Dororon Enma-kun - Meeramera
Quando si tratta di remake nagaiani è sempre bene essere scettici. È per questo motivo che ho rimandato la visione di Dororon, recentissimo remake dell'omonima serie del 1973, fino al giorno in cui ho scoperto che il regista era Yoshitomo Yonetani. Yonetani, classe 1963, è un nome di fiducia, uno che è cresciuto con gli anime nagaiani, e che ha già dato ottima prova di sé nel passato, con la regia di "GaoGaiGar". La presenza di Yonetani, regista sfortunatamente poco prolifico, mi ha convinto a recuperare la serie e devo dire che ha superato le mie aspettative. Non solo è fedele allo spirito degli anni settanta, la serie è addirittura ambientata nel 1973, e gli autori si esibiscono in accurata ricostruzione storica del periodo: i bagni pubblici, le scuole, i manifesti pubblicitari, le bancarelle, tutto è come appare negli anime e dei manga tipici dell'era Showa; ci sono addirittura le ronde notturne contro gli incendi, viste anche in un episodio di "Mazinga Z". In una puntata Dororon finisce in Vietnam e vediamo che la guerra è in corso. Scommetterei che gli annunciatori televisivi che appaiono nella serie sono parodie di annunciatori televisivi realmente esistenti e attivi in quel periodo.
Insieme alla ricostruzione storica ci sono innumerevoli citazioni e parodie dei miti dei bambini dell'epoca: i film di kaiju, i tokusatsu più famosi, molti anime storici e ovviamente i personaggi e i robottoni nagaiani. Yonetani non si fa neppure sfuggire l'occasione per delle gustosissime citazioni di "GaoGaiGar", integrate perfettamente con l'originale nagaiano. Originale che si intende essere il manga e non l'anime della Toei, come al solito sostanzialmente diverso dal manga, anche perché realizzato parallelamente a esso.
Il motivo principale è che i manga nagaiani sono sempre carichi di scene di nudo e di battute volgarissime, che non potevano andare in onda nel 1973. Non possono andare in onda così come sono neanche nel 2011 e infatti nell'anime non si vedranno i seni (e addirittura i peni!) presenti nel manga; comunque l'anime rimane molto ecchi e fedele allo spirito demenziale del manga. La fedeltà al chara design di Nagai è molto spinta: i protagonisti e i mostri sono rappresentati come nel manga, non come nell'anime, così come era avvenuto in precedenza per altri remake nagaiani come "Shin Getter", "Mazinkaiser" e "Shin Mazinger". L'unica eccezione importante è nel chara della principessa Yukino, che nel manga di Nagai è una donna ben sviluppata, alta circa il doppio di Enma-kun, mentre nell'anime è una ragazzina poco più alta di Enma. Un altro cambiamento è l'avere scambiato i ruoli di Tsutomu e Harumi: nel manga il protagonista umano è Tsutomu, mentre la sua compagna di classe Harumi è una comparsa insignificante, nell'anime avviene l'opposto. Ma sono concessioni da poco alla modernità, che è abituata a una maggiore partecipazione femminile. Per questo un ruolo importante è preso anche da Enpi-chan, versione femminile di Enma, derivata da un manga nagaiano del 2001, ma ringiovanita e censurata, necessariamente visto che il manga di Enpi-chan è assolutamente improponibile in televisione.
Tutti i mostri del manga appaiono nell'anime, e il finale, con la guerra tra Paradiso e Inferno è tratto dal manga "Enma Jigoku" del 1978. Massima fedeltà all'autore quindi, specialmente nell'umorismo spinto e grossolano, che è stato arricchito con una realizzazione tecnica moderna e impeccabile. Anche le parti che non hanno corrispettivo nel manga (come il segreto della tiara di Enma, che è evidentemente un omaggio al "Sayuki" di Osamu Tezuka) sono molto indovinate e sono sicuro che riceverebbero l'approvazione del maestro. Insieme a "Yattaman", è uno dei migliori remake che abbia visto, è evidente che l'umorismo riesce ad attraversare i decenni molto meglio del dramma. Da vedere, specialmente per le giovani generazioni.
P.S.: menzione d'onore per l'opening, non altrettanto geniale del tema originale (di cui noi conosciamo la parodia cantata dal trio Drombo), ma comunque indovinata per le sonorità tipiche da super robot nagaiano.
Insieme alla ricostruzione storica ci sono innumerevoli citazioni e parodie dei miti dei bambini dell'epoca: i film di kaiju, i tokusatsu più famosi, molti anime storici e ovviamente i personaggi e i robottoni nagaiani. Yonetani non si fa neppure sfuggire l'occasione per delle gustosissime citazioni di "GaoGaiGar", integrate perfettamente con l'originale nagaiano. Originale che si intende essere il manga e non l'anime della Toei, come al solito sostanzialmente diverso dal manga, anche perché realizzato parallelamente a esso.
Il motivo principale è che i manga nagaiani sono sempre carichi di scene di nudo e di battute volgarissime, che non potevano andare in onda nel 1973. Non possono andare in onda così come sono neanche nel 2011 e infatti nell'anime non si vedranno i seni (e addirittura i peni!) presenti nel manga; comunque l'anime rimane molto ecchi e fedele allo spirito demenziale del manga. La fedeltà al chara design di Nagai è molto spinta: i protagonisti e i mostri sono rappresentati come nel manga, non come nell'anime, così come era avvenuto in precedenza per altri remake nagaiani come "Shin Getter", "Mazinkaiser" e "Shin Mazinger". L'unica eccezione importante è nel chara della principessa Yukino, che nel manga di Nagai è una donna ben sviluppata, alta circa il doppio di Enma-kun, mentre nell'anime è una ragazzina poco più alta di Enma. Un altro cambiamento è l'avere scambiato i ruoli di Tsutomu e Harumi: nel manga il protagonista umano è Tsutomu, mentre la sua compagna di classe Harumi è una comparsa insignificante, nell'anime avviene l'opposto. Ma sono concessioni da poco alla modernità, che è abituata a una maggiore partecipazione femminile. Per questo un ruolo importante è preso anche da Enpi-chan, versione femminile di Enma, derivata da un manga nagaiano del 2001, ma ringiovanita e censurata, necessariamente visto che il manga di Enpi-chan è assolutamente improponibile in televisione.
Tutti i mostri del manga appaiono nell'anime, e il finale, con la guerra tra Paradiso e Inferno è tratto dal manga "Enma Jigoku" del 1978. Massima fedeltà all'autore quindi, specialmente nell'umorismo spinto e grossolano, che è stato arricchito con una realizzazione tecnica moderna e impeccabile. Anche le parti che non hanno corrispettivo nel manga (come il segreto della tiara di Enma, che è evidentemente un omaggio al "Sayuki" di Osamu Tezuka) sono molto indovinate e sono sicuro che riceverebbero l'approvazione del maestro. Insieme a "Yattaman", è uno dei migliori remake che abbia visto, è evidente che l'umorismo riesce ad attraversare i decenni molto meglio del dramma. Da vedere, specialmente per le giovani generazioni.
P.S.: menzione d'onore per l'opening, non altrettanto geniale del tema originale (di cui noi conosciamo la parodia cantata dal trio Drombo), ma comunque indovinata per le sonorità tipiche da super robot nagaiano.
"Dororon Enma-kun - Meeramera" è un nime simpaticissimo di Go Nagai, che mi rimanda ai vecchi tempi, agli anni '90, dove su Super3 mandavano in onda anime tipo "Ufo Robot", "Carletto il principe dei mostri" e simili.
Infatti di quest'anime ho apprezzato particolarmente lo stile e il chara design molto simile a quello degli anni 80-90, ma il colore, gli sfondi, la CG sono tutti nuovi.
Per quanto riguarda la trama, è semplicissima. Enma è un demone, figlio del re dell'inferno, e insieme a un kappa, a un cappello parlante e a un'affascinante ragazza in kimono bianco con il potere del ghiaccio, deve rimandare al padre gli altri demoni che sono fuggiti dall'"underworld".
Tante sono le gag, come mi ero abituato con "Carletto", con "Il mio amico ninja", con "Doraemon", e ora, anche se cresciutello, ma nostalgico degli anni della gioventù, Enma-kun mi riporta indietro nel tempo, facendomi rimanere nel presente, unendo vecchio e nuovo.
Per ora ho visto solo il primo episodio, ma sono sicuro che l'anime riscuoterà un buon successo, specialmente tra i nostalgici degli anni '90. E, naturalmente, il voto potrà cambiare. Per ora, ampiamente, si merita un bel 7.
Infatti di quest'anime ho apprezzato particolarmente lo stile e il chara design molto simile a quello degli anni 80-90, ma il colore, gli sfondi, la CG sono tutti nuovi.
Per quanto riguarda la trama, è semplicissima. Enma è un demone, figlio del re dell'inferno, e insieme a un kappa, a un cappello parlante e a un'affascinante ragazza in kimono bianco con il potere del ghiaccio, deve rimandare al padre gli altri demoni che sono fuggiti dall'"underworld".
Tante sono le gag, come mi ero abituato con "Carletto", con "Il mio amico ninja", con "Doraemon", e ora, anche se cresciutello, ma nostalgico degli anni della gioventù, Enma-kun mi riporta indietro nel tempo, facendomi rimanere nel presente, unendo vecchio e nuovo.
Per ora ho visto solo il primo episodio, ma sono sicuro che l'anime riscuoterà un buon successo, specialmente tra i nostalgici degli anni '90. E, naturalmente, il voto potrà cambiare. Per ora, ampiamente, si merita un bel 7.