Black Lagoon: Roberta's Blood Trail
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Un'approfondimento decisamente inquietante, duro, crudo, spietato e crudele. Una vicenda nella vicenda che si sviluppa a poco a poco, ma che cattura inevitabilmente l'attenzione dello spettatore e lo induce a porsi delle domande in merito alla stessa e lo mette nella posizione di immedesimarsi nella storia stessa per meglio comprenderla dal punto di vista dei personaggi, i quali non smettono di sorprendere con i loro ragionamenti, riflessioni e cambiamenti di atteggiamento e comportamento. Quindi gli stessi dimostrano di fare enormi salti di qualità dal punto di vista psicologico e dimostrando un lato latente e nascosto del proprio carattere che qui trova la sua massima espressione e si sprigiona in una violenza ancora più cruda ed efferata portata al limite; sia i vecchi che i nuovi personaggi vengono approfonditi in un modo molto netto e questo apporta dei cambiamenti molto pesanti nella trama, grazie anche ai numerosi flashback che raccontano il loro passato; la suspense e tensione vengono notevolmente ampliati e culmina con i combattimenti violenti, ma anche con le esecuzioni stile assassino furtivo che danno alla vicenda una componente più macabra e spaventosa.
A tutto ciò si aggiungono i dialoghi tra i personaggi che rafforzano questa atmosfera fatta di sparatorie, esecuzioni e torture, alla fine delle quali però riemerge l'umanità dei personaggi che si pensava fosse stata distrutta e annientata, specie in Roberta, lasciandoci quindi il messaggio, ovvero che il fatto di aver subito un trauma non riporta indietro chi o cosa abbiamo perso, ma bensì che bisogna guardare avanti e che la vendetta non ripaga quasi mai. La grafica è ben impostata; bisogna dire che i produttori non hanno apportato modifiche sostanziali, segno che il brand funziona dalla prima stagione. Anche la colonna sonora è rimasta invariata ed anzi costituisce un buon sottofondo per le vicende.
Un consiglio a parte: non guardate il doppiaggio italiano, perché questa volta hanno combinato un disastro; casomai guardate in lingua originale con sottotitoli. Ecco perché ho dovuto togliere 1,5 punti, quando avrei dato volentieri il 10 a questa miniserie del brand così come l'ho dato alla prima stagione.
Un'approfondimento decisamente inquietante, duro, crudo, spietato e crudele. Una vicenda nella vicenda che si sviluppa a poco a poco, ma che cattura inevitabilmente l'attenzione dello spettatore e lo induce a porsi delle domande in merito alla stessa e lo mette nella posizione di immedesimarsi nella storia stessa per meglio comprenderla dal punto di vista dei personaggi, i quali non smettono di sorprendere con i loro ragionamenti, riflessioni e cambiamenti di atteggiamento e comportamento. Quindi gli stessi dimostrano di fare enormi salti di qualità dal punto di vista psicologico e dimostrando un lato latente e nascosto del proprio carattere che qui trova la sua massima espressione e si sprigiona in una violenza ancora più cruda ed efferata portata al limite; sia i vecchi che i nuovi personaggi vengono approfonditi in un modo molto netto e questo apporta dei cambiamenti molto pesanti nella trama, grazie anche ai numerosi flashback che raccontano il loro passato; la suspense e tensione vengono notevolmente ampliati e culmina con i combattimenti violenti, ma anche con le esecuzioni stile assassino furtivo che danno alla vicenda una componente più macabra e spaventosa.
A tutto ciò si aggiungono i dialoghi tra i personaggi che rafforzano questa atmosfera fatta di sparatorie, esecuzioni e torture, alla fine delle quali però riemerge l'umanità dei personaggi che si pensava fosse stata distrutta e annientata, specie in Roberta, lasciandoci quindi il messaggio, ovvero che il fatto di aver subito un trauma non riporta indietro chi o cosa abbiamo perso, ma bensì che bisogna guardare avanti e che la vendetta non ripaga quasi mai. La grafica è ben impostata; bisogna dire che i produttori non hanno apportato modifiche sostanziali, segno che il brand funziona dalla prima stagione. Anche la colonna sonora è rimasta invariata ed anzi costituisce un buon sottofondo per le vicende.
Un consiglio a parte: non guardate il doppiaggio italiano, perché questa volta hanno combinato un disastro; casomai guardate in lingua originale con sottotitoli. Ecco perché ho dovuto togliere 1,5 punti, quando avrei dato volentieri il 10 a questa miniserie del brand così come l'ho dato alla prima stagione.
Eccoci arrivati al pezzo forte di tutta le serie, a mio parere.
Dato che l'autore di "Black Lagoon" ha deciso di adorare il modus operandi lavorativo di Kentaro Miura, invece di una serie intera, ad oggi ci sono arrivati solo questi cinque OAV, che rappresentano, secondo me, il punto più alto raggiunto da questa serie fino ad adesso, un punto che personalmente mi ha lasciato con l'acquolina alla bocca in attesa di quello che verrà in seguito.
L'inizio di questa miniserie, che porta a compimento tutta la preparazione eseguita nella serie precedente, si apre con un Rock molto più tenebroso rispetto a prima. Alla fine della serie precedente, il giovane ha fallito nel suo intento idealistico di salvare Yukio Washimine dalla ''maledizione della malavita'', la quale si è suicidata davanti a lui dopo essersi resa conto di ciò che era diventata. I membri della Lagoon, in particolare Revy, si rivelano essere molto preoccupati per lui, preoccupati per quello che Rock deciderà di fare.
Nel frattempo, veniamo a conoscenza che il padre di Garcia Lovelace, che abbiamo già visto nella prima serie, viene assassinato con una bomba durante un comizio. Tale avvenimento distruggerà il piccolo ragazzino e scatenerà in Roberta, senza dubbio la star della serie insieme a Rock, una furia omicida incontrollabile. A causa dell'attentato, del grande affetto che prova per Garcia e dell'insostenibile fardello di rimorsi e disillusione che si porta dietro da quando ha gettato le armi, Roberta si imbarcherà in una spietata ricerca di vendetta, ritornando ad essere ''Il Mastino'', ovvero la parte del suo passato che aveva giurato di gettarsi alle spalle per sempre. Alla lontana, tale fasto ricorda addirittura "Kill Bill", ed essendo i "Kill Bill" i miei film preferiti di sempre, non ho potuto far altro che amare troppo tutto questo, considerando che già prima adoravo il personaggio di Roberta.
Il secondo ed ultimo risvolto narrativo che ho adorato è stata l'evoluzione del personaggio di Rock. Segnato dal suo fallimento e, di seguito, dallo scontro verbale che avrà con il Signor Chang, si ritroverà a dover confrontarsi con una durissima scelta: mantenere il suo essere puramente idealista oppure scendere nella parte più oscura del crepuscolo, commettere atti disdicevoli per salvare delle persone e riportarle sulla retta via, realizzare quella speranza di aiutare gli altri con qualunque mezzo necessario. Tale opzione farà parecchia paura a Rock, e soprattutto a Revy.
Questo ottimo intreccio sale ulteriormente di livello grazie all'introduzione dell'ottimo personaggio di Fabiola e degli approfondimenti ulteriori su Roberta, sul passato di Revy e sulla lotta interiore di Rock, il quale inizia ad essere ai ferri corti non solo con Balalaika, ma anche con il Signor Chang, che diventa il suo antagonista morale.
Insomma, abbiamo un lato trama e personaggi che diventa incredibilmente appassionante, significativo e coinvolgente.
Lato tecnico, ancora una volta, rimane invariato.
Che dire... Quest'opera non fa altro che migliorare sempre di più, diventando sempre più grigia ed intricata nelle scelte che i personaggi devono compiere.
Purtroppo, gigantesco purtroppo, è che ad oggi, dopo letteralmente un decennio dall'uscita di questi OAV, il manga è andato avanti di solamente due volumi, con l'autore che si diverte a fare il Togashi della situazione tirando e mollando l'opera, facendo addirittura altri manga nel mezzo e rilasciando un volume ogni passaggio della Cometa di Halley.
La paura che l'opera venga lasciata incompleta e molto alta, ma io spero di vedere altri sviluppi e, infinite, di vederla finita.
Dato che l'autore di "Black Lagoon" ha deciso di adorare il modus operandi lavorativo di Kentaro Miura, invece di una serie intera, ad oggi ci sono arrivati solo questi cinque OAV, che rappresentano, secondo me, il punto più alto raggiunto da questa serie fino ad adesso, un punto che personalmente mi ha lasciato con l'acquolina alla bocca in attesa di quello che verrà in seguito.
L'inizio di questa miniserie, che porta a compimento tutta la preparazione eseguita nella serie precedente, si apre con un Rock molto più tenebroso rispetto a prima. Alla fine della serie precedente, il giovane ha fallito nel suo intento idealistico di salvare Yukio Washimine dalla ''maledizione della malavita'', la quale si è suicidata davanti a lui dopo essersi resa conto di ciò che era diventata. I membri della Lagoon, in particolare Revy, si rivelano essere molto preoccupati per lui, preoccupati per quello che Rock deciderà di fare.
Nel frattempo, veniamo a conoscenza che il padre di Garcia Lovelace, che abbiamo già visto nella prima serie, viene assassinato con una bomba durante un comizio. Tale avvenimento distruggerà il piccolo ragazzino e scatenerà in Roberta, senza dubbio la star della serie insieme a Rock, una furia omicida incontrollabile. A causa dell'attentato, del grande affetto che prova per Garcia e dell'insostenibile fardello di rimorsi e disillusione che si porta dietro da quando ha gettato le armi, Roberta si imbarcherà in una spietata ricerca di vendetta, ritornando ad essere ''Il Mastino'', ovvero la parte del suo passato che aveva giurato di gettarsi alle spalle per sempre. Alla lontana, tale fasto ricorda addirittura "Kill Bill", ed essendo i "Kill Bill" i miei film preferiti di sempre, non ho potuto far altro che amare troppo tutto questo, considerando che già prima adoravo il personaggio di Roberta.
Il secondo ed ultimo risvolto narrativo che ho adorato è stata l'evoluzione del personaggio di Rock. Segnato dal suo fallimento e, di seguito, dallo scontro verbale che avrà con il Signor Chang, si ritroverà a dover confrontarsi con una durissima scelta: mantenere il suo essere puramente idealista oppure scendere nella parte più oscura del crepuscolo, commettere atti disdicevoli per salvare delle persone e riportarle sulla retta via, realizzare quella speranza di aiutare gli altri con qualunque mezzo necessario. Tale opzione farà parecchia paura a Rock, e soprattutto a Revy.
Questo ottimo intreccio sale ulteriormente di livello grazie all'introduzione dell'ottimo personaggio di Fabiola e degli approfondimenti ulteriori su Roberta, sul passato di Revy e sulla lotta interiore di Rock, il quale inizia ad essere ai ferri corti non solo con Balalaika, ma anche con il Signor Chang, che diventa il suo antagonista morale.
Insomma, abbiamo un lato trama e personaggi che diventa incredibilmente appassionante, significativo e coinvolgente.
Lato tecnico, ancora una volta, rimane invariato.
Che dire... Quest'opera non fa altro che migliorare sempre di più, diventando sempre più grigia ed intricata nelle scelte che i personaggi devono compiere.
Purtroppo, gigantesco purtroppo, è che ad oggi, dopo letteralmente un decennio dall'uscita di questi OAV, il manga è andato avanti di solamente due volumi, con l'autore che si diverte a fare il Togashi della situazione tirando e mollando l'opera, facendo addirittura altri manga nel mezzo e rilasciando un volume ogni passaggio della Cometa di Halley.
La paura che l'opera venga lasciata incompleta e molto alta, ma io spero di vedere altri sviluppi e, infinite, di vederla finita.
Praticamente è un lungometraggio diviso in cinque parti incentrato su Roberta. Le animazioni sono il pezzo forte di questo film, fluide come solo Madhouse sa fare. Purtroppo il regista non riesce a rendere una trama complessa come questa in due ore e mezza, le spiegazioni sono striminzite, vengono tagliate parti importanti senza motivo, rendendo alcune azioni assolutamente innaturali (i genieri dell'NSA); i ragionamenti di Rock e Chang diventano così posticci e vaghi, tanto da dover prendere in mano il manga per capire che cosa sta succedendo davvero. Dopo la lettura la comprensione migliora, ma la parte che riguarda Rock resta comunque non plausibile.
Alla fine questa lunga storia su Roberta si rivela di qualità minore rispetto a quelle narrate nel "First" e "Second Barrage". Non rimane che rifarci gli occhi con sparatorie mozzafiato e un finale che, staccandosi dalla storia originale, fa pagare a Roberta, per quanto 'fighissima' sia, un giusto prezzo per aver pensato di sfidare da sola un plotone di soldati professionisti.
Alla fine questa lunga storia su Roberta si rivela di qualità minore rispetto a quelle narrate nel "First" e "Second Barrage". Non rimane che rifarci gli occhi con sparatorie mozzafiato e un finale che, staccandosi dalla storia originale, fa pagare a Roberta, per quanto 'fighissima' sia, un giusto prezzo per aver pensato di sfidare da sola un plotone di soldati professionisti.
Dopo quattro anni dalla fine della serie tv, gli autori realizzano questa breve serie di oav che è il vero e proprio continuato della serie tv. Questi cinque episodi compongono un unico arco narrativo che vede il ritorno de "El Mastino de Florencia" in cerca di vendetta. La storia inizia con la morte del capo della famiglia Lovelace in un attentato dinamitardo. Questo evento risveglia in Roberta la sua vecchia furia omicida spingendola ad abbandonare il suo amato signorino per dare la caccia agli autori dell'attentato. Si lascia una scia di morti per tutto il Sud America finendo per arrivare ancora una volta a Roanapur. Ma non è la sola ad essere arrivata in questa città. Il giovane Garcia, scoperte le sue intenzioni, decide di seguirla e chiede aiuto a Rock e soci per trovare Roberta prima che sia troppo tardi. Inizia così una vera e propria guerra senza quartiere, che vede un Mastino completamente fuori di testa combattere contro gli autori dall'attentato, le varie organizzazioni mafiose della città e perfino la Lagoon Company. E in mezzo a tutto questo inizia una specie di partita a scacchi tra Rock e Mr. Chang che ha come palio il futuro dell'intera Roanapur. La storia è abbastanza avvincente e, come si può dedurre dal titolo, è incentrata principalmente sul personaggio di Roberta e la sua discesa in una spirale di sofferenza e furia omicida che la porteranno ad essere di nuovo la spietata macchina da guerra che aveva giurato di non essere mai più.
Il racconto inizia come un'indagine, ma ben presto si trasforma in un vero e proprio massacro, riuscendo a raggiungere gli stessi abissi di follia della parte dei gemelli vampiri. Ma nonostante tutto la vera rivelazione della serie è il personaggio di Rock. All'inizio sembra apatico e malinconico, oppresso dagli avvenimenti accaduti in Giappone (alla fine della seconda stagione), per poi trasformarsi lentamente in un manipolatore spietato, che sembra controllare le azioni dei vari personaggi come se fossero delle pedine pedine sacrificabili, arrivando persino a sfruttare un bambino pur di raggiungere il suo scopo. Sembra quasi irriconoscibile rispetto a quando è approdato in questo mondo. Roanapur sta iniziando ad entrargli nelle viscere, ma la cosa non gli piace e tenta di cambiare la città stessa, anche a costo di venire a compromessi con la sua coscienza. Finisce per somigliare sempre di più a Revy, cosa che alla ragazza non fa per niente piacere. Questa formula narrativa che ha come fulcro Roberta lascia però poco spazio i personaggi della serie tv e, mentre Revy assume un ruolo secondario, Dutch e Benny finiscono per diventare delle mere comparse. Dal lato tecnico viene mantenuta la stessa qualità degli episodi precedenti. Roberta's Blood Trail è una breve serie ricca di scene d'azione, sparatorie e sangue a più non posso. Se vi è piaciuta la serie tv, vi consiglio di darci un'occhiata.
Il racconto inizia come un'indagine, ma ben presto si trasforma in un vero e proprio massacro, riuscendo a raggiungere gli stessi abissi di follia della parte dei gemelli vampiri. Ma nonostante tutto la vera rivelazione della serie è il personaggio di Rock. All'inizio sembra apatico e malinconico, oppresso dagli avvenimenti accaduti in Giappone (alla fine della seconda stagione), per poi trasformarsi lentamente in un manipolatore spietato, che sembra controllare le azioni dei vari personaggi come se fossero delle pedine pedine sacrificabili, arrivando persino a sfruttare un bambino pur di raggiungere il suo scopo. Sembra quasi irriconoscibile rispetto a quando è approdato in questo mondo. Roanapur sta iniziando ad entrargli nelle viscere, ma la cosa non gli piace e tenta di cambiare la città stessa, anche a costo di venire a compromessi con la sua coscienza. Finisce per somigliare sempre di più a Revy, cosa che alla ragazza non fa per niente piacere. Questa formula narrativa che ha come fulcro Roberta lascia però poco spazio i personaggi della serie tv e, mentre Revy assume un ruolo secondario, Dutch e Benny finiscono per diventare delle mere comparse. Dal lato tecnico viene mantenuta la stessa qualità degli episodi precedenti. Roberta's Blood Trail è una breve serie ricca di scene d'azione, sparatorie e sangue a più non posso. Se vi è piaciuta la serie tv, vi consiglio di darci un'occhiata.
Vorrei tanto piangere!
Sono un fan accanito di Black Lagoon ed ho visto le due serie in italiano, non che disprezzi quelle sub tanto adorate dalla maggior parte di voi, ma sinceramente potendo scegliere preferisco le versioni doppiate in italiano. La prima serie mi ha rapito, la seconda mi ha fatto innamorare...ma in questa mini serie di 5 oav c'è un problema ENORME...il doppiaggio italiano...che italiano non è...non sono certo al cento per cento, ma credo siano francesi...un disastro...non solo hanno fatto realizzare il doppiaggio italiano a doppiatori non italiani...ma credo abbiano reclutato il peggio del peggio...vi assicuro che se prendete un gruppo di bambini delle elementari e gli date i copioni, realizzano un lavoro di gran lunga migliore. E' difficile spiegare quanto il doppiaggio sia ridicolo, pietoso, mostruosamente osceno...e continuerei con termini più coloriti, ma voglio evitare. Non solo il doppiaggio è penoso, ma la scelta dell'abbinamento voce/personaggio è a mio avviso totalmente sbagliata...Dutch è un'armadio di negrone perdonatemi il termine "cazzuto" che aveva un signor doppiatore e quello di adesso ha una voce imbarazzante, assolutamente non adatta; per non parlare di Revy...era meravigliosamente doppiata da Perla Liberatori e adesso invece ha la voce di una 70enne...Eda...anche qui...scordatevi Pinella Dragani...e così per tutti gli altri personaggi. Devo dire che difficilmente in Italia assistiamo a bei lavori di doppiaggio in tema di anime...(vi risparmio la filippica sugli anime trattati come fossero Teletubbies o PeppaPig) ma con Black Lagoon avevano fatto centro; peccato rovinare un bel lavoro.
Perdonatemi se sto incentrando tutta la recensione sul doppiaggio ma per me è fondamentale...immaginate Brad Pitt doppiato da Massimo Boldi.
Per quanto riguarda invece il character design come i colori e le musiche e la storia, non posso dire nulla di male...la MadHouse ha rifatto centro. Ovviamente, lo si capisce già dal nome, la storia non è incentrata sulla Black Lagoon Company ma su Roberta...o meglio una caccia all'uomo che vede Roberta al centro di tutto. Per chi come me è stato rapito dalla Revy della prima e della seconda serie...vederla in questa è un piacere, sempre più sexy. I 5 oav sono collegati tra loro da un filo conduttore, la caccia a Roberta e...e qui mi fermo vorrei evitare di spoilerare tutto...anche se la serie ha già 4 anni.
Voto 5 l'avrete capito, per il doppiaggio in italiano.
Voterei 8 per l'anime se lo vedessi in jap o meglio ancora ma non l'ho trovato in inglese.
Sono un fan accanito di Black Lagoon ed ho visto le due serie in italiano, non che disprezzi quelle sub tanto adorate dalla maggior parte di voi, ma sinceramente potendo scegliere preferisco le versioni doppiate in italiano. La prima serie mi ha rapito, la seconda mi ha fatto innamorare...ma in questa mini serie di 5 oav c'è un problema ENORME...il doppiaggio italiano...che italiano non è...non sono certo al cento per cento, ma credo siano francesi...un disastro...non solo hanno fatto realizzare il doppiaggio italiano a doppiatori non italiani...ma credo abbiano reclutato il peggio del peggio...vi assicuro che se prendete un gruppo di bambini delle elementari e gli date i copioni, realizzano un lavoro di gran lunga migliore. E' difficile spiegare quanto il doppiaggio sia ridicolo, pietoso, mostruosamente osceno...e continuerei con termini più coloriti, ma voglio evitare. Non solo il doppiaggio è penoso, ma la scelta dell'abbinamento voce/personaggio è a mio avviso totalmente sbagliata...Dutch è un'armadio di negrone perdonatemi il termine "cazzuto" che aveva un signor doppiatore e quello di adesso ha una voce imbarazzante, assolutamente non adatta; per non parlare di Revy...era meravigliosamente doppiata da Perla Liberatori e adesso invece ha la voce di una 70enne...Eda...anche qui...scordatevi Pinella Dragani...e così per tutti gli altri personaggi. Devo dire che difficilmente in Italia assistiamo a bei lavori di doppiaggio in tema di anime...(vi risparmio la filippica sugli anime trattati come fossero Teletubbies o PeppaPig) ma con Black Lagoon avevano fatto centro; peccato rovinare un bel lavoro.
Perdonatemi se sto incentrando tutta la recensione sul doppiaggio ma per me è fondamentale...immaginate Brad Pitt doppiato da Massimo Boldi.
Per quanto riguarda invece il character design come i colori e le musiche e la storia, non posso dire nulla di male...la MadHouse ha rifatto centro. Ovviamente, lo si capisce già dal nome, la storia non è incentrata sulla Black Lagoon Company ma su Roberta...o meglio una caccia all'uomo che vede Roberta al centro di tutto. Per chi come me è stato rapito dalla Revy della prima e della seconda serie...vederla in questa è un piacere, sempre più sexy. I 5 oav sono collegati tra loro da un filo conduttore, la caccia a Roberta e...e qui mi fermo vorrei evitare di spoilerare tutto...anche se la serie ha già 4 anni.
Voto 5 l'avrete capito, per il doppiaggio in italiano.
Voterei 8 per l'anime se lo vedessi in jap o meglio ancora ma non l'ho trovato in inglese.
Torna la Black Lagoon! E, se da un lato posso festeggiare, dall'altro però rimango (in parte) insoddisfatto, seppur con il sorriso sulle labbra.
Il titolo più adeguato di questo "Roberta's Blood Trail" sarebbe potuto essere benissimo "Roanapur Rock n' Rolla" o simili, tanto questo capitolo mi ha ricordato alcuni film action usciti negli anni recenti a opera di registi come Guy Ritchie, per esempio, dove la componente personale ed intima dei personaggi è completamente sacrificata all'ingranaggio della storia, alla creazione della meccanica degli eventi e alla sua risoluzione finale a ingranaggio, con tanto di inganni e sotterfugi da "mala metropolitana" che non guardano in faccia a nessuno.
E' cosi anche in questo RBT, quando il giovane Garcia Lovelace si reca a Roanapur a incontrare la Lagoon Company: suo padre è stato ucciso in un attentato da alcuni agenti segreti USA, e Roberta, "il Mastino", saputo che questi ultimi si trovano proprio a Roanapur per una missione, è partita alla volta della città assetata di vendetta, per intercettare e distruggere gli americani e tutti coloro che oseranno intralciarla. Inutile dirlo, il suo arrivo, congiunto alla presenza dell'esercito USA, scatena la guerra per il controllo del territorio tra tutte le fazioni che abbiamo conosciuto nelle serie precedenti, trascinando la Lagoon e in particolare Rock, al quale viene chiesto da Garcia di ritrovare Roberta viva, e tutta la città, in una caccia all'uomo senza precedenti.
Come sempre, buono il lavoro della Madhouse, con un character design non sempre coerente, ma con sfondi, luci, colori e animazioni quasi noir, con insegne luminose di sfavillanti hotel che si alternano al buio di vicoli e strade fatiscenti, degne di Black Lagoon.
Ma ciò che balza subito all'occhio è il tono della storia: un balletto selvaggio e pulp, una caccia all'uomo, una guerra senza quartiere, ora al limite della fantascienza, ora al limite tra mafie e gangster, che affoga in bagno di sangue. Oltre a questo però, i cinque OAV di cui si compone la serie risultano, alla fine, piuttosto innocui. Perché dico questo?
Perché gli spunti da cui tra origine la serie, a livello della storia, sarebbero anche azzeccati, ma non sono sviluppati: assistiamo a un rientro in scena di Rock, dapprima inebetito e malinconico ospite di questo angolo dimenticato di mondo, sino alla sua trasformazione in grande manipolatore spietato e a sangue freddo; Roanapur gli è entrata nelle viscere (o almeno ha iniziato a farlo) e il timido impiegato giapponese incomincia a dare pericolose avvisaglie di compromessi con la propria coscienza, compromessi che lo spingono a imbarcarsi in una sorta di "guerra solitaria" per mettere alla prova la propria inevitabile trasformazione per sopravvivere in quello scenario di miseria, guerra e soprusi. Anche Revy gli diviene praticamente indifferente, e i due si rivolgeranno ben poco parola durante gli OAV, portando curiosamente i loro atteggiamenti ad assomigliarsi sempre di più. Una novità, direte voi, uno sviluppo, penseranno altri.
L'unico problema è che questa "trasformazione", seppur non comportando nessuna azione o vicenda degna di particolare rilievo, toglie spazio, e tantissimo , a Revy e al rapporto tra i due, che, manco a dirlo, sarebbe il fulcro centrale della serie, almeno a mio parere: due persone traumatizzate, provenienti da esperienze di vita agli antipodi, l'una che addirittura si dichiara già morta e senza speranza, eppure sottilmente e inevitabilmente attratte. Come andrà a finire? Ecco, a RBT questo non interessa affatto, purtroppo.
La nostra Two Hands viene tristemente "messa ai margini", e cristallizzata nel suo ruolo di spietata macchina di morte senza anima né cuore. Si badi bene, quando Revy parla del suo passato (e, cosa assai rara, stavolta un pochino lo farà davvero) è sincera e in linea con il personaggio, ma quei momenti terribili e che colpiscono al cuore, che potevano essere un piccolo avanzamento della storia del suo personaggio vengono però sciupati, forse anche volontariamente.
Lo spazio è tutto riservato all'azione, al gioco corale, alla messinscena: sembra di assistere a uno spettacolo cinematografico che, nel tentativo di coinvolgere tutte le guest star comprese, dà qualcosa e toglie a tutti qualcosa d'altro, come "Expendables" di Stallone per farci un esempio.
Per concludere, RBT è un discreto prodotto, che si lascia vedere bene e velocemente, di qualità sicuramente superiore a tante squallide produzioni fan-service che inondano il mercato. E' duro, freddo e amorale, senza se e senza ma, così come "Black Lagoon" pretende di essere.
Ma non è il prodotto che, chi segue questa serie, si sarebbe voluto aspettare: si inserisce nella story line come uno spin-off, piuttosto che esserne un seguito, del quale forse non è neppure indispensabile avere preso visione o conoscenza.
Avendo visto ciò di cui Hiroe e Madhouse sono capaci, quando l'obiettivo è un prodotto ricco visivamente ma anche complesso dal punto di vista narrativo, RBT suona come un prodotto di consumo spicciolo e superfluo. E dico questo considerando anche che il soggetto che dà il titolo alla storia è quanto di più deviante possibile: la nostra cameriera Roberta farà sì strage dei suoi nemici, ma senza avere neppure il terribile pretesto che aveva (per esempio) un John Rambo tornato negli USA, quando si trovava ad affrontare la malvagità e la ferocia spietata di coloro per difendere i quali aveva combattuto in Vietnam.
Insomma, non c'è l'insufficienza, ma ci aspettiamo di rivedere in azione e presto il "Black Lagoon" principale, senza indugiare troppo in vicende come queste, più legate al "commercio" piuttosto che alla storia.
Da tenere in considerazione come anche il resto della Lagoon stia praticamente ai margini di RBT, in attesa di tempi migliori.
Se poi queste sono le vicende attuali del manga, così come pare, che però il sottoscritto non ha ancora letto, il discorso rimane lo stesso.
Il titolo più adeguato di questo "Roberta's Blood Trail" sarebbe potuto essere benissimo "Roanapur Rock n' Rolla" o simili, tanto questo capitolo mi ha ricordato alcuni film action usciti negli anni recenti a opera di registi come Guy Ritchie, per esempio, dove la componente personale ed intima dei personaggi è completamente sacrificata all'ingranaggio della storia, alla creazione della meccanica degli eventi e alla sua risoluzione finale a ingranaggio, con tanto di inganni e sotterfugi da "mala metropolitana" che non guardano in faccia a nessuno.
E' cosi anche in questo RBT, quando il giovane Garcia Lovelace si reca a Roanapur a incontrare la Lagoon Company: suo padre è stato ucciso in un attentato da alcuni agenti segreti USA, e Roberta, "il Mastino", saputo che questi ultimi si trovano proprio a Roanapur per una missione, è partita alla volta della città assetata di vendetta, per intercettare e distruggere gli americani e tutti coloro che oseranno intralciarla. Inutile dirlo, il suo arrivo, congiunto alla presenza dell'esercito USA, scatena la guerra per il controllo del territorio tra tutte le fazioni che abbiamo conosciuto nelle serie precedenti, trascinando la Lagoon e in particolare Rock, al quale viene chiesto da Garcia di ritrovare Roberta viva, e tutta la città, in una caccia all'uomo senza precedenti.
Come sempre, buono il lavoro della Madhouse, con un character design non sempre coerente, ma con sfondi, luci, colori e animazioni quasi noir, con insegne luminose di sfavillanti hotel che si alternano al buio di vicoli e strade fatiscenti, degne di Black Lagoon.
Ma ciò che balza subito all'occhio è il tono della storia: un balletto selvaggio e pulp, una caccia all'uomo, una guerra senza quartiere, ora al limite della fantascienza, ora al limite tra mafie e gangster, che affoga in bagno di sangue. Oltre a questo però, i cinque OAV di cui si compone la serie risultano, alla fine, piuttosto innocui. Perché dico questo?
Perché gli spunti da cui tra origine la serie, a livello della storia, sarebbero anche azzeccati, ma non sono sviluppati: assistiamo a un rientro in scena di Rock, dapprima inebetito e malinconico ospite di questo angolo dimenticato di mondo, sino alla sua trasformazione in grande manipolatore spietato e a sangue freddo; Roanapur gli è entrata nelle viscere (o almeno ha iniziato a farlo) e il timido impiegato giapponese incomincia a dare pericolose avvisaglie di compromessi con la propria coscienza, compromessi che lo spingono a imbarcarsi in una sorta di "guerra solitaria" per mettere alla prova la propria inevitabile trasformazione per sopravvivere in quello scenario di miseria, guerra e soprusi. Anche Revy gli diviene praticamente indifferente, e i due si rivolgeranno ben poco parola durante gli OAV, portando curiosamente i loro atteggiamenti ad assomigliarsi sempre di più. Una novità, direte voi, uno sviluppo, penseranno altri.
L'unico problema è che questa "trasformazione", seppur non comportando nessuna azione o vicenda degna di particolare rilievo, toglie spazio, e tantissimo , a Revy e al rapporto tra i due, che, manco a dirlo, sarebbe il fulcro centrale della serie, almeno a mio parere: due persone traumatizzate, provenienti da esperienze di vita agli antipodi, l'una che addirittura si dichiara già morta e senza speranza, eppure sottilmente e inevitabilmente attratte. Come andrà a finire? Ecco, a RBT questo non interessa affatto, purtroppo.
La nostra Two Hands viene tristemente "messa ai margini", e cristallizzata nel suo ruolo di spietata macchina di morte senza anima né cuore. Si badi bene, quando Revy parla del suo passato (e, cosa assai rara, stavolta un pochino lo farà davvero) è sincera e in linea con il personaggio, ma quei momenti terribili e che colpiscono al cuore, che potevano essere un piccolo avanzamento della storia del suo personaggio vengono però sciupati, forse anche volontariamente.
Lo spazio è tutto riservato all'azione, al gioco corale, alla messinscena: sembra di assistere a uno spettacolo cinematografico che, nel tentativo di coinvolgere tutte le guest star comprese, dà qualcosa e toglie a tutti qualcosa d'altro, come "Expendables" di Stallone per farci un esempio.
Per concludere, RBT è un discreto prodotto, che si lascia vedere bene e velocemente, di qualità sicuramente superiore a tante squallide produzioni fan-service che inondano il mercato. E' duro, freddo e amorale, senza se e senza ma, così come "Black Lagoon" pretende di essere.
Ma non è il prodotto che, chi segue questa serie, si sarebbe voluto aspettare: si inserisce nella story line come uno spin-off, piuttosto che esserne un seguito, del quale forse non è neppure indispensabile avere preso visione o conoscenza.
Avendo visto ciò di cui Hiroe e Madhouse sono capaci, quando l'obiettivo è un prodotto ricco visivamente ma anche complesso dal punto di vista narrativo, RBT suona come un prodotto di consumo spicciolo e superfluo. E dico questo considerando anche che il soggetto che dà il titolo alla storia è quanto di più deviante possibile: la nostra cameriera Roberta farà sì strage dei suoi nemici, ma senza avere neppure il terribile pretesto che aveva (per esempio) un John Rambo tornato negli USA, quando si trovava ad affrontare la malvagità e la ferocia spietata di coloro per difendere i quali aveva combattuto in Vietnam.
Insomma, non c'è l'insufficienza, ma ci aspettiamo di rivedere in azione e presto il "Black Lagoon" principale, senza indugiare troppo in vicende come queste, più legate al "commercio" piuttosto che alla storia.
Da tenere in considerazione come anche il resto della Lagoon stia praticamente ai margini di RBT, in attesa di tempi migliori.
Se poi queste sono le vicende attuali del manga, così come pare, che però il sottoscritto non ha ancora letto, il discorso rimane lo stesso.
Una delle serie più acclamate di tutti i tempi è di sicuro "Black Lagoon". Dopo le prime due serie sbarca tutta per noi una terza serie OAV, costituita da 5 episodi di 30 minuti circa ciascuno.
Consiglio vivamente di guardare le prime due serie prima di guardare quest'ultima. La storia ricomincia dallo stesso punto dove ci aveva lasciati la seconda serie. L'unica preoccupazione della famosa Lagoon Company, composta da stimati mercenari e trafficanti, di cui fanno parte Revy, Lenny, Dutch e Rock, è fare soldi in una città spietata come Roanapur (una grande città affacciata sul mare e che funge da porto). In questi OAV, essi rivedono una vecchia rivale che darà loro parecchio filo da torcere, ossia Roberta. E qui finisco, non vorrei scrivere qualche spoiler indesiderato, lascio a voi scoprire il come e il perché.
Graficamente "Black Lagoon: Roberta's blood trail" non è assolutamente uno degli anime più dettagliati della storia dell'umanità, però secondo me è più che apprezzabile. Dettagli, colori e disegni fanno tutti quanti la loro parte in questa serie come nelle precedenti, i personaggi sono molto caratterizzati, partendo dal lungo vestito di Roberta da cameriera fino ad arrivare al look estremo di Revy e di Dutch.
Noteremo assolutamente discreti cambiamenti di comportamento degli stessi personaggi dalla seconda serie a questa qui, faccio un esempio banale: Rock, timido e riflessivo, tende ad avere un comportamento basato su quello di Revy, scontroso e menefreghista. Questo ad alcuni spettatori e appassionati potrà non piacere, ma personalmente trovo questo cambiamento indispensabile per Rock per riuscire a sopravvivere a Roanapur e quindi ha adottato un carattere un po' più forte rispetto a come era prima.
Le voci sono perfettamente collocate dove dovrebbero stare, ogni personaggio ha un voce che lo caratterizza, ascoltando anche il modo in cui i personaggi parlano, non solo il suono, si riesce subito a capire con che tipo di persona abbiamo a che fare e la colonna sonora si intona perfettamente con il genere della serie.
Giudizio personale: alcuni lo potranno vedere di cattivo occhio, ma per me questa serie OAV è stata di gran lunga appassionante. E diciamocelo: "Black Lagoon" è sempre "Black Lagoon".
Consiglio vivamente di guardare le prime due serie prima di guardare quest'ultima. La storia ricomincia dallo stesso punto dove ci aveva lasciati la seconda serie. L'unica preoccupazione della famosa Lagoon Company, composta da stimati mercenari e trafficanti, di cui fanno parte Revy, Lenny, Dutch e Rock, è fare soldi in una città spietata come Roanapur (una grande città affacciata sul mare e che funge da porto). In questi OAV, essi rivedono una vecchia rivale che darà loro parecchio filo da torcere, ossia Roberta. E qui finisco, non vorrei scrivere qualche spoiler indesiderato, lascio a voi scoprire il come e il perché.
Graficamente "Black Lagoon: Roberta's blood trail" non è assolutamente uno degli anime più dettagliati della storia dell'umanità, però secondo me è più che apprezzabile. Dettagli, colori e disegni fanno tutti quanti la loro parte in questa serie come nelle precedenti, i personaggi sono molto caratterizzati, partendo dal lungo vestito di Roberta da cameriera fino ad arrivare al look estremo di Revy e di Dutch.
Noteremo assolutamente discreti cambiamenti di comportamento degli stessi personaggi dalla seconda serie a questa qui, faccio un esempio banale: Rock, timido e riflessivo, tende ad avere un comportamento basato su quello di Revy, scontroso e menefreghista. Questo ad alcuni spettatori e appassionati potrà non piacere, ma personalmente trovo questo cambiamento indispensabile per Rock per riuscire a sopravvivere a Roanapur e quindi ha adottato un carattere un po' più forte rispetto a come era prima.
Le voci sono perfettamente collocate dove dovrebbero stare, ogni personaggio ha un voce che lo caratterizza, ascoltando anche il modo in cui i personaggi parlano, non solo il suono, si riesce subito a capire con che tipo di persona abbiamo a che fare e la colonna sonora si intona perfettamente con il genere della serie.
Giudizio personale: alcuni lo potranno vedere di cattivo occhio, ma per me questa serie OAV è stata di gran lunga appassionante. E diciamocelo: "Black Lagoon" è sempre "Black Lagoon".
Ciclo di 5 OAV editi nel 2010, "Roberta's blood trail" rappresenta la terza trasposizione animata di 'Black Lagoon', collocandosi cronologicamente immediatamente dopo quanto accaduto nel finale della seconda stagione.
La vicenda inizia quando il capo della famiglia Lovelace, coinvolto in un attentato dinamitardo, perde tragicamente la vita, dando il la ancora una volta all'inarrestabile furia omicida del Mastino di Florencia, che, non esitando, abbandonerà persino il proprio amato signorino Garcia pur di potere iniziare a dare la caccia agli organizzatori della strage. Si apre così uno scontro senza quartiere, che condurrà la domestica nientemeno che ancora una volta a Roanapur, seminando dietro di sé l'immancabile scia di morti e distruzione.
Riuscirà Garcia, aiutato da Rock e compagni, a salvare la propria preziosa tutrice dall'infausto destino di chi, accecato dalla sete vendetta e dalla smania di uccidere, è destinato a combattere senza sosta sino alla morte?
Pur non riuscendo purtroppo nel risultato di eguagliare i risultati ottenuti da "The Second Barrage", "Blood trail" è senz'altro da considerarsi un seguito più che positivo della serie, soprattutto viste le aspettative che si potevano avere sullo stesso.
L'incentrarsi della storia sulle vicende di Roberta, infatti, non toglie come si era temuto spazio ai ben più carismatici membri della Lagoon Company, consentendo anzi al personaggio di Rock di compiere l'ennesimo passo verso la sua evoluzione finale, sempre più giù nella spirale di oscurità del suo nuovo mondo (e a tal proposito è abbastanza interessante riscontrare a fine visione la parabola ascendente seguita dal personaggio, da mero spettatore a vera e propria mente pensante).
Formula collaudatissima invece per il lato action dell'anime, che come sempre ci regala sangue e pallottole a più non posso, soprattutto nei due episodi finali, dopo una partenza estremamente equilibrata e forse anche un po' 'noiosetta'.
Il lato tecnico come da attese non delude (essendo una delle qualità principali della serie), sebbene si riscontri una leggera - ma irritante - modifica nel character design di alcuni personaggi tra cui Revy e Roberta, in certi punti forse un po' troppo mascoline. Trovo le musiche appassionanti come al solito, a partire dal riarrangiamento della ormai classica opening.
Voto: 6 e mezzo/7 - Se non fosse per una parte iniziale un po' fiacca, sicuramente il voto potrebbe salire almeno a un sette pieno. Buona storia e buona qualità di massima, come sempre vivamente consigliato a tutti gli appassionati del genere.
La vicenda inizia quando il capo della famiglia Lovelace, coinvolto in un attentato dinamitardo, perde tragicamente la vita, dando il la ancora una volta all'inarrestabile furia omicida del Mastino di Florencia, che, non esitando, abbandonerà persino il proprio amato signorino Garcia pur di potere iniziare a dare la caccia agli organizzatori della strage. Si apre così uno scontro senza quartiere, che condurrà la domestica nientemeno che ancora una volta a Roanapur, seminando dietro di sé l'immancabile scia di morti e distruzione.
Riuscirà Garcia, aiutato da Rock e compagni, a salvare la propria preziosa tutrice dall'infausto destino di chi, accecato dalla sete vendetta e dalla smania di uccidere, è destinato a combattere senza sosta sino alla morte?
Pur non riuscendo purtroppo nel risultato di eguagliare i risultati ottenuti da "The Second Barrage", "Blood trail" è senz'altro da considerarsi un seguito più che positivo della serie, soprattutto viste le aspettative che si potevano avere sullo stesso.
L'incentrarsi della storia sulle vicende di Roberta, infatti, non toglie come si era temuto spazio ai ben più carismatici membri della Lagoon Company, consentendo anzi al personaggio di Rock di compiere l'ennesimo passo verso la sua evoluzione finale, sempre più giù nella spirale di oscurità del suo nuovo mondo (e a tal proposito è abbastanza interessante riscontrare a fine visione la parabola ascendente seguita dal personaggio, da mero spettatore a vera e propria mente pensante).
Formula collaudatissima invece per il lato action dell'anime, che come sempre ci regala sangue e pallottole a più non posso, soprattutto nei due episodi finali, dopo una partenza estremamente equilibrata e forse anche un po' 'noiosetta'.
Il lato tecnico come da attese non delude (essendo una delle qualità principali della serie), sebbene si riscontri una leggera - ma irritante - modifica nel character design di alcuni personaggi tra cui Revy e Roberta, in certi punti forse un po' troppo mascoline. Trovo le musiche appassionanti come al solito, a partire dal riarrangiamento della ormai classica opening.
Voto: 6 e mezzo/7 - Se non fosse per una parte iniziale un po' fiacca, sicuramente il voto potrebbe salire almeno a un sette pieno. Buona storia e buona qualità di massima, come sempre vivamente consigliato a tutti gli appassionati del genere.
Si può rovinare una serie divenuta quasi di culto in 5 OAV? Certo che si può, basta stravolgere tutti quei piccoli dettagli che l'avevano resa grande e lasciarmi con l'amaro in bocca nel finale.
Roanapur è ancora la capitale incontrastata della criminalità organizzata mondiale, tuttavia qualcosa sta per cambiare, e non in meglio. Ci ritroviamo di fronte a un'inarrestabile domestica Roberta totalmente fuori controllo, in seguito alla morte del padre del suo padroncino Garcia. Ma perché recarsi a Roanapur per compiere questa insana e folle vendetta? E a cosa porterà l'interminabile guerra messa in atto dalla letale domestica?
A prima vista sembrerebbe il solito 'Black Lagoon', trama, azione, violenza, sembra essere rimasto invariato anche nei primi episodi, ma poi qualcosa cambia già da metà "serie" in poi. I personaggi sembrano essersi mutati in una maniera insolita e decisamente poco naturale, cosa che lascia lo spettatore e/o l'appassionato, come nel mio caso, decisamente confuso. Rock per esempio sembra essere diventato una macchina senza sentimenti o emozioni, Revy non ha il feeling che aveva nella prima serie e in 'Second Barrage', persino Balalaika non sembra più la stessa, per quanto secondaria possa essere apparsa ad alcuni.
'Black Lagoon' era, e sotto io credo sia ancora, una serie piena d'azione e violenza, ma anche di emozioni e ragionamenti che lasciavano, almeno nel sottoscritto, una sorta di comprensione e soddisfazione. Qui invece vediamo lame che si spezzano con i denti, proiettili di mitra deviati da motoseghe, personaggi che sopravvivono a colpi di RPG, insomma sembra un film alla "Machete" per dirne una, e non è un complimento.
Ero fiducioso, contento per certi versi che venisse approfondita la storia di Roberta, ma non nella modalità utilizzata in questi 5 episodi. La mitica domestica è stata stravolta in un mostro drogato assetato di sangue e morte, aggiungendo inoltre un altro personaggio simile, ma neanche lontanamente al suo livello, di nome Fabiola, domestica in grado di combattere facendo uso di una sorta di capoeira. Il finale poi mi ha lasciato di stucco, negativamente.
Chi scrive questa recensione non è una persona che ha visionato la serie completa di Black Lagoon come fosse un anime qualsiasi, ma un vero appassionato di questa serie. Serie che aveva saputo mostrarsi sincera nelle sue crudeltà e violenza, mostrando un mondo più reale e di conseguenza spietato, ben lontano dai soliti e stereotipati anime scolastici sentimentali in cui tutto è bello e buono. 'Roberta's Blood Trail' è un capitolo che desidererei fosse completamente rimosso dalla mia mente e dalla circolazione, poiché è uno sfregio a una delle opere migliori (a mio parere) degli ultimi anni.
Roanapur è ancora la capitale incontrastata della criminalità organizzata mondiale, tuttavia qualcosa sta per cambiare, e non in meglio. Ci ritroviamo di fronte a un'inarrestabile domestica Roberta totalmente fuori controllo, in seguito alla morte del padre del suo padroncino Garcia. Ma perché recarsi a Roanapur per compiere questa insana e folle vendetta? E a cosa porterà l'interminabile guerra messa in atto dalla letale domestica?
A prima vista sembrerebbe il solito 'Black Lagoon', trama, azione, violenza, sembra essere rimasto invariato anche nei primi episodi, ma poi qualcosa cambia già da metà "serie" in poi. I personaggi sembrano essersi mutati in una maniera insolita e decisamente poco naturale, cosa che lascia lo spettatore e/o l'appassionato, come nel mio caso, decisamente confuso. Rock per esempio sembra essere diventato una macchina senza sentimenti o emozioni, Revy non ha il feeling che aveva nella prima serie e in 'Second Barrage', persino Balalaika non sembra più la stessa, per quanto secondaria possa essere apparsa ad alcuni.
'Black Lagoon' era, e sotto io credo sia ancora, una serie piena d'azione e violenza, ma anche di emozioni e ragionamenti che lasciavano, almeno nel sottoscritto, una sorta di comprensione e soddisfazione. Qui invece vediamo lame che si spezzano con i denti, proiettili di mitra deviati da motoseghe, personaggi che sopravvivono a colpi di RPG, insomma sembra un film alla "Machete" per dirne una, e non è un complimento.
Ero fiducioso, contento per certi versi che venisse approfondita la storia di Roberta, ma non nella modalità utilizzata in questi 5 episodi. La mitica domestica è stata stravolta in un mostro drogato assetato di sangue e morte, aggiungendo inoltre un altro personaggio simile, ma neanche lontanamente al suo livello, di nome Fabiola, domestica in grado di combattere facendo uso di una sorta di capoeira. Il finale poi mi ha lasciato di stucco, negativamente.
Chi scrive questa recensione non è una persona che ha visionato la serie completa di Black Lagoon come fosse un anime qualsiasi, ma un vero appassionato di questa serie. Serie che aveva saputo mostrarsi sincera nelle sue crudeltà e violenza, mostrando un mondo più reale e di conseguenza spietato, ben lontano dai soliti e stereotipati anime scolastici sentimentali in cui tutto è bello e buono. 'Roberta's Blood Trail' è un capitolo che desidererei fosse completamente rimosso dalla mia mente e dalla circolazione, poiché è uno sfregio a una delle opere migliori (a mio parere) degli ultimi anni.
Un’oscenità senza pudore per le vette raggiunte da Black Lagoon: l’anime di "Blood Trail" riesce nell’arduo compito di elevare a capolavoro la stessa storia manga. L’inconsistenza e la genericità della trama e dei personaggi secondari, culminanti nel raccapricciante finale, riescono unicamente a produrre pensieri nichilistici.
"Roberta’s Blood Trail" deve essere dimenticato, rimosso e purgato dalle memorie dei precedenti capitoli di Black Lagoon; buttato via come un episodico tentativo di lucrare grassamente sulla vendita di goffi BluRay; sebbene questa operazione di marketing nasconda in sé un’offesa insanabile verso Black Lagoon: il pensiero che questa avventura non fosse amata, o non potesse vendere abbastanza di per sé, o che si dovesse mungere ancor più.
Per chi possa tuttora pensare che "Afro Samurai Resurrection" abbia toccato il fondo del barile a causa di lobbisti spregiudicati, intenti unicamente a svendere un nome anche al costo di stuprarne tutte le eccezionalità e i personaggi che l’hanno portata ai cuori delle persone, ricredetevi: "Roberta’s Blood" Trail raggiunge nuove profondità d’inconcludenza e orrore.
Laddove la stessa versione cartacea faccia sollevare delle perplessità, pur riuscendo a soddisfare mediamente nella chiusura finale, ecco qui giungere uno stravolgimento ancor più impensabile a opera dell’anime, che bellamente ci spranga le porte in faccia con una parentesi finale in cui Rock comprende l’inutilità delle proprie azioni. La storia inizia e finisce senza che qualcuno ne possa comprendere le basi o gli intenti.
Sappiamo solo che Roberta è arrabbiata, e quindi va ad ammazzare della gente, e poi ovviamente questo crea scompiglio tra i mafiosi di Roanapur – cui ovviamente non aggrada per i loro loschi traffici – e allora c’è la caccia all’uomo e poi Rock si crea un pianone mentale che manco Mozart o Arsenio Lupin; quindi tutto si conclude e pace è fatta. Quelli che parevano essere morti invece sono feriti, e Roberta torna a casuccia pronta per essere riutilizzata come la più usurata battona per episodi successivi.
Occorre vergognarsi nel guardare questo anime; è debito andare a spolverare i volumi di Black Lagoon ed esprimere condoglianze per la serie; è necessario provare ribrezzo nel solo avvicinare gli episodi in vendita nelle varie videoteche e sarebbe prescrivibile una sana mesata di sfoghi verso i produttori, distributori, venditori e malcapitati compratori.
Se avete un amico a questo mondo, una persona che amate o che vi sta semplicemente simpatica, tenetela alla larga da quest’oscenità di anime.
"Black Lagoon: Roberta’s Blood Trail", riesce in ciò che le religioni o i politici o i cataclismi falliscono miseramente: unire le persone sotto un unico ideale. Nel caso specifico, una crociata contro "Roberta’s Blood Trail".
"Roberta’s Blood Trail" deve essere dimenticato, rimosso e purgato dalle memorie dei precedenti capitoli di Black Lagoon; buttato via come un episodico tentativo di lucrare grassamente sulla vendita di goffi BluRay; sebbene questa operazione di marketing nasconda in sé un’offesa insanabile verso Black Lagoon: il pensiero che questa avventura non fosse amata, o non potesse vendere abbastanza di per sé, o che si dovesse mungere ancor più.
Per chi possa tuttora pensare che "Afro Samurai Resurrection" abbia toccato il fondo del barile a causa di lobbisti spregiudicati, intenti unicamente a svendere un nome anche al costo di stuprarne tutte le eccezionalità e i personaggi che l’hanno portata ai cuori delle persone, ricredetevi: "Roberta’s Blood" Trail raggiunge nuove profondità d’inconcludenza e orrore.
Laddove la stessa versione cartacea faccia sollevare delle perplessità, pur riuscendo a soddisfare mediamente nella chiusura finale, ecco qui giungere uno stravolgimento ancor più impensabile a opera dell’anime, che bellamente ci spranga le porte in faccia con una parentesi finale in cui Rock comprende l’inutilità delle proprie azioni. La storia inizia e finisce senza che qualcuno ne possa comprendere le basi o gli intenti.
Sappiamo solo che Roberta è arrabbiata, e quindi va ad ammazzare della gente, e poi ovviamente questo crea scompiglio tra i mafiosi di Roanapur – cui ovviamente non aggrada per i loro loschi traffici – e allora c’è la caccia all’uomo e poi Rock si crea un pianone mentale che manco Mozart o Arsenio Lupin; quindi tutto si conclude e pace è fatta. Quelli che parevano essere morti invece sono feriti, e Roberta torna a casuccia pronta per essere riutilizzata come la più usurata battona per episodi successivi.
Occorre vergognarsi nel guardare questo anime; è debito andare a spolverare i volumi di Black Lagoon ed esprimere condoglianze per la serie; è necessario provare ribrezzo nel solo avvicinare gli episodi in vendita nelle varie videoteche e sarebbe prescrivibile una sana mesata di sfoghi verso i produttori, distributori, venditori e malcapitati compratori.
Se avete un amico a questo mondo, una persona che amate o che vi sta semplicemente simpatica, tenetela alla larga da quest’oscenità di anime.
"Black Lagoon: Roberta’s Blood Trail", riesce in ciò che le religioni o i politici o i cataclismi falliscono miseramente: unire le persone sotto un unico ideale. Nel caso specifico, una crociata contro "Roberta’s Blood Trail".
Non ci siamo, purtroppo dei 4 episodi finora visionati, quello che mi ha maggiormente convinto è l'unico in cui non si spara, ma procediamo per punti.
Questa serie di OAV riprende uno dei personaggi personalmente che mi sono piaciuti di meno, ovvero la cameriera Roberta, e la pone a Roanapur come il possibile motivo di un sbilanciamento di poteri tra bande. Roberta è in città per dare la caccia ed eliminare dei militari di una squadra speciale americana che ha eliminato in Sud America il padre del signorino Lovelace. La sofferenza del signorino le impone - o la costringe - di riassumere i panni del "mastino" e di andare a cercare i responsabili per vendetta.
Rock si assume l'incarico di risolvere la questione per dare una mano al signorino Lovelace, venuto a Roanapur a cercare Roberta assieme a una svitata "sotto-cameriera" (non saprei come chiamarla) per riportarla a casa.
In questi OAV maggiore risalto viene data alla figura di Rock e al suo mutamento (non la chiamerei maturazione), mentre gli altri componenti della Lagoon Company vengono un po' trascurati. Rock utilizza la sua intelligenza per fare muovere i pezzi sulla scacchiera nell'unico modo possibile per trovare una soluzione allo sbilanciamento cittadino dei poteri.
Gli OAV sono disegnati benissimo oltre a essere molto più truculenti dei passati episodi; benissimo qualcuno dirà, questione di gusti. La squadra americana è molto ben caratterizzata nelle movenze e nelle azioni di guerra o almeno sembrano molto credibili per quanto io sia un impiegato.
Purtroppo questi OAV falliscono, a mio modo di vedere, proprio gli episodi tv, proprio nella rappresentazione della crudeltà e nell'atmosfera che dovrebbe caratterizzare la serie.
Da un lato "Roberta's Blood Trail" mostra un'estrema violenza, molte volte gratuita e insensata per far capire che genere di città sia Roanapur e in che ambiente vivano i protagonisti. Il messaggio che viene inviato allo spettatore è: "Qui non si scherza, la vita ha un prezzo, è un attimo e sei morto, prendimi sul serio, questo anime è per adulti e presenta una storia adulta".
Da un altro lato abbiamo la modalità "Minch**** ON" con il trash della piccola cameriera mono-neuronica, che mette a ferro e a fuoco il covo di briganti, e con ragazzine con la motosega che hanno la meglio contro soldati con la mitraglietta - probabilmente i soldati della FARC usano armi a salve, è l'unica spiegazione possibile -; per alcuni soldati le pallottole sono mortali e la morte è inevitabile, i comprimari macchietta sono pressoché immortali.
Roberta a cavallo di una moto è pressoché invulnerabile alle pallottole e ai razzi russi, con un morso rompe una lama di un coltello che fino a 5 minuti prima ha fatto a fette decine di soldati e le sue pistole incrociate spezzano la catena di una motosega, sì insomma, siamo a livelli dell'A-team quando tutti sparavano e nessuno si feriva, al massimo qualche graffio.
Concludo consigliando questi OAV solo a chi ha apprezzato i precedenti, perché si sa che i gusti sono gusti, ma se i precedenti già vi avevano lasciato qualche perplessità, i presenti non faranno che accentuarle.
Questa serie di OAV riprende uno dei personaggi personalmente che mi sono piaciuti di meno, ovvero la cameriera Roberta, e la pone a Roanapur come il possibile motivo di un sbilanciamento di poteri tra bande. Roberta è in città per dare la caccia ed eliminare dei militari di una squadra speciale americana che ha eliminato in Sud America il padre del signorino Lovelace. La sofferenza del signorino le impone - o la costringe - di riassumere i panni del "mastino" e di andare a cercare i responsabili per vendetta.
Rock si assume l'incarico di risolvere la questione per dare una mano al signorino Lovelace, venuto a Roanapur a cercare Roberta assieme a una svitata "sotto-cameriera" (non saprei come chiamarla) per riportarla a casa.
In questi OAV maggiore risalto viene data alla figura di Rock e al suo mutamento (non la chiamerei maturazione), mentre gli altri componenti della Lagoon Company vengono un po' trascurati. Rock utilizza la sua intelligenza per fare muovere i pezzi sulla scacchiera nell'unico modo possibile per trovare una soluzione allo sbilanciamento cittadino dei poteri.
Gli OAV sono disegnati benissimo oltre a essere molto più truculenti dei passati episodi; benissimo qualcuno dirà, questione di gusti. La squadra americana è molto ben caratterizzata nelle movenze e nelle azioni di guerra o almeno sembrano molto credibili per quanto io sia un impiegato.
Purtroppo questi OAV falliscono, a mio modo di vedere, proprio gli episodi tv, proprio nella rappresentazione della crudeltà e nell'atmosfera che dovrebbe caratterizzare la serie.
Da un lato "Roberta's Blood Trail" mostra un'estrema violenza, molte volte gratuita e insensata per far capire che genere di città sia Roanapur e in che ambiente vivano i protagonisti. Il messaggio che viene inviato allo spettatore è: "Qui non si scherza, la vita ha un prezzo, è un attimo e sei morto, prendimi sul serio, questo anime è per adulti e presenta una storia adulta".
Da un altro lato abbiamo la modalità "Minch**** ON" con il trash della piccola cameriera mono-neuronica, che mette a ferro e a fuoco il covo di briganti, e con ragazzine con la motosega che hanno la meglio contro soldati con la mitraglietta - probabilmente i soldati della FARC usano armi a salve, è l'unica spiegazione possibile -; per alcuni soldati le pallottole sono mortali e la morte è inevitabile, i comprimari macchietta sono pressoché immortali.
Roberta a cavallo di una moto è pressoché invulnerabile alle pallottole e ai razzi russi, con un morso rompe una lama di un coltello che fino a 5 minuti prima ha fatto a fette decine di soldati e le sue pistole incrociate spezzano la catena di una motosega, sì insomma, siamo a livelli dell'A-team quando tutti sparavano e nessuno si feriva, al massimo qualche graffio.
Concludo consigliando questi OAV solo a chi ha apprezzato i precedenti, perché si sa che i gusti sono gusti, ma se i precedenti già vi avevano lasciato qualche perplessità, i presenti non faranno che accentuarle.