Ore-tachi ni Tsubasa wa Nai
"Ore-tachi ni Tsubasa wa Nai", meglio conosciuto come "Without Wings: Under the Innocent Sky", è una serie della stagione primaverile 2011 composta da dodici episodi di durata canonica, tratta dall'omonima visual novel prodotta dalla Navel.
Ambientata nella città di Yanagihara, la storia vede come protagoniste tre distinte personalità di uno stesso individuo, che a seconda del momento della giornata prendono il sopravvento. Ognuna di esse ha una propria vita completamente scollegata da quella delle altre, ma quale di esse sarà l'identità originale?
"Ore-tachi ni Tsubasa wa Nai" parte nel peggiore dei modi, introducendo in pochissime puntate una miriade di personaggi difficili da ricordare, creando una grande confusione attraverso una sceneggiatura volontariamente troppo intricata, e propinando allo stesso tempo una considerevole dose di fanservice fine a sé stesso, che riesce però a strappare qualche risata. Col proseguire degli episodi, la trama inizia ad assumere una forma ben precisa, sviluppandosi discretamente per poi concludersi alla grande, con un bel colpo di scena inaspettato. Un'opera quindi da non sottovalutare, che si incarica anche di trattare una tematica interessante e sulla quale vale la pena spendere una riflessione.
I personaggi presentati sono molti, e la loro caratterizzazione è molto varabile; un buon lavoro è stato sicuramente fatto per il trio principale di protagonisti, e anche per alcuni personaggi secondari. Altri invece, nonostante appaiano soventemente, rimangono piuttosto anonimi e stereotipati.
Il comparto tecnico si difende bene, proponendo un ottimo design dei personaggi, variegato e aggraziato, delle animazioni fluide e dei fondali discretamente dettagliati. Nello specifico si comporta meglio il comparto sonoro, che presenta in primo luogo un'opening veramente bella e melodiosa. Ottime anche le colonne sonore, e più che adeguato il doppiaggio. Il finale è sicuramente il pezzo forte dell'opera, conclude degnamente la storia senza lasciare eccessivi punti interrogativi, e soprattutto non risulta banale né scontato.
In conclusione, "Ore-tachi ni Tsubasa wa Nai" si è rivelata essere un'opera interessante sotto molti punti di vista. Consigliata la visione se cercate qualcosa di divertente e originale, sconsigliata invece se proprio non potete sopportare un po' di fanservice piazzato a caso all'interno dei vari episodi.
Ambientata nella città di Yanagihara, la storia vede come protagoniste tre distinte personalità di uno stesso individuo, che a seconda del momento della giornata prendono il sopravvento. Ognuna di esse ha una propria vita completamente scollegata da quella delle altre, ma quale di esse sarà l'identità originale?
"Ore-tachi ni Tsubasa wa Nai" parte nel peggiore dei modi, introducendo in pochissime puntate una miriade di personaggi difficili da ricordare, creando una grande confusione attraverso una sceneggiatura volontariamente troppo intricata, e propinando allo stesso tempo una considerevole dose di fanservice fine a sé stesso, che riesce però a strappare qualche risata. Col proseguire degli episodi, la trama inizia ad assumere una forma ben precisa, sviluppandosi discretamente per poi concludersi alla grande, con un bel colpo di scena inaspettato. Un'opera quindi da non sottovalutare, che si incarica anche di trattare una tematica interessante e sulla quale vale la pena spendere una riflessione.
I personaggi presentati sono molti, e la loro caratterizzazione è molto varabile; un buon lavoro è stato sicuramente fatto per il trio principale di protagonisti, e anche per alcuni personaggi secondari. Altri invece, nonostante appaiano soventemente, rimangono piuttosto anonimi e stereotipati.
Il comparto tecnico si difende bene, proponendo un ottimo design dei personaggi, variegato e aggraziato, delle animazioni fluide e dei fondali discretamente dettagliati. Nello specifico si comporta meglio il comparto sonoro, che presenta in primo luogo un'opening veramente bella e melodiosa. Ottime anche le colonne sonore, e più che adeguato il doppiaggio. Il finale è sicuramente il pezzo forte dell'opera, conclude degnamente la storia senza lasciare eccessivi punti interrogativi, e soprattutto non risulta banale né scontato.
In conclusione, "Ore-tachi ni Tsubasa wa Nai" si è rivelata essere un'opera interessante sotto molti punti di vista. Consigliata la visione se cercate qualcosa di divertente e originale, sconsigliata invece se proprio non potete sopportare un po' di fanservice piazzato a caso all'interno dei vari episodi.
Parliamoci chiaramente ragazzi, è difficile al giorno d'oggi creare un prodotto di qualità. A giudicare dalle caratteristiche delle serie animate che ci sono in giro, il livello sta un po' calando. Aggiungiamo a questo infausto dato la mancanza di originalità e il gioco è fatto. Ultimamente infatti non viene fatto neanche il benché minimo sforzo di produrre qualcosa di unico. Per unico ovviamente non intendo un capolavoro, io personalmente mi accontenterei di qualcosa di diverso. Da tempo immemore ormai mi capita di guardare anime banali, o quantomeno che mi lasciano quella sensazione di già visto che mi infastidisce non poco. Ebbene, l'anime di cui andrò a parlarvi oggi è un po' un prodotto che esce fuori dagli schemi.
"Ore-tachi ni Tsubasa wa nai" è un anime del 2011 di dodici episodi. La trama è parecchio ingarbugliata, e per alcuni episodi rimarrà tale, scombussolando ma al tempo stesso intrigando lo spettatore. Protagonisti della nostra storia sono tre ragazzi, il primo è un normale studente alle prese con una tranquilla vita scolastica, il secondo è un loquace cameriere/scrittore e il terzo è un delinquente tuttofare dai modi burberi. Apparentemente i tre non hanno niente in comune e la narrazione prosegue narrandoci loro vite quotidiane, ma in realtà hanno un profondo legame che nel corso delle puntate andremo via via intuendo.
Il character design è molto semplice, così come le animazioni e le ambientazioni, il reparto tecnico accettabile, nulla di eccezionale si intende, però riesce a far bene il proprio dovere. L'utilizzo di fanservice è massiccio, ma secondo me qualche paio di slip ogni tanto non fa mai male. "Ore-tachi ni Tsubasa wa nai" secondo me è un anime davvero singolare, il ritmo accelerato e incalzante riesce ad attirare l'attenzione dello spettatore che cerca di spremersi le meningi per cercare i punti di contatto con i vari personaggi. Lo stile è abbastanza misto ed eterogeneo, la narrazione alterna momenti di ilarità a passaggi molto seri e strappalacrime. Con il passare delle puntate infatti le sfumature diventano anche abbastanza drammatiche; una volta capito poi l'espediente narrativo, le cose inizieranno a quadrarci e ci accorgeremo della genialità della trovata.
In conclusione, mi sento di consigliare quest'anime, che offre una certa originalità al panorama nipponico. Finalmente si riesce a vedere un qualcosa di unico e diverso. Accompagnato da disegni e animazioni un attimino migliori, ci saremmo trovati davanti a qualcosa di ancor più bello. Particolarmente raccomandato a chi adora le commedia e anche un po' il genere drammatico.
"Ore-tachi ni Tsubasa wa nai" è un anime del 2011 di dodici episodi. La trama è parecchio ingarbugliata, e per alcuni episodi rimarrà tale, scombussolando ma al tempo stesso intrigando lo spettatore. Protagonisti della nostra storia sono tre ragazzi, il primo è un normale studente alle prese con una tranquilla vita scolastica, il secondo è un loquace cameriere/scrittore e il terzo è un delinquente tuttofare dai modi burberi. Apparentemente i tre non hanno niente in comune e la narrazione prosegue narrandoci loro vite quotidiane, ma in realtà hanno un profondo legame che nel corso delle puntate andremo via via intuendo.
Il character design è molto semplice, così come le animazioni e le ambientazioni, il reparto tecnico accettabile, nulla di eccezionale si intende, però riesce a far bene il proprio dovere. L'utilizzo di fanservice è massiccio, ma secondo me qualche paio di slip ogni tanto non fa mai male. "Ore-tachi ni Tsubasa wa nai" secondo me è un anime davvero singolare, il ritmo accelerato e incalzante riesce ad attirare l'attenzione dello spettatore che cerca di spremersi le meningi per cercare i punti di contatto con i vari personaggi. Lo stile è abbastanza misto ed eterogeneo, la narrazione alterna momenti di ilarità a passaggi molto seri e strappalacrime. Con il passare delle puntate infatti le sfumature diventano anche abbastanza drammatiche; una volta capito poi l'espediente narrativo, le cose inizieranno a quadrarci e ci accorgeremo della genialità della trovata.
In conclusione, mi sento di consigliare quest'anime, che offre una certa originalità al panorama nipponico. Finalmente si riesce a vedere un qualcosa di unico e diverso. Accompagnato da disegni e animazioni un attimino migliori, ci saremmo trovati davanti a qualcosa di ancor più bello. Particolarmente raccomandato a chi adora le commedia e anche un po' il genere drammatico.
Mi capita raramente di non trovare alcun aspetto positivo in un anime; eppure, mentre scorrono i titoli di coda di "Oretachi ni tsubasa wa nai", mi accorgo di come in quest'opera scovare qualcosa di meritevole è impresa davvero ardua, anche per il commentatore più accondiscendente.
Principale punto dolente, la trama: cosa abbiano in comune Takashi, studente convinto di essere il paladino di un mondo fantastico, Shusuke, cameriere debosciato e critico letterario a tempo perso, e Hayato, burbero teppista dalla parlantina sgraziata e volgare, lo lascio scoprire a voi.
Anche perché, altrimenti, sarei costretto a svelarvi l'unico coup de théâtre di tutto l'anime, e mi sentirei in colpa nel guastarvi con uno spoiler questa rivelazione, agognato climax di una lunga parte preliminare, che, causa un'imbarazzante pochezza di contenuti, solo chi è dotato di un'indefessa tenacia riuscirà a sopportare.
Vi anticipo solo che il filo che lega queste tre storie a prima vista inconciliabili è di matrice psicologica. Precisiamo, una psicologia spiccia e ingenua, visto che la profondità dell'analisi introspettiva non sfigura di fronte a quella delle telenovelas messicane degli anni '80 - sulla scia di "Anche i ricchi piangono", tanto per intenderci (i meno giovani tra di voi se lo ricorderanno sicuramente, soprattutto se le loro mamme e/o nonne lo propinavano loro quotidianamente).
Beh, anche "Oretachi ni tsubasa wa nai" ha il pregio di far piangere, ma non per qualcosa di simile al melenso melodramma di Veronica Castro: in questo caso saranno gli sbadigli a stimolare copiosamente le ghiandole lacrimali. Oltretutto, si percepisce pure un pizzico di presunzione nel presentare i risvolti più inquietanti di questo psicodramma, che raggiunge il suo apice di incoerenza nel finale involontariamente comico, tra frasi a effetto e spiegazioni pseudo-scientifiche, dove un intreccio apparentemente insolubile viene risolto con un colpo di spugna degno degli sceneggiatori di "Beautiful".
Ciliegina sulla torta, la trama è inutilmente complicata da un'affollatissima selva di personaggi secondari, che metteranno a dura prova la vostra memoria - e la vostra pazienza -, tanto poco e mal gestito è lo spazio destinato a ognuno di loro. Piatti come figurine, interessanti come i nomi dei giocatori di Lega Pro negli album dei calciatori, sono caratterialmente così inconsistenti che di loro non vi rimarrà impresso alcun tratto, se non, limitatamente al cast femminile, il tipo di biancheria intima indossata, quella sì descritta con dovizia di particolari.
Si potrebbe obiettare che un'impalcatura così traballante faccia da contorno alla parte più leggera dell'anime; non oserei mettere in dubbio un'esegesi tanto acuta, se non fosse che l'umorismo pecoreccio di "Oretachi ni tsubasa wa nai", il quale - pensate un po' che stupefacente novità! - si fonda su battute a sfondo sessuale, dopo pochi minuti risulti già indigesto. A risollevare un po' il morale ci pensa l'improvviso e ingiustificato inserimento, nell'ottavo episodio, di un'insensata scena hentai (con le dovute censure per poter essere trasmessa in TV), divertente solo perché totalmente avulsa dal contesto dell'anime.
Fortunatamente, almeno riguardo al comparto tecnico, le critiche si possono fare meno aspre: l'OST, seppur non trascendentale, si lascia ascoltare, mentre a livello grafico, pur dovendo constatare una qualità altalenante nelle animazioni, si osservano fondali discretamente disegnati e un chara tutto sommato gradevole - nonché, considerato l'elevato numero di personaggi, adeguatamente differenziato.
Che vi dicevo? Alla fine, qualcosa di positivo l'abbiamo trovato.
Certo, se avessi saputo che, tirando le somme, mi sarei dovuto accontentare di qualche disegno ben realizzato, non avrei sprecato il mio tempo in maniera così infruttuosa.
Ripensandoci, avrei fatto meglio a seguire il consiglio della mia veneranda nonna, la quale, con incomparabile lungimiranza, mi aveva suggerito di rivedere insieme a lei le prime puntate di "Dancin' Days".
Principale punto dolente, la trama: cosa abbiano in comune Takashi, studente convinto di essere il paladino di un mondo fantastico, Shusuke, cameriere debosciato e critico letterario a tempo perso, e Hayato, burbero teppista dalla parlantina sgraziata e volgare, lo lascio scoprire a voi.
Anche perché, altrimenti, sarei costretto a svelarvi l'unico coup de théâtre di tutto l'anime, e mi sentirei in colpa nel guastarvi con uno spoiler questa rivelazione, agognato climax di una lunga parte preliminare, che, causa un'imbarazzante pochezza di contenuti, solo chi è dotato di un'indefessa tenacia riuscirà a sopportare.
Vi anticipo solo che il filo che lega queste tre storie a prima vista inconciliabili è di matrice psicologica. Precisiamo, una psicologia spiccia e ingenua, visto che la profondità dell'analisi introspettiva non sfigura di fronte a quella delle telenovelas messicane degli anni '80 - sulla scia di "Anche i ricchi piangono", tanto per intenderci (i meno giovani tra di voi se lo ricorderanno sicuramente, soprattutto se le loro mamme e/o nonne lo propinavano loro quotidianamente).
Beh, anche "Oretachi ni tsubasa wa nai" ha il pregio di far piangere, ma non per qualcosa di simile al melenso melodramma di Veronica Castro: in questo caso saranno gli sbadigli a stimolare copiosamente le ghiandole lacrimali. Oltretutto, si percepisce pure un pizzico di presunzione nel presentare i risvolti più inquietanti di questo psicodramma, che raggiunge il suo apice di incoerenza nel finale involontariamente comico, tra frasi a effetto e spiegazioni pseudo-scientifiche, dove un intreccio apparentemente insolubile viene risolto con un colpo di spugna degno degli sceneggiatori di "Beautiful".
Ciliegina sulla torta, la trama è inutilmente complicata da un'affollatissima selva di personaggi secondari, che metteranno a dura prova la vostra memoria - e la vostra pazienza -, tanto poco e mal gestito è lo spazio destinato a ognuno di loro. Piatti come figurine, interessanti come i nomi dei giocatori di Lega Pro negli album dei calciatori, sono caratterialmente così inconsistenti che di loro non vi rimarrà impresso alcun tratto, se non, limitatamente al cast femminile, il tipo di biancheria intima indossata, quella sì descritta con dovizia di particolari.
Si potrebbe obiettare che un'impalcatura così traballante faccia da contorno alla parte più leggera dell'anime; non oserei mettere in dubbio un'esegesi tanto acuta, se non fosse che l'umorismo pecoreccio di "Oretachi ni tsubasa wa nai", il quale - pensate un po' che stupefacente novità! - si fonda su battute a sfondo sessuale, dopo pochi minuti risulti già indigesto. A risollevare un po' il morale ci pensa l'improvviso e ingiustificato inserimento, nell'ottavo episodio, di un'insensata scena hentai (con le dovute censure per poter essere trasmessa in TV), divertente solo perché totalmente avulsa dal contesto dell'anime.
Fortunatamente, almeno riguardo al comparto tecnico, le critiche si possono fare meno aspre: l'OST, seppur non trascendentale, si lascia ascoltare, mentre a livello grafico, pur dovendo constatare una qualità altalenante nelle animazioni, si osservano fondali discretamente disegnati e un chara tutto sommato gradevole - nonché, considerato l'elevato numero di personaggi, adeguatamente differenziato.
Che vi dicevo? Alla fine, qualcosa di positivo l'abbiamo trovato.
Certo, se avessi saputo che, tirando le somme, mi sarei dovuto accontentare di qualche disegno ben realizzato, non avrei sprecato il mio tempo in maniera così infruttuosa.
Ripensandoci, avrei fatto meglio a seguire il consiglio della mia veneranda nonna, la quale, con incomparabile lungimiranza, mi aveva suggerito di rivedere insieme a lei le prime puntate di "Dancin' Days".
Fuori dagli schemi, senza dubbio: "Ore-tachi ni Tsubasa Wa Nai" è una serie che parla di tre persone diverse (Haneda Takashi, Narita Hayato e Chitose Shuusuke) che sono in realtà personalità create da Haneda Youji per prendersi cura del suo corpo e della sua vita dopo che lui si è isolato nell'abisso della propria mente.
Inizialmente si fatica a capire alcune cose, difatti queste tre persone appaiono come individui completamente separati uno dall'altro, invece non è così. Parlano anche tra di loro per decidere sul da farsi quando la situazione o gli avvenimenti lo richiedono. Non dico altro perché temo di fare spoiler.
La quantità di personaggi è incredibile per un anime di questa durata. Ciò nonostante molti di essi sono approfonditi, e il numero di personaggi "di contorno" è più ridotto di quanto ci si aspetti.
Da dire, comunque, che questa è probabilmente la serie con più fanservice che io conosca - l' ecchi rimane comunque un' elemento di contorno.
Storia
La storia è quella detta prima; a volte è confusionaria, ma proprio per questo invoglia a vedere come continua e a verificare se quello che si è capito è giusto o sbagliato. Verso gli ultimi episodi viene accentuato il lato psicologico, e si ha un crescendo sia di qualità sia di tensione.
Personaggi
I personaggi sono la punta di diamante dell'anime. Con questa affermazione non voglio sminuire la qualità della trama. I personaggi principali sono approfonditi ottimamente, e anche molti dei "secondari" (alcuni di essi potrebbero apparire principali o secondari a seconda dei punti di vista) sono studiati molto bene. Da ricordare Watarai Asuka, il suo ruolo, però, diventa fondamentale solo negli ultimi episodi.
Doppiaggio, audio e musiche
Il doppiaggio è realizzato bene, su questo niente da dire. Lo stesso vale per gli effetti audio. Le musiche, invece, sono un po' anonime, non dico che sono brutte, ma non si fanno notare molto.
Disegni e chara design
A mio avviso il chara e i disegni sono ottimi. Le animazioni sono semplici ma efficaci; trovo ottimi poi i cambi di scena da una fase all'altra del giorno (e quindi da una personalità all'altra): sono rapidi ma non creano confusione.
Durata
Ore-tachi è una serie abbastanza breve, anche se devo dire che ogni tanto perde mordente, ma quando capita succede solo per poco e mai a fine episodio. La visione può causare un leggero mal di testa (parlo per esperienza) verso i primi episodi.
Apprezzamento personale
Ammetto che tutto il fanservice mi ha fatto storcere il naso, ma gli ultimi episodi sono veramente belli, e alcune trovate durante tutta la serie sono veramente esilaranti.
Voto complessivo: 8,25. Alla fin fine avrei preferito che l'anime durasse di più. Consiglio la serie a chi cerca una serie psicologica non particolarmente pesante. Se invece cercate un ecchi puro e semplice potete trovare di meglio. Lo stesso vale per il lato sentimentale, che comunque non è assente.
Inizialmente si fatica a capire alcune cose, difatti queste tre persone appaiono come individui completamente separati uno dall'altro, invece non è così. Parlano anche tra di loro per decidere sul da farsi quando la situazione o gli avvenimenti lo richiedono. Non dico altro perché temo di fare spoiler.
La quantità di personaggi è incredibile per un anime di questa durata. Ciò nonostante molti di essi sono approfonditi, e il numero di personaggi "di contorno" è più ridotto di quanto ci si aspetti.
Da dire, comunque, che questa è probabilmente la serie con più fanservice che io conosca - l' ecchi rimane comunque un' elemento di contorno.
Storia
La storia è quella detta prima; a volte è confusionaria, ma proprio per questo invoglia a vedere come continua e a verificare se quello che si è capito è giusto o sbagliato. Verso gli ultimi episodi viene accentuato il lato psicologico, e si ha un crescendo sia di qualità sia di tensione.
Personaggi
I personaggi sono la punta di diamante dell'anime. Con questa affermazione non voglio sminuire la qualità della trama. I personaggi principali sono approfonditi ottimamente, e anche molti dei "secondari" (alcuni di essi potrebbero apparire principali o secondari a seconda dei punti di vista) sono studiati molto bene. Da ricordare Watarai Asuka, il suo ruolo, però, diventa fondamentale solo negli ultimi episodi.
Doppiaggio, audio e musiche
Il doppiaggio è realizzato bene, su questo niente da dire. Lo stesso vale per gli effetti audio. Le musiche, invece, sono un po' anonime, non dico che sono brutte, ma non si fanno notare molto.
Disegni e chara design
A mio avviso il chara e i disegni sono ottimi. Le animazioni sono semplici ma efficaci; trovo ottimi poi i cambi di scena da una fase all'altra del giorno (e quindi da una personalità all'altra): sono rapidi ma non creano confusione.
Durata
Ore-tachi è una serie abbastanza breve, anche se devo dire che ogni tanto perde mordente, ma quando capita succede solo per poco e mai a fine episodio. La visione può causare un leggero mal di testa (parlo per esperienza) verso i primi episodi.
Apprezzamento personale
Ammetto che tutto il fanservice mi ha fatto storcere il naso, ma gli ultimi episodi sono veramente belli, e alcune trovate durante tutta la serie sono veramente esilaranti.
Voto complessivo: 8,25. Alla fin fine avrei preferito che l'anime durasse di più. Consiglio la serie a chi cerca una serie psicologica non particolarmente pesante. Se invece cercate un ecchi puro e semplice potete trovare di meglio. Lo stesso vale per il lato sentimentale, che comunque non è assente.
"Ore-tachi ni Tsubasa wa Nai" è un opera molto particolare, difatti si distacca da qualunque scolastico-ecchi-sentimentale che avete visto finora. Partiamo con una veloce analisi della trama.
Trama: la storia parla di tre personalità, ognuna con le proprie particolarità e mansioni. Queste tre entità, profondamente diverse le une dalle altre si aggirano in posti e frequentano persone diverse. La storia ha un'evoluzione particolare, infatti seguiremo tre filoni contemporaneamente, e se all'inizio non si riesce a distinguere con precisione queste tre personalità - inizialmente, non avendo letto la trama, pensavo fossero tre persone differenti - dopo un paio di episodi tutto diventa più chiaro.
Fanservice: qui è abbondante e non stanca mai, nel roast di personaggi femminili che stimolerà le vostre menti ovviamente avremo le cameriere del bar, le compagne di scuola, e la venditrice di crepes, - ah, e in aggiunta anche un loli per non farci mancare nulla - scene abbastanza spinte che alleggeriranno un bel po' alcuni momenti.
Personaggi: lasciando da parte il protagonista e le sue personalità, nota di merito si dà soprattutto ai personaggi secondari, come il "Master" dell'Alexander (bar in cui lavora), oppure la sua fidanzata, fulcro poi di avvenimenti futuri. Molti personaggi qui non si danno per scontati e hanno una profonda introspezione; altri invece, essendo anche un semplice mezzo per l'horror vacui, sono i semplici stereotipi riempi-schermo.
Grafica e animazioni: la grafica mi ha piacevolmente sorpreso, infatti non si ha un grafica che raggiunge il massimo dei punti, ma le animazioni e i "contex switch", letteralmente cambi di contesto, compensano ampiamente, si riesce a passare da una personalità all'altra senza particolari problemi, anzi proprio questo espediente alleggerisce di molto l'impatto grafico. Si passa da situazioni di pura luce (scuola e/o bar) a situazioni scure e che non stancano gli occhi (le strade notturne).
<b>Attenzione! Possibili spoiler!</b>
Considerazioni sul protagonista: qui abbiamo un personaggio ambiguo, mi è capitato di vedere qualcosa di simile solo in un altro anime, che evito accuratamente di citare, anche se in quel caso era completamente pazzo. L'ambiguità però non ne incrina la sanità mentale, infatti il protagonista per fuggire dalla realtà che lo opprime e lo distrugge decide di fuggire in se stesso lasciando a nuove "entità" il compito di gestire la sua vita; lui infatti semplicemente "guarda" la sua vita senza viverla, è uno spettatore deciso a non intervenire negli eventi, pur di non soffrire.
<b>Fine spoiler</b>
Considerazioni finali: Ore-Tachi è un'opera letteralmente non-per-tutti, ovvero bisogna avere una mente abbastanza aperta per riuscire a cogliere il vero significato di quest'opera, a tratti demenziale, a tratti drammatica: una fuga dalla realtà che però non è distruttiva, anzi.
Consiglio quest'anime, ho passato ben sei ore per visualizzarlo tutto d'un fiato, una puntata mi portava freneticamente a mettere in coda la successiva.
Ovviamente non Ore-tachi è un capolavoro, ma abbiamo un buon anime, con un progresso di tutti i personaggi e un'introspezione che garantisce un po' di profondità.
L'anime è consigliato gli amanti dello psicologico leggero, a chi vuole un protagonista che non sia un semplice burattino in balia degli eventi - si vedano i vari protagonisti degli harem più scadenti -, ovviamente, coniugato al precedente, a chi cerca un po' di ecchi spinto (un po', eh) e un pizzico di romanticismo.
L'anime è sconsigliato a chi cerca storie d'amore: qui il lato romantico è poco, cioè è legato alle personalità del protagonista. L'anime è anche sconsigliato a chi cerca solo ed esclusivamente ecchi.
Trama: la storia parla di tre personalità, ognuna con le proprie particolarità e mansioni. Queste tre entità, profondamente diverse le une dalle altre si aggirano in posti e frequentano persone diverse. La storia ha un'evoluzione particolare, infatti seguiremo tre filoni contemporaneamente, e se all'inizio non si riesce a distinguere con precisione queste tre personalità - inizialmente, non avendo letto la trama, pensavo fossero tre persone differenti - dopo un paio di episodi tutto diventa più chiaro.
Fanservice: qui è abbondante e non stanca mai, nel roast di personaggi femminili che stimolerà le vostre menti ovviamente avremo le cameriere del bar, le compagne di scuola, e la venditrice di crepes, - ah, e in aggiunta anche un loli per non farci mancare nulla - scene abbastanza spinte che alleggeriranno un bel po' alcuni momenti.
Personaggi: lasciando da parte il protagonista e le sue personalità, nota di merito si dà soprattutto ai personaggi secondari, come il "Master" dell'Alexander (bar in cui lavora), oppure la sua fidanzata, fulcro poi di avvenimenti futuri. Molti personaggi qui non si danno per scontati e hanno una profonda introspezione; altri invece, essendo anche un semplice mezzo per l'horror vacui, sono i semplici stereotipi riempi-schermo.
Grafica e animazioni: la grafica mi ha piacevolmente sorpreso, infatti non si ha un grafica che raggiunge il massimo dei punti, ma le animazioni e i "contex switch", letteralmente cambi di contesto, compensano ampiamente, si riesce a passare da una personalità all'altra senza particolari problemi, anzi proprio questo espediente alleggerisce di molto l'impatto grafico. Si passa da situazioni di pura luce (scuola e/o bar) a situazioni scure e che non stancano gli occhi (le strade notturne).
<b>Attenzione! Possibili spoiler!</b>
Considerazioni sul protagonista: qui abbiamo un personaggio ambiguo, mi è capitato di vedere qualcosa di simile solo in un altro anime, che evito accuratamente di citare, anche se in quel caso era completamente pazzo. L'ambiguità però non ne incrina la sanità mentale, infatti il protagonista per fuggire dalla realtà che lo opprime e lo distrugge decide di fuggire in se stesso lasciando a nuove "entità" il compito di gestire la sua vita; lui infatti semplicemente "guarda" la sua vita senza viverla, è uno spettatore deciso a non intervenire negli eventi, pur di non soffrire.
<b>Fine spoiler</b>
Considerazioni finali: Ore-Tachi è un'opera letteralmente non-per-tutti, ovvero bisogna avere una mente abbastanza aperta per riuscire a cogliere il vero significato di quest'opera, a tratti demenziale, a tratti drammatica: una fuga dalla realtà che però non è distruttiva, anzi.
Consiglio quest'anime, ho passato ben sei ore per visualizzarlo tutto d'un fiato, una puntata mi portava freneticamente a mettere in coda la successiva.
Ovviamente non Ore-tachi è un capolavoro, ma abbiamo un buon anime, con un progresso di tutti i personaggi e un'introspezione che garantisce un po' di profondità.
L'anime è consigliato gli amanti dello psicologico leggero, a chi vuole un protagonista che non sia un semplice burattino in balia degli eventi - si vedano i vari protagonisti degli harem più scadenti -, ovviamente, coniugato al precedente, a chi cerca un po' di ecchi spinto (un po', eh) e un pizzico di romanticismo.
L'anime è sconsigliato a chi cerca storie d'amore: qui il lato romantico è poco, cioè è legato alle personalità del protagonista. L'anime è anche sconsigliato a chi cerca solo ed esclusivamente ecchi.