Dragon Fist
Dragon fist è un OAV di circa 45 minuti. Mi ha attirato per la grafica in stile "Cavalieri dello zodiaco" e, in effetti, la storia richiama molto lo stile di Kurumada.
Abbiamo infatti una storia di formazione in cui il protagonista, principe della tribù uomini drago, ovviamente esperti di arti marziali, non riesce a sviluppare un potere adeguato a diventare nuovo re. Viene quindi mandato a studiare in una scuola di “umani”, perché così riuscirà a trovare la forza dentro di sé. Qui fa amicizia con una bella ragazza, misteriosamente aggredita da vari studenti. Lei gli rivela il suo segreto: non è umana, ma creata già adulta in laboratorio, in seguito ad esperimenti di ingegneria genetica. Meglio non aggiungere altro.
La storia può sembrare fallimentare perché breve e poi cosa ci azzeccano i cavalieri con una cosa moderna come l’ingegneria genetica? E invece tutto si tiene e la storia risulta molto ben fatta e riesce a dire tutto in un tempo così breve, rispettando sia il tema della crescita dei personaggi che le moderne implicazioni nate dalla tecnologia. La regia e la grafica sono ottime, anche dopo trent’anni, buone le musiche. In conclusione siamo in presenza di un piccolo gioiello, che merita di essere visto e a cui, complice le belle riflessioni che mi ha fatto fare, assegno otto
Abbiamo infatti una storia di formazione in cui il protagonista, principe della tribù uomini drago, ovviamente esperti di arti marziali, non riesce a sviluppare un potere adeguato a diventare nuovo re. Viene quindi mandato a studiare in una scuola di “umani”, perché così riuscirà a trovare la forza dentro di sé. Qui fa amicizia con una bella ragazza, misteriosamente aggredita da vari studenti. Lei gli rivela il suo segreto: non è umana, ma creata già adulta in laboratorio, in seguito ad esperimenti di ingegneria genetica. Meglio non aggiungere altro.
La storia può sembrare fallimentare perché breve e poi cosa ci azzeccano i cavalieri con una cosa moderna come l’ingegneria genetica? E invece tutto si tiene e la storia risulta molto ben fatta e riesce a dire tutto in un tempo così breve, rispettando sia il tema della crescita dei personaggi che le moderne implicazioni nate dalla tecnologia. La regia e la grafica sono ottime, anche dopo trent’anni, buone le musiche. In conclusione siamo in presenza di un piccolo gioiello, che merita di essere visto e a cui, complice le belle riflessioni che mi ha fatto fare, assegno otto