Shin Megami Tensei: Tokyo Mokushiroku
Attenzione: la recensione contiene spoiler
È una storia all'insegna dell'amicizia e dell'odio, ma è piuttosto riduttivo definirla in questo modo. Qui parliamo di una storia riguardo il rapporto che si ha prima di tutto con sé stessi e poi con gli altri, quindi della percezione che si ha di sé stessi e poi di quella che gli altri hanno di noi. I nostri protagonisti cercano di capirsi a vicenda, ma fanno fatica in questa impresa. E, prima di capire sé stessi, devono odiare quasi del tutto sé stessi, e lo fanno facendo le scelte sbagliate, tra cui prima di tutto il coprotagonista, il quale, credendo di avere un'acredine con il mondo, si rivolge alle forze sbagliate, perché solo così potrà avere la forza necessaria per andare avanti e dimostrare poi al suo vecchio amico d'infanzia che è diventato forte. Questo, salvo poi ricredersi, quando queste forze lo tradiscono, nonostante tutto ciò che ha fatto per loro. E qui capiamo la morale o una delle tante morali che questo cortometraggio intende trasmettere e che si riallaccia al motto di Charlie Chaplin: "Serve il potere solo per distruggere, per tutto il resto basta solo l'amore". Questo è il motto che funge anche da climax per la trama, visto che anche la ragazza innamorata del protagonista sacrifica il suo potere per permettere a questo di sprigionare il proprio e porre fine alla minaccia che incombe. Alla fine il coprotagonista realizza di essersi sbagliato sulla percezione che aveva di sé stesso e del resto del mondo, e cerca di porre rimedio, sacrificando la propria vita per il suo amico e permettergli così di rimediare al suo errore.
La trama è abbastanza nitida e chiara, non ci sono tanti fronzoli e tanti giri di parole, e già questo ci aiuta a meglio comprenderla. La grafica è curata piuttosto bene per la decade in cui la pellicola è stata prodotta. I personaggi hanno un ruolo preciso insieme a una personalità e un carattere che all'inizio non emergono, ma che si sviluppano nel corso della storia. Fondamentale è poi il flashback sul conto del protagonista, che ci spiega l'origine di questo suo comportamento. La colonna sonora è delicata, lieve, e già ci fa capire un po' l'atmosfera che permea la vicenda. Tutto sommato, non è un capolavoro, ma non è neanche un disastro.
Le pecche di questa pellicola sono magari il fatto che i due protagonisti non si siano potuti riconciliare nel miglior modo possibile e che il nuovo amico del protagonista abbia avuto quasi un ruolo troppo marginale. Quindi, si sarebbe almeno potuto e dovuto allungare la durata della storia, per dare spazio a tutti i personaggi e permettere loro di crescere e svilupparsi.
Voto: 7,5
È una storia all'insegna dell'amicizia e dell'odio, ma è piuttosto riduttivo definirla in questo modo. Qui parliamo di una storia riguardo il rapporto che si ha prima di tutto con sé stessi e poi con gli altri, quindi della percezione che si ha di sé stessi e poi di quella che gli altri hanno di noi. I nostri protagonisti cercano di capirsi a vicenda, ma fanno fatica in questa impresa. E, prima di capire sé stessi, devono odiare quasi del tutto sé stessi, e lo fanno facendo le scelte sbagliate, tra cui prima di tutto il coprotagonista, il quale, credendo di avere un'acredine con il mondo, si rivolge alle forze sbagliate, perché solo così potrà avere la forza necessaria per andare avanti e dimostrare poi al suo vecchio amico d'infanzia che è diventato forte. Questo, salvo poi ricredersi, quando queste forze lo tradiscono, nonostante tutto ciò che ha fatto per loro. E qui capiamo la morale o una delle tante morali che questo cortometraggio intende trasmettere e che si riallaccia al motto di Charlie Chaplin: "Serve il potere solo per distruggere, per tutto il resto basta solo l'amore". Questo è il motto che funge anche da climax per la trama, visto che anche la ragazza innamorata del protagonista sacrifica il suo potere per permettere a questo di sprigionare il proprio e porre fine alla minaccia che incombe. Alla fine il coprotagonista realizza di essersi sbagliato sulla percezione che aveva di sé stesso e del resto del mondo, e cerca di porre rimedio, sacrificando la propria vita per il suo amico e permettergli così di rimediare al suo errore.
La trama è abbastanza nitida e chiara, non ci sono tanti fronzoli e tanti giri di parole, e già questo ci aiuta a meglio comprenderla. La grafica è curata piuttosto bene per la decade in cui la pellicola è stata prodotta. I personaggi hanno un ruolo preciso insieme a una personalità e un carattere che all'inizio non emergono, ma che si sviluppano nel corso della storia. Fondamentale è poi il flashback sul conto del protagonista, che ci spiega l'origine di questo suo comportamento. La colonna sonora è delicata, lieve, e già ci fa capire un po' l'atmosfera che permea la vicenda. Tutto sommato, non è un capolavoro, ma non è neanche un disastro.
Le pecche di questa pellicola sono magari il fatto che i due protagonisti non si siano potuti riconciliare nel miglior modo possibile e che il nuovo amico del protagonista abbia avuto quasi un ruolo troppo marginale. Quindi, si sarebbe almeno potuto e dovuto allungare la durata della storia, per dare spazio a tutti i personaggi e permettere loro di crescere e svilupparsi.
Voto: 7,5