Rumic World - Oltre le fiamme (Fire Tripper)
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Trama
Un altro piccolo, grande capolavoro firmato Rumiko Takahashi, una storia caratterizzata da paradossi e viaggi avanti e indietro nel tempo, e per estensione nel nostro passato, nel nostro presente e nel nostro futuro. Un'avventura semplice, dalla potenza narrativa abbastanza marcata, che sa dispiegarsi in modo molto lineare pur avendo qualche curva. Ma è proprio questo il bello: la nostra protagonista di nome Suzuko giunge nell'epoca Sengoku a seguito di un'esplosione. Qui viene attaccata da un gruppo di briganti al saldo di un certo Akauma, i quali vengono uccisi da un certo Shukamaru. Questi porta Suzuko nel suo villaggio e prova a conoscerla meglio, ma senza avere mai del tempo e mostrando la dovuta pazienza. Gli abitanti si stanno infatti organizzando per respingere Akauma e i suoi scagnozzi, i quali appiccano degli incendi alle case, tra le quali c'è quella di Shukamaru, dov'è la sua sorellina più piccola Suzu; qui Suzuko scopre che Suzu è lei stessa nell'epoca Sengoku, e questa scompare nel nulla, giungendo nella Tokyo degli anni '80. Anche Suzuko e Shukamaru si teletrasportano grazie al potere del fuoco nella Tokyo degli anni '80. Giunti a casa di Suzuko, questa medica Shukamaru, ma durante la conversazione emerge un particolare che la ragazza ricorda molto bene: infatti, suo fratello Shu è stato recentemente operato per un'appendicite e Suzuko nota che Shukamaru ha un taglietto sulla parte destra del proprio addome. Pertanto, decide di correre in soccorso del suo fratellino più piccolo, accompagnata dalla versione più matura di Shukamaru, e qui i due si fanno saltare in aria per tornare all'epoca Sengoku, e alla fine si sposano.
Influenza e stile
Sicuramente questo cortometraggio può essere considerato come una sorta di parodia e/o anticipazione di "Inuyasha", poiché è sicuramente da esso che la Takahashi ha ripreso il tema dell'ambientazione nell'epoca Sengoku nella quale anche "Inuyasha" è ambientato. Vi è il tema del viaggio nel tempo, così come del ritorno alle proprie origini, e l'accettazione delle stesse nonostante la fatica iniziale a ricordare il proprio passato.
Personaggi
I personaggi principali, ovvero Suzuko e Shukamaru, sono ben caratterizzati e sono dotati di una spontaneità invidiabile. Suzuko nella mente ricorda molto Kagome, mentre nell'aspetto ricorda molto Sango, altra principale coprotagonista di "Inuyasha", infine nel carattere ricorda invece Tsuyuko Amamori, una delle tante comparse femminili presenti in "Lamù", il primo grande capolavoro della maestra Takahashi. D'altro canto, invece, Shukamaru ricorda molto Ataru o anche Godai, per la sua inclinazione verso il gentil sesso, mentre nello spirito e nella mente ricorda molto Shutaro Mendo, coprotagonista di "Lamù", e anche Inuyasha, di cui possiede l'irruenza, ma anche la nobiltà d'animo e l'altruismo.
Messaggio
Questo cortometraggio vuole farci capire che la vita è piena di paradossi, ma che ciononostante essa ha sempre dei disegni precisi, nonostante essi possano apparire confusi e strampalati. Tutta la vicenda si gioca su uno svolgimento molto preciso, accurato, caratterizzato anche da quella tipica ironia del destino che non smette di far ridere e che si rivela pertanto come l'elemento decisivo per il successo di un cortometraggio come questo.
Critiche
La cosa che non ho potuto fare a meno di notare è che i combattimenti sono stati ridotti al minimo. Soprattutto quello tra Shukamaru e Akauma è stato minimizzato: avremmo voluto vedere più sequenze di combattimento. Pertanto, sarebbe stato meglio allungare il film.
Giudizio finale
Una storia semplice ed efficace insieme che sa porsi come intermediario tra le grandi opere della maestra Takahashi, la quale non smette mai di sorprendere il mondo con i suoi piccoli, grandi capolavori.
Voto: 8
Trama
Un altro piccolo, grande capolavoro firmato Rumiko Takahashi, una storia caratterizzata da paradossi e viaggi avanti e indietro nel tempo, e per estensione nel nostro passato, nel nostro presente e nel nostro futuro. Un'avventura semplice, dalla potenza narrativa abbastanza marcata, che sa dispiegarsi in modo molto lineare pur avendo qualche curva. Ma è proprio questo il bello: la nostra protagonista di nome Suzuko giunge nell'epoca Sengoku a seguito di un'esplosione. Qui viene attaccata da un gruppo di briganti al saldo di un certo Akauma, i quali vengono uccisi da un certo Shukamaru. Questi porta Suzuko nel suo villaggio e prova a conoscerla meglio, ma senza avere mai del tempo e mostrando la dovuta pazienza. Gli abitanti si stanno infatti organizzando per respingere Akauma e i suoi scagnozzi, i quali appiccano degli incendi alle case, tra le quali c'è quella di Shukamaru, dov'è la sua sorellina più piccola Suzu; qui Suzuko scopre che Suzu è lei stessa nell'epoca Sengoku, e questa scompare nel nulla, giungendo nella Tokyo degli anni '80. Anche Suzuko e Shukamaru si teletrasportano grazie al potere del fuoco nella Tokyo degli anni '80. Giunti a casa di Suzuko, questa medica Shukamaru, ma durante la conversazione emerge un particolare che la ragazza ricorda molto bene: infatti, suo fratello Shu è stato recentemente operato per un'appendicite e Suzuko nota che Shukamaru ha un taglietto sulla parte destra del proprio addome. Pertanto, decide di correre in soccorso del suo fratellino più piccolo, accompagnata dalla versione più matura di Shukamaru, e qui i due si fanno saltare in aria per tornare all'epoca Sengoku, e alla fine si sposano.
Influenza e stile
Sicuramente questo cortometraggio può essere considerato come una sorta di parodia e/o anticipazione di "Inuyasha", poiché è sicuramente da esso che la Takahashi ha ripreso il tema dell'ambientazione nell'epoca Sengoku nella quale anche "Inuyasha" è ambientato. Vi è il tema del viaggio nel tempo, così come del ritorno alle proprie origini, e l'accettazione delle stesse nonostante la fatica iniziale a ricordare il proprio passato.
Personaggi
I personaggi principali, ovvero Suzuko e Shukamaru, sono ben caratterizzati e sono dotati di una spontaneità invidiabile. Suzuko nella mente ricorda molto Kagome, mentre nell'aspetto ricorda molto Sango, altra principale coprotagonista di "Inuyasha", infine nel carattere ricorda invece Tsuyuko Amamori, una delle tante comparse femminili presenti in "Lamù", il primo grande capolavoro della maestra Takahashi. D'altro canto, invece, Shukamaru ricorda molto Ataru o anche Godai, per la sua inclinazione verso il gentil sesso, mentre nello spirito e nella mente ricorda molto Shutaro Mendo, coprotagonista di "Lamù", e anche Inuyasha, di cui possiede l'irruenza, ma anche la nobiltà d'animo e l'altruismo.
Messaggio
Questo cortometraggio vuole farci capire che la vita è piena di paradossi, ma che ciononostante essa ha sempre dei disegni precisi, nonostante essi possano apparire confusi e strampalati. Tutta la vicenda si gioca su uno svolgimento molto preciso, accurato, caratterizzato anche da quella tipica ironia del destino che non smette di far ridere e che si rivela pertanto come l'elemento decisivo per il successo di un cortometraggio come questo.
Critiche
La cosa che non ho potuto fare a meno di notare è che i combattimenti sono stati ridotti al minimo. Soprattutto quello tra Shukamaru e Akauma è stato minimizzato: avremmo voluto vedere più sequenze di combattimento. Pertanto, sarebbe stato meglio allungare il film.
Giudizio finale
Una storia semplice ed efficace insieme che sa porsi come intermediario tra le grandi opere della maestra Takahashi, la quale non smette mai di sorprendere il mondo con i suoi piccoli, grandi capolavori.
Voto: 8
A partire dal 1985, lo studio Pierrot realizzò una breve serie di mediometraggi speciali per il mercato home video, con il titolo "Rumic World".
"Fire Tripper", pubblicato in Italia con il titolo "Oltre le fiamme", è il primo di questi, e traspone in animazione l'omonimo capitolo autoconclusivo disegnato da Rumiko Takahashi nel 1983.
Nel Paese italiano ha conosciuto soltanto una pubblicazione su videocassetta negli anni '90. All'estero fu pubblicato anche su laserdisc, un vecchio supporto che ormai è pressoché scomparso dalla circolazione; per questo ad oggi è assai difficile reperire quest'episodio speciale.
Per quanto abbia i suoi punti buoni, questo primo OAV non ha quasi nulla per cui essere ricordato.
La regia è affidata a Osamu Uemura, lo stesso che poco tempo dopo lavorò allo storyboard del famoso "Kimagure Orange Road", una fortunata produzione del medesimo studio. La sceneggiatura è di Tomoko Konparu, che in quegli anni lavorava assiduamente alla serie animata di "Urusei Yatsura".
Il character design è di Katsumi Aoshima, che ha lavorato come animatore per la realizzazione di numerosissimi titoli famosi dell'animazione giapponese. In "Fire Tripper" i disegni rientrano negli standard di quegli anni e nell'insieme sono indubbiamente buoni, per quanto leggermente altalenanti. Le animazioni sono piuttosto semplici e discrete. Le musiche di Keiichi Oku non sono qualcosa di memorabile, ma sono senz'altro gradevoli e d'atmosfera. La sigla di chiusura, intitolata "Paradox", segna l'esordio della cantante Kaoru Akimoto, la quale ha decisamente una voce graziosa e intonata. In generale, il comparto tecnico è l'unico aspetto che non lascia particolarmente a desiderare, anche se in alcuni momenti le scelte registiche mi sembrano un po' tirate via.
Dall'idea di partenza di questa storia, ovvero il viaggio spaziotemporale, ha evidentemente attinto la stessa Rumiko Takahashi per realizzare, nel decennio successivo, la serie di "Inuyasha". Tuttavia, in "Fire Tripper" viene sviluppata in maniera molto diversa. Io trovo che nel complesso abbia più elementi in comune con il già citato "Kimagure Orange Road", e non è un accostamento così audace, se pensiamo che lo studio d'animazione che li ha prodotti è lo stesso. Anche in "Orange Road" infatti abbiamo un particolare intreccio narrativo a sostegno della relazione sentimentale dei protagonisti, nonché "balzi spazio-temporali" di natura abbastanza simile. Una delle differenze, però, è che in "Fire Tripper" non c'è nessuna spiegazione di fondo, lo spettatore è semplicemente costretto ad accettare quello che succede, senza capire le cause di questa strana interconnessione fra l'era Sengoku e l'era Showa che fin dai primissimi minuti della storia ci viene esposta e, anziché essere soltanto un escamotage per veicolare dei messaggi che superano i limiti delle immagini nello schermo televisivo, qui invece funge da grilletto che semplicemente spara il proiettile verso la destinazione voluta, per risultare nell'ovvio traguardo del tragitto percorso.
Sembra semplicemente un assaggio, molto sentimentale e romantico, a cui mancano delle solide fondamenta.
Quello che maggiormente penalizza questo titolo è la banalità. Una volta introdotti tutti i personaggi chiave si intuisce subito quale sia la situazione e quali saranno gli sviluppi; perfino nei nomi dei personaggi sono contenute delle assonanze che vertono palesemente in tale direzione, tanto per controllare che lo spettatore abbia capito bene.
Lo sviluppo finale è ampiamente telefonato, e completa il profilo psicologico dei protagonisti in maniera alquanto fiabesca, molto superficiale e assai poco credibile. Cosa fa sbocciare certi sentimenti in Suzuko, che tutt'a un tratto diventa la ragazza docile e remissiva per eccellenza? Quasi tutti i rapporti interpersonali non vengono inquadrati molto chiaramente, ma perlopiù abbozzati.
Quindi, purtroppo, questi cinquanta minuti non strappano particolari lodi, e hanno la piccola infamia di presentare un'interessante idea di partenza gestita in maniera un po' troppo scarna, noiosa e scontata.
La scena più attraente, ma su di un piano puramente estetico, è forse la nuotata di Suzuko, di cui è possibile vedere qualche screenshot in questa scheda.
In parole povere, "Fire Tripper" si trova sull'orlo del dimenticatoio per motivi non così campati in aria. Di ben altra pasta sono fatti gli OAV che vennero realizzati negli anni successivi, in particolare quello immediatamente successivo.
Vedere questo mediometraggio una volta può essere in parte piacevole, ma non è una visione imperdibile perché soffre di notevoli mancanze nei contenuti, e soprattutto di un eccessivo semplicismo di fondo. A mio avviso può essere evitato senza rimorsi.
"Fire Tripper", pubblicato in Italia con il titolo "Oltre le fiamme", è il primo di questi, e traspone in animazione l'omonimo capitolo autoconclusivo disegnato da Rumiko Takahashi nel 1983.
Nel Paese italiano ha conosciuto soltanto una pubblicazione su videocassetta negli anni '90. All'estero fu pubblicato anche su laserdisc, un vecchio supporto che ormai è pressoché scomparso dalla circolazione; per questo ad oggi è assai difficile reperire quest'episodio speciale.
Per quanto abbia i suoi punti buoni, questo primo OAV non ha quasi nulla per cui essere ricordato.
La regia è affidata a Osamu Uemura, lo stesso che poco tempo dopo lavorò allo storyboard del famoso "Kimagure Orange Road", una fortunata produzione del medesimo studio. La sceneggiatura è di Tomoko Konparu, che in quegli anni lavorava assiduamente alla serie animata di "Urusei Yatsura".
Il character design è di Katsumi Aoshima, che ha lavorato come animatore per la realizzazione di numerosissimi titoli famosi dell'animazione giapponese. In "Fire Tripper" i disegni rientrano negli standard di quegli anni e nell'insieme sono indubbiamente buoni, per quanto leggermente altalenanti. Le animazioni sono piuttosto semplici e discrete. Le musiche di Keiichi Oku non sono qualcosa di memorabile, ma sono senz'altro gradevoli e d'atmosfera. La sigla di chiusura, intitolata "Paradox", segna l'esordio della cantante Kaoru Akimoto, la quale ha decisamente una voce graziosa e intonata. In generale, il comparto tecnico è l'unico aspetto che non lascia particolarmente a desiderare, anche se in alcuni momenti le scelte registiche mi sembrano un po' tirate via.
Dall'idea di partenza di questa storia, ovvero il viaggio spaziotemporale, ha evidentemente attinto la stessa Rumiko Takahashi per realizzare, nel decennio successivo, la serie di "Inuyasha". Tuttavia, in "Fire Tripper" viene sviluppata in maniera molto diversa. Io trovo che nel complesso abbia più elementi in comune con il già citato "Kimagure Orange Road", e non è un accostamento così audace, se pensiamo che lo studio d'animazione che li ha prodotti è lo stesso. Anche in "Orange Road" infatti abbiamo un particolare intreccio narrativo a sostegno della relazione sentimentale dei protagonisti, nonché "balzi spazio-temporali" di natura abbastanza simile. Una delle differenze, però, è che in "Fire Tripper" non c'è nessuna spiegazione di fondo, lo spettatore è semplicemente costretto ad accettare quello che succede, senza capire le cause di questa strana interconnessione fra l'era Sengoku e l'era Showa che fin dai primissimi minuti della storia ci viene esposta e, anziché essere soltanto un escamotage per veicolare dei messaggi che superano i limiti delle immagini nello schermo televisivo, qui invece funge da grilletto che semplicemente spara il proiettile verso la destinazione voluta, per risultare nell'ovvio traguardo del tragitto percorso.
Sembra semplicemente un assaggio, molto sentimentale e romantico, a cui mancano delle solide fondamenta.
Quello che maggiormente penalizza questo titolo è la banalità. Una volta introdotti tutti i personaggi chiave si intuisce subito quale sia la situazione e quali saranno gli sviluppi; perfino nei nomi dei personaggi sono contenute delle assonanze che vertono palesemente in tale direzione, tanto per controllare che lo spettatore abbia capito bene.
Lo sviluppo finale è ampiamente telefonato, e completa il profilo psicologico dei protagonisti in maniera alquanto fiabesca, molto superficiale e assai poco credibile. Cosa fa sbocciare certi sentimenti in Suzuko, che tutt'a un tratto diventa la ragazza docile e remissiva per eccellenza? Quasi tutti i rapporti interpersonali non vengono inquadrati molto chiaramente, ma perlopiù abbozzati.
Quindi, purtroppo, questi cinquanta minuti non strappano particolari lodi, e hanno la piccola infamia di presentare un'interessante idea di partenza gestita in maniera un po' troppo scarna, noiosa e scontata.
La scena più attraente, ma su di un piano puramente estetico, è forse la nuotata di Suzuko, di cui è possibile vedere qualche screenshot in questa scheda.
In parole povere, "Fire Tripper" si trova sull'orlo del dimenticatoio per motivi non così campati in aria. Di ben altra pasta sono fatti gli OAV che vennero realizzati negli anni successivi, in particolare quello immediatamente successivo.
Vedere questo mediometraggio una volta può essere in parte piacevole, ma non è una visione imperdibile perché soffre di notevoli mancanze nei contenuti, e soprattutto di un eccessivo semplicismo di fondo. A mio avviso può essere evitato senza rimorsi.
Epoca Sengoku: in un tipico villaggio giapponese, in preda alle fiamme, una bimba piange terrorizzata nella sua casa, quando arriva in suo soccorso un ragazzo - forse il fratello maggiore? Prima però che il ragazzo possa farsi strada fra le fiamme per salvarla, la piccola scompare nel nulla davanti ai suoi occhi...
La scena si sposta nella moderna Tokyo: Suzuko è una gentile e graziosa liceale che sta tornando a casa da scuola insieme a un suo piccolo amico dello stesso quartiere, Shuku. Improvvisamente però una fuga di gas provoca un'esplosione e Suzuko si ritrova improvvisamente nell'epoca Sengoku. Ma è sola, del piccolo Shuku non c'è alcuna traccia. Mentre la povera Suzuko vaga smarrita in un ex-campo di battaglia incontra un bel ragazzo della sua età, lo stesso ragazzo della prima scena, che si offre di aiutarla, e lei lo segue al suo villaggio.
Ho visto quest'OAV molti anni fa in TV e mi è piaciuto davvero molto; successivamente ne ho letto anche il manga, che è stato proposto dalla Star comics fra le varie storie brevi comprese nella raccolta Rumic World, di Rumiko Takahashi. La storia è molto originale e poco prevedibile, le sorprese non mancano, ma alla fine tutti i tasselli andranno al loro posto e per me il finale è splendido.
Non per niente il tema principale della storia, la ragazza che per misteriosi motivi dall'epoca moderna salta nell'epoca Sengoku e qui incontra un ragazzo affascinante, è stato poi ripreso - seppure solo come spunto iniziale, poi le due storie sono diversissime - da Rumiko Takahashi in una delle sue serie lunghe, "InuYasha", riscuotendo anche in questo caso un buon successo.
Belli i disegni, nonostante la serie sia abbastanza datata, e a me è piaciuta molto anche la colonna sonora.
Voto finale: 10.
La scena si sposta nella moderna Tokyo: Suzuko è una gentile e graziosa liceale che sta tornando a casa da scuola insieme a un suo piccolo amico dello stesso quartiere, Shuku. Improvvisamente però una fuga di gas provoca un'esplosione e Suzuko si ritrova improvvisamente nell'epoca Sengoku. Ma è sola, del piccolo Shuku non c'è alcuna traccia. Mentre la povera Suzuko vaga smarrita in un ex-campo di battaglia incontra un bel ragazzo della sua età, lo stesso ragazzo della prima scena, che si offre di aiutarla, e lei lo segue al suo villaggio.
Ho visto quest'OAV molti anni fa in TV e mi è piaciuto davvero molto; successivamente ne ho letto anche il manga, che è stato proposto dalla Star comics fra le varie storie brevi comprese nella raccolta Rumic World, di Rumiko Takahashi. La storia è molto originale e poco prevedibile, le sorprese non mancano, ma alla fine tutti i tasselli andranno al loro posto e per me il finale è splendido.
Non per niente il tema principale della storia, la ragazza che per misteriosi motivi dall'epoca moderna salta nell'epoca Sengoku e qui incontra un ragazzo affascinante, è stato poi ripreso - seppure solo come spunto iniziale, poi le due storie sono diversissime - da Rumiko Takahashi in una delle sue serie lunghe, "InuYasha", riscuotendo anche in questo caso un buon successo.
Belli i disegni, nonostante la serie sia abbastanza datata, e a me è piaciuta molto anche la colonna sonora.
Voto finale: 10.