Angel Densetsu
Esilarante. Questo è il primo aggettivo che mi balena nella mente dopo aver visto questa trasposizione animata. E' risaputo che sapere far ridere è molto più difficile che saper far piangere. Ed è anche credenza comune che il riso migliora la giornata ed allieta la vita. Detto ciò voi non potete immaginare le risate che mi sono fatto vedendo quest'anime, vi giuro i miei addominali e le mie costole non ne potevano più, per non parlare delle lacrime agli occhi.
Angel Densetsu è un'anime, o meglio una serie di due OAV di 20 minuti ciascuno circa, tratto dall'omonimo manga di Norihiro Yagi, già famoso per Claymore. La storia narra, o per meglio dire accenna vista la breve durata, le vicende di Kitano Seiichirou, un ragazzo gentile ed educato con un solo difetto, il suo spaventoso aspetto. A causa dei suoi lineamenti spaventosi viene ritenuto da tutti un delinquente e per questo temuto ed evitato. Appena trasferitosi infatti a causa di una serie di incomprensioni ed equivoci sconfigge i teppisti più forti della scuola diventandone di fatto il capo. Da questo momento in poi inizierà la sua vita da "delinquente"
Una vera e propria commedia degli equivoci assurda e frizzante. Un senso dell'umorismo semplice ma al tempo stesso tagliente che arriva diretto e senza freni inibitori. E' un vero piacere vedere questi due brevi episodi e trascorrere così circa 40 minuti di spensieratezza ed ilarità. Character design degno di questo nome, semplice e realistico allo stesso tempo che si adatta perfettamente con le vicende narrate e che a mio parere rende giustizia al manga.
Unico ma terribile difetto è sicuramente la durata. Perchè mi chiedo io perchè. Si vedono tanti di quelli orrori, tanti anime che meriterebbero di scomparire e quando spunta un prodotto di qualità si limitano a fare due miseri OAV. Ad ogni modo consiglio vivamente la visione, ripeto saranno 40 minuti di risate assicurate, ma ancor di più consiglio la lettura del manga. Purtroppo in giro di trova solo in inglese, io stesso vorrei mettermi a tradurlo, ma le mie scarsissime capacità informatiche (uso di photoshop per fare le scan) me lo impediscono.
Detto questo buona visione e buon divertimento a tutti ;)
Angel Densetsu è un'anime, o meglio una serie di due OAV di 20 minuti ciascuno circa, tratto dall'omonimo manga di Norihiro Yagi, già famoso per Claymore. La storia narra, o per meglio dire accenna vista la breve durata, le vicende di Kitano Seiichirou, un ragazzo gentile ed educato con un solo difetto, il suo spaventoso aspetto. A causa dei suoi lineamenti spaventosi viene ritenuto da tutti un delinquente e per questo temuto ed evitato. Appena trasferitosi infatti a causa di una serie di incomprensioni ed equivoci sconfigge i teppisti più forti della scuola diventandone di fatto il capo. Da questo momento in poi inizierà la sua vita da "delinquente"
Una vera e propria commedia degli equivoci assurda e frizzante. Un senso dell'umorismo semplice ma al tempo stesso tagliente che arriva diretto e senza freni inibitori. E' un vero piacere vedere questi due brevi episodi e trascorrere così circa 40 minuti di spensieratezza ed ilarità. Character design degno di questo nome, semplice e realistico allo stesso tempo che si adatta perfettamente con le vicende narrate e che a mio parere rende giustizia al manga.
Unico ma terribile difetto è sicuramente la durata. Perchè mi chiedo io perchè. Si vedono tanti di quelli orrori, tanti anime che meriterebbero di scomparire e quando spunta un prodotto di qualità si limitano a fare due miseri OAV. Ad ogni modo consiglio vivamente la visione, ripeto saranno 40 minuti di risate assicurate, ma ancor di più consiglio la lettura del manga. Purtroppo in giro di trova solo in inglese, io stesso vorrei mettermi a tradurlo, ma le mie scarsissime capacità informatiche (uso di photoshop per fare le scan) me lo impediscono.
Detto questo buona visione e buon divertimento a tutti ;)
Due episodi, soltanto due episodi. Avevo scelto di dargli un'occhiata, senza avanzare alcuna pretesa, senza argomentarmi più di tanto, ma a visione conclusa, realizzando che l'anime non sarebbe mai stato portato a termine, ci sono rimasto inaspettatamente male, anzi malissimo.
Con Angel Densetsu ho avuto modo di ridere spesso e di stupirmene, per i venti e passa anni che ne dividono la mia 'scoperta' dall'anno della sua nascita (1992 per il manga). Considerando poi che l'opera sia praticamente ignota dalle nostre parti, mai avrei immaginato che un soggetto del genere potesse benissimo tener testa a nomi più blasonati e/o recenti. Scopro anche che si tratta dell'adattamento di quindici tankobon che segnò il primo vero successo di Norihiro Yagi, stesso autore di Claymore.
L'idea che plasma Angel Densetsu come una delle storie più esilaranti e 'fuori dal mondo' che si possano raccontare è semplicissima, eppure per niente scontata, anche grazie alla fantasia con cui numerose gag vi ruoteranno intorno: Seiichirou Kitano è uno studente che sta per trasferirsi in una nuova scuola, dove spera di stringere tante amicizie. Al vertice dell'istituto c'è chi è pronto ad accogliere il ragazzo a braccia aperte, poiché il curriculum loro pervenuto pare delineare i tratti di un genio. Unico dettaglio: il documento non presenta alcuna foto del giovane... Ma sarà davvero solo un dettaglio? Ora, come reaggirebbero preside, compagni di classe e gli studenti tutti, se il promettente neo-arrivato avesse una faccia brutta e terrificante quanto quella di un demone? L'umorismo di Angel Densetsu si fonda dunque su un incipit a prima vista insignificante, che tenta coraggiosamente di designare un solo personaggio come suo indiscusso istigatore, ciononostante, queste condizioni non compromettono il raggiungimento di un risultato esilarante sotto tutti i fronti.
Lo spasso è garantito principalmente dall'inesauribile gioco di fraintendimenti che investono, da una parte, un Kitano irresistibile nella sua inconsapevolezza di terrorizzare a morte chi gli è vicino per ogni minimo gesto, e dall'altra i compagni di classe e i delinquenti del liceo, che lo temono come il più spietato dei capibanda. E ad alimentare una situazione così equivoca è il fatto che il nostro 'terribile' protagonista non sia 'particolare' solo per questo suo aspetto. Sembra infatti che la sua indole sia, paradossalmente, quella di un vero e proprio angelo, un individuo estremamente docile, gentile, altruista e ingenuo all'ennesima potenza, uno che, senza una simile maschera, verrebbe indubbiamente maltrattato dai bulli. Siamo quindi di fronte a una caratterizzazione estremamente auto-contraddittoria oltre che fraintendibile, che è ben lontana da quella del classico 'gigante buono', del figlio dello yakuza con lo sguardo arcigno, o del mammone finito a studiare insieme a scimmie, teppisti e robot bevendo il tè (riferimenti puramente casuali).
Non è poi da escludere, in mezzo a tanta demenza, il fatto di poter mettere comunque in luce una facciata seria, con lo stravolgimento di un concetto che è forse tra i più dimenticati in assoluto: quello secondo cui l'aspetto non deve contare e non deve ingannare. La società sottomette spesso e volentieri i propri giudizi alle apparenze ed è capace perfino di ribaltarli completamente per via di esse (il preside del liceo ne è un esempio lampante).
In conclusione mi rammarico per non poter premiare più di tanto un anime che è, volenti o nolenti, incompleto. Non conosco i motivi della sua stroncatura, avvenuta praticamente sul nascere - non credo per questioni di budget perché la realizzazione è abbastanza buona -, ma questi due episodi mi hanno divertito abbastanza da spingermi a intraprendere la lettura del cartaceo.
Bella sorpresa.
Con Angel Densetsu ho avuto modo di ridere spesso e di stupirmene, per i venti e passa anni che ne dividono la mia 'scoperta' dall'anno della sua nascita (1992 per il manga). Considerando poi che l'opera sia praticamente ignota dalle nostre parti, mai avrei immaginato che un soggetto del genere potesse benissimo tener testa a nomi più blasonati e/o recenti. Scopro anche che si tratta dell'adattamento di quindici tankobon che segnò il primo vero successo di Norihiro Yagi, stesso autore di Claymore.
L'idea che plasma Angel Densetsu come una delle storie più esilaranti e 'fuori dal mondo' che si possano raccontare è semplicissima, eppure per niente scontata, anche grazie alla fantasia con cui numerose gag vi ruoteranno intorno: Seiichirou Kitano è uno studente che sta per trasferirsi in una nuova scuola, dove spera di stringere tante amicizie. Al vertice dell'istituto c'è chi è pronto ad accogliere il ragazzo a braccia aperte, poiché il curriculum loro pervenuto pare delineare i tratti di un genio. Unico dettaglio: il documento non presenta alcuna foto del giovane... Ma sarà davvero solo un dettaglio? Ora, come reaggirebbero preside, compagni di classe e gli studenti tutti, se il promettente neo-arrivato avesse una faccia brutta e terrificante quanto quella di un demone? L'umorismo di Angel Densetsu si fonda dunque su un incipit a prima vista insignificante, che tenta coraggiosamente di designare un solo personaggio come suo indiscusso istigatore, ciononostante, queste condizioni non compromettono il raggiungimento di un risultato esilarante sotto tutti i fronti.
Lo spasso è garantito principalmente dall'inesauribile gioco di fraintendimenti che investono, da una parte, un Kitano irresistibile nella sua inconsapevolezza di terrorizzare a morte chi gli è vicino per ogni minimo gesto, e dall'altra i compagni di classe e i delinquenti del liceo, che lo temono come il più spietato dei capibanda. E ad alimentare una situazione così equivoca è il fatto che il nostro 'terribile' protagonista non sia 'particolare' solo per questo suo aspetto. Sembra infatti che la sua indole sia, paradossalmente, quella di un vero e proprio angelo, un individuo estremamente docile, gentile, altruista e ingenuo all'ennesima potenza, uno che, senza una simile maschera, verrebbe indubbiamente maltrattato dai bulli. Siamo quindi di fronte a una caratterizzazione estremamente auto-contraddittoria oltre che fraintendibile, che è ben lontana da quella del classico 'gigante buono', del figlio dello yakuza con lo sguardo arcigno, o del mammone finito a studiare insieme a scimmie, teppisti e robot bevendo il tè (riferimenti puramente casuali).
Non è poi da escludere, in mezzo a tanta demenza, il fatto di poter mettere comunque in luce una facciata seria, con lo stravolgimento di un concetto che è forse tra i più dimenticati in assoluto: quello secondo cui l'aspetto non deve contare e non deve ingannare. La società sottomette spesso e volentieri i propri giudizi alle apparenze ed è capace perfino di ribaltarli completamente per via di esse (il preside del liceo ne è un esempio lampante).
In conclusione mi rammarico per non poter premiare più di tanto un anime che è, volenti o nolenti, incompleto. Non conosco i motivi della sua stroncatura, avvenuta praticamente sul nascere - non credo per questioni di budget perché la realizzazione è abbastanza buona -, ma questi due episodi mi hanno divertito abbastanza da spingermi a intraprendere la lettura del cartaceo.
Bella sorpresa.