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stefanchenco

Episodi visti: 12/12 --- Voto 6,5
Sono rimasto incuriosito dalle varie nomination ricevute da quest'opera, così, forte delle ottime recensioni ricevute, sono andato a recuperarla, perché le vere perle sono spesso quelle "dimenticate" nel passato (per me ora è il 2024). In realtà, a me non è piaciuta così tanto, non raggiungendo neppure la sufficienza, ma cercherò di essere obiettivo, anche se non sarà facile.

Innanzitutto, posso dire che questa serie è abbastanza unica nel suo genere slice of life post-apocalittico. In parole povere, è il viaggio delle due protagoniste, forse le ultime rimaste sul pianeta, o almeno questa è la sensazione, in cerca di sopravvivenza. In pratica, l'opera userà questo espediente per trattare temi filosofici e momenti di vita quotidiani visti dagli occhi di due innocenti ragazzine con conoscenze molto limitate.

L'ambientazione è il punto di forza della serie, ovviamente, tra mistero e realtà immersi in città immense costruite dalla stessa umanità di cui non sembra esserci traccia. Una solitudine che le due ragazze, nella loro semplicità, non percepiscono, così come pure vedono in modo critico le incredibili creazioni dei loro predecessori. Ho detto che è il punto di forza, ma preciso che è soggettivo. Personalmente, è stata una scelta valida nel complesso, ma gli episodi presi singolarmente non sempre dicevano qualcosa, in quanto sia autore che regia erano troppo impegnati a descrivere l'ambiente più che inserire contenuto. A parte l'ultimo episodio, infatti, non si avranno risposte, solo qualche indizio qua e là, quando se ne ricordavano. Poi tutto insieme nel giro di dieci minuti. Mah...

Anche graficamente avrei qualcosa da ridire. Prima di tutto, ma perché le ragazze sono disegnate cosi moe?! È insopportabile! Per il resto, abbastanza buono, anche se, essendoci molte scene al chiuso e al buio, non è necessario chissà che.

Comparto sonoro buono, per ricreare le atmosfere è stata creata una buona OST. A seconda poi delle emozioni del singolo episodio sono state fatte delle sigle finali diverse, quindi un buon lavoro. Certo, per gran parte degli episodi regna il silenzio, ma così è la serie.

Parlando delle due protagoniste, non saprei proprio che dire. Non hanno quasi un passato, sono semplici e tutto sommato ingenue, quindi non hanno chissà quale caratterizzazione. Sono però fondamentali per il prosieguo della storia, anzi, fossero state adulte, avremmo un'opera completamente diversa, quindi vanno prese per buone cosi.

Passando ai voti, in questo caso ammetto un po' difficili da dare tra quello che penso io (non è un granché 'sta roba) e quello che oggettivamente potrebbe essere: regia 7,5; sceneggiatura 6; design 6; personaggi 6; sonoro 7,5.
In definitiva, un bel 6,6.

Parere personale, lo consiglierei a coloro a cui piacciono anime con atmosfere wave, tristi e malinconiche, pure un po' di filosofia. A coloro a cui piace avere risposte e un'ambientazione complessa, direi proprio di no, dà sui nervi.
Ammetto che non ho capito, al di là della sua originalità, il perché di tutto questo interesse...


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menelito

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8
Magistrale per le emozioni che riesce a trasmettere.

Le ambientazioni surreali fanno da contraltare all'aspetto delle due protagoniste, quasi "chibizzate", e alla leggerezza con cui la maggior parte dei dialoghi vengono affrontati, nonostante a volte si tratti pure di temi piuttosto pesanti.
Per il resto non c'è molto altro da dire, i disegni sono buoni, così come lo è la struttura della trama; a parte le musiche (splendide quelle di sottofondo e carine pure le sigle), non ci sono molte altre componenti che spiccano. In risalto c'è invece l'effetto che l'unione di tutti questi elementi porta al prodotto finale. In qualche modo, ha funzionato alla grande.

Curiosità, malinconia, stupore, tensione... Non posso non definirla una delle serie più inaspettatamente belle che abbia mai visto. Stra-iper-consigliatissima.


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Atenaide

Episodi visti: 12/12 --- Voto 9,5
Attenzione: la recensione contiene spoiler

Il candore salverà un mondo in rovina, sempre

Premesse

Questo anime lo posso definire, senza esagerare nel giudizio, una piccola perla.

Narra il viaggio di due ragazze, Chito e Yuri, in un mondo disabitato e desolante di un’enorme città a più livelli in mezzo a un deserto immenso, punteggiato qua e là di città simili. Non ci sono piante o animali in questo luogo e l’unica cosa viva, salvo pochissimi esseri umani, sono le macchine ancora in funzione, mastodontici meccanismi freddi e squadrati che svolgono ancora, inutilmente, la loro funzione originaria.

Quello che si arriva a comprendere è che le due ragazze hanno intrapreso questo viaggio su sollecitazione del nonno, che ha fornito loro la moto corazzata e ha ingiunto loro di vivere, mentre alle sue spalle imperversavano gli spari e l’atmosfera era terribile.

Il tempo in cui si svolge la vicenda è quello di un futuro assai lontano, in cui la cioccolata è un prodotto sconosciuto, la birra idem e nemmeno sanno, le due ragazze, cosa sia un pesce (il cui disegno è così semplice da parere infantile, ma non è una critica, niente affatto, fa solo tanta tenerezza). Chito, che legge i pochissimi libri rimasti al mondo, ha solo qualche reminiscenza di un bosco, presa appunto da un libro. È un mondo in declino, prossimo alla morte, le cui uniche forme “vive” (e c’è un discorso stupendo fatto dalle ragazze in merito) sono i robot.

Nel loro pellegrinare non incontrano che pochissimi esseri umani, tutti dotati di una ferrea resilienza e di sogni capaci di tenerli in vita in quell’ambiente altrimenti mortifero e desolante.

Personaggi

Le due ragazze sono agli opposti. Da una parte c’è Chiyo, poco loquace ma assai informata per quel poco che le sue fonti le danno per interpretare quel mondo freddo, è pacata e concreta. È timida e paurosa, a tratti incerta, ma, quando si mette all’opera, la sua determinazione le fa superare ogni ostacolo. La sua pazienza è biblica, soprattutto con una compagna “assurda” come Yuri, la cui natura affettuosissima, svagata, affamata, curiosa e sempre in movimento forma la parte allegrona di questo duo. Yuri si butta a capofitto nelle situazioni, supportando Chito, parla molto, a volte a vanvera, a volte con domande apparentemente banalissime, ma il cui dialogo che si sviluppa poi è di una preziosità unica.

Le due protagoniste hanno un rapporto di reciproco affetto, nato dalla consuetudine di vivere assieme, affrontando i pericoli, e si sentono una famiglia. Condividono momenti bellissimi e ricordi mai negativi, come la volta in cui fanno il pane. Quest’anime ha momenti di una delicata semplicità che fanno molta tenerezza. Ad esempio, quando trovano un pesce (il cui disegno è tanto infantile da essere carino) e tentano di mangiarlo, sempre in dubbio che sia velenoso. L’episodio della pioggia, in cui, usando vari contenitori, creano una melodia, poi, è dolcissimo. Altro episodio è quello in cui fanno il pane, ricordando la casa perduta con dolcezza e nostalgia, e aggiungendoci un sacco di zucchero. Un’altra perla di episodio è quella del tempio, in cui, con domande e risposte all’apparenza semplici, le due ragazze cercano di capire cosa sia un “Dio”. Il fatto, allora, che sia un anime retto da due personaggi non è affatto un peso o fonte di tedio.

L’ambientazione potrebbe risultare sulla carta desolante e mortifera (come nell’episodio del cimitero dei ricordi), ma lo spirito di scoperta e la curiosità che spinge le ragazze a muoversi, a domandarsi, a cercare di rispondersi e nel contempo trovare l’occasione di condividere un momento di quotidianità sereno o spassoso, come l’episodio della birra scaduta e della luna rossa, danno una connotazione rosea ma non stucchevole, che annulla in parte la potenziale negatività del contesto.
Una tra le scene più toccanti è quando le protagoniste scoprono un insieme di video dell’umanità, spezzoni di normalità e immagini di tragedia, eppure, anche se la reazione da spettatore sarebbe quella di un pianto rabbioso verso un’umanità che ha ridotto così sé stessa, Yuri e Chito vedono il bicchiere mezzo pieno: non si sentono più sole, perché qualcuno prima di loro ha vissuto.

Ambientazione

L’ambientazione stessa non è mai monotona, e offre scorci di questa città immensa e grigia con statue particolari, tempi abbandonati, una foresta di pale eoliche, i grandi acquari di allevamento ormai con un unico ospite, le torri enormi e circolari, i montacarichi sospesi su una città silente, il cimitero dei ricordi, tragico e potente, un cratere colossale circondato da armi abbandonate, che sventra una parte della città, il campo di battaglia costellato di aerei orami in disuso, di cui le nostre protagoniste non riconoscono l’utilità, l’enorme treno che attraversa una città silente e infine la neve, candida, imperante, che fa da contraltare alla grigie costruzioni, tra cui un sottomarino arenato nella terraferma.
E in ogni luogo c’è spazio per chiedere, capire, concertare un senso, con significati potentissimi espressi in poche e semplici parole.

Trama e finale

Non c’è una vera e propria trama, infatti ogni episodio è diviso in episodi più piccoli, però esiste un finale che, contrariamente a quanto si può credere, non è tragico in toto. Potrebbe essere accusato di essere un finale tipo “deus ex machina”, ma io ritengo che fosse l’unico possibile, e inoltre non stona, dando unità a un’atmosfera storica molto rarefatta e poco spiegata nello svolgersi della trama. Certo, qua e là c’è qualche indizio, ma, giunti al finale, finalmente si fa chiarezza, per poi lasciare quella verità in mano a Chito e Yuri, libere di trarre le loro conclusioni, ancora una volta, perché essere uomini significa poter interpretare anche il quadro peggiore in un’ottica non necessariamente pessimistica. E questo non è fuggire dalla realtà, quanto accettare di poter vivere con motivazioni umane, non scritte in natura, ma che ci rendono creature capaci di sognare e sperare anche laddove sembra impossibile.
Da questo finale, emerge tragicamente come la distruzione che l’uomo (chi altri poteva essere?) ha portato, solo madre natura, o chi resta in sua vece, potrà riparare, ma sarà un’epoca in cui nessun uomo sarà vivo e nemmeno le sue opere, destinate a fermarsi. È un futuro apocalittico e pesante che non può non far pensare a quanto oggi stiamo facendo alla nostra Terra.

Musiche e disegno

Il comparto musicale è meraviglioso e crea melodie che accompagnano senza frizioni e con note a tratti dolci, a tratti malinconiche, ma mai tragiche, tutta la narrazione degli eventi.
Il chara design è originale e di primo acchito può parere troppo chibi, ma, facendoci l’occhio, poi si rivela bello nella sua dolcezza, soprattutto i tratti di Chito.
Le statue e gli esserini, poi, sono minimalisti, ma quegli occhi li rendono divertenti da vedere. Il pesce, poi, è una gioia: i suoi tratti semplificati lo rendono gradevole da vedere, perché pare molto naif.
L’ambientazione, la grande città e le sue parti, non è mai monotona ed è disegnata in modo realistico ed evocativo. I cieli stellati e la notte di luna rossa sono bellissimi.

Conclusione

L’avevo iniziato piena di pregiudizi, temendo di annoiarmi come quando ho visto “Kino no Tabi” o di far scadere l’opera stessa per il suo originale chara design, ma i suoi contenuti così importanti, posti in maniera intuitiva e molto innocente, i suoi personaggi capaci di salvarsi e salvare quella situazione altrimenti pesante e un comparto musicale davvero favoloso mi hanno convinta fin da subito. Consiglio senz’altro quest’anime, capace di interrogare, di dare risposte non banali, di fare riflettere sul rapporto uomo-natura e sul valore sempre vivo della speranza che nasce dal fatto che al mondo non si è soli.


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micra

Episodi visti: 12/12 --- Voto 7,5
"Shōjo Shūmatsu Ryokō" tratta del viaggio di due ragazze attraverso un mondo post-apocalittico, dove il genere umano, raggiunti i vari stadi di tecnologia, si è infine incamminato con le proprie mani verso la propria fine. Da civiltà super-tecnologia si è involuto fino agli istinti più primordiali, cioè la sopravvivenza anche a scapito del prossimo, questo fino a sterminarsi. Le nostre protagoniste, scampate sul loro kattenrad all'apocalisse, si trovano in una condizione disperata, senza una meta né conoscenze del mondo oramai disabitato e in completa rovina, pieno di armi ma in cui trovare del cibo e rifornimenti equivale ad un miracolo. Tanto che loro stesse si interrogano sul perché venissero usate tante risorse mentre mancavano beni di prima necessità come il cibo (questo accade nel primo livello, dove si scorgono soprattutto carri, armi e sullo sfondo la struttura a pagoda tipica delle navi da guerra nipponiche, Paese ricco ma che comunque si ridusse alla fame per produrre armi, con tutte le conseguenze che conosciamo). Qui ci sarà un primo monito sul perché all'uomo piace tanto farsi la guerra e ridursi agli istinti peggiori.

La serie si svolge lenta, come lenta e inesorabile è la fine del mondo che fu piena di riflessioni su cose che sembrano anche banali, ma che, se si riesce ad immedesimarsi in un mondo dove tutte le conoscenze e le logiche sono andate perse, tutte queste riflessioni tanto banali non sembrano. Anche i caratteri delle due protagoniste sono opposti: Yuuri solare, positiva, curiosa e ingenua fa da contraltare a Chito, riflessiva, negativa, paurosa e intelligente. Le due si completano, senza l'una l'altra sprofonderebbe nella disperazione.

Che dire? La serie magari è un po' lenta, come lente sono le giornate delle protagoniste che vivono alla giornata, cercando di dare un senso alla loro esistenza. Ottime le musiche e sublimi gli sfondi, il disegno chibi serve a smorzare la storia e ci riesce benissimo. Ne consiglio la visione.


 1
CsT

Episodi visti: 12/12 --- Voto 9
Davvero stupendo.
La trama esiste in sottofondo, narrando di un viaggio in un mondo distopico di due ragazzine, ed essenzialmente sono piccoli archi narrativi con episodi autoconclusivi o al massimo della durata di due/tre episodi.
L'opera è tanto semplice quanto complessa: le due piccole protagoniste sono davvero carine e ingenue, e si mischiano perfettamente con l'altra faccia della medaglia, un mondo ormai giunto alla fine e quasi totalmente morto.
Gli scorci, i paesaggi e le ambientazioni sono fantastiche, e sono accompagnate da una colonna sonora che dona profondità ad ogni scena ed evento.
Quest'anime è un vero viaggio, soprattutto interiore, trattando con profondità molte tematiche come la morte, l'amicizia e l'altruismo. Da vedere.


 2
klauth

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8,5
Fin dal principio, vedendo il trailer e lo stile di disegno dei personaggi, ho pensato a un anime di basso livello, per un target di età sotto i venticinque anni. Tutt'altro.

"Shoujo Shuumatsu Ryokou" narra le vicende di due sorelle/compagne (non è esplicitamente detto) che vagano in questa ambientazione molto particolare post-apocalittica, alla ricerca di qualsiasi cosa necessaria alla loro sopravvivenza. A discapito della descrizione banale, le esperienze che vivranno le due ragazze avranno una grande componente emotiva, che personalmente ha emozionato molto (cosa soggettiva), accompagnata permanentemente da una soundtrack molto piacevole. La serie ad ogni puntata tratta uno o più temi particolari, sottolineando alcuni valori che, seppur banali, vengono tirati in ballo con degli avvenimenti singolari, che mirano a far riflettere lo spettatore su dei concetti che, nonostante presenti nella vita di tutti, magari non erano mai stati considerati sotto alcuni punti di vista.

In fondo, non si vive per provare emozioni?
Qualcuno potrebbe pensare: "Che vite triste la loro". Eppure Chito e Yuri tristi non sembrano affatto, e questo dovrebbe essere il fulcro dell'anime. Anche se non si sa, anche se si vaga nel nulla, nella desolazione più totale, potrebbe esserci qualcosa, anche semplice, stupida, banale, come delle bottiglie di birra, che potrebbero farci ridere e rendere felici.

Che altro dire? Lo stile grafico è piacevole alla vista, l'ambientazione originale è ben curata e per nulla banale. Un anime che rivedrei volentieri, magari per cogliere qualcosa che mi era sfuggito.
Partite anche voi in viaggio, sulla moto, con Chito e Yuri, non ve ne pentirete.


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Otaku moderato

Episodi visti: 12/12 --- Voto 9
Cosa significa viaggiare? Può essere il piacere della scoperta verso l'ignoto, una esperienza vitale che ognuno finisce col vivere, una propria avventura personale e tante altre cose. Ma in ogni viaggio c'è sempre un punto di partenza e un punto di arrivo, e infine un posto dove tornare o sistemarsi, una meta. E se la meta non esistesse? Se non ci fosse un posto dove tornare? L'unica alternativa sarebbe continuare a viaggiare e trovare la propria meta. E "Shoujo Shumatsu Ryoko" ("Girl Last Tour") vuole fare proprio questo: raccontare un viaggio particolare, l'ultimo viaggio di due ragazze.

In un imprecisato periodo futuristico la Terra è diventata una terra di nessuno. Soltanto macerie, tecnologie perdute, libri e documenti di epoche passate, macchine automatiche che continuano imperterrite a funzionare, cimeli di natura bellica e tutti gli elementi di un'ambientazione post-apocalittica. E in questo scenario viaggiano Chito e Yuri, le due protagoniste e, forse, ultime sopravvissute di questo mondo. In sella alla loro moto corazzata viaggiano in questo mondo spinte dalla curiosità e dalla voglia di scoprire, sostenute dalla loro compagnia reciproca.

Due soli personaggi, così diversi, così uniti: Chito, intelligente, calma, razionale, ma con le vertigini; Yuri, ignorante, dal facile palato, ma brava fisicamente e pronta col fucile in mano in caso di problemi. Due ragazze che litigano, fanno pace e confidano nella compagnia reciproca e nel sostegno. Insieme a loro, un mondo che sa di morto, ma che è fonte di sorprese e scorci di panorami affascinanti quanto malinconici. Due ragazze che fanno cose carine e siparietti tipici di un anime con personaggi moe; ma si sa, il pericolo, formato naturale, è sempre in agguato e coglie di sorpresa. Si impara qualcosa sul mondo dove viaggiano e che manderà forti momenti di riflessione allo spettatore. Spettatore che si unirà al viaggio delle protagoniste.

Al livello grafico il titolo non è niente male e si mantiene su buoni livelli, in particolare nelle ambientazioni e nei panorami, tanto affascinanti quanto malinconici. In ambito sonoro Kenichiro Suehiro compie un lavoro magnifico sulla colonna sonora, con pezzi corali magnifici e motivetti orecchiabili sia graziosi sia malinconici. Ottimo il doppiaggio delle protagoniste (e non solo) e carine opening ed ending.

"Shoujo Shumatsu Ryoko" è un viaggio particolare. Un viaggio che merita di essere vissuto insieme a queste due ragazze.


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Casper1991

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8
"Shoujo Shuumatsu Ryoko" (o più semplicemente in inglese "Girls' Last Tour") narra il viaggio di due ragazzine superstiti, Chito e Yuuri, da un qualche disastro (di cui non si sa nulla) che ha distrutto ogni forma di vita nel nostro pianeta. Si metteranno quindi in viaggio sulla loro moto alla ricerca di viveri, carburante e altre forme di vita.

Ogni episodio si mostra molto profondo, per la semplicità (ma anche ingenuità) delle due ragazzine, che poco o nulla conoscono di questo mondo. Durante il loro viaggio, il panorama che le circonda e le persone (ma non solo) che incontrano aprono spunti di riflessione su temi che per noi adulti sembrano ostici o di difficile trattazione, ma che vengono trattati in una maniera così semplice e leggera che spesso fanno addirittura commuovere.
Inizialmente non sono riuscita ad "appassionarmi" molto all'opera, forse per l'eccessiva lentezza di alcuni episodi o forse perché qualcuno di questi non mi ha colpito particolarmente, ma è valsa la pena arrivare fino alla fine. Via via che si procede con la visione degli episodi, il coinvolgimento emotivo è in continuo crescendo, per giungere negli ultimi episodi con un turbine di emozioni tra tristezza e meraviglia. L'ultimo, in particolare, mi ha commosso particolarmente, è stato davvero impeccabile. In poco più di venti minuti si risolvono tutti i dubbi incontrati finora, con l'aggiunta di colpi di scena e dando il dovuto spazio ai sentimenti delle due protagoniste, che rafforzano ancor di più il loro rapporto di amicizia; il tutto senza correre, senza forzature e con addirittura in sottofondo il "Notturno Op. 9 n. 2" di Chopin (che, personalmente, adoro).

Nota di merito va anche alle animazioni, alle ambientazioni suggestive e alle OST, veramente stupende. L'opening e l'ending hanno una vivacità che si contrappone notevolmente a ciò che vediamo nell'anime, scelta d'effetto e che ho apprezzato molto.

In conclusione, al momento do 8, ma si merita una seconda visione per analizzare e approfondire meglio l'opera (o, più semplicemente, per capirla più a fondo); mi riservo quindi di aumentare eventualmente in futuro il voto.

Paragonerei quest'opera a una rosa, di cui si apprezza la bellezza solo in piena fioritura.