Roba da gatti - Cyborg Kuro-chan
Sebbene si tratti di un anime veramente delirante e... "particolare", si fa davvero apprezzare da un pubblico che va da quello infantile a quello un po' più in là con l'età. Il personaggio principale è l'omonimo gatto bionico Kuro-chan, che si fa passare dai propri anziani padroni per un gattino di casa come qualsiasi altro... ma che in realtà dopo il primo episodio si trova a proteggere l'umanità intera dalla minaccia del dott. Go, il quale vorrebbe piegare il pianeta Terra sotto la propria egida mediante l'utilizzo della milizia di gatti da lui presi e operati fino a renderli vere e proprie macchine da guerra. E' stato infatti proprio il dott. Go a renderlo capace di tale missione segreta, allorché prelevò anche lui e lo operò a proprio piacimento, trasformandolo in un autentico gatto cibernetico, per poi vederne il rifiuto più assoluto e la dichiarazione di guerra al suo malvagio piano.
I disegni sono carini, adatti al genere, anche se di certo non colpiscono per verosimiglianza (ma non credo fosse ricercata); si tratta di disegni molto bambineschi, dai tratti semplici e colorati a tinte forti. La storia è semplice ma non noiosa, assolutamente! Mi sento dare un otto per il genere; se infatti non rientra nelle animazioni nipponiche televisive da me preferite, ciononostante rimane uno di quei pochi anime deliranti e divertenti che non hanno elementi poco puri e molto equivoci, neanche uno!
I disegni sono carini, adatti al genere, anche se di certo non colpiscono per verosimiglianza (ma non credo fosse ricercata); si tratta di disegni molto bambineschi, dai tratti semplici e colorati a tinte forti. La storia è semplice ma non noiosa, assolutamente! Mi sento dare un otto per il genere; se infatti non rientra nelle animazioni nipponiche televisive da me preferite, ciononostante rimane uno di quei pochi anime deliranti e divertenti che non hanno elementi poco puri e molto equivoci, neanche uno!
Kuro è un gatto piuttosto battagliero, il duro del quartiere, ma un giorno venne frecciato a morte senza sapere da chi o il perchè. Si risvegliò successivamente in un laboratorio, trasformato in un ciber-gatto parlante dal tarchiato Dottor Go, uno scienziato col complesso di Napoleone che voleva conquistare il mondo con la sua orda di robot. A kuro importava ben poco di quell'obbiettivo, il carattere ed il libero arbitrio erano rimasti immutati (scienziato geniale eh?), e la sua unica preoccupazione era di tornare a casa dai suoi padroni, due vecchietti svampiti che lo adoravano come un figlio e che lui ricambiava con un apprensione filiale. Questa ribellione comunque, almeno all'inizio non sarà tollerata dal dottore, inoltre, molti sono i pericoli imprevedibili che possono colpire la città, gli amici di Kuro, ed soprattutto i suoi ignari padroni, quindi i poteri acquisiti torneranno piuttosto utili.
Basato su un manga comico edito dalla Play press ed interrotto per scarse vendite intorno al quinto volume, Roba da Gatti (cyborg Kuro-chan) è un anime per ragazzi piuttosto simpatico, ma a causa di certi difetti, rimane apprezzabile da una fascia spettatrice prettamente giovane. Principale difetto delle avventure di Kuro & company è la trama, basata su singole, piccole avventure, piuttosto che su un obbiettivo maggiore che le leghi tra loro. Il dottor Go è un cattivo da poco, e sempre per poco tempo darà fastidio. Lo stesso vale per il poco sfruttato ma adorabile (ed ingenuo) ciber-gatto M, che fin da subito diventerà il classico amico/rivale di Kuro, e che conserva in sordina lo spirito più cavalleresco tra tutti i personaggi presenti, un pò come Knuckles l'echidna in Sonic the Hedgehog. Oltre alla mancanza di un ruolo maggiore, il difetto che più ho avvertito di questo personaggio un pò sprecato è il non aver bene in mente che razza di trasformazione abbia adottato per lui il pazzo dottore. Si sa che M era un gatto normale come Kuro, eppure del suo vecchio status di creatura vivente basata sul carbonio pare non essere rimasto nulla, persino il suo cervello viene ritratto come un micro-chip, cosa che lo farebbe appartenere più ad ai robot che ai cyborg. Ma l'autore originale, ancorandosi alla vena demenziale non pare essersi posto dei limiti, considerando che fa comparire due alieni (alti come pali della luce) con nomi Shakespiriani e fa comparire presto altri personaggi di dubbia normalità, come: Suzuki un professore Otaku che prende Kuro come suo maestro di vita, Kotaro il giovane assistente del dottor Go, fan di Kuro e con indossa un costume che lo ritrae e infine la robottina che sempre di Kuro si innamora, prendendo così un ruolo di fidanzata non apertamente corrisposta che, citando di nuovo i videogiochi Sega, ricorda una più fragile versione di Amy Rose.
In pratica, Cyborg Kuro-chan in entrambe le versioni ha molti elementi a sua disposizione, ed anche sfruttati energicamente, ma senza un traguardo preciso in mente, che fa rimanere il prodotto ancorato agli episodi spensierati che di solito sono solo quelli iniziali di un manga o di un anime e che per questo non lo farà amare da tutti.
Ricordo vagamente che nel primo volume uno della redazione playpress, parlando dell'autore lo descriveva come uno degli ultimi esempi ancora attivi del vecchio stile giapponese, quello non ancora standard commerciale, riciclato su se stesso, bensì quello nato spontaneamente nel dopoguerra, con leggere influenze occidentali. Su questa descrizione mi trovo d'accordo, i disegni che positivamente influenzano questa versione animata, sono indubbiamente personali ed essenziali nell'essere riportati su carta, cosa che lo fa apparire un pò rozzo oggigiorno, ma che in verità ho molto apprezzato.
Onestamente Kuro chan mi è piaciuto, anche se l'autore ha in effetti un pò sprecato la sua creatura. Penso che snobbarlo perchè relegato ad opera Kodomo sia un pò un peccato. Probabilmente il manga sarebbe stato più incisivo in un formato diverso, da una pagina per avventura, se non addirittura in striscie da quotidiano, comunque la serie tv è graziosa ed ottima per il palinsesto mattutino, saprà certamente intrattenere chi cerca di svagarsi prima di andare a scuola.
Basato su un manga comico edito dalla Play press ed interrotto per scarse vendite intorno al quinto volume, Roba da Gatti (cyborg Kuro-chan) è un anime per ragazzi piuttosto simpatico, ma a causa di certi difetti, rimane apprezzabile da una fascia spettatrice prettamente giovane. Principale difetto delle avventure di Kuro & company è la trama, basata su singole, piccole avventure, piuttosto che su un obbiettivo maggiore che le leghi tra loro. Il dottor Go è un cattivo da poco, e sempre per poco tempo darà fastidio. Lo stesso vale per il poco sfruttato ma adorabile (ed ingenuo) ciber-gatto M, che fin da subito diventerà il classico amico/rivale di Kuro, e che conserva in sordina lo spirito più cavalleresco tra tutti i personaggi presenti, un pò come Knuckles l'echidna in Sonic the Hedgehog. Oltre alla mancanza di un ruolo maggiore, il difetto che più ho avvertito di questo personaggio un pò sprecato è il non aver bene in mente che razza di trasformazione abbia adottato per lui il pazzo dottore. Si sa che M era un gatto normale come Kuro, eppure del suo vecchio status di creatura vivente basata sul carbonio pare non essere rimasto nulla, persino il suo cervello viene ritratto come un micro-chip, cosa che lo farebbe appartenere più ad ai robot che ai cyborg. Ma l'autore originale, ancorandosi alla vena demenziale non pare essersi posto dei limiti, considerando che fa comparire due alieni (alti come pali della luce) con nomi Shakespiriani e fa comparire presto altri personaggi di dubbia normalità, come: Suzuki un professore Otaku che prende Kuro come suo maestro di vita, Kotaro il giovane assistente del dottor Go, fan di Kuro e con indossa un costume che lo ritrae e infine la robottina che sempre di Kuro si innamora, prendendo così un ruolo di fidanzata non apertamente corrisposta che, citando di nuovo i videogiochi Sega, ricorda una più fragile versione di Amy Rose.
In pratica, Cyborg Kuro-chan in entrambe le versioni ha molti elementi a sua disposizione, ed anche sfruttati energicamente, ma senza un traguardo preciso in mente, che fa rimanere il prodotto ancorato agli episodi spensierati che di solito sono solo quelli iniziali di un manga o di un anime e che per questo non lo farà amare da tutti.
Ricordo vagamente che nel primo volume uno della redazione playpress, parlando dell'autore lo descriveva come uno degli ultimi esempi ancora attivi del vecchio stile giapponese, quello non ancora standard commerciale, riciclato su se stesso, bensì quello nato spontaneamente nel dopoguerra, con leggere influenze occidentali. Su questa descrizione mi trovo d'accordo, i disegni che positivamente influenzano questa versione animata, sono indubbiamente personali ed essenziali nell'essere riportati su carta, cosa che lo fa apparire un pò rozzo oggigiorno, ma che in verità ho molto apprezzato.
Onestamente Kuro chan mi è piaciuto, anche se l'autore ha in effetti un pò sprecato la sua creatura. Penso che snobbarlo perchè relegato ad opera Kodomo sia un pò un peccato. Probabilmente il manga sarebbe stato più incisivo in un formato diverso, da una pagina per avventura, se non addirittura in striscie da quotidiano, comunque la serie tv è graziosa ed ottima per il palinsesto mattutino, saprà certamente intrattenere chi cerca di svagarsi prima di andare a scuola.