Overlord III
Arrivati alla terza serie di quest'opera, serie che ha quasi spaccato in due i fan, sono dell'avviso che è il punto dove "Overlord" inizia davvero a prendere forma come identità tutta sua rispetto agli altri isekai, forma che si era costruita gradualmente con le serie precedenti.
Terminato l'attacco alla città di E-Randel da parte del demone Yadalbaoth, Ainz continua la sua corsa per conseguire i suoi obiettivi, ma in questa serie veniamo a conoscenza di parecchie cose che ci lasciano interdetti: la prima è che Ainz, in verità, quasi non ha la minima idea di cosa sta facendo e si limita semplicemente a cogliere la palla al balzo, assecondando o meno le proposte dei suoi Guardiani, così come faceva con i suoi datori di lavoro quand'era nel mondo umano, e la seconda è un gigantesco colpo di scena da cannonata alla bocca dello stomaco che ci svela quale sia il fulcro dell'anime "Overlord". Noi non stiamo guardando le gesta di un antieroe, ma stiamo guardando le gesta dell'antagonista principale dell'intera storia. La terza serie ci mostra quanta terra bruciata Ainz stia facendo in giro per il New World e di come molti innocenti o persone di buon cuore stiano perdendo, impotenti, la vita direttamente o indirettamente per causa sua. Le due serie precedenti culmineranno qui nello svelarci che Ainz è infatti il cattivo, e questa è una cosa che mi è piaciuta un sacco, perché è la prima volta che vedo un isekai fare una cosa del genere: raccontarci la storia dal punto di vista dei cattivi. Ainz è senza dubbio il personaggio trattato meglio e tutti i suoi Guardiani, in particolare Albedo, si rendono protagonisti di avvenimenti sia divertenti che disturbanti. Anche Nfirea e Enri vengono caratterizzati meglio, e il rapporto che si viene a creare fra loro è molto tenero. Tuttavia, c'è una cosa che mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca: continuano a non presentarsi degli avversari all'altezza. Va bene mostrarci l'impotenza del mondo di fronte al protagonista, ma è arrivato il momento di presentare e costruire degli avversari che rendano le cose più accattivanti e far percepire un vero senso di incertezza.
Nonostante questo mio cruccio, promozione a pieni voti: "Overlord" è una serie che non fa che migliorare.
Lato tecnico... oh mio Dio! Se nella seconda serie ci eravamo mantenuti sullo stesso livello di bruttezza di animazioni e CGI, in questa serie ho veramente desiderato di mettermi il collirio, perché la CGI mi stava facendo del male fisico, sembravano seriamente dei modelli presi da qualche gioco a basso budget dall'era PS1, e questa è una serie del 2018. Se non fosse stato per quest'imperdonabile pecca, avrei alzato il voto già alto che gli ho dato.
Inutile dire che il prosieguo è consigliato.
Terminato l'attacco alla città di E-Randel da parte del demone Yadalbaoth, Ainz continua la sua corsa per conseguire i suoi obiettivi, ma in questa serie veniamo a conoscenza di parecchie cose che ci lasciano interdetti: la prima è che Ainz, in verità, quasi non ha la minima idea di cosa sta facendo e si limita semplicemente a cogliere la palla al balzo, assecondando o meno le proposte dei suoi Guardiani, così come faceva con i suoi datori di lavoro quand'era nel mondo umano, e la seconda è un gigantesco colpo di scena da cannonata alla bocca dello stomaco che ci svela quale sia il fulcro dell'anime "Overlord". Noi non stiamo guardando le gesta di un antieroe, ma stiamo guardando le gesta dell'antagonista principale dell'intera storia. La terza serie ci mostra quanta terra bruciata Ainz stia facendo in giro per il New World e di come molti innocenti o persone di buon cuore stiano perdendo, impotenti, la vita direttamente o indirettamente per causa sua. Le due serie precedenti culmineranno qui nello svelarci che Ainz è infatti il cattivo, e questa è una cosa che mi è piaciuta un sacco, perché è la prima volta che vedo un isekai fare una cosa del genere: raccontarci la storia dal punto di vista dei cattivi. Ainz è senza dubbio il personaggio trattato meglio e tutti i suoi Guardiani, in particolare Albedo, si rendono protagonisti di avvenimenti sia divertenti che disturbanti. Anche Nfirea e Enri vengono caratterizzati meglio, e il rapporto che si viene a creare fra loro è molto tenero. Tuttavia, c'è una cosa che mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca: continuano a non presentarsi degli avversari all'altezza. Va bene mostrarci l'impotenza del mondo di fronte al protagonista, ma è arrivato il momento di presentare e costruire degli avversari che rendano le cose più accattivanti e far percepire un vero senso di incertezza.
Nonostante questo mio cruccio, promozione a pieni voti: "Overlord" è una serie che non fa che migliorare.
Lato tecnico... oh mio Dio! Se nella seconda serie ci eravamo mantenuti sullo stesso livello di bruttezza di animazioni e CGI, in questa serie ho veramente desiderato di mettermi il collirio, perché la CGI mi stava facendo del male fisico, sembravano seriamente dei modelli presi da qualche gioco a basso budget dall'era PS1, e questa è una serie del 2018. Se non fosse stato per quest'imperdonabile pecca, avrei alzato il voto già alto che gli ho dato.
Inutile dire che il prosieguo è consigliato.
Dopo la prima e la seconda, ecco anche la terza stagione di "Overlord", durante la quale l'obiettivo del protagonista rimane invariato, infatti, tra distruzione e massacri, Ainz prosegue con la conquista del mondo e la conseguente sottomissione di tutti gli esseri.
Per quanto sia evidenziata la potenza di Ainz, non ci si schiera sempre dalla sua parte, infatti, nel corso della stagione, alcune morti "nemiche" mi hanno rattristata parecchio, poiché si tratta di personaggi le cui vite sono state completamente distrutte da Ainz. Infatti si mostra il rovescio della medaglia, in cui da una parte si trova la potenza del Re della morte, dall'altra vi sono famiglie, amici, amanti che non rivedranno più coloro a cui più tenevano.
Oltre a questi spunti di riflessione, si nota molto più anche un altro aspetto di Ainz, cioè quello del sovrano che non possiede il controllo su moltissime cose, ma finge di averlo. Si va, quindi, incontro a scene piuttosto simpatiche nelle quali lo stesso Ainz fingerà di essere a conoscenza di tutto, mentre sarà Demiurgos ad esserlo veramente.
Anche questa stagione conclude ma non troppo, infatti Ainz si porta avanti per quel che concerne la conquista del mondo, ma comunque moltissime questioni sono state lasciate aperte.
La qualità del comparto tecnico non varia rispetto alle stagioni precedenti, così come non varia anche per le OST e per l'ending; l'opening, invece, è in assoluto la migliore tra le altre!
Bella stagione, nella quale si prosegue la storia in maniera abbastanza scorrevole, piacevole e per niente noiosa, che si posiziona a pari merito con la seconda. Viste queste tre, mi aspetto parecchio anche dalla quarta stagione!
Voto: 9/10
Per quanto sia evidenziata la potenza di Ainz, non ci si schiera sempre dalla sua parte, infatti, nel corso della stagione, alcune morti "nemiche" mi hanno rattristata parecchio, poiché si tratta di personaggi le cui vite sono state completamente distrutte da Ainz. Infatti si mostra il rovescio della medaglia, in cui da una parte si trova la potenza del Re della morte, dall'altra vi sono famiglie, amici, amanti che non rivedranno più coloro a cui più tenevano.
Oltre a questi spunti di riflessione, si nota molto più anche un altro aspetto di Ainz, cioè quello del sovrano che non possiede il controllo su moltissime cose, ma finge di averlo. Si va, quindi, incontro a scene piuttosto simpatiche nelle quali lo stesso Ainz fingerà di essere a conoscenza di tutto, mentre sarà Demiurgos ad esserlo veramente.
Anche questa stagione conclude ma non troppo, infatti Ainz si porta avanti per quel che concerne la conquista del mondo, ma comunque moltissime questioni sono state lasciate aperte.
La qualità del comparto tecnico non varia rispetto alle stagioni precedenti, così come non varia anche per le OST e per l'ending; l'opening, invece, è in assoluto la migliore tra le altre!
Bella stagione, nella quale si prosegue la storia in maniera abbastanza scorrevole, piacevole e per niente noiosa, che si posiziona a pari merito con la seconda. Viste queste tre, mi aspetto parecchio anche dalla quarta stagione!
Voto: 9/10
Uscito in Giappone nel 2018, lo si può trovare ancora gratuitamente nel canale YouTube di Yamato, diversamente dalle prime due serie che dovrebbero appartenere a Netflix.
L’opera è animata dalla Madhouse, uno dei più importanti studi di animazione giapponesi, ma, se uno guarda i sottotitoli finali, si accorge dai nomi delle persone che hanno lavorato a questo anime che tutto il lavoro è fatto o in Corea o a Taiwan... non faccio polemiche, perché capisco che ormai gli animatori di queste nazioni sono bravi come i Giapponesi, ma costano molto meno.
Torniamo al succo della recensione: dopo un primo episodio che lascia perplessi, la trama ingrana, e ingrana anche per uno come me che non ha visto le prime due serie, pur sapendo grossomodo cosa andava a vedere.
Un giocatore di videogame viene imprigionato nel mondo del suo gioco preferito e lì diventa Ainz Ooal Gown, il signore invincibile di una necropoli abitata da zombie, demoni e mostri.
Cosa possono fare i suoi sottoposti se non spingerlo a conquistare il mondo degli umani? Per un caso fortuito tutto va come lui vuole, anche perché gli avversari lo sottovalutano.
Lasciamo perdere l’intreccio della trama e focalizziamoci sul fatto che è in pratica il tipico gioco da computer dove esistono varie specie e vari oggetti che danno il potere: pozioni, armi, anelli ecc. Tutti i personaggi possono evolvere e diventare più forti, ma finora nessuno è al livello del protagonista, che distrugge facilmente migliaia e migliaia di nemici. Credo che il protagonista sia il nemico finale da abbattere, perché è chiaro che ha un ruolo da villan anche se con sprazzi di umanità: gli piace far assaggiare il suo potere ai nemici, ma sa premiare anche gli amici.
Pur essendo uomo, non è molto umano, perché pensa di essere dopotutto in un gioco, e quindi le vite degli avversari non valgono niente; noi sappiamo che sono personaggi veri con famiglie, vite, ambizioni, mentre il protagonista recita il ruolo di Ainz e dunque è disinteressato a ciò.
Animazioni bellissime, trama piacevole in cui bisogna fare scelte anche politiche per far andare avanti la situazione, il tutto raccontato magistralmente. Voto? Nove.
L’opera è animata dalla Madhouse, uno dei più importanti studi di animazione giapponesi, ma, se uno guarda i sottotitoli finali, si accorge dai nomi delle persone che hanno lavorato a questo anime che tutto il lavoro è fatto o in Corea o a Taiwan... non faccio polemiche, perché capisco che ormai gli animatori di queste nazioni sono bravi come i Giapponesi, ma costano molto meno.
Torniamo al succo della recensione: dopo un primo episodio che lascia perplessi, la trama ingrana, e ingrana anche per uno come me che non ha visto le prime due serie, pur sapendo grossomodo cosa andava a vedere.
Un giocatore di videogame viene imprigionato nel mondo del suo gioco preferito e lì diventa Ainz Ooal Gown, il signore invincibile di una necropoli abitata da zombie, demoni e mostri.
Cosa possono fare i suoi sottoposti se non spingerlo a conquistare il mondo degli umani? Per un caso fortuito tutto va come lui vuole, anche perché gli avversari lo sottovalutano.
Lasciamo perdere l’intreccio della trama e focalizziamoci sul fatto che è in pratica il tipico gioco da computer dove esistono varie specie e vari oggetti che danno il potere: pozioni, armi, anelli ecc. Tutti i personaggi possono evolvere e diventare più forti, ma finora nessuno è al livello del protagonista, che distrugge facilmente migliaia e migliaia di nemici. Credo che il protagonista sia il nemico finale da abbattere, perché è chiaro che ha un ruolo da villan anche se con sprazzi di umanità: gli piace far assaggiare il suo potere ai nemici, ma sa premiare anche gli amici.
Pur essendo uomo, non è molto umano, perché pensa di essere dopotutto in un gioco, e quindi le vite degli avversari non valgono niente; noi sappiamo che sono personaggi veri con famiglie, vite, ambizioni, mentre il protagonista recita il ruolo di Ainz e dunque è disinteressato a ciò.
Animazioni bellissime, trama piacevole in cui bisogna fare scelte anche politiche per far andare avanti la situazione, il tutto raccontato magistralmente. Voto? Nove.
E' la terza serie di "Overlord", in cui continuano le avventure di Ainz Ooal Gown, che adesso ha deciso di mostrarsi agli imperi umani, che vuole fondare il suo regno e mostrare la paura agli umani (e non) che decideranno di opporsi al suo volere.
Per quanto riguarda il comparto tecnico, l'anime è altalenante, ha delle belle animazioni in certi momenti, ma in altri momenti diventa veramente inguardabile; non capisco se sia stato per la fretta o per problemi di budget.
Per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, essa è discreta, anche se talvolta c'è una certa monotonia, e il protagonista non sembra avere un obbiettivo preciso, o comunque non sembra molto convinto di ciò che fa. Un'altra grave mancanza nella serie è il ruolo di antagonista: data la sua estrema forza, il protagonista non ha praticamente rivali, dato che potrebbe realisticamente uccidere tutti i nemici da solo. Questa aura di invincibilità è un grave lato negativo della serie.
In conclusione, il voto è positivo, ma le serie precedenti sono nettamente migliori, e anche la trama comincia a perdere mordente.
Per quanto riguarda il comparto tecnico, l'anime è altalenante, ha delle belle animazioni in certi momenti, ma in altri momenti diventa veramente inguardabile; non capisco se sia stato per la fretta o per problemi di budget.
Per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, essa è discreta, anche se talvolta c'è una certa monotonia, e il protagonista non sembra avere un obbiettivo preciso, o comunque non sembra molto convinto di ciò che fa. Un'altra grave mancanza nella serie è il ruolo di antagonista: data la sua estrema forza, il protagonista non ha praticamente rivali, dato che potrebbe realisticamente uccidere tutti i nemici da solo. Questa aura di invincibilità è un grave lato negativo della serie.
In conclusione, il voto è positivo, ma le serie precedenti sono nettamente migliori, e anche la trama comincia a perdere mordente.
Personalmente, è un piccolo passo indietro rispetto alla seconda stagione, con una ripresa nella parte centrale, dove però si intravedono, per tempo di realizzazione e budget, economia nelle animazioni, soprattutto con le armate di mostri, siano essi goblin, death knight o, verso la fine, capri neri.
Mentre precedentemente la serie iniziava con una battaglia, seppur non breve, comunque interessante, questa volta veniamo invece riportati al villaggio di Carne in cui il giovane alchimista Nfirea è stato relegato, con suo ormonale piacere, vicino alla giovane amata Enri. A questo piccolo centro abitato e a questa coppietta vengono dedicate troppe puntate, non certo sprecate, in quanto bisogna dare atto alla saga di voler sviluppare tutto minuziosamente, ma il rischio noia è dietro l'angolo. Anche l'aggiunta di nuovi personaggi, che ricordano gli avventurieri della prima stagione, e di cui già si prospetta il macabro destino, trasmette poco interesse, perché, anche se vi è la speranza che uno o due di loro sopravvivano, ormai si è restii ad affezionarsi agli umani, e stavolta l'unica cosa a salvare la situazione è proprio la diversità con cui subiranno la loro mattanza, giustificata malamente da Ainz, che si indigna per qualcosa provocata da lui stesso.
Durante questo secondo mini-arco la domanda che mi ha assalito costantemente è stata: "Ma... questi esperimenti di Ainz a che servono? Che informazioni si possono estrapolare dal torturare un casuale guerriero di basso rango?" Nessuna, pura pratica crudele. "Quali dubbi si potevano avere sulla solidità della difesa della catacomba?" Nessuna, un paio di armi magiche a soldatini scarsi e il gioco è fatto. Lo so, sembra strano lamentarsene, stiamo parlando di un dungeon con tanto di oscuro signore, non è strana come pratica attirare gente e sconfiggerla, ancora meno farlo come precauzione per il futuro; si potrebbe dire che è ordinaria amministrazione, lo scopo primario, ma, appunto per questo, serviva vederli oltre una breve parentesi all'interno della catacomba, in più di un episodio? Serviva conoscere meglio alcuni di loro e le loro famiglie in trepidante attesa? No, assolutamente no, è solo un tentativo furbo di procurare emozioni tristi nello spettatore. La serie ci fa capire che tutti, anche chi ha dei sogni e lotta strenuamente contro una dura vita, in un mondo spietato, può venire spezzato in un attimo per via della fragilità della sua natura umana. Narrativamente parlando, è un intento nobile, ma era stato già ben espresso nella prima stagione, e, francamente, se da un lato la violenza visibile rispetto all'esordio è diminuita, dall'altro l'autore, Kugane Maruyama, sembrerebbe essersi fatto più sadico, rilasciando, parrebbe, notizie extra su personaggi secondari, come le sorelle di Arche, a cui aspetterebbe un destino simile a quello di Tsuare. Comunque, tornando alla serie, ribadisco, questi avventurieri non gildati non sono utili alla storia, è solo un allungamento dei tempi, che non ha fornito manco un minimo combattimento soddisfacente, neppure con il personaggio di Hamsuke, che aveva un avversario quantomeno superiore alla media, per quanto odioso. Il fatto poi che Ainz col collarino da carcerato speri di ottenere un minimo di exp da gente di livello tanto basso è ridicolo, gli servirebbero come minimo, ma proprio minimo, eroi a livello di Evileye, e manco pochi, o almeno fare allenamento coi suoi attendenti, che sono gli unici al suo livello. Insomma, questa stagione è attanagliata ancora da un sacco di azioni inutili, figlie di futuristiche strategie pompose tipiche degli isekai, di cui a volte francamente si farebbe a meno, specie quando sono condite da dialoghi carichi di bon-ton, che a volte paiono un tantino ridicoli e fuori luogo.
Proseguendo, nella terza e ultima parte si conoscerà meglio l'impero e si darà finalmente il via a cambiamenti interessanti, che getteranno le basi per la conquista vera, i cui sviluppi verranno però visti solo nelle prossime stagioni. Ormai, grazie al piacere dell'autore di far morire gente, anche quella potenzialmente valida, il pubblico in rete, divertito, ha preso l'abitudine di fare battute e previsioni su chi o quanti verranno fatti trapassare, e se con modalità crudele o "magnanima", per non aver capito minimamente contro chi si stavano mettendo. Purtroppo, il finale non può regalarci un brivido neppure minimo, e per fortuna non si sono attardati più del dovuto per finire la questione. Da sottolineare che qualunque utilità, scopo o scusante da samurai si voglia trovare all'inutile gesto di Stronoff, suonerà assolutamente ridicola, e convince pochino anche quello che Ainz definisce "il suo spirito del collezionista", dato che lo tira fuori solo in rari casi, a volte rinunciandovi molto facilmente.
Di buono c'è che la trama della storia, anche quando sai che ti vuole distrarre, non ti dà mai la sensazione di andare alla cieca, anzi, pare intessuta sempre con ben chiaro in mente dove si vuole arrivare. Le pedine del nostro Re Stregone sono state disposte con indubbia intelligenza, a partire dalle risorse per finire alle fonti di informazione, e la speranza di sconfiggere la catacomba di Nazarik, se mai vi fosse stata, appare sempre più lontana. La trasposizione a quanto pare predilige la novel originale piuttosto che le altre versioni, che hanno piccole variazioni di alcuni avvenimenti, quindi il materiale per continuare la serie non manca di certo. Ormai, anche lo spettatore più ingenuo ha notato come Re Stregone e servitori si siano fatti, nonostante la loro allegria, sempre più spietati. Si badi bene, non sono peggiorati, stanno mostrando i loro veri volti, e questo è un bene, l'autore in questo tempo allungato sta facendo il possibile per controbilanciare la non ben definita impressione iniziale, soprattutto con Ainz, che, con questa sua sorta di codice morale malato, continua a ragionare in modo particolare, per non dire a tratti infantile o incoerente. Serve però come il pane il dare attenzione ad antagonisti un minimo capaci, che possano almeno ottenere armi di livello mondiale, magari grazie all'ancora misteriosa Teocrazia di Slaine, che pare avere tra le sue fila dei soggetti interessanti, anche se non tutti con le rotelle a posto. Quelli rimasti ancora vivi, o resuscitati, possono contribuire solo fino ad un certo punto ormai.
Intrighi a parte, è ora di ingranare la marcia sul serio.
Mentre precedentemente la serie iniziava con una battaglia, seppur non breve, comunque interessante, questa volta veniamo invece riportati al villaggio di Carne in cui il giovane alchimista Nfirea è stato relegato, con suo ormonale piacere, vicino alla giovane amata Enri. A questo piccolo centro abitato e a questa coppietta vengono dedicate troppe puntate, non certo sprecate, in quanto bisogna dare atto alla saga di voler sviluppare tutto minuziosamente, ma il rischio noia è dietro l'angolo. Anche l'aggiunta di nuovi personaggi, che ricordano gli avventurieri della prima stagione, e di cui già si prospetta il macabro destino, trasmette poco interesse, perché, anche se vi è la speranza che uno o due di loro sopravvivano, ormai si è restii ad affezionarsi agli umani, e stavolta l'unica cosa a salvare la situazione è proprio la diversità con cui subiranno la loro mattanza, giustificata malamente da Ainz, che si indigna per qualcosa provocata da lui stesso.
Durante questo secondo mini-arco la domanda che mi ha assalito costantemente è stata: "Ma... questi esperimenti di Ainz a che servono? Che informazioni si possono estrapolare dal torturare un casuale guerriero di basso rango?" Nessuna, pura pratica crudele. "Quali dubbi si potevano avere sulla solidità della difesa della catacomba?" Nessuna, un paio di armi magiche a soldatini scarsi e il gioco è fatto. Lo so, sembra strano lamentarsene, stiamo parlando di un dungeon con tanto di oscuro signore, non è strana come pratica attirare gente e sconfiggerla, ancora meno farlo come precauzione per il futuro; si potrebbe dire che è ordinaria amministrazione, lo scopo primario, ma, appunto per questo, serviva vederli oltre una breve parentesi all'interno della catacomba, in più di un episodio? Serviva conoscere meglio alcuni di loro e le loro famiglie in trepidante attesa? No, assolutamente no, è solo un tentativo furbo di procurare emozioni tristi nello spettatore. La serie ci fa capire che tutti, anche chi ha dei sogni e lotta strenuamente contro una dura vita, in un mondo spietato, può venire spezzato in un attimo per via della fragilità della sua natura umana. Narrativamente parlando, è un intento nobile, ma era stato già ben espresso nella prima stagione, e, francamente, se da un lato la violenza visibile rispetto all'esordio è diminuita, dall'altro l'autore, Kugane Maruyama, sembrerebbe essersi fatto più sadico, rilasciando, parrebbe, notizie extra su personaggi secondari, come le sorelle di Arche, a cui aspetterebbe un destino simile a quello di Tsuare. Comunque, tornando alla serie, ribadisco, questi avventurieri non gildati non sono utili alla storia, è solo un allungamento dei tempi, che non ha fornito manco un minimo combattimento soddisfacente, neppure con il personaggio di Hamsuke, che aveva un avversario quantomeno superiore alla media, per quanto odioso. Il fatto poi che Ainz col collarino da carcerato speri di ottenere un minimo di exp da gente di livello tanto basso è ridicolo, gli servirebbero come minimo, ma proprio minimo, eroi a livello di Evileye, e manco pochi, o almeno fare allenamento coi suoi attendenti, che sono gli unici al suo livello. Insomma, questa stagione è attanagliata ancora da un sacco di azioni inutili, figlie di futuristiche strategie pompose tipiche degli isekai, di cui a volte francamente si farebbe a meno, specie quando sono condite da dialoghi carichi di bon-ton, che a volte paiono un tantino ridicoli e fuori luogo.
Proseguendo, nella terza e ultima parte si conoscerà meglio l'impero e si darà finalmente il via a cambiamenti interessanti, che getteranno le basi per la conquista vera, i cui sviluppi verranno però visti solo nelle prossime stagioni. Ormai, grazie al piacere dell'autore di far morire gente, anche quella potenzialmente valida, il pubblico in rete, divertito, ha preso l'abitudine di fare battute e previsioni su chi o quanti verranno fatti trapassare, e se con modalità crudele o "magnanima", per non aver capito minimamente contro chi si stavano mettendo. Purtroppo, il finale non può regalarci un brivido neppure minimo, e per fortuna non si sono attardati più del dovuto per finire la questione. Da sottolineare che qualunque utilità, scopo o scusante da samurai si voglia trovare all'inutile gesto di Stronoff, suonerà assolutamente ridicola, e convince pochino anche quello che Ainz definisce "il suo spirito del collezionista", dato che lo tira fuori solo in rari casi, a volte rinunciandovi molto facilmente.
Di buono c'è che la trama della storia, anche quando sai che ti vuole distrarre, non ti dà mai la sensazione di andare alla cieca, anzi, pare intessuta sempre con ben chiaro in mente dove si vuole arrivare. Le pedine del nostro Re Stregone sono state disposte con indubbia intelligenza, a partire dalle risorse per finire alle fonti di informazione, e la speranza di sconfiggere la catacomba di Nazarik, se mai vi fosse stata, appare sempre più lontana. La trasposizione a quanto pare predilige la novel originale piuttosto che le altre versioni, che hanno piccole variazioni di alcuni avvenimenti, quindi il materiale per continuare la serie non manca di certo. Ormai, anche lo spettatore più ingenuo ha notato come Re Stregone e servitori si siano fatti, nonostante la loro allegria, sempre più spietati. Si badi bene, non sono peggiorati, stanno mostrando i loro veri volti, e questo è un bene, l'autore in questo tempo allungato sta facendo il possibile per controbilanciare la non ben definita impressione iniziale, soprattutto con Ainz, che, con questa sua sorta di codice morale malato, continua a ragionare in modo particolare, per non dire a tratti infantile o incoerente. Serve però come il pane il dare attenzione ad antagonisti un minimo capaci, che possano almeno ottenere armi di livello mondiale, magari grazie all'ancora misteriosa Teocrazia di Slaine, che pare avere tra le sue fila dei soggetti interessanti, anche se non tutti con le rotelle a posto. Quelli rimasti ancora vivi, o resuscitati, possono contribuire solo fino ad un certo punto ormai.
Intrighi a parte, è ora di ingranare la marcia sul serio.