The Disappearance of Haruhi Suzumiya
“La scomparsa di Haruhi Suzumiya” potrebbe sembrare il solito film di cassetta, fatto per soldi o per dare a una serie il suo “The Movie”. Non è così. Dividendo la durata mastodontica di centosessanta minuti per venti, otteniamo otto. Come se il film fosse una terza serie di soli otto episodi. E in effetti è una vera continuazione alle vicende della brigata, piuttosto che essere il solito film autoconclusivo o riepilogativo.
L’inizio sarà la solita vicenda legata alla vita della brigata, con Haruhi che vuole organizzare i festeggiamenti natalizi. Ma, alzandosi la mattina del giorno dopo, Kyon si ritrova in un altro mondo, apparentemente normale, ma in cui la brigata non esiste più, e Haruhi non frequenta più la scuola. Ma cosa succede? Inizia così una vicenda kafkiana, in cui il nostro farà l’impossibile per scoprire la verità e per chiedere a sé stesso cosa voglia veramente dalla vita. Già, in questo film sarà lui il protagonista, e potrà finalmente vivere una vita più normale e chiedersi se fosse stato più felice prima, con tutti i guai e le vicende strampalate, o ora, in una vita normale e prevedibile. Ma si potrebbe dire che i protagonisti siano tutti... meno Haruhi, che avrà un ruolo marginale. Tutti saranno esaminati e approfonditi come non mai, e quel desiderio della serie regolare di essere seria e umoristica allo stesso tempo virerà finalmente verso il serio. Verso una storia così complessa da avere un finale davvero cervellotico.
La grafica e la regia sono perfette, e le sigle buone.
Il finale è complesso, ma lascia la porta aperta a una continuazione... del resto non siamo forse al quarto volume della novel?
Un film davvero ben riuscito, e consigliatissimo, anche se non da vedere tutto d’un fiato per il suo peso. Altro piccolo neo, è necessario aver visto almeno la prima serie per poterlo apprezzare. Vedetelo, non ve ne pentirete.
Voto: 8
L’inizio sarà la solita vicenda legata alla vita della brigata, con Haruhi che vuole organizzare i festeggiamenti natalizi. Ma, alzandosi la mattina del giorno dopo, Kyon si ritrova in un altro mondo, apparentemente normale, ma in cui la brigata non esiste più, e Haruhi non frequenta più la scuola. Ma cosa succede? Inizia così una vicenda kafkiana, in cui il nostro farà l’impossibile per scoprire la verità e per chiedere a sé stesso cosa voglia veramente dalla vita. Già, in questo film sarà lui il protagonista, e potrà finalmente vivere una vita più normale e chiedersi se fosse stato più felice prima, con tutti i guai e le vicende strampalate, o ora, in una vita normale e prevedibile. Ma si potrebbe dire che i protagonisti siano tutti... meno Haruhi, che avrà un ruolo marginale. Tutti saranno esaminati e approfonditi come non mai, e quel desiderio della serie regolare di essere seria e umoristica allo stesso tempo virerà finalmente verso il serio. Verso una storia così complessa da avere un finale davvero cervellotico.
La grafica e la regia sono perfette, e le sigle buone.
Il finale è complesso, ma lascia la porta aperta a una continuazione... del resto non siamo forse al quarto volume della novel?
Un film davvero ben riuscito, e consigliatissimo, anche se non da vedere tutto d’un fiato per il suo peso. Altro piccolo neo, è necessario aver visto almeno la prima serie per poterlo apprezzare. Vedetelo, non ve ne pentirete.
Voto: 8
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Se c'è una cosa che il buon Kyon ha imparato da quando è entrato alle superiori è che con la giusta compagnia non ci si annoia mai, specialmente se la compagnia in questione è formata da una viaggiatrice del tempo (Mikuro Asahina), un esper (Itsuki Koizumi), un'interfaccia umanoide (Yuki Nagato) e un'ignara divinità (Haruhi Suzumiya).
Con loro Kyon, l'unico normale del gruppo chiamato Brigata SOS, ne ha vissute parecchie, e ancora una volta verrà coinvolto in una situazione che stavolta potrebbe sfuggirgli di mano. Il tutto verso la metà di dicembre.
Tutto comincia verso il 16 dicembre, quando la Brigata SOS, ovviamente mediante iniziativa di Haruhi, decide di preparare un festival natalizio. Fin qui tutto bene per Kyon, ma due giorni dopo succederà quello che Kyon ha definito, nella sua veste di narratore, "l'ingresso all'inferno", vivendo una situazione veramente assurda, con la A maiuscola, in una torbida vicenda impossibile da descrivere a parole, il cui punto cardine lo dice il medesimo titolo.
Che l'autore delle light novel originali, di cui il film adatta il quarto romanzo, fosse un maestro in fatto di bravura dell'inverosimile, d'accordo, ma in questo film fa di più: tutto del film è perfettamente calcolato in un puzzle che è accurato e inesorabilmente ben strutturato con la serie stessa, anche se i minuti finali richiedono che lo spettatore analizzi e faccia 2+2. Sta di fatto che la sceneggiatura del film è assolutamente perfetta; e vero che, però, bisogna scendere a patti con l'atmosfera che diventa molto più seria, oltre a vedere molti personaggi in una luce molto diversa, in particolare Yuki Nagato.
In ambito grafico "Kyoto Animation", ancora lei, si dà veramente da fare, proponendo il medesimo design dei personaggi della serie principale, con un tocco moe per i personaggi femminili e con una perizia grafica veramente curata in ogni dettaglio, dalle scene agli sfondi e molto altro (parliamo ovviamente di un film per il grande schermo); in ambito sonoro viene messo poco, e le poche OST usate variano d'atmosfera, diventando molto serie, anche se nei primi minuti si torna all'atmosfera bizzarra della serie originale, complice l'uso come tema d'apertura della sua storica opening. In ambito di recitazione avremo solo il doppiaggio giapponese (quello per gli altri personaggi d'accordo, ma, personalmente, preferisco per Kyon la voce italiana, perché quella originale lo rende "troppo adulto", dal momento che lui ha una mentalità d'adulto).
Che le serie bizzarre abbiano i loro momenti maturi è un dato di fatto molto usato, e anche la bizzarre avventure della Brigata SOS non fanno eccezione. Ma è questo che lo rende un film veramente eccezionale, che dimostra che gli autori sono riusciti a mettere in piedi una sceneggiatura davvero riuscita e perfettamente calcolata.
Se c'è una cosa che il buon Kyon ha imparato da quando è entrato alle superiori è che con la giusta compagnia non ci si annoia mai, specialmente se la compagnia in questione è formata da una viaggiatrice del tempo (Mikuro Asahina), un esper (Itsuki Koizumi), un'interfaccia umanoide (Yuki Nagato) e un'ignara divinità (Haruhi Suzumiya).
Con loro Kyon, l'unico normale del gruppo chiamato Brigata SOS, ne ha vissute parecchie, e ancora una volta verrà coinvolto in una situazione che stavolta potrebbe sfuggirgli di mano. Il tutto verso la metà di dicembre.
Tutto comincia verso il 16 dicembre, quando la Brigata SOS, ovviamente mediante iniziativa di Haruhi, decide di preparare un festival natalizio. Fin qui tutto bene per Kyon, ma due giorni dopo succederà quello che Kyon ha definito, nella sua veste di narratore, "l'ingresso all'inferno", vivendo una situazione veramente assurda, con la A maiuscola, in una torbida vicenda impossibile da descrivere a parole, il cui punto cardine lo dice il medesimo titolo.
Che l'autore delle light novel originali, di cui il film adatta il quarto romanzo, fosse un maestro in fatto di bravura dell'inverosimile, d'accordo, ma in questo film fa di più: tutto del film è perfettamente calcolato in un puzzle che è accurato e inesorabilmente ben strutturato con la serie stessa, anche se i minuti finali richiedono che lo spettatore analizzi e faccia 2+2. Sta di fatto che la sceneggiatura del film è assolutamente perfetta; e vero che, però, bisogna scendere a patti con l'atmosfera che diventa molto più seria, oltre a vedere molti personaggi in una luce molto diversa, in particolare Yuki Nagato.
In ambito grafico "Kyoto Animation", ancora lei, si dà veramente da fare, proponendo il medesimo design dei personaggi della serie principale, con un tocco moe per i personaggi femminili e con una perizia grafica veramente curata in ogni dettaglio, dalle scene agli sfondi e molto altro (parliamo ovviamente di un film per il grande schermo); in ambito sonoro viene messo poco, e le poche OST usate variano d'atmosfera, diventando molto serie, anche se nei primi minuti si torna all'atmosfera bizzarra della serie originale, complice l'uso come tema d'apertura della sua storica opening. In ambito di recitazione avremo solo il doppiaggio giapponese (quello per gli altri personaggi d'accordo, ma, personalmente, preferisco per Kyon la voce italiana, perché quella originale lo rende "troppo adulto", dal momento che lui ha una mentalità d'adulto).
Che le serie bizzarre abbiano i loro momenti maturi è un dato di fatto molto usato, e anche la bizzarre avventure della Brigata SOS non fanno eccezione. Ma è questo che lo rende un film veramente eccezionale, che dimostra che gli autori sono riusciti a mettere in piedi una sceneggiatura davvero riuscita e perfettamente calcolata.
"La malinconia di Haruhi Suzumiya" mi ha deluso nella serie principale, anzi nelle due serie principali dedicate a tale anime, tuttavia ho provato a vedere questo film, criticato positivamente dai più, che si intitola "La scomparsa di Haruhi Suzumiya", adattamento animato della quarta light novel. Le premesse per un risultato sorprendente erano in me poco profonde, optando piuttosto per una pigra visione, leggermente incuriosita dalla notevole lunghezza del film (due ore e quaranta minuti circa), nonché per valutare la storia, sperando in qualcosa di differente dal solito. Incredibile ma vero, il film oggetto di valutazione ha oltrepassato ogni mia più rosea aspettativa, aprendomi possibilità mai pensate fino ad oggi riguardo questo anime, nettamente rivalutato in meglio. Difatti lo reputo su un piano quasi opposto rispetto alle due serie, forse perché finalmente tutti i personaggi danno il meglio di sé, smettendo di incentrare tutta la storia sulla protagonista Suzumiya.
Nella fattispecie, a guadagnarne maggiormente sono Kyon e Nagato, due personaggi che sono caratterizzati a dovere qui, non semplici macchiette stereotipate come ero abituato a vederli nelle opere passate.
Il primo, pur mantenendo il consueto sarcasmo che lo contraddistingue, rivela la parte più matura del proprio io, la parte impaurita dai cambiamenti del mondo in cui vive, cambiamenti causati da una persona a lui vicina ma mai considerati tanto importanti. Riflette, probabilmente per la prima volta nella sua vita, se la vita lo soddisfa, se sì in quale misura, e specialmente sull'importanza di Haruhi sulla sua vita. Insomma, se l'impatto di quest'ultima sia negativo oppure positivo. L'introspezione che accompagna la storia è da elogiare, perché è nuova all'opera - piena di ilarità e comicità scolastica -, estranea ai ragionamenti esistenziali fino alla realizzazione della suddetta opera. Proprio Kyon ha la caratterizzazione migliore nel film: sebbene leggermente forzato in determinate decisioni, tutto sommato convince nel ruolo di protagonista effettivo - non solo narratore -, consentendo allo spettatore che visiona l'anime di affezionarsi a lui, lasciandosi conseguentemente trascinare nella trama misteriosa.
Anche Nagato Yuki esce bene dall'opera, perché verte per buona parte sul proprio personaggio, analizzandolo a fondo, cercando di aprire il guscio che ordinariamente la circonda, che la protegge dagli altri. Una Nagato più viva troviamo in questa opera, più umana e addirittura disposta, malgrado la sua timidezza, a trovare l'amore. In sostanza, la nuova faccia di Nagato è una persona capace di provare sentimenti ed emozioni concrete, non diverse da quelle che proviamo noi essere umani. Un'evoluzione coraggiosa e che appassiona durante il film.
E pensare che il film comincia normalmente, narrando delle vacanze estive secondo la brigata SOS, secondo quindi Haruhi, salvo però mutare tutto nell'arco di una notte, apparentemente come tante altre. Kyon scopre di essere l'unico a non avere ricordi alterati o a non essere scomparso nel nulla, e dovrà perciò darsi da fare allo scopo di ritrovare i suoi veri compagni di club, e soprattutto dovrà scegliere se perseguire verso la strada intrapresa o mantenere lo status quo delle cose.
La durata del film è abbastanza lunga, come accennato, ma personalmente non l'ho trovata pesante o eccessiva, poiché intrattiene dall'inizio alla fine senza allungare il brodo, non utilizzando fanservice o altri escamatoge propri di altre opere. Una delizia per il palato che non manca quindi di stupire mediante disegni e animazioni superbi, anche essi nettamente migliorati se confrontati con le due serie. Il lavoro svolto è evidente anche per ciò che concerne le ambientazioni e i disegni dei personaggi, più dettagliati qui che in passato.
Le musiche sono piacevoli, con l'opening della prima serie riutilizzata sapientemente e la ending pertinente alla storia. Le musiche di intermezzo svolgono bene il loro mestiere, avendo avuto piacere in particolar modo all'ascolto del seguente brano:"Rekishi no Tenkanten", spaventosamente bello, provocando la discesa, non frequente in verità, di lacrime dal mio volto. Emozionante.
La regia è da applausi, riuscendo a donare al film atmosfera e inquadrature uniche nel suo genere, mature e meno demenziali del solito, angoscianti e malinconiche. Segnalo ad esempio i colori scuri che circondano l'ambiente in tutta la durata del film o ancora la scena dell'arrivo in classe di Kyon, magistrale quando incontra Asakura la prima volta...
Posso promuovere pienamente il film attribuendogli un 9 più che meritato, frutto di duro lavoro e maturato grazie ai personaggi che sono liberi di mostrare i loro lati deboli, i lati reali della personalità, abbandonando per un attimo le solite beghe adolescenziali mostrate da Haruhi. Un miglioramento graduale ma sostanziale di tutti gli altri settori fa il resto. Una perla meritevole di attenzione!
Nella fattispecie, a guadagnarne maggiormente sono Kyon e Nagato, due personaggi che sono caratterizzati a dovere qui, non semplici macchiette stereotipate come ero abituato a vederli nelle opere passate.
Il primo, pur mantenendo il consueto sarcasmo che lo contraddistingue, rivela la parte più matura del proprio io, la parte impaurita dai cambiamenti del mondo in cui vive, cambiamenti causati da una persona a lui vicina ma mai considerati tanto importanti. Riflette, probabilmente per la prima volta nella sua vita, se la vita lo soddisfa, se sì in quale misura, e specialmente sull'importanza di Haruhi sulla sua vita. Insomma, se l'impatto di quest'ultima sia negativo oppure positivo. L'introspezione che accompagna la storia è da elogiare, perché è nuova all'opera - piena di ilarità e comicità scolastica -, estranea ai ragionamenti esistenziali fino alla realizzazione della suddetta opera. Proprio Kyon ha la caratterizzazione migliore nel film: sebbene leggermente forzato in determinate decisioni, tutto sommato convince nel ruolo di protagonista effettivo - non solo narratore -, consentendo allo spettatore che visiona l'anime di affezionarsi a lui, lasciandosi conseguentemente trascinare nella trama misteriosa.
Anche Nagato Yuki esce bene dall'opera, perché verte per buona parte sul proprio personaggio, analizzandolo a fondo, cercando di aprire il guscio che ordinariamente la circonda, che la protegge dagli altri. Una Nagato più viva troviamo in questa opera, più umana e addirittura disposta, malgrado la sua timidezza, a trovare l'amore. In sostanza, la nuova faccia di Nagato è una persona capace di provare sentimenti ed emozioni concrete, non diverse da quelle che proviamo noi essere umani. Un'evoluzione coraggiosa e che appassiona durante il film.
E pensare che il film comincia normalmente, narrando delle vacanze estive secondo la brigata SOS, secondo quindi Haruhi, salvo però mutare tutto nell'arco di una notte, apparentemente come tante altre. Kyon scopre di essere l'unico a non avere ricordi alterati o a non essere scomparso nel nulla, e dovrà perciò darsi da fare allo scopo di ritrovare i suoi veri compagni di club, e soprattutto dovrà scegliere se perseguire verso la strada intrapresa o mantenere lo status quo delle cose.
La durata del film è abbastanza lunga, come accennato, ma personalmente non l'ho trovata pesante o eccessiva, poiché intrattiene dall'inizio alla fine senza allungare il brodo, non utilizzando fanservice o altri escamatoge propri di altre opere. Una delizia per il palato che non manca quindi di stupire mediante disegni e animazioni superbi, anche essi nettamente migliorati se confrontati con le due serie. Il lavoro svolto è evidente anche per ciò che concerne le ambientazioni e i disegni dei personaggi, più dettagliati qui che in passato.
Le musiche sono piacevoli, con l'opening della prima serie riutilizzata sapientemente e la ending pertinente alla storia. Le musiche di intermezzo svolgono bene il loro mestiere, avendo avuto piacere in particolar modo all'ascolto del seguente brano:"Rekishi no Tenkanten", spaventosamente bello, provocando la discesa, non frequente in verità, di lacrime dal mio volto. Emozionante.
La regia è da applausi, riuscendo a donare al film atmosfera e inquadrature uniche nel suo genere, mature e meno demenziali del solito, angoscianti e malinconiche. Segnalo ad esempio i colori scuri che circondano l'ambiente in tutta la durata del film o ancora la scena dell'arrivo in classe di Kyon, magistrale quando incontra Asakura la prima volta...
Posso promuovere pienamente il film attribuendogli un 9 più che meritato, frutto di duro lavoro e maturato grazie ai personaggi che sono liberi di mostrare i loro lati deboli, i lati reali della personalità, abbandonando per un attimo le solite beghe adolescenziali mostrate da Haruhi. Un miglioramento graduale ma sostanziale di tutti gli altri settori fa il resto. Una perla meritevole di attenzione!
Perché dare un otto a un lungometraggio che tratta di una serie che non vale nemmeno la pena di essere recensita? Perché in fondo anche questo lungometraggio si porta dietro tutti i difetti della serie di cui sopra, con una colonna sonora mediocre, un character design standard e nella media e una storia... Esatto, la storia, il punto focale è tutto nella storia, infatti, tolta la pesante e predominante Suzumiya dal cast, gli altri personaggi, e in particolar modo Kyon, prendono tutta un'altra connotazione. Finalmente agiscono in una storia coinvolgente, dai tratti drammatici, che lascia definitivamente le sicure sponde della ormai trita e ritrita commedia scolastica. Certo, le animazioni e i disegni sono tutto sommato migliorati rispetto alla serie televisiva, ma quello che mi ha stupito è il fatto che a fatica arrivavo a reggere una puntata di venti minuti e qui mi sono mangiato senza accorgermene più di due ore di storia. Il vero difetto quindi cade nel fatto che il lungometraggio prende spunto dalle due serie che, se si ignorano, non si può capire la storia o non la si capisce appieno. Quindi l'otto è meritato, giusto e non esagerato.
Chi ha apprezzato La malinconia di Haruhi Suzumiya non deve lasciarsi scappare questo film: troppo spesso abbiamo visto dei lavori creati solo per sfruttare il successo della serie televisiva, ma in questo caso gli eventi narrati rappresentano la continuazione della storia narrata nei quattordici episodi. Il film, della durata di oltre due ore e mezza, è basato sul quarto volume delle light novel dedicate ad Haruhi - la serie era tratta dai primi tre - e ne riprende anche il titolo.
La storia è ambientata nei giorni precedenti al Natale, Haruhi ha intenzione di coinvolgere la Brigata SOS in una festa per la notte della vigilia e Kyon viene spedito a fare degli acquisti. La mattina successiva il ragazzo si accorge che qualcosa non quadra: Haruhi non è a scuola, ma la cosa più sorprendente è che nessuno sembra ricordarsi di lei. Il mistero si infittisce quando Kyon si accorge che anche Koizumi è scomparso, Mikuru e Yuki non lo riconoscono e la Brigata SOS non esiste; il giovane comprende subito di trovarsi in una sorta di "spazio chiuso" atipico e, per cercare di risolvere la situazione, si mette alla ricerca di indizi nel club di letteratura frequentato solo da una timidissima Yuki. Kyon scoprirà di avere solo tre giorni a disposizione per riportare la situazione alla normalità e di non avere nessuna idea di come muoversi per rintracciare Haruhi, l'unica persona in grado - secondo lui - di riuscire nell'impresa.
A dispetto della durata impegnativa il film risulta appassionante: una caccia al tesoro con pochissimi indizi, dove tutto esce dagli schemi che avevamo appreso durante la serie. Anche lo spunto che dà il via a tutto è atipico: Kyon - abituato a vivere le situazioni più strane e paradossali - capisce subito che un mondo dove le cose scorrono in maniera tranquilla e lineare è strano, e che sta succedendo qualcosa di molto grave.
Il personaggio più importante è Yuki, che dimostrerà di essere molto meno aliena di quanto avevamo creduto vedendo la serie: in alcuni passaggi è perfetta nel ruolo della ragazza timida e imbarazzata di fronte a un Kyon verso il quale sembra interessata. Kyon si dimostra più abile del solito: molto determinato nella ricerca di Haruhi, dovrà compiere delle scelte importanti per tentare di riportare alla normalità il corso degli eventi. Haruhi ha un ruolo marginale, ma nel mondo alternativo riuscirà comunque a tirare fuori i suoi comportamenti eccentrici che la caratterizzano. Non mi è piaciuto molto invece il ruolo assegnato a Koizumi, ridotto a un subalterno di Haruhi.
Gli ultimi trenta minuti del film, nel quale si risolvono tutti i misteri lasciati in sospeso, sono molto intensi e con alcuni passaggi emozionanti; tra questi quelli dell'incontro tra Haruhi e Kyon, con il ragazzo che si abbandona ad alcuni gesti che fanno capire come tra i due ci sia qualcosa in più di una normale amicizia.
La parte grafica riprende gli alti livelli di qualità mostrati nella serie sia per il character design che per gli ambienti; anche la colonna sonora risulta adeguata ai vari passaggi del film. Degna di nota la sigla iniziale: la musica è la classica Boken desho desho? che abbiamo sentito come sigla iniziale degli episodi della serie, ma il video - composto da alcune scene ispirate al film - comprende una esilarante lotta tra Haruhi e Kyon per l'uso della stufetta che dovrebbe riscaldare la stanza dove si riunisce la Brigata SOS.
Film interessante per gli appassionati della serie, che sviluppa nuovi temi e con un finale incompiuto: il ciclo delle light novel non è concluso, spero che la Kyoto Animation prenda in considerazione l'ipotesi di creare un altro film che ci mostri come proseguono le avventure della Brigata SOS.
La storia è ambientata nei giorni precedenti al Natale, Haruhi ha intenzione di coinvolgere la Brigata SOS in una festa per la notte della vigilia e Kyon viene spedito a fare degli acquisti. La mattina successiva il ragazzo si accorge che qualcosa non quadra: Haruhi non è a scuola, ma la cosa più sorprendente è che nessuno sembra ricordarsi di lei. Il mistero si infittisce quando Kyon si accorge che anche Koizumi è scomparso, Mikuru e Yuki non lo riconoscono e la Brigata SOS non esiste; il giovane comprende subito di trovarsi in una sorta di "spazio chiuso" atipico e, per cercare di risolvere la situazione, si mette alla ricerca di indizi nel club di letteratura frequentato solo da una timidissima Yuki. Kyon scoprirà di avere solo tre giorni a disposizione per riportare la situazione alla normalità e di non avere nessuna idea di come muoversi per rintracciare Haruhi, l'unica persona in grado - secondo lui - di riuscire nell'impresa.
A dispetto della durata impegnativa il film risulta appassionante: una caccia al tesoro con pochissimi indizi, dove tutto esce dagli schemi che avevamo appreso durante la serie. Anche lo spunto che dà il via a tutto è atipico: Kyon - abituato a vivere le situazioni più strane e paradossali - capisce subito che un mondo dove le cose scorrono in maniera tranquilla e lineare è strano, e che sta succedendo qualcosa di molto grave.
Il personaggio più importante è Yuki, che dimostrerà di essere molto meno aliena di quanto avevamo creduto vedendo la serie: in alcuni passaggi è perfetta nel ruolo della ragazza timida e imbarazzata di fronte a un Kyon verso il quale sembra interessata. Kyon si dimostra più abile del solito: molto determinato nella ricerca di Haruhi, dovrà compiere delle scelte importanti per tentare di riportare alla normalità il corso degli eventi. Haruhi ha un ruolo marginale, ma nel mondo alternativo riuscirà comunque a tirare fuori i suoi comportamenti eccentrici che la caratterizzano. Non mi è piaciuto molto invece il ruolo assegnato a Koizumi, ridotto a un subalterno di Haruhi.
Gli ultimi trenta minuti del film, nel quale si risolvono tutti i misteri lasciati in sospeso, sono molto intensi e con alcuni passaggi emozionanti; tra questi quelli dell'incontro tra Haruhi e Kyon, con il ragazzo che si abbandona ad alcuni gesti che fanno capire come tra i due ci sia qualcosa in più di una normale amicizia.
La parte grafica riprende gli alti livelli di qualità mostrati nella serie sia per il character design che per gli ambienti; anche la colonna sonora risulta adeguata ai vari passaggi del film. Degna di nota la sigla iniziale: la musica è la classica Boken desho desho? che abbiamo sentito come sigla iniziale degli episodi della serie, ma il video - composto da alcune scene ispirate al film - comprende una esilarante lotta tra Haruhi e Kyon per l'uso della stufetta che dovrebbe riscaldare la stanza dove si riunisce la Brigata SOS.
Film interessante per gli appassionati della serie, che sviluppa nuovi temi e con un finale incompiuto: il ciclo delle light novel non è concluso, spero che la Kyoto Animation prenda in considerazione l'ipotesi di creare un altro film che ci mostri come proseguono le avventure della Brigata SOS.
Ho iniziato a vedere "La malinconia di Haruhi Suzumiya" più per consiglio, dato che in quel periodo la davano su Rai4; decisamente la serie mi è subito sembrata abbastanza interessante, la trama a mio avviso è piuttosto originale, e anche il mondo in cui viene presentata e raccontata la storia nell'anime mi ha subito attratto. Anche il character design decisamente impeccabile l'ha resa un'opera gradevole e divertente alla visione.
Fin qui, alla fine, è tutto nella norma, ci sarebbe una valutazione media; ciò che mi ha colpito davvero è stato il film. Appena ho saputo che c'era questo film ho subito pensato che sarebbe stato un film filler, o cose simili, come spesso accade, invece mi ha fatto piacere sapere che effettivamente continuava la trama lì dove l'aveva lasciata. Il film parte in maniera abbastanza normale, più o meno come partiva ogni episodio, ma già dai primi minuti si può vedere una qualità audio e video decisamente elevatissima, e tutt'ora credo che sia uno dei film meglio realizzati sotto questo punto di vista. Il film, della durata di ben 160 minuti, all'inizio ha un ritmo piuttosto lento, ma una volta che entra nel vivo della storia, il tempo sembrerà volare tanto ci si appassiona.
Per fare un accenno sulla trama: il film racconta la storia di come agli occhi di Kyon il mondo cambia da un giorno all'altro, o, per meglio dire, diventa una versione alternativa della sua vita, dove non ha mai incontrato Haruhi, e quindi neanche gli altri membri del club; tutto sembra la normalità assoluta, e nessuno dei suoi precedenti amici si ricorda di lui, come se il tutto fosse stato solo un brutto sogno. Solo per caso, per un ricordo improvviso, riesce a trovare una spiegazione e una soluzione a quella situazione.
Per il resto vi consiglio vivamente di vederlo, specie se avete visto la serie originale, o, per meglio dire, è d'obbligo vederla, altrimenti molti dei riferimenti fatti nel film non verranno capiti. Nella mia lista di anime penso che darò 10 solo a quattro-cinque di questi, e per me questo film lo merita davvero.
Fin qui, alla fine, è tutto nella norma, ci sarebbe una valutazione media; ciò che mi ha colpito davvero è stato il film. Appena ho saputo che c'era questo film ho subito pensato che sarebbe stato un film filler, o cose simili, come spesso accade, invece mi ha fatto piacere sapere che effettivamente continuava la trama lì dove l'aveva lasciata. Il film parte in maniera abbastanza normale, più o meno come partiva ogni episodio, ma già dai primi minuti si può vedere una qualità audio e video decisamente elevatissima, e tutt'ora credo che sia uno dei film meglio realizzati sotto questo punto di vista. Il film, della durata di ben 160 minuti, all'inizio ha un ritmo piuttosto lento, ma una volta che entra nel vivo della storia, il tempo sembrerà volare tanto ci si appassiona.
Per fare un accenno sulla trama: il film racconta la storia di come agli occhi di Kyon il mondo cambia da un giorno all'altro, o, per meglio dire, diventa una versione alternativa della sua vita, dove non ha mai incontrato Haruhi, e quindi neanche gli altri membri del club; tutto sembra la normalità assoluta, e nessuno dei suoi precedenti amici si ricorda di lui, come se il tutto fosse stato solo un brutto sogno. Solo per caso, per un ricordo improvviso, riesce a trovare una spiegazione e una soluzione a quella situazione.
Per il resto vi consiglio vivamente di vederlo, specie se avete visto la serie originale, o, per meglio dire, è d'obbligo vederla, altrimenti molti dei riferimenti fatti nel film non verranno capiti. Nella mia lista di anime penso che darò 10 solo a quattro-cinque di questi, e per me questo film lo merita davvero.
Parliamoci chiaro, questo film merita il 10 perché esprime appieno le potenzialità dell'anime, non sempre sfruttate nel migliore dei modi nelle due serie. E' piuttosto lungo, è vero, ma questa è l'unica pecca che riesco a trovare; difetto che poi da un certo punto di vista è anche un pregio, in quanto proprio grazie al molto tempo a disposizione si riesce a trattare la trama con la dovuta calma, senza renderla frettolosa e mettendoci tutti gli avvenimenti che servono. Non ho visto molti lungometraggi, ma ho un'idea di quanto sia difficile farne di così riusciti.
Altra cosa prima di iniziare, purtroppo o per fortuna (a seconda di quanto amate Haruhi) questo film non è godibile senza avere visto i vari episodi, in quanto i ragionamenti di Kyon si basano su di essi e uno in particolare è quasi parte integrante della storia.
Cronologicamente questo film è come un sequel; siamo infatti appena dopo l'ultimo episodio, è Dicembre e la Brigata SOS si prepara per Natale: Haruhi è la solita, come il resto del gruppo.
Il 18 però qualcosa è cambiato, Kyon sembra vivere in un mondo che non è più lo stesso. Gli amici che fino al giorno prima erano normali hanno il raffreddore da una settimana, ma soprattutto in classe c'è qualcuno che non dovrebbe esserci, e chi invece dovrebbe non c'è. Potete facilmente intuire chi sia la seconda persona dal titolo del film; ma il fatto non è che è assente, piuttosto sembra non sia mai esistita. Né Mikuru né Koizumi (che manco si è trasferito lì a quanto pare) né Yuki lo conoscono, e sembrano essere persone normali.
Kyon è disperato nonostante abbia sempre desiderato (quantomeno a parole) che Haruhi non ci fosse, e si ritrova così a capire ciò che vuole veramente, venendo fuori con una certa personalità, non essendo per una volta semplicemente trascinato nelle situazioni più strambe. Dopo una prima parte in cui per farla breve non ci capisce niente, riesce un po' fortunosamente a capire quale sia la chiave per tornare alla normalità: Yuki. Adesso è una studentessa normale, e seppur sia sempre silenziosa ciò è dato solo dalla timidezza; lei gli si affeziona e lui un giorno trova un messaggio della vecchia Yuki, e così la trama comincia a ingranare facendosi sempre meno oscura, sebbene molto gradualmente, scelta più che giusta.
Voglio davvero spoilerare il meno possibile, anticipo soltanto che ci saranno molti momenti davvero coinvolgenti, tra cui quello che segna la svolta di metà trama, per così dire, che non farete certo fatica a individuare. Trama che non è affatto banale ma anzi emozionante, concitata, non si sa cosa succederà, e, cosa in un certo senso strana o meglio inusuale, segue un filo logico piuttosto ben delineato lasciando forse qualche dubbio solo nel finale, che però non credo sia di troppo in questo caso. Insomma, uno ogni tanto ci sta, ma non si deve essere costretti a ribaltare l'ordine degli episodi per capirci qualcosa.
E' anche gran cosa vedere i personaggi sotto un altro punto di vista dopo essersi abituati all'eccentricità delle due serie, ci si sente più vicini alla storia e se ne resta maggiormente coinvolti.
Un'ultima nota la merita l'intreccio, che sfrutta benissimo i fatti avvenuti nell'anime e i vari personaggi anche più o meno secondari, creando riferimenti a dir poco interessanti; è per questo che dicevo che bisogna aver visto l'anime, a parte il fatto che altrimenti non ci si capirebbe una mazza.
La qualità delle immagini è anche migliorata e la regia è ottima; si nota subito che "The Disappearance of Haruhi Suzumiya" è un film fatto bene, vedere per credere. Io dopo il primo minuto mi ero già detto "la qualità è ottima, se la storia è buona sono a cavallo". Magari non proprio con queste parole, ma era per intenderci.
Consigliato? No, obbligatorio. Se avete visto l'anime, non potete non vedere questo: l'ho detto e lo ripeto, è ciò che di meglio ha da offrire l'idea iniziale.
Altra cosa prima di iniziare, purtroppo o per fortuna (a seconda di quanto amate Haruhi) questo film non è godibile senza avere visto i vari episodi, in quanto i ragionamenti di Kyon si basano su di essi e uno in particolare è quasi parte integrante della storia.
Cronologicamente questo film è come un sequel; siamo infatti appena dopo l'ultimo episodio, è Dicembre e la Brigata SOS si prepara per Natale: Haruhi è la solita, come il resto del gruppo.
Il 18 però qualcosa è cambiato, Kyon sembra vivere in un mondo che non è più lo stesso. Gli amici che fino al giorno prima erano normali hanno il raffreddore da una settimana, ma soprattutto in classe c'è qualcuno che non dovrebbe esserci, e chi invece dovrebbe non c'è. Potete facilmente intuire chi sia la seconda persona dal titolo del film; ma il fatto non è che è assente, piuttosto sembra non sia mai esistita. Né Mikuru né Koizumi (che manco si è trasferito lì a quanto pare) né Yuki lo conoscono, e sembrano essere persone normali.
Kyon è disperato nonostante abbia sempre desiderato (quantomeno a parole) che Haruhi non ci fosse, e si ritrova così a capire ciò che vuole veramente, venendo fuori con una certa personalità, non essendo per una volta semplicemente trascinato nelle situazioni più strambe. Dopo una prima parte in cui per farla breve non ci capisce niente, riesce un po' fortunosamente a capire quale sia la chiave per tornare alla normalità: Yuki. Adesso è una studentessa normale, e seppur sia sempre silenziosa ciò è dato solo dalla timidezza; lei gli si affeziona e lui un giorno trova un messaggio della vecchia Yuki, e così la trama comincia a ingranare facendosi sempre meno oscura, sebbene molto gradualmente, scelta più che giusta.
Voglio davvero spoilerare il meno possibile, anticipo soltanto che ci saranno molti momenti davvero coinvolgenti, tra cui quello che segna la svolta di metà trama, per così dire, che non farete certo fatica a individuare. Trama che non è affatto banale ma anzi emozionante, concitata, non si sa cosa succederà, e, cosa in un certo senso strana o meglio inusuale, segue un filo logico piuttosto ben delineato lasciando forse qualche dubbio solo nel finale, che però non credo sia di troppo in questo caso. Insomma, uno ogni tanto ci sta, ma non si deve essere costretti a ribaltare l'ordine degli episodi per capirci qualcosa.
E' anche gran cosa vedere i personaggi sotto un altro punto di vista dopo essersi abituati all'eccentricità delle due serie, ci si sente più vicini alla storia e se ne resta maggiormente coinvolti.
Un'ultima nota la merita l'intreccio, che sfrutta benissimo i fatti avvenuti nell'anime e i vari personaggi anche più o meno secondari, creando riferimenti a dir poco interessanti; è per questo che dicevo che bisogna aver visto l'anime, a parte il fatto che altrimenti non ci si capirebbe una mazza.
La qualità delle immagini è anche migliorata e la regia è ottima; si nota subito che "The Disappearance of Haruhi Suzumiya" è un film fatto bene, vedere per credere. Io dopo il primo minuto mi ero già detto "la qualità è ottima, se la storia è buona sono a cavallo". Magari non proprio con queste parole, ma era per intenderci.
Consigliato? No, obbligatorio. Se avete visto l'anime, non potete non vedere questo: l'ho detto e lo ripeto, è ciò che di meglio ha da offrire l'idea iniziale.
Quando un film risulta perfetto? Quando ci immedesimiamo talmente tanto nel protagonista da provare le sue stesse emozioni? Quando la storia, indipendentemente dalla durata del film, è per nulla noiosa, ma coinvolgente fino all'ultimo minuto? Quando non vediamo l'ora di scoprire cosa accadrà nel minuto seguente, e ancora quello successivo, per tutto il film?
Se è cosi, allora posso affermare tranquillamente che, "La scomparsa di Haruhi Suzumiya" è perfetto, e dargli con no chalance un bel 10, ampiamente meritato.
Purtroppo questo film fa parte di una saga ormai famosa per molti, ed essendo a tutti gli effetti il seguito dell'anime trasmesso ormai tre anni fa, può essere valutato solo da chi già conosce le vicende della Brigata SOS. Per gli altri, consiglio di vedere subito almeno la prima serie relativa ad Haruhi Suzumiya, solo per gustare questo capolavoro.
La storia è piuttosto semplice: Kyon, dopo l'ennesima giornata di "routine", si sveglia il giorno seguente, scoprendo che tutto attorno a lui è diverso. Nagato, e Asahina sono normalissime studentesse, mentre invece Koizumi, ma soprattutto Haruhi non sono mai stati nella sua scuola; di conseguenza la Brigata SOS non esiste in questo nuovo "tempo".
L'intero film è incentrato sui pensieri di Kyon, che si rivela essere il vero protagonista del lungometraggio, come probabilmente dell'intera serie, che cerca disperatamente di far tornare tutto come prima, riuscendo pian piano a scoprire vari indizi su come riuscirci.
Mai prima d'ora mi era capitato di immedesimarmi tanto in un personaggio, cosa che in questo film riesce perfettamente, grazie anche alla geniale tecnica di cominciare la giornata attraverso gli occhi dello stesso Kyon; tutte le emozioni - la tristezza, la rassegnazione, la speranza - che egli prova durante le sue giornate, vengono trasmesse in maniera impeccabile anche allo spettatore, che non può fare altro che rimanere incollato allo schermo.
Nonostante il film duri ben 163 minuti, vi posso assicurare che vi sembreranno pochi istanti, una volta terminato; e durante il film, man mano che ci si avvicina alla conclusione, vorreste che non finisse più, come avrei voluto anch'io.
In sostanza, questo è uno di quei film che va visto ad ogni costo. Se siete amanti della saga, o conoscete appena la trama, fiondatevi subito a vederlo. Per chi invece non si è mai avvicinato alle vicende di Haruhi Suzumiya, consiglio di guardarsi in fretta e furia l'anime, per poi concentrarsi su questo capolavoro.
Perfetto, non serve altro per descriverlo.
Se è cosi, allora posso affermare tranquillamente che, "La scomparsa di Haruhi Suzumiya" è perfetto, e dargli con no chalance un bel 10, ampiamente meritato.
Purtroppo questo film fa parte di una saga ormai famosa per molti, ed essendo a tutti gli effetti il seguito dell'anime trasmesso ormai tre anni fa, può essere valutato solo da chi già conosce le vicende della Brigata SOS. Per gli altri, consiglio di vedere subito almeno la prima serie relativa ad Haruhi Suzumiya, solo per gustare questo capolavoro.
La storia è piuttosto semplice: Kyon, dopo l'ennesima giornata di "routine", si sveglia il giorno seguente, scoprendo che tutto attorno a lui è diverso. Nagato, e Asahina sono normalissime studentesse, mentre invece Koizumi, ma soprattutto Haruhi non sono mai stati nella sua scuola; di conseguenza la Brigata SOS non esiste in questo nuovo "tempo".
L'intero film è incentrato sui pensieri di Kyon, che si rivela essere il vero protagonista del lungometraggio, come probabilmente dell'intera serie, che cerca disperatamente di far tornare tutto come prima, riuscendo pian piano a scoprire vari indizi su come riuscirci.
Mai prima d'ora mi era capitato di immedesimarmi tanto in un personaggio, cosa che in questo film riesce perfettamente, grazie anche alla geniale tecnica di cominciare la giornata attraverso gli occhi dello stesso Kyon; tutte le emozioni - la tristezza, la rassegnazione, la speranza - che egli prova durante le sue giornate, vengono trasmesse in maniera impeccabile anche allo spettatore, che non può fare altro che rimanere incollato allo schermo.
Nonostante il film duri ben 163 minuti, vi posso assicurare che vi sembreranno pochi istanti, una volta terminato; e durante il film, man mano che ci si avvicina alla conclusione, vorreste che non finisse più, come avrei voluto anch'io.
In sostanza, questo è uno di quei film che va visto ad ogni costo. Se siete amanti della saga, o conoscete appena la trama, fiondatevi subito a vederlo. Per chi invece non si è mai avvicinato alle vicende di Haruhi Suzumiya, consiglio di guardarsi in fretta e furia l'anime, per poi concentrarsi su questo capolavoro.
Perfetto, non serve altro per descriverlo.
Ho sempre considerato la "Malinconia di Haruhi Suzumiya" come un anime estremamente sopravvalutato, capace di strappare un sorriso qua e là, ma poco più. La seconda serie, poi, si era dimostrata un vero orrore con l'assurda trovata delle "endless eight" che si è rivelata solo un inutile strazio, con la conseguenza di far crollare ulteriormente la mia opinione sulle gesta dell'ormai famosa "Brigata SOS". Per questo motivo anch'io come altri mi sono avvicinato con una certa diffidenza a questo film dalla durata di due ore e quaranta circa temendo che anch'esso potesse trasformarsi in un altro "boring endless" per la mia pazienza.
Non ho, però, mai negato le forti potenzialità insite in questo titolo, composto da personaggi la cui caratterizzazione mi è piaciuta sin da subito, ma che, almeno nelle prime due serie, è stata utilizzata davvero male, attraverso una serie di avventure che sono apparse prive d'interesse e talvolta decisamente frustranti; insomma consideravo "La malinconia di Haruhi Suzumiya" come uno dei più grandi sprechi di potenziale pervenuti finora.
Il grandissimo favore di pubblico riscosso da questo film ha finito, però, per attirarmi come una mosca al miele e, nonostante temessi che fosse un giudizio espresso prevalentemente dai fan della serie, mi sono deciso a vederlo; fortunatamente il mio timore doveva rivelarsi infondato.
La "scomparsa di Haruhi Suzumiya" è certamente l'episodio più riuscito dell'intera serie. Ma limitarsi a dire questo è forse insufficiente dati i precedenti; aggiungerò, allora, che si tratta di un titolo davvero ottimo in cui questo benedetto potenziale di cui dicevo prima trova, finalmente, la tanto attesa maturazione. Non solo, dunque, guardarlo non si è rivelato uno strazio lungo più di due ore, ma mi sono, addirittura, sentito in dovere di riguardarlo una seconda volta per cercare di trovare una spiegazione a tanti punti che mi erano rimasti oscuri dopo la prima visione.
In prossimità delle vacanze natalizie la Brigata SOS è intenta a fare i preparativi per una festa che celebri questa festività religiosa. Tutto sembra scorrere come al solito, con Haruhi intenta nelle sue strambe iniziative e il gruppo che la segue con una certa rassegnazione. Rispetto alle prime settimane dopo la formazione di questo strano club scolastico, però, nei suoi componenti è possibile per Kyon constatare un certo cambiamento caratteriale che coinvolge anche i membri più insospettati. Ma quando si tratta di quest'anime nessun cambiamento è mai privo di conseguenze; la mattina del 18 dicembre, infatti, Kyon si risveglierà in uno strano mondo in cui la Brigata SOS non esiste ed i suoi membri o sono scomparsi o non lo riconoscono. Kyon immagina che, come al solito, la responsabilità di tutto questo vada imputata ai poteri di Haruhi; nel suo tentativo di riportare tutto alla normalità scoprirà, però, che colpevole di tutto questo è un'altra persona...
La "scomparsa di Haruhi Suzumiya" accantona, anche se non del tutto, il genere "commedia" preferendogli temi più complessi che inducono a una profonda riflessione. Dinamiche temporali di non semplice intuizione, scelte esistenziali, l'importanza delle emozioni anche per i soggetti meno sensibili, colpi di scena ben organizzati e tutta una serie di varianti al "modello base" hanno reso questo film un vero gioiellino apprezzabile anche da chi, come me, non nutriva una particolare passione per questo titolo.
Un'altra nota di merito, inoltre, va ricercata nella qualità dei disegni, decisamente migliorata e in una colonna sonora decisamente all'altezza.
Qualche dubbio, invece, è lecito sulla plausibilità di tutti gli anelli della catena che porteranno Kyon a risolvere il mistero e ristabilire la normalità: dopo la seconda visione l'impressione che fossero presenti dei "buchi" si è rafforzata enormemente fino a quasi diventare certezza. La sensazione di pathos che, però, si è riusciti ad associare alla trama rende queste imperfezioni trascurabili e, per una volta, anch'io le porrò in secondo piano nella mia valutazione.
In definitiva posso ribadire che questo film supera a pieni voti il difficile compito di farmi ricredere sul reale livello di appetibilità di questo titolo. Speriamo che anche in futuro esso riesca a mantenere questo spessore: se dovesse accadere riusciremmo finalmente a dimenticare le ore di noia trascorse a guardare le famigerate endless eight.
Non ho, però, mai negato le forti potenzialità insite in questo titolo, composto da personaggi la cui caratterizzazione mi è piaciuta sin da subito, ma che, almeno nelle prime due serie, è stata utilizzata davvero male, attraverso una serie di avventure che sono apparse prive d'interesse e talvolta decisamente frustranti; insomma consideravo "La malinconia di Haruhi Suzumiya" come uno dei più grandi sprechi di potenziale pervenuti finora.
Il grandissimo favore di pubblico riscosso da questo film ha finito, però, per attirarmi come una mosca al miele e, nonostante temessi che fosse un giudizio espresso prevalentemente dai fan della serie, mi sono deciso a vederlo; fortunatamente il mio timore doveva rivelarsi infondato.
La "scomparsa di Haruhi Suzumiya" è certamente l'episodio più riuscito dell'intera serie. Ma limitarsi a dire questo è forse insufficiente dati i precedenti; aggiungerò, allora, che si tratta di un titolo davvero ottimo in cui questo benedetto potenziale di cui dicevo prima trova, finalmente, la tanto attesa maturazione. Non solo, dunque, guardarlo non si è rivelato uno strazio lungo più di due ore, ma mi sono, addirittura, sentito in dovere di riguardarlo una seconda volta per cercare di trovare una spiegazione a tanti punti che mi erano rimasti oscuri dopo la prima visione.
In prossimità delle vacanze natalizie la Brigata SOS è intenta a fare i preparativi per una festa che celebri questa festività religiosa. Tutto sembra scorrere come al solito, con Haruhi intenta nelle sue strambe iniziative e il gruppo che la segue con una certa rassegnazione. Rispetto alle prime settimane dopo la formazione di questo strano club scolastico, però, nei suoi componenti è possibile per Kyon constatare un certo cambiamento caratteriale che coinvolge anche i membri più insospettati. Ma quando si tratta di quest'anime nessun cambiamento è mai privo di conseguenze; la mattina del 18 dicembre, infatti, Kyon si risveglierà in uno strano mondo in cui la Brigata SOS non esiste ed i suoi membri o sono scomparsi o non lo riconoscono. Kyon immagina che, come al solito, la responsabilità di tutto questo vada imputata ai poteri di Haruhi; nel suo tentativo di riportare tutto alla normalità scoprirà, però, che colpevole di tutto questo è un'altra persona...
La "scomparsa di Haruhi Suzumiya" accantona, anche se non del tutto, il genere "commedia" preferendogli temi più complessi che inducono a una profonda riflessione. Dinamiche temporali di non semplice intuizione, scelte esistenziali, l'importanza delle emozioni anche per i soggetti meno sensibili, colpi di scena ben organizzati e tutta una serie di varianti al "modello base" hanno reso questo film un vero gioiellino apprezzabile anche da chi, come me, non nutriva una particolare passione per questo titolo.
Un'altra nota di merito, inoltre, va ricercata nella qualità dei disegni, decisamente migliorata e in una colonna sonora decisamente all'altezza.
Qualche dubbio, invece, è lecito sulla plausibilità di tutti gli anelli della catena che porteranno Kyon a risolvere il mistero e ristabilire la normalità: dopo la seconda visione l'impressione che fossero presenti dei "buchi" si è rafforzata enormemente fino a quasi diventare certezza. La sensazione di pathos che, però, si è riusciti ad associare alla trama rende queste imperfezioni trascurabili e, per una volta, anch'io le porrò in secondo piano nella mia valutazione.
In definitiva posso ribadire che questo film supera a pieni voti il difficile compito di farmi ricredere sul reale livello di appetibilità di questo titolo. Speriamo che anche in futuro esso riesca a mantenere questo spessore: se dovesse accadere riusciremmo finalmente a dimenticare le ore di noia trascorse a guardare le famigerate endless eight.
Da notare subito i disegni, che come per la seconda replica della serie hanno dei lineamenti molto più dolci rispetto alla prima serie.
Questo lungometraggio è sicuramente un capolavoro. La storia è complicatissima, con salti nel tempo: veramente interessante. Si può dire che sia l' "episodio" delle serie più bello di tutti. Un pò come "Ritorno al Futuro", dove passato, presente e futuro si incontrano per incasinare le loro vite (anzi, direi quella di Kyon) già incasinate.
Per quanto concerne i personaggi, questo film mette sotto un'altra luce e analizza meglio uno della brigata SOS, sempre trascurato, ossia Yuki Nagato, che, come potrete vedere, farà vedere un suo lato bellissimo, commovente.
Una cosa sulla musica ai titoli di coda: se non vi piace il genere (musica giapponese tradizionale), è inutile guardare tutti i titoli, in quanto non vi è niente dopo di essi. Cosa aspettate? Guardatelo ora!
Questo lungometraggio è sicuramente un capolavoro. La storia è complicatissima, con salti nel tempo: veramente interessante. Si può dire che sia l' "episodio" delle serie più bello di tutti. Un pò come "Ritorno al Futuro", dove passato, presente e futuro si incontrano per incasinare le loro vite (anzi, direi quella di Kyon) già incasinate.
Per quanto concerne i personaggi, questo film mette sotto un'altra luce e analizza meglio uno della brigata SOS, sempre trascurato, ossia Yuki Nagato, che, come potrete vedere, farà vedere un suo lato bellissimo, commovente.
Una cosa sulla musica ai titoli di coda: se non vi piace il genere (musica giapponese tradizionale), è inutile guardare tutti i titoli, in quanto non vi è niente dopo di essi. Cosa aspettate? Guardatelo ora!
Penso sia il miglior adattamento di una light novel che abbia visto fin'ora. La scelta di metterlo sottoforma di film è perfetta, e nonostante la durata sia di 2 ore e 47 minuti, non vi è alcun momento morto o uno in cui ci si annoi. Il film scorre via che è un piacere, è un susseguirsi di colpi di scena e eventi inaspettati, soprattutto verso il finale, che lasciano veramente il segno. La trama è veramente veramente valida, anche se è un filo contorta.
Inoltre, da segnalare un breve ritorno del personaggio di Ryoko Asakura, che, dopo quest'avventura, è diventato il mio personaggio preferito dell'anime: il suo modo di essere spietata la rende perfetta!
La grafica è veramente ottima (come c'è da aspettarsi per un buon prodotto creato nel 2010) e la colonna sonora è degna di nota!
Non vedo l'ora di vedere il seguito!
Inoltre, da segnalare un breve ritorno del personaggio di Ryoko Asakura, che, dopo quest'avventura, è diventato il mio personaggio preferito dell'anime: il suo modo di essere spietata la rende perfetta!
La grafica è veramente ottima (come c'è da aspettarsi per un buon prodotto creato nel 2010) e la colonna sonora è degna di nota!
Non vedo l'ora di vedere il seguito!
La storia riparte esattamente da dove si era interrotta. L'inverno è arrivato e la Brigata SOS decide di organizzare una festa di Natale. Tutto procede come sempre, Haruhi è un vulcano perennemente attivo e niente riesce a placare la sua sete di novità. Ma un giorno accade qualcosa di incomprensibile. Inizia un fantastico quanto complesso mutamento temporale che sconvolge il mondo intero. Non vi svelerò oltre, poiché anche un piccolo particolare potrebbe rovinarvi l'emozione di vivere la storia passo a passo.
Ho visto tutta la prima e la seconda serie dell'anime in ordine cronologico e poi subito questo film. Se la serie mi aveva positivamente impressionato, (eccezion fatta per alcune scelte - vedi "endless eigth") quest'ultimo capitolo mi ha lasciato letteralmente senza fiato. Guardandolo ho provato la stessa sensazione di paura e smarrimento vissuta da Kyon, lo stesso desiderio. Le atmosfere sono suggestive, i disegni fantastici e l'intreccio è da capogiro. Insomma, ti tiene incollato alla schermo dal primo all'ultimo minuto, facendoti perdere la cognizione del tempo. L'unico "problema", se così si può definire, è che vanno seguite tutte le puntate precedenti per poterlo comprendere. Io stesso che l'ho visto come fosse un tutt'uno con l'anime ho avuto dei problemi a montare insieme i pezzi e a ricordare ogni particolare citato.
Se siete anche voi incuriositi dai numerosi quanto strameritati commenti positivi, mi sento di darvi uno spassionato consiglio: guardate "la malinconia di Haruhi Suzumiya" e poi gettatevi a capofitto in questo capolavoro. Impossibile rimanerne delusi.
Ho visto tutta la prima e la seconda serie dell'anime in ordine cronologico e poi subito questo film. Se la serie mi aveva positivamente impressionato, (eccezion fatta per alcune scelte - vedi "endless eigth") quest'ultimo capitolo mi ha lasciato letteralmente senza fiato. Guardandolo ho provato la stessa sensazione di paura e smarrimento vissuta da Kyon, lo stesso desiderio. Le atmosfere sono suggestive, i disegni fantastici e l'intreccio è da capogiro. Insomma, ti tiene incollato alla schermo dal primo all'ultimo minuto, facendoti perdere la cognizione del tempo. L'unico "problema", se così si può definire, è che vanno seguite tutte le puntate precedenti per poterlo comprendere. Io stesso che l'ho visto come fosse un tutt'uno con l'anime ho avuto dei problemi a montare insieme i pezzi e a ricordare ogni particolare citato.
Se siete anche voi incuriositi dai numerosi quanto strameritati commenti positivi, mi sento di darvi uno spassionato consiglio: guardate "la malinconia di Haruhi Suzumiya" e poi gettatevi a capofitto in questo capolavoro. Impossibile rimanerne delusi.
Il natale si avvicina e la brigata SOS, complice la prorompente vivacità della sua fondatrice Haruhi, si sta preparando al meglio per festeggiarlo. Improvvisamente, però, Kyon, risvegliandosi e recandosi a scuola come suo solito, si rende conto che qualcosa rispetto al mondo sin lì conosciuto è mutato radicalmente: Haruhi infatti non è più nella sua classe ed anche quelli che fino al giorno prima avevano avuto a che fare con la brigata non sembrano più ricordarsi nulla a riguardo.
Cosa è accaduto? Perché nell'aula del club di letteratura in cui lui ed i suoi amici si vedevano ogni giorno ora c'è solo una Nagato completamente diversa dall'originale? Come fare a far tornare tutto alla normalità?
"La scomparsa di Suzumiya Haruhi" è un film animato dalla durata di quasi tre ore, basato sulla storia narrata nel quarto volume della serie di novel. L'opera si collega in modo senz'altro originale a quanto narrato nelle due serie precedenti, continuando l'appassionante quanto curioso gioco degli "incastri" temporali secondo cui nulla nella vita di Haruhi e Kyon sembra essere accaduto per caso.
La storia in particolare è estremamente avvincente, tanto che per una volta si può effettivamente dire di trovarsi davanti ad una trasposizione cinematografica realizzata non per "spennare" gli appassionati, ma proprio per arricchire ancor di più il tessuto narrativo e regalare un vero e proprio gioiellino d'animazione, dotato di dialoghi per nulla banali (soprattutto nella parte finale del film).
I personaggi sono ovviamente gli stessi, anche se il paradosso temporale di trovarsi in un mondo completamente diverso da quello conosciuto li pone sotto una nuova luce, in quanto fondamentalmente estranei alla loro esistenza parallela. Insomma, "la scomparsa di Suzumiya Haruhi", seppur limitatamente riesce a regalarci uno sguardo del tutto inedito di quel qualcosa che già avevamo conosciuto al meglio.
Tecnicamente il film merita solamente lodi, in quanto conferma e migliora ulteriormente tutto ciò per cui si poteva lodare la prima serie: sfondi e charachter design di primo livello, giochi di luminosità ed animazioni perfette in ogni dettaglio unite ad una colonna sonora splendida.
Voto: 9 - Il film di animazione più bello che abbia mai visto, utile oltre che a portare avanti uno storia meravigliosa, anche a conoscere alcuni aspetti inaspettati dei personaggi.
Cosa è accaduto? Perché nell'aula del club di letteratura in cui lui ed i suoi amici si vedevano ogni giorno ora c'è solo una Nagato completamente diversa dall'originale? Come fare a far tornare tutto alla normalità?
"La scomparsa di Suzumiya Haruhi" è un film animato dalla durata di quasi tre ore, basato sulla storia narrata nel quarto volume della serie di novel. L'opera si collega in modo senz'altro originale a quanto narrato nelle due serie precedenti, continuando l'appassionante quanto curioso gioco degli "incastri" temporali secondo cui nulla nella vita di Haruhi e Kyon sembra essere accaduto per caso.
La storia in particolare è estremamente avvincente, tanto che per una volta si può effettivamente dire di trovarsi davanti ad una trasposizione cinematografica realizzata non per "spennare" gli appassionati, ma proprio per arricchire ancor di più il tessuto narrativo e regalare un vero e proprio gioiellino d'animazione, dotato di dialoghi per nulla banali (soprattutto nella parte finale del film).
I personaggi sono ovviamente gli stessi, anche se il paradosso temporale di trovarsi in un mondo completamente diverso da quello conosciuto li pone sotto una nuova luce, in quanto fondamentalmente estranei alla loro esistenza parallela. Insomma, "la scomparsa di Suzumiya Haruhi", seppur limitatamente riesce a regalarci uno sguardo del tutto inedito di quel qualcosa che già avevamo conosciuto al meglio.
Tecnicamente il film merita solamente lodi, in quanto conferma e migliora ulteriormente tutto ciò per cui si poteva lodare la prima serie: sfondi e charachter design di primo livello, giochi di luminosità ed animazioni perfette in ogni dettaglio unite ad una colonna sonora splendida.
Voto: 9 - Il film di animazione più bello che abbia mai visto, utile oltre che a portare avanti uno storia meravigliosa, anche a conoscere alcuni aspetti inaspettati dei personaggi.
I lungometraggi animati tratti da un anime di successo sono nella maggior parte dei casi, come ben sappiamo, uno peggiore dell'altro. Si pensi per esempio ai vari movie di Dragon Ball Z o di Saint Seiya, raramente può anche capitare di assistere ad un divertente film di animazione, ma al livello di storia sono evitabili, non osano, per ovvie ragioni, aggiungere o stravolgere quella che è la trama principe dell'opera originaria.
Ci sono fortunatamente le eccezioni.
Il 6 febbraio 2010 viene proiettato nei cinema giapponesi Suzumiya Haruhi no Shōshitsu, il lungometraggio che segue gli eventi della serie animata del 2006 e tratto dalla quarta light novel. La visione di questo film non è consigliata a chi segue la storia, ma obbligatoria, La Scomparsa di Haruhi Suzumiya è il sequel che non è stata la "seconda stagione" del 2009, prende la serie, i suoi personaggi, i suoi eventi, e li stravolge. Ma andiamo con ordine.
Cronologicamente ci ritroviamo dopo l'episodio "Someday in The Rain", siamo in pieno dicembre e il Natale si avvicina. Haruhi decide che la Brigata terrà un party durante la vigilia proprio nell'aula del club. Iniziano così i preparativi, con annesse decorazioni e programmi vari. Tutto si svolge nella norma, l'inizio del film è vivace e i personaggi si comportano come loro solito, con tanto di sigla "Bōken desho desho?" ad aprire il film.
Il 18 dicembre però accade qualcosa.
Kyon si reca a scuola come di norma, nota però una certa mancanza di alunni nella sua classe, il suo compagno Taniguchi gli fa notare che è da molte settimane che gira un violento virus influenzale, ma lui non se ne era affatto accorto, fino a ieri tutti gli sembravano stare in salute. Il banco dietro di lui è vuoto, che anche Haruhi si sia ammalata? "impossibile", Kyon nota comunque qualcosa di strano, ma il peggio arriva poco dopo, il banco di Haruhi verrà occupato da una persona che non dovrebbe essere lì.
Il ragazzo inizia a chiedere spiegazioni, "cosa ci fai tu qui?", i suoi compagni lo guardano sorpresi, come se avesse visto un fantasma. "Quello è il posto di Haruhi, Haruhi Suzumiya!!". "E chi è? Tu la conosci?" si chiedono tra loro i compagni. Kyon è sconvolto, tutto diventa grigio, continua a chiedere e a chiedere, ma ottiene sempre la stessa risposta, "mai sentita nominare".
Haruhi Suzumiya è scomparsa da questo mondo.
La Brigata SOS in questo mondo non è mai stata fondata, Kyon trova Mikuru, ma anche lei sembra non conoscere neanche lontanamente sia Haruhi che il resto del gruppo; si reca quindi verso l'aula del club e vi trova Yuki Nagato, in quella stessa posizione dove si trovava il primissimo giorno in cui l'ha incontrata, ma anche lei non ricorda nulla, anzi sembra essere in tutto e per tutto una normalissima studentessa.
A quel punto Kyon non sa più cosa fare, di solito era Nagato a risolvere queste situazioni, ora è solo, totalmente immerso in questo mondo "normale", senza Haruhi, senza viaggi nel tempo o spazi chiusi.
La nuova Yuki sembra tuttavia molto affezionata a lui e lo invita a ritornare nell'aula del club di letteratura, il giorno dopo infatti, al suo ritorno, Kyon trova un segnalibro nell'aula che sembra essere stato lasciato proprio dalla vera Yuki, un indizio su come uscire da questa situazione. Dunque c'è una speranza, ma il tempo stringe.
Questo più o meno è il plot del film. La trama, pur molto lenta, coinvolge lo spettatore come mai prima di ora, dopo il "cambiamento" la pellicola risulta subito più cupa, grigia e "malinconica". Kyon è sperduto in un mondo a lui sconosciuto, uguale nella forma ma del tutto differente nella sostanza. Lo spettatore, colui che ha seguito tutte le varie avventure della Brigata SOS, si immedesima in questa angoscia, dove sono tutti? dov'è l'allegria di prima? Un tripudio di emozioni che a me personalmente ha ricordato i migliori capitoli di Lamù, quelli più malinconici (Lamù The Forever per la scomparsa improvvisa della graziosa aliena, e il capolavoro di Mamoru Oshii "Beautiful Dreamer", per l'atmosfera assurda che avvolge il film e gli elementi paradossali).
E i colpi di scena si susseguono, uno dietro l'altro. "Cosa può accadere ancora?" mi chiedevo dopo un'ora, un'ora e mezza e così via, sempre.
Oltre la frase banale, ma assolutamente vera, come "solo quando viene a mancare una cosa ne comprendi l'importanza" Kyon è il protagonista indiscusso, il film ci cala nei suoi panni come mai prima d'ora, lo spettatore comprende insieme a lui il ruolo di Haruhi negli eventi quotidiani, il suo riempire le noiose giornate scolastiche con assurdità di ogni tipo sempre criticate dal ragazzo e la scelta spetterà a lui se tornare nella vecchia Brigata con le sue stranezze, i suoi rischi e tutto ciò di cui Kyon si è sempre lamentato oppure abbandonarsi in questo mondo normale, privo di gatti parlanti, attacchi esterni, e una Yuki innamorata...
Tutto ciò rappresentato con una realizzazione tecnica dell'altro mondo, le animazioni sono divine, ma ciò che colpisce davvero sono le espressioni dei personaggi, molto più curate di quelle della serie animata. La determinazione di Kyon, come anche le varie espressioni della Yuki "umana" mai viste nella serie televisiva colpiscono per il loro realismo e accrescono notevolmente il coinvolgimento.
Le musiche accompagnano in modo egregio il susseguirsi degli eventi, in particolare nelle fasi drammatiche. Bellissimi anche i fondali. Tutto sembra essere all'altezza di una sala cinematografica e gli ottimi incassi in patria ne sono la diretta conseguenza.
La durata abominevole (2 ore e 40) non ne compromette minimamente il ritmo, i dialoghi come anche le varie situazioni narrate non hanno una sola caduta di tono, ovviamente mi riferisco sempre a chi ha visto e apprezzato la serie animata.
Dimenticatevi quindi le atmosfere spensierate e il fan service della Endless Eight, La Scomparsa di Haruhi Suzumiya è da gustare nella sua drammaticità e nel suo intreccio adulto, attrae nella sua bellezza e ti opprime con la sua angoscia, dirvi di guardarlo, dopo tutto ciò che ho scritto in questa recensione è dunque un eufemismo.
Perfetto.
Ci sono fortunatamente le eccezioni.
Il 6 febbraio 2010 viene proiettato nei cinema giapponesi Suzumiya Haruhi no Shōshitsu, il lungometraggio che segue gli eventi della serie animata del 2006 e tratto dalla quarta light novel. La visione di questo film non è consigliata a chi segue la storia, ma obbligatoria, La Scomparsa di Haruhi Suzumiya è il sequel che non è stata la "seconda stagione" del 2009, prende la serie, i suoi personaggi, i suoi eventi, e li stravolge. Ma andiamo con ordine.
Cronologicamente ci ritroviamo dopo l'episodio "Someday in The Rain", siamo in pieno dicembre e il Natale si avvicina. Haruhi decide che la Brigata terrà un party durante la vigilia proprio nell'aula del club. Iniziano così i preparativi, con annesse decorazioni e programmi vari. Tutto si svolge nella norma, l'inizio del film è vivace e i personaggi si comportano come loro solito, con tanto di sigla "Bōken desho desho?" ad aprire il film.
Il 18 dicembre però accade qualcosa.
Kyon si reca a scuola come di norma, nota però una certa mancanza di alunni nella sua classe, il suo compagno Taniguchi gli fa notare che è da molte settimane che gira un violento virus influenzale, ma lui non se ne era affatto accorto, fino a ieri tutti gli sembravano stare in salute. Il banco dietro di lui è vuoto, che anche Haruhi si sia ammalata? "impossibile", Kyon nota comunque qualcosa di strano, ma il peggio arriva poco dopo, il banco di Haruhi verrà occupato da una persona che non dovrebbe essere lì.
Il ragazzo inizia a chiedere spiegazioni, "cosa ci fai tu qui?", i suoi compagni lo guardano sorpresi, come se avesse visto un fantasma. "Quello è il posto di Haruhi, Haruhi Suzumiya!!". "E chi è? Tu la conosci?" si chiedono tra loro i compagni. Kyon è sconvolto, tutto diventa grigio, continua a chiedere e a chiedere, ma ottiene sempre la stessa risposta, "mai sentita nominare".
Haruhi Suzumiya è scomparsa da questo mondo.
La Brigata SOS in questo mondo non è mai stata fondata, Kyon trova Mikuru, ma anche lei sembra non conoscere neanche lontanamente sia Haruhi che il resto del gruppo; si reca quindi verso l'aula del club e vi trova Yuki Nagato, in quella stessa posizione dove si trovava il primissimo giorno in cui l'ha incontrata, ma anche lei non ricorda nulla, anzi sembra essere in tutto e per tutto una normalissima studentessa.
A quel punto Kyon non sa più cosa fare, di solito era Nagato a risolvere queste situazioni, ora è solo, totalmente immerso in questo mondo "normale", senza Haruhi, senza viaggi nel tempo o spazi chiusi.
La nuova Yuki sembra tuttavia molto affezionata a lui e lo invita a ritornare nell'aula del club di letteratura, il giorno dopo infatti, al suo ritorno, Kyon trova un segnalibro nell'aula che sembra essere stato lasciato proprio dalla vera Yuki, un indizio su come uscire da questa situazione. Dunque c'è una speranza, ma il tempo stringe.
Questo più o meno è il plot del film. La trama, pur molto lenta, coinvolge lo spettatore come mai prima di ora, dopo il "cambiamento" la pellicola risulta subito più cupa, grigia e "malinconica". Kyon è sperduto in un mondo a lui sconosciuto, uguale nella forma ma del tutto differente nella sostanza. Lo spettatore, colui che ha seguito tutte le varie avventure della Brigata SOS, si immedesima in questa angoscia, dove sono tutti? dov'è l'allegria di prima? Un tripudio di emozioni che a me personalmente ha ricordato i migliori capitoli di Lamù, quelli più malinconici (Lamù The Forever per la scomparsa improvvisa della graziosa aliena, e il capolavoro di Mamoru Oshii "Beautiful Dreamer", per l'atmosfera assurda che avvolge il film e gli elementi paradossali).
E i colpi di scena si susseguono, uno dietro l'altro. "Cosa può accadere ancora?" mi chiedevo dopo un'ora, un'ora e mezza e così via, sempre.
Oltre la frase banale, ma assolutamente vera, come "solo quando viene a mancare una cosa ne comprendi l'importanza" Kyon è il protagonista indiscusso, il film ci cala nei suoi panni come mai prima d'ora, lo spettatore comprende insieme a lui il ruolo di Haruhi negli eventi quotidiani, il suo riempire le noiose giornate scolastiche con assurdità di ogni tipo sempre criticate dal ragazzo e la scelta spetterà a lui se tornare nella vecchia Brigata con le sue stranezze, i suoi rischi e tutto ciò di cui Kyon si è sempre lamentato oppure abbandonarsi in questo mondo normale, privo di gatti parlanti, attacchi esterni, e una Yuki innamorata...
Tutto ciò rappresentato con una realizzazione tecnica dell'altro mondo, le animazioni sono divine, ma ciò che colpisce davvero sono le espressioni dei personaggi, molto più curate di quelle della serie animata. La determinazione di Kyon, come anche le varie espressioni della Yuki "umana" mai viste nella serie televisiva colpiscono per il loro realismo e accrescono notevolmente il coinvolgimento.
Le musiche accompagnano in modo egregio il susseguirsi degli eventi, in particolare nelle fasi drammatiche. Bellissimi anche i fondali. Tutto sembra essere all'altezza di una sala cinematografica e gli ottimi incassi in patria ne sono la diretta conseguenza.
La durata abominevole (2 ore e 40) non ne compromette minimamente il ritmo, i dialoghi come anche le varie situazioni narrate non hanno una sola caduta di tono, ovviamente mi riferisco sempre a chi ha visto e apprezzato la serie animata.
Dimenticatevi quindi le atmosfere spensierate e il fan service della Endless Eight, La Scomparsa di Haruhi Suzumiya è da gustare nella sua drammaticità e nel suo intreccio adulto, attrae nella sua bellezza e ti opprime con la sua angoscia, dirvi di guardarlo, dopo tutto ciò che ho scritto in questa recensione è dunque un eufemismo.
Perfetto.
Premessa: non ho mai visto l'anime di Haruhi Suzumiya, ma seguo il manga. Ragion per cui non mi ero mai approcciata alle voci, alla grafica, alle musiche. Sotto questo punto di vista, quindi, non vi saprò dire se sia migliorato o meno il design rispetto alle due serie precedenti. Posso solo dare la mia opinione su quello che ho visto.
"La scomparsa di Haruhi Suzumiya" è un film del 2010 che racconta gli avvenimenti del manga a partire da metà volume 7 fino al volume 9. Il titolo è uno spoiler di per sè. Infatti la liceale più pazza che ci sia, in questa circostanza, scompare.
Il vero protagonista diventa Kyon, e lui, voce narrante, ci accompagnerà per due ore e quaranta minuti, alla scoperta del perché Haruhi sia scomparsa.
16 Dicembre, 17 Dicembre, giorni "normali" nell'aula della Brigata SOS, vissuti con l'intento di preparare una festa per l'imminente arrivo del Natale.
18 Dicembre, quando Kyon si sveglia il mondo è cambiato. Quando va a scuola, tutti non ricordano chi sia Haruhi Suzumiya, tutti lo credono un pazzo. Il banco di Haruhi non è il banco di Haruhi, ma di una vecchia conoscenza, che scoprirete voi. Tutto è cambiato intorno a lui: la brigata SOS non esiste, al suo posto il Club di Letteratura; Asahina e Nagato non si conoscono; persino Koizumi e tutta la sua classe 1-9 è sparita.
In questa magica trasposizione, il ritmo incalzante vi terrà attaccati alla sedia/poltrona e non vi scollerete un minuto dallo schermo. Avrete voglia di conoscenza, una curiosità esplosiva. E' davvero avvincente! Se poi siete dei fan de "La malinconia di Haruhi Suzumiya" è un obbligo vedere questo film. Non vi deluderà di certo!
La grafica è davvero ottima, colori vivi, colori cupi quando servono. I doppiatori sono davvero espressivi e vanno in linea con le fattezze dei volti e i modi di fare dei personaggi.
Devo ammettere che questo film mi ha stupito, seppur conoscessi la storia letta nel manga.
Sono proprio entusiasta di questo lungometraggio, e quindi non mi resta che assegnare un ottimo 10. Quando un anime, in questo caso un film, rispecchia le vicende del manga sono proprio al settimo cielo!
"La scomparsa di Haruhi Suzumiya" è un film del 2010 che racconta gli avvenimenti del manga a partire da metà volume 7 fino al volume 9. Il titolo è uno spoiler di per sè. Infatti la liceale più pazza che ci sia, in questa circostanza, scompare.
Il vero protagonista diventa Kyon, e lui, voce narrante, ci accompagnerà per due ore e quaranta minuti, alla scoperta del perché Haruhi sia scomparsa.
16 Dicembre, 17 Dicembre, giorni "normali" nell'aula della Brigata SOS, vissuti con l'intento di preparare una festa per l'imminente arrivo del Natale.
18 Dicembre, quando Kyon si sveglia il mondo è cambiato. Quando va a scuola, tutti non ricordano chi sia Haruhi Suzumiya, tutti lo credono un pazzo. Il banco di Haruhi non è il banco di Haruhi, ma di una vecchia conoscenza, che scoprirete voi. Tutto è cambiato intorno a lui: la brigata SOS non esiste, al suo posto il Club di Letteratura; Asahina e Nagato non si conoscono; persino Koizumi e tutta la sua classe 1-9 è sparita.
In questa magica trasposizione, il ritmo incalzante vi terrà attaccati alla sedia/poltrona e non vi scollerete un minuto dallo schermo. Avrete voglia di conoscenza, una curiosità esplosiva. E' davvero avvincente! Se poi siete dei fan de "La malinconia di Haruhi Suzumiya" è un obbligo vedere questo film. Non vi deluderà di certo!
La grafica è davvero ottima, colori vivi, colori cupi quando servono. I doppiatori sono davvero espressivi e vanno in linea con le fattezze dei volti e i modi di fare dei personaggi.
Devo ammettere che questo film mi ha stupito, seppur conoscessi la storia letta nel manga.
Sono proprio entusiasta di questo lungometraggio, e quindi non mi resta che assegnare un ottimo 10. Quando un anime, in questo caso un film, rispecchia le vicende del manga sono proprio al settimo cielo!
La scomparsa di Haruhi Suzumiya ovvero, come sarebbe il mondo di Kyon senza la Brigata SoS e il suo capo.
Tutto inizia come in una normale giornata tipo: siamo quasi a Natale e la Brigata sta preparando una festa. Come ci fa notare anche Kyon questo è solo il prologo, la vera storia è ciò che succederà dal giorno successivo, infatti, una volta arrivato a scuola , noterà che Haruhi è scomparsa e la Brigata Sos non esiste nemmeno.
160 minuti sono sicuramente tanti, ma non direi troppi, la storia infatti è un ottimo puzzle che va a comporsi molto lentamente svelandosi completamente solo una volta giunti alla fine.
I personaggi sono i soliti della serie ma, come ben si può intuire dal titolo, il personaggio principale non sarà Haruhi, bensì Kyon e, in minor parte, Nagato in una "veste" completamente inedita ma molto piacevole.
Si può tranquillamente affermare che le due serie precedenti fossero come un antipasto, in attesa della portata principale, ossia questo film, che risolleva, e non poco, le sorti di un brand non molto convincente.
La spensieratezza e il nonsense caratteristici della serie lasciano il posto alla disperazione di Kyon che, ovviamente, quasi impazzirà non capendo cosa sia successo.
Sul finire della storia si intrecciano viaggi nel tempo, incontri tra personaggi di un'epoca e le loro controparti che avevano viaggiato precedentemente, creando non poca confusione, specialmente a chi non avesse chiare le situazioni venutesi a creare durante la seconda serie.
Nonostante si faccia man mano sempre più complicato da seguire la storia è ben narrata e non risulta mai stancante.
Da notare anche la nuova veste grafica, migliore di quella già ottima della prima serie e impreziosita dalla cg usata in molte animazioni, che riesce nell'intento senza rovinare ogni scena in cui viene usata.
La scomparsa di Haruhi Suzumiya è una visione obbligata per i fans della pazza liceale, ma anche per chi non abbia una grande stima di lei, che, dopo un'attenta visione, resterà piacevolmente sorpreso da questo film.
Tutto inizia come in una normale giornata tipo: siamo quasi a Natale e la Brigata sta preparando una festa. Come ci fa notare anche Kyon questo è solo il prologo, la vera storia è ciò che succederà dal giorno successivo, infatti, una volta arrivato a scuola , noterà che Haruhi è scomparsa e la Brigata Sos non esiste nemmeno.
160 minuti sono sicuramente tanti, ma non direi troppi, la storia infatti è un ottimo puzzle che va a comporsi molto lentamente svelandosi completamente solo una volta giunti alla fine.
I personaggi sono i soliti della serie ma, come ben si può intuire dal titolo, il personaggio principale non sarà Haruhi, bensì Kyon e, in minor parte, Nagato in una "veste" completamente inedita ma molto piacevole.
Si può tranquillamente affermare che le due serie precedenti fossero come un antipasto, in attesa della portata principale, ossia questo film, che risolleva, e non poco, le sorti di un brand non molto convincente.
La spensieratezza e il nonsense caratteristici della serie lasciano il posto alla disperazione di Kyon che, ovviamente, quasi impazzirà non capendo cosa sia successo.
Sul finire della storia si intrecciano viaggi nel tempo, incontri tra personaggi di un'epoca e le loro controparti che avevano viaggiato precedentemente, creando non poca confusione, specialmente a chi non avesse chiare le situazioni venutesi a creare durante la seconda serie.
Nonostante si faccia man mano sempre più complicato da seguire la storia è ben narrata e non risulta mai stancante.
Da notare anche la nuova veste grafica, migliore di quella già ottima della prima serie e impreziosita dalla cg usata in molte animazioni, che riesce nell'intento senza rovinare ogni scena in cui viene usata.
La scomparsa di Haruhi Suzumiya è una visione obbligata per i fans della pazza liceale, ma anche per chi non abbia una grande stima di lei, che, dopo un'attenta visione, resterà piacevolmente sorpreso da questo film.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Avete presente La malinconia di Haruhi Suzumiya?
Beh, per questo lungometraggio aspettatevi una vera ascesa nello stile. Tenete ben presente che per capire fino a fondo le basi di questa storia dovrete aver visto gran parte degli episodi, a cui si faranno dei chiari riferimenti.
Tanto per cominciare, avremo di nuovo a che fare con dei viaggi nel tempo, che per di più faranno riferimento ad un precedente viaggio, come una sorta di continuum. E ai fatti accaduti in suddetto viaggio e su altre avventure anomale della Brigata SOS, si affianca il proseguimento di questa nuovo capitolo.
La scomparsa di Haruhi Suzumiya, come suggerisce il titolo stesso, pone dinanzi allo spettatore una storia del tutto nuova. Si sente la mancanza di Haruhi, più della sua presenza stessa. Le ore del giorno scorrono lente, noiose, monotone, fin troppo normali nella loro quotidianità. Questa sensazione di vuoto è percepibile sin dal trailer, davvero ben fatto, in cui si evoca attraverso immagini di un Natale triste e spento, lo stato d'animo del nostro caro narratore, Kyon. Sublime è anche la musica di Erik Satie, con il quale vengono accompagnate le scene mute e suggestive del promo di questo film.
A proposito dell'elemento tecnico, lo stile del character design è fortunatamente lo stesso a cui eravamo abituati, in modo da non provocare un distacco con i continui flashback della serie-tv, che compaiono spesso nel film. Senz'altro c'è un miglioramento nella qualità dei movimenti come anche dei colori più brillanti, gli sfondi più dettagliati, e gli effetti a dir poco accurati.
Con una sorta di familiarità, ci vien presentato il classico opening, stavolta accompagnato da scene natalizie dei nostri personaggi. L'ending invece è in perfetto stile con la trama affrontata, quindi è abbastanza malinconica.
Consiglio caldamente questo Film d'animazione, della bellezza di dure ore e più, anche a chi non ha convinto poi tanto il prequel. È stata scelta una storia davvero articolata, nei suoi continui spostamenti e nel tempo che si riavvolge a più riprese. Come se non bastasse, riempie di emozioni lo spettatore. L'ansia del dover constatare il cambiamento delle cose, la curiosità nel capire cosa ha permesso tutto ciò, l'interesse nel percepire i sentimenti emergenti di Kyon come anche quelli dei suoi "nuovi amici".
Vi troverete dunque, a visionare un prodotto completo di elementi, per nulla banale, ma non nel mondo in cui si era abituati a vedere Haruhi, piuttosto con una certa dose di logica in più, e anche un bel po di serietà nel districare i vari eventi che hanno portato all'avvenimento di questa realtà parallela.
Armatevi di buone speranze, ne vedrete delle belle, sia tecnicamente, sia contenutisticamente.
Avete presente La malinconia di Haruhi Suzumiya?
Beh, per questo lungometraggio aspettatevi una vera ascesa nello stile. Tenete ben presente che per capire fino a fondo le basi di questa storia dovrete aver visto gran parte degli episodi, a cui si faranno dei chiari riferimenti.
Tanto per cominciare, avremo di nuovo a che fare con dei viaggi nel tempo, che per di più faranno riferimento ad un precedente viaggio, come una sorta di continuum. E ai fatti accaduti in suddetto viaggio e su altre avventure anomale della Brigata SOS, si affianca il proseguimento di questa nuovo capitolo.
La scomparsa di Haruhi Suzumiya, come suggerisce il titolo stesso, pone dinanzi allo spettatore una storia del tutto nuova. Si sente la mancanza di Haruhi, più della sua presenza stessa. Le ore del giorno scorrono lente, noiose, monotone, fin troppo normali nella loro quotidianità. Questa sensazione di vuoto è percepibile sin dal trailer, davvero ben fatto, in cui si evoca attraverso immagini di un Natale triste e spento, lo stato d'animo del nostro caro narratore, Kyon. Sublime è anche la musica di Erik Satie, con il quale vengono accompagnate le scene mute e suggestive del promo di questo film.
A proposito dell'elemento tecnico, lo stile del character design è fortunatamente lo stesso a cui eravamo abituati, in modo da non provocare un distacco con i continui flashback della serie-tv, che compaiono spesso nel film. Senz'altro c'è un miglioramento nella qualità dei movimenti come anche dei colori più brillanti, gli sfondi più dettagliati, e gli effetti a dir poco accurati.
Con una sorta di familiarità, ci vien presentato il classico opening, stavolta accompagnato da scene natalizie dei nostri personaggi. L'ending invece è in perfetto stile con la trama affrontata, quindi è abbastanza malinconica.
Consiglio caldamente questo Film d'animazione, della bellezza di dure ore e più, anche a chi non ha convinto poi tanto il prequel. È stata scelta una storia davvero articolata, nei suoi continui spostamenti e nel tempo che si riavvolge a più riprese. Come se non bastasse, riempie di emozioni lo spettatore. L'ansia del dover constatare il cambiamento delle cose, la curiosità nel capire cosa ha permesso tutto ciò, l'interesse nel percepire i sentimenti emergenti di Kyon come anche quelli dei suoi "nuovi amici".
Vi troverete dunque, a visionare un prodotto completo di elementi, per nulla banale, ma non nel mondo in cui si era abituati a vedere Haruhi, piuttosto con una certa dose di logica in più, e anche un bel po di serietà nel districare i vari eventi che hanno portato all'avvenimento di questa realtà parallela.
Armatevi di buone speranze, ne vedrete delle belle, sia tecnicamente, sia contenutisticamente.
Premetto che la malinconia di Haruhi Suzumiya non è il mio genere, la prima stagione anime mi è piaciuta abbastanza anche se il disordine cronologico mi ha infastidito, della seconda serie salvo poche puntate perché non ho apprezzato minimamente l'endless eight (che ho droppato).
Il film è un'altra cosa percé ci ho trovato un senso, a differenza dell'anime che a mio avviso (come canta un rocker) un senso non ce l'ha.
Questa premessa perché per capire il film bisogna conoscere il mondo di Haruhi ed avere visto almeno la prima stagione anime e la prima puntata della seconda stagione.
Il movie di Haruhi, intitolato "La scomparsa di Haruhi Suzumiya ", è la trasposizione integrale della relativa novel dedicata alla folle liceale, kawai e moe.
Una particolarità di questo film è il ritmo, sembra la sequenza di 7 puntate (dura 2 ore abbondanti!). Personalmente ho gradito questo aspetto (anche se è stato faticoso vederlo d'un fiato essendo subbato) perché spesso i film sacrificano le esigenze narrative a favore di un ritmo più serrato ed incalzante che porta spesso ad esposizioni troppo sbrigative di trame ed eventi.
Quello che mi ha colpito maggiormente, da subito, è il livello tecnico di questa produzione, in una parola: superbo. Le serie anime avevano già una qualità ottima, se non eccellente, ma questo film è andato oltre. Le animazioni fluidissime, la qualità dei disegni, il bellissimo chara dei personaggi, le espressioni facciali realistiche e molto efficaci, il perfetto impiego dei colori, i fondali splendidi e dettagliatissimi, l'uso della luce, la computer grafica discreta e ben piazzata… mi viene in mente solo B5C per trovare un realismo ed una qualità di tale livello. Altra cosa, però, sono la bellezza delle immagini intesa in senso emozionale, non ho visto molta poesia in questo film (a dirla tutta non e` nemmeno il genere), ci sono pochi momenti con l`atmosfera adatta a quel tipo di passaggi, più che altro eccellenza tecnica, comunque ben accetta perché un vero un piacere per gli occhi. Complessivamente tra le cose migliori che abbia mai visto.
La trama è complessa ma scorrevole, originale solo per alcune trovate ma sviluppata molto bene e "credibile" (devo dire che ho un debole per i viaggi/paradossi temporali, soprattutto se fatti bene), troppo lunga ma "perdonabile" perché quasi mai noiosa e utile alla comprensione della complicata situazione. La conclusione/comprensione finale di Kyon mi è sembrata banale sul momento, ma pensandoci non lo è affatto: una risposta semplice è spesso la più credibile e realistica (nonché efficace ed "utile" al genere di storia in cui si può inquadrare Haruhi).
I personaggi sono buoni, caratterizzati abbastanza bene (tranne uno, Yuki Nagato, che ho trovato eccellente), entro i limiti della serie, anche se ci sono solo due veri interpreti: un protagonista e "mezzo", gli altri sono funzionali e reggono la parte. Ho visto un Kyon meno amorfo e soprattutto ho visto poco Haruhi; ho apprezzato molto questo fatto perché la sua invadenza ed il suo personaggio mi garbano poco. Non la disprezzo ma il suo impiego ridotto e mirato a precisi e necessari momenti narrativi del film me l'hanno fatta apprezzare, questa volta. Bellissima Nagato, certi passaggi mi sono sembrati molto alla Asimov, riflessivi ed anche toccanti.
La regia è efficace ma non trascendente, ci sono inquadrature molto belle ma a livello simbolico non ho notato niente di particolare (ancora, a dirla tutta non è nemmeno il genere); diverse scene "quotidiane" sono state trasposte molto bene, la prima che mi viene in mente è quella in cui Kyon, quando ormai è buio, accompagna Nagato a casa e le loro figure sono illuminate a tratti dalle luci delle macchine che passano.
Ultima nota per la colonna sonora, molto bella ed azzeccata, un paio di bgm mi hanno ricordato molto La città incantata.
In conclusione direi un ottimo film, tecnicamente un capolavoro, narrativamente intrigante, ben fatto in tutti i rimanenti comparti. Ringraziando i KORamici che me lo hanno consigliato, gli assegno un bel 9 pieno.
Il film è un'altra cosa percé ci ho trovato un senso, a differenza dell'anime che a mio avviso (come canta un rocker) un senso non ce l'ha.
Questa premessa perché per capire il film bisogna conoscere il mondo di Haruhi ed avere visto almeno la prima stagione anime e la prima puntata della seconda stagione.
Il movie di Haruhi, intitolato "La scomparsa di Haruhi Suzumiya ", è la trasposizione integrale della relativa novel dedicata alla folle liceale, kawai e moe.
Una particolarità di questo film è il ritmo, sembra la sequenza di 7 puntate (dura 2 ore abbondanti!). Personalmente ho gradito questo aspetto (anche se è stato faticoso vederlo d'un fiato essendo subbato) perché spesso i film sacrificano le esigenze narrative a favore di un ritmo più serrato ed incalzante che porta spesso ad esposizioni troppo sbrigative di trame ed eventi.
Quello che mi ha colpito maggiormente, da subito, è il livello tecnico di questa produzione, in una parola: superbo. Le serie anime avevano già una qualità ottima, se non eccellente, ma questo film è andato oltre. Le animazioni fluidissime, la qualità dei disegni, il bellissimo chara dei personaggi, le espressioni facciali realistiche e molto efficaci, il perfetto impiego dei colori, i fondali splendidi e dettagliatissimi, l'uso della luce, la computer grafica discreta e ben piazzata… mi viene in mente solo B5C per trovare un realismo ed una qualità di tale livello. Altra cosa, però, sono la bellezza delle immagini intesa in senso emozionale, non ho visto molta poesia in questo film (a dirla tutta non e` nemmeno il genere), ci sono pochi momenti con l`atmosfera adatta a quel tipo di passaggi, più che altro eccellenza tecnica, comunque ben accetta perché un vero un piacere per gli occhi. Complessivamente tra le cose migliori che abbia mai visto.
La trama è complessa ma scorrevole, originale solo per alcune trovate ma sviluppata molto bene e "credibile" (devo dire che ho un debole per i viaggi/paradossi temporali, soprattutto se fatti bene), troppo lunga ma "perdonabile" perché quasi mai noiosa e utile alla comprensione della complicata situazione. La conclusione/comprensione finale di Kyon mi è sembrata banale sul momento, ma pensandoci non lo è affatto: una risposta semplice è spesso la più credibile e realistica (nonché efficace ed "utile" al genere di storia in cui si può inquadrare Haruhi).
I personaggi sono buoni, caratterizzati abbastanza bene (tranne uno, Yuki Nagato, che ho trovato eccellente), entro i limiti della serie, anche se ci sono solo due veri interpreti: un protagonista e "mezzo", gli altri sono funzionali e reggono la parte. Ho visto un Kyon meno amorfo e soprattutto ho visto poco Haruhi; ho apprezzato molto questo fatto perché la sua invadenza ed il suo personaggio mi garbano poco. Non la disprezzo ma il suo impiego ridotto e mirato a precisi e necessari momenti narrativi del film me l'hanno fatta apprezzare, questa volta. Bellissima Nagato, certi passaggi mi sono sembrati molto alla Asimov, riflessivi ed anche toccanti.
La regia è efficace ma non trascendente, ci sono inquadrature molto belle ma a livello simbolico non ho notato niente di particolare (ancora, a dirla tutta non è nemmeno il genere); diverse scene "quotidiane" sono state trasposte molto bene, la prima che mi viene in mente è quella in cui Kyon, quando ormai è buio, accompagna Nagato a casa e le loro figure sono illuminate a tratti dalle luci delle macchine che passano.
Ultima nota per la colonna sonora, molto bella ed azzeccata, un paio di bgm mi hanno ricordato molto La città incantata.
In conclusione direi un ottimo film, tecnicamente un capolavoro, narrativamente intrigante, ben fatto in tutti i rimanenti comparti. Ringraziando i KORamici che me lo hanno consigliato, gli assegno un bel 9 pieno.
Un film non solo ben fatto ma con una trama avvincente e ben costruita (cosa non scontata quando si parla di film tratti da serie di successo). Ci mostra un altro piccolo pezzo del mondo di Haruhi (non voglio spoilerare perchè è da vedere) e non copre i buchi lasciati dalle serie tv (che spero saranno coperti prima o poi da una nuova serie). Dal punto di vista tecnico l' ho trovato ben fatto da tutti i punti di vista. Che altro dire... vista la serie da cui è tratto ovviamente le stranezze non mancano e finalmente si capisce qualcosa di più di Yuki (personaggio che adoro). Buona visione!
Premetto che la prima serie l'ho amata anche per il bel finale, la seconda serie non l'ho sopportata e le 8 puntate che in realtà ripropongono sempre lo stesso episodi mi hanno distrutto. Ho voluto vedere questo film sperando in bene ed ha superato di molto le mie più belle aspettative, è stupendo!
Le animazioni sono fluide, lineari i paesaggi, i colori bellissimi, e la bellezza dei personaggi, soprattutto quella di Haruhi, è pienamente rappresentata; ciò che ho ancor più apprezzato è lo spazio dato (e lo meritava) a Yuki Nagato, perché è colei che ha sempre fatto tutto ma per il suo carattere e ruolo è rimasta in disparte nelle serie TV; qui più che mai ha ricoperto il suo ruolo vitale in questa serie e storia. L'immagine di lei che guarda Kyon quando le presta il giaccone mentre nevica e le copre la testa è qualcosa che mi ha colpito, per quella dolcezza ed innocenza ma anche voglia di migliorarsi e cambiare che esprime il suo sguardo.
Tutto l'anime a mio parere merita lodi, e quando finalmente compare Lei, l'unica, la mitica Haruhi, chi sta vedendo questo film non potrà che provare una gioia e una felicità immense (oltre a, dire come Kyon alla prima puntata della serie, "che bellezza folgorante"). Quanto ci era mancata, a noi e ai protagonisti, ma quando sembra tutto risolto via con un nuovo colpo di scena, e dopo ancora con una bellissima scena tra lei e Kyon che fa dire anche a noi, come all'Esper, "Che invidia".
Da vedere assolutamente, ma prima bisogna vedere le prime 2 serie (saltare nella seconda gli episodi da 02 a 08, tanto sono tutti uguali).
Voto: 9 più che meritato.
Le animazioni sono fluide, lineari i paesaggi, i colori bellissimi, e la bellezza dei personaggi, soprattutto quella di Haruhi, è pienamente rappresentata; ciò che ho ancor più apprezzato è lo spazio dato (e lo meritava) a Yuki Nagato, perché è colei che ha sempre fatto tutto ma per il suo carattere e ruolo è rimasta in disparte nelle serie TV; qui più che mai ha ricoperto il suo ruolo vitale in questa serie e storia. L'immagine di lei che guarda Kyon quando le presta il giaccone mentre nevica e le copre la testa è qualcosa che mi ha colpito, per quella dolcezza ed innocenza ma anche voglia di migliorarsi e cambiare che esprime il suo sguardo.
Tutto l'anime a mio parere merita lodi, e quando finalmente compare Lei, l'unica, la mitica Haruhi, chi sta vedendo questo film non potrà che provare una gioia e una felicità immense (oltre a, dire come Kyon alla prima puntata della serie, "che bellezza folgorante"). Quanto ci era mancata, a noi e ai protagonisti, ma quando sembra tutto risolto via con un nuovo colpo di scena, e dopo ancora con una bellissima scena tra lei e Kyon che fa dire anche a noi, come all'Esper, "Che invidia".
Da vedere assolutamente, ma prima bisogna vedere le prime 2 serie (saltare nella seconda gli episodi da 02 a 08, tanto sono tutti uguali).
Voto: 9 più che meritato.
Film piuttosto lungo che ha un capo ed una coda, il che di per sé è un miracolo trattandosi di un film legato alla serie "La malinconia di...", il punto è semplice però: non è un'opera d'arte e non colma nessuna delle fin troppo vaste lacune che le due serie hanno lasciato. Fa una cosa sola, analizza i personaggi da un'altra prospettiva incentrandosi su uno in particolare: Yuki. Il 7 lo do anche perché l'oggetto osservato è il mio personaggio preferito.
Veniamo alla trama, ma urge una premessa: è strettamente connessa alla trama e ai giochi temporali di quest'ultima, quindi vederlo senza le due serie annesse fa capire la metà delle cose e se non si conosce Haruhi dell'anime non è possibile capire i punti di analisi di Kyon. Detto questo, veniamo alla storia nuda e cruda.
Siamo in un momento non definito dopo gli eventi delle due serie, Haruhi definisce la nuova missione della brigata SOS per Natale, quando... (pathos? Suspance? Dubbi?) la realtà cambia radicalmente! Haruhi non frequenta più la scuola di Kyon, la brigata SOS non è mai stata fondata, nessuna interfaccia umanoide (Yuki) ha mai confidato il segreto su Haruhi a Kyon, nessun Esper (Itsuki Koizumi) gli ha esposto una teoria alternativa sull'essere divinità con potere di influenza globale da parte di Haruhi e nessuna ragazza che viaggia nel tempo (Mikuru Asahina) gli ha esposto la pericolosità di Haruhi.
Insomma, una realtà tutta nuova che sconvolge Kyon, che si dibatte per cercare di ritrovare il suo caotico passato intricato e pieno di problemi legati ad Haruhi. Vediamo l'amante dell'abitudinarietà e del cinismo, cioè Kyon, mettere in discussione il suo punto di vista per cercare di riottenere la passata realtà, ma soprattutto assistiamo ad una Yuki Nagato umana che cerca la sua umanità non solo in una realtà "alternativa", ma anche come interfaccia umanoide che accumula un sostanziale errore: le emozioni.
Che dire, è qualcosa di insolito, che unito ad un tratto del disegno più fine e delineato ed a delle musiche gradevoli porta ad un risultato discreto, ma non eccezionale; semplicemente si esalta il personaggio di Yuki dando agli appassionati della serie una nuova forme di analisi di uno dei personaggi più "tecnici" della situazione, permettendo una visuale umana.
Il problema però è che la serie ha sfoderato altri problemi, per cui non si capisce il senso di questo film così intensamente puntato su un personaggio, in un'analisi fatta bene per carità, ma quando la serie in sé e per sé ha un sacco di buchi e ci sono situazioni in sospeso ovunque, che senso ha?
In conclusione, un 7 se lo porta a casa il film in sé, necessitando la conoscenza delle due serie è ovvio che perde punti, inoltre se questo film è "tanto per" senza che ci sarà un improvement di quello che questo film ha dato, non ne vedo molto il senso, diciamo che speriamo in bene. Questo film dà senza dubbio speranza, quindi non mi sento certo di sconsigliarlo.
Veniamo alla trama, ma urge una premessa: è strettamente connessa alla trama e ai giochi temporali di quest'ultima, quindi vederlo senza le due serie annesse fa capire la metà delle cose e se non si conosce Haruhi dell'anime non è possibile capire i punti di analisi di Kyon. Detto questo, veniamo alla storia nuda e cruda.
Siamo in un momento non definito dopo gli eventi delle due serie, Haruhi definisce la nuova missione della brigata SOS per Natale, quando... (pathos? Suspance? Dubbi?) la realtà cambia radicalmente! Haruhi non frequenta più la scuola di Kyon, la brigata SOS non è mai stata fondata, nessuna interfaccia umanoide (Yuki) ha mai confidato il segreto su Haruhi a Kyon, nessun Esper (Itsuki Koizumi) gli ha esposto una teoria alternativa sull'essere divinità con potere di influenza globale da parte di Haruhi e nessuna ragazza che viaggia nel tempo (Mikuru Asahina) gli ha esposto la pericolosità di Haruhi.
Insomma, una realtà tutta nuova che sconvolge Kyon, che si dibatte per cercare di ritrovare il suo caotico passato intricato e pieno di problemi legati ad Haruhi. Vediamo l'amante dell'abitudinarietà e del cinismo, cioè Kyon, mettere in discussione il suo punto di vista per cercare di riottenere la passata realtà, ma soprattutto assistiamo ad una Yuki Nagato umana che cerca la sua umanità non solo in una realtà "alternativa", ma anche come interfaccia umanoide che accumula un sostanziale errore: le emozioni.
Che dire, è qualcosa di insolito, che unito ad un tratto del disegno più fine e delineato ed a delle musiche gradevoli porta ad un risultato discreto, ma non eccezionale; semplicemente si esalta il personaggio di Yuki dando agli appassionati della serie una nuova forme di analisi di uno dei personaggi più "tecnici" della situazione, permettendo una visuale umana.
Il problema però è che la serie ha sfoderato altri problemi, per cui non si capisce il senso di questo film così intensamente puntato su un personaggio, in un'analisi fatta bene per carità, ma quando la serie in sé e per sé ha un sacco di buchi e ci sono situazioni in sospeso ovunque, che senso ha?
In conclusione, un 7 se lo porta a casa il film in sé, necessitando la conoscenza delle due serie è ovvio che perde punti, inoltre se questo film è "tanto per" senza che ci sarà un improvement di quello che questo film ha dato, non ne vedo molto il senso, diciamo che speriamo in bene. Questo film dà senza dubbio speranza, quindi non mi sento certo di sconsigliarlo.
Proprio quando credevi che gli sceneggiatori di Haruhi avessero gettato la spugna (vedere Endless Eight), spunta fuori questa cosa. Ma qui, devo dire, la parola "cosa" è espressa in senso buono, usata poco spesso in questa maniera, ma in fondo non so come definire in altro modo questa opera d'arte. Ci eravamo tutti abituati alle stramberie di Haruhi, la misteriosità di Koizumi, l'imprevedibilità di Yuki, e ai piagnistei di Mikuru, ma qui tutta la storia trova il suo apice artistico più grande, diventando qualcosa che nessuno, e ripeto nessuno, avrebbe mai immaginato. Senza fuorviarvi oltre con "l'intro" alla mia recensione, parto con il classico riassuntino.
Dopo l'ennesima giornata passata nel club, Kyon un giorno si rialza dal letto, in un mondo in cui Haruhi Suzumiya non è presente e in cui nessuno sa chi è. Proprio per questo la brigata SOS non esiste, Yuki e Mikuru non hanno idea di chi lui sia, e oltre ad Haruhi anche Koizumi non è presente nella sua scuola, anzi, la sua classe neanche esiste. Qui parte l'Odissea di Kyon, che nonostante tutte le volte in cui si è lamentato, capisce di non poter vivere in un mondo senza Haruhi, nonostante tutti i vantaggi che questo nuovo mondo presenta. Perché un mondo in cui Haruhi manda avanti i suoi piani, a prima vista sciocchi e senza senso, in cui ci sono Esper, Alieni e viaggiatori del tempo, in fin dei conti,è più interessante. Ma ovviamente non è solo questo.
Anche se, come è stato nel mio caso, ci si è già spoilerati molti dei dettagli iniziali (come ad esempio alcune delle cose che accadono grazie alla scomparsa della nostra beniamina/dio), una sensazione di eccitamento ti pervade immediatamente appena Kyon capisce ciò che gli sta succedendo attorno.
Attenzione: la seguente parte contiene spoiler
Tutti i cambiamenti vengono resi nel minimo dettaglio e potrebbero (almeno alcuni) avere serie ripercussioni sulla trama, come ad esempio il ritorno di Kyoko Asakura, che immediatamente fa cadere Kyon nel panico più totale (cosa che avrà il suo culmine nella scena a sorpresa verso la fine del film).
Un'altra cosa incredibile è stata la caratterizzazione del personaggio di Yuki Nagato, che potremmo definire la star e/o il movente dell'intero film, dandole finalmente l'importanza che i fan aspettavano avesse, e il suo riscontro psicologico nei confronti della sua missione, resa ancora più ardua dall'incapacità di capire le sue emozioni, cosa nuova per lei (cosa che ho apprezzato moltissimo), ma anche della "nuova" Yuki, una Yuki a cui non avrei mai pensato di abituarmi, una Yuki completamente come appare: una ragazza molto sensibile e insicura che non riesce a relazionarsi con gli altri e se ne sta a leggere libri nel club di letteratura, e che nel corso del film mostrerà un'apparente cotta per il nostro lamentoso protagonista principale (presente anche nella "vecchia" Yuki? Chi lo sa!).
Fine parte contenente spoiler
La trama,come credo di aver già detto (ma se non l'ho fatto lo ripeto), è veramente imprevedibile e presenta colpi di scena incredibili, una cosa da mozzare il fiato. Ovviamente non ci sono molte scene d'azione, ma dopotutto non ce ne sono moltissime nemmeno nell'anime, e secondo me è molto meglio così. La caratterizzazione dei personaggi è ottima, il disegno e/o la grafica, che già nell'anime erano stupende, qui raggiungono il loro apice artistico, insieme all'ottima animazione. Non mi vergogno ad ammettere di essermi emozionato almeno un po' verso il finale.
Un film assolutamente da vedere, peccato che però si debbano per forza vedere tutte e due le serie precedenti per capire cosa succede. Un 9,99 come voto. Lo consiglio vivamente a tutti.
Dopo l'ennesima giornata passata nel club, Kyon un giorno si rialza dal letto, in un mondo in cui Haruhi Suzumiya non è presente e in cui nessuno sa chi è. Proprio per questo la brigata SOS non esiste, Yuki e Mikuru non hanno idea di chi lui sia, e oltre ad Haruhi anche Koizumi non è presente nella sua scuola, anzi, la sua classe neanche esiste. Qui parte l'Odissea di Kyon, che nonostante tutte le volte in cui si è lamentato, capisce di non poter vivere in un mondo senza Haruhi, nonostante tutti i vantaggi che questo nuovo mondo presenta. Perché un mondo in cui Haruhi manda avanti i suoi piani, a prima vista sciocchi e senza senso, in cui ci sono Esper, Alieni e viaggiatori del tempo, in fin dei conti,è più interessante. Ma ovviamente non è solo questo.
Anche se, come è stato nel mio caso, ci si è già spoilerati molti dei dettagli iniziali (come ad esempio alcune delle cose che accadono grazie alla scomparsa della nostra beniamina/dio), una sensazione di eccitamento ti pervade immediatamente appena Kyon capisce ciò che gli sta succedendo attorno.
Attenzione: la seguente parte contiene spoiler
Tutti i cambiamenti vengono resi nel minimo dettaglio e potrebbero (almeno alcuni) avere serie ripercussioni sulla trama, come ad esempio il ritorno di Kyoko Asakura, che immediatamente fa cadere Kyon nel panico più totale (cosa che avrà il suo culmine nella scena a sorpresa verso la fine del film).
Un'altra cosa incredibile è stata la caratterizzazione del personaggio di Yuki Nagato, che potremmo definire la star e/o il movente dell'intero film, dandole finalmente l'importanza che i fan aspettavano avesse, e il suo riscontro psicologico nei confronti della sua missione, resa ancora più ardua dall'incapacità di capire le sue emozioni, cosa nuova per lei (cosa che ho apprezzato moltissimo), ma anche della "nuova" Yuki, una Yuki a cui non avrei mai pensato di abituarmi, una Yuki completamente come appare: una ragazza molto sensibile e insicura che non riesce a relazionarsi con gli altri e se ne sta a leggere libri nel club di letteratura, e che nel corso del film mostrerà un'apparente cotta per il nostro lamentoso protagonista principale (presente anche nella "vecchia" Yuki? Chi lo sa!).
Fine parte contenente spoiler
La trama,come credo di aver già detto (ma se non l'ho fatto lo ripeto), è veramente imprevedibile e presenta colpi di scena incredibili, una cosa da mozzare il fiato. Ovviamente non ci sono molte scene d'azione, ma dopotutto non ce ne sono moltissime nemmeno nell'anime, e secondo me è molto meglio così. La caratterizzazione dei personaggi è ottima, il disegno e/o la grafica, che già nell'anime erano stupende, qui raggiungono il loro apice artistico, insieme all'ottima animazione. Non mi vergogno ad ammettere di essermi emozionato almeno un po' verso il finale.
Un film assolutamente da vedere, peccato che però si debbano per forza vedere tutte e due le serie precedenti per capire cosa succede. Un 9,99 come voto. Lo consiglio vivamente a tutti.
Come reagiresti se un bel giorno al tuo risveglio ti trovassi di fronte ad una realtà che ha cancellato un cospicuo numero delle cose e delle persone che fino al giorno prima costituivano, nel bene e nel male, una parte della tua vita? A questa domanda, per niente teorica visti i fatti, dovrà rispondere il povero Kyon in uno dei film più attesi del 2009 da tutti gli amanti dell’animazione nipponica. La scomparsa di Haruhi Suzumiya (questo il titolo del lungometraggio) arriva dopo l’eccezionale successo delle due serie animate basate sulle light novel di Nagaru Tanigawa. Un misto di fantasy, paranormale, fantascientifico condito in salsa scolastica con citazioni a go go di serie del passato e la riproposizione di buona parte degli stereotipi manga ai limiti tra parodia e innovazione, queste sono, secondo me, le chiavi dell’immensa popolarità che questo titolo ha ottenuto non solo in madrepatria ma anche all’estero (e finalmente anche in Italia).
Dopo una prima serie davvero scoppiettante, che mi era piaciuta notevolmente nonostante mi ci fossi avvicinato in maniera prevenuta (come tutto ciò che arriva con l’etichetta di “successo”) ne era seguita un seconda che mi aveva lasciato alquanto perplesso, non avevo digerito il famigerato Endless Eight, che avevo trovato una scelta artificiosa e inutile, oltretutto con nessuna aderenza con la light novel originale. Con il timore che il successo e il desiderio di stupire lo spettatore con sempre più stravaganti trovate finissero per stravolgere la storia mi sono quindi posto di fronte a questo film con la stessa circospezione con cui decisi di vedere la prima puntata della serie. Ancora una volta, invece, il mondo di Suzumiya mi ha regalato una inaspettata sorpresa. Il film non solo riprende il quarto volume della light novel in maniera più che fedele (fin nei più piccoli dialoghi), ma si rivela essere anche una piccola chicca cinematografica.
La storia parte come una normale puntata della serie (tanto che mi pare azzeccata la scelta di riproporre la opening del 2006), il ciclone umano chiamato Suzumiya è impegnata come sempre a combattere la sua atavica noia, questa volta con i preparativi dell’imminente Natale, finendo per coinvolgere, volenti e nolenti, tutti i membri della sua SOS dan, in primis ovviamente il povero Kyon. È un dejavu ormai classico ai fans, che dà un senso di familiarità e strappa subito le prime risate, ma i toni farseschi e allegri durano poco, lasciando solo il ragazzo e lo spettatore che si immedesima in lui di fronte all’ennesimo avvenimento più grande di lui. In questo film, come nella light novel, gli autori gettano finalmente la maschera, il vero protagonista della storia (e dell’intera serie) non è chi ne porta il nome, bensì proprio Kyon. Alzi la mano chi, dopo aver assistito al suo prologo all’inizio del primo episodio della serie, non si è immedesimato neanche un poco con questo personaggio. Egli è uno di noi, un ragazzo che, forse troppo presto per la sua età, ha rinunciato a tutti i suoi sogni e fantasie infantili per incanalarsi subito in una vita “adulta”, quasi rassegnato alla mediocrità del vivere di tutti i giorni, pur combattendola (forse inconsciamente) con il suo sarcasmo. L’avvento di Haruhi e tutte le assurde avventure a cui viene costretto a partecipare minano profondamente dalle fondamenta tutta l’impalcatura socio emotiva che si era costruito, sua difesa personale contro le grandi delusioni della vita. In questo film, per la prima volta, Kyon si troverà di fronte alla possibilità di poter scegliere un mondo dove non c’è nessun alieno, viaggiatore del tempo o esper, ma semplicemente quella vita “normale” cui lui credeva di appartenere. Cosa scegliera? Dico solo che , come un personaggio pirandelliano, egli non si accontenterà di essere “uno ,nessuno e centomila”.
Dopo essermi soffermato così a lungo sulla storia non posso però non soffermarmi sulla vera sorpresa di questo film, e cioè un comparto tecnico davvero di prim’ordine. Il film arriva a sfiorare le tre ore, una lunghezza notevole per una pellicola d’animazione, compiendo un scelta coraggiosa e lodevole, come quella di non abbassarsi al facile fanservice che sta omologando l'intera produzione animata giapponese. I ritmi sono lenti, scanditi dalle paure e dalle inquietudini di Kyon con una leggera accelerata solo nel finale, mentre i colori sono un misto di chiari e di scuri come lo stato d’animo del protagonista. Scordatevi i colori e l’allegria delle puntate della serie, qui siamo di fronte a un film di stampo Hitchcockiano con una gran cura dei primi piani e dei particolari. Due sono i momenti culminanti dove la regia e la fotografia si sono superate, sfruttando in pieno la magia dell'alta definizione facendoci immedesimare con il protagonista, e sono i due incontri, uno con Sakura e l’altro con la nuova Haruhi, in cui l’espressione e lo sgomento di kyon vengono ripresi con un realismo davvero notevole. Ho trovato originale anche la trovata di scandire le giornate del protagonista con la visuale de suoi occhi che si aprono al risveglio.
Una nota di merito spetta anche alla musica che ci accompagna per tutto il film, capace, con i suoi tempi, di creare il giusto pathos seguendo gli stati d’animo dei personaggi con accuratezza e armonia. Il doppiaggio originale è come sempre all'altezza di tutti i premi vinti in passato, con Aya Hirano su cui veramente non ci sono più parole: senza di lei Haruhi non sarebbe Haruhi.
Non so se questa pellicola rientrerà nei gusti dei più, tra vari intrecci paranormali, tra salti dimensionali e temporali, si tratta soprattutto di un film molto introspettivo ma sicuramente mai noioso. Esso riesce nel compito per niente facile di elevare la storia nata dalla penna di Tanigawa in quel ristretto novero di titoli di animazione che possono ambire a fare la storia di questo genere, e mi prendo tutta la responsabilità di quello che ho detto. Buona visione a tutti i fan della Sos dan.
Dopo una prima serie davvero scoppiettante, che mi era piaciuta notevolmente nonostante mi ci fossi avvicinato in maniera prevenuta (come tutto ciò che arriva con l’etichetta di “successo”) ne era seguita un seconda che mi aveva lasciato alquanto perplesso, non avevo digerito il famigerato Endless Eight, che avevo trovato una scelta artificiosa e inutile, oltretutto con nessuna aderenza con la light novel originale. Con il timore che il successo e il desiderio di stupire lo spettatore con sempre più stravaganti trovate finissero per stravolgere la storia mi sono quindi posto di fronte a questo film con la stessa circospezione con cui decisi di vedere la prima puntata della serie. Ancora una volta, invece, il mondo di Suzumiya mi ha regalato una inaspettata sorpresa. Il film non solo riprende il quarto volume della light novel in maniera più che fedele (fin nei più piccoli dialoghi), ma si rivela essere anche una piccola chicca cinematografica.
La storia parte come una normale puntata della serie (tanto che mi pare azzeccata la scelta di riproporre la opening del 2006), il ciclone umano chiamato Suzumiya è impegnata come sempre a combattere la sua atavica noia, questa volta con i preparativi dell’imminente Natale, finendo per coinvolgere, volenti e nolenti, tutti i membri della sua SOS dan, in primis ovviamente il povero Kyon. È un dejavu ormai classico ai fans, che dà un senso di familiarità e strappa subito le prime risate, ma i toni farseschi e allegri durano poco, lasciando solo il ragazzo e lo spettatore che si immedesima in lui di fronte all’ennesimo avvenimento più grande di lui. In questo film, come nella light novel, gli autori gettano finalmente la maschera, il vero protagonista della storia (e dell’intera serie) non è chi ne porta il nome, bensì proprio Kyon. Alzi la mano chi, dopo aver assistito al suo prologo all’inizio del primo episodio della serie, non si è immedesimato neanche un poco con questo personaggio. Egli è uno di noi, un ragazzo che, forse troppo presto per la sua età, ha rinunciato a tutti i suoi sogni e fantasie infantili per incanalarsi subito in una vita “adulta”, quasi rassegnato alla mediocrità del vivere di tutti i giorni, pur combattendola (forse inconsciamente) con il suo sarcasmo. L’avvento di Haruhi e tutte le assurde avventure a cui viene costretto a partecipare minano profondamente dalle fondamenta tutta l’impalcatura socio emotiva che si era costruito, sua difesa personale contro le grandi delusioni della vita. In questo film, per la prima volta, Kyon si troverà di fronte alla possibilità di poter scegliere un mondo dove non c’è nessun alieno, viaggiatore del tempo o esper, ma semplicemente quella vita “normale” cui lui credeva di appartenere. Cosa scegliera? Dico solo che , come un personaggio pirandelliano, egli non si accontenterà di essere “uno ,nessuno e centomila”.
Dopo essermi soffermato così a lungo sulla storia non posso però non soffermarmi sulla vera sorpresa di questo film, e cioè un comparto tecnico davvero di prim’ordine. Il film arriva a sfiorare le tre ore, una lunghezza notevole per una pellicola d’animazione, compiendo un scelta coraggiosa e lodevole, come quella di non abbassarsi al facile fanservice che sta omologando l'intera produzione animata giapponese. I ritmi sono lenti, scanditi dalle paure e dalle inquietudini di Kyon con una leggera accelerata solo nel finale, mentre i colori sono un misto di chiari e di scuri come lo stato d’animo del protagonista. Scordatevi i colori e l’allegria delle puntate della serie, qui siamo di fronte a un film di stampo Hitchcockiano con una gran cura dei primi piani e dei particolari. Due sono i momenti culminanti dove la regia e la fotografia si sono superate, sfruttando in pieno la magia dell'alta definizione facendoci immedesimare con il protagonista, e sono i due incontri, uno con Sakura e l’altro con la nuova Haruhi, in cui l’espressione e lo sgomento di kyon vengono ripresi con un realismo davvero notevole. Ho trovato originale anche la trovata di scandire le giornate del protagonista con la visuale de suoi occhi che si aprono al risveglio.
Una nota di merito spetta anche alla musica che ci accompagna per tutto il film, capace, con i suoi tempi, di creare il giusto pathos seguendo gli stati d’animo dei personaggi con accuratezza e armonia. Il doppiaggio originale è come sempre all'altezza di tutti i premi vinti in passato, con Aya Hirano su cui veramente non ci sono più parole: senza di lei Haruhi non sarebbe Haruhi.
Non so se questa pellicola rientrerà nei gusti dei più, tra vari intrecci paranormali, tra salti dimensionali e temporali, si tratta soprattutto di un film molto introspettivo ma sicuramente mai noioso. Esso riesce nel compito per niente facile di elevare la storia nata dalla penna di Tanigawa in quel ristretto novero di titoli di animazione che possono ambire a fare la storia di questo genere, e mi prendo tutta la responsabilità di quello che ho detto. Buona visione a tutti i fan della Sos dan.
Premessa: per capire questo film è assolutamente doveroso guardarsi tutte le precedenti puntate della serie, in quanto si va ad incastrare nella storia principale. Chiarito il punto, posso cominciare a scrivere la mia recensione.
La storia di questo lungometraggio può sembrare banale come può far credere il titolo, ma chiaramente non lo è affatto. La trama ha una struttura ben studiata in quanto, come già detto in precedenza, si entra sì in contatto con i vecchi episodi, ma l'andamento e soprattutto il finale possono ritenersi quasi estranei a ciò che si conosceva in precedenza. Non ci si annoia quasi mai anche quando magari può sembrare che tutto scorra lentamente, questo perché verrete immedesimati in Kyon e cercherete di capire insieme a lui cosa realmente sta succedendo.
Altro punto di forza è la veste grafica: una delizia per gli occhi. Animazioni fluide, sfondi dettagliati, atmosfere sempre adeguate all'occasione e quel pizzico di CG che non si fa quasi notare. Già dalle prime immagini, si viene trasportati da un disegno pulito e da una animazione mozzafiato. In particolare le espressioni facciali (quelle di Kyon e di Nagato su tutti) che non lasciano mai dubbi sulle sensazioni di ogni singolo personaggio. Nulla da dire per le musiche di sottofondo, sempre adatte per ogni scena.
Ma c'è sempre un "neo", come in qualsiasi opera: forse è stata messa un po' troppa "carne a fuoco" verso la fine, quando in realtà bastava qualcosa in meno per far strappare un sorriso di approvazione allo spettatore, ma del resto c'è da aspettarselo e probabilmente quel punto sarà importante per le future serie (e/o film).
In conclusione, direi che questo film VA visto se le serie precedenti vi sono piaciute. Un'ultima cosa per tranquillizzarvi: non temete, in questo film non troverete niente di simile all'"Endless Eight"!
La storia di questo lungometraggio può sembrare banale come può far credere il titolo, ma chiaramente non lo è affatto. La trama ha una struttura ben studiata in quanto, come già detto in precedenza, si entra sì in contatto con i vecchi episodi, ma l'andamento e soprattutto il finale possono ritenersi quasi estranei a ciò che si conosceva in precedenza. Non ci si annoia quasi mai anche quando magari può sembrare che tutto scorra lentamente, questo perché verrete immedesimati in Kyon e cercherete di capire insieme a lui cosa realmente sta succedendo.
Altro punto di forza è la veste grafica: una delizia per gli occhi. Animazioni fluide, sfondi dettagliati, atmosfere sempre adeguate all'occasione e quel pizzico di CG che non si fa quasi notare. Già dalle prime immagini, si viene trasportati da un disegno pulito e da una animazione mozzafiato. In particolare le espressioni facciali (quelle di Kyon e di Nagato su tutti) che non lasciano mai dubbi sulle sensazioni di ogni singolo personaggio. Nulla da dire per le musiche di sottofondo, sempre adatte per ogni scena.
Ma c'è sempre un "neo", come in qualsiasi opera: forse è stata messa un po' troppa "carne a fuoco" verso la fine, quando in realtà bastava qualcosa in meno per far strappare un sorriso di approvazione allo spettatore, ma del resto c'è da aspettarselo e probabilmente quel punto sarà importante per le future serie (e/o film).
In conclusione, direi che questo film VA visto se le serie precedenti vi sono piaciute. Un'ultima cosa per tranquillizzarvi: non temete, in questo film non troverete niente di simile all'"Endless Eight"!