finale fra Kenshiro e Jugai ha ben poco di epico e si conclude in un paio di minuti appena). La sceneggiatura poi calca troppo la mano sul finale, eccessivamente tragico. La parte peggiore, però, è il modo in cui è trattato il personaggio di Kenshiro, che subisce passivamente le angherie dei carcerieri e non reagisce dinanzi ai soprusi per buona parte del film, non perché le ferite di Shin lo abbiano debilitato ma perché gli manca qualsiasi forza di volontà.
Il film eredita gli stessi difetti tecnici del resto della pentalogia e ne aggiunge di nuovi, fra cui la scarsa qualità dei fondali e i cedimenti di una colonna sonora che negli altri lungometraggi era stata grande protagonista dei momenti più importanti, mentre qui è debole e poco ispirata. Probabilmente andrebbe visionato dai fan di Ken il guerriero solo per questioni di completezza, per la tenerezza che suscita la scena in cui Julia rivela a Kenshiro di aspettare un bambino e per la curiosità di vedere una storia inedita.
Il lungometraggio si apre in modo assai particolare: Kenshiro e Julia, dopo la sconfitta di Raoh, vivono insieme e la donna rivela di essere incinta (nel manga non è presente alcun figlio di Kenshiro e questo fa supporre che la pentalogia rinneghi almeno in parte la seconda parte del manga), dopodiché il successore della Divina Scuola di Hokuto le racconta l'evento che lo ha spinto a diventare il difensore dei deboli e degli oppressi, il salvatore del mondo post-apocalittico. Quasi tutto il film è occupato dal lungo flashback in cui Kenshiro, vittima delle ferite infertegli da Shin, è catturato dagli schiavisti insieme a una famigliola che si era fermata per soccorrerlo; condotto nella città su cui tiranneggia il malvagio Siska, Kenshiro incontra il vecchio maestro di Shin, Fugen, e si troverà presto a dover decidere se rimanere inerme ad assistere all'invasione della città da parte di Jugai, ennesimo guerriero di Nanto e anche lui allievo di Fugen, o se combattere.
Fra i due antagonisti del film, Siska è quello più originale: non è un sadico predone come Jagger o Jackal né un dittatore che impone il suo dominio con l'uso della forza bruta alla maniera di Shin, Souther e Raoh, ma prima dell'olocausto nucleare era un semplice impiegato, che riesce a tiranneggiare su un'intera città per via delle sue conoscenze informatiche che gli permettono di controllare l'unica fonte d'acqua della regione. Jugai non è invece molto diverso dai tanti cattivi già visti, lo schiavista Guruma che alla fine della storia passa inspiegabilmente dalla parte di Kenshiro sacrificando la sua vita non è una novità, l'innocente ragazzina la cui morte scuoterà il cuore del protagonista non è il massimo dell'originalità, per non parlare poi dei combattimenti, ridotti all'osso (persino quello finale fra Kenshiro e Jugai ha ben poco di epico e si conclude in un paio di minuti appena). La sceneggiatura poi calca troppo la mano sul finale, eccessivamente tragico. La parte peggiore, però, è il modo in cui è trattato il personaggio di Kenshiro, che subisce passivamente le angherie dei carcerieri e non reagisce dinanzi ai soprusi per buona parte del film, non perché le ferite di Shin lo abbiano debilitato ma perché gli manca qualsiasi forza di volontà.
Il film eredita gli stessi difetti tecnici del resto della pentalogia e ne aggiunge di nuovi, fra cui la scarsa qualità dei fondali e i cedimenti di una colonna sonora che negli altri lungometraggi era stata grande protagonista dei momenti più importanti, mentre qui è debole e poco ispirata. Probabilmente andrebbe visionato dai fan di Ken il guerriero solo per questioni di completezza, per la tenerezza che suscita la scena in cui Julia rivela a Kenshiro di aspettare un bambino e per la curiosità di vedere una storia inedita.
"Ken il guerriero - La leggenda del vero Salvatore" è l'ultimo capitolo della pentalogia ed il terzo film uscito nelle sale giapponesi nel 2008 e giuntoci in Italia nell'estate 2011, sempre al cinema.
Dopo ben quattro capitoli eccoci alla fine di un lungo percorso che mi porta a sperare, almeno per il futuro, ad una nuova serie anime rifatta completamente da zero con le tecniche più avanzate, a differenza della serie del 1984 che ho trovato pessima.
A parte questa mia personale speranza, devo dire che quest'ultimo film mi è piaciuto, anche se privo di momenti toccanti e proprio emozionanti, pero' risulta ugualmente ottimo, a mio parere.
Qui ci viene presentata una storia completamente inedita che si prende la responsabilità - e che responsabilità - di fare da prologo ad un'opera intramontabile e veramente immortale che ha saputo segnare intere generazioni, continuando a rimanere ricordo vivo anche dopo trentanni dalla sua nascita. Fortunatamente, seconde me, il film è riuscito nel suo intento, mostrandoci come Ken sia divenuto quello che abbiamo conosciuto nella storia classica e come fosse predestinato a divenire un Salvatore. Quest'ultimo, in questo film, apparirà in maniera quasi inedita, difatti ho visto un Kenshiro molto più umano, prostrato dalle crudeli e gravi ferite inflittogli da Shin, moribondo e più debole di quanto io abbia letto nel manga. Questo aspetto, maggiormente vulnerabile e - per l'appunto - umano, che si è voluto conferire all'uomo dalle sette cicatrici, l'ho personalmente apprezzato, poiché diversifica il personaggio da quello che si è visto non solo in questa pentalogia ma anche, come detto, nel manga di Buronson e Tetsuo Hara. Non solo: la pellicola fa capire profondamente il destino di Kenshiro dipingendolo a tutti gli effetti come un dio della morte e un giustiziere che, andando forse contro alcuni principi, utilizza la violenza per debellare i violenti, quindi: violenza contro violenza. Una giustizia, questa, non da tutti apprezzabile, ma almeno ci fa comprendere che quella che si vede nel corso della storia non è mera violenza gratuita, bensì una violenza compiuta per il bene del prossimo, facendosi cosi carico della tristezza e dolore di tali ed estreme azioni.
Per quanto riguarda proprio l'azione, il film non donerà molti combattimenti, concentrati per lo più verso la fine, e forse questo è un punto debole, specialmente per chi vorrebbe vedere tante mazzate. Comunque sia questi sono stati ben realizzati, anche se lo scontro contro il nemico finale è stato, per me, troppo sbrigativo, però devo dire che il film risulta piacevole, anche senza un azione eccessiva, non facendomi pesare questa pochezza nei combattimenti.
Quindi, un film ben scritto e ben diretto che sa donare finalmente qualcosa di totalmente nuovo sull'universo di "Ken il Guerriero" testimoniando, ancora una volta, la sua profondità e il fatto che non sia un titolo che si limita solo a mostrare combattimenti e violenza, ma c'è anche dell'altro.
La parte tecnica è stata realizzata in maniera quasi ottimale e il chara-design - che mi è piaciuto molto - è rimasto nello stile di quello utilizzato nell'OAV "La leggenda di Toki", con la stessa cura nei dettagli.
Le animazioni mi sono apparse anch'esse ottime e le OST risultano sempre azzeccate. Ovviamente essendo l'ultimo film ed appartenendo al 2008, è ovvio che il tutto si sia stato raffinato e migliorato rispetto ai passati capitoli, ma è sempre un ottimo risultato, secondo me.
Per quanto riguarda il doppiaggio italiano, questo ha concluso splendidamente il suo percorso e potremmo sentire un Lorenzo Scattorin ancora più in forma di quanto visto fino al capitolo precedente, senza contare gli altri doppiatori: tutti hanno svolto un lavoro con i fiocchi, fino all'ultimo.
Un adattamento fedele e senza alcuna censura hanno permesso inoltre di gustarci questi film e OAV in modo ottimale e, grazie al talento aggiunto dei nostri doppiatori, non sento minimamente il bisogno di doverli rivedere nella versione originale giapponese.
Questo è, dunque, il capitolo conclusivo di un progetto che non da tutti i fan è stato apprezzato, volendosi forse rinchiudere troppo ostinatamente nel passato rinnegando eccessivamente il nuovo - un atteggiamento, per me, non molto positivo -, ma, nonostante quanto venga detto da alcuni, ritengo che sia stato fatto un lavoro niente male, creando un ultimo film che riesce a concludere degnamente questa pentalogia e a superare, almeno nei miei confronti, il secondo film "La leggenda di Raoul".
Adesso si spera venga realizzato qualche altro progetto animato, forse dedicato alla dimenticata seconda serie. Speriamo in bene, ma sono certo che qualche altro prodotto arriverà.
In definitiva, per l'importanza di questo film, per la sua resa e la sua effettiva riuscita, il mio voto è un 8 pieno. Consigliato.
Dopo ben quattro capitoli eccoci alla fine di un lungo percorso che mi porta a sperare, almeno per il futuro, ad una nuova serie anime rifatta completamente da zero con le tecniche più avanzate, a differenza della serie del 1984 che ho trovato pessima.
A parte questa mia personale speranza, devo dire che quest'ultimo film mi è piaciuto, anche se privo di momenti toccanti e proprio emozionanti, pero' risulta ugualmente ottimo, a mio parere.
Qui ci viene presentata una storia completamente inedita che si prende la responsabilità - e che responsabilità - di fare da prologo ad un'opera intramontabile e veramente immortale che ha saputo segnare intere generazioni, continuando a rimanere ricordo vivo anche dopo trentanni dalla sua nascita. Fortunatamente, seconde me, il film è riuscito nel suo intento, mostrandoci come Ken sia divenuto quello che abbiamo conosciuto nella storia classica e come fosse predestinato a divenire un Salvatore. Quest'ultimo, in questo film, apparirà in maniera quasi inedita, difatti ho visto un Kenshiro molto più umano, prostrato dalle crudeli e gravi ferite inflittogli da Shin, moribondo e più debole di quanto io abbia letto nel manga. Questo aspetto, maggiormente vulnerabile e - per l'appunto - umano, che si è voluto conferire all'uomo dalle sette cicatrici, l'ho personalmente apprezzato, poiché diversifica il personaggio da quello che si è visto non solo in questa pentalogia ma anche, come detto, nel manga di Buronson e Tetsuo Hara. Non solo: la pellicola fa capire profondamente il destino di Kenshiro dipingendolo a tutti gli effetti come un dio della morte e un giustiziere che, andando forse contro alcuni principi, utilizza la violenza per debellare i violenti, quindi: violenza contro violenza. Una giustizia, questa, non da tutti apprezzabile, ma almeno ci fa comprendere che quella che si vede nel corso della storia non è mera violenza gratuita, bensì una violenza compiuta per il bene del prossimo, facendosi cosi carico della tristezza e dolore di tali ed estreme azioni.
Per quanto riguarda proprio l'azione, il film non donerà molti combattimenti, concentrati per lo più verso la fine, e forse questo è un punto debole, specialmente per chi vorrebbe vedere tante mazzate. Comunque sia questi sono stati ben realizzati, anche se lo scontro contro il nemico finale è stato, per me, troppo sbrigativo, però devo dire che il film risulta piacevole, anche senza un azione eccessiva, non facendomi pesare questa pochezza nei combattimenti.
Quindi, un film ben scritto e ben diretto che sa donare finalmente qualcosa di totalmente nuovo sull'universo di "Ken il Guerriero" testimoniando, ancora una volta, la sua profondità e il fatto che non sia un titolo che si limita solo a mostrare combattimenti e violenza, ma c'è anche dell'altro.
La parte tecnica è stata realizzata in maniera quasi ottimale e il chara-design - che mi è piaciuto molto - è rimasto nello stile di quello utilizzato nell'OAV "La leggenda di Toki", con la stessa cura nei dettagli.
Le animazioni mi sono apparse anch'esse ottime e le OST risultano sempre azzeccate. Ovviamente essendo l'ultimo film ed appartenendo al 2008, è ovvio che il tutto si sia stato raffinato e migliorato rispetto ai passati capitoli, ma è sempre un ottimo risultato, secondo me.
Per quanto riguarda il doppiaggio italiano, questo ha concluso splendidamente il suo percorso e potremmo sentire un Lorenzo Scattorin ancora più in forma di quanto visto fino al capitolo precedente, senza contare gli altri doppiatori: tutti hanno svolto un lavoro con i fiocchi, fino all'ultimo.
Un adattamento fedele e senza alcuna censura hanno permesso inoltre di gustarci questi film e OAV in modo ottimale e, grazie al talento aggiunto dei nostri doppiatori, non sento minimamente il bisogno di doverli rivedere nella versione originale giapponese.
Questo è, dunque, il capitolo conclusivo di un progetto che non da tutti i fan è stato apprezzato, volendosi forse rinchiudere troppo ostinatamente nel passato rinnegando eccessivamente il nuovo - un atteggiamento, per me, non molto positivo -, ma, nonostante quanto venga detto da alcuni, ritengo che sia stato fatto un lavoro niente male, creando un ultimo film che riesce a concludere degnamente questa pentalogia e a superare, almeno nei miei confronti, il secondo film "La leggenda di Raoul".
Adesso si spera venga realizzato qualche altro progetto animato, forse dedicato alla dimenticata seconda serie. Speriamo in bene, ma sono certo che qualche altro prodotto arriverà.
In definitiva, per l'importanza di questo film, per la sua resa e la sua effettiva riuscita, il mio voto è un 8 pieno. Consigliato.
Essenzialmente non si poteva chiedere di più a questo prequel, che ha in un certo senso il compito di chiudere e aprire contemporaneamente la saga, ovvero chiudendo la nuova pentalogia da una parte, e aprendo la saga vecchia dall'altra.
Si può dire con certezza che questo è stato sicuramente l'episodio più difficile da realizzare, proprio per questi motivi. In pratica tutto quello che accade durante il film ci conduce all'inizio della serie, specie sull'aspetto scenografico e sui personaggi secondari, che a mio avviso hanno un ruolo determinante all'interno di questo film.
Altra grande interpretazione la forniscono i doppiatori italiani; addirittura qui abbiamo presenti la Scattorin family al completo con padre e figlio, meglio non si poteva chiedere. Abbiamo due generazioni diverse e distinte al confronto, e a dire la verità la saga non poteva essere meglio chiusa con quest'ulteriore chicca nell'edizione italiana.
L'aspetto che meglio caratterizza quest'anime recensito è sicuramente la figura di Ken, che mai come stavolta è del tutto secondaria nella trama: siamo abituati sempre a vederlo come il personaggio di spicco dell'intera opera, ma in questo caso sono tutti gli altri presenti a dare un pesante contributo a tutta la trama.
Difatti le famose esplosioni atomiche che sempre venivano citate all'inizio dell'anime classico, qui trovano un senso. Qui viene gestito ampiamente tutto il significato nascosto in quelle poche parole, di come l'umanità per colpa di alcuni pazzoidi si riduca sull'orlo del baratro e di quali poche possibilità ormai disponga per salvarsi.
E' vero che il nostro eroe ormai è pronto per prendere sulle sue spalle un peso di oltre mille anni di storia dell'Hokuto, ma è anche vero dall'altra parte che per diventarne il "metallo pronto" per tale impresa non era solamente necessaria la cattiveria iniziale di Shin nell'infliggergli quell'ulteriore peso che tutti conosciamo, ma occorreva un peso maggiore, il disastro della stessa umanità che lui in un primo momento già non era riuscito a salvare.
Abbiamo quindi un Kenshiro che assume fattezze di antieroe, di qualcuno di cui denigrare i comportamenti, ma di cui ammirare gli scopi che si è prefissato, come un debito da pagare nel più breve tempo possibile, e in questo film emergono forse quasi tutte le motivazioni che poi aprono l'epoca leggendaria che viene narrata nella serie classica.
"La leggenda del vero salvatore" è bellino da vedere, ma non entusiasma troppo per disegni e animazioni; il vero punto fondamentale su cui si regge il film è tutto il novero dei comprimari che si muovono attorno al protagonista, e che lo fanno "crescere" definitivamente.
Si può dire con certezza che questo è stato sicuramente l'episodio più difficile da realizzare, proprio per questi motivi. In pratica tutto quello che accade durante il film ci conduce all'inizio della serie, specie sull'aspetto scenografico e sui personaggi secondari, che a mio avviso hanno un ruolo determinante all'interno di questo film.
Altra grande interpretazione la forniscono i doppiatori italiani; addirittura qui abbiamo presenti la Scattorin family al completo con padre e figlio, meglio non si poteva chiedere. Abbiamo due generazioni diverse e distinte al confronto, e a dire la verità la saga non poteva essere meglio chiusa con quest'ulteriore chicca nell'edizione italiana.
L'aspetto che meglio caratterizza quest'anime recensito è sicuramente la figura di Ken, che mai come stavolta è del tutto secondaria nella trama: siamo abituati sempre a vederlo come il personaggio di spicco dell'intera opera, ma in questo caso sono tutti gli altri presenti a dare un pesante contributo a tutta la trama.
Difatti le famose esplosioni atomiche che sempre venivano citate all'inizio dell'anime classico, qui trovano un senso. Qui viene gestito ampiamente tutto il significato nascosto in quelle poche parole, di come l'umanità per colpa di alcuni pazzoidi si riduca sull'orlo del baratro e di quali poche possibilità ormai disponga per salvarsi.
E' vero che il nostro eroe ormai è pronto per prendere sulle sue spalle un peso di oltre mille anni di storia dell'Hokuto, ma è anche vero dall'altra parte che per diventarne il "metallo pronto" per tale impresa non era solamente necessaria la cattiveria iniziale di Shin nell'infliggergli quell'ulteriore peso che tutti conosciamo, ma occorreva un peso maggiore, il disastro della stessa umanità che lui in un primo momento già non era riuscito a salvare.
Abbiamo quindi un Kenshiro che assume fattezze di antieroe, di qualcuno di cui denigrare i comportamenti, ma di cui ammirare gli scopi che si è prefissato, come un debito da pagare nel più breve tempo possibile, e in questo film emergono forse quasi tutte le motivazioni che poi aprono l'epoca leggendaria che viene narrata nella serie classica.
"La leggenda del vero salvatore" è bellino da vedere, ma non entusiasma troppo per disegni e animazioni; il vero punto fondamentale su cui si regge il film è tutto il novero dei comprimari che si muovono attorno al protagonista, e che lo fanno "crescere" definitivamente.
Mi dispiace immensamente dare un voto totalmente discordante con le altre recensioni che ho letto, ma da un film avente un titolo importante come "La leggenda del vero Salvatore" mi aspettavo decisamente di più. Noto innanzitutto una netta frattura con gli altri film "della serie" ovvero la leggenda di Julia, quella di Rao, quella di Toki e quella di Hokuto a iniziare dal ritmo della narrazione: sempre incalzante ed emozionante per tutti gli altri film, noioso e privo di evoluzioni per "La leggenda del vero Salvatore". La rappresentazione di Ken poi è totalmente in netto contrasto con il Ken della serie: in questo film appare confuso, disturbato, avvilito e debole contro un Ken che normalmente non ha paura a sfidare cinquanta uomini da solo. I personaggi sono totalmente insignificanti e superficiali. Voto 6 per l'intento di creare un prequel che raccontasse cosa e chi ha spinto Ken a diventare il Salvatore.
[<b>ATTENZIONE! CONTIENE SPOILER SUL FINALE</b>]
Un bel film introduttivo della vicenda Kenshiro. Nel caso la mia opinione non vi soddisfacesse, suggerisco la lettura della recensione di Kenrico che mi è piaciuta molto.
Di tutti i lungometraggi dedicati al Maestro di Hokuto è senza dubbio il migliore, nonostante alcune parti, come la caratterizzazione di Jugai (il grande avversario del film) sia a mio parere molto povera. Purtroppo costui viene anche battuto con facilità da Kenshiro, il che fa comprendere che questi fosse già pronto a sconfiggere Shin dai tempi del loro primo scontro e che fosse stato solo tratto in "inganno" dalla sua antica amicizia con il Maestro dell'Aquila Solitaria di Nanto.
Questa contrapposizione verbale Nanto-Hokuto mi ha colpito sempre perché, nei fatti, Nanto si è sempre dimostrata nettamente inferiore all'altra disciplina. Quindi non ho mai capito perché farne due scuole all'opposto (Nord-Sud), se entrambe differivano sostanzialmente per potere offensivo e difensivo. E la cosa più assurda è quindi la presunzione dei maestri di Nanto di potere sovrastare Ken in uno scontro diretto. Jugai, da questo punto di vista, come dicevo, non fa eccezione. Pochi scambi e poi muore.
Questo è l'unico punto debole di un film peraltro ben fatto, che racconta la "tristezza" come tema principale e la morte come veicolo di redenzione (non del Salvatore, ma dei salvati).
L'ultima domanda rimane su Yuria: ma aveva fatto o no l'amore con Raul? Povero Ken...
Un bel film introduttivo della vicenda Kenshiro. Nel caso la mia opinione non vi soddisfacesse, suggerisco la lettura della recensione di Kenrico che mi è piaciuta molto.
Di tutti i lungometraggi dedicati al Maestro di Hokuto è senza dubbio il migliore, nonostante alcune parti, come la caratterizzazione di Jugai (il grande avversario del film) sia a mio parere molto povera. Purtroppo costui viene anche battuto con facilità da Kenshiro, il che fa comprendere che questi fosse già pronto a sconfiggere Shin dai tempi del loro primo scontro e che fosse stato solo tratto in "inganno" dalla sua antica amicizia con il Maestro dell'Aquila Solitaria di Nanto.
Questa contrapposizione verbale Nanto-Hokuto mi ha colpito sempre perché, nei fatti, Nanto si è sempre dimostrata nettamente inferiore all'altra disciplina. Quindi non ho mai capito perché farne due scuole all'opposto (Nord-Sud), se entrambe differivano sostanzialmente per potere offensivo e difensivo. E la cosa più assurda è quindi la presunzione dei maestri di Nanto di potere sovrastare Ken in uno scontro diretto. Jugai, da questo punto di vista, come dicevo, non fa eccezione. Pochi scambi e poi muore.
Questo è l'unico punto debole di un film peraltro ben fatto, che racconta la "tristezza" come tema principale e la morte come veicolo di redenzione (non del Salvatore, ma dei salvati).
L'ultima domanda rimane su Yuria: ma aveva fatto o no l'amore con Raul? Povero Ken...
Questo film mi ha impressionato molto più di quelli usciti al cinema finora. Abbiamo visto negli altri episodi di nuova uscita, la cui caratteristica era quella di rivedere la storia dai punti di vista dei vari personaggi principali, delle storie spesso frammentarie che, prese una per volta, non davano assolutamente l'idea di una trama lineare.
In questo episodio è rivisto il periodo immediatamente successivo al rapimento di Julia da parte di Shin, con un Ken lasciato moribondo nel deserto e in pericolo di vita. L'incontro con dei personaggi anche abbastanza caratterizzati farà risvegliare in lui la forza sia fisica che mentale. Il nostro eroe comprenderà il destino che lo accompagnerà per tutte le sue avventure successive.
Tecnicamente è un prodotto di ottima fattura, non al livello della trilogia, però, sia dal punto di vista dei disegni che delle animazioni si difende benissimo.
Il mio consiglio è quello di vederlo dedicandosi un'ora e mezza di ottimo cinema.
In questo episodio è rivisto il periodo immediatamente successivo al rapimento di Julia da parte di Shin, con un Ken lasciato moribondo nel deserto e in pericolo di vita. L'incontro con dei personaggi anche abbastanza caratterizzati farà risvegliare in lui la forza sia fisica che mentale. Il nostro eroe comprenderà il destino che lo accompagnerà per tutte le sue avventure successive.
Tecnicamente è un prodotto di ottima fattura, non al livello della trilogia, però, sia dal punto di vista dei disegni che delle animazioni si difende benissimo.
Il mio consiglio è quello di vederlo dedicandosi un'ora e mezza di ottimo cinema.
Inizio accattivante e coinvolgente, finale scialbo e inutile, velocizzato un po' troppo sopratutto la parte finale. La cosa che mi lascia parecchio dubbioso è che nemmeno con 5 film siamo riusciti a dare spazio a tutta la storia, che in alcune parti non è neanche abbozzata.
Io mi aspettavo che il film trattasse fino alla sconfitta di Shin, visto che con i 2 precedenti "episodi" non si era neanche accennato, sarebbe stato il finale con i fiocchi per avere un quadro generale di tutta la storia, e invece niente, episodio inedito che sinceramente non se ne sentiva minimamente il bisogno..
Personaggi come Bart e Lin che in 5 episodi trovano pochissimo spazio non si vedono neanche qui (non ditemi che i 4 minuti finali contano!!), così come il combattimento con shin (toki den non l'ho visto ma non penso si trova in quel film).
Insomma un piccolo inedito ci poteva anche stare, ma doveva essere parte del film poi dopo si doveva ritornare in carreggiata e parlare di quello che non si era visto nei precedenti film.
A sto punto mancherebbe ancora un film per colmare tutta la saga principale (kenshiro 2 lasciamolo pure dove sta, è una bestemmia per la saga).
Io mi aspettavo che il film trattasse fino alla sconfitta di Shin, visto che con i 2 precedenti "episodi" non si era neanche accennato, sarebbe stato il finale con i fiocchi per avere un quadro generale di tutta la storia, e invece niente, episodio inedito che sinceramente non se ne sentiva minimamente il bisogno..
Personaggi come Bart e Lin che in 5 episodi trovano pochissimo spazio non si vedono neanche qui (non ditemi che i 4 minuti finali contano!!), così come il combattimento con shin (toki den non l'ho visto ma non penso si trova in quel film).
Insomma un piccolo inedito ci poteva anche stare, ma doveva essere parte del film poi dopo si doveva ritornare in carreggiata e parlare di quello che non si era visto nei precedenti film.
A sto punto mancherebbe ancora un film per colmare tutta la saga principale (kenshiro 2 lasciamolo pure dove sta, è una bestemmia per la saga).
Questo terzo ed ultimo film si discosta nettamente dagli altri prodotti sfornati in questo periodo sul rinato mito di Ken, scegliendo infatti non di rieditare parti della serie originale ma sfornando una vicenda inedita, ambientata però prima del primo episodio (da qui il "zero" del titolo), ovvero tra la sconfitta di Ken per mano di Shin, ed il suo incontro con Lin e Bart.
Un Kenshiro con sette ferite ancora fresche sul petto viene trovato moribondo nel deserto da una famiglia e da un gruppo di schiavisti, che fatti prigionieri, portano tutti nella città degli schiavi. Qui Ken dovrà fare i conti con la dura realtà del mondo in cui vivono, affrontando infine quella ingenuità che lo ha portato alla resa contro Shin.
La trama raccontata però non mi è piaciuta molto, per una storia abbastanza altalenante, che non si discosta molto dal classico meccanismo narrativo ormai noto ed abusato.
Delusione poi sul versante combattimento: Ken è moribondo per quasi l'intera durata del film, e le uniche scene d'azione sono concentrate negli ultimi minuti, ma purtroppo non colpiscono a fondo. Il combattimento con il picchiatore di turno dura solo uno scambio di colpi e finisce prima ancora di iniziare (un figura tra l'altro, quella dell'uomo di Nanto, a malapena abbozzata).
Nel complesso il film mi ha lasciato malamente perplesso, con l'idea che in fondo si poteva fare molto di più. Un 7 (che in verità potrebbe essere un 6,5) per la qualità dei disegni.
Un Kenshiro con sette ferite ancora fresche sul petto viene trovato moribondo nel deserto da una famiglia e da un gruppo di schiavisti, che fatti prigionieri, portano tutti nella città degli schiavi. Qui Ken dovrà fare i conti con la dura realtà del mondo in cui vivono, affrontando infine quella ingenuità che lo ha portato alla resa contro Shin.
La trama raccontata però non mi è piaciuta molto, per una storia abbastanza altalenante, che non si discosta molto dal classico meccanismo narrativo ormai noto ed abusato.
Delusione poi sul versante combattimento: Ken è moribondo per quasi l'intera durata del film, e le uniche scene d'azione sono concentrate negli ultimi minuti, ma purtroppo non colpiscono a fondo. Il combattimento con il picchiatore di turno dura solo uno scambio di colpi e finisce prima ancora di iniziare (un figura tra l'altro, quella dell'uomo di Nanto, a malapena abbozzata).
Nel complesso il film mi ha lasciato malamente perplesso, con l'idea che in fondo si poteva fare molto di più. Un 7 (che in verità potrebbe essere un 6,5) per la qualità dei disegni.
Di sicuro è sempre bello vedere Ken per i fan, in special modo con un design e delle animazioni più moderne.
Questo film che è il terzo della serie mi è piaciuto molto per 2 motivi:
1. Perché ci sono dei pezzi inediti rispetto alla serie
2. Raoul viene inquadrato in maniera più lineare con quello che sarà poi la seconda serie, caratterizzando in maniera notevole il personaggio.
La regia e la sceneggiatura sono molto buone e c'è poco da dire per chi conosce la serie TV e la saga di Ken, certo è che per chi non lo conosce non capirebbe molto per cui consiglio di visionare tutti e tre i film, ma sarebbe opportuno vedere la serie (anche se parliamo di svariati episodi, sono 152 se non vado errato tutte e due le serie).
Di certo consigliato ai fan della serie, sarà un piacere rivedere Ken con le tecniche moderne.
Se non erro sono in previsione altri 2 film, spero che escano quanto prima.
Questo film che è il terzo della serie mi è piaciuto molto per 2 motivi:
1. Perché ci sono dei pezzi inediti rispetto alla serie
2. Raoul viene inquadrato in maniera più lineare con quello che sarà poi la seconda serie, caratterizzando in maniera notevole il personaggio.
La regia e la sceneggiatura sono molto buone e c'è poco da dire per chi conosce la serie TV e la saga di Ken, certo è che per chi non lo conosce non capirebbe molto per cui consiglio di visionare tutti e tre i film, ma sarebbe opportuno vedere la serie (anche se parliamo di svariati episodi, sono 152 se non vado errato tutte e due le serie).
Di certo consigliato ai fan della serie, sarà un piacere rivedere Ken con le tecniche moderne.
Se non erro sono in previsione altri 2 film, spero che escano quanto prima.
E' giunto il momento di dare veramente un nostro giudizio per questa nuova e ultima produzione di questo progetto ( OT - che spero che nel trentennale porterà alla creazione di un nuovo progetto basato sulla seconda serie e sugli eventi della prima lasciati da parte )
QUESTO E' UN FILM e con questo potrei già dire tutto.
Sopprusi da parte di potenti li abbiamo visti e rivisti dai tempi della prima serie in tutte le salse ma mai ci erano stati raccontanti in maniera così cruda!
Un personaggio come Fugen che dice a Kenshiro che avrebbe dovuto uccidere il suo avversario invece di lasciarlo in vita è veramente qualcosa di nuovo! Ci era sempre stato propinato un messaggio tipo : QUANDO NON E' INDISPENSABILE E' MEGLIO LASCIARE IN VITA , ma qui andiamo incontro a ben altri ideali. E diversa è anche la caratterizzazione del nemico di turno : Jugai. La solita tiritera della vendetta post-uccisione famigliare mi aveva quasi fatto storcere il naso... ma il suo discorso finale in cui NON SI PENTE mi ha lasciato un sorriso enorme in faccia!
E' infatti l'unico avversario di Ken che aspetta con ansia un passo falso del nostro eroe per vederlo perire a causa della sua ingenuità !! veramente bello.
Ottimi i discorsi salienti del film come quando Ken è nel bar (ma si sarà dato all'alcol in quell'occasione?) e Fugen lo viene a trovare e tutto il discorso con Ryuken.
Mi è piaciuto l'aver rievocato il concetto della voce del cielo che era rimasta così sospesa nel vuoto con il Julia den e ora ha invece tutto un altro significato, raggiungendo un suo perchè.
Ottimo il combattimento con l'ammazzaorsi che rimane una delle cose più belle che ho visto in Ken !
L' "errore" dei pc a schermo piatto è da imputare ai tempi cambiati e quindi al fatto che uno schermo NON piatto non avrebbe dato l'idea che oggi abbiamo di pc.
Le scene in cui cala il film sono davvero poche e quasi sorvolabili ANCHE SE CI SONO.
La caratterizzazione dei soldati rimane scialba, mentre il livello dei combattimenti è all'altezza delle aspettative (soprattutto perchè i combattimenti contro i soldati-scemi altro non è che un remake e un elogio alla vecchia serie TV )
Finale ottimo! TOGLIAMO TUTTO QUELLO CHE RIMANDA AL VECCHIO LIETO FINE (Ken salva tutti - con il numero minimo di vite sprecate - e nemico che si pente ) ma mettiamo un qualcosa che davvero ci fà capire i tanti PERCHE' di questo personaggio.
Se infatti molti attaccavano Ken dicendo che era monoesperessivo, che uccideva senza troppi pensieri, che non sapeva far altro che combattere; grazie a questo film trovano TUTTE LE RISPOSTE !
L'urlo finale quindi assume un valore simbolico immenso dato che sarà la prima e QUASI unica volta che vedremo tutta questa disperazione nel nostro eroe.
Il finale poi con i disegni (molti fatti dallo stesso Hara ! ) del primo capitolo del manga è veramente quella ciliegina sulla torta che mancava per concludere in bellezza.
Lo è non solo per la qualità tecnica dei disegni e delle emozioni che suscita. Ma lo è sopratutto perchè quel "TU SEI GIA' MORTO" altro non è che l'insegnamento ultimo che Fugen ha dato a Ken con la sua morte, che Dan e Amo gli hanno donato con le loro preghiere e che Jugai gli ha saputo far comprendere con quella sua provocazione prima di morire.
IN DEFINITIVA se gli altri film ci hanno lasciato l'amaro in bocca (tutti bene o male per un qualcosa) questo film ci fà commuovere e rendere fieri di aver aspettato 25 anni per avere risposte di così grande spessore narrativo.
QUESTO E' UN FILM e con questo potrei già dire tutto.
Sopprusi da parte di potenti li abbiamo visti e rivisti dai tempi della prima serie in tutte le salse ma mai ci erano stati raccontanti in maniera così cruda!
Un personaggio come Fugen che dice a Kenshiro che avrebbe dovuto uccidere il suo avversario invece di lasciarlo in vita è veramente qualcosa di nuovo! Ci era sempre stato propinato un messaggio tipo : QUANDO NON E' INDISPENSABILE E' MEGLIO LASCIARE IN VITA , ma qui andiamo incontro a ben altri ideali. E diversa è anche la caratterizzazione del nemico di turno : Jugai. La solita tiritera della vendetta post-uccisione famigliare mi aveva quasi fatto storcere il naso... ma il suo discorso finale in cui NON SI PENTE mi ha lasciato un sorriso enorme in faccia!
E' infatti l'unico avversario di Ken che aspetta con ansia un passo falso del nostro eroe per vederlo perire a causa della sua ingenuità !! veramente bello.
Ottimi i discorsi salienti del film come quando Ken è nel bar (ma si sarà dato all'alcol in quell'occasione?) e Fugen lo viene a trovare e tutto il discorso con Ryuken.
Mi è piaciuto l'aver rievocato il concetto della voce del cielo che era rimasta così sospesa nel vuoto con il Julia den e ora ha invece tutto un altro significato, raggiungendo un suo perchè.
Ottimo il combattimento con l'ammazzaorsi che rimane una delle cose più belle che ho visto in Ken !
L' "errore" dei pc a schermo piatto è da imputare ai tempi cambiati e quindi al fatto che uno schermo NON piatto non avrebbe dato l'idea che oggi abbiamo di pc.
Le scene in cui cala il film sono davvero poche e quasi sorvolabili ANCHE SE CI SONO.
La caratterizzazione dei soldati rimane scialba, mentre il livello dei combattimenti è all'altezza delle aspettative (soprattutto perchè i combattimenti contro i soldati-scemi altro non è che un remake e un elogio alla vecchia serie TV )
Finale ottimo! TOGLIAMO TUTTO QUELLO CHE RIMANDA AL VECCHIO LIETO FINE (Ken salva tutti - con il numero minimo di vite sprecate - e nemico che si pente ) ma mettiamo un qualcosa che davvero ci fà capire i tanti PERCHE' di questo personaggio.
Se infatti molti attaccavano Ken dicendo che era monoesperessivo, che uccideva senza troppi pensieri, che non sapeva far altro che combattere; grazie a questo film trovano TUTTE LE RISPOSTE !
L'urlo finale quindi assume un valore simbolico immenso dato che sarà la prima e QUASI unica volta che vedremo tutta questa disperazione nel nostro eroe.
Il finale poi con i disegni (molti fatti dallo stesso Hara ! ) del primo capitolo del manga è veramente quella ciliegina sulla torta che mancava per concludere in bellezza.
Lo è non solo per la qualità tecnica dei disegni e delle emozioni che suscita. Ma lo è sopratutto perchè quel "TU SEI GIA' MORTO" altro non è che l'insegnamento ultimo che Fugen ha dato a Ken con la sua morte, che Dan e Amo gli hanno donato con le loro preghiere e che Jugai gli ha saputo far comprendere con quella sua provocazione prima di morire.
IN DEFINITIVA se gli altri film ci hanno lasciato l'amaro in bocca (tutti bene o male per un qualcosa) questo film ci fà commuovere e rendere fieri di aver aspettato 25 anni per avere risposte di così grande spessore narrativo.